Si potrebbe sostenere che l'ENAC esplicita apertamente la sua convinzione sul raddoppio di Fiumicino, con relativo masterplan e cantiere di lavori di medio/lungo periodo mentre tace sul caso del ricorso al TAR contro il potenziamento dello scalo lagunare?
In fondo la questione non è la medesima? Il comune di sedime interessato dall'accordo di programma per il potenziamento dello scalo, sia esso Venezia quanto quello di Fiumicino, avversano, infatti, entrambi il programma dei lavori sottoscritti tra gestore aeroportuale ed ENAC. Il 30 luglio scorso il comune di Fiumicino con una doppia delibera ha prima ribadito la salvaguardia della Riserva del Litorale Romano, quindi sui terreni del Maccarese, la seconda invece una delibera di indirizzo contraria al raddoppio dello scalo della Capitale.
Due contesti e due iniziative politiche amministrative, con lo stesso target: bloccare stravolgimenti del territorio per opere ritenute, comunque, faraoniche e non necessarie. Forse il ricorso al TAR di Venezia ha un valore inferiore, è meno dirompente, della delibera del comune di Fiumicino? Il prossimo autunno, probabilmente, il quadro del confronto tra potenziamenti aeroportuali ed iniziative politiche degli amministratori locali, comitati, media e altro non potrà che estendersi.
Ebbene perché ENAC con il comunicato Stampa n. 58/2013 del 10 agosto ha affermato il seguente quadro degli eventi?
ENAC SULLO SVILUPPO DELL’AEROPORTO DI ROMA FIUMICINO E SULLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI FIUMICINO
"In merito a recenti dichiarazioni del sindaco di Fiumicino, l’Enac ricorda che lo scalo attuale è ormai saturo e che gli investimenti previsti riguardano sostanzialmente l'innalzamento degli standard qualitativi gravemente carenti proprio per il ritardo con cui si è proceduto alla stipula del contratto di programma che ha completato un iter ultra decennale solo nel dicembre scorso.
Ulteriori ripensamenti determinerebbero la congestione del più importante hub nazionale, vera porta verso il traffico mondiale la cui espansione comporta un rapido adeguamento delle infrastrutture aeroportuali del nostro Paese.
Le scelte, approvate dai Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dell'Economia sono state condivise dal Presidente del Consiglio e sono ormai definitive.
Tali scelte, frutto di una rigorosa valutazione tecnica, sono anche dovute alla intensissima urbanizzazione del territorio che non ha lasciato altri spazi se non quelli attualmente previsti dal Contratto di programma e la cui verifica in termini ambientali deve avvenire tenendo conto di tutte le esigenze ma, in primo luogo di quella di non privare il Paese di un forte sviluppo del traffico aereo e di investimenti dell'ordine di dieci miliardi nel trentennio di ulteriore durata della concessione.
Ogni considerazione aggiuntiva non spetta all'Enac, ma al Governo e specialmente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha sempre fin qui condiviso e approvato linee che gli sono state sottoposte nell’ambito dell'autonomia tecnica prevista dalla legge in capo all’Enac, come Autorità unica di regolazione, vigilanza e controllo. Ad Enac compete la responsabilità di vigilare sull'adempimento degli obblighi contrattuali, cosa che farà, come sempre, rigorosamente e imparzialmente".