Nelle 85 pagine della Relazione Illustrativa del masterplan - Revisione Ottobre 2015 – Aeroporto di Salerno Costa d'Amalfi Spa con, nel frontespizio, il marchio ENAC e la società Costa d'Amalfi, sono state elaborate “interamente le indicazioni contenute nel Programma degli Interventi di durata ventennale presentato ed approvato dall’ENAC nel dicembre 2012 per il completamento dell’iter per il rilascio della concessione della gestione totale”
Il documento era “trasmesso nel luglio 2013, il Piano di Sviluppo Aeroportuale (Master Plan) di durata decennale” ha, tra l'altro, valutato le problematiche associate alla prospettiva di allungamento della pista ed estensione del sedime aeroportuale e rilevato come “il Comune di Pontecagnano è confinante a nord‐ ovest con il Comune di Salerno, a nord con i Comuni di Giffoni Valle Piana e di Montecorvino Pugliano, a nord‐est con il Comune di Montecorvino Rovella e a sud con il Comune di Battipaglia; tuttavia l’Aeroporto e la sua area strettamente di interesse, anche in relazione a vincoli aeronautici ed aree di rischio, riguarda i comuni di Pontecagnano, Bellizzi e Montecorvino Pugliano”.
L'Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi ha “una superficie di circa 114 Ha e si sviluppa prevalentemente sul territorio del Comune di Pontecagnano, Faiano, e solo in minima parte in quello di Bellizzi, dista dai comuni limitrofi di Montecorvino Pugliano di 8,9 Km, da Montecorvino Rovella di 11 Km e da quello di Battipaglia di ca. 5,9 Km.”
Inevitabile perciò rilevare come le zone/aree della nuova configurazione del masterplan non sono/siano, evidentemente, state sottoposte ai vincoli della ex legge 58 del 1963 in relazione ai vincoli e limitazioni ostacoli previsti dall'Annesso XIV ICAO. Tali riscontri potranno essere verificati solo da un nuovo/rinnovato studio.
Lo strumento delel compatibilità dei vincoli e ostacoli ed altri potenziali pericoli per la navigazione aerea stessa rimandano all'Annesso XIV ICAO. Con la circolare ENAC n. 34982/AOC/DIRGEN del 31.05.07 (ENAC n. 22164/DIRGEN/CAP del 30-03-10) la redazione delle mappe è pertinenza dei Gestori aeroportuali e, nel caso di Pontecagnano, occorre interrogarsi se sono state adeguatamente “mappate”, sia nella 1 e 2 Fase del progettato masterplan in analisi.
Lo stesso documento masterplan, tuttavia, contempla ed analizza i rischi associati al nuovo insediamento aeroportuale, propedeutici al potenziamento, perciò non solo le ricadute ambientali (acustico, atmosferico) , ma anche nei termini di rischio idraulico, al sistema di drenaggio e smaltimento/sversamenti dei fluidi, delle acque di prima pioggia. Vincoli paesistico, ambientale, idrologico ed idraulico, che dovranno necessariamente essere valutati, verificati e all'occorrenza autorizzati. Ma è un processo che potrà avvenire senza deroghe di sorta?
Per quanto concerne lo sforamento delle limitazioni al piano ostacoli quale opzione è stata predisposta? Saranno monitorate e/o sono state verificate in sede di masterplan e Valutazione di Impatto Ambientale e Strategica-VIA-VAS lo hanno già contemplato e/o saranno verificati a posteriori e magari autorizzati in deroga?
Cosa dire invece delle analisi e considerazioni correlate al Piano di Rischio – Art. 707 del Codice di Navigazione e il Piano Limitazioni Ostacoli? Sono state verificate preliminarmente e/o la redazione del PGT, Piano di Governo del Territorio di ciascun Comune coinvolto saranno espletate solo dopo la certificazione del “masterplan” in oggetto? Sono annotazioni supplementari che occorrerà analizzare e verificare spulciando tra le numerose documentazioni disponibili on-line sui web ministeriali.
La Relazione Illustrativa del masterplan Revisione Ottobre 2015 – Aeroporto di Salerno Costa d'Amalfi Spa esaminata, tuttavia, non sembrerebbe aver elaborato il dettaglio delle “questioni” poste.
Un rilievo aggiuntivo rimanda all'Art. 715 dello stesso Codice di Navigazione, quello del Rischio Terzi, Risk Assestment e la stesura delle curve di isorischio. Che per Pontecagnano, pur prospettato come uno scalo con volumi di traffico inferiore a 50mila/voli anno, probabilmente, non potrà che essere identificato come quelli con una pista affossata in un territorio/comunità/localizzazione “critica”.
In fondo l'interrogativo, inevitabile, che coinvolge non solo il masterplan in analisi ma anche quelli di Peretola, Parma e altri, e derivato dall'essenza dell'Art. 707 e 715 del CdN, ovvero, l'Art. 707 (Determinazione delle zone soggette a limitazioni) e l'Art. 715 (Valutazione di rischio delle attività aeronautiche), non implica forse che la loro integrale adozione contraddice la promulgazione di ampliamenti di sedime e/o potenziamento di uno scalo?