giovedì 24 ottobre 2013 06:02 Età: 11 yrs

Ustica Cold Case: senza fine. La Cassazione conferma il depistaggio

Categoria: Safety Security , Archivio, Dossier, Incidenti aerei, Aerolinee, Piani di rischio, Aviation topics, "Cold Case"

 

Tra disinformazione e depistaggio, tra bomba e missile, l'equazione incidenti aerei e investigazioni è sempre in primo piano

Per la Cassazione nel disastro aereo di Ustica del 1980 si deve parlare di "depistaggio". Dopo  che il verdetto della corte di appello di Roma aveva negato il  risarcimento dei danni ecco ora la sentenza della Cassazione che lo riafferma.  Le figlie di Davanzali, amministratore della compagnia Itavia, fallita in seguito agli eventi successivi all'esplosione del DC 9, possono in tal modo avviare una causa civile.

Con la sentenza 23933 , la Cassazione conferma l'urgenza di verificare quale conseguenza, quale effetto possono aver determinato i "depistaggi" nel fallimento della stessa Itavia. Il  "discredito commerciale" innescato e dalle procedure di "provvedimenti cautelari" conseguente all'ipotesi incidentale evidenziata nell'immediato: la causa tecnica. Ovvero l'attribuzione dell'incidente al cedimento strutturale della fusoliera e/o di una sua parte .

I media commentano e rilanciano l'ipotesi di depistaggio, si parla sempre di missile anche se lo scenario di bomba a bordo mantiene, almeno in certi ambiti tecno-istituzionali, viene confermato.

L'analisi del disastro aereo di Ustica sembra pendolare tra bomba o a bordo (Frank Taylor e altri) e il missile lanciato da un qualche caccia in attesa sui cieli del basso Tirreno.

Ma esiste un dualismo altrettanto difficile da scardinare. Scaturisce tra operazioni di disinformazione e depistaggio.  Probabilmente alimentate da un giornalismo di servizio. Il singolo lettore trova difficoltà, si scontra con innegabili ed inevitabile incertezza nel districarsi tra le dinamiche incidentali e i "rumors" e l'opacità informativi degli organismi ufficiali. Governi e delegati hanno alimentato e gonfiato quel muro di gomma, quel polverone che, impedisce, ancora oggi una efficace trasparenza dei reali avvenimenti di quella serata.

L'operato delle Commissioni Tecniche, domestiche ed internazionali, il ruolo degli esperti si sono sviluppate tra segreti di stato, omertà, lobbies, disinformazione e depistaggi.

La nuova sentenza della Cassazione tuttavia inquadra il ruolo, la responsabilità di Aldo Davanzali CEO dell'Itavia. Anche se il riferimento sulla causa della tragedia richiama l'ipotesi del missile  (questione a questo punto - a nostro avviso -  ed in questo contesto, paradossalmente non è rilevante) identifica  le responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti nel fallimento dell'Itavia.

I giudici della Cassazione hanno riconosciuto il danno procurato ad Aldo Davanzali, non solo alla sua compagnia aerea.

L'apertura di un processo civile per il risarcimento danni al titolare dell'Itavia, a 33 anni dalla tragedia,  rimarca ancora una volta l'equazione - tutta italiana - tra incidenti aerei e investigazioni tecniche e processi giudiziari. Il perpetuo rimpallo tra disinformazione e depistaggio. Deliberato e inconsapevole: che, probabilmente, è risultato quello delle redazioni dei media e degli uffici stampa aziendali e istituzionali.

Ustica 1980 è, inevitabilmente, ancora un Cold Case italiano.