Il confronto è tra Atlantia dei Benetton, Abertis, Aeroporti di Roma protagonisti in SAVE – che controlla Venezia-Tessera, Treviso-Canova, Verona–Catullo e Brescia-Montichiari - con una quota del 22% e l’Opa avversa pianificata con la Bidco dei nuovi alleati, i fondi francese Infravia e tedesco Infrahub e il riassetto in Finint.
Il quadro evidenzia una realtà e un tentativo di controllo di una società che per poter pianificare un futuro “vincente” con di volumi di traffico e voli adeguati abbisogna, almeno al momento, di accordi di co-marketing con aerolinee che altri soggetti dovranno sottoscrivere. La materia appare controversa e non del tutto trasparente, probabilmente, anche agli stessi protagonisti.
Interrogazione a risposta scritta 4-16205 presentato da D'ARIENZO Vincenzo alla Camera nella giornata di Giovedì 6 aprile 2017, seduta n. 775
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Per sapere – premesso che:
come si legge dalla stampa, il gestore aeroportuale SAVE, che controlla con il 40 per cento i due aeroporti Valerio Catullo di Verona e Gabriele D'Annunzio di Brescia/Montichiari, sarà oggetto di un'offerta pubblica di acquisto da parte di due fondi infrastrutturali stranieri che compreranno una quota maggioritaria della società (il francese InfraVia Capital Partners e il tedesco Deutsche Asset Management, espressione di Deutsche Bank);
la scelta non appare motivata da requisiti industriali, bensì obbligata per risolvere i problemi economici dei due soci di SAVE, in litigio tra loro;
una cosa simile è già accaduta in passato. Infatti, il Catullo era controllato da comune, provincia e camera di commercio di Verona ed i soci veronesi sono stati costretti a vendere le proprie quote dell'aeroporto perché l'avevano quasi condotto al fallimento e non avevano altra scelta;
l'interrogante valuta, in linea di principio, l'intervento economico dei privati un fatto tutto sommato positivo, perché dimostra l'attrattività e le potenzialità dello scalo e di Verona;
è socio di SAVE con il 20 per cento circa anche il fondo Atlantia del Gruppo Benetton, già proprietario degli aeroporti di Roma;
suscita perplessità la questione della governance, sebbene dalla stampa si legga che «il controllo di Save sarà però assicurato da un accordo parasociale tra Marchi, InfraVia e Deutsche» –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto prospettato;
se il Ministro interrogato ravvisi le condizioni per verificare l'interesse di eventuali investitori italiani;
in che modo intenda intervenire per verificare se le condizioni di governance siano rispettose dei soci italiani;
se gli investimenti promessi dal gestore SAVE sull'aeroporto Valerio Catullo e sull'aeroporto di Brescia/Montichiari saranno comunque garantiti, in qualsiasi scenario futuro.