Comitato Fuoripista: Comunicato del 7 Ottobre 2018. La questione del Raddoppio dell'Aeroporto arriva sul tavolo della UE. Nell'ultimo periodo si stanno finalmente moltiplicando le voci contrarie al Raddoppio dell'Aeroporto di Fiumicino e alle varie criticità che lo caratterizzano.
Tra queste voci, anche quella dell'europarlamentare Marco Affronte del gruppo Greens/EFA, ha posto la
questione direttamente sul tavolo dell'Unione Europea. M. Affronte, oltre a far presente alla Commissione
che a Fiumicino "la richiesta di sospensione dei voli notturni come da Direttiva 2002/30/CE è stata applicata,
nel 2018, solo per poche settimane", prospetta nella sua interrogazione una serie di infrazioni ad alcune
Direttive della Comunità Europea. In particolare:
1. Alla Direttiva 2001/42/EC, in quanto ENAC ha presentato per l'ottenimento della Verifica d'Impatto
Ambientale (VIA) il Masterplan al 2030 per l'Aeroporto di Fiumicino (nuova pista e nuova aerostazione) quando ancora non si è conclusa la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Nazionale degli Aeroporti italiani, e che invece ENAC dà per acquisito.
2. Alla Direttiva 2009/12/EC sulle tariffe aeroportuali. L'Aeroporto di Fiumicino infatti è stato stralciato
dall'applicazione di questa Direttiva, sottraendolo al controllo e alla vigilanza dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ATR).Tale mancata applicazione costa peraltro all'Italia una procedura di infrazione tuttora aperta per il ruolo ritenuto non super partes dell'ENAC. ed è stata recentemente oggetto di una interrogazione alla Camera degli on. Stumpo e Fassina, alla quale il Ministero delle Infrastrutture ha risposto confermando l'intenzione del governo di "rivedere il progetto di Raddoppio" e aggiungendo che "lungo il percorso parlamentare della legge europea provvederemo ad inserire un norma per l'affidamento all'Autorità di Regolazione dei Trasporti dei compiti relativi alla regolazione tariffaria degli aeroporti "in deroga" e quindi anche della Società Aeroporti di Roma."
Si tratta di una questione, cruciale dal punto di vista economico: AdR (controllata da Atlantia, la stessa del ponte di Genova) negli ultimi cinque anni ha accumulato un fiume di denaro, prevalentemente grazie alla tassa di imbarco, oltre a quelli utilizzati per gli investimenti, si tratta di circa 800 milioni di euro di utili, impiegati per esempio per acquistare l'aeroporto di Nizza, mentre a carico della collettività che vive attorno al sedime restano inquinamento acustico, inquinamento atmosferico, il traffico e i costi di manutenzione di tutta la rete stradale e autostradale che consente l'accesso all'aeroporto e che, come nel caso del viadotto Via dell'Aeroporto, che verrà parzialmente distrutto e ricostruito, lo sarà a spese di tutti noi. Il Comitato FuoriPISTA continuerà a vigilare e a impegnarsi affinché la pagina del Raddoppio venga chiusa definitivamente con il ritiro della VIA, e il Contratto di Programma e la concessione ad AdR vengano riviste radicalmente nel rispetto della normativa europea e dell'interesse della collettività.
Fiumicino 7 ottobre 2018 Comitato FuoriPista - 10 Ottobre 2018
In attesa di un nuovo Piano Nazionale Aeroporti (PNA) una interrogazione in Regione sugli scali del Lazio.
"Al presidente del Consiglio regionale Lazio onorevole Daniele Leodori
Premesso che
- il Piano nazionale degli aeroporti del 2012 prevedeva, nel territorio della Regione Lazio, un sistema aeroportuale basato sull"aeroporto 'Leonardo Da Vinci' di Fiumicino, l'aeroporto 'G.B. Pastine' dì Ciampino ed un terzo scalo da realizzarsi a Viterbo;
- Lo scalo di Viterbo avrebbe dovuto accogliere fino a dieci milioni di passeggeri delle compagnie low-cost e, con il conseguente ridimensionamento dell'aeroporto dì Ciampino, avrebbe migliorato la strategia aeroportuale regionale;
- Nel 2014 il ministero delle Infrastrutture e trasporti ha presentato il documento 'atto di pianificazione concernente la rete aeroportuale di interesse nazionale' in cui non compare l'aeroporto di Viterbo creando le condizioni per sostenere la necessità del raddoppio dello scalo di Fiumicino;
considerato che
- In occasione della presentazione dell'atto del 2014 da parte del ministero delle Infrastrutture e trasporti, la Direzione regionale territorio, urbanistica, mobilità e rifiuti ha inviato una relazione in cui si chiedeva di istituire uno specifico tavolo con la Regione Lazio, ministero delle Infrastrutture e trasporti e realtà interessate per l'individuazione dell'aeroporto di servizio dello scalo di Roma-Fiumicino;
- Il ministero delle Infrastrutture e trasporti non ha mai ritenuto necessario tale tavolo nonostante l'aumento esponenziale di passeggeri delle compagnie low-cost nell'aeroporto di Fiumicino, a testimonianza della necessità di individuazione di uno scalo a sostegno dello stesso aeroporto 'Leonardo Da Vinci';
- Il ridimensìonamento dell'aeroporto di Ciampino non è più prorogabile, data l'esigenza di ridurre l'inquinamento ambientale ed acustico in una zona urbana;
Considerato inoltre che
- E' necessario sviluppare all'interno dell'attua]e sedime aeroportuale lo scalo di Fiumicino attraverso l'ammodernamento delle infrastrutture esistenti, escludendo ipotesi di raddoppio della pista o costruzione di nuovi terminal nelle aree adiacenti;
- Esistono altemative sostenibili per scongiurare il raddoppio dello scalo di Fiumicino utilizzando i circa 180 ettari liberi che si trovano all'intemo dell'aeroporto, senza aggiungere nuove piste alle attuali, ma razionalizzando l'utilizzo di quelle presenti sul modello degli altri aeroporti europei;
Tutto ciò premesso e considerato
Si impegna il presidente onorevole Nicola Zingaretti e l'assessore alle Infrastrutture Mauro Alessandri a:
- Sollecitare la convocazione del tavolo istituzionale tra il ministero delle Infrastrutture e trasporti e la Regione Lazio al fine di individuare lo scalo quale necessario supporto all'aeroporto di Fiumicino;
- Evitare l'ipotesi di allargamento dello scalo di Fiumicino, con tutti i mezzi a disposizione della Regione Lazio, sfruttando al meglio l'attuale sedime aeroportuale e scongiurando, di conseguenza, l'utilizzo di aree limitrofe per ampliamenti di strutture e la costruzione di nuove piste". Porrello, Novelli 19 Luglio 2018
In una lettera al Presidente Regione Lazio. Stavolta il Comitato Fuoripista propone l'individuazione di uno scalo ad esclusivo utilizzo delle flotte low cost, una infrastruttura in parallelo allo scalo di Fiumicino.
Nei giorni scorsi è stata riaffermata l'esigenza di istituire uno specifico tavolo tecnico con la Regione Lazio, il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e realtà interessate per l'individuazione dell'aeroporto di servizio.
Il Comitato FuoriPista ha sollecitato nei giorni scorsi con una lettera il Presidente della Regione Lazio e l’Assessore regionale alla Mobilità e Trasporti affinché – coerentemente con il programma elettorale – si impegnino a richiedere al nuovo Ministro delle Infrastrutture l’istituzione del tavolo istituzionale per l’individuazione di un aeroporto di sostegno a Fiumicino dove trasferire tutti i voli low cost.
“Come è noto – comunica in una nota il Comitato – a fine 2012 il Governo Monti – contestualmente all’approvazione del Progetto di Raddoppio di Fiumicino – stralciò l’aeroporto indicato dal Piano Nazionale degli aeroporti per i voli low cost (quello di Viterbo) favorendo così i piani di chi voleva il secondo aeroporto a Fiumicino.
Nel 2014, in occasione della presentazione dello schema di Decreto sulla individuazione degli aeroporti di interesse nazionale e del nuovo Piano Nazionale Aeroporti, la Direzione Regionale del Lazio, Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti ha chiesto l’ “istituzione di un specifico tavolo tecnico con la Regione Lazio, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e realtà interessate per l’individuazione dell’aeroporto di servizio dell’aeroporto di Roma Fiumicino”.
In questi anni, nessuno dei diversi Ministri che si sono succeduti alla guida del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha ritenuto necessario convocare detto tavolo tecnico, nonostante il numero dei passeggeri delle compagnie low cost sia notevolmente aumentato, superando abbondantemente i 10 milioni di passeggeri/anno.
La preoccupazione per le gravi anomalie registrate a Fiumicino ha interessato lo stesso Senato che, a fine maggio, ha votato all’unanimità un Ordine del Giorno proposto da Fratelli d’italia che, anche in risposta a tali problematiche, impegna il Governo a sviluppare l’aeroporto “Leonardo da Vinci” entro i confine dell’attuale sedime.
Il Comitato FuoriPista si augura che il Governo proceda secondo la volontà espressa da tutti i gruppi politici del Senato della Repubblica e che, per creare le condizioni affinché ciò avvenga, il Ministro convochi il tavolo istituzionale per individuare l’aeroporto laziale per le compagnie low cost”.
Il Comitato Fuoripista nel Giugno del 2017 aveva inoltrato l'analisi e le criticità evidenziate nel Progetto Masterplan al 2030 di Fiumicino.
’Associazione FuoriPISTA ha inviato al Ministero dell’Ambiente le Osservazioni al Progetto “Aeroporto di Fiumicino – Master Plan 2030”, per la Valutazione di impatto Ambientale (VIA) firmate insieme a numerose associazioni: FAI – Fondo Ambiente Italiano; Italia Nostra Lazio; Legambiente Lazio, WWF Nazionale; Italia Nostra Litorale; Pro Loco Fregene e Maccarese; Comitato Promotore Sistema Integrato Parco Archeologico Fiumicino-Ostia; Associazione 99 Fontanili; Comitato FuoriPISTA, Associazione l’Albero; Nuovo Comitato Cittadino Focene; Associazione Terrre; Associazione Pesce Luna.
“ Sono 85 pagine di puntuali Osservazioni e controdeduzioni in cui abbiamo contestato con argomentazioni puntuali e circostanziate le numerosissime anomalie procedurali, omissioni, mistificazioni ed errori che inficiano alla radice il Progetto di AdR presentato dal proponente ENAC per l’ottenimento della VIA:
- in primisl’idea che è possibile procedere con opere di tale portata facendo finta che sia sufficiente la procedura della VIA, sottraendosi così alla più stringente Valutazione Ambientale Strategica e alle norme della UE;
- in secondo luogo, l’idea che sia possibile andare avanti scavalcando i numerosi vincoli naturalistici, paesaggistici ed archeologici esistenti, primo tra tutti quello posto dalla Riserva;
- a seguire, tutte le controindicazioni derivanti dai problemi di inquinamenti acustico e atmosferico e relativi pericoli per la salute dei 60.000 cittadini dei dintorni aeroportuali, dagli impatti sul paesaggio e sul patrimonio storico e archeologico, dalla fragilità del territorio (regime idrico e geologia), dagli espropri per le famiglie e le aziende agricole.
Il Master Plan 2030 presentato da ENAC – Fase 1 e 2 dell’intero Progetto di Raddoppio (Master Plan 2044) - prevede un insieme di opere tale da provocare un impatto ambientale di proporzioni enormi.
Si tratta di: una nuova Pista, nuovo raccordo autostradale, il nuovo Air Terminal (che sarà completato per l’altra metà nella fase 3, con l’aggiunta di un’altra Pista, la Quinta!), l’area Parcheggi, la stazione sotterranea per il people mover, la stazione ferroviaria sotterranea (ma non i binari!), uno sbancamento di 5 milioni di metri cubi, la riorganizzazione della rete stradale locale interferente; la riorganizzazione della rete dei canali di Bonifica, l’abbattimento di 6 centri agricoli di bonifica con relativo esproprio per oltre un centinaio di famiglie, l’abbattimento e ricostruzione di edifici delle Idrovore di Focene, ecc. Per sorvolare sull’ impatto connesso alla fase dei lavori, che sarà tale da richiedere – secondo lo stesso ENAC - il nuovo raccordo autostradale, in quanto la rete locale non potrebbe sopportare il traffico previsto di 2 camion al minuto dovuto solo al movimento terra.
Ma è chiaro che un punto centrale delle nostre Osservazioni è la dimostrazione che le nuove infrastrutture sono inutili: l’area attuale di Fiumicino Sud - come dimostra il Progetto elaborato dal Comitato FuoriPISTA, allegato alle Osservazioni, - è più che sufficiente per le necessità future
Malgrado l’ultimo esternazione del Ministro Graziano Del Rio - che ha dato per già approvata la nuova Pista, quando l’iter procedurale è appena cominciato, dimenticandosi di essersi impegnato pubblicamente e personalmente con noi ad ascoltare territori e cittadini e a dare il via solo alle “Opere che servono” – vogliamo essere fiduciosi nella libertà di giudizio della Commissione preposta alla VIA e nella sua capacità di sottrarsi a eventuali pressioni, confidando che prenderà in considerazione la gravità delle violazioni delle norme vigenti, le criticità e i problemi da noi rilevati che sono tali da bloccare questo devastante Progetto utile solo alla speculazione finanziaria e fondiaria e inutile per la collettività”. 6 Luglio 2018
Ma quali vincoli sorgono con il progetto “Business City”? Ancora un atto avverso all'allargamento del sedime aeroportuale del Leonardo da Vinci. Stavolta non è un gruppo di cittadini e/o un Comitato a sostenerlo ma il Senato. La legittima, coerente e condivisa risoluzione si è verificata durante la sessione di discussione sul decreto Alitalia del 30 maggio 2018.
L'occasione che ha decretato un votato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il Governo “a potenziare l’aeroporto di Fiumicino entro i confini dell’attuale sedime”era la discussione sull'ipotetico rilancio di “Alitalia”.
L'esistenza “indipendente” di Alitalia come vettore nazionale e internazionale pur focalizzata sullo scalo romano, infatti, dopo lo studio sulla competitività del sistema aeroportuale italiano, presentato da ENAC nel 2012 - studio KPMG-Onework-Nomisma del 2010 – era stata prospettata con l'assetto centrale dell'hub romano, anche in seguito all'accordo e alla partecipazione con Etihad Airlines.
Ancora nel 2013, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presentava un “Atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale”- (il cosiddetto «Piano Passera»), nel 2014 lo stesso Ministero con “l'Atto di pianificazione concernente la rete aeroportuale di interesse nazionale” - aveva, tuttavia, aggiornato lo scenario. Con una ennesima prospettiva di traffico e sistema aeroportuale. Adesso, con l'ennesima crisi Alitalia, tuttavia anche l'estensione dello storico sedime aeroportuale e un sostanziale raddoppio delle piste è saltato.
Lo scenario è mutato? Ma l'eventuale prossimo socio di Alitalia sarà d'accordo?
La materia dovrebbe essere analizzata e prospettata non solo in un, si spera, definitivo e conclusivo, quanto integrato Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale del Sistema Italia con circoscritti bacini di traffico. Riqualificati e verificati a scenari di traffico al 2050-2100.
L’aeroporto Leonardo Da Vinci sarà in grado, a questo punto ri-configurare il masterplan senza estensione di sedime e nel contempo aggiornare, a tale scopo, anche il Business City: “il centro direzionale innovativo, unico nel suo genere, collocato accanto ai Terminal dell’hub internazionale Leonardo da Vinci e immediatamente raggiungibile tramite la ferrovia o l’autostrada. E’ la nuova Business City di Roma Fiumicino, una infrastruttura progettata e realizzata da Aeroporti di Roma che offrirà a imprese, incubatori, start up, professionisti italiani e stranieri, servizi e ambienti innovativi per gestire il proprio business su scala globale”?
Quel progetto presentato in pompa magna quale:
“Distretto per aziende e professionisti italiani e internazionali con servizi, uffici e spazi lavorativi su misura. Nascerà un sistema economico integrato con l’attrattività del primo scalo italiano, ideale per incubatori e startup innovative
Centro congressi da 1.300 posti, integrato con offerta alberghiera, che darà grande impulso allo sviluppo del settore convegnistico e degli eventi a Roma
Investimento di 190 mln di euro, lavori completati in più fasi a partire dal 2022. A regime stimati oltre 23.500 occupati tra diretti, indiretti e indotto
Progetto altamente sostenibile di 91mila mq, con zero consumo di suolo, che riqualifica aree industriali preesistenti. Nuove aree verdi e arredi urbani integrati per 41mila mq.”
Ebbene lo spazio del “Business City” dell'aeroporto romano come si concilia con il potenziamento del traffico, nell'ambito dell'attuale sedime, magari al 2050-2100? La soluzione quale potrebbe essere? Con movimenti di traffico a 500-700mila/voli anno cosa accade? Sono considerazioni di lungo periodo,a inevitabili quanto scontate.
In Italia, come è avvenuto progettato in altri Paesi – Cina, Giappone, India , ecc, è indispensabile pianificare infrastrutture aeroportuali al largo delle coste. Dove, almeno nel breve periodo, se non nel Tirreno di fronte a Ostia-Fiumicino, a Napoli nel Golfo, al di fuori della Laguna di Venezia e, come da tempo Aerohabitat sostiene, la largo dello costa Toscana per risolvere le criticità connesse alle piste di Peretola e Pisa San Giusto.
5 Giugno 2018
Le vicende trattate, la questione Alitalia e raddoppio dello scalo! Il masterplan di Fiumicino con la costruzione di nuove piste ancora in promo piano e oggetto del seguente comunicato stampa del Comitato FuoriPista.
“La Commissione speciale del Senato ha audito il 17 maggio scorso il presidente dell’ENAC Vito Riggio, nell’ambito della vicenda Alitalia. I media hanno riportato quasi esclusivamente le parti del suo intervento che riguardavano Alitalia; in realtà Riggio non ha mancato l’occasione per ribadire il suo assoluto favore al raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino e sollecitare la politica a dare finalmente il via libera a questo sciagurato progetto.
Sfortunatamente nessuno dei commissari, ad eccezione del sen. Cioffi del M5S, ha avuto la forza (la competenza?) di contestare al presidente di ENAC i numerosi errori ed omissioni da lui snocciolati, soprattutto quando con malcelata invidia ha richiamato l’esempio di Erdogan, attuale presidente della Turchia, da lui definito “sultano”, che in 3 anni è riuscito a costruire un nuovo aeroporto da 130 milioni di passeggeri in prossimità di Istanbul. Che inimitabile, meno male aggiungiamo noi, esempio di efficienza e di capacità decisionale!
Perciò, in mancanza di un serio contradditorio, ci tocca stilare una lista delle affermazioni di Riggio (in grassetto) che meritano attenzione critica ed evidenziare (in corsivo) le nostre osservazioni.
1. Il vecchio business model dello spoke/hub viene quasi ovunque sostituito dal modello point to point.
Vero! Allora Il presidente Riggio dovrebbe spiegare come farà, se questa è la dinamica del mercato, ad aumentare il traffico a Fiumicino; il sen. Cioffi (M5S) glielo chiede e lui non risponde. Anzi, se per andare da Palermo a Londra, Zurigo, Francoforte, come lui stesso dice, non c’è più bisogno di transitare per Roma, questo riduce strutturalmente la domanda di traffico per la destinazione Fiumicino e non solo per Alitalia.
Inoltre, come la mettiamo con il contratto di programma (all.2- Piano investimenti p. 20 e all.3-PEF p. 5) che si basa esplicitamente sul modello di business dual hub, adesso dichiarato da Riggio obsoleto? Non è arrivato il momento di rivederlo sostanzialmente?
2. La crescita del traffico in Italia è rilevante, salvo che a Roma.
Il presidente Riggio non spiega i motivi di questo andamento del traffico su Roma, in controtendenza rispetto al resto di Italia; si limita a pronosticare che la crisi Alitalia può avere effetti dirompenti, quindi, se ne deduce che, sino ad ora, questi “effetti dirompenti” non ci sono stati. Ma allora perché il traffico a Fiumicino non cresce e anzi, per numero di movimenti, continua calare e a fine 2017 era al livello di quindici anni fa, nel 2003?
3. Investimenti integralmente a carico della finanza privata.
Né nel PEF (allegato 3 al contratto di programma) né nei resoconti economici degli anni 2013-2017 risulta un qualsiasi apporto di capitali da parte dei soci di ADR, mentre le obbligazioni emesse e sottoscritte dal sistema bancario sono state finalizzate all’acquisto della società di gestione dell’aeroporto di Nizza ed al pagamento anticipato dei dividendi. Le spese di investimento sono finanziate totalmente tramite i ricavi operativi del gestore. Non è necessario il ricorso a fonti di finanziamento terze, bancarie o altri, per finanziare il progetto.
4. ENAC espropria i terreni, pagandoli a prezzo agricolo.
E’ ad ADR che il contratto di programma assegna la responsabilità ed il diritto di espropriare e/o acquistare i terreni e gli immobili, interessati dal raddoppio (art.9 comma 7 CdP pag.17), non ad ENAC!
Cioffi (M5S) contesta che il prezzo agricolo medio è stato cancellato da una famosa sentenza e quindi l’esproprio sarà fatto a prezzo di mercato. In soldoni, che è quello che conta, Benetton ha comprato, nel 98, 3000 ettari di terreni agricoli (castello, case e stabilimenti compresi) per 45 mni€ e potrà rivenderli e/o essere espropriato di una parte, circa 1/3 pari a 900ha, ad un valore stimato tra 150 e 200mni€.
Considera il presidente Riggio questo un brutto affare o una bufala? Cosa ne sarà dei restanti 2100ha di terreno ancora di proprietà dei Benetton? Manterranno la originale destinazione d’uso agricola, essendo divenuti di fatto limitrofi ad un’area industriale, generatrice di inquinamento di ogni tipo.
5. ENAC ed ADR hanno fatto ricorso al Presidente della Repubblica e, nonostante le notizie de il Fatto, Enac non ha avuto risposte
Solo ENAC ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica, mentre le risposte da Ministero Ambiente e Presidenza del Consiglio le ha già avute, ambedue negative, anche se formalmente non a lui indirizzate.
Se il Presidente Riggio non ha modo di procurarsi i suddetti documenti, questo Comitato può notificarglieli!
Negativi, inoltre, sono stati anche i pareri della Regione Lazio, del Comune di Fiumicino e della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.
6. CdP approvato da due ministri e da un presidente del consiglio – Un DPCM dovrebbe prevalere su un decreto ministeriale
Il presidente Riggio dimentica di dire che il governo Monti ha firmato il DPCM contenente il contrato di programma “in articulo mortis” il 21-12-12, cioè il giorno stesso delle sue dimissioni, che però erano state annunciate sin dall’8 dicembre 2012. Il governo Monti era in carica formalmente, solo per attendere la conclusione dell’iter di approvazione della legge di stabilità. Correttezza e buona prassi istituzionale avrebbero raccomandato a Monti di limitarsi all’ordinaria amministrazione, nella quale sicuramente non ricade la firma di un contratto che impegna lo Stato per 40 anni e le finanze pubbliche per un importo di 5-6 mdi/€, in opere infrastrutturali di accesso all’aeroporto (strade, autostrade, ferrovia).
Se per il Presidente Riggio il DPCM approvato in questo contesto ha maggiore valenza del DM del Ministro Ambiente di riperimetrazione, che ha seguito l’iter procedurale previsto dalla legge, ne prendiamo atto, ma riteniamo che il Consiglio di Stato non potrà che dare ragione al Ministero dell’Ambiente.
7. Dove metteremo la gente che vuole venire in Italia? A Napoli no perché è satura, a Firenze neanche perché al massimo ci vanno 4/4.5mni. Tutto l’asse tirrenico o và su Roma o non và
Secondo Riggio, i sacrosanti principi della saturazione e della capacità massima sostenibile valgono per tutti gli aeroporti meno che per Fiumicino: perché?
Perché il Piano Nazionale Aeroporti (PNA) ha previsto per il centro Italia 4 aeroporti (Fiumicino, Ciampino, Perugia e Pescara) col 90% del traffico su Fiumicino e non ha considerato un’allocazione del traffico più equilibrata sugli aeroporti esistenti, individuando, se necessario, un terzo aeroporto nel Lazio? A tale proposito, perché Viterbo è stato cancellato con un tratto di penna nella notte del 21-12-12-? Forse chi ha redatto il PNA voleva che non ci fossero capacità alternative o complementari a quella di Fiumicino nel raggio di 250km, così da giustificarne l’ampliamento.
8. Il territorio interessato è uno spicchio, non è tutta Maccarese, per far nascere una eventuale nuova pista e delle aerostazioni per un eventuale sviluppo del traffico
Secondo Riggio, 1300 ettari di terreno in gran parte ricadenti dentro la Riserva Naturale del Litorale Romano sono uno “spicchio” del tutto trascurabile e si possono tranquillamente sacrificare per costruire una nuova pista, in realtà sono due, ed una nuova aerostazione. Erdogan docet!
Non è la prima volta che il Comitato si trova a svolgere un ruolo di supplente della classe politica e di fornitore di conoscenza su questo tema.
Chiediamo perciò di essere auditi dalla prossima commissione trasporti parlamentare in modo da poter esporre il nostro progetto alternativo, rispettoso dell’ambiente e capace di sostenere l’eventuale incremento del traffico. 23 Maggio 2018
La sola alternativa possibile, comunque, è una isola artificiale fuoricosta! Un masterplan che aveva trovato solo consensi ufficiali. Uno degli ultimi della serie quella del Ministro dei Trasporti Delrio: una operazione da 7 miliardi che avrebbe dovuto essere insediata nei terreni dei Benetton. Un progetto che, tuttavia, aveva trovato compatti contro il Comune, la Regione Lazio, oltre al Comitato Fuoripista e cittadini. Il contesto dell'infrastruttura aeroportuale hub del Belpaese, maggior numero di movimenti e passeggeri trasportati, la cui società di gestione è la stessa Aeroporti di Roma, controllata dagli stessi proprietari del sedime del Maccarese interessato all'espansione dell'aeroporto, ha tra l'altro determinato analisi e interrogativi aggiuntivi. L'inatteso stop al progetto è stato determinato da due soggetti, quali la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Regione Lazio che con due atti distinti hanno bloccato un masterplan che non aveva avuto critiche specifiche da parte di soggetti centrali e istituzionali. Entrambe le valutazioni rimandano a considerazioni riguardanti la “perimetrazione della Riserva Naturale del Litorale Romano” ed ai vincoli di tutela integrale del territorio della Riserva Statale e della tenuta del Maccarese. Quali le possibili risposte ed eventuale impugnazione da parte di AR, ENAC e Ministero dei Trasporti? Basterà svuotare e/o superare i vincoli restrittivi conseguenti alla Riserva Naturale imposta dal Ministero per l'Ambiente cinque anni orsono?
In attesa di poter disporre ed analizzare altre eventuali “note aggiuntive” allo stop al raddoppio dello scalo romano, appare anomalo non che non siano state rappresentate le problematiche attinenti all'attività aerea diretta e perciò associate all'impatto ambientale (acustico e atmosferico) e quelle del Piano di Rischio, del Rischio Terzi e del carico antropico determinato dalla localizzazione di cinque piste di volo sulla comunità dei cittadini, delle edificazioni private e sociali esistenti.
Per quale ragione proporre un masterplan con 5/6 piste? Quanti movimenti ora/giorno/mese/anno sono stati ipotizzati? Quando infrastrutture aeroportuali hub a livello internazionale gestiscono volumi di traffico e numero di voli ben superiori alle stime proposte dal raddoppio del sedime di Fiumicino con un massimo di 2/3 piste? Ecco, quelle dell'impatto complessivo sul territorio e sulla comunità e le analisi tecniche sono due aspetti fondamentali che avrebbero dovuto risultare preliminari a qualsiasi valutazione da parte di ENAC e Ministero dei Trasporti e Ambiente. Avrebbe dovuto essere sottoposto a verifiche anche in relaziona al Piano Nazionale Aeroporti ed al ruolo e primato degli scali hub: anche in rapporto alla localizzazione operativa di una aerolinea “italiana” e/o partecipata con vettori internazionali. Il futuro di Alitalia da un lato e quello di AirItaly – questa seconda localizzata su Malpensa – determinano riflessi diretti e innegabili su masterplan di Fiumicino al 2030-2044. In attesa che il confronto si sposti sul piano “tecnico” si deve, comunque, rilevare come con l'attuale bocciatura” del raddoppio del sedime siano state state premiate le tante iniziative del Comitato Fuoripista che da tanti anni si batte per tutelare la comunità che vive nell'intorno aeroportuale. Anche con la richiesta di una VAS-Valutazione Ambientale Strategica al 2030-2044, che diventa una scadenza primaria e fondamentale. L'ipotesi che anche nel Litorale Romano debbano essere valutate analisi su una infrastruttura aeroportuale localizzata fuori costa, su un'isola artificiale, diventa una opzione aeronautica, probabilmente, inevitabile. 14 Maggio 2018
Non solo impatto sui cittadini e aggregazioni urbane! Con il seguente Comunicato Stampa si registra una ulteriore iniziativa per fronteggiare le “ampie” ricadute di una infrastruttura aeroportuale.
“In data odierna sono state consegnate al Presidente della Regione Lazio e ai Sindaci di Roma e di Fiumicino le oltre tremila firme di cittadini del territorio che hanno sottoscritto la Petizione in difesa della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.
E’ noto che negli ultimi mesi la Riserva Naturale Statale è stata sottoposta a numerosi attacchi, soprattutto nella parte ricadente nel territorio di Maccarese, con i ripetuti e ancora in corso sversamenti di cherosene dall’oleodotto dell’Eni che hanno avuto un impatto devastante, e le trivelle che, pur in assenza delle dovute autorizzazioni - che, come certificato dallo stesso Ministero dell’Ambiente erano necessarie - sono entrate in azione per conto della Società Aeroporti di Roma nell’area della futuribile IV Pista, per non parlare dell’intero progetto di Raddoppio che, se realizzato, priverebbe la Riserva di ben 1300 ettari.
A fronte del ricorso presentato da AdR al Tar del Lazio contro l’estensione della Zona 1 della Riserva, decretata dal Ministero dell’Ambiente su proposta della Regione Lazio e dei Comuni di Roma e di Fiumicino, il Comitato FuoriPISTA insieme alle più significative associazioni ambientaliste - FAI Lazio, Italia Nostra Roma, Italia Nostra Lazio, Legambiente Lazio, LIPU, WWF Lazio – e con l’adesione delle associazioni del territorio (Associazione L’Albero, Dolce Spiaggia, Associazione 99 Fontanili, Associazione Terrre, Comitato Rifiuti Zero Fiumicino, Comitato Passoscuro Resiste, Comitato spontaneo del Villaggio dei Pescatori di Fregene) - hanno deciso di promuovere questa Petizione popolare in difesa della Riserva, sottolineando come la Riserva costituisca:
… una porzione significativa di territorio alle porte della Capitale, ricco di storia, caratterizzato in passato dalle paludi e da ambienti naturali unici nel loro genere e che si sono conservati nonostante la forte antropizzazione. Un territorio che alla fine dell’Ottocento è stato bonificato prosciugando le acque del grande Lago di Maccarese. Un territorio reso fertile ed abitabile nel corso degli anni Trenta grazie alla bonifica integrale e che oggi è totalmente coltivato, in alcune zone con colture di pregio.
Un territorio che proprio per questo è fragile e tuttora soggetto ad allagamenti ed esondazioni che le idrovore ancora oggi in funzione continuano giorno e notte a mantenere asciutto e che per questo richiede attenzione e cure costanti. Per questo nel 1996 è stata istituita la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Proprio su questo territorio si vuole intervenire realizzando il secondo aeroporto di Fiumicino distruggendo così 1300 ettari di Riserva.
Con il recente Decreto del ministero dell’Ambiente di Riperimetrazione della Riserva è stata anche ampliato la Zona 1. Con l’ampliamento della Zona 1 della Riserva si protegge anche un importante sito archeologico protostorico, oltre a resti di epoca romana di cui è ricca tutta la zona.
In pochissimo tempo, oltre tremila cittadini, hanno sottoscritto testualmente la richiesta che:
- Venga contrastato ogni tentativo di riduzione delle aree della Riserva e in particolare di quelle di Maccarese indicate come Zona 1 (massima protezione)
- Le “Vasche di Maccarese” (già in Zona 1) siano riconosciute Zona Protezione Speciale (ZPS) secondo le normative europee
- La Regione Lazio approvi le Norme di salvaguardia e il Regolamento di gestione della Riserva
Confidiamo che le autorità locali, i Sindaci di Fiumicino e di Roma, il Presidente della Regione Lazio, e lo stesso Ministero dell’Ambiente e la Commissione di Riserva ai quali oggi la Petizione viene consegnata tengano conto di quanto richiesto dai loro cittadini.
Comitato FuoriPISTA - FAI Lazio - Italia Nostra Roma - Italia Nostra Lazio – Legambiente Lazio - LIPU Lazio - WWF Lazio - 12 Marzo 2018