Quella che ha riguardato i comuni di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno, municipi di sedime aeroportuale di Malpensa, era stato avviata ancora nel 2001.
All'epoca l'operazione che in massima parte ha riguardato la frazione Case Nuove ha interessato 289 caseggiati. Di questi 277 erano occupati da cittadini residenti mentre i restanti 12 risultavano edifici non residenziali ed il costo sostenuto è stato pari a 88.2 milioni di euro.
Nel corso del secondo bando per la delocalizzazione del 2007 l'operazione si è estesa ad ulteriori 266 unità abitativa delle quali 257 residenziali e 9 di altro genere per una somma ulteriori pari a 91 milioni di euro.
Dopo aver quasi completato la delocalizzazione degli abitanti - un esiguo numero di cittadini novantenni ha manifestato l'esigenza di non abbandonare le case di proprietà proseguendo la loro esistenza nonostante il vasto e costante effetto collaterale aeroportuale - si attendono ancora le ruspe.
A questa somma dovrà essere aggiunta quella stanziata ancora una volta dalla Regione Lombardia, pari a quattro (iniziali?) milioni di euro per la demolizione di tutti i caseggiati.
Probabilmente la fase successive di bonifica dei terreni, suolo e sottosuolo, andrà ancora a gravare sulla stessa Regione Lombardia,, prima della nuova destinazione d'uso.
Sarà speculativa?
Questo quadro dei costi potrebbe costituire uno standard delle spese che anche altri scali del BelPaese dovranno sostenere per salvaguardare la qualità di vita dei cittadini che risiedono a ridosso dei recinti aeroportuali? Dopo i 44 caseggiati confinanti con il parcheggio aeromobili del Galileo Galilei di Pisa a chi toccherà?