Sarebbero ordigni nella disponibilità della flotta USA ad Aviano e di quella dell’Aeronautica Militare Italiana a Ghedi. Le problematiche associate, tuttavia, almeno al momento e riguarda il loro stoccaggio e sono di safety e di security e sono inevitabili.
Sono bombe nucleari che potrebbero essere imbarcate, sottostanti alle ali delle flotte caccia e rappresentano una quota rilevante del 180 di ordigni localizzati nell’Unione Europea. In momentanea custodia in Italia.
L’Alleanza Atlantica e la “missione Nato” hanno riservato questo ruolo alle due aerobasi localizzate nel nord italiano.
Una realtà messa in luce e sottoposta all’opinione pubblica dall'esperto USA Hans Kristensen, direttore del “Nuclear Information Project” dell'organizzazione “Federation of American Scientists” con sede a Washington DC. In uno studio, da poco divulgato, si è appresa la novità riguardante la base di Ghedi. Di Aviano invece si sapeva qualcosa, anche se la riservatezza rimandava all’ipotesi conseguente alla piena disponibilità e indipendenza operativa americana-NATO dell’aerobase USA.
Il punto da chiarire adesso è il seguente: quali criteri, quali misure, quali livelli di security e safety sono state attivate? La situazione di Aviano è equivalente a quella di Ghedi: chi lo può sapere?
Il Parlamento italiano potrebbe interrogare il Governo in materia? Quale riposta potrebbe ottenere? Quante sono le testate nucleari custodite a Ghedi? In che condizioni di sicurezza avviene lo stoccaggio? Al momento sarebbero domande sulle quali è sempre stato impossibile avere chiarimenti ufficiali e che, tuttavia, anche in questo contesto rischiano di non avere risposte adeguate. La ragione, probabilmente, è quella, di mantenere il massimo di segretezza su tale materia.
L’affidabilità dei depositi nelle basi, anche di fronte alla naturale richiesta delle popolazioni che vivono e risiedono nell’immediato circondario, è garantita: senza bisogno di dettagli e spiegazioni dettagliate: a prescindere. L’autorevole Kristensen sostiene come la stessa presenza a Ghedi del 704esimo Squadrone Munitions Support (Munss), un'unità della US Air Force che consta di circa 134 militari, attrezzati e abilitati alla protezione de 20 bombe nucleari B-61 presenti nella base rappresenta una garanzia. La localizzazione di speciali veicoli Nato “Nato Weapons Maintenance Trucks” (WMTs), sono altrettanti strumenti di supporto per le misure security-safety dei suddetti ordigni. Sono riscontri che sarebbero stati resi pubblici da “fotografie” disponibili on-line da gogglearth. Le bombe stazionate a Ghedi sarebbero di due tipi:
B61-4 con potenze da 0.3 a 50 kiloton;
B61-3 con potenze da 0.3 a 170 kiloton.
Questo secondo tipo avrebbero una carica atomica 11 e/o 17 volte superiore a quella utilizzata a Hiroshima nel 1945. Quale scenario per le popolazioni che abitano nell’intorno delle due aerobasi di Aviano e Ghedi? Sono stati informati di eventuali protocolli di sicurezza? Quale autorità, civile e/o militare è coinvolta in queste operazioni? Quali misure di tutela e di pronto intervento sono state attivate? Quali informazioni sono state predisposte per i cittadini?