Il Bird Strike Committee Italy (BSCI), organo dell’ENAC, ha un ruolo decisivo per l'analisi e le relazioni sul fenomeno degli impatti di aeromobili con la fauna selvatica negli aeroporti italiani. Perciò anche su quando accade all'aeroporto San Angelo di Treviso, una pista localizzata in prossimità del fiume Sile.
Il BSCI è perciò decisivo nel valutare e verificare la Ricerca naturalistica presentata allo stesso BSCI , la Ricerca approvata dal BSCI, al Piano Antivolatili presentato al BSCI fino al Piano approvato dal BSCI . Per quanto concerne lo scalo trevisano tuttavia la Relazione BSCI 2016 riporta che se la Ricerca naturalistica è stata presentata e approvata, l'equivalente Piano antivolatili – riporta la stessa Relazione BSCI 2016 – sarebbe risultata “Idonea”, lo stesso il Piano Antivolatili (pag. 10) non sarebbe stato approvato. Quale la ragione di questo ritardo? E' stato approvato e la Relazione BSCI non è stato, forse, aggiornata?
Come segnala Valter Battistoni nelle “OSSERVAZIONI E COMMENTI SULLA RELAZIONE ANNUALE 2016 DEL B.S.C.I.”: “Si noti ancora che tutti gli aeroporti italiani hanno presentato una ricerca naturalistica idonea, ma non tutti dispongono di un piano antivolatili approvato dall’ENAC. Tuttavia si osserva che il
numero di aeroporti che non hanno ancora un piano approvato è calato rispetto al 2015 da 12 a 9, mentre due aeroporti (Bolzano e Pantelleria) non lo hanno ancora presentato”.
La situazione dell'aeroporto di Treviso, unica pista italiana con un limite massimo/anno dei voli: 16.300, il contesto operativo del traffico aereo, ad esempio, appare singolare. L'Ente Parco del Fiume Sile, la Variante al Piano Ambientale del Settore acque, la zona delle itticolture e le aree importanti per gli uccelli in provincia di Treviso. Il livello di tutela per diverse tipologie di volatili è correlato all'incremento e alla presenza di uccelli sia in termini di individui che di specie, evidenziando che le scelte di salvaguardia hanno avuto ricadute positive sugli habitat e sugli animali che si sono insediati. La normativa principale di riferimento per quanto attiene le competenze regionali in materia di ambiente, parchi ed aree protette sono la L. R. 16.08.1984, n. 40, “Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali” e L.R. 16.04.1985, n. 33, "Norme per la tutela dell'ambiente“.
Le frequenti e periodiche analisi qualitative chimico – fisiche ad opera dell’ARPAV di Treviso, “servono per testare la qualità delle acque (AC), accertare l’idoneità per la vita dei pesci (VP), determinare l’eventuale presenza di erbicidi derivanti da trattamenti agricoli in zone sensibili (ERB), stabilire la qualità dell’acqua utilizzata per l’irrigazione (IR) ed analizzare i metalli con cadenza trimestrale (M). Le suddette analisi non vengono eseguite complessivamente per tutti i punti”.
“Anche gli scarichi presenti nel Parco e nelle zone immediatamente contermini, censiti e cartografati, sono risultati essere 67. In gran parte il recapito è costituito dal F. Sile e dagli affluenti, nei tratti immediatamente prossimi al collettore principale. Alcuni di questi riguardano gli scarichi da itticolture e lavorazione carni ad esse legate”.