Quando le piste (civili-commerciali e militari) sono state recentemente (o sono opere pianificate per il prossimo periodo, vedi masterplan e documentazioni affini) sottoposte al rifacimento del manto di asfalto, con raccordi e vie di rullaggio e parcheggi, con elevati costi per movimentare suolo e sottosuolo, con terre, ghiaie e altri materiali di fondazione, hanno magari interessato anche la riqualifica della rete idraulica con scavi e nuove canalizzazioni le luci pista, con cavi elettrici ed altro sono state anche adeguati gli impianti fognari e di drenaggio per smaltire le “sostanze” delle operazioni di de-icing?
Negli aeroporti del centro e nordItalia le operazioni de-icing sono disponibili – generalmente da Ottobre a Maggio, per un arco di ottomesi con un preavviso di circa due ore nell’arco di tutte le 24ore di una giornata. Quando non esistono piazzole dedicate e attrezzate con impianti fissi sono disponibili, ad esempio, sbrinatori mobili Vestergaard Elephant, Kilfrost ABS 3 tipo fluid.
La solidità e la tenuta delle opere di pavimentazioni delle piste/piazzole/raccordi/rullaggi sono tali da impedire fessurazioni e crepature orizzontali, superficiali e/o profonde determinano “drenaggi anomali” nel sottosuolo dei sedime aeroportuali? Sono forse indispensabili e necessari interventi di riqualificazione in tempi stretti per impedire “dispersioni” di sostanze nocive-inquinanti nelle sottostanti falde acquifere?
I contaminati residui della combustione dei carburanti (fall out atmosferico), dallo stress e frenate e usura delle gomme dei carrelli, dell’impianto freni, di dispersione di oli e grassi minerali, di sversamenti standard e/o accidentali di liquidi legati alle operazioni di manutenzione non sottoposti ad una rete idonea per la loro raccolta. Anche il trattamento delle acque meteoriche in aggiunta alla raccolta ai filtri e trattamento delle acque di dilavamento dei flussi inerenti piazzali di sosta degli aeromobili. Impedire ed escludere il rischio, ad esempio, dello scarico nelle acque sotterranee dei glicoli-delle operazioni di de-icing e della pulizia delle piazzole, rullaggi, raccordi e piste.
Evitare che il propilene glicolico puro e/o diluito e i contaminanti in genere sia disperso nel suolo e in falda.
L’eventuale presenza di limitrofe zone agricole, vinicole, agroalimentari e allevamento pesci diventa oggetto di tutela e di adozione di misure e interventi preliminari, soprattutto qualora l’aeroporto sorga una zona con falda freatica a poca profondità e con una elevata permeabilità del terreno. Quale reale impatto sul rischio falde è stato stimato, analizzato e verificato nei tantissimi aeroporti del Belpaese?
L’insediamento di collettori e vasca di stoccaggio del liquido sghiacciante rappresenta, comunque, una precauzione determinate per l’esecuzione delle operazioni di de-icing. Un elemento decisivo nelle opere di “tutela del territorio e della comunità” è rappresentato dalla necessità di instaurare misure sistematiche di monitoraggio del “rischio”.
Le documentazioni riguardanti le operazioni di de-icing sono e gli interventi di riferimento sono i seguenti:
ISO 11075 - Aircraft de-icing/anti-icing Newtonian fluids, ISO type I
ISO 11076 - Aircraft de-icing/anti-icing methods with fluids
ISO 11077 - Self-propelled de-icing/anti-icing vehicles
ISO 11078 - Aircraft de-icing/anti-icing non-Newtonian fluids, ISO type II
Procedure di riferimento dei singoli vettori (se richiesto)
AEA – Raccomandazioni per deicing/anticing per aa/mm a terra – 27° edizione Luglio 2012
Con l’ausilio di automezzo de-icing, ad esempio, con Liquido KILFROST tipo II, possono essere richieste dai piloti le seguenti procedure:
- il tipo di trattamento richiesto (de-icing/de-snowing/anti icing etc)
- le parti da trattare (ali, coda, fusoliera, propulsori)
- la percentuale di killfrost da erogare disponibili sull’aeroporto (50% o 100%).
L’operazione deve, inoltre, valutare e determinare anche le condizioni del vento al fine di evitare di spruzzare direttamente il fluido controvento.