Come è noto ENAC sul suo sito web ricorda come:
“Ai fini della determinazione caratteristiche operative quali le distanze dichiarate e dei minimi meteorologici aeroportuali lo spazio circostante l’aeroporto deve essere considerato parte integrante dello stesso, poiché il terreno circostante e i manufatti all’interno o all’esterno del sedime aeroportuale possono costituire importanti fattori limitanti. Il metodo per valutare l’impatto di ogni ostacolo esistente o previsto all’interno del sedime o nelle sue vicinanze, è quello di definire particolari superfici di rispetto degli ostacoli, in relazione al tipo di pista ed all’uso.
Al fine di garantire la sicurezza della navigazione aerea, l’ENAC individua le zone da sottoporre a vincolo nelle aree limitrofe agli aeroporti e stabilisce le relative limitazioni. In applicazione all'art 707 c.ma 5 del Codice della Navigazione, le zone da sottoporre a vincolo e le relative limitazioni sono riportate in apposite mappe. Gli Enti locali, nell’ esercizio delle proprie competenze in ordine alla programmazione ed al governo del territorio, adeguano i propri strumenti di pianificazione alle prescrizioni delle mappe di vincolo”.
Ma cosa accade quando tali “mappe di vincolo” non sono ancora state approvate da ENAC – causa iter non concluso e/o sospensione temporaneo e/o in mancanza del mancato invio dell'istanza stessa – ed il Comune interessato ha deliberato la costruzione di un qualche “impianto e/o manufatto” non a norma?
Quali ricadute e implicazioni amministrative, legali, di safety aeronautica, di tutela del territorio e dei cittadini inoltre, potrebbero verificarsi qualora fossero stati avviati i lavori di un'opera, se non la sua conclusione?
Quale soggetto, ente, autorità infine, dovrà e/o è in grado di procedere alla verifica di dislocazioni, quali “edificazioni e/o manufatti e/o destinazioni d'uso con carico antropico e/o indici di affollamento elevati” tali da costituire un ostacolo alla navigazione e ricadute sul territorio?