E' una constatazione imbarazzante. Ma - secondo Aerohabitat - non è più possibile prolungarne l'attesa. L'adozione è obbligata. Quale significato assumerebbe, infatti, quale sarebbe il livello di tutela, di salvaguardia, di protezione del territorio e della comunità se non fosse rapidamente materializzato il Piano di Rischio?
Quale significato avrebbe una adozione con un sistema di "deroghe" che si trasformerebbe in una sorta di mantenimento dello status quo?
La gravità, l'estensione, il numero delle piste interessate, l'urgenza di preservare e tutelare il territorio e la comunità delle popolazione che risiede e si muove nell'intorno delle piste di volo del BelPaese è una urgenza indifferibile. Non rinviabile. La Valutazioni di Impatto Ambientale e la Valutazione di Impatto Strategico, VIA e VAS devono contestualmente verificare le implicazioni e le opportunità di continuare a svolgere, a sviluppare il traffico aereo.
Particolarmente su taluni scali metropolitani e/o inghiottiti da vaste viabilità e attività antropiche.
Il rischio di incidente aeronautico, a fronte del progressivo miglioramento dei livelli di sicurezza del volo nel sistema aviation (civile, commerciale e militare), aumenta con l'incremento del traffico aereo.
Con l'aumento del numero dei voli movimentati sui singoli aeroporti del BelPaese.
Anche i dati di traffico dell'agosto 2011 confermano questi dati.
Le stime del traffico nel breve - medio periodo prefigurano uno scenario di raddoppio dei voli.
L'impegno di recepimento dell'Annesso 14 ICAO Aerodrome, la necessità di configurare l'infrastruttura aeroportuale nel dettaglio degli standard (RESA, SMS, Risk Assessment) da parte di ENAC sembrerebbe stazionare per quanto concerne il Piano di Rischio aeroportuale.
E' forse una ennesima imbarazzante constatazione? I ritardi di applicazione del Piano di Rischio, che non può includere alcuna deroga di adozione, non manifesta forse una pesante incognita sui livelli di safety acquisiti e/o stimati? Una perdita non solo di credibilità del sistema aviation del BelPaese?
E' amaro constatare come non sia stato fissato un vincolo temporale, una scadenza entro la quale i Comuni, i Municipi dell'intorno aeroportuali del BelPaese predispongano l'aggiornamento reale, effettivo degli spazi, delle aree in asse piste. In decollo ed in atterraggio.
Perché non è stato ancora imposto? Chi deve assolvere, sorvegliare e vigilare sulla rigorosa adozione di questa normativa?
Con una aggravante, ancora irrisolta, che riguarda gli annunciati 1050 metri di Piano di Rischio laterale alla pista. Perché non sono stati inclusi nella circolare deliberata nel 2009? E per quale ragione l'aggiornamento laterale del rischio, a fronte dell'incessante attività informativa ed esplicativa svolta presso i Comuni aeroporti e le società di gestione aeroportuali, non è stata ancora deliberata?
Dovremo forse rilevare la gravità e l'urgenza del Piano di Rischio, ancora una volta, solo dinnanzi al prossimo incidente? La casistica incidentale in prossimità delle piste non è rassicurante, è noto.