Il futuro dei due scali toscani di Pisa e di Firenze attraverso la cessione di parte delle azioni delle due società aeroportuali SAT e ADF sta predisponendo scenari futuri. Con la seguente nota la Regione Toscana sostiene:
"In vista dell'obiettivo principale, cioè l'integrazione del sistema aeroportuale toscano, la Regione Toscana si rende disponibile ad autorizzare la vendita delle azioni nelle società aeroportuali: è questo in sintesi il contenuto della proposta di delibera che la Giunta Regionale ha approvato nella sua ultima seduta per sottoporla al Consiglio Regionale. La delibera trova la sua natura nel recente lancio delle due Opa, Offerte pubbliche di acquisto, sui due aeroporti. Questo nuovo scenario ha indotto la Regione a valutare se l'ipotesi di vendita delle azioni possa essere utile a rafforzare l'obiettivo principale e cioè l'integrazione del sistema aeroportuale toscano ai fini della qualificazione e dello sviluppo degli aeroporti di Pisa e Firenze.
La delibera autorizzerebbe la Giunta alla vendita delle azioni detenute, tutte o in parte, vendita attuabile, si legge nel testo, "anche tramite l'eventuale adesione a una o entrambe le Opa". L'ipotesi di vendita si potrà realizzare solo se permetterà di raggiungere gli obiettivi prefissati. Nella stessa delibera si circostanziano infatti chiaramente le indicazioni cui la giunta dovrebbe attenersi ai fini della eventuale vendita. E sono sostanzialmente due: la congruità del prezzo e le garanzie del perseguimento dell'integrazione. Quest'ultima condizione dovrebbe essere verificata sia attraverso gli elementi forniti dall'offerente, sia attraverso il mantenimento di una quota societaria. Le quote attualmente detenute dalla Regione Toscana sono del 16,899% per la società dell'aeroporto Galilei, e del 5,008% per la società che gestisce il Vespucci".
Ma quali sono i possibili investitori e, in prospettiva magari coinvolti in una di acquisizione di maggioranza delle quote del "Galilei" e "Vespucci"? La Regione immagina finanziamenti privati per circa 100 milioni ma all'orizzonte non ci sono alternative alla proposta Eurnekian e, probabilmente, l'impegno delle amministrazioni pubbliche territoriali non potranno che continuare il decennale finanziamento.
Gli investitori non sembrano, infatti, intenzionati ad andare oltre alle spese per comprare le azioni delle società aeroportuali.
Gli eventuali obiettivi di potenziamento dei due scali non potranno quindi eludere dalla prosecuzione delle attuali politiche di co-marketing con le aerolinee, che non potranno che essere ancora a carico dei soggetti attualmente impegnati a sostenere tali costi.
Uno scenario che, purtroppo sembrerebbe riproporre una realtà consolidata. Privatizzare le società aeroportuali, e quindi eventuali redditività, ma proseguire nella sistematica politica di socializzare i costi di sostegno alla rete operativa delle destinazioni e delle frequenze dei voli.
Una realtà che accomuna troppi aeroporti del Belpaese: probabilmente sia di quelli gestiti da esercenti aeroportuali privatizzati quanto di quelli ancora pubblici.