Quale reale futuro a Montichiari? La pista 14/32 del di Brescia ha una lunghezza di circa 3000 metri e vorrebbe posizionarsi come scalo hub dei voli cargo. Con destinazioni verso il fareast e farwest, anche se per decollare a pieno carico con aeromobili wide body (Boeing 747 ed equivalenti) sarebbe indispensabile disporre di almeno 4000 metri di pista.
In attesa di un masterplan che allunghi la pista e magari raddoppi la potenzialità dell'aeroporto la società esercente del Montichiari ha, tuttavia, sottoscritto con Ho Chi Minh City (Saigon), ovvero con VectorAviation un operativo voli allcargo con la pista 14/32 del D'annunzio di Brescia.
Il cargo utilizzato dalla VectorAviation è un Airbus 330 ed i 3000 metri di pista potrebbero, in determinate condizioni meteo, risultare sufficienti per decollare a pieno carico.
Ma alcune restrizioni potranno intervenire, limitando le prestazioni in decollo.
Sono tuttavia criticità prestazionali/operative che potranno risultare marginali se correlate con l'iniziativa di ABeM (Società costituita da Enti pubblici e privati bresciani per la gestione autonoma da parte di soggetti bresciani dell'Aeroporto di Montichiari), la società bresciana che vorrebbe sostituirsi e/o partecipare alla gestione dello scalo.
Anche dopo il rilascio della concessione quarantennale per la gestione dell'aeroporto di Montichiari alla società Aeroporti del Garda, quindi alla Catullo Spa, la società ABeM prosegue la sua battaglia legale.
L'ABeM (Aeroporto Brescia e Montichiari) nata ancora nel 2007, ha, infatti, inoltrato un esposto al TAR Lombardo contro il decreto che il 18 marzo 2013 ha assegnato la concessione alla sola società Aeroporti del Garda.
Sono anni che le due società si contrappongono. Nel recentissimo periodo soggetti specifici di Bergamo e Brescia hanno progettato una gestione congiunta del l'aeroporto di Montichiari. Sacbo e Abem avevano sottoscritto un'intesa al fine di rilanciare lo scalo bresciano. Promuovendo una presenza operativa al D'Annunzio. Al momento senza successo. 4 maggio 2013
Dopo l'Atto di indirizzo del Ministro Passera una richiesta dovuta.
"Al Ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti Al Ministro dell'Economia e delle Finanze
Oggetto: interrogazione a risposta scritta
Per sapere Premesso che:
il 18 marzo 2013 i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell'Economia e delle Finanze hanno firmato un decreto interministeriale che concede in via definitiva la gestione quarantennale dell'aeroporto di Brescia – Montichiari in capo alla Catullo s.p.a., la società che gestisce l'aeroporto di Verona
l'aeroporto di Brescia – Montichiari, nel corso degli ultimi 10 anni di gestione provvisoria da parte della Catullo s.p.a., ha accumulato perdite per oltre 45 milioni di euro e ha movimentato un traffico nettamente inferiore alle potenzialità dello scalo. Nel corso del 2012, in particolare, il traffico è stato pari a 9.693 movimenti (-2,5 per cento rispetto al 2011), 22.669 passeggeri è stato (-32,9 per cento) e 40.746 tonnellate di merci (+1,5 per cento).
quali siano stati i criteri che hanno portato all'assegnazione della concessione definitiva della gestione dell'aeroporto di Brescia Montichiari alla società Catullo SpA
se l'affidamento diretto senza gara è compatibile con le indicazioni dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato e con le normative UE
per quale motivo non si è proceduto a verificare l'interesse alla gestione dello scalo da parte di altri soggetti, in particolare da parte del gestore del limitrofo scalo di Bergamo Orio Al Serio, le cui capacità di gestione sono accertate da oltre un decennio di risultati economici positivi e la cui integrazione con lo scalo bresciano sarebbe stata funzionale all'armonizzazione e al riequilibrio del sistema aeroportuale lombardo dal punto di vista territoriale e ambientale."
Elena Carnevali, Antonio Misiani, Giovanni Sanga, Giuseppe Guerini - 23 aprile 2013
Ma l'aeroporto resta inutile. Prima delle Elezioni Politiche e Regionali del febbraio scorso Cambia Rotta ha inviato una lettera aperta ai Partiti esponendo sinteticamente tutte le problematiche inerenti l'aeroporto D'Annunzio di Montichiari.
Prima delle Elezioni Politiche e Regionali del febbraio scorso Cambia Rotta ha inviato una lettera aperta ai Partiti esponendo sinteticamente tutte le problematiche inerenti l'aeroporto D'Annunzio di Montichiari. Alcuni ci hanno ascoltato e risposto con attenzione: SEL (M.Frassoni,T .Di Salvo, L.Lacquaniti), PD (P.Pagani, G.A. Girelli), Lista Civica per Ambrosoli (L.Antonini), AMI (C.Colosio), AmbienteBrescia (Ruzzenenti), M5S (Crimi, Maccabiani). Ad alcuni abbiamo consegnato il nostro testo "10 anni di Cambia Rotta: 2001-2011" che ha suscitato un notevole interesse per la ricchezza dei dati e documenti stampati.
Al di là delle diverse prese di posizione politiche, in una fase di assoluta incertezza Politico-Istituzionale, l'attuale Governo Monti, ormai a fine mandato, ha improvvisamente dato una accelerata alla situazione aeroportuale. Dalla stampa si rileva che 3 Dicasteri del Governo (Economia, Finanza, Trasporti e Infrastrutture) il 18 marzo 2013 abbiano firmato una Concessione quarantennale alla Società Catullo di Verona per l'utilizzo di Montichiari. Grazie ad un lavoro di lobbying dei politici veronesi (Lega-PD-PDL) si è riusciti, dopo 14 anni, a dare una cornice istituzionale di certezza alla società veronese per programmare un piano industriale che porti all'utilizzo vero dell'aeroporto di Montichiari. Ciò anche se alcuni mesi or sono il Ministro Passera, contraddicendosi successivamente, aveva dichiarato che Montichiari dovesse essere chiuso. La strategia che emerge è di sviluppare questa struttura come aeroporto Cargo per le merci recuperando un mercato del trasporto che ha visto in questi anni trasferire su gomma le merci italiane in aeroporti del nord Europa.Tutto ciò preoccupa nuovamente l'Associazione Cambia Rotta perché, per l'ennesima volta, si è persa l'occasione per una rivisitazione critica del modello di sviluppo che si vuole proporre sulle teste delle persone da parte di lobby di potere economico-finanziario. Sembra che prevalga sempre e solo il PIL e non la qualità di vita delle persone. Rimane indispensabile la valutazione degli effetti sulla salute dei circa 100.000 cittadini residenti nell'area valutando gli effetti del rumore, dell'inquinamento atmosferico e dell' ipotetico rischio di impatto. Tutto ciò assommato ai rischi ambientali già presenti nell'area considerata la Discarica d'Italia. Anche il Comune di Carpenedolo (con presa visione dei Sindaci di Ghedi, Montichiari e Castenedolo) aveva presentato alle autorità competenti in data 9 maggio 2006 delle proposte serie e fattibili per ridurre l'impatto ambientale sulla popolazione circostante l'aeroporto (modifica delle rotte ecc.) a cui non è pervenuta alcuna risposta istituzionale.
Si spera che il prossimo Governo si ponga criticamente rispetto al futuro dell'Italia e riprenda di nuovo in considerazione la inutilità di strutture che recano più danni di salute e di economia che vantaggi reali. La crisi economico-strutturale di questi anni dovrebbe far riflettere la classe politica italiana sul cambiare la rotta rispetto a sperperi di denaro pubblico e distruzione di territorio che vanno a minare il vero plus valore dell'Italia, che è e rimane la qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini.
Cambia Rotta rammenta l'enorme costo economico di 80 milioni di euro per il mantenimento di questa struttura dalla sua nascita con 63 dipendenti (vigili del fuoco, organi di polizia doganale, impiegati ai servizi, operai sulla pista) oltre alle indennità del Consiglio di Amministrazione e del suo Presidente, interventi edili, strumentazione elettronica, pubblicità , pagamento ad una cooperativa per lo smistamento della Posta, a fronte della pressoché unica entrata delle Poste SpA di 2 milioni di euro/anno dal 2007 per il servizio notturno postale d'Italia. L'associazione Cambia Rotta è convinta che, visti i risultati economici disastrosi dal 1999 ad oggi e la grave crisi economica in cui versa il Paese, l'aeroporto di Montichiari sia perfettamente inutile. Non esiste in nessun altro paese europeo una così alta concentrazione di aeroporti come nel nord Italia (11 aeroporti da Torino a Trieste e ben 5 aeroporti nel raggio di 120 km.).
E' evidente che in questo contesto non può esistere spazio per uno sviluppo dell'aeroporto di Montichiari. Occorre ripensare seriamente al nostro modello di sviluppo e valutare se la ricerca della crescita a tutti i costi sia la ricetta giusta per il futuro del paese.
Sergio Perini
Giambattista Schena
Roberto Messedaglia
Luigi Chesini
Stefano Belli
IL CONSIGLIO DIRETTIVO DI CAMBIA ROTTA - 8 aprile 2013