Anche la Svizzera ha deliberato - dopo l'accordo condiviso nel 2015 a Parigi nel contesto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - l'introduzione di quella che ormai tutti identificano come un'ecotassa sui biglietti aerei.
E' una iniziativa che numerosi “governi” stanno varando, con una sorta di riforma allargata, anche al trasporto terrestre, e che ha posto il traguardo della riduzione delle emissioni del CO2.
Come ridurre, infatti, il gas serra del 50% entro il 2030.
L'applicazione in Svizzera di una tassa variabile da 30 e 120 franchi svizzeri su ogni volo scatterebbe da questo mese di settembre. In relazione alla tipologia del volo. Il provvedimento riguarda anche l'utilizzo dei carburanti benzina e diesel per le autovetture a terra, con contributi di 10 centesimi/litro che dal 2025 si alzerebbe a 12 centesimi/litro. Le stesse “ecotasse” sono state varate anche dal Governo francese, con incrementi pari a 1,50 euro per i voli nazionali ed europei in classe economica, 9 euro per la business class. Per destinazioni extraeuropee invece extracosti di 3 euro per i voli economici e 18 euro per voli business/prima classe e oltre.
In Italia il neoministro dell’Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur) Lorenzo Fioramonti ha proposto misure equivalenti.
In ambito di Commissione europea è stato raccomandato la tassazione del carburante-avio, che inevitabilmente ricadrebbe sul biglietto aereo. La proposta UE rimanda ad una imposta di 33 centesimi/litro, che è stato stimato, comporterebbe una riduzione delle emissioni di CO2 dell’8%.
Il Parlamento del Belpaese dovrebbe, pertanto, nel breve periodo, decidere quali saranno i criteri delle ecotasse sui “carburanti” saranno applicati per il trasporto aereo e quello terrestre.