Quale è la situazione? Speriamo che tutti i Comuni aeroportuali abbiamo adottato il Piano di Rischio e identificato sia le tre/quattro zone di tutela quanto le zone del third party risk assessment con la definizione delle aree soggette alle limitazioni e prescrizioni, ma quanti hanno predisposto l'analisi e l'elencazione dei specifici carico antropico e l’indice di affollamento esistente e/o stimato?
Una sistematica classificazione in base alla Circolare Enac APT 33, dei Piani di rischio previsti dall'art. 707 del Codice della Navigazione” e della “Policy di attuazione dell’art 715 per le elaborazioni del rischio contro terzi (third party risk assessment) è diventata indispensabile e fondamentale per individuare, in relazione alla tipologia dello scalo, del numero dei voli, della tipologia delle procedure di decollo e di atterraggio, della varietà della flotta aerea operativa, l'esposizione al “rischio” esistente. Ebbene quale è la realtà operativa e le predisposizione delle tutele attivate nei termini del Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e del Piano di Emergenza Esterno-PEE?
Come, infatti, assicurare la safety nelle aree limitrofe agli aeroporti, come salvaguardare l'incolumità cittadini ed edificazioni senza una dettagliata elencazione di siti sensibili,
Perciò non solo delle zone soggette alla valutazione del rischio contro terzi delle aree ad
elevate tutela (curve di isorischio 10 -4), area interna (curve di isorischio 10 -5) e area intermedia (curve di isorischio 10 -6).
Quanti e dove sono localizzati gli ospedali, le scuole materne, gli istituti tecnici, le università, i depositi di carburante, i centri commerciali, i distributori di carburante, le zone artiginali e industriali e tanto altro? Quali e quanti sono i Comuni aeroportuali e non, interessati, che devono ancora analizzare tutti i siti “sensibili” e rilevanti per il rischio terzi-risk assessment? ENAC ha informato i Comuni per eventuali ritardi e/o inadempienze?