martedì 08 novembre 2016 05:36 Età: 8 yrs

Aeroporto di Pisa e quei decolli sulla città!

Categoria: Aeroporti, Aerobasi, Pisa, Archivio, Dossier, Incidenti aerei, Piani di rischio, Std ICAO ENAC, Comitati , Flotta militare

 

Il piano di rischio e il risk assessment riguardano il totale dei voli civili e militari?

Comune Pisa Relazione 2012 - Siti sensibili

Nel rapporto ENAC 2015 lo scalo pisano ha registrato 39.911 trasportando poco più di 4.8 milioni di passeggeri collocandosi, in entrambe le classifiche all'undicesimo posto degli aeroporti del Belpaese.

La caratteristiche peculiare di questo scalo è di essere anche una aerobase militare: sede del 46° Brigata Aerea della Aeronautica Militare Italiana (AMI).

"La 46ª Brigata Aerea è operativa 365 giorni l'anno 24 ore il giorno e impiega i suoi uomini e i suoi velivoli in ogni parte del mondo in molteplici attività di istituto - riporta il web dell'AMI - attualmente la Brigata è strutturata su tre Gruppi di Volo: il 2° e il 50° su C-130J e C-130J-30 (versione allungata) ed il 98° su C-27J". La Relazione Tecnica - disponibile on line sul sito del Comune di Pisa - del Piano di Rischio Aeroporto approvato da ENAC (all.1), datato febbraio 2012, tuttavia non sembrerebbe specificare se l'analisi e l'adozione delle aree soggette ai vincoli derivanti dall’art. 707 e dall'art. 715 cumula entrambe le attività di volo. Ai voli civili-commerciali - riportate nelle note soprastanti - somma in sostanza anche quelli dell'attività militare di cui Aerohabitat non ha - al momento - notizie.

Il volume di traffico aereo complessivo quindi potrebbe collocare l'aerobase di S. Giusto, Galileo Galilei tra gli scali più trafficati della Penisola.

Queste considerazioni assumono quindi una significativa rilevanza, conseguente alla localizzazione della pista prevalente di decollo che obbliga traiettorie di costante sorvola dell'adiacente Città di Pisa. In asse con la pista verso nord ed anche sui quartieri meridionali della città, persistono aree densamente edificati e popolate.

Ecco quindi che il Codice della Navigazione, introducendo la valutazione del rischio derivante dalle attività aeronautiche (art. 707 e 715) - con l'adozione di un modello di calcolo e una mappatura del rischio - applicabile agli aeroporti italiani (e le aerobasi congiunte) ENAC ha sviluppato l’applicazione dei fattori di rischio indispensabili per

definiti ai fini la pianificazione urbanistica, producendo: vincoli e curve di isorischio.

La Relazione analizzata riporta, infatti,: “Attuazione dell’art. 715 del Codice della Navigazione – Definizione della metodologia e della policy di attuazione del risk assessment”, contenente le misure di tutela della aree limitrofe agli aeroporti. II capo III del Codice introduce vincoli sulle proprietà private nelle aree limitrofe agli aeroporti e l’art. 707 prevede, in particolare, l’adozione di Piani di Rischio con lo scopo di “rafforzare, tramite un finalizzato governo del territorio, i livelli di tutela nelle aree limitrofe agli aeroporti”.

Il Codice, circa i Piani di rischio, si limita a vincolare, nelle direzioni di atterraggio e decollo, l’autorizzazione di opere o attività con riferimento alla loro compatibilità con gli “appositi piani di rischio” (art.707). Il “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti”, e specificamente il Capitolo 9, paragrafo 6, fornisce gli indirizzi per la redazione dei Piani. Al riguardo, ENAC ha elaborato una specifica circolare, il cui contenuto è stato sottoposto a consultazione con gli enti locali interessati, finalizzata alla definizione di criteri ed indicazioni utili ai comuni per la redazione dei piani di rischio. In particolare la circolare fissa i contenuti minimi dei piani di rischio e raccomanda che, nella loro redazione, sia posta particolare attenzione alle attività sensibili, quali “insediamenti ad elevato affollamento” (alberghi, centri commerciali, stadi, ecc.) e nuove edificazioni che, se coinvolte in un incidente, possono creare pericolo di incendio o amplificazione del danno (distributori di carburante, depositi di sostanze infiammabili, industrie chimiche, insediamenti consistenti)."

E' un contesto di analisi e di pianificazione del territorio nel quale diventa indispensabile conoscere per quale volume di traffico è stato modelizzato il "rischio" sullo scalo pisano, ma non solo riguardo il computo dei voli militari. La Relazione esaminata e datata 2012, probabilmente, è stata valutata con il traffico delle annate precedenti. Nel 2009-2010 il volume di voli era intorno a 36mila voli anno: quasi il 10% inferiore ai voli del 2015.

Ecco quindi una ragione suppletiva per una revisione e aggiornamento dello stessa valutazione del rischio derivante dalle attività aeronautiche (art. 707 e 715), associate alle zone del rischio incidente aereo e al risk assessment o rischio terzi. Alla quale stavolta occorrerà associare - in totale trasparenza - i voli militari aggiornati al traffico 2015. Certo che il il computo e la proiezione di tali valutazioni ai volumi di traffico del Masterplan 2014-2028 eviterebbe, peraltro ulteriori aggiornamenti futuri. Assicurando al territorio e alla popolazioni essenziali misure di vincoli e tutele. I livelli aggregati e comparati di isorischio potrebbero anche prefigurare una limitazione se non il divieto dei decolli sulla città di Pisa.