Aeroporto Viterbo, il terzo scalo del Lazio?

Il Piano Nazionale Aeroporti, tuttavia, non lo prevede! La città della Tuscia potrà avere il suo aeroporto che si posiziona addirittura come secondo aeroporto del Lazio? Dopo Fiumicino e prima di Ciampino? Magari con l'aggiunta dell'asse autostradale e ferroviario Orte-Civitavecchia. Un progetto e un masterplan che, dopo oltre undici anni di attesa, è stato riproposto.

Sarebbe stato lo stesso Ministro Danilo Toninelli, nel corso di una riunione in commissione trasporti della Camera a rilanciare l’opzione di Viterbo come il terzo scalo laziale.

La ri-proposta dello scalo della Tuscia in realtà era avvenuto già lo scorso mese di Agosto 2018, una iniziativa che ri-emerge nonostante l'aeroporto di Viterbo non sia elencato tra i 38 scali del Piano Nazionale Aeroporti.

Lo stesso bacino di traffico del PNA registra nel Centro Italia gli scali di di Roma Fiumicino, Ciampino, Perugia, Pescara, nella Regione Lazio registra i soli scali di Fiumicino e Ciampino.

La telenovela che oltre 11 anni addietro aveva prospettato un ruolo rilevante dello scalo della Tuscia era iniziata nel 2007. Il masterplan iniziale, in seguito all'adeguamento e ampliamento della pista e dello stesso scalo che si sarebbe realizzato in tre anni, aveva previsto ben otto milioni di passeggeri nel 2010 e dieci milioni nel 2015. Con il trasferimento del traffico traffico low-cost da Ciampino, quest'ultimo trasformato in City Airport. Una seconda decisione aveva proposto l'apertura dello scalo nel 2019.

Ma – come Aerohabitat riportava in una news una interrogazione parlamentare dell'epoca - se “il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti pro-tempore, Altero Matteoli, dichiarava che l'aeroporto di Viterbo è una priorità ed il Governo è impegnato per la sua realizzazione di comune accordo con la Regione Lazio e gli enti locali interessati, tracciando un itinerario procedurale che possa consentire il trasferimento al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) della proposta organica per il collegamento funzionale tra l'aeroporto ed il sistema metropolitano della Capitale e per un incontro con Anas e Ferrovie dello Stato per definire gli impegni relativi al collegamento ferroviario ed all'avvio dei lavori della Orte-Civitavecchia;  il 22 dicembre 2011 il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, illustrando le proprie linee programmatiche al Parlamento, annunciava che l'Italia non può avere un aeroporto in ogni provincia, inducendo l'Enac a sospendere gli ulteriori esami in corso per il rilascio delle concessioni per le gestioni aeroportuali, eccezion fatta proprio per l'aeroporto di Viterbo, che riceverebbe la concessione di Ciampino, il quale sarebbe dismesso”.

Ma nel febbraio 2013 la proposta era stata cassata! Quali erano state le motivazioni che nel 2019 sarebbero, tuttavia, state superate? Lo scalo della Tuscia dovrà sostituire un Ciampino che sarà smantellato dai voli civili-commerciali e dal traffico low cost? 1 Dicembre 2018

 

Aeroporto Viterbo, scalo senza futuro e senza piano di rischio

Con pista militare non è previsto (?) se civile i vincoli sono obbligati. Com'è noto l’Atto di indirizzo per l'individuazione degli aeroporti di interesse nazionale non ha (al momento) previsto la realizzazione di nuovi scali ed il progetto di Viterbo 3° scalo del Lazio è stato bloccato. Al punto che gli investimenti pianificati in sede ministeriale e regionale potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino.

In attesa che fatta una scelta conclusiva, che si decida se Viterbo o altra localizzazione possa costituire una valida alternativa alle criticità associate allo scalo d GB Pastine di Ciampino, il Consiglio Comunale di Viterbo deve decidere. Deve adottare il Piano di Rischio. Un provvedimento richiesto da ENAC nel 2012 nonostante la  norma che prevede l'adozione risalga al 2005.

 

Al momento della discussione tuttavia è saltato il numero legale e la seduta è saltata.

Ancora una volta, succede in tutti i comuni nei quali il Piano di Rischio è esaminato, le contrapposizioni  sono inevitabili.

La sua adozione implica, inevitabilmente, ripercussioni profonde: i vincoli sul territorio sono pesanti.

 

Per Viterbo la situazione appare assai complicata per  varie ragioni. Gli scenari possibili dello scalo non sono per niente chiari. Se lo scalo non ha futuro perché vincolare aree e territorio ( tra cui l’impianto termale delle Zitelle della società Itet) quando la stessa lunghezza pista non è stata ancora determinata?

L'altra considerazione va invece rapportata all'utilizzo esclusivamente militare della pista di volo. Bene in questo caso i vincoli aeronautici del Piano di Rischio ENAC non sarebbero applicabili. Ovvero a parità di pista di volo, larghezza e lunghezza, e, probabilmente di volumi di traffico aereo, lo scalo aereo, l'aerobase non prevede  l'adozione del Piano di Rischio.

 

I dubbi del Consiglio Comunale di Viterbo sono ovviamente legittimi, quello che appare incongruente è che l'esistenza di una infrastruttura militare non implichi gli stessi vincoli aeronautici di uno scalo civile/commerciale. Anche in questo caso siamo dinnanzi ad una discriminazione insostenibile, tra tutele per cittadini di serie A e di serie B?  Cosa succede quindi nei Comuni di sedime delle aerobasi del Belpaese? 4 aprile 2013

Viterbo terzo scalo del Lazio, un progetto bocciato dal Ministro Passera

Manca tuttavia l'alternativa a Ciampino ed al raddoppio di Fiumicino. E così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera con l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, ha tra l'altro, cassato il progetto dell'aeroporto di Viterbo come terzo scalo del Lazio. Con l'atto proposto, tuttavia, il confronto e le risoluzioni conclusive dovranno passare al vaglio, per niente facile, della Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica.

 

In discussione non è solo l'individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, ne la riduzione degli scali operativi. Passare da 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare non è solo una scelta ardua ed attesa da quasi 30anni. Mette in rilievo non solo la potenzialità infrastrutturale dei singoli scali ma identifica le capacità operative degli stessi aeroporti.

L'Atto di indirizzo tuttavia non ha, probabilmente, valutato appieno la sostenibilità infrastrutturali del sistema airside pista, strip area, graded, RESA, Piano di rischio e Rischio terzi.

 

Tra gli aeroporti inseriti nella Core Network, taluni circondati ed affogati nelle metropoli e/o città intensamente edificate, quanti possono dirsi conformi, perciò non in  deroga agli standard ENAC - ICAO? Quali sono le criticità che si potrebbero sottolineare?

Possibile che nessuno ponga alcun dubbio su  Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate,  Napoli Capodichino?

Tra gli aeroporti inseriti nella Comprehensive Network perché non interrogarsi su Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso e Verona?

E quelli di  Reggio Calabria e Rimini e Forlì?

Se l’Atto di indirizzo non prevede la realizzazione di nuovi scali, quali Grazzanise  e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino) si deve concludere, amaramente ed inevitabilmente, che Genova Sestri, Ciampino, Capodichino, Treviso, Verona, Linate, Bergamo sono a norma?

 

Che questi scali non hanno ancora raggiunto un livello di saturazione di numero di voli e passeggeri in relazione agli standard infrastrutturali ENAC ICAO? Non ne siamo convinti.

 

Aerohabitat è consapevole che numerosi scali operativi, anche tra quelli identificati come Core Network, Comprehensive Network sono saturi. Alcuni di questi dovrebbero essere sgonfiati e magari chiusi. Da subito. Senza attendere l'irreparabile.

 

L'alternativa secca è la costruzione di nuovi aeroporti. Anche nel Lazio.

 

La soluzione Laziale scaturisce dall'urgenza di ridimensionare Ciampino a scalo executive, evitare il raddoppio di Fiumicino e, in assenza di aree disponibili,  prevede la progettazione dell'isola a mare dinnanzi al Litorale Romano: come a Kansai. Come peraltro avverrà anche  Genova. Altre soluzioni non sono all'orizzonte. 21 febbraio 2013

Viterbo, terzo scalo del Lazio e una interrogazione Leghista

E' la Lega Federalista di Viterbo che ripropone la vicenda e le attese sullo scalo.

Con il senatore Fabio Rizzi, che ha sintetizzato una relazione di sedici pagine relativa alla realizzazione dell’aeroporto di Viterbo in una interrogazione Parlamentare affinchè "le complesse vicende aeroportuali, la propaganda, ma anche i pochi fatti concreti raggiunti" possano "avviare ogni procedura utile a stabilire l’attuale stato degli atti".

 

Al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

 Premesso che:

il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti pro-tempore, Alessandro Bianchi, nel novembre 2007, affermava, a conclusione della valutazione comparativa dei diversi siti esaminati per la realizzazione del terzo aeroporto del Lazio, che il sito meglio rispondente ai requisiti era quello di Viterbo, sollecitandone la realizzazione nell'arco di tre anni;

 

successivi studi ne avrebbero, poi, posposto l'operatività al 2015 ed infine al 2019;

uno studio affidato all'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) e reso pubblico nei primi mesi del 2011, relativamente alle linee di indirizzo strategico per lo sviluppo della rete aeroportuale nazionale, prevede che tale scalo avrebbe dovuto essere in grado di assorbire cinque milioni di passeggeri l'anno nel 2015, otto milioni nel 2010 e dieci milioni di passeggeri nel 2015, derivanti dall'intero traffico low-cost conseguente al ridimensionamento ed alla riconversione dell'aeroporto di Ciampino;

 il 10 settembre 2008 veniva firmato l'atto di intesa programmatica tra il presidente di Enac, Vito Riggio, ed il presidente di AdR-Aeroporti di Roma, Fabrizio Palenzona, finalizzato all'espletamento delle attività preliminari per la realizzazione dell'aeroporto di Viterbo. In particolare, in questo atto di intesa programmatica, era prevista una dettagliata analisi della situazione, che avrebbe portato alla redazione di uno studio di pre fattibilità che tenesse conto di uno studio ambientale, di un Master Plan che prevedesse la riconversione ed il ridimensionamento dell'aeroporto di Ciampino e di un piano economico-finanziario;

 

il 21 settembre 2010 presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, avveniva un incontro convocato dal ministro pro-tempore Altero Matteoli, finalizzato all'identificazione della metodologia per la realizzazione del terzo scalo aeroportuale del Lazio, presenti, oltre allo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, i ministri dell'Ambiente e della Difesa, la Regione Lazio, rappresentata dall'assessore Francesco Lollobrigida, la Provincia di Viterbo, rappresentata dal presidente Marcello Meroi, il Comune di Viterbo, rappresentato dal sindaco Giulio Marini, l'Enac, la Società nazionale di assistenza al volo (Enav), le Ferrovie dello Stato, l'Anas e la società AdR-Aeroporti di Roma. Al termine di questo incontro veniva ufficializzata la partenza della cosiddetta seconda fase dell'iter di realizzazione dell'aeroporto di Viterbo, riguardante la progettazione in senso stretto e che coinvolgerà tutti i soggetti responsabili, da Ferrovie dello Stato per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie di collegamento tra Viterbo e Roma, ad Anas per le infrastrutture stradali tra Viterbo e Roma, con l'adeguamento della via Cassia e l'asse della strada statale 675 umbro-laziale (Terni-Civitavecchia); il 28 gennaio 2011, al termine di un ulteriore incontro con la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi, ed il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, avente per oggetto il nuovo aeroporto di Viterbo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti pro-tempore, Altero Matteoli, dichiarava che l'aeroporto di Viterbo è una priorità ed il Governo è impegnato per la sua realizzazione di comune accordo con la Regione Lazio e gli enti locali interessati, tracciando un itinerario procedurale che possa consentire il trasferimento al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) della proposta organica per il collegamento funzionale tra l'aeroporto ed il sistema metropolitano della Capitale e per un incontro con Anas e Ferrovie dello Stato per definire gli impegni relativi al collegamento ferroviario ed all'avvio dei lavori della Orte-Civitavecchia;

 

il 22 febbraio 2011 avveniva l'approvazione, da parte di Enac, del progetto di AdR, dando un volto ben preciso all'aeroporto di Viterbo, altresì sancito dalla sottoscrizione della convenzione che impegna Comune, Provincia, Ferrovie dello Stato e tutti gli altri partner coinvolti a procedere velocemente con i passi successivi; considerato che:

 il 22 dicembre 2011 il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, illustrando le proprie linee programmatiche al Parlamento, annunciava che l'Italia non può avere un aeroporto in ogni provincia, inducendo l'Enac a sospendere gli ulteriori esami in corso per il rilascio delle concessioni per le gestioni aeroportuali, eccezion fatta proprio per l'aeroporto di Viterbo, che riceverebbe la concessione di Ciampino, il quale sarebbe dismesso;

 

il 31 gennaio 2012 il presidente di AdR, Fabrizio Palenzona, annunciava la riqualificazione dell'aeroporto di Ciampino, con un investimento di 183 milioni di Euro e la trasformazione, entro il 2020, in un City Airport, con lo spostamento dei voli low-cost sullo scalo di Viterbo, che verrà aperto nel 2019 e per il quale sono stati previsti impegni finanziari per 236 milioni di Euro, da parte di investitori privati;


se non si realizzeranno idonei collegamenti stradali e ferroviari tra Viterbo e Roma, la realizzazione dell'aeroporto di Viterbo potrebbe ulteriormente rallentare se non compromettere, addirittura, la realizzazione stessa dell'aeroporto, l'interrogante chiede di sapere quale sia l'attuale stato procedurale, di progettazione e di copertura economica dello scalo aeroportuale di Viterbo e delle opere stradali e ferroviarie ad esso connesse per il più idoneo trasferimento, tra Viterbo e Roma, del volume di passeggeri previsto dai piani strategici citati, e quale sia la reale tempistica prevista per la realizzazione delle stesse". 13 marzo 2012

Aeroporto di Viterbo, operativo, ma solo dal 2019, forse

Il trasloco dei voli low cost da Ciampino è nella pianificazione ADR.

 

Sembrava tutto congelato. I tempi della sua realizzazione e dei finanziamenti preliminari, ovvero le opere di collegamento stradale e ferroviario per assicurare l'accessibilità/efficienza dei collegamenti terra per lo scalo decentrato di Viterbo, erano appese alle dichiarazioni di intenti dei due ex Ministri dei Trasporti.

L'ipotesi di un masterplan dell'infrastruttura di Viterbo, in questo quadro, rappresentava uno scenario del tutto futuribile e virtuale.

 

La novità di questi giorni invece è il Contratto di Programma ENAC - ADR relativo al cosiddetto Sistema Aeroportuale Romano.

Nella prospettiva del riassetto  - modernizzazione, standard e nuove piste - dei due scali romani di Fiumicino e Ciampino ecco scaturire l'aggiunta e la realizzazione del nuovo scalo di Viterbo.

 

Ovvero l'insediamento del Sistema Aeroportuale Romano.

Con tre scali. Uno hub, un city airport e lo scalo low cost.

Le note che ADR ha divulgato sul nuovo aeroporto di Viterbo, al fine di gestire ad assorbire la componente di traffico low-cost low-fare -  in accordo con l’atto di indirizzo del Ministro dei Trasporti del giugno 2010 - il Piano prevede la realizzazione di una infrastruttura aeroportuale sull’attuale aeroporto militare e su nuove aree da acquisire. Una nuova pista di volo, un nuovo terminal e relative infrastrutture. 

 

Con una pista di 2700 metri di lunghezza.

Il target è di accogliere volumi di traffico fino a 10 milioni di passeggeri/anno.

La connessione stradale e ferroviaria per Viterbo sarà a carico delle amministrazioni locali e dovrebbe costituire il presupposto per l'avvio delle opere strettamente aeroportuali.  Dalle odierne due ore di percorso dovranno raggiungere tempi di percorrenza di 40 - 50 minuti.

Solo in seguito, da quanto si interpreta, potranno iniziare le opere aeroportuali.

L’entrata in esercizio del nuovo aeroporto è stimata per la seconda metà del 2019. 22 dicembre 2011

Aeroporto di Viterbo, la situazione in una nota di S.T.A.S.A.

Viterbo terzo aeroporto del Lazio? Gli interrogativi sulla realizzazione di questo scalo si accompagnano alle reticenze ed ai ritardi nell'adozione degli impegni assunti nel recente periodo do Governo e dalla Regione Lazio. Il comunicato STASA del 11 ottobre fotografa l'attuale situazione.

 

La vicenda della realizzazione dell’aeroporto di Viterbo si svolge ormai tra annunci, comunicati e quant’altro che non fanno che confondere sempre più coloro i quali tentano, come S.T.A.S.A., di  trovare una spiegazione tecnico/scientifica a quanto si intende fare.

 

Premesso che come reiteratamente da noi sottolineato ancora non si conosce quale aeroporto si intenda realizzare in quel di T.Fabbri (regionale,nazionale,comunitario)  in quanto dal 2006 ad oggi – nel corso di 2 legislature – le affermazioni in proposito sono state contraddittorie ed influenzate probabilmente da scadenze politiche, suscita enorme perplessità l’ultima notizia (diffusa da alcuni quotidiani locali) relativamente all’esistenza di un progetto aeroportuale (di cui al nostro ultimo comunicato) e di una delibera della giunta provinciale che parteciperebbe con 900 mila Euro all’affidamento da parte del Comune di Viterbo della valutazione di impatto ambientale il cui costo ammonterebbe a complessivi 4 milioni di Euro.

Una procedura di affidamento, se realmente instaurata, incomprensibile  per le ragioni che seguono.

 

Molti ricorderanno che nel settembre 2007 venne diffuso un comunicato stampa (ENAC)) secondo il quale una valutazione di impatto ambientale preliminare era stata affidata a ADR (concessionaria del nuovo scalo e peraltro in una situazione di apparente conflitto di interessi), affidamento ai sensi DLgs  152/06.

A fondo del comunicato, ENAC faceva un esplicito richiamo al rispetto della procedura prevista dall’art.8 del Regolamento Comunitario n. 2408 /92 che al comma 5 recita testualmente “ Qualora uno Stato membro decida di istituire un nuovo sistema aeroportuale o di modificarne uno esistente, ne informa gli altri Stati membri e la Commissione. Dopo aver verificato che gli aeroporti sono raggruppati come aeroporti che servono la stessa città o lo stesso agglomerato urbano, la Commissione pubblica un allegato II riveduto nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee”.

Il richiamato comunicato sottolineava quindi che “ ancor prima che la “concessionaria” ADR inizi a svolgere le attività a lei demandate da ENAC propedeutiche a verificare se – sotto i vari profili – sopra indicati, il sito di Viterbo si presta ad essere oggetto di delocalizzazione e quindi in tale direzione si debba procedere per modificare l’esistente sistema aeroportuale romano, occorre che i 27 Stati Membri dell’UE e la Commissione Europea ne siano informati e che la Commissione renda pubblica la decisione nella G.U. dell’Unione Europea”.

Vi è da precisare in proposito che Commissione Europea si esprime sulla bontà del sito sotto i tre profili fondamentali: capacità aeroportuale, sicurezza, impatto ambientale.

 

Evidentemente questa procedura riguarderebbe  gli aeroporti nazionali di interesse strategico e quindi, stando al contenuto della sintesi di studio sugli aeroporti (http://www.csaeroportotuscia.it/e107_files/public/sintesi__studio_aeroporti.pdf)  Viterbo, pur con molte riserve attinenti la fattibilità in tempi reali di un efficace sistema di comunicazioni, risulterebbe  tra questi.

Se così fosse - in materia di VIA - la competenza apparterrebbe allo Stato e certamente non alla Provincia o/e al Comune qualora venisse  ufficialmente  confermata l’ esistenza di un fantomatico progetto ADR dal cui superficiale schizzo aeroportuale (pubblicato da un quotidiano locale)  la lunghezza della pista risulterebbe di 2900 mt.

Diversamente, se così non fosse, evidentemente ci  troveremo a discutere di una progettualità di un aeroporto minore (pista di atterraggio non superiore a 1500 mt.) e quindi a competenze regionali che potrebbero essere delegate a Provincia e Comune.

 

Comunque in un  quadro sempre più confuso restano alcune certezze:

le promesse dell’ex Ministro Bianchi e di tutti quelli che le avevano con particolare veemenza sostenute , vanno a scadere tra 110 giorni  e per il 2011 non vi è traccia né di aeroporto né tantomeno di un concreto progetto  di aeroporto e di un sistema condiviso di infrastrutture e vie di comunicazioni ad esso connesso (viarie e ferroviarie) indispensabile per avviare una qualsiasi procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA);

 

il fantomatico progetto ADR così come pubblicato da alcuni quotidiani (attivazione  I^ Fase), se mai esistente, farebbe comunque  slittare la realizzazione  della fase iniziale al 2020;

il master plan di Fiumicino, le competenti osservazioni de “Il Sole 24 ore” (http://www.csaeroportotuscia.it/e107_plugins/content/content.php?content.360)  fanno ritenere che se mai Viterbo avrà un aeroporto al servizio del sistema aeroportuale romano con un collegamento ferroviario  diretto Aeroporto – Roma,  questo non potrà essere verosimilmente prima del 2030 come da noi vaticinato sin dal 2007 (http://www.csaeroportotuscia.it/e107_plugins/content/content.php?content.384).

 

 

In conclusione S.T.A.S.A.  ribadisce che l’unica strada percorribile per venire incontro alle aspettative del territorio è quella, in primis, di potenziare (nel rispetto dei tempi tecnici necessari) il sistema viario e ferroviario e ripiegare nel breve periodo sulla fattibilità di un aeroporto regionale , svincolato dalla sudditanza al sistema aeroportuale romano e compatibile con un aerea di elevatissimo valore artistico, storico e termale per la quale, viceversa, la realizzazione di un aeroporto delle dimensioni e capacità eguali e/o superiori a Ciampino risulterebbe devastante.

Ribadisce, per la terza volta in proposito, la disponibilità a partecipare ad un dibattito aperto a tecnici, politici e pubblico per approfondire tutti gli aspetti  della problematica.

S.T.A.S.A.   Il Comitato di Redazione  - 18 ottobre 2010

Viterbo, Ryanair contro il trasferimento ma il masterplan parte

Da un lato O’Leary - CEO Ryanair - sostiene che la low cost irlandese non opererà mai da Viterbo, dall'altro lo scalo della Tuscia trova, infine, nuovi sostegni.

Alla Ryanar che nega alternativa a Ciampino - rinuncerebbero a Roma - ecco ADR che ha  presentato il master plan del futuro Viterbo Airport all’ENAC.

 

Solo dopo il completamento della cosiddetta fase istruttoria, delle osservazioni di ENAC, gli enti locali, i comitati ed i cittadini potranno proporre le loro osservazioni che porteranno alla verifica della VIA e della VAS.

Nei giorni scorsi inoltre, il ministro Altero Matteoli nel calendario degli incontri per la realizzazione del terzo scalo del Lazio ha relazionato con il Governo (i ministeri Ambiente e Difesa), con la Regione Lazio (assessore Francesco Lollobrigida), la Provincia di Viterbo, il Comune di Viterbo, l'Enac, l'Enav, le Ferrovie dello Stato, l'Anas ha messo a punto e rilanciato il progetto.

 

Il traguardo è la seconda fase dell'iter procedurale per l'insediamento dello scalo.

In questo contesto una delle priorità è quello di tagliare i tempi di collegamento ferroviario tra Roma Termini e Tiburtina e Viterbo: 80 chilometri di percorso con un tempo che da due ore passerebbe a 45 minuti. I finanziamenti sarebbero stati predisposti. Sarà vero?

Entro 60 giorni ENAC dovrebbe far partire la procedura di la valutazione dell'impatto ambientale. 23 settembre 2010

Aeroporto di Viterbo, una lettera al Ministro

Aerohabitat propone la lettera inviata da Ugo Sposetti, deputato Viterbese, al Ministro Altero Matteoli.

 

 

Lettera aperta al Sen. Altero Matteoli - Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

 Caro Ministro,

 nel trasmetterti i sentimenti di benvenuto di tutta la comunità viterbese, colgo l’occasione per porre alla tua attenzione alcuni problemi che richiedono di essere definitivamente affrontati. La città di Viterbo e l’intera Provincia in questi ultimi anni hanno puntato tutte le loro energie sulla realizzazione del terzo scalo aeroportuale, e più in generale su una precisa strategia di rilancio della propria rete infrastrutturale, che l’assenza di finanziamenti e l’interminabile attesa di decisioni vincolanti rischiano di compromettere.

 

Proprio oggi ho depositato presso la Presidenza della Camera una interrogazione che qui riporto: “Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

 

Premesso che

 

la commissione ministeriale, istituita presso il Ministero dei trasporti nel mese di novembre 2007, dopo aver condotto una attenta analisi comparata dei siti aeroportuali proposti, con una propria relazione intitolata «Ampliamento del Sistema aeroportuale laziale» ha individuato nella città di Viterbo la sede per il terzo scalo aeroportuale laziale;

 

l’ art. 18 del Dl 248 / 2007 , convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2008 , n. 31 ha semplificato e reso operativo il trasferimento del traffico aereo da Ciampino a Viterbo . La proposta normativa, presentata dal sottoscritto, modifica il comma 2 dell’art 3 del Dlgs 96 /2005 estendendo alle “ delocalizzazioni funzionali “ la deroga alla disciplina delle concessioni aeroportuali. Deroga limitata, secondo quanto previsto dal comma 2 dell’art 3 del Dlgs 96/2005, alle concessioni già rilasciate e a quelle il cui provvedimento di rilascio risulti in itinere.

 

A tal riguardo, occorre ricordare che l’art 3 del Dlgs 9 maggio 2005, n°96, ha introdotto alcune modifiche all’art 704 del codice di Navigazione. In particolare, il procedimento di concessione è emanato - per un periodo massimo di durata di quarant’ anni - su proposta dell’ENAC in seguito ad un procedimento di selezione, effettuata tramite procedura di gara ad evidenza pubblica secondo la normativa comunitaria e non più attraverso generiche procedure concorrenziali;

 

il 31 gennaio 2008 veniva firmato, presso la sede del Ministero dei trasporti, l'atto di intesa programmatica tra il Ministro dei trasporti e il Presidente della Regione Lazio il quale individuava Viterbo quale sede aeroportuale aperta al traffico civile commerciale;

 

 

le parti firmatarie si impegnavano, nell'ambito delle rispettive competenze, a promuovere le attività necessarie alla delocalizzazione del traffico aereo attualmente gravitante sull'aeroporto di Ciampino, promuovendo procedure e attività idonee per realizzare nuove infrastrutture, nonché per il reperimento degli strumenti finanziari; nella stessa occasione il Ministro dichiarava l'impegno ad avviare entro tempi certi la fase attuativa attraverso la convocazione, unitamente al Presidente della Regione Lazio, della conferenza dei servizi;

 

l'articolo 18 della legge n. 31 del 2008, ha formalizzato la possibilità di concedere direttamente ad Aeroporti di Roma la gestione del nuovo scalo;

 

il 10 settembre 2008, presso la Direzione Generale dell’ENAC, veniva firmato tra l’ENAC e la società ADR - Aeroporti di Roma - l’Atto di Intesa programmatica delle attività preparatorie per la concessione della gestione aeroportuale dell’Aeroporto di Viterbo;

 

 il protocollo, firmato dal Presidente dell’ENAC Vito Riggio e dal Presidente della Società Aeroporti di Roma - ADR, definiva le fasi propedeutiche per la progettazione del nuovo aeroporto; l’ENAC, su delega del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, si attivava in tal modo per favorire, secondo le proprie competenze e nel pieno rispetto della normativa comunitaria di riferimento, la più rapida realizzazione della delocalizzazione funzionale delle attività civili dallo scalo di Ciampino a quello di Viterbo;

 il documento prevede l’impegno di ADR alla redazione:

 

a) di uno studio di pre-fattibilità tecnico-operativo per l’Aeroporto di Viterbo che contempli gli aspetti aeronautici e di traffico, nonché la configurazione dei principali sottosistemi aeroportuali, e definisca la consistenza del sedime aeroportuale;

 

b) di un rapporto ambientale preliminare sui possibili e significativi impatti della realizzazione, per l’avvio della consultazione di cui al D. Leg.vo 3 aprile 2006 n. 152 e successive integrazioni e modifiche;

 

c) di uno studio sulla capacità ambientale per l’Aeroporto di Ciampino, onde configurare un modello ridimensionato di traffico economicamente sostenibile, da adottare in forma vincolante per il futuro, che soddisfi le condizioni di compatibilità con il territorio;

 

d) del Master Plan aeroportuale, che contempli la contestualità del ridimensionamento dello scalo di Ciampino con l’avvio operativo del nuovo scalo di Viterbo, con il relativo Studio di Impatto Ambientale. Sarà altresì richiesto un adeguato approccio alla valorizzazione commerciale delle attività non aviation sia all’interno che all’esterno del sedime aeroportuale, nonché alle tematiche di definizione di un sistema di infrastrutture dei trasporti idoneo ad assecondare il flusso di traffico generato dalla realizzazione del nuovo scalo;

 

e) del piano economico-finanziario, per dare attendibilità al programma realizzativo delle opere, con la stima dei costi e la copertura degli interventi, individuando le risorse proprie e le eventuali fonti di finanziamento esterne;

 

f) del piano di adeguamento infrastrutturale dell’Aeroporto di Ciampino, riconfigurando le attività con la modularità necessaria ad assicurare la coerenza temporale con l’attivazione e la messa a regime dello scalo di Viterbo;

 

per l’espletamento delle attività di tipo amministrativo, ENAC ed ADR avrebbero dovuto provvedere alle attività connesse allo svolgimento delle procedure preliminari per la concertazione con gli Enti Territoriali e Locali ed alle successive procedure formali con i soggetti Statali e Territoriali ai fini del conseguimento delle autorizzazioni in materia urbanistico-ambientale nonché alle attività espropriative per le aree da acquisire;

 

l’ENAC avrebbe inoltre attivato la procedura prevista dall’art. 8 del Regolamento Comunitario n. 2408/92 ai fini dell’inserimento di Viterbo nel Sistema Aeroportuale di Roma, oggi costituito dagli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino;

 

il 19 maggio 2009, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano, in occasione dell’audizione presso la Commissione trasporti della Camera dei Deputati del presidente di Aeroporti di Roma – ADR, veniva confermata la volontà di accelerare la costruzione dell’Aeroporto di Viterbo. Nella stessa seduta il Presidente dell’ADR, nel denunciare la mancanza di un chiaro piano di integrazione tra i diversi scali nazionali e politiche di sviluppo certe, segnalava la necessità di giungere quanto prima all’affidamento della concessione dello scalo viterbese al fine di poter programmare i collegamenti tra l’infrastruttura aeroportuale e il resto del sistema;

la Legge 3 agosto 2009, n. 102 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonchè proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali" all’art 17 comma 34-bis autorizza l’Enac a stipulare contratti di programma in deroga alla normativa vigente allo scopo di favorire investimenti infrastrutturali , basati sull’utilizzo dei capitali di mercato del gestore , rivolti ad aeroporti nazionali. La proposta , presentata dal sottoscritto in commissione bilancio e accolta dal Governo, risponde all’esigenza di rafforzare la programmazione finanziaria e quella infrastrutturale; nel corso dell’anno 2009 sono state assunte dal CIPE decisioni in materia di programmazione e di finanziamento di opere pubbliche strategiche di interesse nazionale . Con la delibera Cipe del 6 marzo 2009, il Governo ha reso disponibili circa 9 miliardi di euro di risorse pubbliche per la realizzazione di infrastrutture , portando a 11,25 miliardi l’importo dei finanziamenti disponibili;

 

con delibera Cipe del 26 giugno 2009 è stato approvato un programma denominato “ Piano delle opere prioritarie” degli interventi da approvare e finanziare con le suddette risorse entro fine 2010. Nel Piano non figurano né lo scalo Aeroportuale di Viterbo, né la realizzazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie necessarie per potenziare il collegamento tra la città di Viterbo e Roma, né le risorse per il completamento della trasversale Orte Civitavecchia ;

 su proposta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti il Cipe, in data 6 novembre 2009, ha preso atto del Piano di prefattibilità del nuovo aeroporto di Viterbo;

 la Società Aeroporti di Roma ha recentemente avviato la procedura di pubblicazione del bando internazionale di gara per l’elaborazione di un masterplan per lo sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino entro il 2044. Un piano complesso da 3,6 miliardi di euro di investimenti in 10 anni. Il piano prevede una estensione del sedime aeroportuale di ulteriori 1.300 ettari, in aggiunta agli attuali 1.400. Lo scopo è quello di soddisfare la crescita del traffico che su Roma si prevede arrivi entro il 2020 a 55 milioni di passeggeri e a 90-100 milioni entro il 2044. Lo sviluppo dell’aeroporto prevede inoltre la realizzazione di nuovi terminali per una superficie di quasi 1.000.000 di metri quadrati, 5 piste di atterraggio e decollo. L’ENAC dovrebbe concedere il via libera ai piani di sviluppo presentati, a cui sono legati gli investimenti tariffari, entro l’estate;

il Ministro delle Infrastrutture, rispondendo ad un’ interrogazione parlamentare in merito alle problematiche relative all’aeroporto di Ciampino, rilevava l’esigenza di decongestionare lo scalo di Ciampino, afflitto da problematiche ambientali causate dall’incremento del traffico aereo passato dai 700 mila passeggeri dell’anno 2001 ai circa 5,5 milioni del 2007.

il 12 febbraio 2010 la conferenza dei servizi presso la Regione Lazio ha istituito un gruppo di lavoro composto da Regione, Adr, Arpa Lazio, Enac il quale dovrà - entro 90 giorni - individuare iniziative coerenti tese a risolvere definitivamente l’annoso problema dell’inquinamento acustico relativo all’aeroporto di Ciampino che registra da anni un impatto molto pesante sulla salute di migliaia di cittadini;

 

il documento conclusivo della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati sul sistema aeroportuale italiano, approvato il 17 febbraio 2010, nel ribadire che la realizzazione di nuovi aeroporti deve essere subordinata a una valutazione attendibile della sostenibilità economica dell’aeroporto, ha confermato l’orientamento di realizzare il terzo scalo aeroportuale laziale in considerazione dell’impossibilità di sviluppare l’aeroporto di Ciampino;

 

il 19 gennaio 2010 è stato inaugurato, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Presidente dell’ENAC, il nuovo Terminal per l’Aviazione Generale dell’Aeroporto di Roma Urbe. La nuova aerostazione passeggeri, realizzata interamente con fondi ENAC con un intervento dal valore di circa 800.000 euro, secondo quanto dichiarato dal Presidente dell’ENAC “ va ad interessare una porzione di traffico aereo complementare a quello sviluppato sugli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino”. Sempre secondo il presidente dell’ENAC, il potenziamento dello scalo dell’Urbe “ rappresenta un ulteriore tassello , moderno ed efficiente, che contribuirà allo sviluppo del sistema aeroportuale del Lazio”;

ad oggi, marzo 2010, non è dato conoscere quali siano l’orientamento , le deliberazioni della Soc. Aeroporti di Roma, gli stanziamenti per la realizzazione dello scalo aeroportuale viterbese e gli interventi di sostegno dell’ENAC ;

 

Per sapere:

quali iniziative intende assumere per superare la situazione di stallo nella realizzazione dell’aeroporto di Viterbo ed in particolare quali iniziative, definendo tempi e modalità di esecuzione puntuali, intende avviare per favorire l’accessibilità stradale e ferroviaria allo stesso scalo aeroportuale.”

 

Caro Ministro,

 

mi duole purtroppo constatare che, nonostante le norme approvate, non c’è stato il giusto riscontro da parte dei Governi che si sono succeduti in questi anni.

Credo pertanto sia desiderio di questa comunità mettere a frutto quanto fatto sino ad oggi, moltiplicando, se necessario, gli sforzi per superare il grave ritardo infrastrutturale della nostra Provincia. Caro Matteoli, è ora di intervenire evitando, possibilmente, i comprensibili, ma oramai ripetitivi, annunci elettorali sia di centrosinistra che di centrodestra.

 

Nel ringraziarti per l’attenzione, ti saluto cordialmente. Con rinnovata stima. Ugo Sposetti 16 marzo 2010 - 22 marzo 2010

 

Aeroporto di Viterbo, il sindaco Marini scrive a Matteoli

Tempi lunghi per l'insediamento infrastrutturale di Viterbo. Priorità regionali e nazionali, piani di finanziamento, ostilità di Ryanair, verifica delle compatibilità ambientali - territoriali si intrecciano e si accavallano variamente e sembrerebbero ritardare gli impegni assunti a livello governativo due anni orsono.

Aerohabitat, nella convinzione di rappresentare, almeno una parte del dibattito in corso, propone la recente lettera inviata dal sindaco di Viterbo al Ministro delle Infrastrutture altero Mattioli.

 

 On. Ministro,

 nel ringraziarLa per lo straordinario lavoro svolto fin dall'inizio del Suo incarico nell'interesse del nostro Paese, per l'ottimo risultato conseguito verso il sistema aeroportuale di Roma e per la Sua attenzione rivolta al futuro aeroporto della Città di Viterbo, Le chiedo di poter accelerare la tempistica inerente la realizzazione dello stesso scalo viterbese. Le parole pronunciate recentemente dal Sindaco di Roma Gianni Alemanno con le quali si definisce l'aeroporto di Viterbo un'opera infrastrutturale distante dalla Capitale, la cui realizzazione richiede un percorso complesso e costoso, non rappresentano un segnale positivo a favore della realizzazione dello scalo. I dati emersi dall'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano illustrata in Parlamento lo scorso 17 febbraio e promossa dalla IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, confermano come e quanto gli aeroporti rappresentino un fattore decisivo di sviluppo economico e sociale di un Paese, ma evidenziano anche come il sistema degli aeroporti italiani, pur essendo un sistema assai diffuso, è nel complesso un sistema in difficoltà. Troppi aeroporti aperti al traffico commerciale, carenze e inadeguatezze rilevabili nella scarsa accessibilità intermodale, come l'insufficienza dei collegamenti con la rete ferroviaria e stradale. Gli stessi risultati illustrati sottolineano inoltre l'aumento della criticità nei prossimi anni, dovuta alla difficoltà di sostenere adeguatamente le future potenzialità di sviluppo del traffico aereo. Le proiezioni degli esperti parlano chiaro: in Italia si passerà dai 133 milioni di passeggeri registrati nel 2008 a circa 230 milioni nel 2020. Numeri impressionanti che fanno riflettere sul fatto che la prevista crescita del traffico aereo possa scontrarsi con l'insufficiente capacità infrastrutturale degli aeroporti italiani, con la conseguenza di limitare il traffico aereo italiano rispetto a quelle che potrebbero essere le possibilità di espansione. Come è stato sottolineato ancora nell'indagine, bisogna evitare che la limitata capacità aeroportuale diventi il "collo di bottiglia" del traffico aereo. A tutto ciò si aggiunge inoltre la quasi certa chiusura dell'aeroporto di Ciampino. A Viterbo c'è bisogno di fare una scelta forte e decisa. Così come è stato già fatto precedentemente nelle più grandi capitali europee. Lo scalo aeroportuale viterbese, in un momento di grave crisi come questo che stiamo vivendo, se realizzato in tempi ragionevoli, potrebbe contribuire alla ripresa economica del Paese. Basti pensare al suo inquadramento strategico nella filiera logistica del porto di Civitavecchia, dell'interporto di Orte, del bacino della Civitavecchia - Livorno, della Umbro - Casentinese e dell'Autostrada del Sole, per comprendere come tale infrastruttura potrebbe creare una attrattiva importante per le imprese del settore dei trasporti merci e del trasporto passeggeri.

 

Certo della Sua attenzione e del Suo interessamento verso questa Città, Le porgo i miei più cordiali saluti ed auguri di buon lavoro. On. Giulio Marini -  Sindaco di Viterbo 01 marzo 2010 

Viterbo, news sullo scalo in stand by

Parte o non parte? Probabilmente parte anche se i tempi della realizzazione e del decollo del primo volo internazionale appaiono ancora lontani.

L’Assessore Bartoletti non sembra aver dubbi quando sostiene che il ministro Altero Matteoli ha confermato la volontà di rispettare gli impresi presi per la realizzazione dello scalo di Viterbo. Anche se il quadro sempre complicarsi.

 

La Regione Lazio è entrata nella società Aeroporto di Frosinone con progetti di rilancio dello scalo, ma conferma l’impegno a favore dello scalo viterbese, e la doppia iniziativa appare perlomeno contraddittoria quando pretende un ruolo allo scalo "regionale" della Ciociaria.

L’identificazione di Frosinone come aeroporto regionale del Lazio sarebbe passata nonostante i pareri negativi di Enac, Enav e del Ministero della Difesa.

 

Ancora incertezze invece sulle operazioni di ridimensionamento e/o chiusura per lo scalo di Ciampino. Per lo scalo di Viterbo le ultime novità registrano l’intenzione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli di sottoporre al Comitato interministeriale una caletta di interventi riguardanti la programmazione economica. Un’iniziativa che segue la delibera programmatica approvata dal Cipe lo scorso 26 giugno.

La volontà di dare una svolta nelle procedure per la realizzazione del nuovo scalo internazionale di Viterbo, aeroporto che dovrebbe sostituire il traffico aereo civile di Ciampino potrebbe realizzarsi con un accordo specifico, ovvero un’Intesa Generale Quadro nell’ambito della Legge obiettivo per la progettazione complessiva del nuovo aeroporto della Tuscia: secondo aeroporto del Lazio. 22 settembre 2009 

Viterbo Airport, stop & go & stand by

Viterbo Airport parte o non parte?

Tra finanziamenti, proposte e una costante incertezza sul futuro di Ciampino e dei restanti aeroporti Laziali vogliosi di una vetrina “international” le notizie appaiono ancora contraddittorie.

In attesa di saperne di più Aerohabitat propone l’interrogazione - proposta in Comune a Viterbo - di Enrico Mezzetti

 

Aeroporto, già partite le rilevazioni acustiche?

Al Sindaco del Comune di Viterbo Giulio Marini

PREMESSO CHE

da mesi si sta sostenendo l’imminente realizzazione di una grande infrastruttura civile nel territorio comunale consistente in uno scalo aeroportuale destinato ad essere il secondo della Regione Lazio, con la precisa finalizzazione di sostituire il “Pastine” di Ciampino quale principale aeroporto low-cost a servizio della Capitale;

RILEVATO CHE

sebbene si preannuncino finanziamenti CIPE e conferenze di servizi, ad oggi la procedura di realizzazione dell’opera vaga tra cabine di regia, che, di fatto, hanno delegato alla Società privata Aeroporti di Roma (A.d.R.), la definizione di questa “delocalizzazione” della servitù aeroportuale da Ciampino sul sito di Viterbo;che le soluzioni pre-progettuali delle quali i consiglieri comunali possono avere conoscenza paiono mutare costantemente, mentre pare si effettuino rilevazioni acustiche, ai fini della caratterizzazione dell’area, da parte di chi dovrebbe realizzare la struttura invece che da soggetti terzi;

RITENUTO CHE

tali modalità procedimentali appaiono sostanzialmente scavalcare l’Amministrazione comunale ed esautorare le proprie prerogative di tutela del territorio e della salute dei cittadini

PER SAPERE

1) se corrisponde al vero che A.d.R. abbia predisposto un nuovo progetto di area aeroportuale;

2) in caso affermativo, se non ritenga doveroso informare immediatamente il Consiglio comunale mettendo a disposizione dei consiglieri la  documentazione in possesso dell'ente;

3) se le dimensioni di tale area siano  (come sembra) di gran lunga superiori a quelle risultanti dalla carta originaria, tali da raggiungere nel versante nord la strada della Commenda e da inglobare (più precisamente da ridurre ad "enclave") le pozze del "Bagnaccio";

4) se risulta che A.d.R. stia effettuando sull'area in questione dei rilevamenti acustici, evidentemente allo scopo di poter in seguito comparare i dati  con quelli delle emissioni provocate dal nuovo aeroporto;

5) in caso affermativo, se non ritenga che dovere di questa amministrazione (a tutela della salute dei propri cittadini) sia quello di effettuare in proprio il monitoraggio acustico con criteri scientificamente incontestabili. 05 giugno 2009 

Viterbo, finanziamenti, ma ancora in lista di attesa

A gennaio 2009 il Governatore del Lazio Marrazzo aveva sostenuto come la Regione Lazio "ha impegnato 250 milioni per il rafforzamento della tratta – ferroviaria - Roma-Viterbo” “e che con il Governo e gli Enti locali stiamo andando alla decisione condivisa di spostare a Viterbo l'attività ora di Ciampino”.

Ma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli sempre in questi mesi 2009 aveva tuttavia anche sostenuto: “Latina avrà il suo scalo aeroportuale - Latina potrà avere un aeroporto di livello, anche se non di livello, anche se non uguale a quello di Viterbo” alimentando un qualche dubbio sull’intenzione di insediare rapidamente lo scalo della Tuscia.

Altri interrogativi erano sorti ad aprile quando il presidente dell’ENAC Vito Riggio a margine di un’audizione alla Camera aveva sostenuto “E' il momento di decidere il futuro del piano per gli aeroporti”.

E’ quanto detto da Riggio, riferendosi alla situazione di stallo sull’assetto dei tre poli aeroportuali di Campania, Lombardia e Lazio, quindi anche di Viterbo.

Situazione di stallo nell’attesa che il ministro dei trasporti Matteoli prenda decisioni in merito. “Sarebbe buona cosa sapere – ha detto Riggio - qual è l'opinione del ministro dei Trasporti”.

Il presidente ENAC ha puntato il dito verso il “Grande ritardo” nella delocalizzazione di Ciampino a Viterbo. “Le scelte sono state fatte – ha sottolineato Riggio – ma ancora non c'e la dichiarazione sulla localizzazione”.

Nei giorni scorsi era di nuovo saltata fuori l’ipotesi Latina, dove spostare parte del traffico di Ciampino. In questi ultimi giorni ecco intervenire il Ministro Matteoli.Nella riunione del CIPE, infatti, si parla dell’aeroporto di Viterbo è in corso l’approvazione conclusiva.

 

Prevede 812 milioni di euro di stanziamento dei quali 550 milioni dello Stato, ed esattamente:

 

-  254 milioni per la realizzazione dell’aeroporto;

 

-  100 milioni per la ferrovia;

 

-  200 milioni per opere stradali;

 

-  258 milioni, per le opere connesse (assistenza al volo, sedime e altro).

 

Cosa manca? Probabilmente una sorta di roadmap dei finanziamenti complessivi necessari, un business plan inquadrato nel Piano Aeroporti Regionale e Nazionale ma soprattutto uno studio complessivo di fattibilità.

In grado di risolvere adeguatamente sia la Valutazione di Impatto Ambientale che la Valutazione Ambientale Strategica, due strumenti preliminari indispensabili a verificare e risolvere la compatibilità e la coesistenza ambientale – territoriale dello scalo della Tuscia.  14 maggio 2009 

Viterbo, parla il Comitato contro

Il “Comitato di opposizione all'aeroporto e per la riduzione del traffico aereo” registra le sue iniziative contro la costruzione del quarto aeroporto del Lazio, ovvero del “Viterbo International Airport”  sul sito www.coipiediperterra.org . Aerohabitat al fine di garantire uno spazio a tutti gli attori interessati all’insediamento di uno scalo aereo ed alla sue ricadute sociali/ambientali propone - una parte consistente – di una recente nota diffusa on line e ripresa dalla stampa specifica.

 

 

LA MASCHERA ALLE ORTICHE

 

LA STESSA LOBBY DEL MEGA-AEROPORTO- CONFESSA CHE L'OPERA E' IRREALIZZABILE

 

 

E alla fine la lobby … fautrice del nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo ha dovuto gettare la maschera. In un documento fatto circolare quasi semiclandestinamente tra i consiglieri comunali di Viterbo, .. 9 paginette alcuni degli elementi che impediscono che questa opera insensata ed illegale possa essere realizzata.

 

Li riassumiamo esplicitando ciò che lì è implicito o viene esposto in modo reticente e mistificante:

 

 

1. Il mega-aeroporto è incompatibile con le esigenze addestrative ed operative militari, ed anzi la sua attività potrebbe provocare incidenti disastrosi con esiti letali.

 

2. Le dimensioni e l'orientamento della pista del sedime esistente non consentono la realizzazione del mega-aeroporto.

 

3. Mancano la Valutazione d'impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica, obbligatorie per legge. E mancano perché è del tutto evidente che la loro esecuzione dimostrerebbe che l'opera non può essere realizzata.

 

4. La realizzazione del mega-aeroporto è incompatibile con le preziose e peculiari emergenze archeologiche, naturalistiche, paesaggistiche, storico-culturali, terapeutiche e scientifiche presenti nell'area che l'opera investirebbe e devasterebbe.

 

5. Essendo il mega-aeroporto finalizzato al turismo "mordi e fuggi" per Roma, la sua realizzazione è resa insensata dalla mancanza di una adeguata rete infrastrutturale ferroviaria e stradale di collegamento tra Viterbo e Roma.

 

6. La realizzazione del mega-aeroporto violerebbe i vincoli degli strumenti urbanistici esistenti, violerebbe i vincoli del piano territoriale paesaggistico regionale, violerebbe i vincoli della vigente legislazione nazionale ed europea in difesa di ambente, salute, diritti dei cittadini.

 

7. Ergo: la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo implicherebbe un colossale sperpero di pubblico denaro per realizzare un'opera semplicemente nociva e distruttiva, insensata e palesemente fuorilegge.

 

A questi motivi per cui il mega-aeroporto non può essere realizzato, altri ed altrettanto dirimenti se ne aggiungono, più volte elencati dal comitato che al mega-aeroporto si oppone, ad esempio nella lettera aperta al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008 o nella recente lettera aperta al Consiglio Comunale di Viterbo del 22 febbraio 2009 (disponibili, come molti altri documenti, nel sito www.coipiediperterra.org ).

 

Così stando le cose, sarebbe ora che cessasse ogni equivoco ed ogni inganno, e che una volta per tutte si mettesse fine a questa minaccia al nostro territorio e alla nostra salute: il mega-aeroporto a Viterbo è irrealizzabile e fuorilegge. Viterbo ha bisogno di ben altro che di un'ennesima servitù nociva e distruttiva; Viterbo ha bisogno della difesa e valorizzazione dei suoi beni ambientali e culturali, del sostegno alle sue autentiche vocazioni produttive, di un potenziamento della rete ferroviaria al servizio dei cittadini.

 

Ed a Ciampino, massacrata dall'attività aeroportuale, i voli vanno subito drasticamente ridotti, non trasferendoli altrove in un remoto futuro, ma abolendoli oggi per difendere la salute e i diritti della popolazione da troppi anni martoriata.  E non solo per difendere gli ecosistemi e le comunità locali, ma per difendere la biosfera del pianeta e l'umanità intera presente e futura il trasporto aereo va ridotto, e non incrementato. Questa Terra e' l'unica casa comune che abbiamo.

 

Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo - Viterbo, 2 marzo 2009

 

 

Mittente: Centro di ricerca per la pace - strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

e-mail: nbawac@tin.it   web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/  11 marzo 2009

 

Viterbo, si decolla dal 2013, forse

Da un lato non sembrano ancora risolte le  pretese - legittime dal loro punto di vista – di localizzare il terzo aeroporto del Lazio a Latina ed a Frosinone, dall’altro i vettori – Ryanair i  testa - rifiutano il trasferimento nella Tuscia.

 

I fautori di “Viterbo International Airport” intanto – e sono numerosi, autorevoli e istituzionali – proseguono nella roadmap che insidierà uno scalo per milioni di viaggiatori.

 

Negli ultimi giorni di febbraio si registra un’ulteriore dichiarazione di Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture “L'aeroporto di Viterbo pronto per il primo volo nel 2013”.

 

L’infrastruttura costerebbe 700 milioni di euro, ma è una cifra che Aerohabitat ritiene sottostimata. Nel corso di riunione dell’universo istituzionale e non interessato alla grande opera dopo aver registrato una "felice chiusura della prima fase dei lavori e della condivisione delle conclusioni cui si è giunti" ha rimandato ulteriori approfondimenti ad una seconda fase. Quella operativa e progettuale.Il traguardo del 2013 sembrerebbe un obiettivo di massima che piuttosto che una data certa.

 

Le questioni da risolvere tuttavia, oltre a quelle inizialmente ricordate legate al ruolo svolto da Latina e Frosinone e dei vettori low cost, sono le preliminari verifiche V.I.A. e V.A.S. (strumenti imprescindibili per la compatibilità e sostenibilità che saranno trattati da Aerohabitat dando lo spazio necessario al Comitato “Coi piedi per Terra”  http://www.coipiediperterra.org  ) e, ovviamente, le disponibilità finanziarie per la sua realizzazione.

 

La sola infrastruttura aeroportuale da 700 milioni di euro sarebbe garantita in parte da società pubbliche (ANAS, TreniItalia, Regione, altri per 400 milioni di euro) il resto dall’universo dell’industria privata.

 

Costi elevati  dovranno essere sostenuti per l’accessibilità viaria e ferroviaria al terzo scalo del Lazio. Il Ministro Matteoli ha ipotizzato, infatti, che  l'opera sarà inserita nel “prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria''.

 

Ha infine ipotizzato: “Auspico che …il nuovo aeroporto e il sistema delle reti di collegamento siano pronti per il 2013''.  02 marzo 2009

 

Ciampino va verso la chiusura, apre Viterbo

Lo avrebbe sostenuto il Presidente della Regione Lazio Piero Marazzo,

 

''Noi abbiamo uno scalo intercontinentale, Fiumicino, e abbiamo in predicato la chiusura di Ciampino perché ormai con il Governo e con gli enti locali stiamo andando alla decisione condivisa che e' spostare a Viterbo l'attività ora di Ciampino''.

 

Nel corso di un incontro la CAI – Alitalia ha anche sostenuto, in una nota ANSA, che:

 

- ''la Regione Lazio ha impegnato 250 milioni di euro per il rafforzamento della tratta Roma-Viterbo, quindi in questo caso noi non daremo l'atterraggio ai low cost nel cuore di Roma, ma lo sposteremo come accade in tutta Europa in un aeroporto a distanza di un'ora dalla Capitale''

 

- ''Questo è un fatto che rafforza chi sceglie Fiumicino, che è uno scalo libero dalle cannibalizzazioni che hanno altri scali''.

 

 

Ma quando avverrà? E la chiusura sarà totale?

 

Sono incertezze di non poco conto, infatti, i tempi per la realizzazione di una infrastruttura aeroportuale adeguata a Viterbo, sostenibile e compatibile, non sembra prossima. Cosi come i tempi di attuazione del collegamento ferroviario – stradale con il “secondo” scalo del Lazio. Una seconda incertezza rimanda alla chiusura dello scalo di Ciampino. L’ipotesi che lo scalo mantenga i voli executive – privati di aviazione generale e di Stato sembra del tutto certa.

 

Infine la questione delle low cost disponibili al trasferimento a Viterbo piuttosto che traslocare a Fiumicino o a trovare un nuovo scalo “periferico” di riferimento. 21 gennaio 2009

 

Aeroporto di Viterbo, una diffida al Presidente Marrazzo

La disputa sul terzo scalo aeroportuale del Lazio sembrerebbe risolta.

 

Ha prevalso la localizzazione di Viterbo che ha superato la concorrenza di Frosinone e di Latina. Ma i contendenti non sembrano per nulla vinti proseguono le loro iniziative per fronteggiare una scelta ritenuta ancora impugnabile.

 

In questi giorni di fine anno 2008 trova spazio la diffida trasmessa dai Comitati che avversano l’insediamento aeroportuale nell’alto Lazio.

 

Aerohabitat propone il testo integrale dell’iniziativa.

 

Al Presidente della Regione Lazio

e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo

Oggetto: Diffida

Signor Presidente della Regione Lazio,

le scriviamo in quanto da oltre un anno lei è tra i più accaniti sostenitori della realizzazione a Viterbo di un illegale e irrazionale mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma. Ed in questo suo accanimento lei sembra voler ignorare che la realizzazione dell'opera violerebbe non solo vigenti leggi italiane ed europee ma anche impegni, piani, normative e vincoli di salvaguardia stabiliti dalla stessa Regione Lazio.

Le segnaliamo per l'ennesima volta che la realizzazione nell'area termale del Bulicame di un nocivo e distruttivo mega-aeroporto provocherebbe inevitabilmente:

a) un grave ed irreversibile danno ad un'area di enorme valore naturalistico, storico-culturale, sociale, terapeutico ed economico;

b) un inquinamento che colpirebbe pesantemente il territorio ed i cittadini, provocando gravi danni alla salute, alla sicurezza e alla qualità della vita dei viterbesi;

c) ulteriori gravi danni che abbiamo più volte segnalato, ad esempio nella nostra lettera al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008, lettera che già le inviammo per opportuna conoscenza.

Con la presente siamo pertanto a chiederle di volersi finalmente opporre alla realizzazione di un'opera inquinante, nociva e distruttiva, un'opera contraria al pubblico interesse, un'opera che violerebbe le vigenti norme a tutela dei beni ambientali e culturali, della salute dei cittadini, dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi della popolazione viterbese.

Qualora lei intendesse proseguire invece nel favoreggiamento della realizzazione di un'opera dagli esiti inammissibili, la presente valga come diffida.

Riservandoci di sollecitare l'intervento delle competenti istituzioni di controllo e particolarmente delle magistrature giurisdizionalmente preposte ad intervenire, voglia gradire distinti saluti,

Antonella Litta,

portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,

in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Peppe Sini,

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo – 29 dicembre 2008

31 dicembre 2008 

 

Viterbo, per un progetto sostenibile e compatibile

Il piano di trasferimento dei voli da Ciampino è stato, seppur lentamente avviato con una prima transizione dei voli sulle piste di Fiumicino. Il progettato insediamento del terzo scalo del Lazio a Viterbo è anch’esso partito.

 

La rilocazione dei voli da uno scalo all’altro tuttavia ha bisogno di tempo.

 

Quanti anni dovranno trascorrere per la piena realizzazione dello scalo Viterbese, della complessa e vasta infrastruttura aeroportuale e degli indispensabili collegamenti ferroviari e viari? In attesa che le opere siano integralmente finanziate, che la pianificazione territoriale dell’insediamento sia presentato e condiviso dalle parti interessate (vedi Comitato per l’Aeroporto e il Comitato contro l’Aeroporto) proponiamo un intervento del com.te Franco di Antonio per conto di Aerohabitat nello scorso mese di ottobre.

 

 

 “Si sono svolti nei giorni scorsi due importanti convegni sull’argomento. Ho potuto partecipare in qualità di inviato del Centro Studi Aerohabitat e devo dire che si tratta di iniziative di lodevole caratura. Il 26 settembre, patrocinato dall'assessore all'aeroporto Giovanni Bartoletti, presso ‘Pianeta Benessere’ di Viterbo si è tenuto il primo appuntamento “Verso l'aeroporto...ad impatto zero”.

 

Il convegno che sarà seguito da altri quattro ha avuto un seguito, presso la sala di Adriano in Piazza di Pietra a Roma nella sede della camera di Commercio della capitale, il giorno 30. Il titolo di questo secondo incontro è stato “La sostenibilità ambientale degli aeroporti”, entrambi gli appuntamenti sono stati organizzati dall’Agenzia di notizie aeronautiche Air Press.

 

Si proseguirà poi con “Pianificazione e Sviluppo del Territorio”, presso la Provincia di Viterbo, l'11 ottobre; il 30 ottobre invece saremo alla ‘Domus a La Quercia’, per occuparci di “Formazione Aeroportuale”; il 15 novembre, presso la Camera di Commercio sempre della Tuscia, si parlerà delle “nuove tecnologie per l'aeroporto” e infine il 6 dicembre a Palazzo dei Priori, sarà presentata la sintesi dei lavori di questo percorso conoscitivo, al quale daranno il loro apporto scientifico e tecnico nomi prestigiosi del settore.

 

Va sottolineato che l’angolazione con la quale le forze sociali del viterbese stanno avvicinando la questione aeroportuale appare molto corretta e lungimirante. Enti locali, centri studio, cittadini, forze politiche ed associative, pongono nella massima considerazione il principio che l’intervento infrastrutturale e di sviluppo economico deve essere rispettoso dell’ambiente di estremo pregio nel quale si va ad inserire l’opera.

 

Oltre alle questioni di sostenibilità ambientale sono state illustrate con dovizia di approfondimenti tutte le tecniche oggi possibili per ridurre i consumi e gli sprechi anche al fine di raggiungere un miglior risultato economico.

 

Lo slogan prodotto per l’occasione parla di un aeroporto che va verso l’impatto zero!

 

Naturalmente si tratta di una immagine estremizzata ma ben spiega l’atteggiamento delle forze locali decise a veder sviluppare un aeroporto “ecologico”, quello che è stato definito un raro esempio di “ecoaeroporto”.

 

Sarà interessante seguire gli sviluppi della vicenda anche perché il nostro territorio si troverà nei prossimi anni al centro di un’area interessata da grandi interventi strutturali: sviluppo aeroporto Leonardo da Vinci, interporto di Fiumicino, fiera di Roma, centro merci Ponte Galeria, espansione porto di Civitavecchia, interporto di Orte e infine aeroporto di Viterbo.

 

Nei convegni riportati si è tenuto nella massima considerazione il fattore collegamenti e sostenibilità ambientale al fine di poter favorire anche un successo economico per i considerevoli investimenti che saranno impegnati.

 26 novembre 2008