Dopo la black list delle aerolinee perché non disporre anche di una sorta di blacklist degli aeroporti? Perché, in aggiunta, non redigere una black list dei Paesi a maggior tasso di incidenti aerei?
Aerohabitat da tempo sostiene la necessità di disporre di una lista degli aeroporti italiani.
Un elenco in grado di identificare il livello di sicurezza, di standard/conformità ICAO – ENAC di una infrastruttura aeroportuale.
La designazione di una sorta di Fattore “A”, “A” come “aeroporto” che per l’appunto contrassegna non solo i parametri di conformità ICAO dell’infrastruttura aeroportuale ma anche la sua ubicazione geografica, le criticità associate alle condizioni meteo, all’orografia, al livello delle procedure di volo adottate (a vista, strumentale, di bassa visibilità, radar di terra, ecc.), fino all’organizzazione dello scalo.
E’ una procedura che potrebbe inquadrare anche l’adozione di una Piano Nazionale degli Aeroporti. Del livello di pericolo, ovvero del rischio associato alla localizzazione della psita, dell'aerostazione, dei piazzali sosta degli aeromobili, degli eventuali serbatoi di carburante, dei caseggiati circostanti, alla logistica in generale, agli standard ICAO - ENAC, al Piano di rischio, al risk assessment, al Safety Managennt System adottato e, infine, al livello di security esistente.
Il Piano Nazionale Aeroporti derivato dal livello dai parametri riguardanti la safety e security aeroportuale.
Un ausilio e strumento essenziale per le strategie di rete (network e hub) delle aerolinee domestiche, regional e delle major. Una lista degli aeroporti perciò in grado di classificare da un lato il Fattore “A” di uno scalo e dall’altro anche ad identificare una black list.
Una black list aderente anche al “rischio” statistico/storico quindi ed una elencazione parallela correlata al livello di adeguamento alle tutele ambientali (zonizzazione acustica, piani rischio terzi, impatto gassoso, accessibilità viaria e ferroviaria, piani di mitigazione e risanamento, ecc.). E’ chiedere troppo?