Il Boeing della Flydubai FZ 891 era decollato da Dubai con destinazione Rostov in Russia con 55 passeggeri e sette membri di equipaggio e lo schianto a terra - in prossimità della pista, a circa 250 metri - è avvenuto nelle prime ore di sabato 20 marzo.
Le condizioni meteo erano caratterizzate da pioggie-neve rovesci e nuvole basse e veloci, bassa visibilità e vento a raffiche e dopo tre atterraggi il Boeing 737 - immatricolato A6-FDN con cinque anni di servizio - aveva riattaccato per posizionarsi in attesa di miglioramenti meteo - peraltro non previste.
Dopo il primo tentativo di atterraggio sulla pista 22 intorno alle 01:41 locali (22:41Z) il Boeing è rimasto in attesa ad una quota di 8000 piedi, dopo 30 minuti ha raggiunto la quota FL 150 e dopo ben due ore di attesa complessive ha iniziato un nuovo avvicinamento per atterraggio sulla stessa pista 22.
Il vento era da 240° con velocità a raffica tra 27- 44 nodi quando l'equipaggio segnalava una nuova riattaccata alle ore 03:43 locali (00:43Z) e con un'ala toccava terra e si schiantava tra le fiamme.
Quali le cause? Quali le considerazioni hanno portato i piloti a prolungare l'attesa per quasi 2 ore e 30 senza valutare adeguatamente il dirottamento in uno scalo alternato come avevano, nel frattempo, fatto altri velivoli?
Nell'impatto l'aeromobile si è disintegrato e l'agenzia Russa di investigazione MAK (Interstate Aviation Committee, Accident Investigation Board) dopo aver recuperato le scatole nere - seriamente danneggiate - sta valutando la loro funzionalità-attendibilità.
Determinanti, infatti, risulteranno le conversazioni intercorse tra i due piloti e le ragioni per le quali hanno "atteso" tanto a lungo prima del secondo avvicinamento e/o di operare verso una pista alternata. L'ipotesi che - per qualche motivazione inadeguata professionale-operativa-culturale - l'equipaggio abbia consumato il "carburante" per raggiungere uno scalo alternato potrebbe aver determinato una situazione procedurale "estrema". Quali sono le implicazioni delle "airline policy"?