In realtà l'applicabilità dell'articolo 715 del Codice di Navigazione ha previsto che ENAC identifichi nel dettaglio gli aeroporti da sottoporre alla valutazione del rischio (altro è invece la definizione delle zone A-B-C-D relative al rischio di incidente aereo). Ma quale sia la lista delle piste interessate non lo sappiamo.
La regolamentazione a riguardo appare circostanziata, occorrerebbe riferirsi ai due seguenti punti:
- volume di traffico di 50.000 movimenti/anno (attuale o previsto nel Piano di Sviluppo Aeroportuale)
- ubicazione in tessuti urbani sensibili e fortemente urbanizzati nelle vicinanze aeroportuali.
Ebbene, quali sono le piste localizzate in prossimità di "tessuti urbani sensibili e fortemente urbanizzati"?
Forse Treviso-Canova, Roma-Ciampino, Linate-Milano, Bergamo-Orio al Serio, Napoli Capodichino, Pisa, Peretola attuale e quella con 2400 metri e pista 12-30, Torino-Caselle, Verona Catullo e alcune altre?
E' una questione che la stessa ENAC potrebbe risolvere presentando l'elenco delle piste affossate in centri cittadini e agglomerati urbani ad alto rischio.
Come si rileva, infatti, "in particolare la nuova versione dell’articolo 715 prevede: Valutazione di rischio delle attività aeronautiche “Al fine di ridurre il rischio derivante dalle attività aeronautiche per le comunità presenti sul territorio limitrofo agli aeroporti, l’ENAC individua gli aeroporti per i quali effettuare la valutazione dell’impatto di rischio".
Il modello matematico che dovrebbe definire il "rischio terzi" dovrebbe essere reso trasparente e sottoposto alle osservazione della VIA e della VAS, illustrando il dettaglio dei tre sottomodelli: - modello probabilistico degli incidenti, - modello di localizzazione degli incidenti, - modello per le conseguenze degli incidenti. Perchè non viene svolto?
E' noto, i livelli di rischio devono essere calcolati con una "rappresentazione grafica dei risultati riportando sulla planimetria dell’intorno aeroportuale le curve di isorischio caratterizzate dai valori di 1x10-4 ,1x10-5, 1x10-6. L’Applicazione del modello fornisce quindi una serie di curve di isorischio che vengono riportate sulla base cartografica rappresentante il territorio in cui è inserito l’aeroporto oggetto di studio".
Il Piano Nazionale Aeroporti, con masterplan a 20-30 anni, comunque, inquadra volumi di traffico che - con una policy pro-active - e prelude ad una rischio terzi sulla totalità delle piste di volo del Belpaese. Senza trascurare le piste militari "cittadine".