Anche se il PNA-Piano Nazionale Aeroporti con la classificazione dei dieci bacini di traffico nazionale (con 38 aeroporti), aveva definito scenari operativi con solo tre aeroporti in grado di rivestire il ruolo di gate intercontinentali. Perciò dopo Fiumicino, Malpensa e Venezia, ecco Bologna, Napoli e Palermo. Possibile che le “autorità” preposte non verifichino l'assetto operativo diversificato nel nord e nel centro e nel sud della Penisola dei voli intercontinentali? Dalle caratteristiche delle piste, ovvero della lunghezza pista disponibile e compatibile per voli long range Boeing 737-300 e flotte a maggior carico commerciale, al quadro competitivo tra i singoli scali interessati.
Dopo tre anni dall’ultimo volo long range operato da Meridiana ecco United Airlines che ripristina un collegamento diretto giornaliero tra l'isola siciliana e la costa Atlantica – USA. La destinazione programmata tra l’aeroporto "Falcone-Borsellino" e l’hub di Newark con Boeing 767/300 ripartirà nel maggio 2020 (dopo la cessazione avvenuta nell'ottobre 2017). L'accordo ha previsto collegamenti estivi, con una verifica commerciale per l'estensione annuale del collegamento.
Unites Airlines (UA), American Airlines (AA), Alitalia, Air Italy, Delta Airlines e tante altre, quante in definitiva sono le aerolinee che collegano le coste USA e nordamericane e di altri continenti? Con quale tipologie di accordi? Sono il risultato di contrattazioni “locali” dei singoli scali e/o regionali e/o rappresentano politiche scaturite da una analisi ministeriale e/o governativa del Belpaese'
Certo se il PNA-Piano Nazionale Aeroporti, almeno all'origine aveva identificato tre scali (all'origine era solo due) con quale criterio sono stati autorizzati gli altri voli intercontinentali?