martedì 28 dicembre 2010 09:43 Età: 14 yrs

La V.I.A., strumento ineliminabile per gestire e potenziare un aeroporto

Categoria: Aeroporti, Aviation topics, Comitati , Std ICAO ENAC, Piani di rischio, Ambiente, Dossier, Archivio, Safety Security

 

Tanti scali aerei del BelPaese hanno opportunamente espletato e completato la procedura di V.I.A. al fine di sviluppare l'attività aerea, potenziare lo scalo o accrescere infrastrutture e logistica aeroportuale (nuove piste, allungamento delle stesse, nuovi terminal, ampliamento aerostazioni e hangar accessori).

 

Tanti scali hanno ricevuto l'autorizzazione di V.I.A., ma alcuni non la hanno ancora ottenuta, altre hanno attivato ed hanno in corso la procedura di V.I.A. (speriamo).

Il quadro è alquanto variegato e non sempre trasparente.

 

Quali sarebbero gli aeroporti effettivamente a norma? Quanti dei maggiori scali del BelPaese operano in regola, conformemente alle disposizioni della V.I.A.?

Di quella che hanno nel cassetto, di quella in corso d'opera?

Difficile saperlo. Il Catullo sta davvero ottenendo la V.I.A.?

 

Le opere esistenti sono state autorizzate? La questione Catullo e la materia V.I.A. è ampiamente analizzata e resa trasparente dal sito www.vivicaselle.eu, al quale rimandiamo gli interessati.

E al Canova di Treviso? Nella primavera 2011 verrà rifatta la pista, ma dopo la bocciatura della V.I.A. del 2007 cosa sta accadendo?

 

E' ancora in corso d'opera la procedura di V.I.A. e magari i prossimi lavori hanno previsto la costruzione di una raccordo di rullaggio per potenziare il numero dei movimenti aerei?

Sarà pienamente utilizzata la pista orientata nordest anche per i decolli?

 

E' certo che gli scali che hanno ottenuto la V.I.A. in passato, dopo l'incremento dei voli e dei passeggeri di questi ultimi anni, nonostante la crisi, dovrebbero riformulare le loro procedure di V.I.A. (e magari integrate anche le V.A.S. del territorio circostante) per verificare le compatibilità, la coesistenza con comunità ed ambiente circostante.

Una analisi che dovrebbe essere estesa lungo tutta la Penisola. Dagli scali strategici a quelli minori e periferici. In sostanza si dovrebbero predisporre le necessarie ed indispensabile misure di tutela e salvaguardia del territorio e la salute e qualità di vita dei cittadini.

 

Sta avvenendo? Non abbiamo riscontri certi. Abbiamo seri dubbi?

La sensazione evidente e concreto è quella solita. Mentre ogni comitato di cittadini ed ambientalista si batte, legittimamente, per fronteggiare l'incremento dei voli, l'espansione aeroportuale (aerostazioni e nuove piste); mentre tarda un razionale piano aeroporti nazionale, gli esercenti aeroportuali, probabilmente, proseguono l'opera di potenziamento "senza rete" di ogni specifico scalo.

 

Quanti scali hanno avviato una rinnovata procedura di V.I.A. dopo il superamento del numero dei voli (movimenti aerei/anno) prefissati dalla precedente Valutazione di Impatto Ambientale? Quanti, nello specifico, sono attrezzati con  impianti di depurazione per filtrare e recuperare il liquido di scongelamento spruzzato sulle superfici esterne dei velivoli e dei propulsori nelle rigide e magari nevose giornate invernale?

Quanti possono smaltire le quantità di glicole sversate per fronteggiare le esigenze di alcune giornate di massima richiesta di trattamento? Superiore agli standard degli impianti e delle piazzole attrezzate?

Magari su aeroporti in prossimità di risorgive e di falde acquifere limitrofe? 

Non sappiamo cosa rispondere.