Da una lato questa estate 2018 registra l'intenzione della FAA di modificare la classificazione dei droni Uav (Unmanned aerial vehicle, aerei senza pilota a controllo remoto), da un altro è ancora in rilievo l'urgenza di registrare la flotta italiana di UAV-UAS del peso superiore a 300grammi. Quanti lo hanno fatto? Se gli hobbysti possessori e/o operativi con la flottiglia sotto 300 g sono esentati i ”patentati e/o attestati” da ENAC per sotto/sopra i 25 kg dovrebbero essere sicuramente certificati.
Le autorità aeronautiche di ogni Paese devono fronteggiare una realtà di flotte di droni, probabilmente, ben superiore a quella stimata.
Registrare droni-APR-SAPR-UAS-UAV al costo di 5 euro in Italia/5 dollari negli USA con una procedura semplificata dovrebbe rendere l'operazione immediata e scontata. Avviene?
Ma è indispensabile “registrarsi" prima di qualsiasi operazione di volo? Magari anche, “assicurarsi”, come pilota e/o per la singola unità APR-SAPR?
L'operatore che magari è anche l'acquirente del “velivolo” deve dichiararlo a ENAC via e-mail, via web, con la documentazione necessaria da allegare. La procedura è sicuramente attiva ma appare decisivo sapere quanti “piloti e velivoli” sopra e sotto 300g siano stati stimati e la popolazione degli attestati-patentati sopra sotto 25kg lo abbia fatto o abbia in corso tale riscontro: la registrazione. Qualora la flotta operativa sia stata catalogata e disponga della targhetta identificativa quale è la flotta italiana?
L'operazione di registrazione di base può essere ritenuta, quella avvenuta, completata? Quali sono i numeri dei droni in circolazione e degli attestati/brevetti? Altro storia riguarda invece la consistenza dei APR-SAPR in circolazione, magari anche identificando la flotta civile-commerciale da quella militare italiana e non. Quanti sono i soggetti che hanno sottoscritto una qualche “assicurazione” e quanti la devono ancora “firmare”.