Le documentazioni relative al Piano Nazionale Aeroporti sono precise. Lo scalo di Ronchi dei Legionari nel bacino del traffico del Nordest è considerato d'interesse con Verona e Treviso, mentre il ruolo strategico è assegnato a Venezia-Tessera. Negli ultimi 10anni il bacino del nordest è passato "da 9 a 15 milioni di passeggeri, con un tasso di crescita annuo pari al 6,6%, con forte prevalenza del sistema Venezia-Treviso. Il traffico è prevalentemente internazionale, con rotte verso le principali città europee e una rilevante offerta di voli verso i Paesi dell’Europa orientale, che confermano la vocazione del Nord Est come porta di ingresso all’Italia dai Paesi dell’Est."
Sono state delineate anche le prospettive di sviluppo con stime al 2030 di circa 24 milioni di passeggeri/anno. Tutto qui?
Quale ruolo è stato assegnato all’aeroporto di Ronchi dei Legionari quando lo stesso Piano Aeroporti identifica per lo scalo Isontino Trieste "un ruolo di complementarietà con il sistema Venezia-Treviso".
Al 2030 per Ronchi dei Legionari si prospettano 1.8 milioni di passeggeri/anno (minimo 1.3 e massimo 2.2): il grosso del traffico sarà invece ripartito sui restanti tre scali del NordEst.
Sono davvero prospettive qualificanti per lo scalo del FVG che deve rifinanziare la società aeroportuale del deficit 2014 (1.25 milioni di euro) e stanziare almeno 7.5 milioni di euro per il rifacimento della pista
Il Piano Aeroporti impone anche la realizzazione "dei collegamenti su ferro per gli scali aeroportuali" anche per Ronchi dei Legionari.
La programmazione in sintesi - a quanto riportano i media - contempla l'adeguamento delle infrastrutture di volo 2011- 2015, quindi il potenziamento e ampliamento piazzali aeromobili 2014-2020, il nuovo parcheggio 2020-2025, l'acquisizione aree per estensione e prolungamento raccordo S e aree limitrofe 2020 2025. Deve inoltre investire sull'intermodalità con il Polo intermodale - stazione 2012-2020, il terminal bus e parcheggi 2012-2015. Un conto di almeno 20 milioni di euro.
Il Piano Nazionale Aeroporti avrebbe stimato quindi un aumento di traffico che nel migliore delle previsioni triplica i passeggeri nei prossimi 15 anni. Nella peggiore ipotesi invece sommare solo 500mila passeggeri ai volumi del 2014. Traguardi che potrebbero risultare invece del tutto "agevoli". Scalare, raddoppiando e triplicando i volumi di traffico per aeroporti con flussi di traffico inferiore al milione di passeggeri/anno sono risultati raggiungibili comodamente per l'area del FVG e dell'Isontino quando concorrenziali con aeroporti limitrofi localizzati nel medesimo bacino di traffico.
La Regione FVG è dinanzi ad una prospettiva decisionale strategica: sottoscrivere un accordo con la SAVE di Venezia Tessera in ossequio al Piano Nazionale Aeroporti o accollarsi politiche d'indipendenza e/o di compartecipazione con gestori aeroportuali internazionali quali la Fraport tedesca e la BAA inglese.
Rimane decisiva la questione dei costi del rilancio-adeguamento infrastrutturale. A chi spettano?
Senza contare l'indispensabilità di garantire "robusti" finanziamenti agli accordi di co-marketing con le aerolinee low cost e, probabilmente, con formule equivalenti con i vettori "tradizionali".