Tra costo dei biglietti aerei, a quelle di atterraggio, alle tasse aggiuntive, a quelle di imbarco, a quelle extra bagagli a quelle sul rumore aereo-IRESA (?). Nel panorama delle tariffe dei voli low cost a quelle dei voli di prima, business class il passeggero appare disorientato. Quale ruolo deve essere svolto dagli istituti di controllo e garanzia e tutela dei passeggeri? La materia è stata sottoposta all'ennesima interrogazione parlamentare.
E' stata presentata dalla senatrice Urania Giulia Rosina Papatheu (FI)
"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Premesso che:
il prezzo di un biglietto aereo non è comprensivo solamente del servizio di trasporto passeggeri e merci, ma anche di diverse tasse aeroportuali che incidono per almeno il 40 per cento del costo finale, con ulteriori varie voci che accrescono il costo finale del servizio. Oltre all'indicazione del prezzo definitivo devono essere specificate chiaramente: tariffa aerea, passeggeri e merci; tasse; diritti aeroportuali; altri diritti, tasse o supplementi connessi alla sicurezza o ai carburanti. Il passeggero ha diritto di sapere quanto spende e di avere consapevolezza di quanto applicato dalle compagnie;
come rilevato dall'associazione dei consumatori 'Adiconsum', rientrano nei costi, anche mediante indicazione con appositi codici, le seguenti voci: la tariffa vera e propria, il costo cioè del volo applicato dalla compagnia; IT (diritti di imbarco, costi che la compagnia versa al gestore dei servizi aeroportuali) da 2,46 a 8,15 Euro; VT (sicurezza del passeggero e del bagaglio a mano) per 1,81 Euro; EX (controllo bagagli da stiva, da 1,10 a 3,77 Euro); MJ (assistenza ai passeggeri disabili o a mobilità ridotta); FN (Iva sui diritti aeroportuali); XT (che riassume tutte le voci di spesa inerenti alle tasse); YR: (il dovuto per la vendita del biglietto che varia a seconda del canale di utilizzo, agenzia di viaggi o sito web); HB (addizionale di competenza comunale, dei ministeri del Lavoro e delle politiche sociali, della Salute e dell'Interno) per 4,50 Euro. Ed in particolare vi sono il codice unico YQ, per costi di sicurezza, assicurazione e l'addizionale fuel surcharge, che viene applicato 'Qualora si verifichi un aumento del prezzo del carburante e varia da un minimo di 32 Euro ad un massimo di 70 Euro'. Le voci HB, EX, VT, IT, FN vanno sempre rimborsate;
viene da chiedersi quali controlli e verifiche periodiche vengano effettuate in Italia sui costi applicati dalle compagnie aeree nei biglietti, con riferimenti a voci variabili come gli aumenti dei prezzi del carburante. I consumatori lamentano incongruenze nell'imposizione dei costi sui biglietti aerei ed il fenomeno è stato denunciato da Uftaa (United Federation of Travel Agents' Associations, la federazione mondiale agenti di viaggio), che ha rilevato: 'Dal 2013 al 2015 per ben tre anni il carburante scese costantemente dal 1° gennaio 2013, al 31 dicembre 2015, da 120 dollari al barile sino a 35 dollari al barile. Gli esperti di Uftaa che si occupano di tariffazioni aeree hanno individuato una plusvalenza che le compagnie aeree hanno avuto in quel triennio e con la quale hanno risanato i loro bilanci. Il costo del biglietto è rimasto uguale nel triennio, nonostante le compagnie nei loro regolamenti abbiano sempre specificato che il prezzo del biglietto fosse collegato a quello del costo del petrolio. Avrebbero dovuto abbassare il prezzo, invece hanno preso in giro i consumatori, tutti quanti, nel mondo'. Uftaa ha anche prospettato una class action a favore dei consumatori per l'aggiornamento non avvenuto nel biglietto aereo del costo del petrolio, con la presumibile sussistenza quindi di costi occulti,
si chiede di sapere se il ministro in indirizzo sia in grado di riferire quali controlli siano stati effettuati dal Governo per garantire una corretta applicazione da parte delle compagnie aeree dei costi del biglietto nel nostro Paese e se sia a conoscenza delle anomalie segnalate da Uftaa".