Per il TAR sarà l'Alitalia a raccogliere i rottami ancora localizzati nella zona dell'impatto sui monti Sarroch. Era
il 14 settembre 1979 sui monti di Sarroch quando il volo MB-PT 012 con 27 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio mentre operava sulla tratta Alghero-Fertilia e Cagliari-Elmas - con un DC-9 immatricolato I-ATJC, alle 00:47 locali - si è schiantato sul un costone roccioso a circa 600 m sul livello del mare mentre era impegnato nella fase di avvicinamento alla pista.
I media hanno ripreso la notizia per un semplice motivo: i giudici della prima sezione del Tar hanno dato ragione al Comune di Sarroch e alla Prefettura che avevano emanato l'ordinanza di pulizia dei resti del velivolo il 15 luglio 2013. In tal modo è stato quindi respinto il ricorso della compagnia.
L'Alitalia, società che controllava l'ATI dovrà quindi assumersi il costo della rimozione.
La estenuante vicenda del recupero e della rimozione de rottami ha finalmente fine.
A 35 anni dall'incidente una dettagliata ricostruzione degli eventi è disponibile sul sito dc9.sardiniaimage.it con l'intestazione "DC9 - IL DISASTRO AEREO DI CAPOTERRA".
Presentiamo a riguardo un breve stralcio del testo on line - altra documentazione, con video, immagini ed altro è disponibile.
"Il 14 settembre 1979 un Dc9 partito da Alghero e diretto a Cagliari precipita sui monti tra Capoterra e Sarroch. Nello schianto sulla vetta che domina il Golfo degli Angeli muoiono tutti i 27 passeggeri e i 4 uomini dell'equipaggio. E' la più grave sciagura dell'aria avvenuta in Sardegna.
Sul monte Conca d'Oru, a 600 metri di quota, ai piedi della croce e della lapide che ricordano la sciagura, sono disseminati i resti dell'aereo: ali, motori, carrelli, timone di coda e le fiancate della carlinga sono dispersi tra alberi e nude rocce. Acciaio e alluminio che non presentano segni di ruggine e dove le vernici originarie conservano sigle e colori. Sono un monumento a cielo aperto che è meta ancora oggi di un continuo pellegrinaggio. Il luogo è di una selvaggia bellezza che invita alla serenità e alla riflessione.
Dolore, partecipazione e semplice curiosità spingono centinaia di persone a percorrere l'impervio sentiero che porta alla cima per deporre un fiore o recitare una preghiera sui resti dell'aereo. Non mancano i writer e le scritte con le bombolette spray, ma questo è un segno dei tempi, un esibizionismo infantile che accomuna i rottami del Dc9 a tutti i monumenti del pianeta.
La pietà popolare ben conosce questo cimitero che conserva i segni di una sciagura dove sono morte 31 persone. Sarebbe tempo che anche gli amministratori pubblici prendano coscienza di questa realtà e dedichino questo sacrario a tutte le vittime degli incidenti aerei."