Insomma dopo l'adozione del Piano di Rischio Aeroportuale, ai sensi del D.Lgs. 9 maggio 2005 n. 96, come modificato dal D.Lgs. 15 marzo 2006 n. 151 e secondo il regolamento dell’E.N.A.C. per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti del 30.01.2008 integrato con l'Emendamento 7 del 20.10.2011,Cioè quanti cittadini abitano in deroga?, quanti sono i cittadini che vi abitano?
Probabilmente ENAC, nella quasi totalità delle piste civili-commerciali del Belpaese, nella classificazione adottata, perciò dalle piste strategiche a quelle minori e regionali ha trasmesso il suo parere. Tra i 24 aeroporti principali e i 18 di servizio ed ai restanti, ENAC ha deliberato il parere favorevole alle deliberazioni che i Comuni aeroportuali interessati hanno adottato per il Piani di Rischio per incidente aereo.
Probabilmente ENAC ha rilevato la "generale condivisione delle valutazioni relative al carico antropico previsto nell’area interessata dall’impronta del Piano di Rischio e della conseguente modifica degli strumenti urbanistici vigenti ad eccezione di quanto riguarda la “Norma Generale” dell’art. 9 quater delle NTA”.
Quello che occorre porre è quindi "la verifica dei livelli di carico antropico dichiarato sia in fase di autorizzazione che di realizzazione delle opere.”
Se quindi il comma 5 dell’art. 707 del succitato Codice della Navigazione prevede che: “Nelle direzioni di atterraggio e decollo possono essere autorizzate opere o attività compatibili con gli appositi piani di rischio, che i comuni territorialmente competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive regionali, nel rispetto del regolamento dell’ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti”, quante sono le abitazioni, le residenze, gli ospedali, le scuole, autostrade o viabilità intense, le chiese e le restanti dimore ritenute "sensibili" che - edificate prima del "Regolamento ENAC" - sono - comunque localizzate e dove risiedono cittadini, operano attività sociali, sportive e industriali. Con una varietà di destinazione 'uso delle residenze private e degli impianti pubblici.
In sostanza il Piano di Rischio "Aeronautico" fatte salve tutte le situazioni esistenti o in corso di svolgimento al momento della sua approvazione è stato deliberato dai Comuni e confermato da ENAC.
Ovvero le aree pur ricadenti nelle norme nazionali relative allo stesso piano di rischio aeroportuale previsto dall'art. 707 del Codice della Navigazione non sono state liberate e le residenze identificate "delocalizzate" e/o sottoposte a limitazioni, vincoli o altro a tutela dei livelli di sicurezza delle operazioni di volo da un lato e a salvaguardia "del rischio terzi" in genere per la popolazione residente, insediata e/o di passaggio o transito. A quanto ammonta il cosiddetto "carico antropico" per ciascun aeroporto relativamente alle zone A, B, C e D. E cumulativamente per tutti e 24 scali aerei principali e i 18 scali di servizio?
Nelle tante piste di aeroporti e aerobasi italiane affossate da urbanizzazioni e viabilità intense, quali Linate, Verona Catullo, Treviso, Bergamo Orio al Serio, Ciampino, Torino Caselle, Firenze Peretola, Pisa Galileo Galilei, Fiumicino, Malpensa, Napoli Capodichino ....e tanti altri quanti sono i cittadini insediati nella zone A, B, C e D? Probabilmente anche i cittadini stessi sarebbero interessati a saperlo!
Aerohabitat aveva posto questa stessa considerazione il 13 ottobre 2011 con la seguente news:
"Rimini, un aeroporto tra la riviera Adriatica, Autostrada e centri commerciali
Ancora una volta emerge l'equazione tra aeroporto impatto ambientale e rischio.
Il destino di Forlì e Rimini, come scali aeroportuali appare davvero vertiginoso. Se il Ridolfi di Forlì nei primi otto mesi del 2011 registra un calo di - 34.6% dei voli (pari a 3.502 movimenti) e - 41.7% dei passeggeri (pari a 250.771 unità), Rimini ribalta e impenna di dati del traffico.
Con 7.870 il Federico Fellini di Rimini voli registra un incremento del 17.4%, i passeggeri con 603.154 segnalano un + 62.6%.
La svolta delle due politiche aeroportuali, di potenziamento dei voli sulla costa Adriatica e una riduzione, impensabile pochi anni addietro, al Ridolfi potrebbe apparire inspiegabile.
Ma è così! Basta localizzare accordi con un qualche vettore e dismettere con un altro e il risultato è scontato. Basta così poco per disintegrare e rilanciare una infrastruttura aeroportuale localizzata in una medesima Regione? A pochi chilometri di distanza?
Ma, almeno al momento, la nostra analisi concerne esclusivamente alcune valutazioni e criticità associate all'infrastruttura aeroportuale di Rimini: designata a traguardi di traffico prestigiosi.
Voli charter per l'est e low cost rappresentano la quasi totalità dei voli dallo scalo della Riviera Romagnola e l'accordo che Aeradria, gestore dell’aeroporto, ha sottoscritto con la compagnia Wind Jet hanno determinato la nuova era. Gli accordi di co marketing con Windjet e Ryanair sarebbero risultati decisivi.
Ma è la localizzazione dell'infrastruttura destinata al rapido e progressivo potenziamento dei volo a porre alcuni interrogativi. Trascurando al momento le considerazioni con l'impatto atmosferico ed acustico generato dai voli è la questione del piano di rischio aeronautico ad imporsi.
Il Comune di Riccione, Provincia di Rimini, ha deliberato nel novembre 2010 il Piano di Rischio nel quale si evidenzia come le attività sensibili e/o non compatibili risulterebbero le seguenti:
- 2 alberghi dei quali 1 insediato in zona tutela A e 1 in zona tutela C,
- 4 scuole di vari gradi, delle quali 1 in zona B e 3 in zona C,
- 2 delle quali 1 in zona b e 1 in zona C,
- 3 distributori di carburante dei quali 2 in zona B e 1 in zona C,
- 8 attrezzature sportive pubbliche e private, tra le quali il centro sportivo comunale comprendente più strutture. Di queste attrezzature 1 (pista per go-kart) ricade nella zona di tutela A, 6 (compreso il centro sportivo comunale) ricadono nella zona B, 1 nella zona C,
- 1 area adibita a mercato settimanale all'aperto in zona C,
- 3 sedi i servizi amministrativi: 1 in zona B e 2 in zona C.
Gli abitanti potenziali all'agosto 2010 nelle zone previste dal Piano di Rischio - secondo il documento del Comune di Riccione - sarebbero i seguenti:
Zona A - 1.339 abitanti
Zona B - 8.300 abitanti
Zona C - 8.568 abitanti per un totale di 18.207.
Navigando su Goggle Earth, oltre il fine pista sud dello scalo riminese, inoltre, sono identificabili una serie di centri commerciali.
A riguardo è innegabile porre una domanda: quali valutazioni hanno svolto a riguardo ENAC e Ministero dell'Ambiente in relazione alla VIA, alla VAS e all'eventuale Risk management system?
Per concludere occorre anche interrogarsi sulla portata territoriale e sulle relative esposizioni del rischio su altre piste del BelPaese. In modo particolare di quelle affossate tra intense viabilità, vaste edificazioni, pubbliche e private. Case isolate, ospedali e tanto altro.
E riflettere sulle misure da varare per mettere in sicurezza i cittadini in relazione al progressivo potenziamento dei voli, di quello avvenuto in questi ultimi anni e di quello stimato in futuro".