Nel 2017 in Italia il baricentrico scalo posizionato lungo la via Emilia e maggior scalo del bacino di traffico del CentroNord è risultato il sesto aeroporto come numero di voli 67.088 (2,5%), ottavo come passeggeri trasportati con 8.181.654 (+6,8%), al quinto posto come traffico cargo (su voli commerciali-passeggeri) con 41.986 tonnellate (+12,1%).
Aviazione Generale ha invece movimentato 4.790 voli (con 8.284 passeggeri) che sommati a 67.088 commerciali ha raggiunto la quota di 71.878 voli è quanto riporta il documento ENAC Dati di traffico 2017.
La ripartizione del mercato aereo italiano tra compagnie tradizionali e compagnie low cost a Bologna Airport è stata contrassegnata da 4.736.930 (57,9%) passeggeri per le low cost e di 3.444.724 (42,1%). Quote che, inevitabilmente, rispecchiano anche le politiche di co-marketing sostenute dal territorio (istituti pubblici e aziende parapubbliche) per il sostegno a questo genere di voli. Per sapere quali siano le quote di co-marketing annue e/o pluriennali sottoscritte occorrerebbe poter visionare tali accordi. Ma sono politiche che continuano a supportare l’attività aerea anche in questo periodo. Nello scalo emiliano l’aerolinea Irlandese Ryanair è risultato il “vettore aereo prevalente. Anche nel mese di marzo 2018 con 656.205 passeggeri ha consentito di registrare nel primo trimestre 2018 ben 1.797.547 passeggeri con +9,8% sullo stesso periodo del 2017. Tutto bene per il gestore aeroportuale e per le attività correlate all’imbarco e sbarco ma quale sono le ripercussioni e le ricadute sull’intorno dello scalo in relazione all’impatto ambientale (acustico ed emissioni gassose) ed alle preminenti questioni del Rischio Terzi?
A riguardo sul web del gestore aeroportuale SAB viene evidenziato come “L'analisi dei rischi” sia sottoposta a costanti verifiche:
“L’attività di hazard identification e risk assessment presso lo scalo di Bologna viene effettuata dal Safety Board del Gestore aeroportuale con l’eventuale collaborazione dei membri del Safety Committee.
La valutazione dei rischi che ne risulta è quindi frutto dell’analisi svolta da tutti i soggetti aeroportuali potenzialmente coinvolti sullo scalo.
“Si è condiviso di individuare la tollerabilità del rischio tenendo conto di:
Tutte le procedure;
Le tecnologie;
Tutte le barriere già in essere presso lo scalo che contribuiscono ad abbassare il livello di rischio.
La prima attività di hazard identification e risk assessment è stata effettuata nel 2009 con lo scopo di tracciare un quadro completo dei pericoli presenti sullo scalo e valutarne il grado di rischio. Da allora le analisi si sono svolte costantemente per rivisitare il sistema e individuare nuovi potenziali pericoli, derivati principalmente dalla realizzazione di nuove infrastrutture o di modifiche procedurali oppure per rivalutare i safety risk già codificati al fine di modificarli nel caso in cui siano cambiate le condizioni iniziali”.
In un documento allegato a cura del “Safety Management System” Manual - Rev.4 del 01.07.2013 viene illustrata la pag. 27 di 35, ovvero la Matrice di Valutazione del Rischio per l’Aeroporto di Bologna”.
Tuttavia, nonostante approfondite ricerche on-line e non, non è stato possibile analizzare dati circostanziati allo scalo in relazione ai flussi operativi su entrambe le piste utilizzate, sulle curve di isorischio e sul “carico antropico” correlato a determinati movimenti e voli. L’utilità di sapere a quale volume di traffico (numero dei voli e tipologia degli stessi aeromobili) tali “matrici del rischio” siano stati rapportati. Gli scenari contemplati riguardano anche l’incremento dei voli in corso nel 2018? Anche per masterplan 2016-2030? E con quale modello matematico sono stati analizzati matrice e curve di isorischio?