Quando il 27 Giugno scorso scrivevo:- «… ed ancora … il 27 Giugno … ancora una volta si è ripetuto lo stanco e ritrito “rito” del ricordo … del disastro del 27 Giugno 1980, quando il DC 9 I-TIGI dell’ITAVIA … precipitò nel Mar Tirreno» mi sbagliavo definendo “stanco e ritrito” quel rito consumato in ambito istituzionale.
Infatti “quel rito” non era affatto né stanco né tampoco ritrito, era soltanto un “memento” al Magistrato monocratico del Tribunale Civile di Palermo di attribuire, secondo corrente colpevolista ad ogni “costo”, all’Aeronautica Militare (e stavolta anche al Ministero dei Trasporti), la responsabilità quanto meno patrimoniale dell’evento «caduta del DC 9 del Presidente dell’ITAVIA Davanzali».
Quel “leitmotiv” che ha occupato per oltre trent’anni le cronache giudiziarie fin dai tempi dell’inchiesta del Giudice Priore, mai giunta a sentenza definitiva, ha fatto ora la sua trionfale ricomparsa il 20 Settembre 2011, esattamente dopo 31 anni e 3 mesi (meno una settimana !) dal fatto, mai investigato seriamente e tecnicamente da veri esperti, se non nel “Libro Bianco” dell’Aeronautica Militare, con la pubblicazione della perizia eseguita da due grandi firme tecniche:- quelle dell’investigatore inglese Frank Taylor, prima della AAIB-UK e poi dell’Università di Cranfield e del noto progettista aeronautico italiano Ingegner Ermanno Mazzocchi, i quali hanno dimostrato con prove inoppugnabili, la vera causa del sinistro del 1980:- un ordigno esplosivo nascosto dietro la tazza della toilette destra in coda all’aereo !
Prove invece ignorate da alcuni dei Tribunali che nel tempo si sono occupati del fatto, i quali hanno invece preferito basarsi su consulenze e su prove contrastate e contestate anche fra gli stessi membri delle Commissioni peritali formate con tanti pretesi nomi altisonanti di cattedratici, ma senza alcun riconosciuto “investigatore di professione”.
La sentenza passata in giudicato del processo penale ai Generali dell’Aeronautica, svoltosi e conclusosi a Roma non molto tempo fa con la loro piena assoluzione, invece, non è stata tenuta in alcun conto dal Giudice monocratico di primo grado di Palermo !
Adesso, il 20 Settembre 2011, due Avvocati di parte civile, si sono affrettati a cantar vittoria per aver ottenuto a favore della propria assistita, congiunta di una delle vittime del disastro del DC 9, la bella sommetta di circa 1 milione e 900mila Euro, caricata sul groppone dello Stato italiano (e quindi di tutti noi contribuenti), attribuendola in parti uguali al Ministero Difesa-Aeronautica e al Dicastero dei Trasporti.
E così via (con somme risarcitorie differenti) per altri 80 casi di congiunti ricorrenti al Tribunale in nome della perdita di familiari, per un totale di oltre 100 milioni di Euro ! Tribunale che, si noti bene (come afferma la sentenza), ha rigettato «le domande [risarcitorie – ndr] proposte nei confronti del Ministero degli Interni e Presidenza del Consiglio»! come il dispositivo ha sentenziato:
"Le spese processuali sostenute dagli attori e dalle parti intervenute nel presente processo, liquidate come dispositivo in forza del principio della soccombenza devono essere poste a carico solidale dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti. In ragione della complessità della vicenda oggetto del presente processo e considerato che, essendosi i convenuti costituiti quale unica parte complessa, la difesa dei convenuti non ha subito alcun aggravio a causa delle domande proposte nei confronti del Ministero degli Interni e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si dichiarano integralmente compensate le spese tra gli attori del procedimento n.12865/07 e i terzi intervenuti in tale processo e il Ministero degli Interni e la Presidenza del Consiglio dei Ministri."
Le motivazioni ? Ah sì, le motivazioni del 10 Settembre 2011, come comunicate dagli Avvocati di parte civile. Scrive il Giudice Paola Proto Pisani:-
«Tutti gli elementi considerati consentono di ritenere provato che l’incidente occorso al DC 9 si sia verificato a causa di un “intercettamento” [sic ! – anziché “intercettazione” – corretto termine tecnico – ndr] realizzato da parte di “due caccia” [!] che, nella parte finale della rotta del DC 9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del DC 9 al fine di non esser rilevato dai radar [!], quale diretta conseguenza dell’esplosione [nella scia del DC 9 ? – ndr] di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto, oppure di una “quasi collisione” [evento sconosciuto negli annali delle investigazioni di incidenti aeronautici, sia civili che militari ! – ndr] verificatasi tra l’aereo nascosto ed il DC9» !
Ah sì, come a dire (ma non si dice !) che Aeronautica Militare e Ministero dei Trasporti dell’epoca non sono stati capaci, rispettivamente, «di difendere “i sacri confini” del Paese», e di «non aver saputo tutelare l’incolumità dei trasporti [DC 9 del Presidente Davanzali] e dei Trasportati», nel caso specifico.
Questa è la conclusione del Tribunale di Palermo, scritta “nelle motivazioni” [testuale del comunicato-stampa, diramato il 21 Settembre – ndr] della sentenza con la quale ha condannato i Ministeri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento dei familiari delle “vittime di Ustica” (sic !)[povera isola, fatta divenire “colpevole” del misfatto !- ndr].
Se questa è una sentenza … ditemi voi !