Probabilmente non c’è piazza di centro storico cittadino e metropolitano che non sia visitata e/o invasa dal turismo italiano e internazionale. Da piazza della Signoria a Firenze a piazza San Marco a Venezia, a quelle napoletane e milanesi e altrove, ma solo occasionalmente e incidentalmente vengono avvistati droni in volo e identificati i “piloti” ai comandi.
Dopo il caso che Aerohabitat ha ricordato su piazza San Marco a Venezia eccone uno natalizio. Del 26 dicembre 2017 e stavolta in piazza Navona a Roma. Se ad agosto 2017 un quadricottero era stato avvistato, dai carabinieri in servizio di vigilanza al Senato e dai militari dell'Esercito impiegati nell’operazione “Strade sicure”,
dopo il sorvolo del Pantheon - piazza della Rotonda - Roma, della cosiddetta no-fly zone, antiterrorismo e Procura avevano identificato l’autore in un turista USA e attivato la ricostruzione della traiettoria per scongiurare eventuali violazioni a safety, security, terrorismo e privacy, in quest’ultima circostanza gli autori sarebbe un giovanissimo turista israeliano.
Stavolta sarebbero stati gli agenti della Task Force del Comando Generale e dal gruppo Centro a scoprire il volo, probabilmente a – vista e quindi, non certo che con qualche difficoltà tra la massa dei turisti, ad identificare il soggetto “autore” dell’incauto sorvolo della storica piazza romana intorno alle 14.30 di Santo Stefano.
Quali le ripercussioni e le conseguenze per un turista ignaro di queste problematiche, dell’esistenza di no fly-zone non immediatamente identificabili e di supposte violazioni alla sicurezza di una città e/o di un Paese?
Ancora una volta si ripropone la necessità e l’urgenza di disporre di un sistema radar attrezzato per i voli di droni (delle varie tipologie e peso), ma anche di ultraleggeri ed aeromodelli, soprastanti città e intorno aeroportuali civili, commerciali, di aviazione generale e delle stesse aerobasi italiane e NATO e USA.