A quasi 33 anni ecco una sentenza definitiva. La sera del 27 giugno 1980 il Dc9 Itavia con 81 persone è stato colpito da un missile. La sentenza 1871, depositata dalla Terza sezione civile della Suprema Corte, ha respinto i ricorsi del Ministero della Difesa e dei Trasporti avverso al risarcimento dei familiari delle vittime della strage.
La Corte di Cassazione in tal modo, in sede civile, ha confermato la sentenza del tribunale di Palermo con la quale lo Stato viene condannato a risarcire i parenti delle vittime della strage di Ustica.
E' stato ritenuto che:
"è pacifico l'obbligo delle amministrazioni ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli;
"è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile" (Corte di Appello di Palermo nel primo verdetto sui risarcimenti ai familiari delle vittime depositato il 14 giugno 2010);
"l'omissione di una condotta rileva, quale condizione determinativa del processo causale dell'evento dannoso, soltanto quando si tratti di omissione di un comportamento di cautela imposto da una norma giuridica specifica, ovvero da una posizione del soggetto che implichi l'esistenza di particolari obblighi di prevenzione dell'evento";
Una volta dimostrata in giudizio la sussistenza dell'obbligo di osservare la regola cautelare omessa (il controllo dei cieli, ndr) ed una volta appurato che l'evento appartiene al novero di quelli che la norma mirava ad evitare attraverso il comportamento richiesto, non rileva, ai fini dell'esonero dalla responsabilità, che il soggetto tenuto a detta osservanza abbia provato la non conoscenza in concreto dell'esistenza del pericolo";
non è in dubbio che le Amministrazioni avessero l'obbligo di garantire la sicurezza dei voli";
La Suprema Corte ha accolto, in sostanza, la richiesta dei familiari di tre vittime al fine di valutare l'ipotesi di un risarcimento superiore al milione e 240mila euro complessivamente liquidato ai familiari.
Secondo i giudici, in sostanza, il risarcimento deve avvenire per "non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli".
Perciò ecco che Ustica e quel muro di gomma trentennale viene intaccato. Tra segreti di stato ed enigmi ma senza alcun mistero. Tra silenzi e ostacoli e le amarezze dinnanzi a indagini e processi nel tentativo di identificare i responsabili materiali e non.
Bomba o missile? Ma la decisione tra le due storiche ipotesi è stata, tuttavia, risolta dalla Cassazione solo con la seguente annotazione:
"È abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile" accolta dalla Corte di Appello di Palermo a fondamento delle prime richieste risarcitorie contro lo Stato presentate dai familiari di tre vittime della strage di Ustica".
Basterà? Non ne siamo convinti, probabilmente solo la rimozione del segreto di stato potrà agevolare una piena trasparenze sugli eventi di quella tragica serata di guerra.
Solo allora si potrà realmente superare lo status di Cold Case e rubricare l'incidente tra i CLOSED CASE.