Le operazioni svolte, ad esempio, nei piazzali degli aeromobili dove sono svolte attività di re-fuelling (rifornimento carburante e olii) e pulizia delle superfici esterne degli aeromobili, il deicing (sghiacciamento delle superfici mobili dei velivoli) e scarico dalle toilette e altro possono comportare una sorta di inquinamento delle acque del sottosuolo? Il sistema fognario del sedime aeroportuale dispone di filtri e sistemi precauzionali?
Possibile che esista anche questa ulteriore fonte di inquinamento con inevitabile impatto sul territorio circostante? Certo le piste di volo (che abbisognano di operazioni di pulizia anche nelle zone di toccata del carrello degli aeromobili e di frenata in atterraggio-sgommatura della pista) localizzate in lagune e/o in prossimità di fiumi e marine il rischio è evidente. Ma non solo in quelle. Quali misure precauzionali sono state progettate qualora in prossimità delle piste-sedimi esistano allevamenti pesci, coltivazioni e altro assimilabile? L’ENAC ha valutato circolari e procedure specifiche?
Qualora non siano state progettate già in sede di masterplan adeguate misure di tutela per i piazzali di sosta aeromobili, per le aree dedicate alle operazioni di de-icing, oltre alle vie di rullaggio e piste sono state attrezzati dispositivi con criteri di “riduzione e contenimento” per tali sversamenti non pianificati?
Numero di voli e di atterraggi sulla medesima pista, 100mila, 60mila voli/anno e/o meno di 20mila/anno costituiscono, inevitabilmente, fonti diversificate. L’analisi dell’inquinamento idrico e del suolo provocato dalle operazioni air-side determina l’individuazione di soluzioni per ridurre la quantità di inquinanti presenti nelle acque superficiali di dilavamento delle aree esterne aeroportuali.
Nel contempo vanno adeguate, innanzi tutto, le procedure derivate dalle disposizioni legislative in materia di tutela dei corpi idrici ricettori e la gestione dei rifiuti ai sensi del D. Lgs 152/06.
L’analisi dei rischi deve inquadrare le stime ipotetiche dell’inquinamento idrico causato gestore aeroportuale e dagli handlers che, potrebbero, causare riversamento diretto e/o indiretto di sostanze inquinanti nelle acque di dilavamento, dei liquidi nelle reti di drenaggio, e di deposito e un accumulo di inquinanti sulle pavimentazioni del sedime aeroportuale, che in relazione al livello piovoso confluiscono nel sistema di raccolta delle acque/liquidi del sistema fognario e in quello specifico, eventualmente, dedicato.
Garantire le capacità frenante di velivoli (in atterraggio ma anche in fase di accelerazione di decollo) risulta primario al fine di assicurare il loro controllo direzionale in presenza di contaminazioni è, perciò, indispensabile, un’adeguata manutenzione della pavimentazione della pista è una periodica manutenzione della rete di smaltimento delle acque meteoriche della pista. Tocca quindi al gestore aeroportuale individuare le procedure di manutenzione per le pavimentazioni e impianti utilizzando strumenti e procedure idonee al monitoraggio dei parametri funzionali della pavimentazione. Sono operazioni fondamentali e, nel caso di precipitazioni-piogge evitano problematiche e rischio aquaplaning. Assicurando ottimali livelli di aderenza e relativa coefficiente. Pulire piazzali dei parcheggi aeromobili e vie di rullaggio e piste dalla “sporcizia” accumulata nelle aree pavimentate sottoposte alle precipitazioni e raccolte nelle reti delle acque meteoriche.
Occorre quindi ridurre l’inquinamento idrico e assicurare che le superfici operative siano mantenute libere da oggetti e detriti che possano causare danni agli aeromobili ma nello stesso tempo evitare che possa essere inquinato suolo e sottosuolo e acque sottostanti.
Inevitabile prelevare campioni di acque di dilavamento e sottoporli ad analisi chimica al fine di ottenere una frazione solida da sottoporre ad analisi granulometrica: verificare eventuale presenza di tensioattivi di tre tipologie, non ionici; anionici; anionici e non ionici.
Indispensabile è la gestione degli sversamenti di oli e carburanti, l’eventuale sversamento nel sistema fognario, che si suppone attrezzato di adeguati impianti di trattamento (disoleazione e decantazione) delle acque di dilavamento delle superfici impermeabilizzate, in modo da trattenere il carico inquinante che, in caso di versamento accidentale di sostanze potenzialmente pericolose per l’ambiente-terreno-acque sottostante.
Assicurare la tutela dell’ambiente idrico superficiale e sotterraneo attraverso interventi di pulizia e manutenzione, ordinari e straordinari, degli impianti di trattamento è perciò indispensabile.
Anche gli spazi correlati ai depositi di carburante, a sostanze relative al depuratore, alle officine, allo stoccaggio liquidi de-icing, centrale tecnologica, dovrebbero risultare attrezzati di vasche di contenimento per raccogliere accidentali sversamenti di sostanze e preparati pericolosi. Tra le tante procedure “a rischio inquinamento suolo e sottosuolo e acque” le operazioni dedicate al trattamento “de-icing” è decisivo.
Nella stagione del nevischio sulle piste e della formazione del ghiaccio sulle ali e superfici esterne e nei propulsori e/o eliche, come nei piazzali, il trattamento periodico e circostanziato anti-ghiaccio è doveroso e obbligato. È suddiviso nelle categorie de-icing, anti-icing e de-snowing e de-slush degli aeromobili e propulsori e di quelli de-icing e anti-icing sulle pavimentazioni delle aree del sedime aeroportuale di movimentazione degli aeromobili. Questa nota introduttiva inquadra una realtà operativa e una situazione “ambientale” che ogni singolo aeroporto del Belpaese dovrebbe verificare. Con il supporto di ENAC!