Taglio dei voli, aerolinee prossime al tracollo, cassa integrazione e altro! La criticità che ha investito il trasporto aereo, la paralisi nei sistemi aeroportuali con ricadute dirette sullo staff aeroportuali costituiscono la premessa per l'interrogazione parlamentare presentata da due senatori, tra cui il Sen. Franco Mirabelli, in relazione ai due scali milanesi.
Oggetto le condizioni dei lavoratori di Airport Handling e, in genere, alle incognite legate al sistema aeroportuale del Belpaese.
"Premesso che,
La società Alitalia ha comunicato nei mesi scorsi l’intenzione di volere gestire in proprio tutti i servizi relativi alla partenza ed all’arrivo dei passeggeri, ivi compresi quelli di check-in, imbarco e rampa, nell’ambito dell’aeroporto di Milano-Linate, lasciando alla società Airport Handling SpA la gestione, in tale scalo aeroportuale, del solo servizio di carico e scarico dei bagagli;
la società Airport Handling SpA, controllata al 70% dalla società Dnata e partecipata dal Comune di Milano, ha garantito la prestazione di tutti i suddetti servizi negli scali aeroportuali di Milano-Malpensa e Milano-Linate a partire dal primo settembre 2014, occupando per tali finalità oltre 1600 dipendenti;
la decisione di Alitalia SpA, seppure di natura temporanea secondo quanto dichiarato dalla stessa società, ha immediatamente sollevato forte preoccupazione per le conseguenze occupazionali immediate su centinaia di lavoratori della Airport Handling SpA e per le ricadute su altrettante famiglie che vedrebbero perdere la fonte di sostentamento economico in una fase di criticità connessa alla profonda crisi del settore a seguito della pandemia Covid-19;
secondo quanto sostenuto dai sindacati, la società Airport Handling SpA, in conseguenza alla decisione di Alitalia SpA, sarà costretta a ricorrere alla cassa integrazione per numerosi lavoratori, in aggiunta a quelli che già da marzo 2020 sono in cassa integrazione, a seguito della quale, in assenza di novità sostanziali, si troverà costretta a procedere al licenziamento dei dipendenti in esubero;
i sindacati, oltre a contestare la scelta di Alitalia, hanno recentemente evidenziato che Alitalia Spa è stata costretta ad assicurare i suddetti servizi facendo ricorso all’assunzione di personale precario nonché all’impiego di personale con base a Roma-Fiumicino, in ragione del numero non sufficiente di personale proprio già in servizio nello scalo aeroportuale di Milano-Linate;
la decisione assunta da Alitalia SpA per la gestione in proprio dei servizi relativi alla partenza ed all’arrivo dei passeggeri presso lo scalo di Milano-Linate risulta in netta controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del continente europeo, dove nessun vettore aereo gestisce in proprio negli scali aeroportuali tali servizi, ed in particolare quelli di terra, che al contrario risultano affidati, non solo per ragioni economiche, a società specializzate.
Tutto ciò premesso,
si chiede di sapere quali iniziative intendano attivare al fine di tutelare i lavoratori di Airport Handling SpA che rischiano il licenziamento in conseguenza alla decisione di Alitalia SpA di gestire in proprio tutti i servizi relativi alla partenza ed all’arrivo dei passeggeri, ivi compresi quelli di check-in, imbarco e rampa, nell’ambito dello scalo aeroportuale di Milano-Linate;
quali iniziative intendano assumere per garantire una maggiore tutela degli interessi di tutti i lavoratori degli aeroporti di Milano-Linate e Malpensa in vista della costituzione e dell’avvio operativo della nuova società Alitalia;
se intendano istituire un apposito tavolo, con la partecipazione dei rappresentanti del Comune di Milano, della Regione Lombardia, di Alitalia SpA, di Airport Handling SpA e dei sindacati, finalizzato a trovare una soluzione condivisa alle problematiche esposte in premessa e per la definizione di un complessivo piano strategico per il rilancio del sistema aeroportuale di Milano". 4 Novembre 2020
E' indispensabile recuperare le curve isofoniche del 1998! Quale la causa/motivo di una operazione unica in Italia? Davvero, in accordo con la programmazione e pianificazione territoriale in Regione Lombardia, l’Accordo di Programma Quadro Malpensa 2000 e i relativi bandi di acquisizione a patrimonio pubblico,da parte di Regione Lombardia, la maggior parte delle delocalizzazioni hanno riguardato edifici identificati nella fascia isofonica “B”'
Al fine di inquadrare la materia è utile ricordare che la normativa che definisce la “caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale” che all'interno di tali zone valgono i seguenti limiti per la rumorosità prodotta dalle attività aeroportuali come definite all'art. 3, comma 1, lettera m), punto 2), della legge 26 ottobre 1995, n. 447 (5):
zona A: l'indice LVA non può superare il valore di 65 dB(A);
zona B: l'indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A);
zona C: l'indice LVA può superare il valore di 75 dB(A).
Al di fuori delle zone A, B e C l'indice LVA non può superare il valore di 60 dB(A).
Iniziata nell’Ambito dell’Accordo Quadro Malpensa 2000 i risultati finali della delocalizzazione, il resoconto storico di una operazione avviata nell'intorno aeroportuale di Malpensa nell’anno 2001 ha comportato il coinvolgimento di 288 unità immobiliari, nel 2007 per altre 248 unità immobiliari, distribuite in 266 immobili tra i comuni di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno.In una seconda fase è stata approntata la fase della demolizione. Dal gennaio-maggio 2015 101 immobili, all'agosto 2017–gennaio 2018, con la demolizione di 102 immobili. I territori interessati sono stati principalmente Lonate Pozzolo 97, Somma Lombardo 80 edifici e Ferno 26.
Ma i dubbi di tale operazioni rivelano anomalie del tutto, al momento, imperscrutabili.
Con quali tipologie di aerei e con quale volume di traffico è stato modelizzato l'impatto acustico? I riscontri, hanno, probabilmente utilizzato una flotta più rumorosa di quella in operativo in questi anni, ma il numero dei movimenti è decisivo.
Ricordando che per “movimento” si intende una: operazione di decollo o atterraggio di un aeromobile in un aeroporto. Nella rilevazione del traffico aeroportuale l’arrivo e la partenza di uno stesso aeromobile danno luogo a due movimenti, il dettaglio affiora in relazione al numero di movimenti e alcune specifiche annate:
- 1998 – 73.443 movimenti
- 1999 – 223.348 movimenti
- 2001 - 236.147 “ “
- 2007 - 263.584 “ “
- 2019 - 222.661 “ “.
Ai residenti di Case Nuove (Somma Lombardo) già dal 1999, sono state offerte delle soluzioni molto vantaggiose e indennizzi per abbandonare la propria abitazione. Non solo, anche per cinque alberghi, di recente e super moderni, sarebbero stati coinvolti. In aggiunta alla scuola di Case Nuove (Aslam).
La mappatura e curve isofoniche che hanno determinato la delocalizzazione hanno forse utilizzato il traffico aereo di 73.443 movimenti registrati nel 1998?
Sono stati utilizzati scenari di traffico previsionali diversificati?
Il dato odierno, tuttavia, registra una zonizzazione acustica aeroportuale, a fronte degli oltre 220mila/voli del 2019, ma anche degli oltre 263mila/voli del record del 2007, dove le zone A, B e C l'indice LVA non hanno varcato il sedime aeroportuale. I rapporti periodici di ARPA Lombardia ed iriscontri LVA a disposizione dei Sindaci dei Comuni aeroportuali negli ultimi 20 anni non hanno mai superato il valore di 60 dB(A).
Quali scenari hanno portato a dichiarare zona B: (indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A)) le aree oggetto di delocalizzazione dei comuni di Somma Lombardo (frazione Case Nuove), Lonate Pozzolo e Ferno, adiacenti al sedime aeroportuale di Malpensa 2000, perciò non ancora esterni?
Perchè è stata pianificata una delocalizzazione, che, a fronte delle mappe acustiche disponibili, sarebbe risultata del tutto inutile?
Quali saranno invece gli scenari di traffico e gli indici acustici al 2025 con oltre 363mila/voli e al 2030 con oltre 420mila/voli? 16 Settembre 2020
In primo piano il Comunicato dell'8 Settembre 2020! Altro “NO” al Masterplan di Malpensa 2035: “Malpensa ignora il Piemonte”, ecco il testo:
Depositate le nostre Osservazioni;
Nel rispetto dei termini assegnati dalla procedura di VIA – Valutazione Impatto Ambientale relativa al Masterplan Malpensa 2035, abbiamo proceduto al deposito delle nostre osservazioni».
Gli aspetti sui quali abbiamo focalizzato la nostra attenzione hanno riguardato l’illegittimità della procedura di VIA in danno di tutti gli enti territoriali piemontesi, per la loro mancata convocazione come soggetti interessati a presentare le osservazioni al Masterplan, ma soprattutto la carenza di presupposti di legge e di documenti determinanti ai fini della presentazione del Masterplan stesso».
Preliminarmente alla presentazione di quest’ultimo, ENAC e SEA devono rispondere agli interrogativi posti in merito all’adempimento degli Articoli 707, 714 e 715 del Codice Della Navigazione e relative Mappe di vincolo ed alla configurazione attuale delle piste, dei terminal e dei piazzali; ciò in ragione del fatto che la situazione attuale è priva di riscontri documentali certi. Malpensa ancora ad oggi, dopo
• il “Rapporto sugli Aeroporti Italiani aperti al Traffico Aereo Civile e sulle Condizioni dello Spazio Aereo“ di cui Decreto 275/13 dal Ministro dei Trasporti e dell’Aviazione Civile del 24/05/1972
• il ”Rapporto sulla Situazione degli Aeroporti Italiani “-ItalAirport del 1983
• lo “ Studio sullo Sviluppo Futuro della Rete Aeroportuale Nazionale“ di Oneworks, KMPG, Nomisma – 2009
non ha ancora fornito prova di avere provveduto alla acquisizione degli standards previsti del
Regolamento (UE) n. 139/2014.
Nelle nostre osservazioni abbiamo altresì evidenziato come la VAS – Valutazione Ambientale Strategica e la VIS – Valutazione Impatto Sanitario debbano essere tassative e preliminari alla VIA, specialmente per un ambito aeroportuale quale quello di Malpensa che impatta gravemente sui territori del Piemonte e della Lombardia, sull’ambiente e sull’ecosistema di entrambe le Regioni e sulla vita dei singoli, siano essi da una parte o dall’altra del Ticino.
Malpensa non è un aeroporto solo lombardo, non lo è mai stato e né lo sarà mai; inutile continuare a sostenere, sulla base di dati e rilievi tecnici del tutto discutibili e facilmente contestabili, che l’impatto dell’attività aeroportuale così come quello di questo Masterplan gravano solo sulla Lombardia. Basta leggere le proiezioni e le simulazioni di incremento del traffico aereo da qui al 2035 per rendersi conto già oggi del danno incommensurabile che verrà causato anche al Piemonte. 9 Settembre 2020
L'interrogativo da risolvere: sono state approvate da ENAC? Il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia, in data 21 Agosto ha posto on-line su FB il seguente testo:
“Aeroporto di Malpensa : dal Piano d'Area alle Mappe di Vincolo, alla VIA-VAS
Nel sito web di ENAC, alla pagina delle “Mappe di Vincolo” (pagina che peraltro risulta essere in fase di aggiornamento) sono elencati 24 aeroporti come quelli per i quali le citate mappe sono state ufficialmente riconosciute e conseguentemente pubblicate.
Così è infatti per l’aeroporto di Milano-Linate, le cui mappe di vincolo sono state approvate con Decreto di approvazione definitiva 0029623/Prot. del 18/043/2015.
Non risultano invece pubblicate e, sarebbero quindi da ritenersi non ancora approvate, le mappe di vincolo relative allo scalo di Malpensa, per il quale è stata presentata domanda di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il Masterplan 2020-2035.
Quali sono le ragioni di questo ritardo?
Come mai lo scalo internazionale di Malpensa non è nell'elenco di quelli approvati?
Come è possibile che, ad 8 anni dall’avvenuto invio da parte di ENAC delle Mappe di Vincolo agli 86 comuni piemontesi e lombardi interessati, non risulti pubblicato da parte del predetto Ente alcun decreto di Approvazione definitiva delle suddette mappe?
Ricordiamo come la stessa ENAC affermi come: “Al fine di garantire la sicurezza della navigazione aerea, l’ENAC individua le zone da sottoporre a vincolo nelle aree limitrofe agli aeroporti e stabilisce le relative limitazioni. In applicazione all'art 707 c.ma 5 del Codice della Navigazione, le zone da sottoporre a vincolo e le relative limitazioni sono riportate in apposite mappe Gli Enti locali, nell’ esercizio delle proprie competenze in ordine alla programmazione ed al governo del territorio, adeguano i propri strumenti di pianificazione alle prescrizioni delle mappe di vincolo”.
Anche la stessa SEA, cui compete la redazione delle mappe (vedasi a tal proposito la nota ENAC n. 34982/AOC/DIRGEN del 31.05.07 ) nella “Relazione Illustrativa delle Mappe di Vincolo - Limitazioni Relative agli Ostacoli e ai Pericoli per la Navigazione Aerea” elaborata quest’ultima per l'altro scalo milanese di Linate, rileva l'urgenza di tale dispositivo cognitivo per tutte le amministrazioni Comunali coinvolte.
Il dato di fatto è che mancano invece, dopo 8 anni, le Mappe di Vincolo approvate . Un documento primario, fondamentale, indispensabile per la Valutazione Ambientale Strategica e per le Valutazioni di Impatto Sanitario ed Ambientale, nell'ambito di una Piano d'area ancora atteso. “ 21 Agosto 2020
COMUNICATO STAMPA del 18 Luglio 2020. MASTERPLAN MALPENSA 2035 ? PRIMA VENGONO AMBIENTE, SAFETY E RISK
Programma Nazionale per la Safety dell’Aviazione Civile
Riservandoci di valutare nel dettaglio il Masterplan che è stato depositato pochi giorni fa presso il Ministero dell'Ambiente, possiamo al momento fare le seguenti considerazioni di carattere generale.
Prendiamo atto della prospettata nascita di un nuovo terminal passeggeri (c.d. quarto
satellite) e ci chiediamo sulla base di quali argomentazioni il Terminal 1 e 2 non sarebbero idonei a gestire i volumi di traffico previsti al 2035. Ci chiediamo quali possono essere stati i limiti di safety & risk assessment ipotizzati per giustificare la nascita di tale c.d. quarto satellite, considerando le problematiche associate al Piano di Rischio Aeroportuale (PEA) ed al Piano di Rischio Esterno (PEE).
Quanto alla nuova "Airport city" che dovrebbe sorgere davanti all’area antistante l’Hotel
Sheraton ci chiediamo come sia possibile che la stessa area rispetti i limiti di cui alle aree di rischio e curve di isorischio previste dagli articoli 707 e 715 del Codice della Navigazione; una realtà, questa delle curve di isorischio, di cui la stessa ENAC su nostra richiesta ci ha trasmesso solo una documentazione parziale, senza fornire alcuna mappa relativa allo scenario futuro e che, probabilmente, ha reso urgente la pianificazione del c.d quarto satellite vicino ai due Terminal attualmente esistenti. Le stesse considerazioni possono valere per l'ampliamento dell'area Cargo.
Come è ben noto agli esperti, ai sindaci del CUV, ad ENAC ed anche a SEA, sono solo le
curve e gli indici di isorischio che definiscono il tetto dei voli massimi giornalieri e annuali di un aeroporto e conseguentemente le aree all'interno delle quali certe attività e/o opere di edificazione sono ammesse; quanto stabilito dagli articoli 707 e 715 C.d.N deve essere quindi rispettato.
Conseguentemente se il Masterplan 2035, nella versione depositata pochi giorni fa, non
dovesse rispettare i limiti inderogabili di cui al Codice della Navigazione, lo stesso sarebbe già da ritenersi in violazione degli standard di rischio sanciti dai predetti articoli del Codice, da ENAC e dall'EASA.
Anche Malpensa dovrà essere a breve sottoposto alle valutazioni di coerenza e conformità al Regolamento UE 139/2014, oltre al Regolamento per la Costruzione e l'Esercizio di Aeroporti – RCEA – ENAC, ovvero alle disposizioni di cui al Codice della Navigazione (di cui al D.lgs. 96/2005 modificato e integrato dal D.Lgs. 151/2006), che ha appunto introdotto al Capo III nuove previsioni normative in materia di vincoli alla proprietà privata da apporre sui terreni limitrofi agli aeroporti.
Con la redazione del “Programma Nazionale per la Safety dell’Aviazione Civile”, Edizione
4 del 9 gennaio 2020, ENAC si accinge a verificare le non conformità delle infrastrutture aeroportuali italiane, incluso quindi anche l’aeroporto di Malpensa; vedremo quindi quali saranno i riscontri ed i rilievi sul Masterplan di Malpensa, che molto probabilmente interviene sull’assetto piste-terminal-satelliti-taxiways, ossia su una configurazione attuale complessiva già insolita e con piste parallele ravvicinate.
Non saremmo quindi sorpresi nel riscontrare che il Masterplan, prefigurando tali verifiche da parte ENAC, abbia pianificato anticipatamente opere ad hoc al fine di evitare “deroghe” e “criticità”, potenziali limiti operativi con numero massimo di movimenti/pista. Un layout aeroportuale che, tuttavia, conferma l’impraticabilità di un potenziamento dello scalo di Malpensa. 18 Luglio 2020
Ancora un Comunicato: è del 22 Aprile 2020.
AEROPORTO MALPENSA:
ANOMALIA DI UNA RETE DI MONITORAGGIO LOMBARDO –PIEMONTESE
Abbiamo avuto modo di leggere sul sito di Arpa Piemonte il comunicato del 14 aprile 2020, recante il titolo “Emergenza Covid-19: variazione del rumore dell'aeroporto di Malpensa in Piemonte”, unitamente alle tabelle allegate al medesimo.
Risulta evidente, ma di questo tutti i cittadini dell’ovest Ticino se ne saranno resi conto, come l’inquinamento acustico generato dal sorvolo degli aeromobili in decollo da Malpensa sulle SID 280-310 e 320 si sia, senza ombra di dubbio, ridotto.
Sicuramente se ne saranno resi conto anche i comuni piemontesi a sud di Malpensa, quali Trecate, Galliate e Romentino che sono vessati dalle rotte in atterraggio su Malpensa e che devono essere quindi annoverati, al pari dei Comuni piemontesi a nord delle piste, tra i Comuni che subiscono l’impatto acustico ed ambientale generato dell’attività operativa dell’aeroporto.
Tuttavia, quello che rileva al di là della percezione del singolo cittadino, è il riscontro probatorio che Arpa Piemonte, alla quale va dato plauso per l’attività svolta e con la quale il nostro Comitato si interfaccia, ha fornito alla cittadinanza. Come Comitato abbiamo chiesto anche un rilevamento
della qualità dell’aria nel periodo coincidente con l’inizio della pandemia da Covid-19 e siamo fiduciosi che Arpa Piemonte vorrà adempiere in tempi brevi.
Non possiamo invece non notare come Arpa Lombardia abbia ritenuto poco significativo attivare il monitoraggio dell’aria richiestole da alcuni comitati lombardi, evidenziando come “siano diverse le sorgenti che in un ambito territoriale contribuiscono alla compromissione della qualità dell'aria”. È altresì strano che non sia stato divulgato un resoconto dell’inquinamento acustico di questi due mesi di COVID-19, e nemmeno sia stata formulata identica richiesta in termini di rilevamento dell’inquinamento acustico da parte dei comitati lombardi, né che Arpa Lombardia abbia ritenuto
autonomamente di effettuare una attività di raffronto e verifica quale quella svolta invece da Arpa Piemonte.
Dalle sedici centraline SEA, gestite da Arpa Lombardia, alle quattro di Arpa Piemonte che, si noti bene, non sono integrate in un Sistema Unico inclusivo delle 16+4, sono emerse non poche discrepanze e nascono molteplici considerazioni. Da quelle che riguardano la localizzazione delle stazioni/centraline rispetto alle traiettorie di decollo, al settaggio in secondi di ognuna di esse, all'interfaccia con i tracciati radar. In definitiva alla loro correlazione, alla percentuale dei movimenti rilevati ed alla trasparenza nella divulgazione delle modalità tecniche adottate.
Il COVID-19 e le restrizioni ai voli, hanno reso palese le difformità e la carenza degli standards (ISPRA e ARPA Lombardia) della rete di monitoraggio insediata da oltre 20 anni e le procedure adottate e in esercizio anche in questi mesi.
Come è possibile che ARPA Lombardia ritenga poco significativa e non necessaria una analisi della qualità dell’aria e non ritenga di dover registrare l'impatto acustico all’epoca del COVID-19?
Disporre dei dati “acustici” nella permanenza del periodo di blocco delle attività di cui al COVID-19 non rappresenta per sé stesso un dato inequivocabile dell'impatto acustico – atmosferico generato dalle flotte aeree?
Un database fondamentale per misurare lo “scarto” tra volumi di traffico minimali rispetto alla media di 600 voli/giornalieri ed i 1000 del tanto decantato periodo del “Bridge” non costituisce forse un parametro indispensabile a commisurare l'impatto del traffico aereo anche nelle analisi del Masterplan per le prossime VIS, VIA e VAS?
Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa
www.comitatoaereivarallopombia.it
PEC: comitato@pec.comitatoaereivarallopombia.it 24 Aprile 2020
Il monitoraggio della qualità dell'aria è indispensabile!
COMUNICATO 21 aprile 2020! La RETE COMITATI MALPENSA, preso atto delle richieste effettuate dal Comitato “SalviAMO la Brughiera” alla Agenzia ARPA e vista la risposta dell’ARPA stessa pervenuta al Comitato in questi giorni, vuole comunicare che tutti i Comitati e le Associazioni aderenti alla RETE appoggiano e concordano con quanto richiesto dal Comitato Casoratese.
Sottolineano con forza che le risposte avute sono decisamente insoddisfacenti.
In particolare asserire che sia “poco significativo” il “monitoraggio di una singola sorgente” sia fuorviante rispetto alla richiesta in quanto non si tratta certo della richiesta di monitorare gli inquinanti degli aerei, ma la situazione dell’aria (e quindi del complesso degli agenti sul territorio) in questi giorni.
Non si tratta quindi di determinare le varie fonti di emissione degli inquinanti ma piuttosto di comprendere, in un momento “particolare”, lo stato dell’arte dell’aria nelle nostre zone.
Per questo torniamo a CHIEDERE un monitoraggio con centraline mobili, come attivato da Sea in occasione del Bridge. Crediamo che l’occasione sia da non perdere anche perché, mentre il
traffico aereo, per questioni internazionali, si avvierà molto più lentamente, quello su strada invece subirà addirittura un aumento visto che non saranno più possibili i car-sharing o altre soluzioni di mobilità di "gruppo" (vedi bus, ecc…).
Nel contempo già oggi sappiamo che l'industria e comunque il mondo produttivo o commerciale non ha mai chiuso completamente, tanto é vero che in Lombardia già oggi si parla di più di un 60% di aziende ancora operative (ISTAT).
Si potrebbe dunque prevedere una serie di monitoraggi per varie fasi:
1. NELLO STATO ATTUALE : con l’aeroporto operativo unicamente per le merci, traffico su gomma a circa 50/60% della sua operatività massima, traffico su ferro quasi inesistente
2. DURANTE LA FASE 2 : aeroporto con un minimo sviluppo passeggeri, traffico su gomma al 100% se non oltre la fase precedente l'arrivo del virus (per i motivi sopra esposti), traffico su ferro
"contingentato” per non assiepare i passeggeri sui treni
3. FASE 3 (RITORNO ALLA NORMALITÁ) : in cui l'aeroporto non avrà ancora raggiunto i livelli precedenti al coronavirus in quanto è probabile che il numero dei passeggeri diminuisca per un po’ di tempo (sia perché molti paesi al mondo pretenderanno ancora la quarantena dei passeggeri in arrivo, sia perché non si potranno assiepare i passeggeri come prima, e sia per un probabile aumento
del costo dei biglietti dovuto appunto ai due punti precedenti).
Le Associazioni ed i Comitati aderenti alla RCM chiedono inoltre ai Sindaci, in particolare ai Sindaci del CUV, di sostenere apertamente questa richiesta, spingendo l’ARPA ad adempiere al
suo compito primario che è quello di “Protezione dell’Ambiente”, anche attraverso gli strumenti di analisi della qualità dell’aria del nostro territorio.
RCM - RETE COMITATI MALPENSA
Associazione Viva Via Gaggio
Cittadini Arsaghesi
Comitato Diritto alla Salute del Varesotto
Comitato SalviAMO la Brughiera
COR 2 - Coordinamento fra Comuni di Seconda Fascia Malpensa
COVEST – Comitato Ovest Ticino
Legambiente Circolo "E. Ferrario" di Gallarate
Uni.Co.Mal. – Unione Comitati Malpensa 22 Aprile 2020
Un dato è certo: quando volano, l'impatto acustico è rilevante! In attesa dei riscontri delle 16 centraline/stazioni dei monitoraggio “lombarde” della SEA , in questa epoca di COVID-19, ovvero delle ricadute sonore sul territorio e sulla comunità residente sotto le rotte di atterraggio e di decollo dalla Malpensa, con un traffico di voli ridotto quasi dell'90%, anche l'impatto acustico è quasi “assente”. Che sia tutta colpa delle flotte aeree che operano sulle due piste di Malpensa?
Il comunicato online sul sito di ARPA Piemonte è oltremodo circostanziato.
Emergenza Covid-19: variazione del rumore dell'aeroporto di Malpensa in Piemonte
Arpa Piemonte gestisce una rete di monitoraggio per la misura del rumore degli aeromobili in partenza dall’aeroporto di Malpensa che sorvolano il territorio piemontese, costituita da 4 centraline di rilevamento in continuo collocate nei comuni di Pombia, Varallo Pombia e Castelletto Ticino.
Sulla base dei dati rilevati è stato possibile effettuare una prima analisi degli effetti dell’emergenza sanitaria in corso sul numero di movimenti aerei transitanti e sul clima acustico delle aree oggetto di monitoraggio.
Nella prima metà del marzo 2020, rispetto al mese di marzo 2019, il numero medio di sorvoli giornalieri rilevati nei punti più esposti è diminuito da 56 a 33, mentre nella seconda metà del mese si è ridotto ulteriormente per arrivare a 6.
In termini di livelli sonori medi indotti dagli aeromobili nel periodo diurno (06-22), si è registrata una diminuzione significativa e variabile a seconda dei punti di misura, da 4 a 7 decibel nella prima parte di marzo e da 7 a 15 decibel nella seconda parte del mese. Il livello di rumore in decibel è un parametro di tipo logaritmico: una riduzione di 3 decibel equivale ad un dimezzamento della potenza sonora mentre una diminuzione di 10 decibel corrisponde ad una riduzione del 90%.
I dati tecnici
La rete di monitoraggio acustico è composta da 4 centraline, collocate al di fuori dell’intorno aeroportuale (cfr. D. M. 31/10/1997), in prossimità delle tre radiali di decollo verso il territorio piemontese:
NMT1: sita nel comune di Pombia, ad una distanza in linea d’aria di circa 7 km e sottoposta alla radiale 280° con sorvolo aeromobili ad una altezza di circa 4500 piedi;
NMT2: sita nel comune di Varallo Pombia, ad una distanza in linea d’aria di circa 7,3 km e sottoposta alla radiale 280° con sorvolo aeromobili ad una altezza di circa 4500 piedi;
NMT3: sita nel comune di Castelletto Ticino, ad una distanza in linea d’aria di circa 9,5 km e sottoposta alla radiale 320° con sorvolo aeromobili ad una altezza di circa 5000 piedi;
NMT4: sita nel comune di Varallo Pombia fr. Cascinetta, ad una distanza in linea d’aria di circa 8,3 km e sottoposta alla radiale 310° sorvolo aeromobili ad una altezza di circa 5000 piedi.
Il periodo di osservazione relativo alla diminuzione dei movimenti aeroportuali è tutto il mese di marzo 2020, suddiviso in due sottoperiodi. Il primo, dal 1 al 14 marzo, caratterizzato dalla chiusura delle scuole e da una prescrizione generale di rimanere il più possibile in casa; il secondo, a partire dal 15 marzo, caratterizzato anche dal blocco degli spostamenti e dalla chiusura di attività produttive ritenute “non necessarie”.
Analizzando il numero medio di eventi aeronautici rilevati dalle centraline più esposte (NMT1 – Pombia e NMT2 – Varallo Pombia), si nota come nel primo periodo i movimenti si riducono, rispetto al mese di marzo 2019, di circa il 40 % (da 56 a 33 circa), mentre nel secondo periodo la diminuzione è raggiunge circa il 90% (da 56 a 6 circa).
Per l’analisi acustica, gli indicatori presi in considerazione sono i seguenti:
Lambientale: media energetica del periodo, a partire dai livelli di pressione sonora complessivamente rilevati ogni giorno
Lsorvoli: media energetica del periodo, a partire dai livelli di pressione sonora attribuibili esclusivamente al sorvolo degli aeromobili rilevati ogni giorno
Tali indicatori sono stati analizzati esclusivamente per il periodo diurno (06.00-22.00) in quanto nel periodo notturno i movimenti si sono azzerati o quasi.
Dai risultati ottenuti si nota molto bene come al calare del numero di eventi aeronautici vi è una corrispondente riduzione dell’indicatore Lsorvoli, con differenze massime anche dell’ordine di 15 decibel dB(A).
Per l’indicatore Lambientale, che comprende sia il rumore di fondo della zona che il contributo apportato dal sorvolo degli aeromobili, si osserva come nel primo periodo (1-14 marzo) i valori siano rimasti sostanzialmente analoghi, con addirittura un incremento nella postazione NMT2, mentre dal 15 marzo in avanti hanno subito una netta diminuzione in tutti i siti. Questo sta a significare come in alcune zone il contributo al clima acustico di zona apportato da altre sorgenti antropiche, quali il traffico veicolare, la presenza di persone e le attività umane in genere, sia abbastanza rilevante e da non sottovalutare.
Da ultimo è da sottolineare come la postazione NMT4 (Cascinetta) abbia delle caratteristiche particolari, in quanto è posta all’interno del Parco del Ticino, in zona isolata e poco abitata, e il clima acustico del sito è fortemente influenzato dai suoni naturali (insetti, uccelli, ecc…).” 15 Aprile 2020
Un comunicato dei Cittadini di Varallo Pombia svela “incongruenze”.
AEROPORTO MALPENSA E UNA RETE DI MONITORAGGIO DI RILEVAMENTO ACUSTICO OPERATIVA DA OLTRE 20 ANNI
Abbiamo letto fino a ieri tutta una serie di articoli, comunicati di comitati, annunci, aventi ad oggetto la richiesta di monitoraggio della qualità dell’aria dell’intorno aeroportuale di Malpensa. Tutte iniziative meritevoli sebbene vi siano alcuni aspetti che non sono stati presi in considerazione, tra cui la richiesta di monitoraggio del rumore aeroportuale.
Forse qualcuno si è dimenticato che non solo l’inquinamento atmosferico ma anche quello acustico devono essere verificati oggi, in assenza di traffico aeroportuale, sia esso aeronautico e/o stradale.
Come tutti sapranno le centraline installate intorno al sedime aeroportuale risultano essere 16 in Lombardia e 4 sul territorio piemontese; questo almeno è quello che per parte lombarda si legge sul sito di SEA, mentre le centraline piemontesi non vengono nemmeno menzionate e non se ne trova traccia da nessuna parte.
La rete delle centraline lombarde è gestita da SEA per quanto riguarda la fornitura dei dati di rilevamento e tracciati radar, mentre ARPA Lombardia e Piemonte devono verificare il buon funzionamento dei sistemi di monitoraggio delle reti di misura del rumore aeroportuale e calcolare gli indici acustici prescritti.
Da oltre 20 anni i dati acustici sono sistematicamente trasmessi ai rappresentanti della
Commissione Aeroportuale che, dopo averne preso visione e analizzato, vota tali riscontri. Il database periodico e annuale sembrerebbe confermare risultati e scenari compatibili ai limiti di legge e tutela dei cittadini per quanto attiene l’inquinamento acustico.
Ma occorre porsi alcuni interrogativi.
Il primo è il seguente:
La rete di monitoraggio e le centraline rispondono ai requisiti standards per tipologia e
localizzazione?
Per averne certezza basterebbe leggere, tra i tanti documenti disponibili, quelli di ARPA Lombardia a partire dal 2011 dove la stessa ARPA raccomandava quanto segue:
1. Il centro di elaborazione dati deve essere in costante collegamento con le stazioni
periferiche di misura.
2. La trasmissione deve avvenire una volta ogni 24 ore per tutti i 365 giorni dell’anno.
3. Il gestore del sistema deve effettuare almeno una volta al giorno le operazioni di controllo e verifica dell’effettiva trasmissione dei dati
4. Vi deve essere continuità delle rilevazioni, soprattutto per le stazioni di rilevamento M (monitoraggio del rumore aeroportuale) e V (monitoraggio violazioni)
5. Il gestore del sistema deve quindi essere in grado di programmare una manutenzione periodica della rete, in modo da minimizzare i possibili guasti e contemporaneamente deve poter intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamento che pregiudichi il monitoraggio del rumore aeroportuale.
6. Le stazioni/centraline devono essere sono di 5 tipologie (A – monitoraggio ambientale, M – monitoraggio del rumore aeroportuale, V – violazioni, A e V, M e V)
Risulta adesso, decisivo e cruciale, per valutare la rete di monitoraggio SEA di Malpensa evidenziare quelle che sono le reali tipologie di centraline oggi disponibili ed utilizzate per valutare le emissioni sonore sul territorio.
La rappresentazione delle 16 centraline SEA distingue 10 stazioni di tipo M-monitoraggio rumore aereo e 6 di tipo A (ambientale) mentre non risultano essere state insediate e quindi presenti quelle di tipo V – violazioni.
Come è possibile?
Passando ora alla posizione delle stazioni di rilevamento, il documento “Linee Guida per la progettazione e la gestione delle reti di monitoraggio” di ARPA Lombardia nella sezione “Numero e posizione” riporta come:
1. vi debbano essere almeno due stazioni sensibili al singolo movimento per ogni traiettoria di decollo e/o atterraggio;
2. nello specifico per ogni traiettoria di volo devono essere insediate due centraline/stazioni di tipo M, ovvero che assicurano il monitoraggio del rumore aeronautico e che su ogni SID e/o traiettoria si debba disporre l'installazione di una centralina/stazione di tipo V, in grado di rilevare quindi le “violazioni” e sforamenti dei limiti acustici prefissati.
Raffrontando quindi lo stato attuale della rete di rilevamento con quanto prescrive la stessa Arpa non è che non veda come a tali prescrizioni nessuno (ARPA e SEA) abbia dato adempimento:
come infatti detto in precedenza la rappresentazione delle 16 centraline SEA distingue 10 stazioni di tipo M-monitoraggio rumore aereo e 6 di tipo A (ambientale) mentre non è stata insediata alcuna centralina di tipo V - violazioni.
Gli interrogativi conclusivi da porsi, almeno in questa prima analisi, sono scontati:
1. perché non sono mai state rilevate queste discrepanze, ovvero l'assenza della doppia
stazione/centralina di tipo M, ad esempio su ogni traiettoria di decollo e tantomeno di tipo V?
2. È questo un riscontro che potrebbe rendere del tutto inadeguata la rete di monitoraggio insediata e del tutto incongruo il database acustico monitorato negli ultimi 20 anni?
Appare, in tale contesto, indispensabile rilevare come i rappresentanti delle istituzioni presenti in Commissione Aeroportuale e gli stessi comitati dei cittadini non sembrerebbero avere verificato e rilevato tali, fondamentali, incongruenze.
Da ultimo abbiamo notato positivamente che i nostri rilievi in merito alla mancata adozione del sistema AEDT da noi mossi sin dall’ agosto 2019 sono stati raccolti pedissequamente da comitati lombardi e da singoli cittadini, incluso il riferimento al Decreto del Presidente-Amministratore Unico di ARPA Lombardia n.10 del 16.04.2019 dove quest’ultima si era impegnata a adottare il sistema di calcolo sopra citato entro il 30.9.2019.
Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa - 4 Aprile 2020
Richiesto il monitoraggio straordinario acustico/atmosferico! Il “Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpens”a ha, nella giornata di oggi 28 Marzo 2020 trasmesso una PEC con il seguente oggetto:
“Richiesta Campagna di Monitoraggio intensivo sulla qualità dell’aria e del rumore – Aeroporto Malpensa
In considerazione della rilevante riduzione dell’attività aeroportuale di Malpensa, dovuta alla pandemia Co-VID19, lo scrivente Comitato chiede a codesta Agenzia regionale di effettuare con la massima urgenza una campagna di monitoraggio intensivo dell’aria e del rumore sul territorio del Comune di Varallo Pombia, interessato dalle SID 280 e 310 in decollo da Malpensa, e sui territori degli altri comuni piemontesi interessati a vario titolo dalle SID 280 - 310 e 320.
Quanto sopra al fine di valutare la qualità dell’aria e gli indici di rumore, in assenza del contributo della sorgente emissiva costituita dagli aeromobili e dall’indotto aeroportuale, onde permettere un approfondito confronto tra i dati relativi al periodo di attività operativa standard ed il periodo attuale.
La verifica del contingente impatto acustico generato dalle flotte aeree in decollo consentirà, inoltre, di rapportare la loro incidenza nella Classificazione Acustica (ZAC) dei singoli Comuni sorvolati.
Il monitoraggio dell’aria per la misura dei principali inquinanti quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, Nox, SO2, PM10, PM2,5, benzene, CO2 ed O3, rappresenta senza dubbio un dato essenziale per valutare il contributo degli aeroporti all’inquinamento atmosferico osservato su scala locale.
Ringraziando anticipatamente, restiamo in attesa di sapere le date in cui darete corso ai monitoraggi dell’aria e del rumore richiestivi.” 28 Marzo 2020
Pochi voli? E', comunque, indispensabile controllare l'aria di Malpensa. Nell'epoca del COVID19, con gli aeroporti lombardi di Linate, Bergamo Orio al Serio e Brescia Montichiari chiusi e con Malpensa a traffico civile-commerciale minimale, nessun Sindaco dei Cumini aeroportuali ha ancora preso l'iniziativa e di richiedere ad ARPA Lombardia meticolosi e sistematici monitoraggi dell'intorno delle piste di volo.
Perché questo ritardo e/o disattenzione per questioni fondamentali alla coesistenza tra infrastrutture aeroportuali e territorio e comunità dei cittadini residenti nell'intorno? Un database indispensabile e da comparare con i riscontri di impatto atmosferico ed acustico degli scali, qualora di ri-presentasse nel pieno il frenetico traffico della scorsa estate 2019.
In attesa ecco che il Comitato SalviAMO La Brughiera, prima fa tutti lo ha fatto, con questa richiesta:
salviamolabrughiera.blogspot.it
salviamolabrughiera@gmail.com
Spettabile A.R.P.A. Lombardia, sede centrale di Milano.
arpa@pec.regione.lombardia.it
Compartimenti di Como e di Varese.
dipartimentovarese.arpa@pec.regione.lombardia.it
e p/c
Al Presidente del CUV (Consorzio Volontario Malpensa)
Sig. Stefano Bellaria
comunedisommalombardo@legalmail.it
Oggetto: Richiesta Campagna di Monitoraggio intensivo sulla qualità dell’aria presso lo scalo di Malpensa.
In occasione della forte riduzione dell’attività aeroportuale di Malpensa causa pandemia CoVID19, lo scrivente Comitato SalviAMO la Brughiera, chiede a codesta Agenzia regionale se non ritiene opportuno, ancorché doveroso, effettuare una campagna di monitoraggio intensivo dell’aria in prossimità nord-sud delle piste 35R e 35L, all’interno del sedime e nei Comuni limitrofi, al fine di valutare la qualità della stessa in assenza del contributo della sorgente emissiva costituita dagli aeromobili e dall’indotto aeroportuale (Confronto dati tra periodo di attività standard e periodo attuale).
Tale monitoraggio per la misura dei principali inquinanti (NOx, SO2, PM10, PM2,5, benzene, CO2 O3 ecc.), rappresenterà un dato utile ai fine della valutazione del contributo degli aeroporti all’inquinamento atmosferico osservato su scala locale. In attesa di un Vostro cortese riscontro ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti. Casorate Sempione, 24 Marzo 2020 - 26 Marzo 2020
Quale il volume di traffico e con quale configurazione land-side e air-side? Le recenti disposizioni sul contenimento Coronavirus COVID-19 del 13 Marzo ,2020 hanno determinato che da lunedì 16 marzo l'aeroporto di Milano Linate e il Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa saranno temporaneamente chiusi. Il traffico di aviazione commerciale sarà concentrato sul Terminal 2.
I passeggeri potranno arrivare e partire dallo stesso Terminal 2 con la stazione ferroviaria di Malpensa Terminal 2: collegata all’aeroporto tramite una passerella esterna collocata di fronte agli Arrivi. Il Terminal 2 è riservato ai voli della compagnia EasyJet.
Il terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa, è stato dedicato esclusivamente a Easyjet, è strutturato su due livelli. Al piano terra si trova l’area partenze con 54 banchi per il check-in e 25 porte di imbarco. Nello stesso piano si trova l’area arrivi. Al primo piano invece, sono posizionati altri 11 gate di imbarco. -
Quale sarà la nuova configurazione degli arrivi e delle partenze?
Quanti saranno i voli che opereranno dal Terminal 2, con quali destinazioni e da quali provenienza. La tipologia degli aeromobili e la movimentazione a terra del traffico nell'epoca del COVIT19, in attesa che l'attività ritorni regolare, verrà, inevitabilmente variata. Anche nelle ripercussioni e nelle ricadute ambientali e territoriali, oltre alle ripercussioni di security e di safety-aviation. La localizzazione della rete di monitoraggio, delle singole centraline dovrà essere analizzata e verificata in relazione sia dei volumi di traffico quanto delle, eventuali, rinnovate procedure antirumore.
L'attuale rete di monitoraggio, installata nel 2002, abbisogna di nuovi settaggi del sistema, con centraline di tipo M, finalizzate anche all'acquisizione dell'indice LVA, in grado di distinguere l'evento aeroportuale dalle altre, possibili, origini e/o natura.
Il ruolo della Commissione Aeroportuale (istituita per l'analisi dell'impatto acustico) in questo ambito, tra le tante emergenze e incombenze che hanno investito il territorio e la comunità dei cittadini residenti ed in transito, dovrà, pertanto, analizzare e valutare il complesso delle “nuove” ricadute.
La revisione della mappa acustica in relazione alla movimentazione in pista, alla alternanza nell'utilizzo delle piste 35R e 35L, il mantenimento delle odierne SIDs di decollo antirumore, l'aggiornamento del Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e, come riflesso anche del Piano di Emergenza Esterno-PEE, dovranno trovare una corrispondente verifica nelle Curve di Isorischio (Risk-assessment/Rischio Terzi).
Ecco quindi che i resposnabili dei Comuni aeroportuali e di quelli correlati (varesini e novaresi) dovranno richiedere una immediata convocazione della stessa Commissione Aeroportuale al direttore ENAC dello scalo. In adesione e ai decreti del Coronavirus COVID-19, delle recenti disposizioni del Ministero dell’Interno, la riunione della Commissione Aeroportuale di Malpensa non potrà che essere insediata a remoto, probabilmente, con Skype. 17 Marzo 2020
Dal Prefetto, per il Parco del Ticino, la Safety e la VIA/VAS .
Circolo di Legambiente di Gallarate per sintetizzare i contenuti della riunione.
Comunicato:
“Si è volto nei giorni scorsi un incontro in Prefettura tra il Prefetto Enrico Ricci, il Viceprefetto Roberto Bolognesi ed una piccola delegazione composta da rappresentanti di Legambiente Lombardia e del Circolo Legambiente di Gallarate, in un clima molto affabile e sinceramente partecipato. Un incontro che ha mostrato la consapevolezza della Prefettura di dover servire il Territorio.
L’argomento cruciale della segnalazione di Legambiente è stato richiedere il piano d’intervento per affrontare i rischi esterni all’aeroporto, specie in situazioni di emergenza ospedaliera, un piano aggiornato alle novità presentate dalla stampa locale. E’ ciò che Legambiente richiederà presto a Regione Lombardia e all’ATS Insubria, con preciso riferimento all’aeroporto e agli ospedali vicini. Infatti la gente del posto vive male, con un senso di insicurezza che cresce sempre di più a causa della continua e manifesta volontà di SEA di prevaricare sul territorio, nonostante le buone promesse di SEA stessa, promesse nel tempo continuamente ribadite ma sconfessate dai fatti.
L’incontro in Prefettura è stata per Legambiente l’occasione per rilanciare alcuni punti fermi della propria linea propositiva: il valore internazionale del corridoio biologico e naturalistico del Parco Ticino, le gravissimi criticità atmosferiche, la necessità di valutare la situazione complessiva in base al cumulo degli impatti e non per comparti separati (il sedime di Malpensa, i sorvoli delle abitazioni, il traffico stradale, la conurbazione, ecc.), la necessità di valutare il rumore non attraverso le medie, ma i picchi puntuali.
Si è inoltre parlato delle infrastrutture viarie, delle difficoltà a tutti note della 336, della mancanza di percorsi ciclabili che uniscono gli abitati tra loro e all’aeroporto, ovviamente fin dove è concesso dalle norme di sicurezza. Si è toccato il problema delle strade e dell’urgente necessità di una valutazione consapevole, dal momento che il traffico su gomma ed il conseguente inquinamento non diminuiscono con la realizzazione di nuove strade.
Legambiente ha ricordato le vecchie prescrizioni del Decreto d’Alema, del 1999, tuttora in vigore, alcune delle quali mai attuate (ricordiamo, ad esempio, il divieto dei voli notturni e la realizzazione di una fascia forestale attorno all’aeroporto) e delle irrealizzate compensazioni a sua tempo stabilite. Sono stati ripercorsi i passi dai primordi di Malpensa 2000 ad oggi e sollevata l’evidenza che manca non solo una V.A.S. complessiva dell’intero territorio impattato, ma addirittura una Valutazione Ambientale puntuale, che riesca a descrivere i veri impatti causati dall’aeroporto. Eppure, nonostante le sonore bocciature delle V.I.A. presso il Ministero Ambiente, SEA si ostina a proporre la crescita dei propri prodotti, essenzialmente voli e parcheggi, nella speranza di poter ottenere il via libera legale.
I dottori Ricci e Bolognesi hanno ampiamente spiegato che allo stato attuale gli aeroporti sono votati alla realizzazione di utili secondo il principio della concorrenza, stabilito dall’Unione Europea, e che pertanto, finché non ci sarà una superiore diversa disposizione, Malpensa potrà proseguire nella pura ricerca del guadagno economico, una funzione che ha esercitato con impegno fino ad oggi.” 25 Gennaio 2020
Il dopo Bridge: sarà davvero uno scenario inquietante? UNI.CO.MAL. Lombardia è una Associazione dei numerosi Comitati sorti a causa dell’aeroporto Malpensa 2000. Nel 20 anniversario lo scorso 5 dicembre, riuniti nella sede all’interno della Cuac di Gallarate, ha illustrato al situzione scatiruia dopo l'operazione Bridge. Balzarini, storico presidente ha sostenuto “Il nostro territorio interessato dalla costruzione di Malpensa 2000 ha subito notevoli trasformazioni” ei rappresentanza di Coarezza di Somma Lombardo, Golasecca, Arsago, Gallarate, Casorate, Lonate e da tanti altri Comuni che subiscono gli effetti della presenza dell’aeroporto, nell'intento di “non è più concesso di indugiare: siamo già andati oltre. E’ tempo di un’azione comune e compatta di tutti per garantire che il nostro territorio possa essere salvaguardato e tutelato per quella parte che ancora non è stata toccata dai massicci interventi e per assicurare da subito quei controlli, indagini e verifiche sulla sicurezza e tutela della salute” ha propsoto una lettera che è stata trasmessa ai vertici “istituzionali” del varesotto, del novarese e della Lombardia».
Lettera-Mozione-Interrogazione
Sviluppo progettualità e implementazione degli strumenti urbanistici e di tutela ambientale nell’area di Malpensa nella fase Post –Bridge.
PREMESSO CHE
In data 20/11/2019 si e’svolta una commissione a palazzo Marino che ha fatto emergere nuove sollecitazioni e sviluppi nel dibattito sul restyling del city airport di Linate. Secondo le figure direzionali di Sea , secondo la dichiarazione dell’AD Armando Brunini si è stati edotti sul fatto che tra 7/8 anni Malpensa raggiungerà i livelli di traffico già fissati con il “Progetto Bridge. Secondariamente si procederà ad applicare tariffe aereoportuali piu’ alte agli aerei maggiormente rumorosi e inquinanti.
RITENUTO CHE
Il PTRA regionale e’ scaduto nel 2009 e da allora non risulta essere stato mai aggiornato , ricorrendo ad una serie di proroghe mentre l’area in questione attorno a Malpensa sia stata coinvolta in un processo di sviluppo alquanto rapido fra infrastrutture ferroviarie e stradali, realizzazione di mega parcheggi e di strutture commerciali a supporto dell’aereostazione .
RILEVATO CHE
Nonostante la società Sea riconosca come Malpensa sia una fonte di inquinamento acustico e atmosferico sul territorio limitrofe al sedime aereoportuale e nel suo generale sulla pianura padana con gia precarie condizioni legate alla qualita dell’aria ,vorrebbe comunque ricorrere ad una nuova tassazione dei velivoli piu’ inquinanti applicando il criterio secondo il quale “chi piu’inquina piu’paghi”
CONSIDERATO CHE
Il socio maggioritario di Sea e’ il comune di Milano che detiene il 54,81 % delle quote azionarie e nomina all’interno del consiglio di amministrazione 5 membri su 7 facendo valere una certa influenza e peso politico nel condizionare maggiormente tutte le scelte strategiche di eventuali sviluppi societari ed investimenti futuri , con conseguenti ricadute sull’aereoporto di Malpensa .
RILEVATO ALTRESI CHE
Per l’anno 2018, i dividendi azionari di Sea scaturiti dal bilancio consolidato siano pari a circa 100 Milioni di euro e dei quali il comune di Milano ne incassi più della metà che rappresentano parte sostanziale del proprio bilancio
ATTESO CHE
La comunita europea abbia da tempo inserito nuovi criteri di valutazioni ,su strutture rilevanti, VAS( valutazione ambientale strategica) e VIS (valutazione incidenza sanitaria) e nuovi sistemi di rilevazione degli inquinanti A.E.D.T.
Per le suddette premesse
IL CONSIGLIO IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
Ad avviare una seria azione di sollecito nei riguardi di Regione Lombardia affinché aggiorni o redica subito un nuovo PTRA sul’aereoporto di Malpensa e nel quale vengano vincolanti per una più corretta valutazione i criteri indicati dalla comunita europea , VAS e VIS.
A sollecitare Sea tramite l’intervento diretto dei propri consiglieri nominati nel consiglio di amministrazione verso l’attuazione di nuovi sistemi per il calcolo degli inquinanti A.E.D.T.
A costituire ,da subito ,un tavolo di lavoro o commissione con lo scopo di approfondire ed eventualmente progettare soluzioni inerenti al tema di risanamento ambientale sul territorio circostante l’aereoporto di Malpensa.
A valutare forme di destinazione delle risorse economiche creando un fondo per attuare le dovute compensazioni e mitigazioni ambientali derivate dal lavoro svolto pari a una quota del 1/3 % dei dividendi azionari del bilancio di Sea . 9 Dicembre 2019
Coerenze ed interrogativi correlati all'Art. 715 CdN, ovvero al rischio terzi (pag. 54)! Il Comune di Vizzola Ticino in Provincia di Varese nel Febbraio 2013 in un documento di 100 pagine ha, nell'aggiornamento del PGT, Piano di Governo del Territorio, come riporta lo stesso testo “Per rispondere nel modo più aderente possibile alla natura complessa del governo delle trasformazioni urbane, l’articolazione dei contenuti della pianificazione comunale prevede nella legge una separazione degli strumenti che comunque operano dentro ad un quadro strategico unitario. Secondo questa concezione il PGT si articola in tre atti:
• “Documento di Piano” con contenuti di carattere prevalentemente strategico, quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità, attraverso un sistema di relazioni fondato su meccanismi di reciproca coerenza (non a senso unico) e attenzione alle dinamiche della evoluzione dei sistemi urbani;
• “Piano dei Servizi” al quale è affidato l’armonizzazione tra insediamenti e città pubblica e dei servizi;
• “Piano delle Regole” al quale sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita.
Piano dei Servizi e Piano delle Regole, pur congegnati in modo da avere autonomia di elaborazione, previsione ed attuazione, interagiscono costantemente attraverso la coerenza e il reciproco rapporto con il Documento di Piano. Il Documento di Piano si deve dotare di un apparato conoscitivo sufficiente a determinare regole, direttive ed indirizzi che sono poi approfondite e specificate nel Piano dei Servizi.”
A pagina 51, alla voce “I PIANI DI RISCHIO, Art. 707 e 715 del Codice di navigazione, dopo aver illustrato le tre Zone, A, B e C , dove, coerentemente, si legge “fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti saranno applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni dovranno articolare e dettagliare nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico-edilizia”, l’attuazione dell’art. 715 del “Codice della Navigazione” in vigore dal 23/10/2005 indica che la presenza di un aeroporto nel territorio rappresenta indubbiamente, da un punto di vista economico e sociale, un beneficio per l’area in cui è inserito.
L’art. 715 del “Codice della Navigazione” tutela le aree limitrofe agli aeroporti dal rischio derivante dalle attività aeronautiche, attraverso un modello matematico che fornisce livelli di rischio individuale. Tali livelli di rischio fanno riferimento alla probabilità che un
individuo, residente permanentemente nei dintorni di un aeroporto, ha di rimanere
coinvolto in un incidente aereo. Il modello fornisce una serie di curve isorischio
caratterizzate da valori da 1x10-4 a 1x10-6. Il comune di Vizzola Ticino è interessato dal Piano di Rischio 715, curve di isorischio, nell’ipotesi “terza pista”.
La policy di attuazione definisce le misure da applicare nelle aree esterne agli aeroporti
interessate dalle curve di isorischio generate come out-put del modello. Le misure di tutela si concretizzano nell’individuazione dell’uso del territorio e delle attività incompatibili con il livello di rischio associato all’attività di volo presente nell’aeroporto. Il modello
matematico pone sotto tutela le aree:
“ad alta tutela”: quella ricadente all’interno delle curve caratterizzate dal valore 1x10-4;
- “interna”: quella ricadente tra la curva del valore 1x10-4 e quella caratterizzata dal valore 1x10-5;
- “intermedia”: quella ricadente tra la curva 1x10-5 e la curva 1x10-6
Policy di attuazione “area ad alta tutela”:
normalmente tale area ricade internamente al sedime aeroportuale; qualora invece ricada esternamente deve evitarsi la presenza continua di persone; sono da approfondire criteri in merito ad eventuali demolizioni e/o misure di regressione rispetto alle opere esistenti. Policy di attuazione “area interna”: in merito alle opere esistenti possono essere valutate misure di contenimento e di riconversione finalizzate a diminuire il carico antropico dell’area. In linea generale non va consentita la realizzazione di nuove opere. Policy di attuazione “area intermedia”: le opere esistenti non sono oggetto di intervento, possono essere previste misure di contenimento. In merito alla realizzazione di nuove opere/attività è coerente la previsione di nuove funzioni non residenziali caratterizzatedalla presenza di un modesto numero di persone. Quanto detto sempre verificato in rapporto ai livelli di carico antropico presenti allo stato attuale”.
Policy di attuazione “area ad alta tutela”: normalmente tale area ricade internamente al sedime aeroportuale; qualora invece ricada esternamente deve evitarsi la presenza continua di persone; sono da approfondire criteri in merito ad eventuali demolizioni e/o misure di regressione rispetto alle opere esistenti.
Policy di attuazione “area interna”: in merito alle opere esistenti possono essere valutate misure di contenimento e di riconversione finalizzate a diminuire il carico antropico dell’area. In linea generale non va consentita la realizzazione di nuove opere. Policy di attuazione “area intermedia”: le opere esistenti non sono oggetto di intervento, possono essere previste misure di contenimento. In merito alla realizzazione di nuove opere/attività è coerente la previsione di nuove funzioni non residenziali caratterizzate dalla presenza di un modesto numero di persone. Quanto detto sempre verificato in rapporto ai livelli di carico antropico presenti allo stato attuale”.
Ma é dall''illustrazione del Tavola del Piano di Rischio “715” di pagina 54 che scaturisce un interrogativo fondamentale: tale mappa, infatti, non sembrerebbe riguardale le cosiddette curve di isorischio delle attuali due piste 35L e 35R, ma lo scenario delle curve di isorischio del masterplan con le tre piste. Con una spalmatura dei voli di uno scenario ben diversificato rispetto al volume di traffico sulle odierne due piste (con Bridge e senza). Perché? Quale la ragione? Non sono state modelizzate le curve del “rischio terzi” e/o tali scenari non sono stati ancora divulgati? 15 Novembre 2019
Il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia illustra il retroscena della realtà operativa! Proponiamo il testo del Comunicato del 29 Ottobre 2019, ol-line su numerosi media Lombardi e Piemontesi.
Pochi giorni prima della fine del “Bridge” e nei giorni immediatamente successivi al termine dello stesso, abbiamo avuto modo di leggere sulla stampa nazionale e locale, sia cartacea che on line, articoli entusiastici sui risultati del “Bridge” in termini di passeggeri trasportati, di movimenti raggiunti dal traffico dell’aviazione commerciale e generale, di acclarate potenzialità dell’aeroporto, di calcetti Balilla che resteranno ad uso dei passeggeri, di code chilometriche di passeggeri per prendere un caffè al bar e non da ultimo, di una conseguente capacità dell’aeroporto di espandersi e di aumentare il traffico sul territorio. Non una sola riga è stata spesa nel menzionare i danni diretti ed indiretti che sono stati generati dal “Bridge”:
• alla salute ed al benessere fisico e psichico della popolazione, piemontese e lombarda, che vive intorno al sedime dell’aeroportuale,
• all’ambiente circostante l’aeroporto, visto che lo stesso insiste su un parco naturale che è riserva dell’Unesco ormai da un decennio.
Senza voler entrare troppo nel merito delle predette gravissime problematiche, che sono quotidianamente davanti agli occhi di tutti noi cittadini e che avrebbero dovuto esserlo prima, durante e dopo il Bridge agli occhi di coloro che siedono negli uffici del gestore aeroportuale, degli enti di controllo del traffico aereo e dell’autorità dell’aviazione civile, ci permettiamo di fare rilevare che il “Bridge” risulterebbe essere stato effettuato in assenza di tutta una serie di adempimenti preliminari che dovevano essere eseguiti e che ricordiamo anche in questa sede:
1) nessuna Curva di Isorischio-Rischio Terzi, complessiva e relativo al traffico quotidiano è stata predisposta;
2) nessuna mappa del Rischio Aeronautico Terzi, relativa al sovraccarico di voli aggiuntivi per i tre mesi del trasloco da Linate a Malpensa è stata predisposta;
3) la mancata verifica, in sede di Commissione Aeroportuale, e conseguente applicazione delle procedure antirumore di decollo ICAO identificate come “Noise Abatement Departure Procedure – NADP 1 e NAPD 2”, note per il ridotto impatto acustico sul territorio e comunità circostante l’aeroporto;
4) la mancata adozione del modello matematico di calcolo delle emissioni acustiche ed ambientali AEDT (Aviation Environmental Design Tool) in sostituzione del modello INM (Integrated Noise Model) ormai superato, obsoleto e del tutto inidoneo;
5) l’assenza della Valutazione di Impatto Ambientale – VIA associata al Masterplan vigente;
6) la mancata presentazione, da parte di ENAC, ENAV e SEA, degli scenari relativi al Rischio Aeronautico, al Rischio Terzi, nonché delle curve di isorischio riguardanti i volumi di traffico esistenti;
7) il mancato adeguamento della mappa acustica aeroportuale in LVA, in relazione al traffico vigente ed in relazione all’utilizzo alternato delle due piste;
8) la mancata analisi e verifica preventiva dell’impatto acustico generato dai voli traslocati da Linate e degli eventuali scenari diversificati, relativi all’utilizzo liberalizzato e/o con una alternanza differenziata delle due piste;
9) la mancata analisi preventiva delle ricadute acustiche, associate al differenziato utilizzo delle radiali SID (Standards Instrumental Departure) 280°/310° e 320°, prospettate per il trasferimento della operatività dell’aeroporto di Linate sull’aeroporto di Malpensa;
10) il mancato adeguamento del Piano di Rischio (Art. 707 Codice di navigazione) per quanto attiene il Comune di Lonate Pozzolo; 11) la mancata analisi e verifica preventiva dello scenario ritenuto di “operatività” prevalente nei tre mesi di extra-attività, in relazione ai livelli di sicurezza e delle curve di isorischio complessive, in adempimento del dettato di cui all’ Art. 715 del Codice della Navigazione.
Li ricordiamo perché alle nostre richieste, formulate sin dal giugno 2019, nessuno, sindaco, provincia, regione, gestore aeroportuale, ente pubblico o società per azioni controllata dallo Stato, ha mai dato risposta, dando prova di avere adempiuto in tal senso. Come è possibile che nel periodo del Bridge il rumore e l’inquinamento acustico si siano, a detta di taluni dei predetti soggetti, addirittura ridotti rispetto al periodo precedente quando l’incremento del traffico aereo è praticamente raddoppiato? Perché nessun Sindaco ha mai posto in Commissione Aeroportuale specifiche domande, ad esempio, sulle Curve di Isorischio, sul Rischio Aeronautico terzi e sulle Mappe di Rischio?
In attesa quindi che anche il Comune di Lonate Pozzolo deliberi il Piano di Rischio di sua competenza, che ENAC imponga e verifichi le ricadute del Rischio Terzi con la Mappa di Isorischio, analizzando la compatibilità con i volumi di traffico di Malpensa, a salvaguardia della Navigazione Aerea e a tutela della popolazione (livelli carico antropico e indice di affollamento nelle zone di vincolo), richiediamo anche una immediata analisi sulla coerente operatività e funzionalità della rete di monitoraggio.
Quanto alla cosiddetta “sperimentazione” che ha aggravato enormemente il carico aeronautico sulle SID 280° e che ha portato sin dal marzo 2019 al raddoppio dei sorvoli sui territori di Varallo Pombia e Pombia in Piemonte e sulle frazioni di Maddalena e Coarezza di Somma Lombardo, la stessa non può che ritenersi un fatto ampiamente negativo; non si risolvono i problemi dell’inquinamento acustico ed atmosferico spostando solamente dei sorvoli da una SID ad un’altra. In ogni caso deve essere subito ripristinato lo scenario precedente al marzo 2019, dove anche sulla SID 320° vi era un equo numero di decolli.
Ferruccio Gallanti - (presidente del Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa) - 30 Ottobre 2019
Ancora un Comunicato rilevante, quanto “impertinente”! In data 16 Ottobre il Comitato Aerei Varallo Pombia ha emanato l'ennesimo comunicato stampa, stavolta è stata focalizzata la questione del Piano di Rischio e il ritardo esecutivo da parte del Comune di Lonate Pozzolo. Una curiosa anomalia che non ha impedito l'operazione dei tre mesi del “Bridge”. L'ENAC infatti ha, comunque, autorizzato l'incremento temporaneo dei voli giornalieri.
Ma è una materia, almeno in altri aeroporti, che è stata sottoposta al giudizio della Magistratura.
L’art. 707, c. 5, del Codice della Navigazione, come modificato dal D. Lgs. 09.05.2005 n. 96, recita: “Al fine di garantire la sicurezza della navigazione aerea, l'ENAC individua le zone da sottoporre a vincolo nelle aree limitrofe agli aeroporti e stabilisce le limitazioni relative agli ostacoli per la navigazione aerea ed ai potenziali pericoli per la stessa, conformemente alla normativa tecnica internazionale. Gli enti locali, nell'esercizio delle proprie competenze in ordine alla programmazione ed al governo del territorio, adeguano i propri strumenti di pianificazione alle prescrizioni dell'ENAC.”
Ma sono indispensabili alcuni interrogatividi base.
Cosa potrebbe accadere quando uno o più Comuni non hanno avviato e/o completato l'adozione, sono inadempienti? Quali sono le ricadute sull'attività aerea? ENAC interviene con qualche sanzione e/o limitazione dei voli e/o con qualche declassificazion nella certificazione “aeroportuale”.
Sono tematiche che dovranno essere esplorate, iniziando dal Comunicato del Comitato Aerei Varallo-Pombia, che è stato divulgato sui media locali del varesotto-novarese.
“EASYJET TRAINING CENTER A LONATE POZZOLO, L’ART. 707 CODICE DELLA NAVIGAZIONE E DUE INTERROGATIVI PER ENAC
Nel febbraio 2013, i cinque Comuni dell’intorno aeroportuale di Malpensa sottoelencati, avevano sottoscritto un documento di 49 pagine denominato “Relazione R01 – Piano di Rischio – Art 707 Codice della Navigazione”, destinato a dare approvazione e adozione al Piano di Rischio di cui all’art. 707 del Codice della Navigazione.
In tale documento si specificava quanto segue:
a) “Viene integralmente recepita la classificazione del territorio nelle zone di tutela A, B, C e D indicate nel Regolamento ENAC del 30 gennaio 2008 modificato con deliberazione del CdA ENAC n.47/2011 in data 20/10/2011, ove le lettere A, B, C e D rappresentano le zone di tutela oggetto di previsione specifica.”
b) “Il Piano coordina i territori di Somma Lombardo e Casorate Sempione, già dotati di tale strumento, nonché con i territori di Cardano al Campo, di Ferno e di Samarate, così come previsto dell’art. 6.7 del Regolamento ENAC”.
c) “Il Comune di Lonate Pozzolo, seppure interessato territorialmente, ha stabilito di non partecipare alla redazione del presente piano di rischio, pertanto non vengono riportate valutazioni di coerenza con gli strumenti urbanistici di detto Comune”.
Il Comune di Lonate Pozzolo – comunque e precedentemente al 2013 – con Delibera n°52 In data 29/11/2008, aveva approvato l’adozione della iniziale variante tecnica al PRG vigente denominata “Piano di Rischio aereo ai sensi dell’Art. 707 del Codice di navigazione, ai sensi della LR 12/2005”, senza peraltro dare poi attuazione alla disposizione correttiva ENAC destinata alla identificazione della zona D laterale fino a 1000 metri dal centro pista, come previsto dalla già succitata deliberazione del CdA ENAC n.47/2011 del 20/10/2011, “ove le lettere A, B, C e D rappresentano le zone di tutela oggetto di previsione specifica”.
Tornando alla Relazione R01 dei cinque Comuni di sedime, la predetta sottolinea:
“Si premette che il Comune di Somma Lombardo è già dotato del Piano di Rischio, redatto congiuntamente con i Comuni di Casorate Sempione e Lonate Pozzolo, ai sensi dell’art. 707 del Codice di Navigazione, approvato da ENAC – Direzione Pianificazione Aeroportuale – con propria comunicazione del 10/04/2009, prot. 0024054/DIRGEN/AP1 (parere favorevole Parco del Ticino del 26/02/2009, prot. 2270/4/82/09 DF/ID)”.
Ed ancora:
“Nonostante il Piano di Rischio approvato sia stato redatto sull’allora vigente strumento urbanistico – Piano Regolatore Generale – a seguito dell’entrata in vigore di ulteriori norme in materia, e considerato che il numero dei Comuni interessati si è ampliato, si ritiene coerente procedere alla redazione di nuovo Piano di Rischio, in sostituzione di quello precedente, al fine di ottenere un Piano omogeneo con tutte le altre Amministrazioni Comunali interessate”.
A fronte delle soprastanti evidenze abbiamo recentemente letto sui giornali che in data 10 Ottobre 2019 a Lonate Pozzolo è stato inaugurato: “Il Training Center diMalpensa, una struttura all’avanguardia e fornita della tecnologia più innovativa del settore. Grazie alla partnership con Cae, a Malpensa i piloti EasyJet potranno usufruire ditre simulatorifull flight che riproducono fedelmente ogni dettaglio delle operazioni di volo, e di un simulatore fix based dedicato alle fasi di addestramento iniziale. Si tratta di simulatori di ultimissima generazione, tra cui il CAE 7000XR FFS equipaggiato con il sistema visual CAE Tropostm 6000XR. EasyJet sarà inoltre cliente di lancio e prima compagnia aerea al mondo ad addestrare i piloti con il nuovo CAE 6000XR”. Oltre ai piloti basati in Italia, il centro sarà utilizzato da personale basato in tutta Europa, “contribuendo a creare un importante indotto economico per il territorio lombardo”. Nel corso dell’anno finanziario 2018, la compagnia ha reclutato 460 piloti”.
A questo punto riteniamo doveroso formulare i seguenti quesiti:
1 – Il Piano di Rischio di Lonate Pozzolo è stato adeguato con la Zona D?
2 – Dove è stato localizzato il “Training Center EasyJet”?
La rilevanza di tali quesiti e l’argomento di cui alle Zone di Rischio A, B, C e D ha diretta correlazione con le Curve di Isorischio-Risk Assessment dell’Aeroporto di Malpensa e conseguentemente con il numero complessivo dei movimenti che tale aeroporto è in grado di sostenere.
Il Presidente del Comitato Avv. Ferruccio Gallanti” 22 Ottobre 2019
Il Comitato Cittadini di Varallo Pombia inquadra una realtà da sottoporre a VIA e VAS! Con il sottostante Comunicato il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia illustra una “sperimentazione” di traffico che proietta lo scalo Lombardo al primo posto in Italia. Uno scenario di oltre 360mila voli/anno, ben oltre il record che Malpensa aveva toccato nel 2007. In questi tre mesi, e sembrerebbe, senza una certificazione di VIA e VAS, senza verifiche di zonizzazione acustica A, B e C e senza le analisi del Rischio Terzi e relative curve di isorischio l'aeroporto ha operato a livelli “superlativi”.
Il “comunicato” è stato divulgato sui “media” locali e viene qui, integralmente”, riproposto.
“Le proiezioni del traffico volato lo scorso 23 Settembre 2019 sullo scalo varesino hanno sicuramente permesso allo stesso di raggiungere un primato tra gli aeroporti italiani, superando anche Roma Fiumicino dove peraltro le piste in uso sono tre e non due, ma ci hanno soprattutto permesso di effettuare una valutazione complessiva sui volumi di traffico, sulle ripercussioni ambientali (acustiche e gassose) e sui livelli di “rischio terzi” correlate.
Le due piste parallele di Malpensa nel 2018 hanno registrato 189.910 movimenti (+8,67% sul 2017) con 24.561.735 (+11,46%) di passeggeri, un dato, tuttavia, inferiore al record storico raggiunto del 2007, quando con 263.584 movimenti e 23.717.177 passeggeri l’aeroporto aveva operato come scalo “hub” italiano. Fare confronti con i dati sopra riportati e con i dati di oggi è a dir poco improponibile, dove la realtà quotidiana, ai volumi di traffico corrente su Malpensa, ha aggiunto quelli temporanei di Linate. In ogni caso questi tre mesi di “Bridge” che per qualche sindaco e rappresentante delle istituzioni è “cosa del passato ed oramai è già finito” costituiscono purtroppo una preoccupante sperimentazione sulle capacità e sulla tenuta dell’infrastruttura aeroportuale, ubicata nelle immediate vicinanze del Parco del Ticino. Una banale analisi dei volumi di traffico di questi tre mesi, anche senza valutare il picco dei 1013 movimenti dello scorso 23 Settembre, attesta una proiezione annuale di voli per un volato annuale di oltre 350 mila/movimenti/anno. Il calcolo è scontato: 1000 voli/giorno per 30 giorni, attesta un volato mensile di 30.000 voli. I 30 mila/voli mese, moltiplicati per 12 mesi, determinano uno scenario di circa 360 mila/voli/anno. Si sarebbe quindi portati a pensare che in questi tre mesi del “Bridge” ENAC, SEA ed ENAV abbiano potuto verificare, anche se per un periodo così breve:
• le opportunità operative dell’infrastruttura di Malpensa, superiori di quasi 100 mila/voli sul massimo volato a Malpensa del 2007.
• L’idoneità della capacità operativa resa possibile da un sistema piste/piazzali/terminal, chech-in e check-out, di sedime aeroportuale air-side, in parallelo ad un sistema land-side in grado di accogliere il traffico stradale, ferroviario, di gestire al meglio i parcheggi auto e di assicurare una ottima ricettività alberghiera.
Un successo straordinario quindi.
Gestori aeroportuali e amministrazioni locali possono adeguatamente festeggiare i traguardi raggiunti e le prospettive di traffico, a loro detta, compatibili con l’impatto ambientale, acustico ed atmosferico. Ma possono altrettanto festeggiare tutti i cittadini, lombardi e piemontesi, che risiedono in prossimità del sedime aeroportuale e/o vivono e lavorano nelle aree sottostanti alle traiettorie di decollo e di atterraggio? Per rispondere a tale ultima domanda, lo scenario attuale avrebbe dovuto essere verificato preventivamente, almeno per i tre mesi dell’aggravio del traffico del “Bridge”, con un studio dell’impatto generato dai circa 1000voli/giorno (perciò con proiezione a 360mila/voli/anno), con un aggiornamento nella zonizzazione acustica (sostituendo quindi al metodo obsoleto INM il nuovo modello matematico AEDT) e con una verifica delle inevitabili ricadute delle curve di isorischio in attuazione dell’Art. 715 del Codice della Navigazione. Ma forse, tutte queste nostre domande rappresentano un dubbio del tutto risolto: sicuramente sono analisi e studi conosciuti dai gestori aeroportuali, ancorché ignorati, solo perché non richiesti dalle amministrazioni locali e perciò non accessibili, al momento, all’opinione pubblica. Vedremo.”
Ferruccio Gallanti
(presidente del Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa) - 9 Ottobre 2019
Nel 2017, per la Relazione Wildlife Strike: registrati 16 casi! Stavolta è toccato all'aeromobile Boeing 737 cargo della compagnia Asl Airlines France. Intorno alle 10.50 il volo nella mattinata di martedì 1° ottobre, il volo Abr 1539, da poco ha richiesto l'immediato rientro per un impatto con volatili. Quanti erano, uno stormo, aveva rigaurdato un solo motore o entrambi? Era una operazione precauzionale e/o una manovra di emergenza? Dopo aver sorvolato l'area Novarese e Trecate l'atterraggio sarebbe avvenuto senza altre conseguenze e/o ripercussioni al livello di safety. Altro volo Air France con destinazione Parigi, nella stessa fascia oraria, avrebbe ritardato la partenza di oltre 60 minuti, per verificare l'assenza di altri volatili. Questo periodo dell'anno, infatti, varie tipologie di uccelli migratori, sarebbero in “movimento” nel Parco del Ticino.
Al momento, per quanto concerne il birdstrike del Boeing 737 Abr 1539, l'ANSV non ha ancora aperto una inchiesta ufficiale e altri dati non sono disponibili.
La Relazione Wildlife Strike annuale 2017, ENAC - Bird Strike Committee Italy - unico documento disponibile in attesa della divulgazione dei dati 2018, per lo scalo Lombardo segnala 16 casi. Di questi 15 hanno riguardato birdstrike-impatto volatili, un'altro incidente è avvenuto con fauna terrestre.
La stessa Relazione BSCI 2017per quanto concerne Malpensa riporta:“Individuazione delle possibili cause di rischio Da un'analisi sull'abbondanza delle specie censite e da confronto con l'anno precedente, troviamo un aumento del numero degli uccelli e altra fauna presente su LIMC, quantità fauna n.81.536 del 2017 contro n.78.570 nel 2016.
Il 2017 ha visto un incremento dei movimenti aerei di +12.000 confronto all'anno 2016. ENAC/BSCI Relazione Annuale Wildlife Strike 2017 46 No. movimenti 178.817 Relazione Annuale Wildlife Strike Presente Bird Control Unit Presente No. Ispezioni giornaliere Continue Indice di Rischio BRI2 Trend* 2015 2016 2017 0,13 0,08 0,09 Stabile
“Sistemi di mitigazione utilizzati Pratiche specifiche di gestione ecologica del sedime Gli sfalci sono eseguiti nelle ore notturne o meridiane, quando gli uccelli sono meno attivi. Dopo lo sfalcio dell'erba sono utilizzati insetticidi in grado di controllare le popolazioni di invertebrati che costituiscono attrattiva per molti uccelli e mammiferi. E’ inoltre applicato lungo la recinzione un periodico trattamento erbicida. Dalla primavera 2011 la manutenzione del verde in air side è affidata al personale SEA Area Manutenzione del verde. Il numero degli sfalci dell'erba in aree periferiche è stato ridotto ed è stata sensibilmente aumentata l’altezza di taglio; attorno ai PAPI è stata eseguita l’asfaltatura, evitando del tutto gli sfalci dell'erba in tali aree. Sistemi di dissuasione diretta presenti Distress-call veicolare e portatile, LRAD-BCI veicolare; pistola a salve; nuovo sistema fisso Space Master con telecomando abbinato ai cannoni a gas propano; N.14 cannoni a gas propano radiocomandati, faro stroboscopico montato su vettura; aquilone; tablet. Azioni di mitigazione future Si conferma per l'anno 2018: la manutenzione del verde in air side in grado di controllare le popolazioni di micromammiferi che costituiscono attrattiva per molti uccelli; prosegue per l'anno 2018 il monitoraggio e l'aggiornamento delle attrattive esterne per i volatili con lo studio annuale di tipo naturalistico ambientale sostitutivo della ricerca naturalistica quinquennale”. 2 Ottobre 2019
Somma Lombardo, dal 21 settembre al 25: due convegni su Malpensa! Nel contesto di “Malpensa e Territorio: alla ricerca di un equilibrio”, lo scorso 21 Settembre, l'organizzatore avrebbe introdotto il confronto sostenendo:
“Qui non c’è nessun comitato anti-Malpensa, nessuno sano di mente pensa di chiudere l’aeroporto”. Con questo incipit il portavoce della Rete, avrebbe improntato la discussione pomeridiana.
Quando, inoltre il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria, anche a nome dei sindaci del Cuv, ha posto l'interrogativo – così si legge sui media - “Ma realtà qual'è? L'attuale infrastruttura aeroportuale, magari anche senza l'aggravio dei voli di Linate è in grado di coesistere con il territorio e la comunità dell'intorno aeroportuale?” Ecco quando nella risposta replica “ad oggi Sea sta rispettando le norme.....….Sea rispetto agli anni scorsi ascolta molto di più il territorio, ma in molte riunioni ha preso atto di aver perso la fiducia del territorio e dei cittadini....” quale significato ha assunto la discussione?
Sono riscontri, sono tutti, o almeno in parte, condivisibili?
La stessa riproposizione del Piano territoriale d’area Malpensa, che interfaccia l'infrasruttura aeroportuale di “Malpensa 2000”, progettata prima della revisione del Codice della Navigazione che ha imposto con l'Art. 707 e 715 un radicale intervento dei sistemi aeroportuali, non abbisogna di una analisi più ampia e ben circostanziata?
Con l'istituzione del Piano di Rischio e l'adozione sistematica del Rischio Terzi, ovvero delle curve di isorischio, la cui analisi mettono in rilievo le criticita correlate alla coppia di piste troppo ravvicinate, all'esiquità del sedime aeroportuale ed alla localizzazione dei due Terminal, il futuro dello scalo non appare forse da ripensare se non compromesso?
Almeno rispetto degli scenari di crescita dei voli ed alla centralità dell'infrastruttura nel sistema di rete degli aeroporti del Nord Italia e della Padania. L'esigenza di una riduzione dei voli/anno e/o delle limitazioni orarie/giornaliere per assicurare livelli di safety e impatto ambientale appare scontata.
La mancanza inoltre di una Valutazione di Impatto Ambientale (e la VAS?) con l'inevitabile ri-analisi dell'assetto del Piano territoriale d’area Malpensa sembrerebbero contraddire le dichiarazioni sostenute nel corso del convegno “Malpensa e territorio alla ricerca di un equilibrio”.
Quando, inoltre, dal versante novarese delle ricadute ambientali, ad esempio il Comitato dei Cittadini Varallo Pombia ha a più ripprese e con diversi “comunicati” specifici posto essenziali interrogativi riguardanti l'impatto acustico (modello AEDT, decollo NAPD 1 e 2), scenari acustici, ambientali e isorischio con traffico pre, attuale e post trasloco dei voli, il rischio terzi (risk assment - curve di isorischio), rilievi su Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e Piano di Emeregnza Esterno-PEE, ruolo della Commissione Aeroportuale e una partecipazione allargata, perchè non sono state poste considerazioni che evidenziano eventuali “criticità”? L'importanza di determinare un limite ai voli giornalieri, severe restrizioni sui movimenti notturni ed annuali inquadrano una realtà che Comitati e Sindaci del territorio Lombardo e del Piemonte sembrerebbero non del tutto recepiti. Considerazioni magari espresse davanti ad un microfono ed alla stampa, ma ancora non perseguiti e posti come un obiettivo da raggiungere. E in tempi brevi.
Mercoledì 25 settembre alle ore 20.45, gli stessi organizzatori del convegno, propongono un approfondimento delle stesse tematiche di coesistenza. Gli interrogativi proprosti troveranno uno spazio adeguato?
In attesa di queste appare indispensabile ri-proporre il comunicato che il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia ha presentato il 20 Settembre, allargando una delle tante questioni “aperte” e che, al momento, non hanno avuto risposte. Ne dai gestori aeroportuali, né dagli amminstratori locali coinvolti. Ma sembrerebbero ignorati dagli stesssi Comitati.
Il testo seguente è stato ripreso on-line da una delle tante webnews che lo hanno divulgato.
Tra i tanti elementi positivi sbandierati per giustificare l’adozione del “Bridge” e legittimare quindi il trasferimento del 90% della operatività dei voli dall’aeroporto di Milano Linate a Malpensa è stata menzionata più volte una notevole attenzione al concetto di “Sicurezza”, sia per quanto attiene quella relativa alla operatività dei voli, sia per quanto attiene alle operazioni di terra.
Dobbiamo purtroppo prendere atto che quanto avevamo sostenuto sin dall’inizio, in merito alla necessità di porre in essere opportuni adeguamenti in relazione al Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA ed al Piano di Emergenza Esterno-PEE non sembrerebbe aver avuto poi un concreto adempimento nelle 10 pagine dell’ORDINANZA n. 5/2019 con cui il Dirigente dell’ENAC Competente per Circoscrizione Aeroportuale di Milano Malpensa è andato ad modificare l’Ordinanza n. 4/2016 del 26 settembre 2016 di 69 pagine, con la quale è stato adottato il Piano di Emergenza Aeroportuale.
Non è chi non veda come con l’incremento dei voli si determini un evidente aumento del rischio incidente aeronautico e del rischio connesso alle attività airside e landside. Lo stesso Piano di emergenza ed evacuazione ai sensi dell’art. 5 del D.M. 10.03.1998 e d.lgs. 81/08 del Terminal 1-Aerostazione passeggeri avrebbe dovuto necessitare una riformulazione per i tre mesi dell’aggravio dei voli.
L’emergenza derivante dal rischio “incidente aereo” in fase di decollo e/o atterraggio, inoltre, ha considerato le ricadute sul territorio varesino e novarese? Il “Progetto per la messa a punto di procedure di intervento” e l’“Organizzazione di una esercitazione per la verifica del Piano di Emergenza Esterno” avrebbero dovuto concepire scenari di intervento nei quali i mezzi dei VVFF potevano operare senza ostacoli di sorta.
Gli ultimi tre gravi incidenti, accaduti in data :
• 5 Settembre 2019 (incidente tra un trattorino di una società di Handling ed un
Cessna 560XL-marche OE-GES, con danneggiamento semiala e conseguente
sversamento a terra di carburante)
• 12 Settembre 2019 (mezzo dei Vigili del Fuoco schiantatosi ed incastratosi sotto il
braccio che collega la zona dei Check-In ai satelliti di imbarco)
• 20 Settembre 2019 (scontro tra due mezzi operatori sul piazzale dell’aeroporto di
Malpensa, sotto un aeromobile Iran Air)
manifestano, a fronte di una situazione di incremento delle operazioni di terra (c.d. land- side), gli stati di “allarme” ed “emergenza” nel contesto del Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e con particolare riferimento al secondo sinistro abbiano determinato in sostanza l’impraticabilità operativa del mezzo dei VVFF. Un “incidente” quest’ultimo che manifesta una diretta incongruenza in un inefficace attivazione del Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA in contrasto con quanto prescritto dalle Ordinanze 4/2016 e 5/2019. Relativamente al primo incidente evidenziamo come ANSV abbia aperto una inchiesta a ben 7 giorni di distanza dal verificarsi dell’evento mentre per il secondo incidente, alla data del presente comunicato, nulla risulta. Vedremo su quello accaduto oggi quali saranno le tempistiche.
Ai livelli di Safety e di Risk assessment/Curve di isorischio/Rischio terzi aeroportuale sembrerebbe rinviare alla fase di utilizzo specifico delle piste 35 R (atterraggio) e 35L (decollo) delle prime giornate dell’aggravio dei voli, l’ORDINANZA N. 3/2019. Il testo, infatti, indicava come, visto “la nota prot. 0069837-P con la quale la Direzione Operazioni Nord Ovest dell’ENAC ha confermato che gli elementi arborei insistenti all’esterno del sedime aeroportuale, costituiscono ostacolo alla navigazione aerea, in quanto forano le superfici di limitazione stabilite per l’aeroporto e riportate sulle mappe di vincolo e, segnatamente, la superficie di transizione; all’ART. 1 Il gestore aeroportuale SEA S.p.A. è autorizzato – per gli scopi indicati in premessa – a procedere al taglio della vegetazione identificata con il colore giallo nello studio planimetrico che, allegato alla presente ordinanza, ne forma parte integrante.”
Sono criticità superate, tali da aver potuto ripristinare l’utilizzo alternato delle due piste e/o avverso la suddetta Ordinanza è in atto un ricorso al TAR e/o al Presidente della Repubblica? Al di là dei fatti accaduti e descritti in sintesi, per i quali restano valide le nostre osservazioni, prospettiamo i seguenti, quanto inevitabili interrogativi, per i quali si ha pieno diritto ad avere risposte chiare, esaurienti e fondate:
1. È possibile che in ragione del “Bridge” il Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e, soprattutto, il Piano di Emergenza Esterno-PEE non abbiamo verificato scenari operativi adeguati ai volumi di traffico aggiuntivi, quali stato di Allarme, Emergenza e di Incidente?
2. Come è possibile che l’unica circolare ENAC, emessa a proposito del Bridge, la 5/2019 preveda solo la regolamentazione della doppia emergenza e dell’assistenza/emergenza medica e non dettagli specificità e percorsi praticabili e le interdizioni eventuali al land-side del PEA?
3. Sono state comunque verificate le compatibilità operative e la mobilità a terra dei mezzi dei VVFF con una adeguata esercitazione?
4. I sindaci lombardi e piemontesi si sono preoccupati ed hanno sollecitato l’adeguamento delle procedure ad aggiornare, prima dell’inizio del Bridge, il Piano di Emergenza Esterno? Hanno sollecitato ENAC e SEA in tal senso atteso che il Piano di Emergenza Esterno riguarda l’attività dei sindaci in prima persona?
Ci auguriamo che anche queste problematiche vengano immediatamente chiarite nella prossima Commissione Aeroportuale e direttamente dai Sindaci del territorio per quanto di loro competenza.
Avv. Ferruccio Gallanti
Presidente del Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia
per l’Aeroporto di Malpensa. 24 Settembre 2019
A chi tocca “investigare”? A quasi una settimana dall'incidente sui piazzali antistanti al Terminal 1 di Malpensa, ovvero sul mezzo dei VVFF che in movimento nella zona satellite/passerrela/terminal 1 per raggiungere la piazzola 604 per recuperare un collo radioattivo caduto da uno scarico di cargo/bagaglio non si ha notizia dell'apertura di una inchiesta di sicurezza specifca.
A chi toccherebbe? All'ANSV? Alla SEA? Ad ENAC?
Erano circa le 18.30 di Giovedì 12 Settembre e lo scontro occorso nella zona “rampa” è avvenuto mentre era in corso una qualche tipo di di emergenza?
Era forse uno stato di allarme particolare associato ad una specifica tipologia associato ad un “ incidente aeronautico” e/o una situazione che avrebbe potuto evolvere in un “incidente aeronautico”.
Come è noto nel Piano di Emergenza Aeroportuale, solitamente, sono schematicamente individuate tre specifici contesti operativi in grado di attivare i Vigili del Fuoco ed i loro mezzi.
-Stato di incidente - è il caso in cui si sia verificato un incidente nel sedime aeroportuale o nelle aree limitrofe.
-Stato di emergenza – Situazione nella quale si ha certezza dello stato di pericolo in cui versa l’aeromobile in avvicinamento presso l’aeroporto ed i suoi occupanti ed un incidente è ritenuto imminente.
-Stato di allarme - situazione nella quale un aeromobile ha, o si sospetta che abbia problemi la cui entità, di norma, non comporta serie difficoltà nell’effettuazione di un atterraggio in sicurezza.
La procedura attivata Giovedì 12 Settembre, quella che ha reso indispensabile il rapido intervento dei VVFF allo scalo di Malpensa era una di queste? Per saperne qualcosa, comunque, è indispensabile che qualche soggetto preposto apra una specie di “inchiesta di sicurezza”. 17 Settembre 2019
Due casi in pochi giorni: troppi interrogativi irrisolti! La gravità dell'incidente appare del tutto anomala. Come fa un mezzo dei dei Vigili del Fuoco ad incastrarsi sotto un ponte/braccio che dalla sede del Terminal 1 e collega i check-in esterni dei satelliti di imbarco?
L'impatto tra la parte superiore del “mezzo” dei VVFF è avvenuto intorno alle 18.30 di Giovedì 12 Settembre che stava raggiungendo la piazzola 604 per recuperare un “collo radioattivo” - riportano i media - caduto da un trattorino che imbarca/sbarca dai bagagliai/cargo di un aeromobile. Il materiale pericoloso, probabilmente, ha attivato speciali procedure di emergenza/sicurezza che si sono “scontrate” con la passerella del Terminal 1. Il mezzo dei VVFF si è bloccato e incastrato,
Lo scorso 5 settembre era avvenuto l'altro incidente sui piazzali, del quale è opportuno riportare il comunicato dell'ANSV:
“Dopo aver acquisito le prime evidenze necessarie a classificare l’evento, l’ANSV ha aperto una inchiesta di sicurezza sull’incidente che ha coinvolto, il 5 settembre, intorno alle ore 23.00 locali, sull’aeroporto di Milano Malpensa, il velivolo Cessna 560XL marche OE-GES. Quest’ultimo, mentre stava percorrendo la apron taxiway Y, subiva il danneggiamento, da parte di un mezzo di rampa, della semiala sinistra, con conseguente fuoriuscita di carburante dalla stessa.
Ferito il conducente del mezzo di rampa; danni significativi all’aeromobile”.
In attesa di poter riferire una simile nota relativa all'ultimo “incidente” è utile ricordare il comunicato stampa che il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia ha promulgato lo stesso 5 Settembre. Illustra un contesto operativo che, sembrebbe, aver preficurato una realtà con numerosi interrogativi irrisolti.
Dal nostro ultimo comunicato del 10 agosto 2019 abbiamo avuto modo di leggere molteplici articoli e commenti in merito all’andamento del primo mese del “Bridge”, articoli per lo più incentrati su problematiche di carattere secondario e di natura fuorviante rispetto alle reali carenze strutturali e operative dell’aeroporto.
Ci riferiamo in particolare alle problematiche del traffico automobilistico sulla SS 336, dei parcheggi, dello smistamento bagagli, della rete ferroviaria, problematiche che evidenziano comunque uno stato generale di incapacità della struttura aeroportuale di integrarsi con un territorio che è da tempo arrivato alla saturazione ed al limite della propria capacità di reggere i volumi di traffico aereo quali quelli agognati dal gestore aeroportuale.
In sostanza le discussioni sulle tematiche del “Bridge” hanno, almeno al momento, del tutto escluso una analisi approfondita sull’impatto ambientale, sugli scenari acustico eatmosferico esu quelli estremamente rilevanti della safety e della security.
Perché SEA, ENAC ed i Sindaci dell’intorno aeroportuale non hanno ancora reso trasparente
l’aggravio acustico e atmosferico sul territorio, quello del Rischio Terzi e quello dell’incidenza degli extra voli derivati dai tre mesi di voli aggiuntivi di Linate?
Per quale ragione vi è una sorta di silenzio “assordante” di SEA ed ENAC in merito alle cosiddette “Curve di Isorischio” del traffico quotidiano di Malpensa e di quello cumulato complessivo con l’operativo di Linate?
Quando, ad esempio, il Sindaco Bellaria di Somma Lombardo, nell’articolo apparso sulla Prealpina Domenica 1° settembre 2019, intitolato “Bellaria: No alla terza pista. Ci porterebbe solo più voli”, sostiene che “la sfida è definire quale è oggi, ed anche per il prossimo futuro, il numero dei decolli e atterraggi che il territorio può sopportare….Malpensa ….è situata in un territorio molto urbanizzato e quindi ogni sviluppo deve essere sostenibile e compatibile…”, ha avuto forse conoscenza e disponibilità di documenti non noti e manifesta una legittima preoccupazione per gli attuali livelli critici dell’impatto acustico, atmosferico, oltre agli indici di “isorischio” che i cittadini ignorano ? Per quale inesplicabile ragione, nelle conferenze stampe o incontri che si sono tenuti, non sono state fornite notizie specifiche?
Inutile negarlo: Malpensa è un aeroporto nato sin dall’inizio con non poche carenze strutturali, progettato senza criteri funzionali e per fasi, l’una diversa dall’altra, senza una visione di insieme ragionata e compatibile al territorio e, possiamo sostenerlo, senza un concreto adeguamento del rischio terzi aeronautico e dei piani di rischio alle evoluzioni che l’aeroporto ha avuto nel tempo.
Prova ne sono:
1) La distanza tra le due piste 35 L e 35 R di 740 metri;
2) La localizzazione del Terminal 2 tra le due piste 35R e 35L;
3) La localizzazione del Terminal 1 a lato della 35 L;
4) La localizzazione serbatori carburante avio: a destra della pista 35 R
5) La configurazione-layout dello scalo, terminal, piste, piazzali, raccordi e rullaggi e percorsi per decollo e atterraggio per entrambe le piste.
Una realtà di operazioni e movimenti che, in relazione alle politiche di risk assessment – rischio terzi (Art. 715 del Codice di Navigazione), emanate da ENAC dopo il “Masterplan Malpensa 2000” hanno determinato l’urgenza delle Safety Zones di protezione.
L’adozione di quanto previsto dall’art 715 Cod. Nav necessita pertanto della verifica e dell’incidenza delle curve di isorischio:
• High Protection Zone: included inside 10-4 iso-risk curve.
• Inner Zone: included between 10-4 and 10-5 iso-risk curves.
• Intermediate Zone: included between 10-5 and 10-6 iso-risk curves.
• Outer Zone: included outside 10-6 iso-risk curve.
Dal 24 giugno 2019, giorno della assemblea tenutasi a Lonate Pozzolo tra i sindaci del CUV, i
rappresentanti SEA e la cittadinanza, e comunque antecedentemente all’inizio del “Bridge”, non risulta essere stata predisposta, condivisa e conseguentemente approvata in sede di Commissione Aeroportuale:
1. alcuna Curva di Isorischio-Rischio Terzi, complessiva e relativo al traffico quotidiano;
2. alcuna mappa del Rischio Aeronautico Terzi, relativa al sovraccarico di voli aggiuntivi per i tre mesi del trasloco da Linate a Malpensa;
3. alcuna mappa acustica aeroportuale aggiornata in Lva, applicando i criteri di calcolo
matematico di cui al modello AEDT, in sostituzione del modello ormai obsoleto INM;
4. alcuno scenario di impatto acustico per i tre mesi del trasferimento dei voli, in relazione alla diversificata alternanza nell’utilizzo delle piste ed al sovraccarico dei voli sulle radiali
piemontesi 280° e 310°, a beneficio e sgravio della radiale 320°.
Relativamente a tali aspetti di estrema rilevanza ci auguriamo che tutti i sindaci del territorio
lombardo e piemontese pretendano nella prossima Commissione Aeroportuale, che si terrà a breve, che sia fornita prova documentale da parte di SEA ed ENAC dell’adempimento da parte loro a quanto sopra.
Per quanto attiene la gestione della operatività quotidiana dei voli, dovuta all’incremento dei
movimenti sull’aeroporto, non è chi non veda come l’aumento dei ritardi notevoli, sia in atterraggio che in decollo, dimostri ineluttabilmente come sia la struttura aeroportuale a non reggere il volume di traffico attuale; lagiustificazione che SEAavrebbe fornitosui giornali, secondo la quale il cielo ad agosto è più trafficato che negli altri mesi o la presenza del maltempo, oltre ad essere priva di riscontro denota un volersi giustificare adducendo motivazioni francamente aleatorie.
La soluzione alle problematiche che abbiamo esposto è una sola, valida non solo per il periodo del “Bridge”, ma per gli anni a venire: limitare e dare un tetto massimo ed inderogabile al numero deimovimenti complessivi che tale aeroporto è in grado di sostenere per evitare il verificarsi tutte le problematiche che sono apparse nel primo mese del “Bridge”.
Il Presidente del Comitato
Avv. Ferruccio Gallanti. 13 Settembre 2019
Errore umano e/o segnaletica inadeguata? Erano circa le 23.00 di Giovedì 5 Settembre, quando a seguito di una scontro tra un mezzo della società di handling Aviapartner e un Cessna in inizio rullaggio con destinazione Vienna, mentre cadeva un pioggia continua, si è verificato uno scontro. L'impatto ha causato un danno all'ala del velivolo con fuoriuscita di parte del carburante stivato nel serbatoio.
Questione di mancata precedenza o qualche altra causa nella dinamica dei due mezzi hanno determinato la sospensione dei voli. La chiusura di circa due ore delle due piste per il recupero del carburante, quindi una delle due riaperta ha consentito il prosegua dell'operatività dello scalo.
E' un inconveniente (incidente?) sul quale siamo in attesa di sapere quale autorità “aeronautica” aprirà una inchiesta. 6 Settembre 2019
La realtà operativa di un traffico extra, senza VIA, VAS e AEDT e Lva! L'associazione "SiamoSomma", un “partito” presente nel Consiglio Comunale di Somma Lombardo, inquadra una realtà operativa con gli extra voli provenienti da Linate, una cosi detta sperimentazione dei decolli che aggrava alcune rotte a vantaggio di altre, ma che designa anche una prospettiva di un masterplan a 10-20-30 anni che deve essere verificato in una Valutazione di Impatto Ambientale ancora attesa.
Le considerazioni correlate al Piano di Rischio, alle mappe del Rischio Terzi, alle curve di isorischio impongono valutazioni estese anche alla riconfigurazione del layout aeroportuale.
Ecco il testo di Siamo Somma, disponibile sul sito web SianoSommaBlogspot.com :
“Ancora una riflessione sul dibattito sviluppatosi intorno a Malpensa
SiamoSomma ritiene doverose alcune precisazioni a seguito delle auspicate e desiderate reazioni sull’ultimo articolo apparso sulla stampa che proponeva, nelle ultime righe del comunicato, una riflessione sulla eventuale terza pista di Malpensa. Alcune voci veementi, genuine e dettate dal cuore sono state molto apprezzate accompagnate da altre contenenti semplici slogan del tipo “No terza pista senza se e senza ma” che vogliono dire tutto e niente e magari desiderano solamente sottrarsi dallo scomodo dibattito.
Premettiamo che questa terza pista era già stata scartata da Sea forse dietro richiesta del territorio ma certamente perché difficile da realizzare per safety e rischio terzi. Impensabile costruire una pista che va nella direzione del Terminal 1. Era pertanto uno stimolo per una discussione vasta e costruttiva su un argomento sempre all’ordine del giorno: Malpensa e l’equa ripartizione del disagio che è il credo assoluto di SiamoSomma.
SiamoSomma rispetta Malpensa che è la più grande ed importante azienda del territorio ma Malpensa deve rispettare il territorio che la circonda visto che è inquinante e pericolosa ( solo un esempio è l’incidente a Fiumicino dove un aereo in decollo ha perso dei pezzi sul territorio ).
Guardiamo obiettivamente la storia di questi 15 anni. Malpensa ha
bbidito solamente al mercato. E’ diminuita a seguito della crisi economica perché meno gente poteva permettersi un biglietto aereo ed ora aumenta sempre di più perché più utenti sono in grado di pagarselo. In questi 3 mesi sta addirittura incorporato l’aeroporto di Linate, nonostante la contrarietà del territorio, ma lo ha fatto. Ha quindi dimostrato di poter reggere un incremento di traffico incredibile che, se la crisi lo consentirà, ci ritroveremo tutto sulle nostre teste. Numerose tratte sono state acquisite negli ultimi anni ed altre sono già alle porte.
Che facciamo nei prossimi anni? Gli aerei danno fastidio! Stiamo a guardare il Sindaco A che lavora in Commissione Aeroportuale per spostarne centinaia dal suo quartiere alla periferia? Poi aspettiamo il Sindaco B che riporta gli aerei da una parte all’altra? Questo è quello che stiamo vivendo oggi. Si pensi che nei mesi primaverili, quindi prima del trasferimento di Linate, nelle zone di Somma dove sono stati tolti aerei il rumore è calato dal 15 al 25% mentre in quelle dove sono stati trasferiti il rumore è rimasto uguale. Miracolo!! Questo lo dicono decine di tabelle fornite da Sea che nessuno è in grado di controllare e verificare. Oltretutto senza tracciati radar e con una rete di monitoraggio insufficiente nella zona dove sono stati trasferiti gli aerei e discutibile perché senza correlazioni tra registrazioni e passaggi di aerei e senza sapere quali e quante le giornate dove non ha funzionato. Su questi dati a settembre il nostro Sindaco approverà la sperimentazione! Vogliamo gestire così il problema? Chi è più forte vince? Va bene tutto ma non a casa mia? Questo è quello che vogliamo?
Proprio l’inizio del trasferimento dei voli da Linate ha però visto un fatto nuovo. Qualche giorno prima e senza preavviso la Direzione Centrale di Enac ha deciso, per ragioni di sicurezza, di utilizzare per 10 giorni una sola pista per i decolli. Le Amministrazioni locali, provinciali, regionali e nazionali unite hanno protestato e come per incanto i 10 giorni si sono ridotti a 5. Questa è la prova che tutto il territorio unito può influire nelle decisioni a tutela del territorio.
E’ quindi un’utopia chiedere alla nostra Amministrazione di smetterla di spostare il disagio da una parte all’altra della Città ma di concentrarsi per un accordo complessivo di tutto il territorio al fine di certificare i confini dell’aeroporto nel rispetto delle leggi vigenti? Per la verità sono molti anni che singole persone e Comitati lottano per il rispetto delle norme vigenti e vanno ringraziati ma, senza il supporto di tutte le Istituzioni, la strada è molto difficile.
Se mai questo avverrà sarà così osceno cercare tutte le vie disponibili intorno all’aeroporto così da spalmare il più possibile il disagio che, a quel punto, non potrà andare oltre i limiti certificati sia in termini di passeggeri annui che di tonnellate di merci? Era questo il senso della provocazione della terza pista: non favorire un incremento di traffico ma ripartire il fastidio spalmandolo maggiormente. Vogliamo provarci o preferiamo osservare, anno dopo anno, l’incremento dei voli dalle nostre finestre nella speranza che qualche Sindaco ne tolga il più possibile da sopra le nostre case dirottandoli ovviamente su altre?" 31 Agosto 2019
In attesa di scenari e dati indispensabili! Sono e saranno tre mesi intensi. Al traffico storico e corrente di Malpensa si è sovrappposto quello di Linate. Ma nessuna preoccupazione, gli scenari di impatto on-grond & in-flight non devono crear eapprensione, SEA, ENAC, Arpa Lombardia e Sindaci sono rassicuranti, Sembrerebbe addiritura che gli indici acustici registrati dalle centraline della rete di monitoraggio siano in calo. Possibile? I rappresentanti dei Comitati sembrerebbero soprpresi e spiazzati.
Se da un lato i momenti più rumorosi si registrano nelle fasi di decollo e di atterraggio degli aeromobili, perciò nella fase volo, ma anche il rumore di origine aeronautica ha livelli decisivi anche nel sedime dello scalo. La movimentazione a terra tra rullaggio, atterraggio con utilizzo degli invertitori di spita (reverse) e la corsa a-terra in pista di accelerazione registra indici acustici rilevanti.
Ecco quindi la necessità di avere uno scenario acustico per la fase ground, magari attualizzata con il traffico di Malpensa a quello di Linate (è stato fatto? Chi dispone di tale database? I Sindaci della Commissione Aeroportuale dispongono di tali dati?).
A tale riguardo è utile ricordare come l'indispensabilità di avere:
“la Zonizzazione Acustica Aeroportuale e nemmeno la Classificazione Acustica Comunale i cui limiti contemplati da entrambi dovrebbero essere confrontati con i valori rilevati. La Zonizzazione Acustica Aeroportuale stabilisce, nell’intorno aeroportuale, i confini delle aree di rispetto, con curve di isolivello che definiscono la zona A, zona B e zona C. All’interno della zona A l’indice LVA (livello di valutazione del rumore aeroportuale) non può superare il valore di 65 dB(A), nella zona B l’indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A), mentre nella zona C, dove sono consentite esclusivamente le attività connesse con l’uso ed i servizi delle infrastrutture aeroportuali, il parametro LVA può superare il valore di 75 dB(A). Al di fuori delle zone A, B e C l’indice LVA non può superare il valore di 60 dB(A). La Classificazione Acustica Comunale è uno strumento di pianificazione in base al quale il territorio comunale viene suddiviso in zone acusticamente omogenee a ciascuna delle quali viene attribuita una classe e i relativi limiti.”
Quale è la situazione a Malpensa?
Altro riscontro è invece quello del rumore aereo registrato dalla rete delle centraline di monitoraggio.
“L’evento rumoroso (D.M. 20/5/1999) viene correlato con le operazioni di volo ovvero con le tracce radar, tranne:
(a) di emergenza;
(b) pubblica sicurezza;
(c) soccorso;
(d) protezione civile;
(e) militare; (f) di Stato.
L’operazione di correlazione deve avvenire in modo automatico, per ogni stazione: • distanza spaziale tra la stazione di rilevamento e posizione istantanea dell’aereo; • intervallo temporale tra il momento del rilevamento e l’istante di passaggio dell’aereo. La modalità automatica della correlazione non deve impedire agli operatori di effettuare correzioni L’algoritmo di correlazione deve garantire: • il maggior numero di operazioni aeree correlate con gli eventi sonori rilevati da tutte le stazioni di misura; • il minor numero di eventi di origine non aeronautica che vengono erroneamente attribuiti a operazioni aeree; • il minor numero di eventi di origine aeronautica che non vengono attribuiti a operazioni aeree.”
Ebbene, quale è la situazione nell'intorno delle piste di Malpensa?
L'indice acustico associato viene calcolato con la media logaritmica degli indici giornalieri LVAj, a loro volta ricavati dal LVAd diurno e dal LVAn notturno, relativi alle tre settimane, intese come sette giorni consecutivi, a maggior traffico dell’anno solare di interesse individuate in tre periodi climatici differenti secondo quanto indicato dal decreto. “Nel calcolo dell’indice LVA, al livello di rumore delle operazioni aeree notturne, nella fascia oraria dalle 23:00 alle 6:00, viene applicato un fattore 10 di penalizzazione, equiparando quindi il disturbo causato da un volo notturno a quello di dieci voli in periodo diurno.
I valori così ottenuti possono essere confrontati con i limiti stabiliti dal D. M. del 31 ottobre 1997. Inoltre, all’esterno delle aree di rispetto A, B e C, il rumore aeroportuale concorre, insieme a tutte le altre sorgenti acustiche presenti, a determinare il livello assoluto di immissione.
Come per il rumore stradale e ferroviario, la normativa europea prevede l’utilizzo degli indicatori Lden e Lnight anche per il rumore aeroportuale, per caratterizzarne il contributo, mediato su un intero anno, rispettivamente sulle 24 ore e sul periodo notturno.”
Quali dati in Lva diurno e e Lva notturno sono stati registrati?
Quali sono i dati riguardanti le fasi on-ground e in-flight nello scalo della Malpensa, in uno scenario di utilizzo alternato e/o liberalizzato delle piste, e quali sono i dati acustici in entrambe le fasi operative?
Un interrogativo, tra i tanti che possono essere posti, è il seguente: “al di fuori delle zone A, B e C l’indice LVA, nello scenario – si suppone valutato e verificato con la tecnica AEDT-FAA-USA - ha forse superato il valore di 60 dB(A)”? I Sindaci del circondario delle due piste di volo sono stati informati in sede di Commissione Aeroportuale della compatibilità e dell'eventuali criticità? 21 Agosto 2019
Troppi ritardi? E' il fallimento delle operazioni “single runway? Dal 1 Agosto, ENAC ha deciso, è stato ripristinato l'utilizzo alternato delle piste. Quale la ragione? Le motivazioni di “safety” imprecisate che avevano deciso di esautorare la delibera della Commissione Aeroportuale ENAC sono state superate? Gli interrogativi in questo ambito sono molteplici e le risposte, quando formulate, non sono condivisibili. Qualcuno sostiene che le promesse davanti al Prefetto, le proteste dei sindaci sottoposti ai decolli dalla 35 Destra, ovvero sui Comuni di Arsago, Mezzana di Somma Lombardo, Casorate, Cardano e Gallarate hanno prevalso, appaiono del tutto cavillose.
Il sindaco del Comune di Casorate Sempione, autore dell'Ordinanza (leggibile in coda a questa nota) si prende il merito dell'interruzione dei decolli dalla pista 35 Destra, ma le questioni irrisolte sono sempre le stesse.
Quanti sono i voli/movimenti giornalieri alla Malpensa? Possibile che alcune giornate siano superiori a 1000 a fronte di una media di 900? La mancanza di uno scenario di impatto acustico corrispondente all'operatività con alternanza delle piste e con mono utilizzo delle singole piste non è stato ancora presentato ai cittadini. Manca altresi uno scenario di isorischio (rischio terzi) per voli con l'alternanza dei voli e di single-runway-operation.
L'assetto lay-out di piste, raccordi, rullaggi e posizione delle due aerostazioni (Terminal 1 e 2) non agevolano la movimentazione a terra rima dei decolli e dopo gli atterraggi e le media dei ritardi dei voli potrebbe essere all'origine del ritorno alle operazioni di volo con piste alternate . Con una speranza: che i ritardi medi dei voli, in arrivo e partenza risultino inferiori a quelli registrati in queste cinque ultime giornate. Le prime dei tre mesi del trasloco da Linate.
ORDINANZA DEL SINDACO
Ordinanza n. 33 del 30/07/2019
OGGETTO: ORDINANZA PER IL SUPERAMENTO DEI LIMITI DI RUMORE
IL SINDACO
Vista la comunicazione prevenuta in data 24/07/2019 , prot. n± 0088266-P da parte di ENAC - M M firmato da Dott. M assim o Bitto, a m ezzo della quale veniva disposta una ulteriore misura di mitigazione e cioè che fino alle ore 24:00 del 5 agosto p.v. è prescritto l’utilizzo dello scenario operativo a piste bloccate: atterraggi pista 35L e decolli pista 35R.
Vista, altresÌ, la nota riferita alla riunione della Commissione Aeroportuale istituita ai sensi del D.M. 31/10/1997 art.5, tenutasi il giorno 21 giugno u.s, con la quale si comunicava che a seguito delle analisi di safety, condotte dall’apposito team ENAC ed in esito alle riunioni con Rappresentanti qualificati ENAV, lo scenario è stato approvato.
Ritenuto che la com unicazione di cui sopra, pervenuta in data 24/07/2019, modifichi in modo importante lo scenario approvato dalla C om m issione Aeroportuale, disattendendo ogni accordo preso, espone la cittadinanza ad un elevato rischio per la salute causato dallìaum ento delle emissioni in atmosfera ed a dichiarati continui e rilevanti disturbi di natura acustica, causati dallìintensificarsi dei voli con atterraggio e decollo dalla pista 35R , dellìaeroporto di Malpensa, situata nel com plesso dei Comuni di Casorate Sem pione, Cardano Al Campo, Ferno, Lonate, Samarate e Somma Lombardo.
Rilevato che, come noto, la notoria presenza di un aerodromo, risulta che le emissioni acustiche prodotte dal medesimo impianto eccedono il limite differenziale di cui allìart. 6 del D PC M 1.3.91 e art. 4 ó D PC M 14.11.97, mentre in alcune fasce orarie lo scalo registra il superamento del limite assoluto di emissione ó art. 2 e alleg. 2, tab. B ó D PC M 14.11.97;
Considerato che quanto sopra costituisce inquinamento acustico che determina implicazioni sanitarie con pregiudizio della salute pubblica;
Visto il DPCM 14.11.97, nonché Í'art. 9 della legge 447/95; - Visto l'art. 50, 5± comma del D .Lgs. 18.08.2000, n. 267;
ORDINA
All'ENTENAZIONALE PER L'AVIAZIONE CIVILE con sede legale a Viale Castro
Pretorio, 118 - 00185 – Roma - Codice Fiscale 97158180584 nella persona del legale rappresentante, nonchè al Direttore Generale, D ott. Alessio Quaranta quanto segue:
1. di adottare con effetto immediato nelle modalità operative previste nello scenario cosÌ come modificato con la comunicazione del 24/07/2019 , prot. n± 0088266-P, tutti gli accorgimenti necessari a limitare le emissioni rumorose, in particolare riguardo alle aree confinanti con le abitazioni;
2. di predisporre e trasmettere a questo Comune, entro e non oltre quindici giorni dalla notifica della presente ordinanza, un piano di bonifica redatto da un tecnico competente in acustica ambientale, che descriva dettagliatamente gli interventi finalizzati alla riduzione del rum ore in m odo da rispettare i limiti di legge, avvertendo che comunque, entro sessanta giorni dalla notifica della presente ordinanza, dovranno essere realizzati tutti gli interventi necessari a ricondurre le emissioni acustiche entro i limiti stabiliti dalla normativa vigente;
3. di trasmettere contestualmente copia del piano di bonifica di cui sopra anche all'ARP.A. LOMBARDIA
MANDA
All'Ufficio Messi Comunale
a) alla notifica del presente provvedimento al legale rappresentante dell'Ente N azionale per l'Aviazione Civile obbligata come meglio distinto nella parte dispositiva;
b) alla trasmissione all'A.RP.A. LOMBARDIA, con richiesta di esprimere un parere tecnico sulle modalità· di intervento previste dal piano di bonifica presentato dell'Ente N azionale per l'Aviazione Civile e quindi di accertarne la conformità ai limiti di legge;
c) alla trasmissione all'A.T .S. dellìINSUBRIA;
d) alla trasmissione al Corpo di Polizia Locale di Casorate Sempione.
Si comunica che, ai sensi dell'art. 3, com m a 4 della legge 07.08.1990 n. 241, avverso il presente provvedimento può essere presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Milano da notificarsi a questo Comune entro il termine di 60 giorni dalla data di notifica della presente.
IL SINDACO Dimitri Cassani - 1 Agosto 2019
Dal “Bridge” al “Noise&Risk”! Con il prossimo avvio dei tre mesi di trasloco dei voli da Linate alla Malpensa, dopo le assemblee a riunioni di commissione “ambientale e aeroportuale di ENAC ecco la sorpresa di un traffico dei voli esclusivo. Almeno per i primi dieci giorni: decolli dalla pista 35 Destra e atterraggi sulla 35 Sinistra. Procedura del tutto diversa da quella concordata dai sindaci dei Comuni Aeroportuali con ENAC, ENAV e SEA.
Quale la ragione di tale iniziativa? In una nota a firma Dott. Massimo Bitto, direttore ENAC di Linate e Malpensa, anche dopo riunioni con ENAC centrale, nonostante sia stata approvata la delibera della stessa Commissione Aeroportuale, anche a seguito di “analisi di safety condotte da team di ENAC”, fino al 5 Agosto, l'utilizzo delle piste sarà quello sopra accennato.
Ma quali sono state le analisi e le valutazioni del team di ENAC? Quali le considerazioni reali e con quali obiettivi? In attesa di capirne di più, probabilmente, il Comitato Urbanistico Volontario Malpensa in data 24 Luglio aveva divulgato il sottostante comunicato:
“Apprendiamo con sorpresa e sconcerto che la Direzione Generale di ENAC (Roma) avrebbe definito una modifica allo scenario di volo definito per il “Bridge”, determinando che per i primi 7/10 giorni, tutti i decolli avverranno dalla pista 35R e tutti gli atterraggi sulla pista 35L.
Questa decisione, presa in maniera univoca, giunge inattesa al termine di una lunga ed elaborata fase di studio e preparazione frutto di numerosi incontri tecnici, commissioni aeroportuali, riunioni del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, convocati dal Prefetto; riunioni cui hanno partecipato le massime autorità a livello istituzionale del territorio, ad eccezione di ENAC colpevolmente assente.
Durante questi mesi ci hanno assicurato che la “macchina operativa” a livello aeroportuale era pronta per accogliere i voli trasferiti da Linate, ci hanno sottoposto uno scenario di decolli e atterraggi bloccato, (non condiviso dai Sindaci), definito NECESSARIO ed unico possibile per motivi di sicurezza e di gestione del traffico aereo. Oggi, con questa modifica decisa unilateralmente dalla Direzione Generale di ENAC, viene messo in discussione tutto il lavoro svolto.
A questa ennesima decisione calata dall’alto, presa senza tenere in considerazione il territorio, chi ci abita, e chi lo rappresenta, diciamo NO!
Siamo stati pazienti, propositivi e collaborativi nella ricerca soluzioni che limitassero il disagio cui saranno sottoposti i nostri concittadini, ben consapevoli di avere poteri limitati e di essere gli unici a preoccuparsi degli aspetti più “concreti” del “Bridge” (Rumore, inquinamento, rotte di decollo, viabilità, parcheggi, ecc. ecc.).
Oggi però è stato passato il limite e non intendiamo condividere questa scellerata decisione. Una modifica di questa portata non tiene in considerazione la ricaduta che il traffico aereo porterebbe ai territori maggiormente coinvolti, ovvero, il possibile superamento del limite dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico.
Ciò comporterebbe un peggioramento significativo della qualità della vita delle popolazioni coinvolte, già significativamente sottoposte a stress derivante dal sorvolo di aeromobili in scenari che pur prevedono una fascia di silenzio.
Noi non ci stiamo e siamo pronti a mettere in atto tutte le azioni necessarie a tutela dei nostri concittadini e abbiamo richiesto al Sig. Prefetto la convocazione di una riunione urgente con la presenza delle massime autorità aeroportuali. Confidiamo nel fatto che, almeno stavolta, ENAC non sia assente ingiustificata.”ario di volo definito per il “Bridge”, determinando che per i primi 7/10 giorni, tutti i decolli avverranno dalla pista 35R e tutti gli atterraggi sulla pista 35L.
Questa decisione, presa in maniera univoca, giunge inattesa al termine di una lunga ed elaborata fase di studio e preparazione frutto di numerosi incontri tecnici, commissioni aeroportuali, riunioni del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, convocati dal Prefetto; riunioni cui hanno partecipato le massime autorità a livello istituzionale del territorio, ad eccezione di ENAC colpevolmente assente.
Durante questi mesi ci hanno assicurato che la “macchina operativa” a livello aeroportuale era pronta per accogliere i voli trasferiti da Linate, ci hanno sottoposto uno scenario di decolli e atterraggi bloccato, (non condiviso dai Sindaci), definito NECESSARIO ed unico possibile per motivi di sicurezza e di gestione del traffico aereo. Oggi, con questa modifica decisa unilateralmente dalla Direzione Generale di ENAC, viene messo in discussione tutto il lavoro svolto.
A questa ennesima decisione calata dall’alto, presa senza tenere in considerazione il territorio, chi ci abita, e chi lo rappresenta, diciamo NO!
Siamo stati pazienti, propositivi e collaborativi nella ricerca soluzioni che limitassero il disagio cui saranno sottoposti i nostri concittadini, ben consapevoli di avere poteri limitati e di essere gli unici a preoccuparsi degli aspetti più “concreti” del “Bridge” (Rumore, inquinamento, rotte di decollo, viabilità, parcheggi, ecc. ecc.).
Oggi però è stato passato il limite e non intendiamo condividere questa scellerata decisione.
Una modifica di questa portata non tiene in considerazione la ricaduta che il traffico aereo porterebbe ai territori maggiormente coinvolti, ovvero, il possibile superamento del limite dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico. Ciò comporterebbe un peggioramento significativo della qualità della vita delle popolazioni
coinvolte, già significativamente sottoposte a stress derivante dal sorvolo di aeromobili in scenari che pur prevedono una fascia di silenzio.
Noi non ci stiamo e siamo pronti a mettere in atto tutte le azioni necessarie a tutela dei nostri concittadini e abbiamo richiesto al Sig. Prefetto la convocazione di una riunione urgente con la presenza delle massime autorità aeroportuali. Confidiamo nel fatto che, almeno stavolta, ENAC non sia assente ingiustificata.” 25 Luglio 2019
Decollo “turbolento” per il trasloco dei voli da Linate! La notizia che i primi dieci giorni dei voli nei tre mesi del “blocco” su Linate è stato configurato in decolli dalla pista 35 Right e atterraggi sulla 35 Left ha provocato l'immediata protesta dei sindaci dell'Est di Malpensa.
Come riportano le news sui media locali, infatti, il decollo sulla 35 Destra causa il sorvolo
di Casorate Sempione e Arsago Seprio. La storica alternanza dei decolli ed anche la “sperimentazione” dei decolli in corso non saranno praticate. Cosa accadrà nella seconda decina dei giorni del “trasloco”.
Lo avrebbe comunicato – sostengono i media - nella mattinata del 24 Luglio, una nota di ENAC e SEA, come misura di “sicurezza” per l'avvio del trasloco dei voli.
Possibile che, a fronte delle dichiarazioni congiunte tra i sindaci del CUV e SEA in questi ultimi due mesi, la realtà operativa abbia concepito, improvvisamente, tale decisione?
Nei prossimi giorni il confronto tra il “territorio” ed i gestori aeroportuali dovrà, inevitabilmente, partorire una procedura operativa in grado di “tutelare” la comunità dei cittadini dell'intorno del sedime e sottostanti ai decolli ed atterraggi.
Nel frattempo il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa – riportano ancora i media locali - alla questione “Bridge”, in sostanza al ponte terrestre del trasloco, ha proposto il “Noise & Risck”, ovvero la questione reale delle ricadute ambientali (atmosferiche e acustiche) e il rischio terzi-risk assessment-curve di isorischio, sollecitando la presentazione di adeguati scenari di impatto acustico-atmosferico e curve di isorischio per il volato quotidiano su Malpensa, in aggiunta al traffico aggiuntivo dei tre mesi della chiusra di Linate.
E' una realtà nella quale appare imprescindibile che SEA ed ENAC illustrino l'operatività prevista e le ricadute “noise&risk” su Malpensa. 24 Luglio 2019
Oggetto: il trasloco la Linate e lo status di Malpensa!
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
In data 8 Luglio 2019 il “Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa”, in collaborazione con le associazioni “Italia Nostra Piemonte” e “Italia Nostra Lombardia”, hanno sottoscritto ed inviato ai Presidenti delle Giunte Regionali Lombarda e Piemontese, ai rispettivi Assessori all’Ambiente e all’Assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile della Regione Lombardia, la lettera che si allega qui di seguito.
Con tale missiva è stato richiesto l’intervento immediato delle Regioni Lombardia e Piemonte affinché siano presi immediati provvedimenti per la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente in ragione del trasferimento della operatività dei voli dall’aeroporto di Milano Linate a quello di Malpensa, per il periodo 27.7.2019 – 27.10.2019, unitamente all’immediata costituzione di un tavolo tecnico per trovare soluzioni che permettano di ovviare alle gravi problematiche ambientali e
sanitarie che colpiranno i territori lombardo e piemontese.
_______________________________ _____________________________
Avv. Ferruccio Gallanti – Presidente Comitato Cittadini Varallo Pombia per Aeroporto Malpensa
Serena Longaretti – Presidente Italia Nostra Lombardia
Adriana Elena Presidente Italia Nostra Piemonte
Con la presente il Consiglio Regionale di Italia Nostra Piemonte ed il Consiglio Regionale Italia Nostra Lombardia, assieme al “Comitato Cittadini di Varallo Pombia per Aeroporto di Malpensa”, desiderano portare alla Vostra attenzione la gravità della situazione ambientale e sanitaria che si verificherà in occasione del trasferimento tra il 27 Luglio 2019 ed il 27 Ottobre 2019, della gran parte della operatività dei voli dall’aeroporto di Linate a quello di Malpensa.
I NUMERI DEL TRASFERIMENTO
• +31% i passeggeri previsti a Malpensa nei tre mesi in cui Malpensa ingloberà l’operatività di Linate
• +45% saranno i movimenti aerei (decolli e atterraggi) per un totale stimato di 27.000 movimenti in tre mesi, pari a 9000 movimenti mensili. A questi va aggiunta la normale operatività di Malpensa da sola, pari a circa 16.000 movimenti/mese. Tutto questo porta a 25.000 movimenti per singolo mese.
• 800mila i passeggeri previsti a Malpensa soltanto nella sola prima settimana
• 120mila è il picco massimo di passeggeri previsti al giorno, di cui 25mila sono quelli di Linate
• 67 è il picco massimo di movimenti/ora previsti nelle ore di punta
• 606 i voli privati (ossia non commerciali) settimanali gestiti
• 700 i lavoratori di Linate che si trasferiranno per tre mesi a Malpensa attraverso 33 navette che faranno la spola tutti i giorni a partire dalle 3.30 del mattino
• 45 gli autoarticolati impegnati per trasportare 300 tra mezzi e attrezzature a Malpensa (scale passeggeri, trattorini, gruppi elettrogeni, bus interpista, container, nastri carico/scarico bagagli)
• 2000 extra parcheggi a disposizione dell’utenza
• 580 i nuovi parcheggi per gli operatori
UN DISASTRO ECOLOGICO E AMBIENTALE DI RILEVANTI E AMPIE DIMENSIONI
Il suddetto trasferimento, con l’acclarato aumento dei voli in decollo ed in atterraggio, comporterà un disastro ecologico ed ambientale di dimensioni enormi causando quindi irreparabili danni naturalistici alla fauna ed alla flora circostante, con particolare riguardo all’area territoriale lombarda e piemontese circostanti l’aeroporto, includendovi l’intero Parco del Ticino e tutto il territorio piemontese che si estende dal fiume Ticino sino alle Alpi.
Già nell’ottobre 2010 infatti era stata emessa un Nota del ministero dell’Ambiente, trasmessa a tutti gli enti con competenze aeroportuali (Regione Lombardia, ente Parco del Ticino, ministeri di Trasporti e Agricoltura) che definiva l’impatto ambientale di Malpensa “disastro ambientale”; oltre a ciò e sempre nel medesimo anno, una relazione del Corpo Forestale dello Stato, Comando di Varese, attestava la moria degli uccelli e la desertificazione dei boschi.
Dal 2010 ad oggi la situazione è andata peggiorando ed è davanti ai nostri occhi.
Il trasferire inopportunamente ed arbitrariamente, senza alcuna autorizzazione e/o verifica preliminare di impatto ambientale, 27.000 movimenti da Linate a Malpensa causerà irreparabili danni ambientali alla fauna ed alla flora circostante, dando luogo così al realizzarsi di un vero e proprio disastro ambientale.
È fatto noto che sin dal 2002 il Parco del Ticino è stato dichiarato dall’UNESCO “Riserva della biosfera” ed è entrato a pieno titolo nella Rete Globale delle Riserve di Biosfera” (WNBR – World Network of Biosphere Reserves).
Per tutta questa operazione di trasferimento non risultano essere stati effettuati preventivamente e/o compiuti:
• una Valutazione di Impatto Ambientale
• uno studio preventivo dell’impatto sulla flora e sulla fauna ancora oggi presenti
• uno studio epidemiologico dell’impatto del predetto trasferimento sulla salute della popolazione
• la messa in atto di una procedura di allocazione e/o ripartizione dei voli su altri aeroporti italiani oltre alla sola Malpensa
• nessuna valutazione del Rischio Aeronautico Terzi, aggiornata in funzione dell’incremento del traffico aereo
• nessun aggiornamento delle mappe acustiche in funzione dell’incremento del traffico aereo
IMPATTO SULLA SALUTE
Sono evidenti i devastanti effetti che tale trasferimento causerà alla salute dei cittadini, sia sotto il profilo dell’incremento dell’inquinamento acustico, sia per la qualità dell’aria che gli stessi saranno costretti a respirare.
È fatto ormai noto che i danni alla salute causati dall’ inquinamento acustico ed emissioni gassose derivanti dal sorvolo di un aeromobile siano enormi.
Per quanto attiene i principali effetti uditivi ed extrauditivi dell’esposizione al rumore sono e saranno i seguenti (fonte: Agenzia Europea per l'Ambiente):
• fastidio
• interferenza con la comunicazione vocale;
• disturbi del sonno (risvegli e incapacità di riaddormentarsi);
• effetti sulla produttività e sulla performance;
• effetti sul comportamento sociale e residenziale (letture, apertura finestre);
• effetti psicopatologici (complesso da stress, ipertensione, malattie ischemiche cardiache, aggressività);
• effetti sulla salute mentale (ricoveri ospedalieri);
• relazione dose - effetto per effetti combinati (ad es. fastidio + disturbi del sonno + ipertensione);
• effetti su gruppi più vulnerabili (bambini, persone con disturbi uditivi);
In particolare, i bambini appaiono una categoria a maggior rischio, soprattutto nella fase dell'acquisizione del linguaggio, insieme ai ciechi, agli affetti da patologie acustiche e ai pazienti ricoverati negli ospedali.
Avuto riguardo invece al danno alla salute che i cittadini subiranno in ragione della qualità dell’aria che dovranno respirare precisiamo che:
• È noto che gli aeromobili sono stati, anche da recentissimi studi, identificati come uno dei maggiori fattori di inquinamento dell’aria.
• Le emissioni di inquinanti da trasporto aereo sono costituite da gas e polveri (PM - Particulate Matter), alterano la concentrazione dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono (O3) e il metano (CH4).
• A bassa quota, e quindi in fase di decollo e/o di atterraggio, la combustione avviene con minore efficienza e le percentuali delle emissioni di CO e UHC (Idrocarburi incombusti - Unburned Hydro Carbons) sono più elevate.
• Gli idrocarburi incombusti hanno una elevata potenzialità cancerogena per l’uomo, determinano un aggravamento delle condizioni ed aumentano il rischio di contrarre malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplastiche, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione nei bambini
Dato atto di quanto sopra, siamo a richiedere il Vostro intervento quali massimi rappresentanti dello Stato e delle Regioni Lombardia e Piemonte affinché:
• interveniate immediatamente perché siano poste in essere tutte le misure idonee atte ad evitare il
consumarsi ed il perpetrarsi di un disastro ambientale ecologico e sanitario quale quello sopra
evidenziato;
• sia immediatamente convocato e costituito un tavolo tecnico per trovare soluzioni che permettano di evitare il perpetrarsi della situazione sopra esposta.
Restiamo in attesa di vostro cenno di riscontro.
Distinti saluti.
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Adriana Elena My
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Avv. Ferruccio Gallanti
Presidente Italia Nostra Piemonte
Presidente del Comitato Cittadini Varallo
Pombia per Aeroporto Malpensa 10 Luglio 2019
Operazioni negli standards procedurali in volo e nell'assistenza a terra! Il volo Malpensa Lampedusa del 4 Luglio 2019 era decollato intorno alle 19.30 locali, con circa 60 minuti di ritardo e solo 15 minuti dopo, causa (riportano i media) un surriscaldamento ad uno dei due propulsori (CFM56) i piloti hanno predisposto l'esecuzione della procedura di spegnimento dello stesso motore.
Il Boeing 737-300 della Maleth Aero che operava per conto della Blue Panorama Airlines, immatricolato 9H-ZAK, volo BV-2986 da Milan Malpensa a Lampedusa (Italy), era in salita alla quota di FL 190 dopo il decollo dalla pista 35Destra. L'atterraggio è avvenuto dopo circa 25 minuti dalla partenza sulla stessa pista 35 Destra. Nessuna conseguenza per passeggeri ed equipaggio, l'atterraggio è stato regolare. Il volo per Lampedusa è stato cancellato e i passeggeri sono stati ospitati in un albergo. 5 Luglio 2019
Il resoconto, in sintesi, di una assemblea! In data 24 Giugno 2019 il nostro Comitato ha partecipato alla Assemblea Pubblica indetta dai sindaci del CUV lombardo alla presenza dei rappresentanti di SEA, avente ad oggetto la presentazione del trasferimento della operatività dei voli da Linate a Malpensa per il periodo 27 luglio 2019 – 27 ottobre 2019.
Nessun rappresentante di ENAC, ENAV e Assoclearance, almeno così ci è stato dato di intendere, era presente all’incontro.
Nessuna nuova notizia o dato rilevante è stato comunicato od esibito, ai cittadini ed ai Comitati cittadini intervenuti numerosi, rispetto alle informazioni già diffuse sui giornali locali.
Quello che invece è apparso evidente ed a dir poco sconcertante è stato il silenzio dei sindaci lombardi del CUV (non uno ha infatti preso la parola, posto domande o tenuto un benché minimo intervento) e l’assenza delle istituzioni locali piemontesi.
Alle nostre domande, su aspetti specifici in termini di sicurezza del volo e tutela dei soggetti terzi in relazione al “RISCHIO AERONAUTICO” che una attività aeroportuale genera, il portavoce di SEA Alessandro Fidato, ha risposto in termini non esaustivi, affermando che la responsabilità dell'elaborazione delle curve di isorischio sarebbe a carico di ENAC, senza risolvere l'interrogativo posto e riguardante la sicurezza della Navigazione Aerea e la tutela delle popolazioni sottostanti alle rotte di decollo e atterraggio.
Il trasferimento dei voli da Linate, dunque, in assenza di tali predetti adempimenti, conferma implicitamente le nostre tesi, dando atto conseguentemente che alla data del presente comunicato:
1. nessuna Curva di Isorischio-Rischio Terzi, complessiva e relativo al traffico quotidiano, e
2. nessuna mappa del Rischio Aeronautico Terzi, relativa al sovraccarico di voli aggiuntivi per i tre mesi del trasloco da Linate a Malpensa
sono state predisposte.
Non sono state inoltre presentate ed illustrate:
la mappa acustica aggiornata in Lva e
gli scenari di impatto acustico per i tre mesi del trasferimento dei voli, in relazione alla diversificata alternanza nell'utilizzo delle piste ed al sovraccarico dei voli sulle radiali piemontesi 280° e 310°, a beneficio e sgravio della radiale 320°.
Il Comitato Cittadini
Il Presidente
Avv. Ferruccio Gallanti - 27 Giugno 2019
A Malpensa intanto una Assemblea con i Comitati. Nella stessa giornata nella quale Sindaci dell'intorno aeroportuale di Malpensa e SEA incontravano i Comitati delle Provincie di Varese e di Novara ad illustrare le tante, troppe prolematiche associate al traffico aereo sulle piste dello scalo varesino e sui tre mesi di Luglio/Ottobre con l'aggravio dei voli per al chiusura di Linate, ENAC ha incontrato il vertice di SEA (vedi comunicato stampa sottostante).
Quali le attese del management ENAC-SEA e quali quelle dei cittadini della comunità residente nei pressi delle piste di malpensa e/o sottostanti alle traiettoriedi volo in decollo ed atterraggio?
Tra impatto acustico, atmosferico e rischio terzi (curve di isorischio) e procedura di VIA le questioni ritenute dai Comitati irrisolte sono e rimangono numerose. Non altrettanto per SEA ed ENAC che hanno presentato e illustrato una realtà del tutto compatibile e sotto controllo.
Scenari e stime di Lva, curve di isorischio, procedure di decollo realmente antirumore sono le tematiche sulle quali i cittadini pretendono risposte esaurienti e soddisfacenti. Quali sono i limiti delle leggi e degli standards ICAO-EASA-ENAC, sono stati analizzati e verificati in sede di ENAC e SEA? Nelle prossime news potremmo rappresentare questi dati al di là del pronunciamento e delle dichiarazioni presentate nel corso dell'Assemblea.
Comunicato Stampa n. 40/2019
Il Presidente e il Direttore Generale dell'ENAC incontrano i vertici della società di gestione degli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate per fare il punto su opere in corso e investimenti
Nell’ambito di una serie di incontri e visite istituzionali a società di gestione, operatori e industria del settore, oggi, 24 giugno 2019, il Presidente dell'ENAC, Nicola Zaccheo, e il Direttore Generale, Alessio Quaranta, si sono recati presso gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate.
Malpensa, scalo di rilevanza strategica per il bacino nord ovest, è il secondo aeroporto italiano con circa 25 milioni di passeggeri nel 2018 che costituiscono il 13,3% del traffico nazionale e primo aeroporto per il traffico cargo. Linate è il settimo scalo nella graduatoria nazionale, con circa 9 milioni e 200 mila passeggeri nello scorso anno.
La delegazione ENAC, composta anche dal Direttore Centrale Vigilanza Tecnica Roberto Vergari, dal Vice Direttore Centrale Vigilanza Tecnica Claudio Eminente, dal Direttore Aeroportuale Milano Malpensa Massimo Bitto, dal Direttore Aeroportuale Lombardia Monica Piccirillo e dal Direttore Operazioni Nord Ovest Salvatore Mautese, ha incontrato i vertici della società di gestione degli scali milanesi, SEA S.p.A., l’Amministratore Delegato Armando Brunini e il Direttore Airport Management e Accountable Manager Alessandro Fidato.
L’incontro ha rappresentato l’occasione per fare il punto sui principali investimenti e sulle opere in corso, a partire da quelle di Linate che, nel breve periodo, prevedono lavori di ammodernamento della pista di volo 18/36 e della taxiway Tango, il potenziamento e la riconfigurazione del terminal passeggeri con la demolizione dell’edificio denominato “corpo F”. La durata dei lavori è stimata in circa 700 giorni di attività, di cui una parte durante il periodo in cui l’aeroporto rimarrà chiuso per i lavori sulle infrastrutture di volo.
In considerazione della realizzazione degli interventi di adeguamento e manutenzione straordinaria sullo scalo di Linate che comportano la chiusura dell’aeroporto dal 27/07/2019 al 26/10/2019, l’ENAC ha autorizzato la SEA al trasferimento dei voli commerciali sull’Aeroporto di Malpensa.
Per quanto attiene, invece, ai lavori da realizzare sull’Aeroporto di Malpensa, l’ENAC ha costituito un’apposita task force al fine di istruire i 22 progetti di adeguamento/implementazione delle infrastrutture aeroportuali, necessari per consentire la gestione dell’ulteriore quota di traffico proveniente dallo scalo di Linate.
In merito alla regolazione tariffaria, si ricorda che la SEA ha sottoscritto con l’ENAC il Contratto di Programma 2011-2020, “in deroga” ai sensi della Legge 102/2009. Il secondo sotto-periodo regolatorio 2016-2020, attualmente in corso, prevede interventi per un importo totale pari a 313 milioni di euro per l’aeroporto di Milano Malpensa e 266 milioni per l’aeroporto di Milano Linate. Nei primi tre anni di tale periodo, rispetto a quanto pianificato, sono state realizzate opere per circa l’81% su Malpensa e circa il 55% su Linate.
In occasione della visita, il Presidente e il Direttore Generale hanno incontrato anche i dipendenti delle Direzioni territoriali dell’ENAC operative presso i due aeroporti. 25 Giugno 2019
I Sindaci del varesotto sono soddisfatti? In attesa degli scenari “avio-acustici”! Il countdown era partito ad Aprile e, finalmente, è stato presentato il “Bridge” di Linate, quella sorta di ponte quotidiano per traslocare personale passeggeri dal 27 Luglio al 27 Ottobre . Tutto a posto quindi!
Ma oltre all'incremento dei voli da Linate, che probabilmente sarà stato analizzato negli scenari di incremento dell'impatto acustico nella ipotesi dell'utilizzo alternato delle piste liberalizzato, il “Bridge” inquadra la movimentazione terrestre sul sistema stradale.Evitare intasamenti, rendere fluida e scorrevole ilpersorso dello staff e dei passeggeri.
Negli stessi 3 mesi del 2018 Linate aveva movimentato 2.4 milioni di passeggeri, una operazione che sarà indirizzata verso e dai Terminal 1 e 2 di Malpensa.
I numeri del Bridge “terrestre” sono i seguenti:
+31% i passeggeri previsti a Malpensa nei tre mesi in cui ingloberà l’operatività di Linate
+45% saranno i movimenti aerei (decolli e atterraggi) in piazzale
800mila i passeggeri previsti a Malpensa soltanto nella prima settimana del Bridge
120mila è il picco massimo di passeggeri previsti al giorno, di cui 25mila sono quelli di Linate
67 è il picco massimo di movimenti/ora previsti nelle ore di punta dei giorni bollenti del Bridge
606 i voli privati settimanali gestiti da Malpensa Prime,
700 i lavoratori di Linate che si trasferiranno per tre mesi a Malpensa attraverso 33 navette che faranno la spola tutti i giorni a partire dalle 3.30 del mattino
12mila le ore di formazione per preparare il personale aeroportuale al Bridge
45 gli autoarticolati impegnati per trasportare 300 tra mezzi e attrezzature a Malpensa (scale passeggeri, trattorini, gruppi elettrogeni, bus interpista, container, nastri carico/scarico bagagli)
38 i facilitatori presenti ogni giorno a Malpensa per l’assistenza ai passeggeri
2000 extra parcheggi a disposizione dell’utenza
580 i nuovi parcheggi per gli operatori
10 al giorno i vigili di Milano in servizio a Malpensa per aiutare la polizia locale di Ferno e Lonate
36 i nuovi banchi check in
7 i nuovi gates a disposizione in area Schengen
6 i nuovi filtri sicurezza per raggiungere l’area imbarchi del Terminal 1.
A questo punto mancano solo gli scenari dell'incremento avio-acustico sui territori del varesotto e del novarese.
Avrà scaricato il carburante per un atterraggio nei limiti di peso? Il volo Airbus 330 AZ Alitalia con destinazione New York era decollato intorno alle 12.35 di venerdì 17 Maggio ed è rientrato all'atterraggio dopo circa un'ora e mezzo dal decollo. La causa- sostengono i media che hanno riferito la notizia – è attribuita al mancato blocco del carrello. Era quello anteriore e/o l'inconveniente ha riguardato uno dei due carrelli principali?
Il volo in salita verso la quota di crociera per l'attraversata Atlantica si sarenne interrotta dalle parti di Casale Monferrato nel Piemonte, dove sarebbe “orbitato” per risolvere l'avaria. Gli interrogativi da porre, tuttavia, riguardano i 90 minuti trascorsi prima dell'atterraggio.
I piloti hanno adottato la procedura di “scarico di carburante” ovvero il dumping di alcune decine di migliaia di litri di carburante? Tale operazione è stata eseguita e completata nel golfo Ligure, come da standard operativo? L'avaria, probabilmente, non era una emergenza grave e/o immediata perciò lo scarico di carburante non avrebbe costituito una operazione da iniziare prima di raggiungere il mare del Tirreno.
L'atterraggio è avvenuto regolarmente, senza alcuna ripercussione per i passeggeri, che sono stati imbarcati su altri voli. L'unico disagio dovrebbe essere risultato il ritardato arrivo a New York. 18 Maggio 2019
Nel 2017 sono dimezzati gli impatti/anno, ma qualli sono stati i risultati del 2018? Le specie di volatili e avifauna in genere che sono “scontrati” con i velivoli al suolo o nella fasi di in-volo dalle piste di Malpensa – lo riporta la Relazione Annuale Wildlife di ENAC-BSCI 2017 sono stati il Gheppio, la Poiana, il Rondone, una Sp. Sconosciuta di altra fauna e di Volpe.
Nel 2015 il numero degli impatti era stato di 52, di 35 nel 2016 e 16 nel 2017.
Il resoconto di questa tipologia di incidenti/impatti, secondo la Relazione Annuale Wildlife di ENAC-BSCI Milano Malpensa, è risultata le seguente:
“L'aeroporto di Milano-Malpensa (codice ICAO LIMC), situato a 50 Km dalla città di Milano, si estende su un sedime di 1244 ha. E’ dotato di due piste parallele lunghe entrambe 3920 m e larghe 60 m.
Individuazione delle possibili cause di rischio.
Da un'analisi sull'abbondanza delle specie censite e da confronto con l'anno precedente, troviamo un aumento del numero degli uccelli e altra fauna presente su LIMC, quantità fauna n.81.536 del 2017 contro n.78.570 nel 2016. Il 2017 ha visto un incremento dei movimenti aerei di +12.000 confronto all'anno 2016.
Sistemi di mitigazione utilizzati
Pratiche specifiche di gestione ecologica del sedime
Gli sfalci sono eseguiti nelle ore notturne o meridiane, quando gli uccelli sono meno attivi. Dopo lo sfalcio dell'erba sono utilizzati insetticidi in grado di controllare le popolazioni di invertebrati che costituiscono attrattiva per molti uccelli e mammiferi. E’ inoltre applicato lungo la recinzione un periodico trattamento erbicida. Dalla primavera 2011 la manutenzione del verde in air side è affidata al personale SEA Area Manutenzione del verde. Il numero degli sfalci dell'erba in aree periferiche è stato ridotto ed è stata sensibilmente aumentata l’altezza di taglio; attorno ai PAPI è stata eseguita l’asfaltatura, evitando del tutto gli sfalci dell'erba in tali aree.
Sistemi di dissuasione diretta presenti
Distress-call veicolare e portatile, LRAD-BCI veicolare; pistola a salve; nuovo sistema fisso Space Master con telecomando abbinato ai cannoni a gas propano; N.14 cannoni a gas propano radiocomandati, faro stroboscopico montato su vettura; aquilone; tablet.
Azioni di mitigazione future
Si conferma per l'anno 2018: la manutenzione del verde in air side in grado di controllare le popolazioni di micromammiferi che costituiscono attrattiva per molti uccelli; prosegue per l'anno 2018 il monitoraggio e l'aggiornamento delle attrattive esterne per i volatili con lo studio annuale di tipo naturalistico ambientale sostitutivo della ricerca naturalistica quinquennale.” 30 Aprile 2019
Era Lunedì 15 Aprile: era il volo AZ 786! Stavolta è toccato ad un Airbus 330-200 Alitalia - EI-EJG con 222 passeggeri con destinazione Tokyo. Dopo il decollo dalla pista 35 Destra avvenuto intorno alle 15.40 da una delle piste di Malpensa aveva bloccato la salita alla quota FL 220. L'elevato peso al decollo ha impedito un rientro immediato e per poter avere un peso di atterraggio compatibile – inferiore a quello massimo di atterraggio - i piloti hanno dovuto procedere ad uno scarico di carburante - fuel dumping - di quasi 80 tonnellate. Per tale operazione l'equipaggio ha chiesto l'autorizzazione a farlo – come prevedono le specifiche procedure - nella zona di mare nel golfo tirrenico della Liguria. Operazione che, probabilmente, è avvenuta ad una quota superiore a 5000 piedi, l'altitudine sarebbe risultata di FL 160. Almeno 70 km fuoricosta. L'avaria segnalata dall'equipaggio sembrerebbe aver riguardato un malfunzionamento ad uno dei due propulsori (automanetta o altro attinente al propulsore destro). Il successivo atterraggio è risultato regolare sulla stessa pista 35 Destra, circa un'ora e 50 minuti dopo. I passeggeri hanno potuto imbarcarsi su un altro volo e raggiungere la destinazione con circa sei ore di ritardo.
Un similare rientro dal volo, anche allora aveva interessato un Airbus 330-300, era avvenuto lo scorso 15 Marzo dopo in decollo da Malpensa e successivo atterraggio. Una circostanza sulla quale, tuttavia, l'eventuale “fuel dumping” e/o atterraggio senza scarico carburante autorizzato, sono ancora ignote. Il volo Oman Air con destinazione Muscat (Oman) non aveva – il tracciato radar osservabile su Flightradar24 non lo aveva rilevato – raggiunto il golfo tirrenico di Genova. L'interrogativo che Aerohabitat aveva posto era il seguente: il volo Oman Air aveva scaricato senza autorizzazione a terra, lungo il percorso per il rientro e/o aveva atterrato ad un peso superiore a quello massimo di atterraggio?17 Aprile 2019
Dopo il Comitato No-Fly-Zone di Napoli ecco una prima replica! Con uno stringato comunicato stampa, il numero 1 del 11 Aprile 2019, “Il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa comunica di aver depositato in data 4 Aprile 2019, congiuntamente al Consigliere della Regione Piemonte Dott. Gianpaolo Andrissi, esposto presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio avverso lo spostamento della intera operatività aeroportuale dall'aeroporto di Milano Linate all'aeroporto di Milano Malpensa per il periodo 26 Luglio 2019 – 26 Ottobre 2019.”
La novità di questa iniziativa è rappresentata dal nuovo fronte di confronto tra i Comitati dei cittadini dell'intorno degli aeroporti e l'operato delle Commissioni Aeroportuali per le mappe acustiche, per la loro attività e la correlazione con ENAC ed i gestori aeroportuali. In sostanza per i risultati ottenuti. Probabilmente anche per la funzionalità ed efficienza delle stesse reti di monitoraggio di centraline fisse installate.
Per capire il significato e la portata di quest'ulteriore livello di iniziative dei cittadini, tuttavia, occorrerebbe poter conoscere il testo dei singoli esposti.
Quali siano le considerazioni poste, quale la materia ed il contenzioso proposto in tali esposti e quali siano le aspettative dei sottoscrittori è ancora un interrogativo. Ma sono questioni che solo quando l'eventaule dibattito innescato potrà diventare pubblico e, magari, proporre e produrre eventuali risultati. Per saperne di più, a questo punto occorre attendere le dichiarazioni dei cittadini che hanno presentato questi esposti. 12 Aprile 2019
Sulle possibili contromisure per identificarli e/o proteggersi! L'ultima “apparizione” di droni o supposti tali è avvenuta nella zona dell'aeroporto di Malpensa intorno alle 11 del mattino del 1 Aprile. E' il secondo caso in meno di 30 giorni. Lo scorso 3 marzo una sorta di luce sarebbe stata evidenziata dai radar a sei chilometri a sud dell’aeroporto. Ma solitamente i radar di avvicinamento e atterraggio nell'intorno degli aeroporti non sarebbero in grado di rilevarli (vedi Londra Gatwick, Heathrow e altri casi) e solo attraverso le testimonianze oculari sarebbero stati identificati. L'allarme con almeno 30 minuti di blocco dei voli su Malpensa, con 4 voli dirottati per l’avvistamento di un drone in prossimità delle piste è stato rilevato dal sistema radar e o da u avvistamento diretto di qualche testimonio?
E, comunque, quale tipo di drone ULM-UAV sarebbe stato identificato? A quale distanza? Il mistero, probabilmente, resterà tale. Chi indaga? ANSV, ENAC e/o qualcuno ha attivato una indagine specifica? Dove e in qual direzione indagare?
Sarà stato davvero un drone? Civile e/o militare?
Tra droni professionali e droni giocattolo-hobby, di varie dimensioni, peso ed utilizzazione, tra quelli civili a quelli militari quanti sono? Certo è che la loro vendita è libera ed è in continua crescita. Una flotta smisurata di Unmanned Air Vehicle (UAV)-droni, in sostanza di velivoli telecomandati, senza pilota on-board ma a terra. Quanti di questi, quando volano, quando operano, sono sempre sotto il diretto controllo degli operatori e/o talvolta si muovono “liberamente” per poi essere ricondotti sotto controllo positivo?
In Italia i droni sono identificati con il termine APR (Aeromobile a Pilotaggio Remoto) e sono sottoposti ad uno specifico Regolamento ENAC che ha distinto la flotta per operazioni professionale e hobbistiche, con peso inferiore s 25 kg ed oltre i 25kg. Ma ci sono anche i droni militari, sono classificati in tre categorie. Di classe 1, sotto 150kg, classe 2, tra 150 e 600kg e classe 3 oltre 600kg.
Dove operano tutte queste flotte? Chi controlla le loro operazioni di volo? A chi spetta, quale ente e/o azienda deve e/o dovrebbe controllare di giorno e di note, in skyclear e nella nebbia più intensa? Sono problematiche di safety e/o di security? Probabilmente di entrambe, anche se la safety rimanda alla sicurezza delle operazioni di volo e, nel contempo, alla tutela per i cittadini e le comunità residenti nelle prossimità dell'aeroporto e sottostanti alle traiettorie di volo in atterraggio e in decollo. Riguarda i cittadini dei Comuni della Lombardia e del Piemonte. 3 Aprile 2019
E', forse, indispensabile l'intervento di ANSV? Era decollato dalla pista 35 Destra venerdì 15 Marzo alle 09.52 locali con destinazione Muscat (Oman), immatricolato A4O-DC, volo WY-142 da Milano-Malpensa aveva completato la retrazione dei carrellie flap/splats, quando l'equipaggio a interrotto la salita alla quota di circa 8000 piedi (FL80) ed avrebbe chiesto il rientro per un malfunzionamento al sistema di pressurizzazione in cabina. L'atterraggio è avvenuto rapidamente, sulla pista 35 Sinistra dopo circa 25 minuti di volo.
Nel corso degli interventi di verifica dell'impianto del dopo atterraggio, una sosta di 3 ore e 20 minuti, prima della ripartenza verso Muscat, i tecnici avrebbero riscontrato anomalie nella chiusura di uno dei portelloni del bagagliaio/cargo.
Nell'atterraggio erano stati attivati, come previsto, le squadre dei vigili del fuoco aeroportuali e del soccorso, posizionati lateralmente alla pista. Il loro intervento non è risultato necessario e passeggeri ed equipaggio non hanno sopportato alcun inconveniente. La traiettoria del volo Oman Air Airbus 330-300, dal decollo fino all'atterraggio sulla pista 35 Sinistra è visibile sul sito https://www.flightradar24.com con un tracciato radar ad arco con virata a destra e rientro immediato. Il volo si è mantenuto soprastante una area lombarda
Il buon esito della vicenda, tuttavia, non può non evidenziare qualche interrogativo sulla procedura adotata dai piloti per il rientro all'atterraggio:
quale era il peso al decollo dell'Airbus 330-300?
l'atterraggio è avvenuto con un peso superiore al massimo consentito?
è stato scaricato carburante per ridurre il peso all'atterraggio?
quanto carburante, eventualmente, è stato scaricato?
In quale zona e per quanti minuti?
la quota è risultata di 8000 piedi?
L'ANSV-Agenzia Nazionale Sicurezza del Volo ha, forse, aperto la rituale inchiesta di sicurezza per l’incidente/inconveniente occorso, nominando il personale investigativo? 21 Marzo 2019
Rischio droni e/o piloti della domenica? Era domenica 3 Marzo, intorno alle 19.00, quando sui radar ENAV una traccia ignota ha costretto l'operativo ha chiudere lo scalo, atterraggi e decolli, e dirottare almeno sette voli sugli aeroporti di Linate, Torino e Bergamo Orio al Serio.
Dopo tre giorni il mistero non è stato ancora risolto. Era un drone o un elicottero?
L'ipotesi del drone fuori controllo e/o a controllo remoto avrebbe dovuto essere immediatamente scartata. La presenza dei droni nell'intorno delle piste, vedi i recenti casi di Londra – Gatwick e Heathrow, insegnano.
I droni che hanno portato alla prolungata chiusura dei due scali londinesi, ma anche negli USA, hanno avuto testimonianze oculari, i radar non lo avaveno mai identificato come tale.
Ecco quindi che l'altra ipotesi di oggetto non identificato, un elicottero senza specifico piano di volo, avrebbe dovuto diventare l'investigazioni diretta. Chi era, da dove era decollato? La posizione registrata dai radar Enav sarebbe stata a circa sei chilometri sud delle due piste di Malpensa e l'inevitabile allarme ha attivato non solo ENAC e ENAV ma anche gli organi di polizia.
Il traffico aereo è stato “bloccato” per circa cinquanta minuti e le chiamate via radio di ENAV non hanno avuto risposta. L'autore, consapevole o meno, rischia una denuncia con l’accusa di interruzione di pubblico servizio, ma anche un’incriminazione per attentato alla sicurezza dei trasporti.
Per il sorvolo e attraversamento della zona, dello specifico spazio aereo ed anche di moltissimi altri, è assolutamente necessario un permesso speciale. Che, sicuramente, non è mai stato autorizzato. 7 Marzo 2019
Non solo l'impatto acustico e atmosferico e rischio terzi originante! Il trasloco del traffico estivo di Linate (per lavori sul Forlanini) pone anche altre considerazioni, quali l'aggravio delle ricadute “ambientali e di rischio”, che “probabilmente” dovrebbero essere state stimate e analizzate in Lva e curve di isorischio, ma nel frattempo le questioni storiche della presenza di quello che era stato identificato come maggior scalo Hub del Belpaese sono state oggetto di una interrogazione Regionale M5S.
Proponiamo a riguardo titolo e note apparse sul sito M5S della Regione Piemonte:
MALPENSA, ANDRISSI (M5S): “AUMENTO DEL TRAFFICO AEREO SU MALPENSA: IMPATTO SANITARIO, ACUSTICO ED AMBIENTALE INSOPPORTABILE PER IL PIEMONTE. SUBITO UN TAVOLO TECNICO”
30.000 nuovi voli saranno trasferiti da Linate a Malpensa nel periodo 26 luglio – 26 ottobre in aggiunta a quelli esistenti.
Chiediamo l’istituzione immediata di un tavolo tecnico per bloccare subito questo impatto sanitario acustico-ambientale annunciato e causato dall’aeroporto di Malpensa. E’ ora che la Regione Piemonte possa confrontarsi alla pari con SEA, la società che gestisce l’aeroporto di Malpensa, Enav, Enac (gli enti nazionali per la gestione delle rotte) e la Regione Lombardia per sciogliere numerose questioni tecniche che riguardano l’aeroporto lombardo.
In previsione della chiusura dell’aeroporto di Linate il traffico aereo verrà trasferito su Malpensa con un conseguente aumento del congestionamento dei nostri cieli. Ben il 55% delle tratte aeree che fanno scalo e atterrano su Malpensa gravano sul territorio piemontese.
A quanto ci risulta il trasferimento di tutti gli slots da Linate a Malpensa è stato autorizzato in ultima fase da Assoclearance ma non ci è chiaro né il quadro normativo di riferimento né il movente tecnico e politico per cui l’aeroporto Lombardo risulti l’unico beneficiario del trasferimento. Non ci risulta che alcuno dei sopracitati Enti (Sea, ENAC, ENAV ed Assoclearance) abbia informato di tali decisioni Regione Piemonte, ARPA Piemonte e gli enti territoriali locali.
Come se non bastasse l’aeroporto di Malpensa non ha un Piano di Sviluppo Aeroportuale (Masterplan) approvato e quindi la crescita del traffico aereo in atto e quella preventivata non sottostà ad alcuna verifica e valutazione dell’impatto ambientale!.
La mancanza di un regolamento rende inoltre ininfluente la partecipazione delle amministrazioni locali alla Commissione Aeroportuale.
Non è accettabile che la Regione Piemonte non sia in grado di effettuare alcuna verifica autonoma su un’attività tanto impattante per il proprio territorio.
Per questa ragione chiediamo che la Regione Piemonte si ritagli una posizione di rilievo all’interno del tavolo tecnico che dovrà essere convocato con la massima urgenza per evitare che sul territorio piemontese (dal Parco del Ticino fino al Monte Rosa) si abbatta un disastro sanitario acustico ed ambientale di proporzioni inimmaginabili.
Gianpaolo Andrissi, Consigliere regionale M5S Piemonte. 18 Febbraio 2019
Il ruolo della Commissione Aeroportuale e dei Comuni di sedime ed oltre. L'impatto acustico di una infrastruttura aeroportuale – nel Belpaese – è stata inquadrata nei parametri LVA circoscritto alle ricadute “sonore” nel sedime di uno scalo, e in prossimità, e ai decibel che definiscono la cosiddetta classificazione acustica comunale. La materia è annosa e non è ancora stata analizzata con interventi che hanno portato alla revisione della mappa acustica in-side, out-side, air-noise e ground-noise, così come nelle nelle zone sottostanti alle traiettorie di decollo ed atterraggio.
Tutti gli aeroporti, maggiori e minori, come le stesse aerobasi militari localizzate nella Penisola necessitano una specifica e aggiornata normativa.
L'interrogazione proposta dal senatore Gaetano Nastri (FdI), concerne i cittadini insediati nella provincia di Novara,ma illustra una questione generale.
Al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
da circa sette anni i comuni dell'ovest Ticino della provincia di Novara, sono esclusi dal Comitato aeroportuale di Malpensa, a causa di un'interpretazione, a giudizio dell'interrogante restrittiva, del decreto ministeriale del 31 ottobre 1997 in materia di contenimento delle emissioni sonore, che esclude i comuni del novarese dai limiti previsti, nonostante lo scalo aeroportuale sia, com'è noto, situato al confine con la suddetta provincia, coinvolgendo, pertanto, in maniera diretta l'attività aeroportuale stessa della comunità novarese;
l'interrogante tuttavia evidenzia al riguardo, che la nota del ministro in indirizzo del 25 luglio 2005, (a seguito di numerose insistenze effettuate da parte della medesima provincia novarese) prevedeva, invece, la partecipazione al suddetto Comitato, dei rappresentanti dell'ente provinciale e dei comuni piemontesi confinanti con quelli lombardi, proprio in considerazione della peculiare collocazione territoriale dell'aeroporto di Malpensa, che coinvolge entrambi i territori regionali;
lo scorso settembre, senza alcuna diretta comunicazione agli enti locali piemontesi interessati, la maggior parte dell'attività di navigazione di rotta svolta a favore del traffico aereo civile, è stata indirizzata sugli scali della regione Piemonte, a causa della manutenzione della pista 35R e dal prossimo 27 luglio fino al 27 ottobre 2019, l'aeroporto di Milano-Linate cesserà l'attività di navigazione aerea a causa dei lavori di manutenzione, indirizzando il traffico aereo quasi completamente sullo scalo di Malpensa;
le conseguenze di tale decisione determineranno inevitabili aumenti dei livelli normativi di inquinamento acustico ed ambientale, come peraltro già rilevato dall'Arpa della Regione Piemonte, nonché il disturbo della quiete pubblica dei territori piemontesi coinvolti dall'incremento delle attività aeroportuali e di navigazione sull'aeroporto di Malpensa;
l'interrogante, a tal fine, rileva, altresì, che il 31 ottobre 2018, la Provincia di Novara ha inviato all'ufficio legislativo del Ministero una nuova nota, nella quale ha ribadito, a seguito di quanto in precedenza esposto, (ovvero che le rotte di sorvolo, atterraggi e decolli attraversano il territorio novarese) la necessità che i rappresentanti dell'ente locale debbano partecipare alle decisioni intraprese da parte del Comitato aeroportuale di Malpensa, come peraltro già stabilito nel 2005 da parte del medesimo ministero,
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni per le quali il Comitato aeroportuale di Malpensa dal 2009 non consente più ai rappresentanti della Provincia di Novara, di partecipare all'attività svolta dal medesimo Comitato, relegando la partecipazione novarese a mero titolo di uditore;
se, in conseguenza di quanto esposto in premessa, il ministro in indirizzo non ritenga urgente ed opportuno prevedere un nuovo intervento normativo, volto a stabilire la partecipazione della Provincia di Novara all'interno delle decisioni adottate dal Comitato aeroportuale di Malpensa, in coerenza con quanto già stabilito dal ministero con nota n. 12533 del 27 luglio 2005". 17 Gennaio 2019
Caos sui piazzali e nel sedime e voli dirottati. La situazione del tutto anomala si è verificata intorno alle 19.30 di martedì 15 Gennaio con frangenti caotici al punto che sono state chiuse entrambe le piste, con inevitabile dirottamento dei voli in arrivo.
Il soggetto in pista è stato subito identificato in un passeggero senegalese (o egiziano) imbarcato per il rimpatrio nella capitale Dakar su un aeromobile Air Italy, sarebbe fuoriuscito da una porta posteriore del velivolo parcheggiato in attesa della paretnza.
Dopo un'ora, nella quale il “fuggittivo” dileguato non era stato rintracciato, perciò intorno alle 20.20 è stata riaperta la sola pista 35 Sinistra. I voli in arrivo sono stati dirottati, inizialmente su Bergamo Orio al Serio, ma anche a Torino, Linate, Verona e, probabilmente anche su Pisa. I disagi per i passeggeri dirottati e quelli in partenza sono e saranno inevitabili, con ripercussioni anche sull'operativo degli aeromobili delle singole aerolinee. Le forze della Polizia e Carabinieri starebbero presidiando piste e piazzali e raccordi mentre il “fuggitivo” sarebbe ancora in fuga. 16 Gennaio 2019
Ai Comitati solo un ruolo gregario e marginale? Con un traffico di 174.754 movimenti registrati nel 2017 (+7,4%) con volumi di 12.6% di voli nazionali 12,6 e 87.4% di internazionali, per un totale di 22.037.241 di passeggeri, è ancora il secondo scalo del Belpaese. Con scenari e prospettive di ancor più rapida crescita per le strategie di rete di AirItaly. La conferma è evidenziata dai dati dei primi tre mesi 2018 con 39.902 (+8,7) movimenti le tendenza non potrà che incrementarsi. Le vicende di Malpensa come è ben noto sono state conseguenti alle politiche dei voli di Alitalia, focalizzata sullo scalo Lombardo e in seguito abbandonarlo . Passando dai 236.147 movimenti del 2001, al top del 2007 con 263.584 movimenti, al costante e progressivo decremento raggiungendo il limite minimo dei 156.642 voli nel 2015. Con la risalita dei movimenti al 174.754 del 2017 e, probabile traguardo prossimo ai 200mila/anno nel breve periodo ecco manifestarsi nuovamente le problematiche delle ricadute ambientali (acustico e atmosferiche) insolitamente denunciate dai Sindaci del Comuni limitrofi allo scalo e/o sottostanti alle traiettorie di decollo ed atterraggio.
In difformità alla quasi totalità degli scali aerei italiani, dove sono i Comitati dei Cittadini a manifestare le, peraltro legittime critiche e proteste, stavolta è il CUV (Consorzio urbanistico volontario) in rappresentanza di quasi 80 mila persone che vivono nei 9 Comuni che stanno intorno a Malpensa rilevarlo.
In una lettera trasmessa al Presidente della SEA Modiano affermano la loro convinzione: “Non dobbiamo subire Malpensa”. Si sono mobilitati contro il masterplan, un progetto che prelude all'espansione dello scalo e dei volumi di traffico. Al 2030 il masterplan di Malpensa prospetta 32 milioni di passeggeri, raddoppio delle merci (1 milione di tonnellate) e inevitabili ricadute sul territorio e sulla comunità.
I sindaci se da un lato inquadrano le eventuali ricadute dell’inquinamento atmosferico e acustico, rilevano le urgenze di una migliore viabilità al di fuori del sedime e sollecitano finanziamenti e sostegni pari 5% degli utili di Sea in opere compensative e una rappresentanza fissa del territorio in contatto con Sea.Dopo lo studi “MONITORAGGIO E STUDI EPIDEMIOLOGICI NEI COMUNI DEL CUV – 1997-2013 - A CURA DELL’ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE” che dal 1998, l’Osservatorio Epidemiologico di questa ASL raccoglie sistematicamente alcune informazioni che, pur non essendo esaustive, permettono di descrivere le condizioni di salute di una popolazione. In particolare, annualmente vengono registrati i dati demografici, di mortalità e di ricoveri dell’intera popolazione provinciale. Nel monitoraggio epidemiologico relativo ai comuni del CUV, aldilà dei progetti specifici come Salus Domestica, HYENA e CCM SERA, si è dunque tenuto conto di tali fonti informative; in tale monitoraggio, l’insieme dei comuni del CUV (Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Somma Lombardo, Vergiate, Vizzola Ticino) è stato confrontato con l’insieme dei restanti comuni dell’ASL, prendendo come riferimento l’intera ASL. Si è ritenuto utile, inoltre, rilevare l’andamento delle patologie respiratorie (codici ICD9: 460-519 e ICD10: J00-J99) sia come mortalità sia come ricovero, essendo queste particolarmente legate ad inquinamento ambientale”, ecco la nuova iniziativa del CUV. I Sindaci sostengono di essere “stati dialoganti al massimo con l’aeroporto, che è una realtà importante dal punto di vista economico e occupazionale. Ma rivendichiamo il nostro diritto a vivere”.
Le tematiche ambientali sono le stesse da vent’anni, Malpensa 2000, perciò rumore aereo in decollo, il rotte, decreto D’Alema e voli notturni. Ma anche, riscontro inevitabile, la questione IReSa, la tassa regionale sul rumore aeroportuale. Una imposta, a carico delle aerolinee, sostanzialmente sospesa dai tempi del dehubbing , che dovrebbe essere devoluta ai Comuni dei circondario aeroportuale. 28 Giugno 2018
Una nuova era hub per lo scalo lombardo? La perenne crisi Alitalia e le prospettive di un lungo raggio gestito dalla Lufthansa attraverso gli hub lungo raggio continentali (Francoforte) ed il ruolo di Malpensa di si ripropone e si impone. La prima opportunità è offerta dal collegamento Milano-Malpensa-Los Angeles proposta dalla prima low cost europea Norwegian Air. E’ dal prossimo 16 Giugno 2018, dopo 16 anni dall'ultimo volo diretto tra le due città, che partirà il volo transatlantico con tariffe a partire da 239,9 euro a tratta: i biglietti sono da ora acquistabili.
Saranno quattro collegamenti settimanali da Malpensa: martedì, mercoledì, giovedì e sabato con Boeing 787-9 Dreamliner con una disponibilità di 344 posti a volo. Nei primi 12 mesi di attività ha sostenuto Bjorn Kjos, fondatore e CEO di Norwegian saranno assicurati oltre 143.000 posti tra le due città. Due bacini di traffico, il Norditalia e la California, ottimali per riempire i voli e, magari, per incrementare l’offerta dei voli.
Dalla Malpensa oltre alla rotta per Los Angeles, la Norwegian vola anche per Oslo e Stoccolma.
La rampante low cost norvegese tuttavia vola direttamente dal Belpaese con la West Coast USA anche
da Roma Fiumicino – Los Angeles e dal febbraio 2018 con la Roma Fiumicino – San Francisco / Oakland.
L’offensiva low cost long range oltre oceano si svilupperà anche da Madrid e Amsterdam per un totale di 61 rotte verso gli Stati Uniti da 16 aeroporti europei. Norwegian con una flotta Norwegian di 145 velivoli tra 124 Boeing 737 e 21 Boeing 787 Dreamliner, con un ordine di oltre 200 nuovi aeromobili opera su 516 rotte e 153 destinazioni tra 37 Paesi in Europa, Stati Uniti, Nord Africa, Medio Oriente, Caraibi e Sud Est asiatico.
Quali riflessi e ricadute possono essere annunciate sull’assetto delle aerolinee concorrenziali “classiche” europee? Una seconda crisi dopo quella che ha devastato le aerolinee di corto-medio raggio con l’avvento della prima generazione delle low cost? 15 Dicembre 2017
Da un trasloco in sede hub ad una interrogazione. Dopo una prolungata trattativa Qatar Airways ha acquisito il 49 per cento di Aqa Holding e controlla la Meridiana, già ex Alisarda ed è l’azionista di controllo di Meridiana Fly. L’investimento del vettore arabo, inevitabilmente delinea e comporta una progettualità forte e vigorosa. Era scontato pensarlo e la realtà, quasi immediata è visibile. Le prime notizie rimandano ad un ruolo efficace della flotta della aerolinea intenzionata a identificarsi come Air Italy e di ricollocarsi sullo scalo intercontinentale di Milano Malpensa.
Air Italy – Meridiana Qatar è un vettore comunitario e la strategia annunciata dalle dichiarazioni del Ceo di Qatar Airways, Akbar Al Baker e quella di rilanciare collegamenti aerei in Italia, in Europea, gli Stati Uniti e altri voli intercontinentali (Asia, Africa, Centro e Sud America). Dalla Malpensa con una flotta di lungo raggio che il nuovo vettore deve ancora incorporare e che sarà gestita dall’ex sede di Gallarate di Air Italy.
L’ammodernamento della flotta corto-medio raggio (Boeing 737 max) e la creazione di una long range con Boeing 787 Dreamliner e Airbus 330 è una operazione inevitabile. Uno scenario nel quale, probabilmente, Air Italy diventerà la maggior e prestigiosa lineaa aerea: la prima compagnia aerea italiana.
Il quadro non è ancora del tutto trasparente ma, intanto, a riguardo, l'onorevole Mauro Pili (Misto) ha presentato la seguente interpellanza: su re-naming di Meridiana, e cancellazione suo assetto gestionale in Sardegna
"Il sottoscritto chiede di interpellare il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti
per sapere, premesso che:
la compagnia Meridiana sarà 'cancellata', cambierà nome dopo aver fatto passare tutti gli aerei ed il personale sotto le ali di Air Italy;
lo storico vettore aereo sardo non esisterà più come ha appena annunciato a Singapore il 'numero uno' della compagnia del Qatar Al Baker che ha acquistato il 49 per cento della compagnia sarda;
Qatar Airways, dopo l'entrata in Cathay Pacific dal Capa Summit a Singapore, ha annunciato con il suo presidente il re-naming di Meridiana in Air Italy e l'intenzione di diventare il vettore degli italiani, approfittando della défaillance di Alitalia;
l'affermazione è chiara: sarà rinominata la compagnia in Air Italy, perché si vuole veramente essere il vettore nazionale italiano e servire gli italiani;
nei giorni scorsi l'interpellante aveva denunciato lo svuotamento della compagnia sarda con lo spostamento di personale ed aerei su Air Italy;
Meridiana resta con un solo aereo e passa lo 'scettro' dei voli alla consorella Air Italy;
Meridiana sarà cancellata lasciando senza prospettiva centinaia di lavoratori;
l'asse gestionale e operativo si sposta tutto a Milano, sede di Air Italy;
in Sardegna non resta nemmeno il nome;
l'annuncio getta sconcerto in tutto il personale sardo per le prospettive di abbandonare l'asse sardo a favore del nord-Italia;
si tratta di un danno immenso che viene confermato da questo annuncio internazionale, nel vertice mondiale dell'aviazione;
l'operazione che l'interpellante aveva denunciato nei giorni scorsi è di fatto confermata ed aggravata da questa dichiarazione inaspettata ed inaccettabile rispetto agli stessi accordi con il Governo;
dal 1° novembre 2017 la compagnia sarda non eserciterà nemmeno un volo ma tutto è già in capo alla società milanese Air Italy;
951 dipendenti transitano su Air Italy;
il 'blitz' è contenuto negli operativi di volo, che partono dalla dismissione sostanziale dell'intero parco aerei della compagnia sarda per spostare l'asse esecutivo tutto in Lombardia;
si tratta, secondo l'interpellante, di una sconfessione totale e sostanziale di quegli impegni che avrebbero dovuto assegnare alla Sardegna la centralità della nuova Meridiana 'targata' Qatar;
il management attuale, ex-Eurofly, stava già da tempo configurando un assetto che sostanzialmente sposta l'asse da una società con gestione tecnica ed amministrativa in Sardegna ad una con sede a Milano;
si tratta di un'inversione di rotta totale rispetto al piano che prevedeva di salvaguardare la gestione sarda proprio per consentire il reinserimento di gran parte dei lavoratori messi in mobilità due anni fa, oltre 1000 lavoratori di cui 600 sardi;
il Coa, Certificato di operatore aereo, di Meridiana è la fotografia della situazione: un solo aereo MD-80, in disuso, e 10 operatori, il minimo necessario per tenere attivo il certificato;
si tratta, a giudizio dell'interpellante, di un aereo fantasma, visto che ogni tanto farà dei voli senza passeggeri per mantenere in vita il Coa;
tutto transita su Air Italy con gli aerei in capo a quella compagnia che, da satellite di Meridiana, diventa perno di tutti gli operativi;
si tratta di uno svuotamento della Sardegna a favore della Lombardia;
lo scenario, in seguito a queste dichiarazioni, è di gravità inaudita perché fa perdere alla Sardegna una delle aziende più importanti, già gravemente ridimensionata da una gestione, ad avviso dell'interpellante, scellerata, proprio con l'acquisto di Air Italy ed Eurofly;
l'operazione sposta il core business di Meridiana in una altra società che 'farà cassa' e non solo in un'altra Regione;
tutto questo sta avvenendo con il silenzio generale, compreso quello della Regione che sembra totalmente disinteressata a un assetto gestionale operativo che fa perdere alla Sardegna la sua unica compagnia aerea;
si tratta di un piano che va fermato in ogni modo, prima che le conseguenze siano ancora più evidenti e gravi sul territorio sardo;
si è dinanzi ad un'operazione ormai scoperta che sta disattendendo tutti gli impegni sottoscritti al ministero e che puntavano a mantenere e rafforzare la centralità della Sardegna;
il piano industriale sottoscritto al ministero per il mantenimento di 1396 lavoratori viene soverchiato a partire dal principale impegno sul personale;
il personale navigante tecnico di 149 unità, i 228 naviganti di cabina, le 571 unità di terra passano, operazione da chiudere entro novembre 2017, in distacco operativo ad Air Italy;
tutto questo perché a gestire questa partita ci sono manager provenienti da Eurofly che non hanno nessun interesse a tutelare i sardi e la Sardegna;
si è nelle mani di un management, ad avviso dell'interpellante, schierato apertamente contro la Sardegna ed occorre che venga immediatamente riconvocato il tavolo ministeriale per fermare questa vergognosa e gravissima situazione;
una situazione intollerabile che va contrastata con ogni mezzo senza perdere altro tempo–:
se non ritengano di dover convocare con urgenza le parti per scongiurare la cancellazione di Meridiana e del suo assetto gestionale in Sardegna;
se il Governo non ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza per garantire il rispetto degli impegni assunti da Meridiana, con particolare riferimento al personale dislocato in Sardegna che ha certamente minori opportunità di ricollocazione del resto del Paese". 11 Novembre 2017
Nove Sindaci dei Comuni richiedono il 5% degli utili. Il confronto tra territorio e masterplan dell’infrastruttura ha avuto un primo riscontro ufficiale. Se, da un lato i nove sindaci dei Comuni del CUV (Consorzio Urbanistico Volontario), ovvero Somma, Lonate, Ferno, Golasecca, Arsago, Casorate, Cardano, Samarate e Vizzola, avevano manifestato la loro “pregiudiziale” avversità allo “sviluppo” dell’aeroporto, il presidente di Sea Pietro Modiano, già nel corso di una audizione in Commissione Malpensa a Gallarate aveva sollecitato disponibilità e flessibilità “Non fermateci da qui al 2030, per favore”, la proposta presentata rappresenta, comunque, una insolita novità. Nella conferenza stampa di Lunedì 16 Ottobre, a Palazzo Viani Visconti a Somma Lombardo, hanno presentato e illustrato la loro Proposta.
La richiesta dei Comuni dell’area di Malpensa sollecita un confronto aperto, strumenti chiari, certezza di risorse. A seguito del ritiro del masterplan del 2010 e nel quadro del nuovo masterplan di Malpensa si sostiene, infatti, la necessità di “uno sviluppo sostenibile è una chimera, ma bisogna fare in modo che sviluppo e sostenibilità siano il più possibile convergenti”.
Il documento illustrato – di cui Aerohabitat, al momento, non ha disponibilità - indicherebbe cinque «macrotemi» sui quali sviluppare il confronto tra CUV e SEA. I Comuni del CUV, dopo aver potuto acquisire e discutere “numeri, obbiettivi e tempi” del masterplan propone una fase di “confronto a partire da questo punto, non può essere un orizzonte che viene presentato come un dato di fatto”, ha sostenuto Stefano Bellaria, primo cittadino di Somma Lombardo e co-firmatario insieme a Cassani, Claudio Montagnoli (Arsago), Claudio Ventimiglia (Golasecca), Leonardo Tarantino (Samarate), Angelo Bellora (Cardano al Campo), Romano Miotti (Vizzola), Filippo Gesualdi (Ferno).
In aggiunta a tale premessa in primo piano viene posto una valutazione, una analisi condivisa al fine di limitare e circoscrivere “l’inquinamento acustico, tenuto conto anche del frequente, mancato rispetto degli accordi del passato”. Procedure, tecniche operative di decollo e atterraggio dovranno essere attualizzate al masterplan e, probabilmente, alle nuove tecnologie e modalità di volo.
E’ stata illustrata la questione dell’occupazione e del personale coinvolto direttamente in SEA e nelle attività aeroportuali ed extra (cooperative, aziende, uffici, negozi e altro). Delle oltre 15mila occupate solo il 18,2 sarebbe residente nei Comuni CUV, ovvero una quota inferiore a 3mila unità.
Il CUV avrebbe anche richiesto una presenza, una rappresentanza (uditore?) nel CDA della SEA. Lalternativa potrebbe risultare l’istituzione di un Comitato Controllo Analogo, con rappresentanze condivise per analizzare e verificare un confronto preliminare su scelte e strategie operative delle progettualità dello “scalo”. In conclusione il CUV destini almeno il 5% degli utili di esercizio per opere e/o provvedimenti compensativi alle ricadute “problematiche” sul territorio circostante. In sostanza, ad esempio in relazione agli utili 2016, il 5% di 93,6 milioni/euro. In una replica sintetica apparsa sui media il Presidente SEA Pietro Modiano, avrebbe manifestato la piena disponibilità al confronto a valutare le proposte delle nove Amministrazioni per lo sviluppo di Malpensa. 20 Ottobre 2017
La notizia arriva da web internazionali. La segnalazione di birdstrike riguarda un Boeing 777-300 della PIA - Pakistan International Airlines, immatricolato AP-BID operativo sul volo PK-719 partito da Lahore (Pakistan) e con destinazione Milano Malpensa (Italy) nella giornata di sabato 29 Gennaio 2017.
Con 125 passeggeri e l'equipaggio l'aeromobile era in atterraggio intorno alla 21.57 ore locali sulla pista 35Destra di Malpensa quando ha impattato volatili. Il volo ha continuato la sequenza di atterraggio in sicurezza e si è portato al parcheggio senza altre conseguenze.
Il successivo volo PK-720 con destinazione Paris Charles de Gaulle (France) e anche il ritorno a Lahore (Pakistan) sono stati cancellati e rimandati alla giornata successiva. Dopo circa 23 ore e gli interventi di manutenzione - che non si conoscono e quindi non è possibile fornire dati sull'origine e la zona/fusoliera/ali/coda /motori dell'impatto - l'aeromobile ha potuto decollare per le due destinazioni programmate.
Come più sopra ricordato sui media locali e/o italiani l'impatto registrato e i disservizi determinati sui voli non hanno trovato spazio. La news è stata invece registrata dagli informatissimi web internazionali di incidenti aerei e database aeronautici in genere. L'interrogativo che occorre porsi, anche in questa circostanza, è
quella ricorrente: ENAC è stata informata? E' stato un birdstrike e/o un dronestrike?
L'importanza di una casistica completa e esaustiva dell'incidentalità avio risulta decisiva per le valutazioni, le stime ed il calcolo - fra l'altro del rischio terzi delle piste di Malpensa - delle curve di isorischio. 1 febbraio 2017
Sono decisive le responsabilità degli amministratori locali! La vicenda si sviluppa dal ex hub Alitalia al taglio della terza pista ad un masterplan al 2030 con 32.5 milioni di passeggeri, e alla mancanza della zonizzazione acustica.
Dopo 17 anni di tentativi solo nel febbraio del 2015 - in mezzo anche un ricorso al TAR di Casorate Sempione - la Commissione Aeroportuale aveva trovato l'accordo sullo scenario di riferimento e l'utilizzo alternato delle piste e le rotte-traiettorie di decollo.
Tuttavia dopo solo un anno eccoci di nuovo nel contenzioso tra le parti: il rumore sarebbe troppo elevato lungo certe traiettorie di decollo. Quali saranno le nuove proposte? Quanto altro tempo in discussioni infinite senza un reale confronto tra i dati di traffico e le stime acustiche in relazione al riscontro delle rete di monitoraggio di 16 centraline in aggiunta a quelle mobili di SEA.
Per dovere di cronaca storica occorre comunque partire da alcuni dati ineliminabili anche se troppo spesso trascurati e/o dimenticati: consapevolmente o meno.
Nel corso del 1999 Malpensa aveva registrato 223.340 movimenti (tra decolli e atterraggi) mentre nel 2007 aveva raggiunto il record storico di 263.584 tra arrivi e partenze. Nel corso degli anni successivi con il trasloco di Alitalia a Roma la regressione ha portato le due piste del Varesotto a movimentare nel 2015 156.642 voli, tra atterraggi e decolli. Oltre 100 mila/voli anno in meno rispetto al 2007.
Una "massa acustica" superiore ai movimenti registrati a Linate nel 2015.
Il picco dei voli e la corrispondente impronta acustica è perciò considerevolmente diminuita in relazione alla riduzione costante e progressiva del numero dei voli, alla riduzione delle emissioni sonore delle nuove generazioni dei propulsori e alle procedure e tecniche di decollo, alle procedure antirumore adottate e deliberate in sede Di Commissione Aeroportuale (tra cui l'utilizzo alternato delle piste).
Sono fatti e dati di cui i rappresentanti dei Comuni aeroportuali e i tecnici della SEA, ARPA, Regione Lombardia e ENAC sono del tutto consapevoli.
Con il varo del Piano Nazionale Aeroporti il ruolo di Malpensa è stato ridefinito e riqualificato con stime di traffico più contenuto rispetto ai 49.5 milioni con il pre-esistente hub Alitalia e aggiornato con la conseguente rinuncia alla costruzione della terza pista parallela.
Questa estate 2016 sta comunque riproponendo il contenzioso sulle rotte e sull'impatto acustico: alcune di queste sarebbero troppo rumorose. Anche se - riferiscono i media - sono troppi aerei su Somma “bassa”, un crescente numero di cittadini sarebbero sottoposti al rumore nonostante la soglia di sopportazione sia nei termini di legge, ossia 60 Lva (media logaritmica dei decibel).
Ma perché argomentare su livelli di rumore aereo sotto 60Lva e non rilevare l'assenza di una zonizzazione acustica da calare sulla classificazione acustica comunale?
In fondo è il parametro dei 60 Lva a costituire il margine, il confine tra il rumore aereo e quello restante.
Mentre lo stesso 60 Lva a definire, dalla mappa acustica aeroportuale, l'esigenza di deliberare prima in Commissione Aeroportuale e, in seguito, in ogni Comune aeroportuale l'adozione della stessa Zonizzazione.
Il DM 31-10 1997 che definisce la Metodologia di misura del rumore aeroportuale al punto 7) rileva :
"intorno aeroportuale: è il territorio circostante l'aeroporto, il cui stato dell'ambiente
è influenzato dalle attività aeroportuali, corrispondente all'area in cui il descrittore di cui all'allegato «A», punto 1, del presente decreto assume valori superiori a 60 dB(A);
Lo stesso DM 31-10-97 precisa inoltre la Caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale.
1. Le commissioni di cui all'art. 5, comma 1, del presente decreto, tenuto conto del piano regolatore aeroportuale, degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti e delle procedure antirumore adottate, definisce, nell'intorno aeroportuale, i confini delle seguenti aree di rispetto: zona A, zona B, zona C.
2. All'interno di tali zone valgono i seguenti limiti per la rumorosità prodotta dalle attività aeroportuali come definite all'art. 3, comma 1, lettera m), punto 2), della legge 26 ottobre 1995, n. 447 (5):
zona A: l'indice LVA non può superare il valore di 65 dB(A);
zona B: l'indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A);
zona C: l'indice LVA può superare il valore di 75 dB(A).
3. Al di fuori delle zone A, B e C l'indice LVA non può superare il valore di 60 dB(A).
4. Le commissioni di cui all'art. 5, comma 1, del presente decreto definiscono le zone di cui al comma 1 all'unanimità. Nel caso l'unanimità non sia raggiunta, il Ministero dei trasporti, ovvero le regioni o le province autonome, convoca un'apposita conferenza di servizi, ai sensi dell'art. 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (7), e successive modifiche ed integrazioni."
Dopo le numerose vicende di mappe acustiche, di zonizzazioni acustiche mancanti e di quelle deliberate e quelle impugnate in sede di TAR e di Consiglio di Stato l'urgenza e l'indispensabilità della Zonizzazione Acustica ha assunto una importanza e rilevanza che, purtroppo, non sembra ancora del tutto accettata.
Ecco cosa sostiene il Consiglio di Stato nella Sentenza "DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 12/03/2015" a riguardo:
"E’ pur vero che la caratterizzazione aeroportuale contempla una prima fase necessariamente tecnica e vincolata ai criteri di misurazione predeterminati dal DM 31 ottobre 1997, concretizzantesi nella rilevazione del rumore e nella trasposizione su carta topografica delle curve di isolivello.
La seconda fase dell’attività riservata alla commissione è tuttavia di diverso segno e contiene aspetti di rilevanza “strategica”. In questa seconda fase, sono infatti considerate alcune variabili fondamentali, ossia: il Piano regolatore aeroportuale, gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti, e le procedure antirumore adottate. Esse orientano e determinano vere e proprie scelte in ordine alla perimetrazione delle zone. E’ infatti evidente che le zone A B e C sono individuate - in applicazione di quanto previsto dal DM più volte citato - alla luce di un criterio, che pur facendo riferimento al livello di rumore riscontrato (LVA), utilizza, tuttavia, quale parametro, esclusivamente le soglie “massime” invalicabili, e non quelle minime (nella zona A, l'indice LVA non può superare il valore di 65 dB(A); nella zona B l'indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A), mentre nella Zona C può superarlo), ragion per cui all’interno della fascia di rumore 0/65 db, non essendo prevista una soglia minima per la zona B e C, la ripartizione del territorio - in Zona A, piuttosto che B o C - è proprio frutto di quelle scelte discrezionali e strategiche che caratterizzano la pianificazione. Non a caso una delle censure rimaste assorbite in primo grado verteva proprio sulla scelta della Commissione di non prevedere, nelle aree ricomprese nei comuni di Orio e di Grassobio, una Zona B, in favore di una zonizzazione invece caratterizzata dal susseguirsi di Zona C ed A.
Non c’è dubbio, quindi, che il Piano di zonizzazione acustica sia un vero e proprio Piano, avente - come correttamente fatto notare dal giudice di prime cure - efficacia precettiva e prevalente sulla strumentazione urbanistica comunale, in tutto e per tutto sussumibile in quegli “atti e provvedimenti di pianificazione e di programmazione comunque denominati (…) elaborati e/o adottati da un'autorità a livello nazionale, regionale o locale oppure predisposti da un'autorità per essere approvati, mediante una procedura legislativa, amministrativa o negoziale e (….) previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative”, per i quali il d.lgs. 152/2006 impone la V.A.S." 29 luglio 2016
Ancora una bonifica: sono oltre 30mila bombe in dieci anni! Sabato 5 settembre è stato ancora una volta un Dday per un aeroporto. E' toccato ancora a Malpensa dopo il recente ritrovamento dell'ennesimo ordigno bellico inesploso della II Guerra Mondiale
Stavolta è una bomba da 500 kg rinvenuta in località Bosco Vedro, nei pressi del Mulino del Pericolo, nei dintorni di Turbigo. Dopo i bombardamenti a tappeto dei velivoli delle Forze Alleate tuttavia il riscontro rimanda ad un ordigno di fabbricazione tedesca, anche se non sembrerebbero essere avvenuti sganci su un zona controllata dalle stesse Armate.
Gli interrogativi riguardanti la provenienza della bomba inesplosa - potrebbe essere uno sganciamento volontario per un aeromobile tedesco in emergenza quindi senza l'attivazione esplosiva - che è caduta - con 220 kg di detonante e 280 di contenitore - in prossimità dell'ex pista dell’aeroporto militare del Campo della Promessa, al confine tra Castano Primo e Lonate Pozzolo.
Dopo aver evacuato alcune abitazioni (150 persone coinvolte) prospicienti alla Statale 341 nella prima mattinata di sabato 5 settembre - previa cancellazione e/o posticipo di alcuni voli operanti su Malpensa e interruzione del transito dei treni l'ordigno è stato fatto brillare nel pomeriggio dal Genio Guastatori di Cremona. L'argine del Ticino era stato comunque messo in sicurezza dalla stessa squadra del Genio di Cremona. L'intervento degli artificieri del 10° Reggimento Genio guastatori di Cremona è risultato - al solito - preciso e puntuale.
Dopo l'esplosione le operazioni di volo allo scalo internazionale di Malpensa sono tornate a pieno regime alle ore 17.13. Come è noto non è la prima volta che gli artificieri hanno operato a Malpensa e su altri aeroporti del Belpaese.
Solo nel 2014, il 10° Reggimento Genio guastatori di Cremona - una delle dodici unità dell’Esercito con compiti di bonifica dei residuati bellici - avrebbe eseguito 138 interventi, bonificando 2522 ordigni di cui ben 613 bombe d’aereo. Nell'arco degli ultimi 10 anni le Unità preposte delle Forze Armate avrebbero "bonificato" almeno 30.000 ordigni inesplosi della I e II Guerra Mondiale. 11 settembre 2015
Quali soggetti hanno sottoscritto l'accordo di co-marketing? Dal prossimo dicembre Ryanair volerà anche da Malpensa, che diventerà la 15 base italiana della low cost irlandese. Le destinazioni inizialmente sono quattro, Londra Stansted (2 frequenze al giorno), Comiso (1 al giorno), Bucarest (4 voli a settimana) e Siviglia (3 a settimana).
Con questo nuovo accordo di co-marketing Ryanair insedia la 73ma base europea e la 15a base italiana con evidenti prospettive di ulteriore incremento delle quote di traffico nel Belpaese e in Europa.
La stime di passeggeri trasportati dalla low cost irlandese in Italia dovrebbe passare da 24 a 27 milioni/anno. Confermando il primato di maggior aerolinea "italiana".
Lo scenario europeo della low cost raccoglie volumi di 103 milioni di utenti al 2014 e propone target di 1 60 milioni di passeggeri e 520 aeromobili entro il 2024.
L'apporto della base di Malpensa - in relazione alle iniziali rotte - dovrebbe raggiungere la quota di 450mila passeggeri/anno con l'insediamento di ulteriori 300 posti di lavoro tra personale di terra e di volo.
Tanti utili dettagli - forniti nel corso di una conferenza stampa di lancio del nuovo scalo varesino - tuttavia non hanno avuto una corrispettivo in trasparenza per illustrare l'accordo di co-marketing - che probabilmente è - associato alle nuove rotte.
Quali sono, infatti, i soggetti territoriali - privati e pubblici e partecipate - che hanno sottoscritto gli accordi di co-marketing per la publicizzazione e il sostegno ai voli localizzati al Terminal 1 di Malpensa con la Ryanair e/o con la controllata Airport Marketing Services? Quale durata e quali investimenti sono stati impegnati per il lancio di voli di una low cost concorrenziale alla storica Easyjet insediata al - più scomodo - Terminal 2?
Il nuovo accordo strategico comunque inquadra una ulteriore una sfida aeroportuale, interna e di mercato, tra le due maggiori low cost europee: è stata consapevolmente perseguita dal management dell'hub varesino? Che controlla e/o partecipa anche nella gestione dello scalo numero tre e quattro del Belpaese: Linate e Orio al Serio. 5 settembre 2015
E', forse, solo un escamotage per usufruire di fondi per la mitigazione acustica? Dopo anni di confronti e scontri i comuni dell'intorno del sedime aeroportuale di Malpensa hanno raggiunto un accordo sulle rotte di decollo: dalle piste 17 e dalle 35.
Le contrapposizioni sulle rotte di decollo, quelle che hanno diviso i Comuni dell'est con quelli dell'ovest delle due piste, da quelli che pretendevano di decollare dalla pista di sinistra ed atterrare sulla pista 35 destra.
Anche quando era stato proposto lo scenario di mitigazione in vigore da decenni allo scalo di Londra Heathrow, decolli alternati per fasce orarie, la discussione è stata paralizzata a lungo.
Alla fine lo scenario delle rotte di decollo, in sintesi, rappresenta una sorta di equa ripartizione dei voli, del rumore e, in sostanza, del disagio. Anche se il concetto conclusivo di "equa ripartizione" è risultato un'estenuante e annosa trattativa sulle percentuali dei voli/impatto acustico che non hanno, comunque, trovato la piena soddisfazione di numerosi cittadini. Dell'est quanto dell'ovest delle piste.
La soluzione finale, tuttavia, ha potuto trovare una soluzione solo in un contesto operativo di de-hubbing Alitalia ed Ethiad, oltre che alla rinuncia e/o sospensione del masterpaln per la costruzione della terza pista parallela.
Per qualche sindaco - in sede di Commissione aeroportuale - l'accordo sottoscritto rappresenterebbe solo un punto di partenza piuttosto che un traguardo. L'equa ripartizione dei voli, l'utilizzo alternato secco delle due piste - come avviene da sempre a Heathrow - rappresenta - incomprensibilmente - ancora un traguardo.
Nel recente passato (2011) lo scontro tra i Comuni si era acuito con Casorate Sempione che era rivolto al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) per contrastare i decolli sulla radiale 040°: con i sorvoli sarebbero, infatti, incrementati gli indici acustici sul paese.
Comunque con l'apertura di una nuova radiale inoltre - così è stato sostenuto - anche la popolazione impattata dalle emissioni sonore (ma a quali livelli di Lva?) dovrebbe essere diminuita. La pista 35L (di sinistra) potrebbe essere utilizzata 60 minuti in più di quella di destra ogni due giorni: un'opzione che avrebbe convinto e rassicurato i comuni di Casorate Sempione e Arsago Seprio.
L'accordo tra i Comuni aeroportuali di Malpensa - sostiene qualche esperto - potrebbe essere stato motivato esclusivamente da un calcolo "politico" più ampio.
La conclusione dei lavori della Commissione Aeroportuale, agevolato dal presente accordo, determina l'acquisizione della zonizzazione acustica comunale e di conseguenza "libera" la disponibilità del 7% sugli investimenti di SEA che la società di gestione deve accantonare e devolvere per opere di mitigazione dell'intorno aeroportuale.
Un'iniziativa che sblocca da un lato i piani, gli interventi d'insonorizzazione delle abitazioni e degli edifici sensibili investiti da 60 Lva e oltre e, in secondo luogo, accelera l'adozione dell'imposta regionale sul rumore aereo (IRESA). 28 febbraio 2015
Controverse prospettive per le due piste del varesotto. Il raffronto con il traffico cargo di Francoforte Main, Amsterdam Schiphol, Londra Heatrow e Parigi CDG non è al momento proponibile ma la svolta di attribuire allo scalo di Malpensa un ruolo hub garco da parte di Ethiad non può non sorprendere. D'accordo che l'aeroporto di Milano Malpensa è il primo aeroporto italiano per merce trasportata, con una quota di mercato pari a circa il 50%, ma prospettare uno svolta cargo appare del tutto inattesa. Dopo anni nei quali era stato certificato il ruolo hub non solo cargo-merci ma anche passeggeri del sistema aeroportuale italiano la nuova classificazione appare del tutto immotivata.
Certo la DHL Express, leader mondiale nel trasporto espresso internazionale ha inaugurato il proprio centro smistamento Hub Internazionale DHL Express. Con le odierne 12.000 spedizioni/day - pari al 20% delle merci movimentate quotidianamente in tutta Italia, DHL Express - rafforza l'attività merci-cargo dello scalo, ma arrivare a prospettare un futuro a prevalenza cargo è del tutto fuorviante.
In questi giorni la svolta "hub cargo" sembrerebbe confermata dalla dichiarazione de Governo: "L'aereoporto terzo hub mondiale di Etihad".
L'annuncio è stato formulato dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi nel corso del'incontro "Tavolo competitività sviluppo" organizzato dalla Camera di commercio di Varese a Ville Ponti.
I primi due hub cargo sarebbero Abu Dhabi e Pechino. Il ruolo di Malpensa come terzo hub cargomondiale di Etihad è stato tuttavia registrato come una semplice operazione di marketing comunicativo: non corrispondente ai fatti. E comunque una riduzione rispetto alle aspettative di gateway internazionale con vocazione hub passeggeri del nordItalia e, magari, del'intero Paese.
La necessità di disporre di nuovi collegamenti intercontinentali, non solo cargo, e di un ruolo strategico reale ne network di raccolta e smistamento passeggeri nel contesto del - ancora atteso - Piano nazionale aeroporti.
L'equazione tra voli cargo ed una piattaforma logistica rimanda a un sistema di trasporto terrestre aviocamionato di TIR verso Malpensa con ricadute ambientali terrestri associate.
Il masterplan al 2044, la valutazione di impatto ambientale conseguente sono forse state parametrate su questo obiettivo?
Anche se una ulteriore considerazione aggiuntiva ai voli cargo rimanda all'ipotizzata riduzione del pagamento dell'addizionale sui diritti d'imbarco dei passeggeri ed ancora meno risorse finanziarie per i sindaco dell'intorno aeroportuale le preoccupazioni di un ruolo minore nel traffico passeggeri sembrerebbero confermate.
Il nuovo ruolo dell'altro scalo milanese di Linate nella strategia dell'alleanza con Ethiad e Air Berlin ed sistematico flusso di traffico passeggeri verso gli hub di Dusseldorf e Vienna e Zurigo è una realtà sconcertante per l'economia del trasporto civile-commerciale italiano. 20 febbraio 2015
Ma sono indispensabili altri approfondimenti! Se a Treviso gli esperti e il Comitato dei cittadini invocano e pretendono un'indagine epidemiologica ecco che - nella stessa giornata del 29 novembre 2014 - a Malpensa è presentata e illustrata una specifica analisi sull'ex-hub del Ticino. Ma i risultati non appaiono del tutto evidenti e consequenziali. E, forse, nonostante la perentorietà delle constatazioni, anche deludenti.
L'impatto delle attività aeroportuali sulla qualità della vita delle popolazioni residenti”, si è svolta a Busto Arsizio, nella sede dell’Università degli Studi dell’Insubria ed ha analizzato i ricoveri delle persone residenti nell’area di Malpensa: aumentati del 10% tra il 1997 e il 2006.
Le problematiche registrate sono preoccupanti e concernono l'incremento dei problemi cardiocircolatori riportate. Ma il punto discriminante è l'affidabilità dell'equazione. Sono stati davvero causati/derivati e correlato dall'impatto acustico esistente nel periodo esaminato? Sono risultati davvero riconducibili alle emissioni sonore generate dalle flotte aeree in decollo e atterraggio e/o basso sorvolo sulle piste di Malpensa?
La popolazione esaminata è quella residente in un raggio di cinque chilometri dalle piste e le considerazioni che stiamo ponendo rimandano a interrogativi che potranno essere risolti solo con la piena disponibilità dell'indagine dell’Università degli Studi dell’Insubria. Se è verosimile che il rumore aereo faccia male al cuore - come titolano i media locali - è indispensabile conoscere quale corrispondenza esista tra i livelli del rumore registrati e reali. Nell'arco temporale 1007-2006 analizzato quali erano i valori di decibel e/o di Lva nelle zone abitate dal campione di cittadini esaminato?
Quando - scrivono ancora i media locali - viene riferito che le evidenze scientifiche riportano come l'impatto sanitario degli aeroporti risulti correlato al disagio/disturbi/molestia da rumore piuttosto che dall'inquinamento dell'aria, a fronte della sentenza Quintavalle, non occorre forse interrogarsi su quale possa essere la realtà oggettiva?
La relazione presentata sostiene anche come la mortalità nei Comuni circostanti a Malpensa, differentemente dagli indici della provincia, il rischio di mortalità sia riconducibile in prevalenza a malattie cardiovascolari, (+3%), quando l'incidenza delle malattie respiratorie risulti inferiore (-9%) e la causa del rumore aereo, pur indicata, non risulta materialmente correlata.
Quali sono stati gli indici acustici nelle zone indagate? Qualora l'impatto acustico stimato, registrato e monitorato risulti inferiore a 60Lva e magari sia anche diminuito nel corso degli anni quale validità potrebbe avere l'indagine epidemiologica illustrata? Aerohabitat è interessata ad analizzare la correlazione tra riscontri acustici - altre considerazioni potrebbero riguardare la normativa nazionale che designa l'indice 60Lva come limite del disagio dei cittadini dell'intorno aeroportuale - e danni alla salute al fine di comprendere realisticamente le ricadute effettive dell'infrastruttura aeroportuale.
Probabilmente sono analisi e riscontri che necessitano di ulteriori approfondimenti e appare indispensabile d inevitabile che abbia seguito la proposta del dottor Fabrizio Bianchi, responsabile dell’UO Epidemiologia ambientale, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR di valutare un nuovo strumento per la valutazione degli effetti sulla salute di azioni, progetti o specifici avvenimenti: la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS): strumento per la elaborazione del rischio per la salute dei cittadini sottoposti a pressioni ambientali. 4 dicembre 2014
Dopo lo Sheraton ecco il MoxyMilano al Terminal 2! Lunedì 1 settembre è stato inaugurato il secondo hotel localizzato nel sedime aeroportuale dello scalo di Milano Malpensa. Sono le 162 camere del Moxy - stavolta annesso al Terminal 2 - che si aggiungono alle 433 camere dello Sheraton inaugurato nel gennaio 2011 e prospiciente il Terminal 1 dello scalo della Brughiera.
Perché parlarne? Non solo per argomentare sulla nuova offerta alberghiera Moxy Milano, della catena del Marriott che propone una sorta di proposta low cost. Concorrenziale con lo Sheraton e sopratutto con i restanti alberghi costruiti ed insediati all'esterno del sedime aeroportuale: nei comuni aeroportuali dell'intorno e che scontano una crisi senza precedenti. Per il de-hubbing - riduzione dei voli e dei volumi di traffico passeggeri - degli ultimi anni e per la maggior distanza dai gate di partenza dei voli.
Certo l'offerta del Moxy è estremamente vantaggiosa: con costi/notte che al momento sono di 55 euro con TV e WF gratuito e potrebbe accentuare la crisi del sistema alberghiero localizzato all'esterno del sedime aeroportuale ma quello che Aerohabitat rileva è la relazione tra i due hotel più vicini alle piste di volo ed il Piano di rischio per incidente aereo adottato da ENAC.
Se, infatti, i lavori per la costruzione dello Sheraton Malpensa Airport Hotel erano stati avviati quanto non era stata (probabilmente?) ancora completata la revisione del Codice di Navigazione che aggiornava gli att. 707 e 715, l'autorizzazione del Moxy è risultata successiva.
Ma la domanda da porsi è la seguente: lo Sheraton Malpensa Airport Hotel, che ha ritardato comunque la sua apertura di 12 mesi ed il cui costo sarebbe stato di circa 60 milioni di euro avrebbe potuto essere autorizzato e costruito se l’edificio principale con accesso diretto al Terminal 1 non fosse stato interno al sedime dello scalo? La distanza dalla pista 35 Sinistra sarebbe stata compatibile con le restrizioni previste in zona D?
La stessa questione vale quindi per la localizzazione del Moxy: la distanza dalla pista 35 destra, qualora fosse risultata esterna al recinto del sedime sarebbe risultata compatibile con le zone A e/o C e D del Piano di rischio?
A riguardo è utile ricordare le limitazioni coerenti con il Piano di rischio per incidente aereo adottato da ENAC e precisamente:
"Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.
§ Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
§ Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc." . 3 settembre 2014
Stavolta un proiettile, di soli 10kg, è stato fatto brillare. La messa in sicurezza degli scali!
Il cantiere del prolungamento ferroviario ha dato alla luce ancora una bomba inesplosa. Per chi sostiene che i sedimi aeroportuali già ex aerobasi del secondo conflitto sono una sorta di campi minati tra ordigni inesplosi, bombe d'aereo ed affini potrebbe non avere torto. Sopratutto quando gli aeroporti non sono stati oggetto di una sistematica bonifica.
Stavolta era solo un proiettile di artiglieria di 88 millimetri ma per disinnescarlo e bonificarlo è stato chiamato il Genio Guastatori di Cremona. L'esplosione non ha prodotto altro che il solito frastuono in una zona che era stata adeguatamente delimitata ed evacuata.
L'intervento è avvenuto nella prima mattinata, l'operazione iniziata alle ore nove è stata completata - con successo - alle 11.40. Con gli esperti genieri l'area è stata bonificata anche con l'aiuto di volontari.
L'equazione ordigni inesplosi e bonifica dei sedimi aeroportuali si ripropone, quasi, quotidianamente in ogni sedime di ex aerobasi militari. Ovvero nella quasi totalità degli scali aerei del Belpaese.
La chiusura dell'aeroporto Amedeo d'Aosta di Gorizia, al momento è il primo caso italiano. La prima ordinanza ENAC di blocco dell'attività aerea ed accesso al sedime in attesa della rimozione degli ordigni e bonifica dell'area interessata.
Le bombe/ordigni scoperti a Malpensa riguardano il solo cantiere coinvolto dal tracciato ferroviario mentre delle restante sedime non risultano piani di bonifica.
Possibile che ENAC non abbia ancora disposto una sistematica mappatura/prospezione/sondaggio del sottosuolo di tutti gli scali del Belpaese? La messa in sicurezza dei terreni aeroportuali non dovrebbe diventare una priorità ed una emergenza anche negli aeroporti che non si chiamino Gorizia? 28 agosto 2014
Una opera limitata ma del costo di 31 milioni di euro! La lunga storia che associa i sedimi aeroportuali operativi all'epoca della seconda Guerra Mondiale e che continuano attività aerea - civile commerciale e militare - non è ancora conclusa. Anzi, probabilmente, è in una fase ancora iniziale: di presenza di consapevolezza del fenomeno. Di una situazione che deve essere ancora risolta nella maggioranza degli scali aerei-aerobasi del Belpaese.
Quanti sono, infatti, i sedimi aeroportuali che non hanno subito bombardamenti e/o spezzonamenti nel corso del 1940- 1945? Quante decine di migliaia di bombe sono state scaricate nell'intorno delle piste di volo? Quanti quintali e/o tonnellate di ordigni/bome inesplose sono ancora sotto il suolo? vengono solitamente alla luce, scoperchiate solo nel corso di scavi entro il sedime aeroportuale. Le circostanze sono le solite: cantieri aperti con scavi per l'allungamento delle piste, allargamento dei piazzali, rifacimento del sottosuolo della superficie asfaltata/cementata o per opere di canalizzazione, di fognature e/o risistemazione delle opere idrauliche e/o drenaggi per acque piovane per lavaggio delle piste da liquidi pulenti e sghiaccianti.
Una sistematica pianificazione di bonifica dagli ordigni - per quanto a conoscenza di Aerohabitat - è stata realizzata solo per il recupero della ex aerobase di Dal Molin di Vicenza: con costi elevatissimi (almeno 2.5 milioni di euro) per la messa in sicurezza dell'intero sedime.
Non risulta ancora che qualche scalo civile/commerciale ad esempio abbia predisposto un sondaggio, una verifica con sistemi radar di superficie per l'esistenza di ordigni - eventualmente - a rischio per le attività aeroportuale in superficie.
Aerohabitat ha regolarmente dato conto dei ritrovamenti su numerosi scali, probabilmente, sulla totalità di questi ed il sito www.aerohabitat.eu e www.aerohabitat.org lo hanno registrato.
Diamo ora conto che anche Malpensa, in occasione del cantiere per il tracciato del futuro tratto ferroviario tra il Terminal T1 e il Terminal T2 di una lunghezza di 3.4 chilometri.
Sono stati, infatti, pianificati preliminari lavori di bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici per poter insediare la nuova linea ferroviaria. L'operazione sembrerebbe prevedere lo scavo di circa un metro sotto il suolo per la ricerca di materiali metallici. La prospezione del terreno dovrebbe anche identificare eventuali resti archeologici da verificare con la Sopraintendenza
Per il carotaggio del solo ferroviario percorso sarebbero stati stanziati 31 milioni di euro in rapporto ad un costo dell'opera con una nuova aerostazione al T 2 di circa 115 milioni di euro sostenuti tra Unione Europea, Governo e SEA.
La questione e messa in sicurezza dagli ordigni inesplosi, risolto e bonificato il tracciato ferroviario, potrebbe tuttavia riproporsi per il restante sedime. 18 agosto 2014
Se il Parco del Ticino è "devastazione ambientale" quali sono state le ricadute sulla popolazione? E' una inevitabile considerazione che coinvolge non solo l'intorno di Malpensa e che dovrebbe porre altrettanti interrogativi sugli scali aerei del Belpaese (civili/commerciali e aerobasi militari) - di determinate dimensioni - e sulla comunità dei cittadini e dell'ambiente (fauna e flora) insediata nei pressi delle piste di volo e delle traiettorie di atterraggio e di decollo.
Nel caso "Quintavalle" tuttavia la responsabilità dell'inquinamento, ovvero per la «devastazione ambientale» provocata all'area del Parco del Ticino di proprietà del ricorrente e ritenuta causata dai decolli e atterraggi.
La sentenza della Cassazione arriva dopo quindici anni giudici hanno stimato un danno di circa 8 milioni: la distruzione e la devastazione della vegetazione e alla ripercussioni negative sulla fauna nei 400 ettari della «Brughiera del Dosso». E' stata invece cancellata la sanzioni di 2 milioni di euro inizialmente assegnata alla SEA: società esercente dello scalo. Perché?
E adesso?
Quali saranno le ripercussioni in altri aeroporti e aerobasi?
I cittadini isolati ed i comitati insediati in prossimità delle piste di volo potranno agevolmente inoltrare ricorsi e denunce senza incontrare tante avversità e tanti costi?
Gli effetti nocivi riscontrati dalle perizie di parte a Cascina Tre Pini nel Parco del Ticino, area nella quale sarebbero stati contaminati 100mila alberi per la presenza - a livelli superiori ai limiti consentiti - di ossidi di azoto e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), sostanze derivanti da combustioni incomplete di idrocarburi potranno essere replicati in altri contesti aeroportuali?
Probabilmente sarebbe interessante disporre anche di una perizia sugli effetti collaterali sulla popolazione. 10 luglio 2014
Senza provvedimenti speciali scatterà il pronunciamento della stessa UE, la questione, tuttavia, va estesa anche ai restanti scali. Da un lato pende la pronuncia della Corte di Cassazione,dall'altro è la Commissione europea che intima un ultimatum alla Regione Lombardia e al ministero dell'Ambiente: in 60 giorni occorre predisporre misure utili a ridurre e contenere l'impatto ambientale generato dall'infrastruttura aeroportuale di Malpensa.
In discussione - ma sono passati oltre 10 anni - è sempre la cosiddetta sentenza Quintavalle. Il caso dei 200 ettari di Brughiera del Dosso, localizzati nel Parco del Ticino, e lo scenario di 100 mila alberi contaminati e morti come conseguenza delle emissioni atmosferiche della zona. Si sono scontrate perizie che attribuiscono le cause e responsabilità all'aeroporto ed altre che identificano un contesto ambientale di criticità che partendo dallo scalo si allargano all'intero territorio ed insediamento antropico circostante.
La denuncia di Quintavalle risale al 1999 e le perizie e analisi presentate sono state accolte dalla magistratura attribuendo la colpa agli scarichi dei propulsori delle flotte aeree operative a Malpensa. La sentenza di primo e secondo grado hanno identificato nella SEA e nel ministero dei Trasporti i responsabili condannandoli ad un risarcimento di circa 8 milioni di euro.
In attesa della sentenza della Corte di Cassazione la nota della Commissione Europea è successiva all'accusa del luglio 2012: l'Italia non avrebbe adottato iniziative ed interventi per fronteggiare il degrado ambientale della zona del Parco del Ticino adiacente alle piste di volo di Malpensa.
Probabilmente è una storia che sarà discussa di fronte alla Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo.
Un interrogativo deve essere comunque posto.
Il sistema aeroportuale del Belpaese si trova dinnanzi ad un caso isolato o altri scali stanno o hanno determinato una situazione ambientale fuori controllo? Le analisi e perizie delle emissioni atmosferiche generate dalle piste di volo e dalle attività antropiche di prossimità hanno adeguatamente verificato l'impatto reale esistente e quello stimato in relazione al potenziamento del traffico associato al prossimo Piano Nazionale Aeroporti al 2030? 24 aprile 2014
E' un parametro di riferimento per altri scali italiani? Anche militari? Quella che ha riguardato i comuni di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno, municipi di sedime aeroportuale di Malpensa, era stato avviata ancora nel 2001.
All'epoca l'operazione che in massima parte ha riguardato la frazione Case Nuove ha interessato 289 caseggiati. Di questi 277 erano occupati da cittadini residenti mentre i restanti 12 risultavano edifici non residenziali ed il costo sostenuto è stato pari a 88.2 milioni di euro.
Nel corso del secondo bando per la delocalizzazione del 2007 l'operazione si è estesa ad ulteriori 266 unità abitativa delle quali 257 residenziali e 9 di altro genere per una somma ulteriori pari a 91 milioni di euro.
Dopo aver quasi completato la delocalizzazione degli abitanti - un esiguo numero di cittadini novantenni ha manifestato l'esigenza di non abbandonare le case di proprietà proseguendo la loro esistenza nonostante il vasto e costante effetto collaterale aeroportuale - si attendono ancora le ruspe.
A questa somma dovrà essere aggiunta quella stanziata ancora una volta dalla Regione Lombardia, pari a quattro (iniziali?) milioni di euro per la demolizione di tutti i caseggiati.
Probabilmente la fase successive di bonifica dei terreni, suolo e sottosuolo, andrà ancora a gravare sulla stessa Regione Lombardia,, prima della nuova destinazione d'uso.
Sarà speculativa?
Questo quadro dei costi potrebbe costituire uno standard delle spese che anche altri scali del BelPaese dovranno sostenere per salvaguardare la qualità di vita dei cittadini che risiedono a ridosso dei recinti aeroportuali? Dopo i 44 caseggiati confinanti con il parcheggio aeromobili del Galileo Galilei di Pisa a chi toccherà? 16 aprile 2014
In discussione la terza pista, l'allargamento del sedime e il potenziamento dello scalo.
Sono numerosi i parlamentari che hanno sottoscritto la seguente interrogazione a risposta scritta. Prima firmataria la deputata CIMBRO Eleonora
testo di Mercoledì 19 febbraio 2014, seduta n. 176
IMBRO, SENALDI, GADDA, SIMONI, TARANTO, BONAFÈ, DANIELE FARINA, FAVA, KRONBICHLER, LACQUANITI, FRANCO BORDO, LAFORGIA, BIFFONI, GIANNI FARINA, MARANTELLI, STUMPO, AIELLO, NARDI, PLACIDO, VERINI, ANDREA ROMANO, RABINO, ASCANI, BOSCO, GAROFALO, MICCOLI, BENAMATI, GIULIANI, PARIS, VENITTELLI, BASSO, TINO IANNUZZI, IMPEGNO, MARAZZITI, MARIANO, DI GIOIA, GUTGELD, CAUSI, GIUDITTA PINI, BERLINGHIERI, MAURI, SCUVERA e TARTAGLIONE.
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Per sapere – premesso che:
in data 16 maggio 2011 l'ENAC ha presentato, ai sensi dell'articolo 23 e seguenti del decreto legislativo 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale per il Nuovo master plan dell'aeroporto di Milano Malpensa;
gli interventi previsti sono: ampliamento del sedime aeroportuale; potenziamento del sistema infrastrutturale dell'aeroporto mediante la realizzazione di una terza pista; ampliamento e riconfigurazione delle aree terminali dedicate al trasporto commerciale sia sul lato airside che landside in funzione delle previsioni di crescita; ampliamento dell'area dedicata al trattamento merci e realizzazione di un «parco logistico» di supporto all'intero contesto territoriale; razionalizzazione e potenziamento delle attività complementari al trasporto aereo;
a progetto già depositato, SEA ha provveduto a integrare lo studio di impatto ambientale in data 20 giugno 2012 con delle «Integrazioni volontarie», e il 30 novembre 2012 con dei «chiarimenti» a seguito del contraddittorio tra le parti, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, avvenuto il 18 settembre 2012;
ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni sono state inviate osservazioni contenenti 1054 argomenti di contrarietà al progetto sottoscritte da cittadini, associazioni e comitati;
numerose delibere di contrarietà sono state espresse dall'assemblea del parco del Ticino e da numerosi enti locali del territorio;
le previsioni di traffico presentate da SEA come unica motivazione dell'ampliamento dell'aeroporto sono secondo gli interpellanti palesemente sovrastimate. Tali previsioni sono, allo stato, smentite dai dati reali; attualmente l'Aeroporto di Malpensa sta lavorando al 50 per cento delle proprie potenzialità: i dati di traffico su cui si basa il master plan di Malpensa sono obsoleti in quanto lo scenario alla base del master plan stesso è antecedente l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia; in questi anni il traffico a Malpensa è crollato da 24 milioni di passeggeri del 2007 a meno di 18 milioni del 2013; le previsioni di SEA pubblicate nel 2011 si sono dimostrate errate e non realistiche; SEA prevedeva per il 2012 un aumento di +5,6 per cento (movimenti) e +4,6 per cento (passeggeri) e invece si è registrato a -8,4 per cento (movimenti) e -4 per cento (passeggeri); SEA prevedeva per il 2013 un aumento di +5,2 per cento (movimenti) e +4,6 per cento (passeggeri) ed invece si è registrato a -6,1 per cento (movimenti) e -3,5 per cento (passeggeri). (Dati gennaio-novembre 2013, i dati ufficiali di dicembre 2013 non sono ancora stati pubblicati);
ad oggi, l'unico parere positivo al progetto di espansione denominato «Nuovo Master Plan Aeroportuale dell'aeroporto di Milano Malpensa», è stato deliberato da regione Lombardia con d. giunta regionale n. X/13 del 3 aprile 2013;
la comunità del parco Ticino formata da 47 comuni e 3 province ha all'unanimità deliberato con propria delibera n. 12 del 21 giugno 2013 di richiedere la revisione della delibera regionale X/13 con la quale regione Lombardia ha espresso il proprio parere nei confronti del master plan di Malpensa;
l'area interessata dall'ampliamento del sedime aeroportuale è una zona naturalisticamente importante sia per la presenza di habitat di interesse comunitario (4030 Lande secche europee ossia brughiere, 6510 Praterie magre, 9160 Querceti di Farnia, 9190 Querceti acidofili con Quercus Robur), sia per la presenza di numerose specie animali tutelati e protetti da apposite direttive come la direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
in relazione alla situazione di danno ambientale del SIC Brughiera del Dosso IT2010012, causato dal sorvolo degli aerei in decollo dall'aeroporto di Malpensa, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per violazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche («direttiva habitat»), con l'invio di una lettera di messa in mora all'Italia in data 22 giugno 2012 (Riferimento procedura n. 2012/4096);
la presenza di habitat di interesse comunitario e di popolazioni significative di specie di interesse comunitario hanno portato in data 25 ottobre 2011 il Parco Ticino a inoltrare richiesta ufficiale a regione Lombardia, e per conoscenza al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e all'Unione europea, per l'istituzione di un nuovo sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale denominato «Brughiere di Malpensa e di Lonate»;
tale richiesta è stata recentemente supportata dall'aggiornamento, così come richiesto da regione Lombardia, degli studi del parco Ticino datato Novembre 2013, che riconosce oltre ogni dubbio la valenza europea della zona denominata «Brughiere di Malpensa e di Lonate» tale da rendere «dovuto» il riconoscimento SIC/ZPS della stessa;
il riconoscimento SIC/ZPS dell'area denominata «Brughiere di Malpensa e di Lonate» potrebbe generare un effetto compensazione tale da portare alla chiusura della procedura di infrazione n. 2012/4096 attualmente aperta per il SIC Brughiera del Dosso;
in data 29 marzo 2013, ENAC, a seguito di vari incontri tenutisi con il gruppo istruttore della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (CTVA), ha chiesto una sospensione di nove mesi del procedimento di valutazione di impatto ambientale, al fine di approfondire e risolvere le problematiche progettuali legate allo sviluppo del quadro infrastrutturale della macro-area di riferimento e che la DVA con nota dell'11 aprile 2013 ha concesso la sospensione del procedimento valutazione di impatto ambientale;
con nota del 30 dicembre 2013 ENAC ha richiesto un'ulteriore proroga di sei mesi e al momento la DVA sta predisponendo una risposta in merito, in cui chiedere motivazioni più specifiche sulla richiesta di proroga, in quanto non sufficientemente motivata e seguente ad una serie di svariate integrazioni già presentate dal proponente nel corso degli anni –:
quali siano gli intendimenti del Ministro interpellato riguardo alle continue e non consuete proroghe della procedura di valutazione di impatto ambientale anche in relazione alle numerose osservazioni di contrarietà espresse dal territorio e certamente in buona parte condivise dalla commissione tecnica VIA/VAS;
quali siano gli intendimenti del Ministro interpellato riguardo agli aspetti scientifici e biologici relativi alla perdita di una zona naturalisticamente importante tanto da essere considerato ad oggi un possibile sito di interesse comunitario, sapendo inoltre che la conseguenza di questa perdita potrebbe portare ad una nuova procedura di infrazione da parte della Comunità europea. 22 marzo 2014
E' stato ricoverato in psichiatria! Sembrerebbe una notizia inventata per quanto appare strampalata. Possibile che il fastidioso e noioso rumore aereo, ancorché continuo e costante, come può accadere su uno scalo come Malpensa che peraltro registra un impatto acustico ridotto rispetto ad anni addietro quando il traffico aereo era doppio rispetto a quello odierno. Quello raccontato dai media locali invece corrisponde alla realtà. E' quanto è accaduto domenica 5 gennaio 2014 al Terminal 1 della Malpensa.
L'autore è un giovane di 36 anni residente a Robecchetto. Un comune di circa cinquemila persone nel Castanese in provincia di Milano. Una comunità che ha da poco completato una raccolta firme contro il progetto della 3° pista di Malpensa.
Il giovane palesemente alterato, riportano i media, sarebbe stato ricoverato in una sezione psichiatrica e sottoposto a trattamento sanitario.
Avrebbe sostenuto l'idea di sfondare un ingresso del terminal 1 come protesta contro il rumore aereo e l'impossibilità di sopportare il fastidioso rumore aereo dei sorvoli che renderebbero impossibile anche il sonno quotidiano. Esasperato e con l'intenzione di parlare con il capo dello scalo. Il giovane è uno dei tanti ex abitanti di Case Nuove in seguito delocalizzato a Robecchetto. La protesta si è materializzata intorno alle otto del mattino: alla guida di una Golf Volkswagen ha raggiunto l'entrata 16 del Terminal 1 di Malpensa ed ha tentato, inutilmente, di sfondare.
La cronaca del 2011 annota come lo stesso Terminal 1 aveva sopportato l'intrusione di un SUV. Dopo il furto del mezzo un tunisino aveva, come un ariete, sfondato una vetrata ma era stato bloccato da un agente. Se l'incidente del 2011 era annoverato tra le proteste sconclusionate del tutto avulse dall'impatto degli aerei e dall'invasività di un aeroporto con il territorio e la comunità circostante, quello accaduto domenica 5 gennaio rappresenta, il primo atto di caso di disapprovazione, di malcontento, di una gesto individuale del tutto irrazionale compiuto da una persona delocalizzata per "rumore aereo". 13 gennaio 2014
L'effetto collaterale della pista 35 sinistra non è ancora completato!
Per la storia i numeri sono i seguenti: gli edifici delocalizzati sono stati 549, 56 nel comune di Ferno, 355 a Lonate Pozzolo e 138 a Somma Lombardo. Erano caseggiati costruiti nel tempo, quando l'aeroporto della Malpensa volava, prevalentemente sulla pista 35 destra. La pista di sinistra era corta, praticamente inutilizzata, se non per, occasionale, traffico di aviazione generale.
Il progetto Malpensa 200 e l'estensione della pista 355 sinistra ha, di fatto, reso illegali i residenti di Case Nuove nei comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo. Dopo aver verificato valori di decibel superiori a 65 Lva, scoperchiamento di tetti, prima ancora dell'adozione del piano di rischio per incidente aereo (susseguente all'incidente di Linate 2001 e legge dal 2006) è scattata l'operazione trasloco dei residenti. In fuga dal rumore dei jet tutto è iniziato nel 1999.
Dopo la delocalizzazione, il trasferimento delle famiglie ecco il degrado con l'abbandono delle case divenute fantasma. Senza alcuna sorveglianza e controllo il degrado urbano e sociale e talvolta l'occupazione abusiva, negli anni, l'attesa delle demolizioni era diventato un traguardo. Una soluzione.
In questo mese di gennaio la Regione Lombardia ha stanziato i primi 4milioni di euro per attivare la gara d’appalto per la demolizione delle case delocalizzate.
In seguito l'area dovrà essere sottoposta ad a un progetto di completa riqualificazione, con parchi e zone tematiche di mitigazione e compensazione ambientale.
Quanto sarà, alla fine, costata, l'intera operazione di costruzione allungamento della pista, delocalizzazione, demolizione e riqualificazione ambientale/territoriale? Possibile che i progetti aeroportuali italiani, siano essi maggiori o minori, non vengano preliminarmente valutati e verificati nei costi/benefici? 4 gennaio 2014
Sono passati due anni con meno voli e rumore, ancora in attesa della mitigazione. Secondo qualche esponente della SEA il mancato pronunciamento del TAR non agevola gli interventi di mitigazione già programmati. La convinzione che lo scenario di riferimento dei decolli dalle piste 35 destra e sinistra non sia stato ufficialmente promulgato, dopo il completamento della fase di sperimentazione, avrebbe congelato la situazione.
In discussione, tuttavia, sarebbe in maniera esclusiva la rotta/radiale 040 per i decolli dalla pista 35 destra.
Una situazione alquanto contraddittoria e che rimanda alla comparazione tra gli scenari di decollo storici, da entrambe le piste, alla realtà acustica registrata (ma anche percepita) dalle popolazione investite dai sorvoli. Le popolazioni post a nord, all'est e all'ovest dei decolli stanno registrando indici acustici ben inferiori a quelli trascorsi. Effetto delle nuove rotte o un risultato esclusivo dell'dehubbing Alitalia?
Un risultato diretto delle netta diminuzione dei voli, della rottamazione e/o rinuncia della flotta MD 80 Alitalia, del drastico taglio dei voli Boeing 747 ed equivalenti. E' questo il punto.
Possibile che il contenimento dell'impatto acustico sia avvenuto su tutte le rotte con l'esclusione della rotta 040? Certo su questa radiale il numero dei voli è incrementato nettamente. Ma con aeromobili bigetto o biturbo con elevati ratei di salita e quindi con indici di emissioni sonore contenuti.
Sgomenta comunque anche rilevare una eterna focalizzazione dei cittadini e degli amministratori locali: focalizzare e adirarsi per aeromobili in sorvolo, anche a quote diversificate, spesso con indici di rumorosità poco significativi, e trascurare invece, in special modo per i Comuni di sedime, l'incidenza delle emissioni sonore generate dagli aerei a terra. Un riscontro che, in sede di commissione aeroportuale, potrebbe riverificare la mappe acustiche a tutela delle popolazioni.
Ma sono stramberie che possono manifestarsi quando manca il supporto tecnico aeronautico in sede di validazione delle mappe e impronte acustiche aeroportuali.
Il ricorso al TAR di Casorate Sempione è tuttavia solo uno dei problemi aperti. Probabilmente, al momento, è il meno "sentito" dalla popolazione interessata e dagli amministratori locali. Oltre che dalla SEA.
SEA Handling, la perdita dei posti lavoro, la cassa integrazione, la prospettiva aviation e quella nonaviation (alberghi, negozi, commerci, attività di supporto al volo) ha coinvolto l'intera popolazione.
Il congelamento della Valutazione di Impatto Ambientale, il masterplan con lo scenario di terza pista sempre incombente rappresentano urgenze senza una immediata e tranquillizzante risposta.
Il nuovo management SEA potrà identificare la policy indispensabile a valutare le numerose questioni aperte e, ancora, irrisolte? E forse mai affrontate con adeguato convincimento ed efficacia? 2 agosto 2013
Tutto nel rispetto del Piano di Rischio! Non bastava lo Sheraton posizionato di fronte al Terminal 1 di Malpensa, con una disponibilità di 433 camere e 30 sale di servizio. L'offerta alberghiera a ridosso delle piste di voli si allarga con l'accordo tra SEA e la società Inter Hospitality per una struttura di 150 camere nei pressidel Terminal 2 dell'aeroporto di Malpensa.Sarà operativo nella primavera del 2014.
La notizia non viene accolta con entusiasmo dai numerosi alberghi localizzati nell'intorno. Quelli che hanno ottenuto le concessioni edilizie dai Municipi di sedime e attigui allo spazio gestiti dalla SEA di Milano. I Sindaci del circondario, legittimamente, non sono si esaltano per le iniziative del gestore aeroportuale.
Gli incassi comunali si riducono e gli stessi alberghi esistenti, da tempo in crisi per il dehubbing e calo di traffico, denunciano sofferenze profonde. I due aeroporti di sedime di scalo non potranno che acuire lo stato di crisi di clientela. Se lo Sheraton è albergo di cinque stelle quello al Terminal 2 sarà di tre stelle e catturerà clientela/passeggeri low cost avvantaggiati dalla ridottissima distanza dalle aerostazioni. Dai check-in e sopratutto dalle piste.
Ecco il punto che occorre evidenziare.
La loro localizzazione, vale per entrambi gli alberghi, come si integra con il Piano di Rischio per incidente aereo? Ovviamente sembrerebbe tutto a norma. Le autorizzazioni ENAC sono risultate congrue ed inevitabili. Ma c'è un interrogativo da porsi.
Gli amministratori dei Comuni, probabilmente, non avrebbero potuto autorizzare concessioni "alberghiere", ed anche per stadi e magari per centri commerciali, perché vincolati dalle restrizioni edificatorie inerenti le zone A, B, C e D. Ecco il riscontro conclusivo: possibile che nessuno colga una qualche incongruenza normativa innanzitutto, ma sopratutto applicativa.
"Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.
§ Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
§ Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc." 15 giugno 2013
Attivato un inusuale procedimento: è regolare? La notizia è di qualche giorno addietro e mantiene una straordinaria operazione nell'attuazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale prevista dalle UE. E' regolare? Se l'intenzione del Ministero dell’Ambiente di emanare un parere negativo sulla compatibilità ambientale del Master Plan di Malpensa è stata davvero stoppata da ENAC con una richiesta di congelamento in attesa di approfondimenti e verifiche dettagliate quale è l'effettiva ragione? Possibile sia la localizzazione della terza pista? Non potrebbe invece riguardare altro?
Che dire, ad esempio, di qualche edificazione dentro, ai limiti o esterna al sedime dello scalo?
Certo i comitati e gli ambientalisti esultano per il blocco e si augurano il definitivo stop a qualsivoglia ampliamento e/o potenziamento dell'aeroporto e dell'attività aerea, ma occorre allargare l'analisi su altre questioni. magari extra eco-ambientali in senso stretto.
La supposta analisi del Ministero dell'Ambiente, sintetizzata in una relazione preliminare della Commissione Tecnica, verrebbe comunque correlata ad una infrazione europea della stessa VIA e derivata dalle osservazioni al Masterplan presentate dai Comuni, dagli ambientalisti, dai cittadini e dai Comitati. Qualcuno, addirittura, sostiene il casus belli nella salvaguardia della brughiera e nella protezione di una specie rarissima di una farfalla in estinzione. Con la sentenza Quintavalle, comunque, sempre pendente.
In attesa di capirne di più sorge, in parallelo, l'esito del piano di finanziamenti ed investimenti autorizzato da ENAC e Governo con la sottoscrizione dell'Accordo di programma e l'incremento delle tariffe aeroportuali. Il parere negativo della VIA del Ministero dell'Ambiente non bloccherebbe di fatto il rialzo tariffario?
L'operazione in corso prefigura innanzi tutto una decisione sicuramente irrituale, in secondo luogo non identifica la reale questione. L'effettivo impedimento alla rapida adozione della Valutazione di Impatto Ambientale non potrebbe essere gli interrogativi sorti in relazione ad una qualche edificazione nel rispetto dell'art. 707 e 715 del codice della navigazione? 18 aprile 2013
E', forse, un riscontro che si contrappone alla sentenza Quintavalle? Nella "Prima conclusione" del Rapporto Arpa Lombardia dello scorso 23 marzo non ammette interrogativi. Si legge, infatti, "non sono stati rilevati impatti significativi sulle concentrazioni di microinquinanti direttamente o indirettamente connessi alle emissioni legate alle attività aeroportuali".
Cosa accadrà adesso? Quali ripercussioni si avranno sulla sentenza di Cassazione relativo alla vertenza Quintavalle? Ricordiamo come a seguito della moria di 110 mila alberi e l'ipotesi che siano/fossero i residui incombusti dei carburanti avio dei voli su Malpensa. con le due sentenze (avverse a SEA e Ministero dei Trasporti) con la sentenza di primo grado del 2008 e quella di Appello del 2011 con il risarcimento di 5 milioni, quindi di otto milioni alla SEA, questo Rapporto ARPA Lombardia propone un quadro di inquinati del tutto relativo e nei limiti.
Chi inquina allora il Parco del Ticino?
Le conclusioni finali del Report ARPA Lombardia segnalano:
"Non sono stati rilevati impatti significativi sulle concentrazioni di microinquinanti direttamente o indirettamente connessi alle emissioni legate alle attività aeroportuali.
Sono stati individuati legami con le emissioni da traffico veicolare o da combustione di legna, analogamente a quanto accade in altre parti del territorio regionale, variabili in funzione delle stazioni e della stagione.
Nonostante le basse concentrazioni, i dati raccolti sono stati elaborati con tecniche varie: ancora non è emerso alcun comportamento attribuibile alle attività aeroportuali.
Le emissioni aeroportuali si «mescolano» alle emissioni tipiche presenti nell'area".
E ancora:
"Sulla base della molteplicità dei dati raccolti nel corso degli anni è possibile effettuare una valutazione sintetica della QA: pur essendo l'aeroporto una sorgente emissiva importante, non risulta nell'intorno una differenziazione sensibile dello stato di QA rispetto ad altre aree del territorio provinciale. I comuni del sedime aeroportuale sono tutti collocati in zona A (DGR 2065/2011).
A seguito dell'incontro del 5 aprile 2011 tra ARPA e i comuni del Consorzio Urbanistico Volontario (CUV), circostanti l'aeroporto di Malpensa, è stato proposto un monitoraggio della Qualità dell'aria intensivo (emissione del 29 luglio 2011). Scopo del monitoraggio intensivo: valutazione della possibile presenza in atmosfera di sostanze potenzialmente pericolose per la salute non limitate agli inquinanti normalmente rilevati nelle stazioni della rete di rilevamento."
Cosa dire?
Certo, non conosciamo i criteri con cui ARPA Lombardia ha elaborato il suo studio. Se risultato di un monitoraggio puntuale ma temporaneo e/o frutto di un modello matematico che ha valutato tutti i parametri indispensabili. Quindi anche le conclusioni dell'ARPA - almeno per Aerohabitat- dovrebbero essere verificate con strumenti idonei.
In fondo altre analisi descrivono come la mortalità per malattie respiratorie intorno all'aeroporto di Malpensa sia aumentata in 12 anni del 41,1%, i ricoveri in ospedale del 13,4%.
L'incidenza delle patologie nei Comuni del Cuv di Malpensa (Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno) comparati con altri Comuni (nel periodo 1997 - 2009) comproverebbero l'esistenza di cause specifiche locali.
E' fuori di dubbio, tuttavia, che ogni aeroporto rappresenta una fonte di inquinamento rilevante e l'operazione per quantificare le ricadute, gli effetti sul territorio e quelli "collaterali" si possono e si devono identificare e qualificare e quantificare. Anche per varare correttivi, contromisure e piani di contenimento e risanamento.
E' un' analisi ed uno studio risolutivo da sviluppare già nella fase di Valutazione di Impatto Ambientale. Si deve e si può discriminare le fonti aeroportuali da quelle antropiche del circondario.
A Malpensa, come in altri aeroporti del Belpaese, questa operazione di trasparenza non è stata, probabilmente, verificata. Per quanto riguarda le emissioni gassose le stime sugli inquinati primari (e magari anche quelli secondari) di dovevano valutare con il modello matematico che la stessa ICAO promuove. E' stato fatto? Adeguatamente. Probabilmente deve essere ancora sviluppato per il numero dei voli e volumi di traffico reali. Niente di nuovo è quello che avviene negli scali europei extra Italia. 3 aprile 2013
VIA, VAS e masterplan sempre aperti. E anche tanto altro. E adesso il fronte dei comuni che avversano e/o si preoccupano delle ricadute ambientali - territoriali di Malpensa si allarga bel oltre la prima linea del sedime dello scalo.
Ai comuni storici raggruppati nel CUV (Consorzio Urbanistico Volontario), Somma Lombardo Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Vizzola Ticino si è costituito un secondo gruppo (Turbigo e altri lombardi di seconda fascia) ed ecco un terzo. Il coordinamento nord Malpensa- Lago di Varese raccoglie Daverio, Mornago, Azzate, Sumiragio, Crosio, Della Valle, Inarzo, Galliate, Lombardo e Cazzago Brabria.
Non possiamo dimenticare il fronte del COvest, dei comuni piemontesi oltre Ticino che da tempo sono attivi contro il potenziamento di Malpensa.
E' forse un record? La mobilitazione e progressivo aggiungersi di comuni dell'intorno di Malpensa disegna una sorte di accerchiamento davvero insolito.
I cittadini piemontesi e lombardi, quelli a ridosso delle piste ed anche quelli sottostanti sembrerebbero coalizzati contro l'esistenza stessa dell'infrastruttura di Malpensa. Probabilmente per verificare le ricadute ambientali-territoriali, fronteggiare le strategie dello scalo con stime e verifiche puntuali servirebbe riferirsi a determinati volumi di traffico. Al numero di movimenti/giorno/anno per pista e al numero di passeggeri anno.
Quali potrebbero essere i dati di riferimento? Trecento voli/giorno? Cinquecento? Venti milioni di passeggeri?
Vincolare voli e passeggeri alla Valutazione ambientale autorizzata di 12 milioni di passeggeri/anno? Difficile prefigurare quale sia il target che i vari raggruppamenti di cittadini lombardi e piemontesi si sono posti.
Probabilmente manca un accordo preliminare, non solo tra i cittadini rappresentati dalle amministrazioni comunali, ma a anche tra gli stessi comuni.
Ma com'è possibile l'esistenza di tali moltitudini e frazionamento di interesse?
Quello che avviene nell'intorno di Malpensa potrebbe fatalmente riprodursi in altri scali della Penisola?
Difficile pronosticarlo. I dubbi e le incertezze sui reali propositi degli esercenti aeroportuali, quando le stime, le analisi degli impatti non risultano chiariti e condivisi, sono legittimi.
Probabilmente questi eventi sono il risultato del mancato dialogo e confronto tra gestori aeroportuali, autorità di vigilanza nazionale (ENAC) e cittadini e loro rappresentanti locali (Comune, Provincia e Regione).
Le occasioni periodiche associate alla presentazione delle Valutazioni di Impatto Ambientale, della VAS, dei masterplan aeroportuali, la loro discussione, il confronto sulle osservazioni, negli altri Paesi della UE, sono il momento decisivo per risolvere le questioni. In maniera lineare e trasparente, talvolta anche aspro.
Magari anche senza una adesione totale da parte dei cittadini. Come è avvenuto nel recente periodo a Francoforte, Parigi e Vienna.
Ecco, nel Belpaese, non sembra ancora mai accaduto. In nessun aeroporto. 28 gennaio 2013
Ma non è forse una procedura che potrebbe riguardare tutti gli scali del Belpaese? Da quelli con la VIA scaduta e quelli cui manca? Magari evitando intanto aumento dei voli?
Interrogazione a risposta scritta 4 - 08541 presentata da ROBERTO DELLA SETA
giovedì 25 ottobre 2012, seduta n.821
DELLA SETA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
il master plan dell'aeroporto di Milano Malpensa, elaborato dall'Enac/Sea, prevede tra gli interventi a breve termine la realizzazione della terza pista, con connesso polo logistico/industriale/commerciale per una superficie complessiva (in aggiunta alle strutture già presenti strettamente connesse all'esercizio aeroportuale) pari a 430 ettari, per la quasi totalità ricadenti nell'area naturale protetta del parco lombardo della valle del Ticino;
tutti i Sindaci dei territori del piano d'area Malpensa ed il parco del Ticino hanno richiesto che il progetto della terza pista dell'aeroporto di Malpensa sia subordinato all'approvazione della valutazione ambientale strategica (VAS) sul redigendo piano d'area Malpensa quadrante ovest, mentre Sea ed Enac hanno invece deciso di richiederne l'autorizzazione tramite la sola procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale);
la Regione Lombardia con la delibera del 28 luglio 2010 sottolineava l'importanza di procedere parallelamente e in modo coordinato fra la VIA sul master plan e la VAS sul redigendo piano d'area, garantendo il massimo raccordo fra VIA e VAS per assicurare la corretta ricaduta sull'area vasta;
recentemente è stato proposto, su iniziativa Enac, il piano nazionale degli aeroporti, per la quale è acclarata e prevista la necessità della procedura di valutazione tramite
in tale piano vengono assunte come previsioni definitive le proposte e i progetti del master plan;
appare del tutto illogico e contraddittorio procedere alla sola VIA nei confronti di un progetto, prima che della sua fattibilità si sia verificata la compatibilità attraverso una VAS riferita ad una pianificazione più ampia e complessiva;
il commento unanime dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, presenti al contraddittorio svoltosi il 18 settembre 2012 presso la Regione, in presenza della Commissione nazionale VIA è stato il seguente: "Altro che sviluppo sostenibile del sistema aeroportuale milanese, sul tavolo non c'è una terza pista, ma una operazione immobiliare bella e buona. SEA vuole solo realizzare una gigantesca piastra commerciale in uno degli ambienti naturali più preziosi d'Europa, e la terza pista è solo la scusa per portare a casa l'operazione immobiliare del secolo: centinaia di capannoni nel Parco del Ticino. Non c'è una visione del futuro aeroportuale lombardo, non c'è un piano industriale, ma esclusivamente un gigantesco progetto immobiliare da portare in dote agli azionisti, a costo di massacrare il Parco del Ticino";
la suddetta area logistica/commerciale/industriale si porrebbe in netta e sleale concorrenza con gli altri insediamenti logistici già presenti nel territorio, poiché non sarebbe soggetta al pagamento dell'IMU come tutti gli edifici presenti nel sedime aeroportuale;
mentre i Comuni dell'intorno aeroportuale hanno dovuto predisporre i piani di rischio, all'interno del sedime aeroportuale e più precisamente negli ultimi metri antistanti alle piste di atterraggio, l'Enac stessa pianifica l'edificazione di un polo operativo/lavorativo dalle dimensioni gigantesche, in spregio di ogni norma di sicurezza aeronautica;
il piano territoriale d'area Malpensa quadrante ovest (autorizzato il 16 dicembre 2009) e la relativa VAS sono fermi presso la Regione Lombardia, mentre la VIA sta seguendo il suo iter autorizzativo presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
appare evidente che gli Assessorati della Regione, promotori del master plan, hanno sospeso la procedura di VAS in quanto hanno piena consapevolezza che il master plan non è sostenibile dal territorio e tanto meno dal parco Ticino che gode del riconoscimento di MAB ("Man and biosphere") attribuito dall'Unesco, riconoscimento che per effetto dell'esecuzione della terza pista e del master plan potrebbe essere revocato;
l'ecosistema del parco del Ticino ha già subìto danni gravi per effetto dei gas di scarico prodotti dal traffico aereo su Malpensa, come risulta dalle perizie tecniche prodotte in sede di giudizio presso il Tribunale di Milano che ha condannato Sea ed Enac, in solido, ad un risarcimento danni pari a 5 milioni di euro in primo grado e 8 milioni di euro nel processo di secondo grado;
la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro lo Stato Italiano e la Regione Lombardia, per danni subiti dai territori ricadenti nel "SIC Dosso di Maddalena" (facenti parte del parco Ticino e ubicati in contiguità all'Aeroporto di Malpensa) sempre per i danni causati dal sorvolo degli aerei. A tal proposito si ricorda che il volume di traffico attuale risulta pari a 18-20 milioni di passeggeri all'anno mentre le previsioni di ampliamento del Master Plan prevedono un aumento fino a 46 milioni di passeggeri/anno, oltre all'incremento del traffico per trasporto merci;
nell'area di espansione del sedime aeroportuale, ex area demaniale militare, che negli ultimi anni è stata oggetto di studi da parte dell'Università di Pavia, è presente la più vasta brughiera a sud delle Alpi, un vero gioiello naturalistico, sufficientemente ben conservato, dove è stata riscontrata la presenza di specie animali a rischio di estinzione in Europa e quindi altamente tutelate dalla Commissione europea,
si chiede di conoscere:
se il Ministro in indirizzo intenda valutare di sospendere definitivamente l'iter della VIA sul master plan di Malpensa in considerazione degli importanti contributi conoscitivi già pervenuti al Ministero da parte di enti, associazioni ambientaliste e comitati civici;
in alternativa se intenda, al fine di avere un corretto quadro d'insieme delle ricadute sul territorio, e in particolare sul parco del Ticino, di una così imponente opera infrastrutturale, attendere che la Regione Lombardia termini l'iter della VAS sul piano territoriale d'area Malpensa quadrante ovest e che il Ministero dei Trasporti termini l'iter della VAS sul piano nazionale degli aeroporti. 10 novembre 2012
Con il Contratto di Programma sottoscritto con ENAC scattano le nuove tariffe. Alla fine l'accordo, dopo il DPCM siglato ad Aprile 2012 dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Economia e Finanze, è stato ratificato a luglio, in vigore dopo 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il Contratto di programma ENAC - SEA ha durata decennale, con scadenza al 31dicembre 2020, ed è articolato in due sottoperiodi ciascuno di durata quinquennale, autonomi e distinti sotto il profilo
In poche parole, sulla scorta di dettagliate stime di traffico, di un Piano degli investimenti, di un Piano della qualità e dell'ambiente, è stato aggiornato il sistema tariffario che regola le operazioni di volo sui due scali gestititi da SEA. Linate e Malpensa.
Materialmente, la revisione tariffaria complessiva adottata sui due scali dovrebbe assicurare (una parte? in toto?) un ammontare pari a 1.4 miliardi per nuovi investimenti. Una parte, paria 1.15 miliardi saranno convogliati su Malpensa - 500 milioni per la costruzione della terza pista ed un nuova aerostazione - il restante, 250 milioni per opere su Linate.
Tra le opere non mancheranno, in aggiunta agli interventi infrastrutturali, adeguamenti per la qualità dei servizi, efficientamento complessivo e misura a tutela dell'ambiente e salvaguardia del territorio circostante.
La realizzazione degli investimenti per lo sviluppo degli aeroporti di Milano - sostengono i manager di SEA - rende disponibile le risorse essenziali per l'adeguamento dei due aeroporti determinando una leva di attrazione per i capitali di mercato.
Ma chi, in realtà paga? Ancora una volta i passeggeri? Anche attraverso i biglietti aerei? In tutti gli scali?
Certo il tariffario SEA datato giugno 2012 riferisce sui corrispettivi per diritti aeroportuali, servizi si di sicurezza e infrastrutture centralizzate ed è destinato agli esercenti aeroportuali, ma su chi si scarica, alla fine, il costo unitario?
Ma quanti sono, comunque, gli scali del Belpaese che hanno richiesto l'adeguamento tariffario?
Al momento oltre alla Sea, finora sono sette su 47, gli aeroporti che hanno firmato accordi di programma con l'Enac.
L' elenco sottostante riporta i contratti di programma stipulati tra Enac e società di gestione e già efficaci a seguito di approvazione con Decreto Interministeriale (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero dell'Economia e delle Finanze):
Enac - GESAP (Aeroporto di Palermo)
Enac - SAT (Aeroporto di Pisa)
Enac - GESAC (Aeroporto di Napoli)
Enac - AdP (Aeroporto di Bari)
Enac - AdP (Aeroporto di Brindisi)
Enac - SAB (Aeroporto di Bologna)
Enac - SEA (Aeroporti di Milano).3 settembre 2012
Qual è la realtà? Quali le cause del degrado dell'ambiente del Parco del Ticino? Era solo la settimana scorsa che la SEA riceveva un riconoscimento ambientale. Nel corso di una cerimonia presso la Luiss di Roma, la rivista Aipress, in collaborazione con il broker ambientale Aither CO2, ha premiato la SEA per Malpensa e Linate.
Una targa “green aviation” è stata assegnata, infatti, per le iniziative al servizio di uno sviluppo sostenibile del trasporto aereo. L'award è stato consegnato al chief operating officer e deputy ceo Giulio De Metrio.
Le note di stampa che accompagnavano l'assegnazione riferivano alle performance economico-competitive, ambientali e socio-economiche prodotte da SEA nel triennio 2008 - 2010. I parametri di riferimento sono quelli del Global Reporting Initiative - GRI, con livello di applicazione C+, con l'avallo della Pricewaterhouse Coopers.
SEA ha varato da tempo iniziative per fronteggiare e assicurare la sostenibilità ambientale. Ancora nel 2006 aveva raggiunto la conformità allo standard ISO14001. SEA ha perseguito per gli Aeroporti di Milano Linate e di Milano Malpensa accreditamento del livello di “neutralità” del programma Airport Carbon Accreditation di certificazione dell’abbattimento delle emissioni di CO2″.
Ma tutto questo avviene nello stesso periodo nel quale la Sentenza Quintavalle. Il tribunale ha sentenziato condannando la SEA ( ed il Ministero per l'Ambiente) a pagare quasi 8 milioni di euro per le emissioni gassose che avrebbero causato la morte di oltre 100.000 alberi nella “Brughiera del Dosso”. Una zona del Parco del Ticino. Ora. non bastasse, l L’Unione Europea ha trasmesso all’Italia una lettera di messa in mora in relazione alle condizioni della Brughiera. Il Parco del Ticino è una zona SIC (Sito di Importanza Comunitaria), di particolare pregio ambientale e protetta. Il Ministero dell'Ambiente avrebbe definita la situazione un "disastro ambientale". Altri studi hanno verificato la criticità ambientale dell'area.
Dove sta la verità? Sicuramente non in mezzo! Anche perché le certificazioni della SEA riguardano la gestione dello scalo aeroportuale, le sentenze Quintavalle concernono l'ambito allargato del Parco del Ticino e la prossima infrazione UE potrebbe, invece, essere contestualizzata ad una zona ancora più vasta. 12 luglio 2012
La contesa riguarda 220 ettari di boschi devastati dalle emissioni gassose aeroportuali. In attesa delle motivazioni della sentenza che riguardano la zona dei “Tre Pini” nell'area del Parco del Ticino, ovvero nell'intorno delle piste di Malpensa il gestore aeroportuale SEA è intanto impegnata a versare un risarcimento di 8 milioni di euro. La seconda sezione civile della Corte d’Appello di Milano ha condannato il gestore SEA ed il Ministero dei Trasporti, per danno alla proprietà.
Lo stato di devastazione di un'area 100mila piante sarebbe stato causato dalle emissioni gassose e dai residui incombusti del carburante generati dallo scalo del varesotto e dagli aeromobili impegnati nelle fasi di decollo, atterraggio, basso sorvolo e nelle procedure a terra nella zona Air Side.
La vertenza sarebbe stata avviata ancora nel 1999, dopo l'apertura dell'attività dello scalo come hub su entrambe le due piste, con il vertiginoso incremento dei voli di quella stagione.
La coesistenza tra Malpensa ed il Parco del Ticino, riserva naturale protetta da norme nazionali e comunitarie era stata messa subito in discussione . Un confronto tra perizie ha portato ad una prima sentenza - che condannava nel 2008 a quattro milioni di euro SEA e MinTrasporti - ed una successiva impugnazione da parte della SEA.
La materia è stata in seguito analizzata anche dal Ministero dell'Ambiente che nel 2010 - dopo accurate sistematiche valutazioni - sulla base di ispezioni del Corpo Forestale dello Stato ha descritto un quadro da “disastro ambientale”.
In seguito anche alcuni comuni dell'intorno aeroportuale hanno avviato studi e analisi a riguardo, commissionando studi epidemiologici sugli effetti dell’inquinamento acustico e da idrocarburi sulle persone.
Tra di questi il Comune di Casorate con l’Asl di Varese - valutando casi clinici nell'arco 1997 2009) e l’Università Cattolica di Brescia con una sistematica verifica della qualità dell’aria.
Ora i media, che non hanno solitamente in agenda le questioni dei cittadini dell'intorno alle piste di volo (impatto acustico, impatto gassoso, piano di rischio per incidente aereo, piano di emergenza aeroportuale e rischio terzi), in coincidenza con questa sentenza, commentano con generosità le vicende dell'intorno di Malpensa.
Un quotidiano che, invece, ha sempre dato ampio spazio a queste circostanze è il Fatto Quotidiano che ha analizzato gli esiti della sentenza con un articolo il 16 giugno 2012 dal titolo "Malpensa, Sea condannata a pagare 8 milioni. Per la morte di 100 mila piante". 19 giugno 2012
E' un dato reale? Corrisponde al percepito? No, è solo quello segnalato dai Report SEA.
Certo in dieci anni tante cose sono cambiate. L'impegno assunto da SEA si è esteso. Dopo un avvio (1998) critico, con il tempo il management SEA ha strutturato l'ambito tecnico acustico con competenza ed efficacia, realizzando, anche con il supporto di un sito web dedicato. Con report dettagliati quanto regolari e periodici e trasparenti, direttamente fruibili on line ai Comuni interessati.
Con l'ausilio di una estesa rete di centraline e monitoraggio, probabilmente, all'avanguardia in Italia.
La flotta operativa prevalente di Malpensa interessata esemplari assai rumorosi, quali Boeing 747 200-300-400, DC - 10, MD 11, MD 80 e altri Boeing arzilli e fracassoni. Anche il numero dei voli era rilevante e crescente.
Nel corso degli anni i voli sono stati gestiti con l'utilizzo alternato delle due piste, distribuendo e spalmando i voli sul territorio mentre il numero dei voli, sopratutto dopo il de hubbing Alitalia, è prima drasticamente calato per posizionarsi su livelli attuali. Nel 2011 Malpensa ha registrato +2% sull’anno precedente, con 19.087.069 passeggeri e quasi 190mila voli. Nel 2007 il numero dei movimenti era stato di circa 267mila e 24 milioni di passeggeri. Nel 2009 erano i voli si sono ridotti a 187mila, nel 2010 avevano recuperatola soglia dei 193mila. La differenza, il divario tra il traffico e la mappa acustica di Malpensa 2007 e quella del 2011 potrebbe equivalere all'impatto generato da scali come Bergamo, Venezia e Bologna.
L'abbandono di Alitalia ha, nel tempo, contribuito notevolmente a ridurre i voli delle flotte arzille e rumorose, avvicendate da generazioni aeree efficienti e più silenziose.
Nel corso del 2010, ad esempio, segnala la SEA, la flotta di velivoli prevalenti (oltre 55%) è risultata di Airbus 320 (EasyJet e Lufhtansa), la serie di 4° generazione di Boeing 737 a circa il 12%, mentre l'MD 80 solo con 1.1%.
Negli ultimi anni tuttavia il sito web SEA è stato rinnovato, aggiornato, modernizzato perdendo in trasparenza, dettaglio e fruibilità.
I report delle 18 centraline, e riferiamo tra l'altro a quelle di Arsago - Cimitero, Case Nuove - E. Fermi, Ferno - Moncucco, Lonate - Via S. Savina, Lonate - Cimitero, Somma - Maddalena, Somma - Magazzino, Somma - Rodari, Somma - V. Cabagaggio, Casorate - Cimitero, Casorate - V. M. Rosa, non ricalcano la puntualità e trasparenza di anni addietro.
Il rumore sembrerebbe sparito. Gli indici mensili segnalano valori mediamente sotto 60Lva. Ovvero per quanto riguarda la consistenza del rumore aereo - almeno secondo la Legge ed i Decreti - è sparito. Se il rumore degli aeromobili in basso sorvolo non superano questo limite, senza alcun paradosso per la Legge, non è più rumore aereo. E' altro, ha fonte antropica non aeronautica.
Quando non supera 65Lva l'esercente aeroportuale non è, inoltre, obbligato ad interventi ed opere di mitigazione ed insonorizzazione dei caseggiati. Rappresenta un traguardo quasi assoluto per le finanze di qualsiasi società aeroportuale.
Ma i dati delle centraline della rete di monitoraggio di Malpensa dobbiamo considerarli reali? Realistici e veritieri e confrontabili, magari con il rumore percepito dai singoli cittadini?
Sicuramente no!
Dubbi sul "realismo" e corrispondenza con il rumore aereo dei velivoli in basso sorvolo e on ground potrebbero scaturire ed essere verificati attraverso un'analisi comparata del dato rilevato. Ma non è più possibile.
Se i dati SEA forniti storicamente, prima di due anni addietro, lo consentivano quelli sintetizzati nei Report trimestrali del 2010, quanto quelli globali dei Report del 2011 non lo permettono.
Appare anche improbabile che possano essere verificati eventi sonori puntuali, come avveniva in passato, riguardanti qualche aeromobile con una traiettoria e magari una pendenza ravvicinata. Pericolosa e/o significativamente fracassona. Forse sarebbe meglio ritornare al passato: dettagliare secondo criteri trasparenti e congruenti i report della rete di monitoraggio.
Con dati, innanzi tutto, mensili e rapportati alla percentuale dei voli correlati al tracciato radar.
Diversamente il dato trasmesso potrebbe essere ritenuto inadeguato, contradditorio e incoerente . 28 gennaio 2012
Nello specifico è un ricorso contro la legittimità delle rotte sperimentali.
Alla fine il Comune di Casorate Sempione ha presentato un documentato e dettagliato esposto denuncia alla Procura della Repubblica. La situazione - così viene sostenuto - sarebbe gravemente compromessa. Per i cittadini di Casorate e i tanti altri che risiedono negli altri comuni limitrofi allo scalo.
Oggetto della discordia è l'insediamento aeroportuale e l'attivita aerea svolta.
Inquinamento atmosferico ed ambientale sono in discussione ed il Comune nell'esposto ha allegato anche l'indagine promossa e relativa ai cosidetti idrocarburi incombusti.
I valori di naftalene, dibenzopirene, pirene e dibenzoantracene determinerebbero un aggravamento delle condizioni di vita e delle pericolosità ambientali nell'intorno aeroportuale.
Nel sito on line del Comune di Casorate Sempione, nella sezione RAPPORTO MALPENSA sono resi disponibili documenti essenziali per inquadrare la complessa iniziativa varata dalla Giunta, e precisamente:
- MONITORAGGIO AMBIENTALE CASORATE SEMPIONE
- MONITORAGGIO AMBIENTALE ASL
- VERBALE CONSIGLIO COMUNALE
- SID SPERIMENTALI
- VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 01 DEL 21.02.2011
- RICHIESTA DOCUMENTAZIONE A ENAC, ENAV E SEA
- CONTESTAZIONE VERBALE COMMISSIONE TECNICA AEROPORTUALE DEL 09.03.2011
- D.M. 3 dicembre 1999 - Procedure antirumore e zone di rispetto degli aeroporti
- Legge 447 del 26 ottobre 1995 - Legge quadro sull'inquinamento acustico
- Il monitoraggio del rumore delle infrastrutture aeroportuali
- Legge Regionale n. 13 del 10 agosto 2001 - Norme in materia di inquinamento acustico
- RICORSO TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
- Nota Prot. 11863 del 16.09.2011 inviata ad ENAC, ENAV e SEA ad oggetto "Sorvoli notturni"
- Risposta ENAC Prot. 12456 del 29.09.2011 ad oggetto "Sorvoli notturni"
- Risposta ENAC Prot. 13377 del 19.10.2011 ad oggetto "Sorvoli notturni" (Trasmissione tabelle indici acustici)
Il sottotitolo della presentazione dell'esposto riporta quello che rappresenta l'oggetto dell'operazione:
"L'ultimo atto per capire le responsabilità del livello troppo alto delle morti per malattie respiratorie nell'area adiacente lo scalo aeroportuale, è una denuncia all'autorità giudiziaria del Comune di Casorate Sempione (VA) presso il Tribunale di Busto Arsizio. Sotto accusa le autorità del trasporto aereo, come Enac ed Enav, le istituzioni lombarde (Regione Lombardia e Arpa) e il gestore aeroportuale Sea".
Lo spunto chiave, quello che dovrebbe scardinare l'operatività dei voli su Malpensa, tuttavia, sembrerebbe concentrarsi sulla infrazione procedurale che ha portato alla sperimentazione dei voli.
La Commissione Aeroportuale che ha deliberato l'adozione delle rotte di decollo, attualmente in vigore, avrebbe ignorato l'apporto determinante ed il ruolo della Gruppo Tecnico, il soggetto che avrebbe dovuto verificare e validare l'impatto acustico delle nuove rotte. Prima della delibera conclusiva assegnata alla Commissione Aeroportuale diretta dal Direttore DCA ENAC dello scalo di Malpensa. 27 ottobre 2011
Servirebbe un salto di qualità nell'analisi e nel confronto.
Come finirà? Certo, la maggior parte delle osservazioni presentate e inoltrate in riferimento alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale ai sensi dell’art.26 del d.lgs. 152/06 e s.m.i. relativa al nuovo Master Plan dell’Aeroporto di Milano Malpensa presentato da ENAC/SEA, saranno allegate al documento conclusivo che autorizzerà o, in alternativa, chiederà aggiunte, precisazioni e chiarimenti. Ma potrà anche esprimere una valutazione, parere negativo all'intero progetto.
Quale incidenza potranno avere queste osservazioni? Quale autorevolezza e congruenza potranno assumere nel contraddittorio, nell'analisi comparata dei tanti ambiti elaborati dal suddetto MasterPlan?
Certo la scelta di allargare all'intera cittadinanza l'elaborazione di singole osservazioni, peraltro si suppone sottoposte ad un qualche filtro selettivo di opportunità, ad esempio, avrebbe consentito alle sole associazioni ambientaliste e dei cittadini l'inoltro di oltre 2600 osservazioni solo sui danni ambientali. E' senza dubbio una grande e vasta manifestazioni di confronto democratico e di intervento diretto di singoli cittadini, probabilmente interventi a 360°, ma quanto sono o saranno pertinenti al dibattimento in corso?
Aerohabitat ha potuto visionare ed analizzare numerose di queste osservazioni. Le attese sono state deluse. Spesso non inquadrano tecnicamente le questioni alle quali fanno direttamente riferimento.
Non sono pertinenti anche quando pretendono di evidenziarne le criticità e le inadeguatezze, Con risultati, secondo Aerohabitat, del tutto contraddittori. Anche quando trattano tematiche spinose e determinati quali la salvaguardia del territorio, dell'ambiente e la qualità/la salute dei cittadini. Anche quando pretendono di svelare la criticità acustica, atmosferica. Anche quando considerano e focalizzano l'incremento la questione delle questioni. L'allargamento del sedime aeroportuale e la costruzione della terza pista.
Ma perché il dibattimento sul MasterPlan non raggiunte il livello "tecnico", lasciando sullo sfondo demagogie e populismi di parte, una dimensione più appropriata e naturale?
Un scenario che prelude alla soluzione alla discriminazione e superamento delle criticità insorte e/o evidenziate? Aspre, frontali e rigorose. Se a London Heathrow sulla terza pista non si trova una soluzione o un compromesso si progetta uno nuovo scalo altrove. Magari ad est del Tamigi. Altre soluzioni sono trovate. Da Francoforte a Parigi a Vienna a Monaco di Baviera. Anche in aree sottoposte a vincoli naturalistici ed ambientali a denominazione EU.
Nel BelPaese un reale confronto tra le parti non si realizza anche per responsabilità dei proponenti. Nel caso i responsabili sono anche ENAC e SEA. Non hanno sviluppato una sensibilità, una cultura, una tradizione di piena trasparenza e confronto franco e chiaro con il territorio circostante alle piste di volo. Avviene anche in questo caso?
Lo ha evidenziato il documento e le osservazioni proposte dal Comune di Somma Lombardo.
Aerohabitat lo propone all'attenzione degli interessati, in attesa di approfondire ed intervenire ulteriormente sullo spinosissimo dilemma legato al futuro di Malpensa.
Comunque sia un crocevia del sistema della rete aeroportuale del sistema Italia. 10 agosto 2011
Operazione sicurezza, ma senza deroghe
Da un lato la nota degli assessori alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo e al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti - in Regione Lombardia - con i rappresentanti di Enac e i sindaci dei Comuni dei sedimi aeroportuali per un confronto sulla proposta di estensione dei piani di rischio sembra rassicurante.
"Si è trovato un accordo sull'esclusione dalle limitazioni dei piani di rischio per gli interventi già programmati ed una deroga per quelle opere di particolare rilevanza che potranno essere valutate singolarmente in maniera congiunta tra le amministrazioni comunali ed Enac".
Dall'altro la fascia laterale di spazio di sicurezza aggiuntiva è diventata di 1050 metri - maggiori dettagli saranno forniti prossimamente - mentre, dopo che Aerohabitat ha segnalato la persistente anomalia di ben due distributori di benzina/carburante per veicoli privati appena oltre il viale Forlanini, in asse pista a Linate, diventa urgente evidenziare le due ampie zone di serbatoi, silos, tanks, di carburante per aviazione commerciale da sempre localizzati in prossimità delle piste di Fiumicino e di Malpensa.
Non è la prima volta che Aerohabitat segnala la pericolosa presenza di questi serbatoi, ma diventa inderogabile riproporlo all'opinione pubblica - ENAC e gestori aeroportuali sono evidentemente al corrente della loro posizione - in un contesto nel quale, da anni, non si fa che discorrere intorno al Piano di Rischio per incidente aeronautico in prossimità delle piste di volo.
Ebbene proprio i due maggiori scali del BelPAese registrano questa anomalia (vedi foto).
Non è forse vero che nelle tre zone del rischio vanno evitate:
- insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, ecc...;
- costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili;
- attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale.
Quale significato assumono quindi le considerazioni che sostengono "fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio"?
Il discorso e l'analisi della messa in sicurezza di una pista e di un territorio ad elevato carico antropico che valore assume quando, magari in deroga, negli spazi laterali ed in asse decollo ed atterraggio, probabilmente, persistono scuole, ospedali, grandi viabilità e tanto altro?
Aerohabitat, prossimamente, a puntate, fornirà un resoconto dettagliato delle edificazioni sensibili persistenti. Aeroporto per aeroporto, analizzeremo la situazione degli scali strategici quanto di quelli regionali e/o minori. 18 luglio 2011
Mentre nei giorni scorsi la stampa ha rivelato un aggiornamento della prima bozza della proposta di ENAC, che porta la fascia di sicurezza a 1050 metri laterali, suddivisa in due spazi di rischio - sembrerebbe, tuttavia, rappresentare ancora una fase di analisi - trova evidenza una interrogazione Parlamentare in materia.
L'argomento è stato proposto dagli Onorevoli Desiderati e Reguzzoni.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Per sapere - premesso che:
le aree limitrofe agli aeroporti sono soggette a vincoli di sicurezza, come stabilito dal Capo III del codice della navigazione, e lungo le direzioni di atterraggio e decollo i comuni possono autorizzare nuove opere od attività solo se coerenti con i piani di rischio che gli stessi elaborano ed adottano sulla base del regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti dell'Enac;
le aree di rischio sono state identificate dall'Enac, sulla base di casistiche mondiali, di accadimenti degli incidenti e della relativa ubicazione a terra, come quelle ubicate sul prolungamento dell'asse della pista di volo, in cui è più probabile l'impatto sul terreno a seguito di incidente aereo;
l'Enac ha elaborato, nei mesi scorsi, una bozza di modifica regolamentare che inserisce anche le aree laterali alla pista di volo nella configurazione dell'impronta a terra delle aree di tutela, anche se tali aree non sono definite rischiose né per il codice della navigazione, né per la normativa europea; pertanto la nuova perimetrazione richiesta da Enac eccede i limiti fissati dal legislatore;
lo stesso Enac ha chiarito che l'ampliamento delle zone di rischio, che potrebbe garantire una maggiore sicurezza in caso di incidenti di minore entità, non è supportata da un'appropriata istruttoria, non basandosi su una statistica ampia e consolidata che possa delineare una soglia di rischio ragionevole, ma su due soli incidenti verificatesi negli ultimi anni a Pisa e a Madrid, in seguito ai quali l'Agenzia per la sicurezza del volo non ha ritenuto di dover emanare una raccomandazione di sicurezza che lamentasse una cattiva gestione del territorio alla luce degli incidenti occorsi;
la proposta dell'Enac si traduce nell'impossibilità per i comuni di sviluppare nelle aree limitrofe agli aeroporti tutte le attività che ragionevolmente avrebbe senso collocare in suddette aree, ovvero «insediamenti ad elevato affollamento quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione», ma, a fronte del medesimo rischio dell'area, non si fa cenno al fatto che anche le società di gestione degli aeroporti saranno soggette ai medesimi vincoli urbanistici;
molti comuni hanno appena adottato nella propria pianificazione urbanistica le limitazioni derivanti dai piani di rischio oggi vigenti e, con l'introduzione della nuova modifica proposta dall'Enac, si creerebbero disagi ai progetti attualmente in corso di esecuzione o già autorizzati o anche in fase di definizione, senza considerare gli interventi effettuati sulla base delle previsioni urbanistiche vigenti che prevedono l'insediamento di attività produttive potenzialmente in contrasto con la modifica proposta;
nel caso dell'aeroporto di Orio al Serio, l'allargamento della zona di tutela C fino a 1.000 metri per parte, comporterebbe pregiudizievoli ricadute sul corretto sviluppo urbanistico dei comuni del sedime aeroportuale nell'esercizio di governo del territorio, anche in considerazione dei vincoli già esistenti per l'inquinamento acustico in relazione alle rotte di volo e per il rischio d'impatto, come previsto dall'articolo 715 del codice della navigazione;
nel caso succitato, la superficie di vincolo proposta andrebbe ad interessare aree oggetto di accordo di programma con la regione Lombardia e l'esclusione di insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi, comprometterebbe di fatto la valorizzazione degli immobili, determinando una situazione di abbandono e degrado di vaste aree interne all'abitato dei comuni limitrofi, senza una prospettiva di riqualificazione -:
se il Ministro non ritenga opportuno valutare la possibilità di un rinvio della modifica regolamentare proposta da Enac, in considerazione della non appropriata istruttoria a sostegno della tesi e degli orientamenti europei in materia di zone di rischio che non prevedono le aree laterali, fino al momento in cui sarà disponibile una banca dati che possa supportare la necessità dell'intervento;
se il Ministro, data la rilevanza del problema, non ritenga indispensabile indire una conferenza di servizi, coinvolgendo gli enti direttamente interessati all'ampliamento delle zone di rischio, per valutare la sostenibilità della proposta e la sua ricaduta sui comuni, anche prevedendo la possibilità di indennizzare i comuni per le aree soggette a limitazioni e mettendo in atto interventi volti a tutelare le attività esistenti già presenti nelle aree interessate. 1 luglio 2011
Dopo l'articolo de il Fatto Quotidiano il 16 giugno 2011, l'area adiacente a. Malpensa, sarebbe un disastro ecologico che ha come causa prima i sorvoli degli aerei e, sopratutto, dopo che ASSAEREO, l’Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo di Confindustria, in sintesi , ha evidenziato che le attuali due piste, pur in assenza di adeguamenti procedurali e tecnologici, garantiscono la capacità necessaria a gestire efficacemente il traffico previsto fino ad oltre il 2020, ergo la terza pista è superflua, la mobilitazione dei Comitati dei Cittadini si è rinvigorita. Tutti I cittadini, tutti i comitati, la quasi totalità degli amministratori locali, ma anche dei partiti politici, si sta schierando. contro la terza pista limitando voli e sviluppo dello scalo.
Che nessuno voglia un aeroporto vicino casa, come nessuno vorrebbe una discarica, un inceneritore o una centrale nucleare e/o un sito di stoccaggio di scorie nucleari, appartiene alla classica sindrome di NIMBY.
Nessuno lo vuole nel proprio cortile di casa. Ma un aeroporto o un sistema di aeroporti, sostenibili e compatibili, la sua/loro localizzazione è funzionale alla civiltà contemporanea.
In questa fase, caratterizzata dal potenziamento dei voli e adeguamento agli standard di conformità ICAO - ENAC, safety, security e del Piano di Rischio aeronautico , perciò alla valutazione della procedura di VIA, cittadini e comitati, ambientalisti vari sono impegnati a proporre "osservazioni" alla VIA con un unico scopo: bloccare la crescita di un aeroporto. Quando non ridurre, limitare se non chiudere lo scalo aereo.
Una situazione del tutto fisiologica, scontata nel comportamento umano e nella natura per fronteggiare l'impatto della infrastruttura e per limitare gli "effetti collaterali" negativi di un aeroporto.
Il paradosso è tuttavia un'altro e rimanda al ruolo ed ai compiti degli organismi centrali del Governo e di ENAC. Quali di questi aeroporti potranno sopportare il potenziamento di uno scalo ottemperando, senza deroghe, agli standard relativi alla sostenibilità?
Perché ENAC ed il Governo non identificano gli scali che possono realmente "crescere" assicurando i cittadini?
Il BelPaese per competere e sopravvivere economicamente abbisogna di una rete di trasporti via terra e di collegamenti aerei civili e commerciali. Ha bisogno di piste di volo adeguate e non può permettersi "piste" fuorinorma. Con costi sociali ed ambientali elevatissimi.
Ma affinché questo accada occorrerebbe superare, per il bene comune, tuttavia, anche la sindrome di NIMBY. Sono gli organi "competenti" centrali che devono assumersi una loro responsabilità. Evitare la proliferazione delle piste e degli aeroporti. Una operazione in corso, nonostante l'elaborazione del cosiddetto Piano Nazionale Aeroporti. Uno studio costoso, in parte ancora riservato, che non ha risolto alcunché. 25 giugno 2011
Il Vicesindaco Tiziano Marson lo aveva annunciato ancora nel dicembre 2010. Stavolta sembra davvero determinato, il Comune di Casorate Sempione - a quanto rivelato dai media - sarebbe intenzionato ad impugnare l'esito della Commissione Aeroportuale di Malpensa. Quest'ultima, infatti, insediata come dal DM 31 ottobre 1997, come riportato da Rapporto di sostenibilità 2010 della SEA - dopo aver " ripreso i suoi lavori dopo la variazione dello scenario operativo, fortemente mutato a seguito del dehubbing determinato da Alitalia.
Dal 1° settembre 2010 è in atto uno scenario, proposto in Commissione aeroportuale, che ha come primo obiettivo l’equa ridistribuzione del traffico in decollo sulle già esistenti rotte di uscita. Tale scenario proposto ha come obiettivi:
• ridistribuire il rumore agendo sulle percentuali di utilizzo delle SIDs
• garantire momenti di silenzio assoluto a intervalli regolari
• accorciare alcune rotte di volo per ridurre le emissioni di CO2 • rendere lo scenario più aderente all’attuale situazione operativa
• ridurre il numero di cambi pista e di SIDs convergenti tra loro.
I dati relativi ai decolli ed ai sorvoli, secondo il vicesindaco di Casorate Sempione, avrebbero determinato un incremento dei disagi, che ha trovato adesioni anche a Coarezza e Gallarate, e sarebbero tali da rendere indifferibile un ricorso al TAR.
L'iniziativa appare davvero inconsueta. Solitamente i ricorsi al TAR, avversi alla zonizzazione acustica aeroportuale, alla tipologia delle rotte di decollo ed atterraggio, e rappresenta forse l'unica risorsa che i cittadini, riuniti in Comitati, promuovono per fronteggiare e/o bloccare quanto deliberato dalla Commissione Aeroportuale.
Le motivazioni per impugnare l'operato della Commissione Aeroportuale, di qualsivoglia infrastruttura, piccola e grande, spesso ci sono.
Le modalità di elaborazione della mappa acustica di uno scalo, sia essa derivata da una rete di monitoraggio con centraline fisse e mobili, risultato di un modello matematico, possono essere rianalizzate e verificate. Si possono, talvolta anche facilmente, identificare irregolarità, approssimazioni ed incongruenze. Tali da invalidare la stessa mappa acustica e, quindi, la zonizzazione acustica comunale. Determinare in sostanza un aggiornamento dei lavori della Commissione Aeroportuale.
Le mappe acustiche, inoltre, sono a tempo. L'incremento dei voli, una costante in ogni aeroporto, determina una progressiva obsolenza della mappa deliberata e approvata dalla Commissione Aeroportuale. Questione di pochi mesi.
Ben vengano i ricorsi al TAR, ma quando il confronto ed il contradditorio in sede di Commissione aeroportuale viene meno.
Quando è utilizzato dai singoli e gruppi di cittadini perché sono esclusi dalla partecipazione in Commissione.
Ma, è bene saperlo, senza tecnici qualificati, qualsivoglia ricorso al TAR è senza futuro. 5 maggio 2011
Da settembre 2010 è stata avviata una sperimentazione di decolli, in sostanza la quasi totalità dei voli sulle piste 35, ovvero verso nord, con ripartizione di voli, che in definitiva persegue l'alternanza secca (50%) dell'utilizzo delle piste, senza finestre.
Le stime, a fronte comunque di numerose quanto legittime proteste da parte di cittadini, prevedono uno scenario di minor impatto acustico sul territorio.
L'abbandono di Malpensa come scalo hub ha comportato la drastica riduzione di voli heavy, wide body, che con il taglio vertiginoso della flotta MD 80 e la spalmatura dei voli, con percentuali di sids equamente distribuite in decollo non può che portare (a parità di voli sicuramente e probabilmente anche con un traffico superiore) ad una riduzione dei valori, indici acustici delle singole centraline delle rete di monitoraggio gestita dalla SEA.
Il riscontro delle centraline con il periodo Report Malpensa di SEA è atteso, ma Aerohabitat può anticipare come, a fronte delle proteste dei cittadini che osservano voli sulle loro teste (vedi Coarezza, Comuni Piemontesi ed ad est Gallarate e altri, causa un rerouting verso ovest ed est dopo il superamento dei 3/4000 piedi di quota), le centraline difficilmente e raramente potranno rilevare valori medi superiori a 60Lva.
Il confine dei 60Lva è, infatti, decisivo per dichiarare l'esistenza del rumore aereo aeroportuale.
La spalmatura dei voli, criterio che la sperimentazione ha ragionevolmente adottato, determina da un lato la partecipazione dei Comuni nella Commissione Aeroportuale, dall'altro la certificazione del rumore.
Certo la spalmatura e la sperimentazione probabilmente accresce il rumore aereo anche nei Comuni sorvolati, incrementando dai valori inferiori a 40 e magari di 50 decibel e/o Lva ma senza intaccare la soglia che decreti e leggi italiane hanno identificato con quella che determina l'esistenza del rumore e/o inquinamento acustico generato dagli aeromobili.
I Comuni di sedime aeroportuale partecipano di diritto alla Commissione Aeroportuale, anche quando il livello acustico è inferiore a 60 Lva (vedi Cardano al Campo), ma per gli altri Comuni si pone l'interrogativo della rappresentatività e della tutela dei cittadini per indici acustici sotto 60 Lva.
Il punto chiave per l'impatto acustico complessivo dell'intorno di Malpensa diventa ora, per l'appunto, questo. A Malpensa l'esperienza e la partecipazione dei Comuni Piemontesi alal Commissione Aeroportuale, in deroga allo specifico decreto, rappresenta un precedente storico da verificare. Che fare quindi?
Confermare la presenza piemontese in Commissione? Valutando il ruolo. E' ancora in discussione il loro coinvolgimento tra uditori o piena partecipazione?
La soluzione và trovata, anche perché le centraline SEA potrebbero, se fossero confermati i dati acustici del Report Malpensa 2 2010, potrebbero - come dato spot - certificare l'esclusione di Arsago Seprio e Casorate Sempione (quest'ultimo adottando specifiche tecniche di volo).
La loro presenza, come quella di altri Comuni pretendenti (Gallarate altri) sarà legittimamente oggetto di discussione, sopratutto in scenari di lungo periodo e con maggior traffico.
Diventa perciò primario ed indispensabile che i dati delle rete di monitoraggio della SEA riguardanti la sperimentazione, possano essere adeguatamente verificati, certificati e validato non solo in ambito di Commissione Aeroportuale ma anche da un soggetto terzo. 12 gennaio 2011
L'analisi e la valutazione dell'impatto dell'ipotizzata costruzione della terza pista deve ancora essere sottoposta la VIA ed alla VAS mentre, da tempo, il confronto tra i sostenitori e gli avversari è un tema pubblico. E' una opera indispensabile per l'infrastruttura aeroportuale varesina? E magari per l'intero sistema dell'aviazione commerciale del Paese?
E le due attuali pista potrebbero gestire un traffico hub del nordItalia? I restanti aeroporti lombardi sono adeguati e potranno assorbire l'incremento di traffico stimato?
Gli schieramenti, le due fazioni sembrerebbero aver messo in campo le rispettive ragioni ed argomentazioni. In questi giorni l'opinione pubblica è stata informata dell'iniziativa avviata da una serie di associazioni ambientaliste, con la presentazione di un esposto.
Aerohabitat, in attesa di formulare e presentare ulteriori questioni indispensabili al dibattito, propone il comunicato stampa e la nota trasmessa "dagli ambientalisti" ai soggetti istituzionali competenti.
FAI – LEGAMBIENTE – WWF - ITALIA NOSTRA - LIPU - SALVIAMO IL TICINO
Le associazioni ambientaliste della Lombardia e i comitati del Parco del Ticino dichiarano uniti la loro ferma contrarietà all'ampliamento dell'aerostazione di Malpensa: la previsione di realizzarvi una terza pista, per ovviare ai gravi errori progettuali del recente passato con cui sono state realizzate le altre due piste e i relativi terminal, incontra infatti l'opposizione netta di chi, in questi anni, ha continuato a denunciare l'incompatibilità di una crescita dell'aeroporto cieca rispetto alle criticità del territorio e perfino a realistici scenari di evoluzione del trasporto aereo.
Al fine di contrastare un processo decisionale a senso unico, catastrofico per il paesaggio e la qualità dell’aria, le associazioni FAI-Fondo Ambiente Italiano, LEGAMBIENTE, WWF, ITALIA NOSTRA e LIPU, insieme al coordinamento di comitati “Salviamo il Ticino” hanno scritto un esposto ai vari attori dell’iter procedurale del nuovo Piano d'Area Malpensa, elencando almeno 25 punti che rendono urgente una riflessione condivisa e trasparente di corretto e realistico approccio alle questioni ambientali sollevate dal Piano. L'esposto è stato inviato al Presidente Formigoni e a tutti gli assessori regionali coinvolti (territorio, ambiente e trasporti), alle Province, al Parco del Ticino, ai Ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali e agli uffici della Commissione Europea che vigilano sulla corretta attuazione nazionale delle direttive in materia di VIA e di VAS (Valutazione Ambientale Strategica).
“SEA sta cercando di far passare come fatto ineluttabile l'ampliamento dell'aerostazione, svilendo quella che dovrebbe essere una valutazione ambientale pubblica e aperta alla comparazione di diversi scenari possibili – dichiarano i presidenti regionali delle associazioni firmatarie dell'esposto –. In una simile valutazione le ragioni ambientali e paesaggistiche devono essere tenute in considerazione, per un progetto che si colloca in una delle aree più congestionate d'Europa e che, se attuato, cancellerebbe alcuni degli ultimi e più preziosi ambienti naturali che compongono quel che resta del fondamentale corridoio ecologico del Parco del Ticino”.
Con la riduzione dell’area del Parco Lombardo della Valle del Ticino, riconosciuto area “MAB” dall’Unesco, è serio il rischio di compromettere un’area prioritaria per la conservazione della biodiversità del Nord Italia. La terza pista di Malpensa infatti si estenderebbe a sud dell'attuale aerostazione, portandosi a ridosso del fiume Ticino e della stupenda località di Tornavento, cancellando l'ultima brughiera superstite in quello che fino a pochi decenni fa era un vasto territorio di estremo interesse naturalistico. Inoltre i decolli dalla nuova pista determinerebbero un impatto intollerabile su preziosi Siti di Interesse Comunitario (SIC) compresi nel Parco del Ticino, come la preziosa ansa fluviale di Castelnovate, uno dei tratti più suggestivi del fiume azzurro, e le foreste della Brughiera del Dosso. Associazioni, comuni e privati hanno promosso osservazioni e studi che evidenziano una realtà ben diversa da quella dagli ottimistici rapporti di SEA, e che è sotto gli occhi di tutti gli utenti dell'aerostazione.
“Si persevera - insistono i presidenti delle associazioni - nell'errore di una crescita incontrollata del cemento nel Parco del Ticino senza preoccuparsi di risolvere le insufficienze strutturali che Malpensa deve affrontare per svolgere adeguatamente la sua funzione di aeroporto: a partire dal miglioramento dei collegamenti ferroviari con Milano, che ancor oggi sono poco efficaci e non competitivi con quelli stradali. Una stazione ferroviaria al terminal 2 è sicuramente più importante di una terza pista di decollo costosa e devastante”.
Dopo la crisi di Alitalia, i numeri della ripresa di Malpensa sono interamente affidati ai voli a basso costo: Low Cost e Charter rappresentano ormai i due terzi dei passeggeri in transito, malgrado la ripresa il numero di passeggeri è ancora attestato a livelli inferiori a quelli del 2000. Le due piste, ancorché mal progettate, assicurano una capacità più che adeguata anche ad affrontare la paventata emergenza dei visitatori di Expo nel 2015: infatti rispetto alla capacità di 82 slot all'ora, perfino nelle ore di punta difficilmente se ne impegnano più di 45.
“Che senso ha investire 1,2 miliardi di euro per il potenziamento di un aeroporto il cui destino continua ad essere incerto? Perchè buttare 300 milioni di euro in una terza pista così devastante quanto inutile? Ci permettiamo – concludono le associazioni - di consigliare all'azionista di maggioranza di SEA, ovvero il Comune di Milano, di riflettere sulla coraggiosa scelta del Premier britannico, David Cameron, che ha preso una posizione contraria alla terza pista di Heathrow, sostenendo che l’aeroporto doveva essere migliore, ma non più grande. E migliore significa non incrementarne l’impatto ambientale, non pesare sulle comunità di cittadini, oltre che funzionare meglio”. 4 dicembre 2010
E' stato solo un volo dimostrativo, era un volo di addestramento e il primo A380 è atterrato in Italia il 14 luglio: ha toccato sulla pista 35 destra di Milano Malpensa. L'aeromobile diventato il gigante dei cieli che ha soppiantato il jumbo Boeing 747 è l'aereo ammiraglia della flotta Lufthansa. Il primo volo Airbus 380 italiano è sbarcato comunque a Malpensa e non a Fiumicino. E su questo scalo è annunciato il primo collegamento di linea Airbus 380 con il volo di fine mese da Dubai con l'aerolinea Emirates.
E' un evento che sancisce la capacità logistica dello scalo lombardo rispetto a quello romano e permette di inquadrare sia l'impatto economico quanto quello ambientale dell'ultima generazione dell'Airbus lungo raggio.
La versione A 380 Lufthansa ha 526 posti con una apertura alare di 72 metri e 24 di altezza ed è equipaggiato con quattro i motori Rolls Royce, capaci di una spinta di 70mila. Altre versioni di Airbus 380 imbarcano anche 800 passeggeri.
Lo scenario dei voli viene stravolto dal A 380.
Se, infatti, da un lato 10 voli Airbus 380 a pieno carico/imbarco di passeggeri determinano un numero di passeggeri incomparabile con un bimotore da 50/60 posti anche l'impatto acustico ed atmosferico rimanda ad una incidenza ambientale abissale.
In allegato sono disponibili raffronti qualitativi e quantitativi tra le emissioni sonore e gassose con il Boeing 747 - 400, ovvero tra velivoli di capitolo 3 e capitolo 4 avanzato.
La relativa silenziosità dell'Airbus 380 è stata verificata in diretta nel corso del decollo dello stesso Airbus 380 Lufhtansa, avvenuto sulla SID 358 della pista 35 destra di Malpensa.
Un evento che un video evidenzia in presa diretta e che la rete di monitoraggio SEA potrebbe autorevolmente certificare.
Il filmato, vedi sito http://www.sommalombardo.tv/indexvideo.php?id=299&cat=Malpensa , è commentato in parte dal sindaco Guido Colombo mentre assiste al sorvolo direttamente dalla sua abitazione di Mezzana (frazione di Somma Lombardo).
Un caseggiato sottostante alla rotta di decollo.
La responsabile di Lufhtansa Italia Heike Birlenbach nella presentazione del velivolo e delle sue prestazioni lo ha descritto "addirittura" come del 30% più silenzioso di qualunque altro aereo.
A Malpensa la crisi Alitalia e la politica dehubbing se ha determinato una radicale trasformazione nella strategia dei voli e dei vettori che operano su Malpensa.
Con l'insediamento di Easyjet e l'avvento di Lufthansa Italia con l'utilizzo delle flotte Airbus 320 -321, in parallelo al quasi definito blocco e radiazione dei voli di MD 80, lo scenario acustico dell'intorno aeroportuale - che comunque necessita la conclusione dei lavori della Commissione Aeroportuale- ha generato una rilevante e percepita riduzione dell'impatto acustico.
I dati della rete di monitoraggio 2009 di SEA e quelli del primo trimestre, qualora fossero confermati dalla Commissione Aeroportuale, identificano valori di Lva addirittura inferiori a 60 decibel. Un obiettivo davvero impensabile solo pochi anni addietro e che potrebbe essere ribadito qualora la politica del mix di flotte perseguito sullo scalo varesino fosse accompagnato da misure adeguate.
Tra di queste ricordiamo innanzi tutto l'adozione di una pratica che accomuna la quasi totalità degli scali comunitari, ovvero l'indispensabile regolamentazione tariffaria correlata alla rumorosità dei velivoli. Infine l'attesa definizione di procedure di decollo antirumore in combinazione con un sistema di rilevazione delle infrazioni procedurali (sforamenti acustici su località specifiche) collegato sistema sanzionatorio per i trasgressori.
Sono misure spesso sollecitate ed ancora non pienamente adottate ancorché tali da fronteggiare e scongiurare l'impiego di aeromobili di 2° e 3° generazione (vedi voli cargo). 20 luglio 2010
Il 27 aprile 2010 è stata presentata una mozione sulle prospettive dello scalo del varesotto e sul Piano Aeroporti Nazionale, l'iniziativa è stata proposta da numerosi parlamentari del Senato.
premesso che:
nel Nord Italia ha origine la maggior parte del traffico aereo, anche di pregio internazionale e intercontinentale, ma lungo l'asse Torino-Trieste c'è un eccesso di offerta di infrastrutture che, se da un lato agevola la comodità degli spostamenti, dall'altro favorisce i vettori e i grandi aeroporti stranieri;
lo scalo di Malpensa, anche in seguito al ridimensionamento del traffico conseguente all'abbandono come hub da parte della compagnia di bandiera Alitalia, fatica a trovare un percorso di rilancio come grande aeroporto internazionale e intercontinentale;
nonostante alcuni limitati miglioramenti, l'aeroporto presenta ancora, a oltre dieci anni dall'inaugurazione, delle criticità in ordine alla sua accessibilità su gomma e su ferro, sia dall'area milanese sia dalle province limitrofe potenzialmente interessate;
la società di gestione SEA si è adoperata in questi anni, spesso in solitudine, per realizzare iniziative strategiche finalizzate al rilancio di Malpensa, che hanno portato alla presenza nell'aeroporto di nuovi vettori e in particolare di una base operativa della nuova società Lufthansa Italia;
mentre appare difficile un rilancio di Malpensa come hub, più realistiche e promettenti sembrano le prospettive di definirne un ruolo competitivo quale aeroporto internazionale/intercontinentale del Nord Italia per voli business, turistici e low cost, considerando che numerosi Paesi esteri avrebbero manifestato l'interesse ad attivare collegamenti con lo scalo o a potenziare quelli esistenti;
per il successo di Expo 2015 è fondamentale garantire alla città di Milano un collegamento diretto con le principali città del mondo,
impegna il Governo:
ad attuare un piano di coordinamento degli aeroporti del Nord Italia, al fine di razionalizzare l'uso delle attuali strutture e di dare un servizio migliore ai tanti utenti della classe business e non, oggi costretti a partire da altri scali europei per raggiungere le destinazioni intercontinentali;
a mettere a sistema gli aeroporti di Malpensa, Linate, Orio al Serio e Brescia Montichiari, sostenendo le opportune collaborazioni e sinergie e individuando per ciascuno una specializzazione coerente con gli obiettivi di trasporto aereo dei passeggeri e delle merci della Lombardia e del Nord Italia;
a proseguire con maggiore intensità la negoziazione dei diritti di volo tramite accordi bilaterali con i Paesi esteri interessati a utilizzare attivamente lo scalo, passando se necessario dal regime di monodesignazione a quello di multidesignazione, al fine di ampliare il numero di vettori ammessi a operare a Malpensa e conseguentemente il numero delle destinazioni e delle frequenze dei voli;
a confermare il piano di investimenti per la realizzazione delle opere finalizzate a connettere in modo efficace l'aeroporto: a livello ferroviario tramite la linea Rho-Gallarate, già approvata dalla delibera Cipe n. 52 del 15 luglio 2009, e attraverso il collegamento tra il Terminal 1 e il Terminal 2 dell'aeroporto di Malpensa, previsto nel catalogo delle opere di Expo 2015; a livello stradale tramite la Pedemontana lombarda, anch'essa prevista nel catalogo delle opere di Expo 2015;
a confermare il ruolo di Malpensa quale primo scalo merci italiano investendo sulla intermodalità, sia nell'area dell'aeroporto (terminal e piste) sia nelle reti di trasporto ferroviario e autostradale che collegano lo scalo alla Lombardia e al Nord Italia;
a controllare, tramite gli organismi a ciò deputati e in particolare l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), l'efficacia e l'efficienza delle scelte gestionali e degli investimenti operati dalla SEA, ponendo l'obiettivo di elevare la qualità dei servizi offerti. 2 luglio 2010
Nella disputa sul futuro di Malpensa e sulla costruzione della terza pista interviene anche il COvest, il Comitato che rappresenta i residenti delle aree novaresi coinnvolte con i decolli dalle piste dell'hub varesino.
Il COvest ha avviato una petizione popolare contro, attraverso la petizione popolare che Aerohabitat propone nello spazio sottostante.
PETIZIONE POPOLARE
NO ALLA TERZA PISTA DI MALPENSA - SI’ ALLA SALUTE , ALLA SICUREZZA E ALL’AMBIENTE
COVEST ONLUS – Villa Soranzo – 28040 Varallo Pombia www.covest.org
elenastrohmenger@intercom.it
Al sig. Prefetto della Provincia di Novara
Al sig. Presidente della Regione Piemonte
Al sig. Presidente della Provincia di Novara
Agli Enti locali del Coordinamento Ovest Ticino
contro i disagi di Malpensa
Premesso che:
La Regione Lombardia e la SEA, gestore aeroportuale, progettano l’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa con la costruzione di una terza pista per raddoppiare la capacità dei movimenti aerei. Avendo la Regione Lombardia deliberato i comuni dell’area di Malpensa come zone critiche e di risanamento ambientale, l’unico modo per farlo è togliere i decolli dalla pista di destra indirizzando quasi tutto il traffico verso il Piemonte. L’obiettivo è di portare lo sviluppo e il business in Lombardia, spostando il più possibile l’inquinamento e il rischio aeronautico sui territori piemontesi. La totalità dei decolli della terza pista saranno infatti indirizzati sul Novarese.
Con la terza pista potranno decollare verso l’Ovest Ticino complessivamente quasi 500 aerei al giorno rispetto agli attuali circa 130. Anche se il trasporto aereo non aumentasse rispetto a oggi, i territori del Novarese subirebbero un grave danno con la terza pista. Già oggi l’attività di Malpensa crea un grave inquinamento ambientale, come dimostrato dalla sentenza Quintavalle emessa dal Tribunale di Milano nel dicembre 2008, che condanna SEA e Ministero dei Trasporti. Questo è certificato dagli studi sulle emissioni degli aerei, cui si aggiunge l’inquinamento dovuto ai trasporti di terra a supporto delle attività aeroportuali. Le emissioni inquinanti ambientali e acustiche del trasporto aereo causano gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni provocando patologie anche gravi, come molti studi nel mondo certificano, oltre al danno ambientale e biologico su aree di pregio naturalistico come il Parco del Ticino dichiarato Patrimonio dell’Unesco.
Considerato che:
-l’aeroporto di Malpensa si è sviluppato fino alle dimensioni attuali in assenza delle dovute valutazioni ambientali e che è stato consentito in regime di esonero di Valutazione un traffico massimo di 21,3 milioni di passeggeri l’anno o 944 movimenti al giorno, limite fissato dal Ministro dell’Ambiente Matteoli nel 2004;
-l’aeroporto di Malpensa si è sviluppato in assenza dei monitoraggi ambientali e delle indagini epidemiologiche previsti dal Decreto D’Alema n. 349 del 1999 e ignorando da sempre il forte impatto sui territori piemontesi esclusi dalle scelte;
-Enac sta proponendo ai comuni lombardi limitrofi all’aeroporto un piano di rischio incidenti aerei senza coinvolgere i comuni piemontesi
Firmiamo per chiedere:
-che non si costruisca la terza pista che manda i decolli verso il Piemonte.
-che siano rispettati il diritto alla salute e il diritto di vivere in un ambiente sano e sicuro.
-che siano avviati i monitoraggi e le indagini epidemiologiche previsti dalla legge e fino ad oggi disattesi.
-che sia redatta la Valutazione di Impatto Sanitario e la Valutazione di Incidenza sulle aree naturali protette.
-che sia definito il limite di sviluppo aeroportuale sostenibile per il nostro territorio e l’ambiente.
-che il Piano Territoriale d’Area di Malpensa in elaborazione da parte della Regione Lombardia non sia un mero contenitore finalizzato alla realizzazione di infrastrutture, ma comprenda tutti i progetti che portano ad uno sviluppo dell’aeroporto, incluso quello della terza pista, e si estenda prudenzialmente a un dintorno di almeno 20 km dall’aeroporto, tenendo conto che al suo interno si trovano aree abitate e aree SIC, IBA, ZPS.
-che la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Territoriale d’Area lombardo preveda la partecipazione di tutti i Comuni limitrofi, compresi i Comuni novaresi, la Provincia di Novara e la Regione Piemonte. 17 giugno 2010
Terza pista, salvaguardia del Parco del Ticino, protezione dell'ambiente, sviluppo di Malpensa e posti di lavoro, gli obiettivi si accavallano e determinano mobilitazioni contrapposte.
In sintesi i cittadini sono chiamati ad esprimersi a favore o contro la terza pista. A favore sono i gazebo della Lega Nord di Lonate Pozzolo, contro i cittadini riuniti dietro il cartello "W via Gaggio".
Numerosi sono anche i cittadini che inviano lettere contrapposte ai giornali locali.
Si spaccano anche i consigli comunali dei paesi dell'intorno a Malpensa.
Ma tra imbarazzi ed estreme determinazioni , spesso incrollabili - pro e contro - la disputa non si annuncia breve.
In attesa che il confronto si allarghi alle verifiche ed alle osservazioni che riguarderanno sia la Valutazione di impatto ambientale che della valutazione strategica, che vengano - finalmente - analizzati anche i parametri infrastrutturali di Malpensa in relazione alle esigenze del maggior aeroporto del nord Italia, i due schieramenti proseguono la loro mobilitazione.
Partecipa anche il Fai (Fondo ambiente italiano) che fino al 30 settembre permette di aderire alla campagna del Fai segnalando l’area del Gaggio come il luogo del cuore, compilando e spedendo l’apposita cartolina in distribuzione oppure inviando l’adesione al sito Internet www.i luoghi del cuore.it.
Nelle scuole di Lonate Pozzolo, intanto, la raccolta firme contro proseguirà nelle prossime settimane, anche i bambini avrebbero deciso di mobilitarsi per salvare via Gaggio e la brughiera. 27 maggio 2010
Prima o poi sarebbe arrivato anche il momento della terza pista.
Dopo gli annunci di anni addietro e dopo la presentazione ufficiale del MITRE ecco che i consigli comunali, della provincia e dei comitati sono posti dinnanzi a considerazioni e contrapposizioni sul futuro di Malpensa: con o senza la terza pista?
Ancora una volta tuttavia il confronto non appare chiaro, decisivo e trasparente.
La discussione sull'insediamento della terza pista, sul futuro di Tornavento e sui riflessi sul territorio e sulla comunità circostante dovrà essere verificato sulla sua compatibilità e coesistenza, perciò sulla rigorosa verifica delle procedure di VIA e di VAS integrata con le altre opere in cantiere.
Il dibattito che in questi giorni affiora su quasi tutti i quotidiani del varesotto avviene nel contesto dell'attuazione del PIANO di Rischio incidenti aerei che ENAC sta proponendo ai Comuni interessati dell'intorno.
Ovvero, innanzitutto, alla geometria del Piano di rischio associato all'art 707 e 715 del Codice di Navigazione collegato alle due piste storiche 35 e 17 che implicano, finalmente, la messa a norma, la tutela dei cittadini con le cosiddette Public Safety Zone.
Le questioni sono quindi due.
La prima concerne la pianificazione del territorio dell'intorno all'aeroporto dovrà necessariamente essere condiviso tra enti locali e SEA senza l'esclusione di alcun soggetto interessato.
Appare ovvio, ad esempio, che il Piano di Rischio della pista 35 destra in atterraggio coinvolge direttamente il comune di Lonate Pozzolo e non altri comuni. Altrettanto per i comuni coinvolti con i Piani di Rischio delle restanti piste che devono esser sottoposti principalmente ai comuni di sedime aeroportuale, nei quali insistono le testate piste fino ad una distanza di circa 3500 metri.
Altra è la considerazione sull'insediamento della terza pista.
E' necessaria, è una opera indispensabile per garantire allo scalo di Malpensa di raggiungere quello che è il parametro base di una infrastruttura hub, ovvero almeno 120 movimenti/ora?
Discutere sui volumi di traffico esclusivamente ragionando sul numero dei passeggeri è del tutto fuorviante. Il traguardo dei 40 milioni di passeggeri/anno è compatibile anche con l'odierno limite di circa 70 movimenti/ora. Si realizza anche con una diversificata tipologia di aerei e della loro capacità/posti.
Fermo restando quindi la scontata, quanto preliminare, adozione delle procedure di VIA e VAS, occorre ribadire che, qualora il Piano Nazionale Aeroporti (già acquisito dal Governo), identificasse un ruolo hub per lo scalo del varesotto, occorrerebbe pianificare il gap infrastrutturale che Malpensa si porta dietro dal progetto iniziale.
Malpensa 2000 è nato male, il terminal laterale e quello nord, con le due piste parallele addossate, costituiscono un handicap che impedisce un movimento piste/ora competitivo con scali aerei omologhi. 5 maggio 2010
Sul quotidiano "La Prealpina" del 25 aprile, traendo spunto dalla famosa sentenza "Quintavalle" sul Parco del Ticino, la giunta comunale ha lanciato il suo progetto: "vogliamo sapere come sono la qualità dell'aria e le ricadute sui cittadini del traffico aereo sopra le nostre teste".
A breve nel corso dei una conferenza stampa, i cittadini, saranno informati: da metà maggio e per quattro mesi saranno svolti i necessari rilevamenti.
In attesa di saperne di più ricordiamo come lo scorso ottobre 2009 nella "VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Documento di Piano - SINTESI NON TECNICA" nel paragrafo "Aria", documento dello stesso comune di Casorate Sempione, veniva sostenuto:
Il Comune di Casorate Sempione, pur rientrando in un’area naturale protetta di elevato pregio come quella del Parco del Ticino, è caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi di criticità fortemente impattanti sull’atmosfera dell’area comunale, quali ’aeroporto di Malpensa e il sistema infrastrutturale, in particolare la Strada Statale n. 33 del Sempione.
Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Casorate Sempione è stato utilizzato l’inventario regionale delle emissioni, INEMAR (INventario EMissioni ARia), nella sua versione più recente, riferita all’anno 2005.
Attraverso la stima delle emissioni sono state individuate le principali cause dell’inquinamento atmosferico dell’area in esame e quindi l’impatto della realtà socioeconomica e produttiva sul territorio in esame.
Si osserva come il contributo maggiore sia dato dalle emissioni di CO, NOX e COV; più marginali risultano, invece, gli apporti relativi alle emissioni di CO2, CH4, SO2 e PM10.
Il traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento sembrano quindi essere le maggiori fonti emissive di inquinanti nel territorio.
Le emissioni di CO, NOX e COV sono imputabili maggiormente ai macrosettori “altre sorgenti mobili e macchinari”, settore che riporta il contributo emissivo del sistema aeroportuale di Malpensa (traffico aereo e movimentazione mezzi) e ai processi di combustione non industriale e al trasporto su strada. In generale, quindi, l’aeroporto (in termini di traffico aereo e movimentazione mezzi a terra) rappresenta, insieme al traffico stradale, la principale fonte di inquinamento per il territorio: in particolare l’aeroporto è la prima componente per le emissioni di NOX, SO2 e CO2, mentre il traffico lo è per CO e PM10.
Il Comune di Casorate Sempione, così come indicato dalla zonizzazione del territorio regionale secondo il Decreto Regionale 351/99 e la Legge Regionale 24/06, rientra nella zona di risanamento di tipo A; e in particolare è indicata come zona A2.
Le Zone di risanamento sono parti del territorio regionale in cui i livelli di uno o più inquinanti sono compresi tra il valore limite e il valore limite aumentato del margine di tolleranza temporaneo. Le zone di risanamento possono essere di due tipi:
A) Zona di risanamento per più inquinanti
B) Zona di risanamento per inquinamento da ozono
Per queste zone la Regione predispone piani integrati per il raggiungimento degli obiettivi entro i termini stabiliti dalla normativa.
Non si segnalano fenomeni critici di inquinamento, ma le concentrazioni di inquinanti monitorati mettono in evidenza che le fonti di emissioni principali sono date dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa e dal trasporto su strada e quindi dalla criticità della posizione del territorio comunale posto tra importanti assi stradali e un aeroporto intercontinentale:
¬ Strada Statale del Sempione;
¬ Strada Statale 336;
¬ Aeroporto di Malpensa.
Il territorio di Casorate Sempione, rappresentando un tipico territorio suburbano che gravita attorno a grossi centri infrastrutturali e urbani (Aeroporto di Malpensa, grandi reti di collegamento, Milano, Varese e Novara), pur non presentando criticità dovute al superamento dei limiti di legge per i singoli inquinanti, risulta un’area a rischio (come dimostrano le analisi effettuate tramite i licheni epifiti) in cui i livelli di inquinamento di fondo risultano elevati. Possibili azioni da attuare per limitare e mitigare gli effetti negativi dovuti alla scadente qualità dell’aria sono di differente natura:
¬ Monitoraggi della qualità dell’aria attraverso indagini chimico-fisiche e biologiche;
¬ Creazioni di fasce vegetate lungo le direttrici stradali;
¬ Potenziamento delle piste ciclabili e incentivazione di forme di mobilità sostenibili;
¬ Incentivazione di forme di riscaldamento sostenibili (impianti fotovoltaici, pannelli solari, etc.);
¬ Forme di edilizia che prevedano sistemi a risparmio energetico.
¬ Campagne di sensibilizzazione della cittadinanza per la diffusione di comportamenti che limitino le forme di emissione di gas inquinanti.
Tutto ciò con la consapevolezza che il contenimento dell’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di sostanze nocive provenienti dai gas di scarico dei veicoli a motore è un problema che non può essere affrontato all’interno dei confini geografici di un singolo comune ma, proprio a causa degli effetti che produce sul pianeta, richiede un intervento organico a più vasta scala. 26 aprile 2010
La circolare ENAC APT 26 - che riprende le specifiche normative in materia - è chiara: "per ogni aeroporto aperto al traffico civile, è prevista la costituzione di una commissione Aeroportuale presieduta dal Direttore Aeroportuale e composta da ... tra l'altro... dai comuni interessati (un rappresentante per ognuno dei comuni compresi nell’intorno aeroportuale)".
In sostanza solo dai Comuni aeroportuali di sedime e che nello "scenario di riferimento" registrano valori acustici (curva di isolivello) superiori a 60 Lva.
Cosa accade, quale ruolo spetta ai restanti Comuni? Quelli che hanno valori di 40-50-55 Lva perchè interessati dai sorvoli in decollo ed atterraggio? Come fanno a tutelare le loro esigenze? La materia è rilevante e, al momento, non sembra aver una soluzione praticabile.
Nella Commissione Aeroportuale di Malpensa, da alcuni anni, tuttavia, partecipano ai lavori anche alcuni Comuni Piemontesi con indici acustici al di sotto dei fatidici 60 Lva.
L'intera questione è stata oggetto di una recente interrogazione parlamentare.
Aerohabitat propone il testo e la risposta del Ministro Matteoli.
BUGNANO , DE TONI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
a partire dal 25 ottobre 2005, l'Ente nazionale dell'aviazione civile (ENAC) ha inserito nella Commissione aeroportuale di Malpensa, quali componenti effettivi, i rappresentanti degli enti locali della provincia di Novara, ed in particolare dei Comuni di Castelletto Sopra Ticino, Marano Ticino, Oleggio, Pombia e Varallo Pombia;
con lettera del 24 settembre 2009 l'ENAC ha convocato per il 6 ottobre 2009, alle ore 14.30, la Commissione aeroportuale di Malpensa, invitando i rappresentanti dei Comuni citati in qualità di meri osservatori, privandoli, dunque, del diritto di voto;
considerato che:
il decreto ministeriale 31 ottobre 1997, emanato dal Ministro dell'ambiente della tutela del territorio e del mare di concerto con l'allora Ministro dei trasporti e della navigazione e recante disposizioni in materia di "Metodologia di misura del rumore aeroportuale", all'art. 5, comma 1, prevede che l'Ente nazionale per l'aviazione civile istituisca, per ogni aeroporto aperto al traffico civile, una commissione presieduta dal competente direttore della circoscrizione aeroportuale e composta da un rappresentante per ognuno dei seguenti soggetti: Regione, Provincia e Comuni interessati;
il Ministero dell'ambiente, con protocollo n. 1949/2000/SIAR del 10 aprile 2000, indirizzato all'ufficio di gabinetto del Ministero dei trasporti e della navigazione, al direttore della circoscrizione aeroportuale, alla Regione Lombardia, alla Provincia di Varese, all'Ente nazionale per l'aviazione civile e ai Sindaci del Consorzio urbanistico volontario Malpensa (CUV), in relazione alla designazione dei rappresentanti della Commissione dell'aeroporto di Malpensa, di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto ministeriale 31 ottobre 1997, ed in considerazione dell'importanza delle decisioni da assumere nell'ambito della medesima, riteneva opportuna la presenza dei rappresentanti dei Comuni interessati dalle attività aeroportuali, anche se posti al di fuori della isofona 60 dB (A) Lva, che caratterizza l'intorno areoportuale;
il Ministero dell'ambiente, con protocollo n. 2916/2000/SIAR del 29 giugno 2000, indirizzato al direttore della Circoscrizione aeroportuale, alla Regione Lombardia, alla Regione Piemonte, alla Provincia di Varese e alla Provincia di Novara, facendo seguito al protocollo n. 1949/2000/SIAR del 10 aprile 2000, specificava che in assenza di precisa delimitazione dell'intorno aeroportuale, l'indicazione dei Comuni interessati all'attività aeroportuale, a prescindere da quelli su cui insiste il sedime, fosse fornita dalle Regioni o Province competenti;
con protocollo n. 3272/2000/SIAR del 30 giugno 2000, indirizzato al direttore della Circoscrizione aeroportuale di Malpensa, alla Regione Lombardia, alla Regione Piemonte, alla Provincia di Varese, alla Provincia di Novara, il Ministero dell'ambiente, facendo seguito alle due note prima citate, invitava le Regioni e le Province competenti a trasmettere alla Direzione circoscrizionale di Malpensa, e per conoscenza al Ministero stesso, un elenco dei Comuni interessati all'attività aeroportuale;
anche il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con protocollo n. 12533 del 5 luglio 2005, indirizzato all'ENAC, al Ministero dell'ambiente, al direttore della Circoscrizione aeroportuale di Malpensa, alla Regione Lombardia, alla Regione Piemonte, alla Provincia di Varese ed alla Provincia di Novara, riteneva che, in considerazione della peculiare collocazione territoriale dell'aeroporto, fosse opportuno estendere la partecipazione alla Commissione anche ai rappresentanti della Provincia di Novara e dei Comuni confinanti con quelli lombardi su cui insiste il sedime aeroportuale;
in data 2 agosto 2005 l'ENAC, nel protocollo n. 2057, indirizzato alla Provincia di Novara, prendendo atto di quanto stabilito dal Ministero delle infrastrutture con protocollo n. 12533 del 5 luglio 2005, richiedeva l'elenco dei Comuni interessati all'inserimento nella Commissione aeroportuale di Malpensa;
con protocollo n. 130139 del 12 ottobre 2005 la Provincia di Novara comunicava i nominativi dei rappresentanti della Provincia di Novara e dei Comuni di Castelletto Sopra Ticino, Marano Ticino, Oleggio, Pombia e Varallo Pombia, al fine del loro inserimento tra i componenti della Commissione aeroportuale di Malpensa;
in data 25 ottobre 2005 si svolgeva la riunione della Commissione aeroportuale di Malpensa. Con protocollo n. 3236 del 5 dicembre 2005, l'ENAC comunicava il resoconto della suddetta riunione, dando atto dell'avvenuto inserimento nella Commissione aeroportuale della Provincia di Novara, dell'ARPA Piemonte e dei Comuni citati. In quella sede veniva rilevato che proprio grazie alla partecipazione dei suddetti Comuni alle attività della Commissione si riusciva a limitare il disagio sulla popolazione con una più equa ripartizione del traffico aereo;
in data 3 luglio 2007 l'ENAC emetteva la circolare APT26, recante disposizioni in materia di contenimento dell'inquinamento acustico. A seguito dell'emanazione della suddetta circolare, nella riunione della Commissione aeroportuale di Malpensa del 10 settembre 2008, il Presidente della Commissione, dottor Bitto, riteneva che, intervenuto un cambiamento del quadro normativo di riferimento, fosse necessaria una illustrazione della circolare APT26 da parte del funzionario che aveva partecipato alla stesura. I rappresentanti degli enti locali piemontesi, non ritenendo che la circolare APT26 avesse determinato un cambiamento normativo, non sottoscrivevano il verbale della riunione;
in data 8 ottobre 2008 la Provincia di Novara richiedeva, invano, copia del provvedimento di nomina della commissione aeroportuale di Malpensa e del provvedimento successivo disponente l'integrazione tra i componenti della medesima commissione della Provincia di Novara e dei Comuni del CUV;
veniva poi convocata per il 10 novembre 2008 una nuova riunione della Commissione aeroportuale al fine di fornire gli opportuni chiarimenti sulla circolare APT26. Durante la suddetta riunione, i rappresentanti degli enti locali piemontesi chiedevano lumi circa la liceità della loro presenza, in qualità di componenti, nella commissione aeroportuale al rappresentante dell'ENAC, il quale, tuttavia, si dichiarava incompetente in ordine ad una pronuncia nel merito ed al rappresentante del Ministero dell'ambiente che, invece, ne confermava la liceità;
la circolare APT26, a cui l'ENAC si riferisce per giustificare l'intervenuto mutamento del quadro normativo, legittimante l'esclusione degli enti territoriali piemontesi dai componenti della Commissione aeroportuale, costituisce un mero atto interno, in quanto tale, privo di rilevanza esterna ed inidoneo a derogare a quanto affermato dal Ministero delle infrastrutture nel protocollo n. 12533 del 5 luglio 2005. All'uopo, il Ministero delle infrastrutture ha, in virtù del decreto legislativo n. 250 del 1997, art. 1, comma 2, il potere di indirizzo, vigilanza e controllo sull'ENAC, in particolare, ex art. 11 del decreto legislativo citato, ha il potere di vigilare affinché l'attività dell'ente corrisponda ai fini pubblico-istituzionali e si attui con criteri di efficacia, efficienza, economia e sicurezza, pregiudicati laddove gli enti territoriali piemontesi venissero ammessi a partecipare alla Commissione come meri osservatori;
l'ENAC stesso dà atto, sul suo sito, che le circolari da esso emanate si limitano ad integrare il quadro regolamentare dell'aviazione civile, al fine di migliorare la comprensione delle regole, favorendo un rapporto trasparente e corretto, e non già ad innovare il quadro normativo, come invece affermato dal Presidente della Commissione aeroportuale di Malpensa;
in virtù del principio di specialità, la circolare APT26 emessa dall'ENAC, di portata generale, non sembra idonea a derogare neppure al protocollo n. 2057 emesso dallo stesso ente, in cui si estende la partecipazione alla Commissione aeroportuale di Malpensa ai rappresentanti degli enti locali piemontesi, tenendo in considerazione la specificità del caso de quo. Il suddetto protocollo, inoltre, è stato emesso in adempimento dei pareri espressi dal Ministero delle infrastrutture e dal Ministero dell'ambiente,
si chiede di sapere:
quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda assumere nell'ambito delle sue competenze, al fine di garantire che i rappresentanti degli enti locali della Provincia di Novara, ed in particolare dei Comuni di Castelletto Sopra Ticino, Marano Ticino, Oleggio, Pombia e Varallo Pombia, non vengano esclusi dalla partecipazione, in qualità di membri, alla Commissione aeroportuale di Malpensa;
quali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere affinché gli interessi della popolazione del territorio piemontese, contermine all'aeroporto di Malpensa, siano adeguatamente rappresentanti in seno alla Commissione aeroportuale di Malpensa;
quali azioni concrete sul piano normativo si intenda porre in essere al fine di evitare arbitrarie retrocessione dei membri della Commissione aeroportuale di Malpensa da componenti effettivi a meri osservatori.
Risposta all'interrogazione
Risposta. - La questione relativa alla gestione dei lavori della Commissione aeroportuale di Milano Malpensa e la rivendicazione da parte delle realtà piemontesi (Regione, Provincia di Novara, alcuni Comuni dell’Ovest Ticino ed Arpa Piemonte) di voler partecipare in qualità di membri ai lavori di tale Commissione era sorta già all’indomani dell’insediamento della Commissione aeroportuale medesima, avvenuta il 30 ottobre 2002.
La posizione sin da allora assunta dall’Enac si è basata sull’applicazione dell’articolo 5 del decreto ministeriale 31 ottobre 1997, il quale prevede che la partecipazione ai lavori della Commissione sia limitata ai Comuni “interessati” e sull’intendimento che il legislatore significasse, per ovvie ragioni di funzionalità ed efficacia, i Comuni interessati dall’intorno aeroportuale, definito quest’ultimo nello stesso decreto quale territorio circostante l’aeroporto in cui il livello di rumore assume valori superiori ai 60 dB(A).
Tale valore, in base alle risultanze dell’attività di monitoraggio acustico finora effettuata, non viene superato nei comuni piemontesi che quindi non risulterebbero avere titolo ad entrare a far parte della Commissione.
Si evidenzia a tal proposito che la posizione assunta da Enac era basata sulla considerazione in base alla quale l’obbligo di estendere la Commissione riguarda i Comuni il cui territorio risulti ricompreso, sia pure in parte, entro i confini delle aree di rispetto zona A (rumorosità ammessa non superiore a 65 dB), zona B (rumorosità ammessa non superiore a 75 dB), zona C (rumorosità ammessa superiore a 75 dB) ossia entro le tre aree in cui si divide l’intorno aeroportuale.
Purtuttavia, il Ministero, a seguito dell’interesse dimostrato dalle amministrazioni locali piemontesi, aveva ritenuto opportuno significare all’Enac il parere n. 12533 del 5 luglio 2005 con cui era stato accolta l’estensione della partecipazione alla Commissione anche ai rappresentanti della Provincia di Novara e dei Comuni piemontesi confinanti con quelli lombardi.
A seguito di detto parere, l’Enac ha quindi esteso la partecipazione alla Commissione delle realtà piemontesi richiedenti.
Successivamente, con circolare APT 26, in materia di contenimento dell’inquinamento acustico nell’intorno aeroportuale, in un’ottica di pervenire alla standardizzazione delle procedure attuative del decreto ministeriale 31 ottobre 1997, l’Enac ha esplicitato, a valenza generale ossia per tutte le commissioni sul piano nazionale, che la partecipazione alla Commissione riguarda i Comuni il cui territorio risulti ricompreso, sia pure in parte, entro i confini delle tre aree di rispetto in cui si divide l’intorno aeroportuale.
La Direzione aeroportuale di Milano Malpensa, dando seguito alle indicazioni contenute nella predetta circolare Enac, ha pertanto riportato allo stato di osservatori i rappresentanti degli enti locali piemontesi.
Stante il perdurare del contenzioso insorto, tra l’Enac e le amministrazioni locali piemontesi ed al fine di consentire alla Commissione aeroportuale di svolgere un’attività efficace per pervenire in tempi brevi alla definizione delle procedure antirumore ed alla zonizzazione dell’intorno aeroportuale, presupposto questo per la definizione ed aggiornamento dei piani urbanistici da parte degli enti territoriali nonché la definizione ed attuazione dei piani di risanamento da parte del gestore aeroportuale, il Ministero sta attualmente verificando la possibilità di contemperare le esigenze rappresentate dagli enti locali piemontesi con la necessità, evidenziata invece da Enac, di superare lo stallo dei lavori della Commissione stessa causati sia dalle continue eccezioni procedurali e conflitti tra i Comuni sia per il considerevole numero di scenari proposti per la valutazione da parte della Commissione.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti MATTEOLI (22 febbraio 2010) 18 marzo 2010
Sarà vero? Quello sostenuto da Maurizio Rivolta vice presidente WWF Italia, la terza pista a Malpensa è davvero assimilabile al faraonico Ponte sullo stretto di Messina, una opera inutile e dispendiosa?
Nel convegno tenutosi a Somma Lombardo il 28 novembre scorso, “Strumenti per valutare Malpensa”, organizzato Legambiente, WWF, A.C.L.I., UNI.CO.MAL. Lombardia, Amici della Natura, oltre al Presidente pro tempore del CUV (consorzio urbanistico volontario) dell'area Malpensa, il Sindaco di Golasecca, architetto Madì Reggio, sono state trattate le tematiche fondamentali per la coesistenza e convivenza tra territorio e aeroporto. Quindi si è parlato intorno al progetto della terza pista.
La realizzazione della terza pista deve confrontarsi con tre questioni chiave: la necessità (e possibilità) di rendere più efficiente l’attuale sistema Malpensa, la necessità di considerare il danno ambientale, già oggi molto elevato, sul sistema ecologico del fiume Ticino, la sostenibilità sociale rispetto alla qualità della vita e alla salute dei cittadini.
Le osservazioni e i dati presentati sull’inquinamento atmosferico e sull’urgenza di varare politiche di risanamento dell’aria, sono seguite alle numerose critiche verso la Regione: non avrebbe mantenuto gli impegni di mitigazione ambientale.
"L’ecosistema del fiume Ticino, le implicazioni dell’ampliamento dello scalo con terza pista a sud-ovest, in prossimità del fiume distruggendo la terrazza naturale di Tornavento, una riserva unica e cruciale di ossigeno e di natura in una zona ormai fortemente antropizzata, la più importante area per la biodiversità lombarda, un naturale corridoio ecologico che collega le Alpi con il Po, oltre che un’importante meta di salute, ricreazione e svago per quelle persone e famiglie, sempre più numerose, che non si possono permettere il lusso di andare lontano".
Non a caso, l’area coincide anche con il riconoscimento MAB (Man and Biosphere) assegnato dall’UNESCO nel 2002 proprio per garantire all’area uno sviluppo economico e umano nel rispetto della natura, sfida raccolta finora con esito incerto dai parchi regionali lombardo e piemontese.
Il tema ed il ruolo del sistema del Parco del Ticino, la sua salvaguardia e le valutazioni sul corridoio biologico, sono state accompagnate dalla richiesta per un coinvolgimento delle amministrazioni locali, degli ambientalisti e dei cittadini nella pianificazione delle destinazione del territorio. E' emersa la richiesta, unanime, di sottoporre rapidamente l’infrastruttura aeroportuale e la sua espansione alle procedure di V.I.A. e V.A.S..
Il futuro dello scalo del varesotto, ancora unico sistema hub non solo del norditalia, nonostante le criticità infrastrutturali quali l'accessibilità viaria e ferroviaria, le irrisolte questioni ambientali (impatto acustico, atmosferico, Piano di Rischio incidenti, ecc.) e l'attesa nella definizione e di preciso ruolo nel sistema aeroportuale del Paese, è sempre dinnanzi al solito crocevia: essere una infrastruttura compatibile e coesistere con il territorio o, diversamente, prefigurare uno scalo integrato nel più vasto sistema aeroportuale lombardo - padano. 10 dicembre 2009
E' avvenuto intorno alle 20.45 di domenica 29 novembre mentre l'aeromobile A320 delle Vueling marche EC-HQL, proveniente da Barcellona stava atterrando sulla pista 35 sinistra.
Un automezzo di servizio nello scalo (probabilmente del servizio sanitario), in trasferimento dal terminal 1 al terminal 2, avrebbe percorso e attraversato senza autorizzazione la stessa pista, obbligando l'equipaggio del volo Airbus 320 a riattaccare.
La procedura di mancata avvicinamento ha evitato un incontro ravvicinato tra la quattroruote ed il velivolo che con 130 passeggeri era in prossimità dell'atterraggio sulla stessa pista. Il volo, con un breve ritardo, è regolarmente atterrato a Malpensa, senza alcuna ulteriore conseguenza per la macchina e per i viaggiatori. 02 dicembre 2009
Progetti ambiziosi che il territorio e la comunità circostante troveranno insostenibili o, diversamente, un adeguamento infrastrutturale aeroportuale indispensabile a competere le sfide del secolo?
I piani di sviluppo presentati a Villa Madama da Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, e da Fabrizio Palenzona, presidente di Adr, al Capo del Governo sono e saranno ancora nell’analisi di Aerohabitat. Nella breve anteprima news sulla reale necessità di avere sei piste a Fiumicino, replichiamo intanto con alcune considerazioni sui 70milioni di passeggeri stimati per Malpensa e sulla costruzione della terza pista.
Contro lo scalo del Varesotto, il superamento della soglia dei 12.5 milioni di passeggeri della storica V.I.A. – un dato del tutto fuorviante, opportuno sarebbe riferirsi al numero dei voli - si oppongono in tanti. Dai comitati di cittadini, agli ambientalisti ai sindaci essere contro appare del tutto naturale e scontato. Ma è davvero così?
Che i cittadini, gli amministratori locali debbano essere coinvolti e possano esprimersi appare del tutto scontato, come è inevitabile che qualsiasi piano di sviluppo debba essere sottoposto alla VIA ed alla VAS. Lo sostengono tutti, anche se gli interlocutori in campo pretendono – probabilmente - di poter rendere flessibile lo strumento VIA e VAS ai propri obiettivi.
Qualche Comitato, ad esempio, sostiene che la procedura VIA – VAS debba essere svolta dagli organismi centrali del Ministero. Una sorta di estrema trincea difensiva.
Quasi, quasi si potrebbe intendere che non si possa fidarsi delle strutture Regionali. Con quali garanzie il Ministero dovrebbe riassicurare i cittadini rispetto alla struttura locale appare incongruo, non si riesce, tuttavia, a capirlo.
Che fare? Mettere sullo stesso piano le tre nuove piste di Fiumicino con la terza di Malpensa? Considerare entrambi i Piani di Sviluppo fuori luogo?
La salvaguardia del Litorale Romano e dell’Oasi naturalistica del Maccarese alla stregua della tutela del Parco del Ticino? Ma sviluppare Malpensa fino a 70 milioni di passeggeri/anno – un dato fuorviante, occorrerà riferirsi al numero dei voli - significa davvero inquinare l’area oltre i limiti di sostenibilità ambientale? Occorrerà verificarlo.
Nei termini dell’impatto gassoso, acustico e dei rischio incidenti innanzi tutto. Senza trascurare gli effetti collaterali dell’insediamento complessivo dell’infrastruttura. Una essenziale verifica di costi benefici dovrà sicuramente essere svolta.
Pensare che gli annunci di terza pista e 70 milioni di passeggeri/anno possano, immediatamente discriminare il possibile dall’impossibile appare del tutto pretestuoso.
La costruzione della terza pista, qualora risultasse compatibile con i vincoli aeronautici esistenti, e alcuni interrogativi andrebbero posti, permetterebbe una spalmatura dei voli in decollo ed atterraggio, assicurando un’estesa riduzione degli indici di impatto acustico ed atmosferico. Il riscontro è inevitabile.
Il traguardo dei 70 milioni di passeggeri è invece già oggi - con l’attuale numero di voli - un dato fuorviante e controverso. Raddoppiando la sola capacità/passeggeri degli aerei che operano a Malpensa, il raggiungimento dei 40 – 50 milioni di passeggeri/anno potrebbe risultare immediata. 20 ottobre 2009
Il caso Arsago Seprio è davvero emblematico.
Da un lato il sindaco Claudio Montagnoli – di nuovo insediato dopo un breve interregno – sostiene che il numero dei voli ed il rumore è aumentato (“il rumore continua ad assestarsi oltre 60 Lva”) rispetto a 5-6 anni addietro, dall’altro il Rapporto periodico della rete di Monitoraggio acustico SEA relativo a Malpensa per l’arco 1 aprile – 30 giugno 2009 - diffuso lo scorso 15 settembre - rileva indici Lva inferiori a 60 Lva.
Chi ha ragione? Certo il numero dei voli è calato da circa a 900 voli quotidiani a circa 550 e, con il taglio Alitalia della quasi totalità della fracassona flotta MD 80, determina una innegabile riduzione di impatto acustico sul territorio.
Il doppio riscontro è alquanto contraddittorio.
Del Rapporto periodico SEA sui dati della rete di Monitoraggio acustico - abbiamo seppur parzialmente già argomentato per Linate - non possiamo che confermare le perplessità evidenziate anche per Malpensa.
Nella comparazione con l’apparato informativo che SEA – via web - aveva da anni predisposto non possiamo che rilevare una nostalgico ricordo.
Erano dati chiari, congruenti e del tutto trasparenti.
Ora appaiono controversi, non adeguatamente chiari e rischiano, nel caso del comune di Arsago Seprio, qualora fossero confermati, di escludere il Comune Lombardo – alla stregua dei Comuni Piemontesi – dalla partecipazione alla Commissione Aeroportuale.
Al più – il Comune di Arsalo Seprio - potrebbe partecipare in qualità di semplice uditore, come sembra dovrebbe accadere per i Comuni piemontesi che da oltre quattro anni partecipano a tutti gli effetti - invece - alla suddetta Commissione.
E’ davvero possibile che questo accada senza che qualcuno lo annoti?
La rinnovata formula di trasmissione dei dati delle centraline fisse di Malpensa della SEA – le stesse in funzione da quasi dieci anni - utilizza ora una elaborazione del sistema SARA.
Livello di Valutazione Aeroportuale giornaliero – LVAj, Livello di Valutazione Aeroportuale diurno – LVAd, Livello di Valutazione Aeroportuale notturno – LVAn, sono gli stessi ma non si conoscono il numero effettivo dei decolli sulle singole rotte (SIDs) e tantomeno la percentuale di correlazione dei tracciati radar.
Interpretare la realtà dell’impatto acustico sui caseggiati interessati ai decolli ed agli atterraggi appare uno sforzo immane. Abbiano solo dei dati di sintesi, conclusivi.
La sensazione immediata è che il rumore aereo sia, quasi inconcepibilmente, calato.
Certo i voli sono diminuiti, effetto della crisi di traffico, ma sono contingenze transitorie.
Il rilancio dello scalo hub Lombardo, la terza pista, i nuovi satelliti e tanto altro, fino ai 70 milioni di passeggeri stimati come si inquadrano con questa modalità di rete di monitoraggio acustica?
Quale riflesso hanno giornate di invalidazione per la mancanza del dato delle tracce radar, quelle correlate alle giornate di pioggia, le difficoltà di verificare gli eventi rumore/operazione, il malfunzionamento degli apparati delle centraline, ecc?
Possibile che il rumore aereo a parità di voli sia calato e che questo dato sia stato certificato solo da questa rinnovata modalità di raccolta, elaborazione e comunicazione SEA? 15 ottobre 2009
Tra crisi di traffico, dehubbing, ricerca di un nuovo vettore dominante, la costruzione della terza pista e un ridisegno globale del ruolo di Malpensa nel sistema Italia ed Europa del trasporto aereo ecco tornare in scena la questione della V.I.A.
Nonostante i dati di traffico passeggeri del 2008 abbiano registrato 19.221.632 viaggiatori e 218.476 movimenti aerei, perciò numeri superiori a quelli stimati dalla V.I.A. iniziale degli anni ’90, ma inferiori a 21.3 milioni di passeggeri lo scorso 14 aprile Monica Frassoni – europarlamentare - ha presentato una interrogazione scritta alla Commissione Europea a riguardo.
Aerohabitat propone il comunicato Stampa di Monica Frassoni del 16 aprile 2009.
Aeroporto di Malpensa
Venute meno le condizioni che avevano portato alla sospensione della procedura d’infrazione per carenze nella procedura di VIA
Il 14 aprile 2009, Monica Frassoni Presidente del gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento europeo ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea in merito all’aumento del traffico di aeromobili e passeggeri allo scalo di Malpensa.
La procedura d’infrazione per la mancata realizzazione della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per la costruzione del terzo/terzo dell’aerostazione e per il terzo satellite era stata archiviata nell’aprile 2006 a fronte dell’impegno delle autorità aeroportuali di non aumentare il volume del traffico oltre il limite di 21,3 milioni di passeggeri/anno.
Risulta ora dai dati Assaeroporti, (http://www.assaeroporti.it ) che il traffico nel 2006 è stato di 21,6 milioni di passeggeri mentre nel 2007 è stato di 23,9 milioni di passeggeri quindi 2,5 milioni di passeggeri oltre il limite fissato.
L’Eurodeputata Verde ha in proposito dichiarato ” Certo ci si poteva stupire che alla decisione di ampliare le strutture aeroportuali di Malepensa non corrispondesse un aumento del traffico. A pochi anni di distanza si vede infatti che ancora una volta in Governo italiano si è impegnato a fermare l’azione della Commissione europea piuttosto che tutelare l’ambiente e i cittadini realizzando la necessaria VIA”.
“Nella mia interrogazione oltre a verificare che la Commissione sia in possesso dei dati dell’Assoaeroporti chiedo di sapere che misure intenda adottare in assenza di Valutazione d’impatto delle stesse opere in relazione alla presenza nelle aree confinanti di siti di rilevanza comunitaria per la tutela degli habitat e delle specie protette (SIC e ZPS).” 12 maggio 2009
Tra crisi del traffico, dehubbing Alitalia e, ora, la febbre suina “messicana” il numero dei voli è drasticamente calato. Una sorta di “miracolo a Milano” per i Comitati dei cittadini che si battono per la riduzione dei voli a Malpensa.
Come primo effetto ambientale, trascurando le ricadute socio – economiche ed il taglio delle occupazione che rimandiamo ad altre analisi, c’è stata una riduzione del 18.5% dei movimenti. Nel 2008 il numero dei decolli sommati agli atterraggi ha raggiunto, infatti, la quota di 218.476, e conseguentemente sono stati registrati dati acustici in riduzione.
Ma i dati proposti appaiono eccessivi.
Dal 28 aprile la SEA ha rinnovato il sito web e, per quanto riguarda la sezione ambiente, ha completamente rinnovato la fruibilità e la presentazione.
Basta cliccare sul sito www.sea-aeroportimilano.it/it/ambiente/index.phtml e si apre un nuovo mondo. Nella sezione Ambiente e territorio la SEA segnala come:
- “è un preciso impegno di SEA coniugare il valore fondamentale del rispetto e della salvaguardia del patrimonio ambientale con lo sviluppo. L’adozione di un articolato Sistema di Gestione Ambientale rappresenta un’ulteriore conferma dello sforzo e dell’attenzione che l’azienda pone verso i differenti aspetti che riguardano l’interazione con il territorio circostante gli aeroporti milanesi”.
Nelle varie sezioni proposte spicca quella sul rumore nella quale possiamo isolare il monitoraggio acustico. Ricorda ancora la stessa SEA:
- Sea è prima in Italia e al terzo posto in Europa dopo Londra e Parigi per l’estensione della rete di monitoraggio del rumore (18 centraline a Malpensa e 6 a Linate più 5 mobili per interventi ad hoc).I dati rilevati dalla rete di monitoraggio di Linate e di Malpensa sono resi disponibili innanzitutto ai comuni limitrofi, ai due aeroporti e, naturalmente, agli enti istituzionali (Regione, Provincia, ARPA, Ministero dell’Ambiente.
Le 18 centraline fisse della rete di monitoraggio di Malpensa hanno rilevato i dati previsti dai decreti di legge che sono i valori di LVAj (Livello di valutazione del rumore aeroportuale giornaliero) e le medie mensili e annuali. In realtà l’indicatore LVAj deriva dai livelli di rumore diurno LVAd (dalle ore 6.00 alle 23.00) e notturno LVAn (dalle ore 23.00 alle 6.00).
Le rinnovate tabelle e grafici SEA che ripropongono i dati delle centraline (che rilevano in continuo, 24 ore su 24, i valori di rumore) appaiono – se confrontati con le visualizzazioni proposte da SEA in passato - troppo generiche e poco tempestive.
Non permettono, infatti, di inquadrare la rispondenza tra i dati forniti e il reale impatto acustico generato dai velivoli in sorvolo. Mancano i dati meteorologici, la funzionalità delle stesse centraline, le percentuali di "correlazione" con i tracciati radar e i dati dei voli dai rispettivi aeroporti. On line, inoltre, si hanno i dati delle centraline del mesi di dicembre solo a fine aprile. Ben cinque mesi dopo.
Cosa dire in questo primo commento?
La SEA è sicuramente leader ed all’avanguardia in Italia negli interventi e nelle misure di monitoraggio del rumore aereo e ambientale, ma questa rinnovata impostazione nella fruibilità dei dati appare un passo indietro rispetto a quella precedente.
La SEA afferma che “svilupperà in una logica di progressivo miglioramento del governo dei fenomeni ecologico ambientali”, e Aerohabitat spera che si perseguano target di tutela dei residenti dell’intorno aeroportuale realizzati nei maggiori scali Europei. Traguardi che, nonostante gli impegni assunti, al momento appaiono ancora distanti. 30 aprile 2009
Il dibattito decennale sul futuro di Malpensa non accenna a risolversi.
Dopo il dehubbing Alitalia, l’avvento della nuova Alitalia della CAI, la incombente alleanza con Air France, il potenziamento dello scalo nel suo ruolo hub del nordItalia, il progetto della terza pista ed i piani di salvaguardia e tutela della comunità dei cittadini e del territorio circostante, ecco l’ennesima puntata della vivace contesa tra i pro ed i contro.
Aerohabitat propone l’intervento-comunicato apparso su Unicomal giovedì 25 dicembre 2008, primo di una serie di interventi che saranno divulgati in sequenza temporale.
DIRITTO NEGATO E TERZA PISTA
Si è svolta giovedì 18 dicembre una serata organizzata da A.C.L.I., Legambiente e Comitato per la salvaguardia della città dove i relatori Walter Girardi, Presidente dei Verdi della Provincia di Varese, e Beppe Balzarini, Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia, hanno parlato di legalità negata e di terza pista a Malpensa.
In una sala gremita di pubblico, alla presenza di Sindaci, Amministratori ed ex Sindaci, dopo il saluto iniziale di Ferruccio Boffi delle A.C.L.I., Walter Girardi ha presentato la tesi con cui ha conseguito il Master in Diritto dell’Ambiente, un lavoro imperniato sull’aeroporto di Malpensa dove “il Diritto non decolla”.
Girardi ha illustrato la storia dell’aeroporto, il rapporto con il diritto inteso come rispetto delle regole di programmazione territoriale e di settore, approfondendo inoltre gli aspetti dove il diritto non è decollato e mettendo in evidenza anche le distorsioni fatte dalla Politica e dai Media. Girardi ha ricordato i passaggi chiave che hanno condizionato Malpensa:1) Il progetto “Malpensa 2000”, basato su un P.R.G.A. tuttora valido ma non rispettato, non è mai stato sottoposto a V.I.A.,
2) Il S.I.A., redatto da S.E.A. su richiesta del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi (1999), viene bocciato dal Decreto Ronchi Melandri,
3) che poi viene “superato” dal Decreto D’Alema. Quest’ultimo stabilisce mitigazioni ambientali che, in massima parte, non vengono attuate ma
4) il Decreto Bersani ne certifica l’attuazione e sblocca lo sviluppo dell’aeroporto.Quale bilancio di legalità si può dunque calcolare? Assolutamente negativo. Quali prospettive per il futuro? Tutte da verificare.
Beppe Balzarini ha poi sinteticamente illustrato la studio della terza pista, già ufficialmente presentato dalla Mitre di Washington il 18 novembre scorso presso l’Università Bocconi di Milano.Per le sue considerazioni sulla terza pista, che S.E.A. e Regione Lombardia presentano ormai come un dato di fatto, Balzarini ha proposto il parallelo con il P.R.G.A. di Malpensa che i Sindaci, nell’86, approvarono: dissero “SI” all’ampliamento di Malpensa. Il risultato fu che, approvato il P.R.G.A. da 12 milioni di passeggeri, si trovarono, nel 2000, 20 milioni. Poi, nel 2006 e 2007, 24 milioni e nel 2008 la proposta di terza pista per un traffico di 48 milioni di passeggeri/anno corrispondenti, presumibilmente, a 500.000 voli/anno. Una situazione sicuramente devastante per il territorio e di cui è difficile dare un’idea in poche parole. Quindi la domanda posta è stata: era forse meglio che i Sindaci dell’86 dicessero NO?
Ora, dice Balzarini, non diciamo un “NO” preventivo: diciamo che, secondo la Legge, si devono applicare V.I.A. e/o V.A.S. che valutano gli impatti ambientali ed il rapporto danno/beneficio, per poi decidere. Balzarini ha lanciato l’allarme rumore: Mitre ha affermato che, con la terza pista, avremo “+traffico-rumore”. Attenzione, dice Balzarini, le curve isofoniche presentate nello studio evidenziano livelli di rumore con il traffico 2006 e 2007 (24 milioni di passeggeri, 250.000 voli) nettamente inferiori a quelli reali e le isofoniche stimate da Mitre al 2015, con la terza pista, presentano livelli ulteriormente ridotti. Ma ci dobbiamo proprio credere?Il fatto davvero curioso, conclude Balzarini, è che si pensa di costruire la terza pista a Malpensa senza considerare il contesto generale.
Il contesto di Malpensa è il “sistema aeroportuale del nord”, dove ci sono 13 aeroporti con 15 piste, con la capacità di oltre 100 milioni di passeggeri/anno ed un traffico pari alla metà: serve dunque la terza pista a Malpensa?
L’attacco all’Ambiente non è mai finito: questo l’allarme che le Associazioni hanno lanciato in questa serata che contano di replicare per informare e mobilitare i cittadini e per ricordare ai sindaci che il loro ruolo e la loro presenza sono fondamentali. 05 gennaio 2009
Oggi 18 novembre la SEA alla Bocconi, presenterà – dopo quasi due anni di attesa – il progetto del Mitre sulla “controversa” terza pista.
Popolazione locale, amministratori locali, ambientalisti e comitati dei cittadini sono legittimamente interessati a conoscere ogni minimo dettaglio del progetto infrastrutturale complessivo per poter capire ed inquadrare ogni qualsivoglia valutazione sulle ricadute territoriali ed ambientali dell’ampliamento ed adeguamento dello scalo.
In attesa di disporre della documentazione MITRE per verificare e valutare risvolti tecnici, procedurali, operativi, territoriali ed ambientali Aerohabitat propone una news del Comitato Unicomal che, a quanto sembra, anticipa una serie di critiche al progetto che ruota intorno alla costruzione della terza pista.
lunedì 17 novembre 2008
PRESENTATO ALLA BOCCONI LO STUDIO DEL MITRE
Lo studio realizzato dal Mitre di Washington, per conto di SEA e Regione Lombardia consiste in una pista lunga 2400 m, parallela alle prime due, spostata ad W di 1211 m e con la parte finale sud a 2257 m dalla soglia della pista 35L.
Il Mitre definisce innanzitutto in 60 movimenti/ora la capacità operativa riferita all’attuale configurazione con due piste parallele e distanti solo 800. A tal proposito ci sorge il dubbio che l’operatività reale a Malpensa (72 mov/ora, ottenuta riducendo da 5 a 3 miglia la distanza di separazione degli aeromobili), che il Mitre non considera, sia invece da considerarsi ma come ulteriore pericolo in un aeroporto già intrinsecamente pericoloso (secondo il rapporto della Cranfield University of Aeronautics, anno 2000). Lo scopo di questa pista sarebbe di incrementare la capacità operativa oraria (numero di movimenti: atterraggi e decolli) dell’aeroporto. Saltando tutti i dettagli, il risultato che si raggiungerebbe sarebbe un aumento di circa il 50% rispetto alla capacità oraria attuale. I problemi operativi di Malpensa (2 piste parallele troppo vicine per essere indipendenti e terminal principale posto di lato con attraversamenti di pista in numero pari alla metà del numero totale di movimenti) non vengono risolti. Inoltre l’attuale dipendenza operativa che induce limiti tra due piste si complica perchè la dipendenza diventa un “gioco a tre” tra le piste. Si noti che “dipendenza” significa limitazione dell’operatività e riduzione dei margini di sicurezza. Resta poi da considerare che, con la nuova configurazione, la torre di controllo, costata 15 milioni di €, interferisce con la normale quota decisionale in caso di “mancato avvicinamento”. Si tratta di una questione squisitamente tecnica ma significa che, con questa soluzione, la torre deve essere abbattuta.
CONSIDERAZIONILa costruzione di un nuovo aeroporto parte con un progetto dimensionato sugli obiettivi di traffico. Il traffico di Malpensa era stabilito con una crescita ad 8 milioni di passeggerei/anno, aumentabili a 12 milioni nel caso di saturazione di Linate. Dunque Malpensa ora opera con un traffico che, arrivato a superare, nel 2006 e nel 2007, 24 milioni di passeggeri, non corrisponde ai dati di progetto. Malpensa è un aeroporto già costruito male. L’esempio del nuovo aeroporto di Atene, inaugurato ca 3 anni dopo Malpensa 2000, ci dice che un aeroporto nuovo si costruisce, senza eccezione, con due piste parallele, distanti abbastanza da essere indipendenti e con il terminal nel mezzo. Londra Heathrow, Parigi Charles de Gaulle e altri con due piste parallele gestiscono oltre 100 movimenti/ora. Malpensa con tre piste potrà arrivare a 90 movimenti/ora: ci sembra grottesco, incredibile. Vale dunque la pena di continuare ad insistere negli ampliamenti di un aeroporto nato male e che diventa sempre peggio? Peggio dal punto di vista del lay out, ma è anche discutibile, come spesso abbiamo esposto, dal punto di vista del mercato: lo riteniamo contrario all’interesse nazionale. La soluzione valida per lo sviluppo dell’aeroporto (allontanamento delle due piste e costruzione di un nuovo terminal nel mezzo) per fortuna non la considera nessuno, sarà perchè evidenzierebbe senza scampo l’assurdità delle scelte fin qui operate, sarà perchè significherebbe rifare daccapo l’aeroporto.E, dal punto di vista ambientale, questo scherzetto della III pista rinchiuderà entro la rete dell’aeroporto altri 330 ettari sottratti al Parco del Ticino. E l’aumento del traffico, se poi ci sarà, creerà maggiore inquinamento... ma su questo c’è molto già scritto nel blog: www.unicomal.blogspot.com/Milano, 18 novembre 2008 UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
18 novembre 2008
La disputa sull’impatto atmosferico a ridosso delle piste di volo è un fatto accertato da tempo. Aerohabitat con regolarità segnala queste problematiche rilevando i ritardi nel fronteggiarli. Soprattutto nella rete degli aeroporti italiani.
Tra inquinanti primari e secondari l’impatto atmosferico generato dalle ground emissions di uno scalo e dal ciclo LTO (Landing + Take Off fino a 3000 piedi/1000 metri) quando è stato stimato non sembrerebbe essere stato seguito da adeguate misure/politiche di mitigazione dell’impatto verificato.
La materia torna alla ribalta dell’opinione pubblica grazie ad un articolo a firma Luigi Ferrarella apparso sul Corriere della Sera del 16 ottobre 2008. Proponiamo integralmente il testo.
Malpensa, inquinato il bosco Unesco:
I livelli 5 volte più alti del casello sull'autostrada A1
Malpensa, inquinato il bosco Unesco: pagano Sea e ministero - Condannati a 5 milioni di indennizzo. Colpa degli scarichi degli aerei in decollo
MILANO — Ci sono più idrocarburi nel bosco secolare, patrimonio dell'Unesco, che nei terreni a fianco del casello più trafficato dell'autostrada A1. Cinque volte di più. Per effetto dei gas inquinanti rilasciati dagli aerei in decollo dall'aeroporto di «Malpensa 2000» sul vicino bosco, dove ora un albero su tre è malato e dovrebbe essere abbattuto, e dove 15 anni non basteranno a ripristinare l'area dichiarata «riserva della biosfera» dall'Unesco (529 al mondo).
Per questo il Tribunale civile di Milano ha condannato il ministero dei Trasporti e la Sea (la spa controllata dal Comune che gestisce Linate e Malpensa) a indennizzare con 5 milioni di euro (tra capitale e interessi) la proprietà dei 210 ettari della tenuta «Cascina 3 Pini» tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino. Tutto interna al Parco del Ticino, e confinante con le piste operative dal 1998 pur in assenza della «Valutazione di impatto ambientale » e con superamento dei parametri previsti dall'approvato piano regolatore generale dell'aeroporto, la tenuta comprende, oltre al bosco di 174 ettari, anche aree a uso agricolo e alcune residenze anni '30.
La proprietà puntava a valorizzare l'oasi naturalistica, ma sia l'oasi sia il valore commerciale della zona (stimato già nel 1992 in più di 14 miliardi di lire) sono stati pressoché azzerati — hanno lamentato gli avvocati della società Gianluca Gariboldi e Bruno Gattai — «dall'intollerabilità delle immissioni prodotte da Malpensa 2000».
Il giudice della decima sezione, Bianca La Monica, ha affidato una consulenza tecnica d'ufficio al professor Pierluigi Genevini per verificare la quantità di idrocarburi presenti nel bosco, sugli alberi, nei terreni agricoli. E questo confronto con i suoli agrari a fianco del casello Milano-Sud dell'autostrada A1, scelto apposta perché uno dei più importanti nodi del traffico automobilistico, ha avuto un esito choc: le dieci «trappole passive», sorta di gabbie che con pastiglie di carbone attivo «catturano» gli agenti inquinanti che precipitano su esse, hanno mostrato che «la concentrazione di idrocarburi totali sui campioni prelevati al casello autostradale era nettamente inferiore a quella registrata sui suoli» del bosco, al punto che il picco più elevato nel bosco è risultato quasi triplo del picco rilevato a fianco dell'autostrada a Melegnano.
Conferma «la correlazione tra l'inquinamento e il passaggio degli aerei» in decollo («una media di 148 al giorno») il fatto che l'inquinamento risulti minore in zone vegetali interessate solo dall'atterraggio degli aerei anziché dal decollo; e in alcuni terreni seminativi posizionati 15 metri più in basso del bosco, in un punto che vede passare la rotta degli aerei «prima sul bosco e poi sui terreni agricoli: poiché l'aereo decollando si alza man mano di quota, genera così una maggiore dispersione di incombusti e quindi una minore ricaduta per unità di superficie» sui terreni agricoli. «In base ai dati del consulente tecnico», dunque, «è accertato» che il bosco, «che per posizione ambientale e assenza di traffico veicolare dovrebbe essere caratterizzato da concentrazioni di idrocarburi pressoché nulle, presenta» invece «valori elevati, addirittura pari a 4-5 volte quelli rilevati a lato del casello autostradale ».
La conseguenza è che, diversamente ad esempio dal bosco della riserva «La Fagiana» che è più lontano da Malpensa e quindi «in buon se non eccellente stato vegetativo», nella «Cascina 3 Pini» gli alberi e le piante «praticamente sani (classe 1) sono scarsamente rappresentati», mentre nella "popolazione" verde «sono maggiormente rappresentati» gli alberi «che mostrano danno compreso tra il 50% e il 75% (classe 3), e quelli con danno fra il 75% e il 99% (classe 4)». Rimediare, a detta del perito del giudice, non sarà semplice: «rilevantissimi» sarebbero «i costi per l'abbattimento delle piante danneggiate, pari al 30% del patrimonio boschivo »; e «nemmeno 15 anni sarebbero sufficienti a garantirne il ripristino se l'apporto di gas inquinanti non dovesse cessare». Luigi Ferrarella
17 ottobre 2008
Con un nota apparsa oggi 22 settembre sul quotidiano on line www3.varesenews.it si apprende che il Sindaco Guido Colombo di Somma Lombardo – uno dei Comuni dell’intorno di Malpensa – nella giornata del 23 settembre incontrerà ENAC per avviare la procedura che porterà all’adozione del Piano di Rischio “incidenti” di uno scalo aereo in Italia.
Ovvero l’identificazione delle Public Safety Zone.
La nota di varesenews, che proponiamo nello spazio sottostante, segnala l’importanza dell’evento che - una volta completata la procedura dell’integrazione “Piano del Rischio” nel Piano Particolareggiato Comunale con la matrice del rischio incidenti associata – potrà colmare un ritardo storico con le piste aeroportuali degli altri Paesi della UE.
In Gran Bretagna le cosiddette Public Safety Zone (PSZ) a tutela dei cittadini residenti nell’intorno delle piste di volo sono in vigore dal primo dopoguerra (1945).
In Italia l’adozione delle PSZ – vedi regolamentazione ENAC - è obbligatoria dal 1 luglio 2008.
Il sindaco a Roma per i piani di rischio
Martedì 22 settembre il sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo sarà a Roma, all’ENAC, per discutere i piani di rischio, primo passaggio ufficiale nella costruzione dei piani stessi, e il cui scopo è quello di rafforzare, tramite un finalizzato governo del territorio, i livelli di tutela delle aree limitrofe agli aeroporti e dei cittadini che in queste sono insediati.
«Questo è un passaggio importante – commenta Guido Colombo – perché da questa prima riunione dovremo tracciare un cronoprogramma preciso di tutti i prossimi appuntamenti per arrivare all’approvazione dei piani di rischio in Consiglio Comunale».
Un passaggio al quale l’Amministrazione Comunale di Somma Lombardo non vuole certo arrivare da sola. «Nell’intero lavoro – aggiunge, infatti, Guido Colombo – è nostra ferma volontà coinvolgere i comuni di Casorate Sempione e di Lonate Pozzolo, perché riteniamo fondamentale affrontare questo impegno insieme». 22 settembre 2008
Ieri 8 settembre 2008, il WWF Italia, nella stessa giornata nella quale la SEA ha presentato il proprio Piano Industriale ai Sindaci del Consorzio Urbanistico Volontario, ha messo on line un comunicato critico sull’opportunità di una terza pista a Malpensa.
Aerohabitat propone integralmente il testo riservandosi di presentare, prossimamente, un commento tecnico sulle valutazione del WWF Italia.
“Il WWF Italia, nel giorno in cui SEA presenta il proprio Piano Industriale ai Sindaci del Consorzio Urbanistico Volontario, ricorda coma la costruzione di una terza pista prevista nel piano, legata ad un eventuale potenziamento dello scalo oggi ampiamente sottoutilizzato, è del tutto ingiustificata. Questo per motivi trasportistici oltre che ambientali: è bene ricordare che l’aeroporto di Malpensa è localizzato nel Parco Naturale del Ticino, Riserva della Biosfera, in base al programma MAB dell'UNESCO.
Dal ‘Progetto Fenice’ - elaborato dall’advisor Intesa San Paolo per la cordata di imprenditori, appoggiata dal Governo, e che si candida ad entrare nella NewCo che prenderà il posto di Alitalia - emerge infatti chiaramente come Malpensa non sarà altro che uno dei principali scali nazionali su cui opererà la nuova compagnia aerea nella sua affermazione sul mercato domestico .
“Anche paragonandolo ad altri scali europei, Malpensa ora movimenta 1/3 del traffico di Heathrow a parità di piste e non necessita quindi di alcun ulteriore sviluppo infrastrutturale”, dichiara il WWF Italia. La giustificazione della terza pista si appoggia anche sul previsto aumento di passeggeri attesi con l'Expo 2015 ma in nessuna parte del progetto Expo viene menzionata questa necessità (ci sono solo metropolitane e autostrade).
Inoltre, male si concilia con la tanto vantata sostenibilità del futuro evento del 2015: quest'opera è all'interno del Parco Ticino a ridosso del fiume e già ora ha un grosso impatto ambientale e un suo ampliamento. Il Progetto per la Nuova Alitalia, ricorda il WWF Italia, dichiara l’impossibilità di alimentare in modo efficiente e produttivo due hub.
Inoltre il progetto sottolinea la necessità di rifocalizzare Alitalia su Fiumicino, concentrando sullo scalo romano tutti i voli intercontinentali che la compagnia è in grado di operare, individuando un altro operatore per Malpensa, che in partnership con Alitalia favorisca lo sviluppo del principale scalo del Nord in una logica point to point, cercando quindi di ottimizzare l’impiego delle infrastrutture esistenti a Malpensa.
In questa logica non bisogna dimenticare che l’Italia è stata l’unico Paese d’Europa a perseguire vanamente l’obiettivo della realizzazione di due hub nazionali (Fiumicino e Malpensa) e che lo stesso sviluppo non coordinato del sistema degli aeroporti del nord Italia ha ostacolato una maggiore affermazione dell’aeroporto di Malpensa, anche nelle relazioni internazionali.
GLI ALTRI SCALI ITALIANI
Tra il 2000 e il 2007 Malpensa ha perso posizioni (nel 2000 assorbiva il 50% del traffico passeggeri del Nord Italia oggi arriva appena al 39%) In tutti gli altri 10 principali scali del Nord Italia (Bologna, Brescia, Milano Linate, Orio al serio, Parma, Torino, Treviso Trieste, Verona, Venezia) aumentavano i passeggeri, con gli incrementi più significativi a Venezia (che è passata da 4.127.000 a 6.615.000 passeggeri) Milano Linate (da 6.026.000 a 9.209.000), Orio al Serio (da 1.237.000 a 5.825.000) Torino (è passato da 2.802.000 a 3.228.000), Bologna (da 3.517.000 a 4.068.000), Verona (da 2.289.000 a 3.320.000), con tre scali (Milano Linate, Orio al Serio e Verona), due dei quali lombardi, che sono in un raggio di non più di 100 km da Malpensa.
E c’è da aggiungere che molti di questi scali crescono proprio sulle relazioni internazionali: Venezia si sta dotando di collegamenti point to point con Asia e USA, Orio al Serio ha fatto il boom con i low cost e Bologna sta aprendo a collegamenti a lungo raggio. Ma non basta, proprio Bergamo, Venezia, Verona e Bologna hanno una ripartizione di voli (anno 2006) sbilanciata sul trasporto internazionale, rispetto ai voli interni, in chiara concorrenza con Malpensa.
CONFRONTO CON LONDRA
Infine, facendo un confronto tra Malpensa e l’assetto attuale del più importante hub europeo, Londra Heathrow risulta evidente come qualsiasi attuale disegno di potenziamento dello scalo varesino sia ingiustificato:- l’aeroporto di Malpensa ha due piste, ognuna di 3.920 metri e ha movimentato al 2006 21.767.267 passeggeri; - l’hub inglese di Heathrow, ha due piste (3.902 e 3.658 metri) più una terza usata soprattutto come pista di rullaggio.
Heathrow con due piste ha movimentato 67.500.000 passeggeri nel 2006. Solo ora, con una stima di sviluppo per questo aeroporto al 2030 di oltre 182 milioni di passeggeri anno, è stata realizzata una terza pista che porterà la capienza dell’hub inglese a 128 milioni di passeggeri all’anno.
Da non dimenticare infine che il Governo Britannico pone severe pre-condizioni ambientali alla costruzione o all'ampliamento delle infrastrutture aeroportuali:
1. il trasporto aereo deve includere il costo delle sue emissioni di CO2;
2. non sono accettati incrementi del traffico aereo e potenziamento degli aetoporti senza il rispetto dei limiti stabiliti per legge dell’inquinamento acustico e dell’inquinamento atmosferico e senza interventi sull'ambiente che possano attutire e compensare i danni ambientali provocati da un'infrastruttura;
3. l’incremento della capacità di trasporto negli aeroporti, nuovi o esistenti deve prima di tutto verificare l’utilizzo più efficiente della capacità aeroportuale esistente. 09 settembre 2008
Aerohabitat presenta una ennesima interrogazione su Malpensa, stavolta è stata presentata dal senatore Roberto Della Seta
Ai ministri delle Infrastrutture e dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare
Premesso che:
- l'aeroporto di Malpensa è stato insediato ed ampliato in un'area ad alta densità demografica ed urbana e manifesta un'evidente criticità ecologica;
- nel dicembre del 1997 si è costituito il Coordinamento dei sindaci di 24 Comuni piemontesi dell'ovest Ticino al quale aderiscono anche la Provincia di Novara, il Parco del Ticino e il Parco Lagoni di Mercurago. Il coordinamento si pone l'obiettivo di tutelare i cittadini dalle ricadute ambientali derivanti dalla presenza dell'aeroporto di Malpensa;
- nell'agosto 1998 con gli stessi obiettivi si è costituito un comitato spontaneo di cittadini denominato Comitato ovest Ticino;
- il decreto del ministro dei Trasporti n. 903 del 13 febbraio 1987, relativo a 'Malpensa 2000', ha fissato in 12 milioni di passeggeri il volume massimo di traffico per l'ampliata infrastruttura aeroportuale. Nell'ottobre 1998 'Malpensa 2000' entra in funzione, malgrado l'assenza di Valutazione d'impatto ambientale (Via);
- con decreto del ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il ministro per i Beni e le Attività Culturali del novembre 1999 è stato bocciato lo Studio di impatto ambientale predisposto dalla Società esercizi aeroportuali (Sea) per il superamento del volume di 12 milioni di passeggeri;
- nel dicembre 1999, un decreto del presidente del Consiglio dei ministri ha autorizzato di fatto l'aumento del traffico da 12 a 21,3 milioni di passeggeri l'anno, ma non ulteriori opere, subordinando tale aumento a: 1) effettuazione di un'indagine epidemiologica; 2) despecializzazione delle piste; 3) limitazione dei voli notturni; 4) attivazione di un Osservatorio ambientale permanente; 5) verifica dell'efficacia delle misure previste prima di ogni ulteriore opera;
- nell'ottobre 2003 l'Unione europea ha messo in mora il Governo italiano per la mancata Valutazione d'impatto ambientale sull'ampliamento dell'aerostazione tuttora in corso d'opera. A quanto consta all'interrogante, nel gennaio 2004 il ministero dell'Ambiente ha inviato una nota all'Unione europea in cui si afferma che le opere sono da sottoporre a screening, un mese dopo, febbraio 2004, sempre lo stesso dicastero ha inviato all'Unione europea un'ulteriore nota nella quale si chiede di considerare nulla la precedente lettera;
- premesso altresì, a quanto risulta all'interrogante, che:
- con parere 576 del marzo 2004, la Commissione Via ha riconosciuto che le opere sono significativamente difformi dal Piano regolatore generale iniziale, ma, se considerate a sé stanti e nel presupposto che la Sea non dichiari aumenti di traffico, le opere sono accettabili. Nell'aprile 2004 il Ministro dell'ambiente ha comunicato il parere favorevole della Commissione Via al presidente della Regione Lombardia e al presidente della Sea, ribadendo il vincolo di tale parere al fatto che non venga superato un volume massimo di traffico di 21,3 milioni di passeggeri all'anno e alla costituzione di un Osservatorio ambientale permanente;
- nel marzo 2005 la Provincia di Novara ha istituito un proprio Osservatorio ambientale permanente su 'Malpensa 2000'. La Sea, nel luglio 2005, ha pubblicato un rapporto in cui si chiede alla Regione Lombardia l'aggiornamento del Piano d'area Malpensa proponendo come obiettivo un traffico di 40/45 milioni di passeggeri all'anno e la costruzione della terza pista. A seguito di tale richiesta tutti i 17 Comuni interessati dal piano d'area Malpensa hanno sottoscritto un documento in cui si evidenzia che l'aeroporto di Malpensa deve rispettare le norme vigenti e che 'Fintanto che questo non sarà puntualmente attuato da tutti gli organismi preposti non dovrà essere preso in considerazione alcun progetto di potenziamento o ampliamento';
- nell'ottobre 2005, l'ente Parco del Ticino ha presentato una Valutazione ambientale strategica (Vas) volontaria, dalla quale si evince che le circa 50 opere previste dal Piano d'area si stanno sviluppando al di fuori di un quadro programmatico d'insieme, sono prive di coerenza reciproca, non garantiscono alcuna adeguata valutazione degli effetti indotti sui terreni interessati;
- nella primavera 2006 la Regione Piemonte si rivolge formalmente alla Regione Lombardia e ai ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente per chiedere una Vas preliminare sulle opere previste dal Piano d'area Malpensa anche a fronte del fatto che il parco del Ticino, comune ad entrambe le regioni, è un Sito d'importanza comunitaria ed è patrimonio dell'Unesco. Tale richiesta, a quanto risulta, non ha avuto seguito;
- la Sea, nel bilancio consuntivo del 2006, ha dichiarato che il traffico relativo al 2006 è stato pari a 21.767.267 passeggeri, con uno sforamento di circa 247.456 passeggeri rispetto al tetto massimo fissato nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 1999,
si chiede di sapere:
- se i ministri in indirizzo non ritengano urgente ed indifferibile, anche in considerazione della volontà più volte ribadita dal nuovo Governo di potenziare ulteriormente il ruolo di Malpensa come hub in vista dell''Expo 2015', procedere alla Via per il superamento dei volumi massimi di traffico precedentemente stabiliti e per le opere non ancora realizzate (come il terzo satellite), e alla Vas sul complesso delle 81 opere previste nel progetto di revisione del Piano d'area Malpensa;
- se non ritengano, per le suddette motivazioni, di tenere in considerazione i risultati della Vas volontaria realizzata dall'ente Parco del Ticino". 26 maggio 2008
Dopo l’inaugurazione del volo Air One da Malpensa per Boston si può avviare una prima sintesi di quanto sta avvenendo nello scalo varesino dopo il disimpegno di Alitalia.
Se Alitalia continua a perdere circa tre milioni di euro nonostante il rientro dei voli long range a Fiumicino ed il taglio del feederaggio su Malpensa, su quest’ultimo si sta registrando un lento quanto progressivo recupero dei voli persi.
La dismissione degli 886 voli Alitalia ha favorito, grazie alle richieste del mercato, in poco meno di due mesi il recupero di 279 voli. Ora con la procedura di riacquisizione degli slot dismessi e con accordi bilaterali con vari stati almeno una ventina di vettori starebbe procedendo per attivare collegamenti storici e aprire nuove destinazioni.
I passeggeri nel mese di maggio sono risultati 1.438 milioni (-25,8 %), ma in ripresa rispetto al mese di aprile (1.382 milioni con - 30,8%) e sono destinati a crescere con l’estate.
IL CEO di Lufthansa Wolfang Mayrhuber ha annunciato di progettare per Malpensa un ruolo di quarto hub della compagnia tedesca.
Anche le merci sono migliorate (maggio con 10,8% dopo un aprile con -8,8%).
Sul versante dell’impatto ambientale la riduzione dei voli ha tagliato anche le ricadute acustiche sul territorio mentre l’avvento dei voli continentali di Air One ha consentito – fra l’altro - al sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo di sostenere:
- “La presenza di Air One a Malpensa – riporta il quotidiano on line www.varesenews.it/- con collegamenti diretti con l’America è un dato da sottolineare sicuramente come importante. Ma soprattutto ho personalmente apprezzato il discorso del direttore generale di Air One, Lino Bergonzi, che ha toccato il rapporto tra l’infrastruttura aeroportuale e il territorio nella visione di un utilizzo da parte della compagnia aerea che qui potrebbe trovare un aeroporto per i suoi voli intercontinentali”;
- “Per la prima volta ho sentito un rappresentante di una compagnia aerea affermare a pieno titolo l’attenzione, la volontà, la consapevolezza che una compagnia, per stare sul territorio, deve avere come obiettivo la sostituzione degli aerei non più a norma con le ultime direttive dell’aviazione internazionale e la necessità di dotarsi di macchine performanti nel contenimento dell’inquinamento acustico e atmosferico, con l’arrivo per Air One di 24 macchine di ultima generazione airbus. Ho molto apprezzato questi passaggi, che, ferma restando l’importanza dell’apertura di una nuova tratta di collegamento intercontinentale, denotano una grande attenzione sia economica sia ambientale per il territorio che ospita Malpensa”. 04 luglio 2008
La telenovela sul salvataggio di Alitalia e la disputa sull’hub italiano è entrata nel vortice della campagna elettorale del 13/14 aprile 2008.
L’ingarbuglio è pertanto destinato ad accentuarsi e rivelare, ma non occorreva, un livello di confronto e contrapposizione che si manifesta esclusivamente nella versione politico – partitica”.
Del tutto dimenticati sono i parametri tecnici/imprenditoriali/competitivi che dovrebbero governare le esigenze irrinunciabili della privatizzazione di Alitalia e di localizzazione dell’unico hub italiano al momento possibile. Le considerazioni industriali correlate alla rinnovata flotta italiana (consistenza flotta, tipologia del mix di aeromobili, consistenza della rete operativa, numero equipaggi, ecc.) ed alle esigenze hub (bacino di traffico, densità abitativa, densità economica industriale, sistema cargo, ecc.), sono parametri che non sono adeguatamente analizzati e confrontati. In secondo piano se non del tutto ignorati sono le analisi riguardanti l’accessibilità e disponibilità operativa delle due infrastrutture aeroportuali di Fiumicino e Malpensa. Ma sono parametri e tematiche che riaffioreranno inevitabilmente nel dopo elezioni e, qualora un qualche accordo fosse stipulato, manifesteranno in seguito le innegabili quanto attese ricadute negative. Per Alitalia, per Fiumicino e per Malpensa. 31 marzo 2006