La trasmissione apparsa su SKY "Linate: una tragedia italiana (National Geographic Channel HD, ha certamente ricostruito (con una durata di circa 59 minuti) la dinamica in quella nebbiosa mattinata dell'8 ottobre di undici anni addietro. Lo scontro tra il Cessna tedesco che attraversava la pista 36 destra dove un MD 87 della Scandinavian Airlines System diretto a Copenaghen non può, tuttavia, essere rubricato solo come una questione di nebbia. Argomentando prevalentemente sulla mancanza del radar di terra.
La catena di errori (involontari e consapevoli), irregolarità, negligenze e di procedure non sono state (seconde Aerohabitat) adeguatamente analizzate ed approfondite.
La ricostruzione in video è assimilabile ad un programma di fiction televisiva. Con quelle modalità, quelle testimonianze, personaggi, narrazione e ritmi finalizzati ad un utente e telespettatore uso ai documentari di Discovery Channel e National Geographic (vedi ad esempio le trasmissioni Ad Alta Quota, con incidenti ricostruiti su report di NTSB e similari).
E' sorprendente, tra l'altro, che la ricostruzione video non abbia trovato commenti presso la stampa specializzata e degli esperti e/o investigatori aeronautici.
La trasmissione sembrerebbe non aver trovato un qualche riscontro dalla stessa ANSV, l'agenzia investigatrice e titolare della relazione/inchiesta tecnica conclusiva dell'incidente.
Nessuna nota critica, nessuna precisazione e/o richiesta di rettificare la ricostruzione proposta da "Linate: una tragedia italiana". Eppure i motivi, le ragioni c'erano, anche sostanziose.
Lo scenario che Aerohabitat propone, anche dopo 11anni, è quello rappresentato nella cronologia di news di “Linate 8 ottobre, l’altra inchiesta”. La dinamica della catena incidentale è stata innescata dalla scelta consapevole dell'equipaggio del Cessna.
Non da un errore involontario.
La pratica del contromano sulla R 6 era ben nota ai piloti.
Se il tempo intercorso tra la piazzola del parcheggio executive al momento dell'impatto in pista è stato di 4 minuti e 38 secondi, quanto tempo avrebbe messo il Cessna per raggiungere il punto attesa alla pista 36 destra?
Bene, questo è il punto cruciale.
Aerohabitat lo ha sempre sostenuto.
Sarebbe bastato, probabilmente:
- avere la piena disponibilità e fruibilità delle 64 piste del RACAL - ICR 64, perciò delle trascrizioni integrali secondo l'analisi di parte; il trasferimento delle registrazioni su supporti magnetici per assicurare l’accesso totale alle registrazioni originali t/b/t e telefoniche riferite alla bobina n.133 del registratore e conseguente trascrizione, ed esame comparato, dei dati radiotelefonici registrati su tutte le piste del nastro originale in aggiunta a quelli relativi alle conversazioni radio intercorse tra i controllori ground - TWR e gli aeromobili in movimento sull’area di manovra dell’aeroporto di Linate (frequenza 121.8 MHz e 118.1 MHz).
- la verifica incontrovertibile dell'autorizzazione relativa alla ubicazione del magazzino bagagli Toboga, sullo scarto tra fase progettuale ed effettiva costruzione. Con riscontri sul rispetto delle leggi - raffronto tra la legge/normative del 1986 - 1988 - 1989 - 1991 - 1994 e attuale legislazione - con il riscontro operativo nei decolli nell'ipotetico sforamento in altezza dell'edificio. Valutando l'urgenza di una integrale demolizione dell'edificio ex smistamento bagagli;
- una comparazione e verifica tra lo scenario delineato dall'investigazione tecnica ufficiale di ANSV, ribadita nelle fasi processuali, con quello proposto da Aerohabitat.
In definitiva una incontrovertibile risoluzione tra l'ipotizzato errore del pilota e una deliberata, consapevole scelta operativa nel rullaggio "contromano" via rullaggio R 6, da parte dell'equipaggio del Cessna.
Una iniziativa procedurale, il "contromano", probabilmente, una prassi, una consuetudine, all'epoca, sopratutto da parte di alcuni piloti. Il principio del ragionevole dubbio sulla piena trasparenza, relativamente ai tre punti soprastanti potrà mai essere garantito?
E' indispensabile riaprire il processo.