Stavolta è toccato ad un Airbus 330-200 Alitalia - EI-EJG con 222 passeggeri con destinazione Tokyo. Dopo il decollo dalla pista 35 Destra avvenuto intorno alle 15.40 da una delle piste di Malpensa aveva bloccato la salita alla quota FL 220. L'elevato peso al decollo ha impedito un rientro immediato e per poter avere un peso di atterraggio compatibile – inferiore a quello massimo di atterraggio - i piloti hanno dovuto procedere ad uno scarico di carburante - fuel dumping - di quasi 80 tonnellate. Per tale operazione l'equipaggio ha chiesto l'autorizzazione a farlo – come prevedono le specifiche procedure - nella zona di mare nel golfo tirrenico della Liguria. Operazione che, probabilmente, è avvenuta ad una quota superiore a 5000 piedi, l'altitudine sarebbe risultata di FL 160. Almeno 70 km fuoricosta. L'avaria segnalata dall'equipaggio sembrerebbe aver riguardato un malfunzionamento ad uno dei due propulsori (automanetta o altro attinente al propulsore destro). Il successivo atterraggio è risultato regolare sulla stessa pista 35 Destra, circa un'ora e 50 minuti dopo. I passeggeri hanno potuto imbarcarsi su un altro volo e raggiungere la destinazione con circa sei ore di ritardo.
Un similare rientro dal volo, anche allora aveva interessato un Airbus 330-300, era avvenuto lo scorso 15 Marzo dopo in decollo da Malpensa e successivo atterraggio. Una circostanza sulla quale, tuttavia, l'eventuale “fuel dumping” e/o atterraggio senza scarico carburante autorizzato, sono ancora ignote. Il volo Oman Air con destinazione Muscat (Oman) non aveva – il tracciato radar osservabile su Flightradar24 non lo aveva rilevato – raggiunto il golfo tirrenico di Genova. L'interrogativo che Aerohabitat aveva posto era il seguente: il volo Oman Air aveva scaricato senza autorizzazione a terra, lungo il percorso per il rientro e/o aveva atterrato ad un peso superiore a quello massimo di atterraggio?