lunedì 09 aprile 2018 04:02 Età: 7 yrs

Svezia, emissioni ambientali dei propulsori, extra tassazione per “ridurle”

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Ambiente, Convegni, Imp. gassoso, Std ICAO ENAC

 

Da 60 corone (5,80 euro) a 400 (39 euro) a passeggero, in rapporto al volo

Varata una “misura” che dovrebbe essere estesa anche in Europa e altrove, ma è solo una questione culturale e/o una precauzione essenziale e doverosa?

Possibile che questo costo aggiuntivo ai voli non sia solo un palliativo ma risultare invece un provvedimento decisivo per fronteggiare e/o contrastare una realtà “di impatto e di emissioni” piuttosto rilevante anche se troppo spesso sottostimate se non trascurate? Possibile che il provvedimento non sia determinante e indispensabile per l’esistenza di un “gigantesco” impatto ambientale nel settore aereo. Una consapevolezza, almeno al momento, non condivisa altrove. Anche negli aeroporti svedesi che, comunque, non sembrerebbero intasati da livelli di traffico aereo rilevante?

Ma è dallo scorso 1 aprile, che in Svezia volare costa qualcosa di più, ai passeggeri, di quanto avviene nei restanti aeroporti della Comunità Europea. La realtà, tuttavia, di fronte ad un incremento del traffico aereo europeo di circa l’80% nel periodo 1990-2014 l’esigenza è diventata una urgenza primaria.

Il “contributo ambientale” viene applicato ai biglietti dei passeggeri in partenza dagli scali aerei svedesi, per destinazioni nazionali e internazionali, con l’esclusione dei bambini con età inferiore a due anni e dei passeggeri che sono in transito senza cambio di aeromobile. L’importo della “tassa” è variabile: volo da 60 corone (5,80 euro) a 400 (39 euro), in rapporto alla destinazione del volo.

Il target dell’iniziativa, ha sostenuto Isabella Lövin – responsabile del partito dei Verdi, vicepremier e ministro per il Clima e la cooperazione internazionale allo sviluppo “…… è quello di ridurre al minimo l’impronta di carbonio dei voli, a seguito di un forte incremento del traffico aereo”. L’intento diretto sarebbe quello di ridurre l’utilizzo del mezzo aereo – almeno su alcune distanze - con un risultato dichiarato: una riduzione di circa 450-600mila passeggeri l’anno e un calo del 2 per cento delle emissioni.

L’iniziativa “governativa” sembrerebbe essere stata condivisa anche dalle opposizioni, salvo qualche rara eccezione. Un provvedimento, peraltro, inquadrato dal cosiddetto Accordo di Parigi, che tra l’altro ha previsto un taglio netto delle emissioni di gas serra entro il 2045. La Commissione europea in un recente Report sull’impatto ambientale correlato al traffico aereo avrebbe stimato un ulteriore incremento del 45% entro il 2035. Nel dettaglio le emissioni di CO2 legate all’aviazione civile erano aumentate dell’80% nell’arco 1990-2014 e, raddoppiate quelle di ossidi di azoto. Parametri destinati – secondo le stime UE – a incrementarsi ancora per il 2035, rispettivamente del 43% e 45%.

Le aerolinee svedesi a riguardo starebbero “analizzando” l’ipotesi di assorbire l’imposta, evitando che si scarichi sul biglietto aereo pagato dal passeggero. Secondo una inchiesta pubblicata in Svezia il 53% della popolazione è favorevole all’extratassa ambientale.