Ancora lo scorso anno era stato divulgato un comunicato stampa di accordo tra il "Verdi" e Etihad Airways. David Kerr, Vice Presidente di Etihad Cargo, aveva, infatti, dichiarato: “Questo accordo con l’aeroporto di Parma è un’ulteriore dimostrazione della nostra fiducia nell’Italia, uno dei più grandi mercati cargo in Europa".
Nel dettaglio la finalità proposta era stato: "sviluppare il grande potenziale di traffico merci della città del centro Italia presso l’aeroporto “Giuseppe Verdi”. L’esclusivo accordo comprende inizialmente la creazione di un centro di transito cargo all’aeroporto di Parma per ricevere le merci e farle viaggiare su voli del Gruppo Etihad da Milano Malpensa in prosecuzione su altri aeroporti. Il progetto sarà sviluppato in collaborazione con Etihad Cargo e le compagnie aeree partner, fornendo una soluzione efficace per le aziende della regione e consentendo una rapida consegna dei loro prodotti ai mercati globali."
Il nuovo scenario, tuttavia, sembrerebbe contraddire il Piano Nazionale Aeroporti del Belpaese che nel contesto delle strategie di sviluppo dei singoli scali il posizionamento e il ruolo di Parma è il seguente.
"si configura come aeroporto di servizio che può svolgere nel lungo periodo (oltre il 2030), per le potenzialità espresse, sia in termini di capacità che di accessibilità, il ruolo di riserva di capacità a servizio di aeroporti della Lombardia e dell’Emilia, limitatamente a determinati segmenti di traffico (t charter, Aviazione Generale a scopo turistico, ecc.)."
Il Piano Nazionale Aeroporti aveva riportato stime dei volumi di traffico al 2030 con un minimo di milioni di passeggeri/anno al massimo a 2 milioni/a. In questi giorni i media parmensi/emiliani descrivono invece le prospettive di uno scalo "transit point" di Etihad, hub raccolta delle merci da veicolare verso gli aeroporti di Roma e Milano. Un scenario che i responsabili dell’aeroporto 'Giuseppe Verdì e Etihad avrebbero illustrato nella sede di Confindustria locale.
Per operare tale attività cargo dalla pista parmense è indispensabile l'allungamento dell'odierna pista 02/20 della lunghezza di 2124 x 45 con dimensioni RESA (Runway End Safety Area) per la pista 02 di 138x150 metri e per la pista 20 una RESA di 90x150 metri. Le ripercussioni della nuova infrastruttura aeroportuale in termini di concorrenza con altri scali cargo del Belpaese sembrano inevitabili, come lo stravolgimento dello Piano Nazionale Aeroporti, ma lo sono anche i termini di questa attività cargo nel rapporto con la comunità della popolazione residente, dell'impatto ambientale e sociale in genere.
Limitando queste breve considerazioni iniziali sulle ricadute della nuova pista allungata in termini di vincoli ENAC in relazione agli Art. 707 e 715 del Codice di Navigazione, ovvero al Piano di rischio e Rischio terzi oltre all'inevitabile impraticabilità di autorizzazioni di allungamento in deroga alla "regolamentazione" corrente, gli interrogativi dovranno trovare risposte esaustive quanto rassicuranti.