La notizia che Cina cancella il 60% dei voli commerciali, almeno sullo scalo della Capitale, a seguito del riscontro di nuovi casi, senza peraltro vittime – lo ha riportato il Global Times, quotidiano cinese – che ha bloccato a terra 1255 voli nella giornata del 17 Giugno, pone, inevitabilmente interrogativi, anche sulle misure precauzionali nella riapertura dei voli in Italia ed Europa.
La circolare ENAC “LG2020/001-APT- EMERGENZA COVID-19 - LINEE GUIDA PER LA RIPRESA DEL TRAFFICO NEGLI AEROPORTI Ed. n. 4 del 12 giugno 2020 , che rimanda al protocollo EASA “ Review of Aviation Safety Issues Arising from the COVID-19 Pandemic” dovrà essere riesaminato, anche, in relazione con le prescrizioni, limitazioni, conseguenti al “ridotto” numero dei contagi registrati in Cina.
Una realtà di contagi cinesi che non avrebbe, al momento, registrato vittime.
Le Linee Guida per gestione del trasporto aereo, con le “nuove esigenze sanitarie sia nella fase dell’emergenza, sia in futuro, debba contemperare il prioritario obiettivo della salute di passeggeri, degli equipaggi e degli addetti dell’intera filiera con le caratteristiche funzionali e operative sensibili del trasporto aereo stesso, e, con un approccio multilayered coerente con i principi del Safety Management Systems
(SMS), debba salvaguardare le condizioni operative sostenibili e la praticabilità dei servizi commerciali, nonché recuperare confidenza dei passeggeri stessi nel trasporto aereo.” dovranno essere ritenute basilari ed essenziali, ma inquadrate sulla realtà giornaliera dei possibili contagi.
Da dove proviene la “nuova ondata dei contagi” cinesi se, oltre alla chiusura di interi quartieri della Capitale cinese, sono state imposte, le limitazione ai viaggi dentro e fuori la città, non solo dai distretti in cui sono stati individuati nuovi casi, ma, anche, il blocco dei viaggi aerei?
Qualche caso di contagio è stato registrato, anche, in volo o la misura emergenziale di taglio ai voli è una misura, del tutto, precauzionale?