giovedì 12 febbraio 2015 06:39 Età: 10 yrs

Aeroporti di Firenze e Pisa, una fusione anomala! Per la UE sicuramente.

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Due aeroporti troppo vicini: 80 kn. Stesso bacino di traffico con doppi costi infrastrutturali

Il Piano Aeroporti ha designato l'asse strategico dei due scali toscani identificando uno specifico bacino di traffico quello del Centro Nord. Che tuttavia allarga il ruolo di strategico anche allo scalo di Bologna. Un'anomalia del criterio che il Piano nazionale Aeroporti - ancora, tuttavia, da promulgare - che accoppia di due aeroporti toscani.

Se i restanti nove bacini d’utenza. gravitano su due scali considerati strategici - in aggiunta al Leonardo da Vinci, Milano Malpensa, Venezia, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari - in corrispondenza con le restanti nove aree di traffico omogenei: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro Italia, Campania, Mediterraneo-Adriatico, Calabria, Sicilia orientale, Sicilia occidentale e Sardegna, ha identificato un aeroporto strategico con l’unica eccezione del bacino Centro Nord che invece ne ha due (Pisa/Firenze e Bologna).

Se il Ministero ai Trasporti ed alla Infrastrutture sostiene l'iniziativa e se il "Presidente dell’ENAC Vito Riggio esprime soddisfazione - nota un comunicato dell'ENAC - per il processo che ha portato alla fusione della società di gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze, che realizza la previsione del piano degli aeroporti predisposto da ENAC già nel 2010 ed oggi riformulato intelligentemente dal Ministro Lupi, ormai in dirittura di arrivo dopo il parere della Conferenza Stato-Regione. Si complimenta con le due società. Il Presidente Riggio desidera esprimere vivo apprezzamento nei confronti del Presidente della Regione Enrico Rossi al quale si deve l’originaria intuizione di costituire il polo della Toscana, destinato a divenire il terzo polo aeroportuale italiano con una previsione a breve di 11milioni di passeggeri e con rilevante investimento per circa 500 milioni già avviato con i finanziamenti della delocalizzazione dell’edilizia abitativa di Pisa e che proseguirà con il prossimo piano di sviluppo di entrambi gli aeroporti. L’ENAC auspica che si realizzi un analogo disegno anche per gli altri poli aeroportuali individuati nel piano a partire dalla privatizzazione e fusione attorno agli aeroporti strategici come Palermo e Catania, Venezia Trevisio e Verona, Bergamo Brescia, Torino", perché allora esprimere perplessità su questa operazione?

La tanto attesa e ancora rinviata - nonostante reiterate conferenze stampa interlocutorie in materia - operazione Piano Nazionale Aeroporti non sembrerebbe in sintonia con le disposizioni/direttive della UE.

La normativa europea a riguardo è, infatti, oltremodo precisa e trasparente nell'identificazione delle infrastrutture aeroportuali:

"Gli aeroporti sono conformi ad almeno uno dei seguenti criteri:

a) per gli aeroporti adibiti al traffico passeggeri il volume totale annuo del traffico passeggeri è almeno pari allo 0,1 % del volume totale annuo del traffico passeggeri di tutti gli aeroporti dell'Unione, a meno che l'aeroporto in questione si trovi fuori da un raggio di 100 km dall'aeroporto più vicino appartenente alla rete globale o fuori da un raggio di 200 km se la regione nella quale è situato è dotata di una rete ferroviaria ad alta velocità;.

b) per gli aeroporti adibiti al traffico merci il volume totale annuo del traffico merci è almeno pari allo 0,2 % del volume totale annuo del traffico merci di tutti gli aeroporti dell'Unione.

Il volume totale annuo del traffico passeggeri e il volume totale annuo di merci si basano sulla media triennale disponibile più recente pubblicata da Eurostastat." Due aeroporti sono troppi, basta uno.