Suona davvero strano, probabilmente inconcepibile il fallimento di una low cost.
L'universo delle low cost è in allerta, la Spanair è fallita, dal tramonto all'alba l'aerolinea spagnola ha lasciato a terra tutta la flotta e migliaia di passeggeri.
L'Elfaa, l'associazione europea dei vettori no frills, ha predisposto un piano per riproteggere i passeggeri offrendo biglietti scontati. Nella serata di venerdì 27 gennaio, Spanair aveva annunciato la sospensione delle operazioni in seguito a difficoltà finanziarie.
Tutti i collegamenti su Madrid, Barcellona e Canarie sono stati cancellati e circa 22mila passeggeri che avevano prenotato voli della Spanair per il weekend sono rimasti appiedati.
Dopo il fallimento delle trattative per l'acquisizione del 49% da parte della Qatar Airways, senza alcuna disponibilità finanziaria residua anche 2.000 staff di volo e 1.200 di terra sono senza lavoro .
Com'è stato possibile? Non è forse vero che sono le aerolinee low cost a sopravvivere nella estenuante competizione tra vettori regolari e le no frills? Come mai stavolta è accaduto il contrario?
Sono le ex compagnie di bandiera e quelle tradizionali a soccombere, a predisporre piani di riassetto organizzativo, di rete operativa e tanto altro. Per competere devono pianificare a tagli di costi e personale. Non il contrario.
Cosa pensare se non l'improvviso venir meno dei supporti di co - marketing?
Cosa accadrebbe se anche nel Belpaese le low cost, italiane ed europee, non potessero disporre dei flussi costanti, rilevanti e crescenti di co - marketing?
E' uno scenario funesto, almeno per certi versi, ma anche inevitabile.