INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Sig. Sindaco di Napoli p.t.
Oggetto: Progetto di rigenerazione urbana nell’area dell’Aeroporto di
Capodichino.
Premesso che
in questi giorni abbiamo letto, sul quotidiano la Repubblica, un'intervista al dott.
Barbieri, A.D. della società Gesac Spa, concessionaria dello scalo di Capodichino e
partecipata dal Comune di Napoli e dalla Città Metropolitana. Il dott. Barbieri, nei 20
punti di rilancio della città, proponeva di “costruire alberghi e strutture turistiche” nei
pressi dell’aeroporto di Capodichino.
Evidenziamo che nei pressi dell’aeroporto di Capodichino non esistono libere zone
edificabili, anzi lo stesso è costretto tra abitazioni, opifici, chiese, beni monumentali,
ospedali, zone commerciali, tanto che il vigente Piano Regolatore del Comune di
Napoli ne ha previsto la delocalizzazione, con destinazione dell’area a verde.
Il Consiglio Comunale, nella seduta del 19 febbraio 2018, ha approvato con la
deliberazione n.5 il Piano di rischio aeroportuale, proposto dalla Giunta con
deliberazione n. 725 del 21 dicembre 2017.
Considerato che
- questo dovrebbe essere ben noto all’Assessore ai beni comuni e all’urbanistica prof.
Piscopo, e che lo stesso Assessore in un’intervista successiva in cui pare rispondere
all’A.D. Barbieri parli di “piano di rigenerazione” facendo intendere di fare
riferimento all’ex complesso ospedaliero del Leonardo Bianchi, di proprietà della
Regione, composto da 53 palazzine distanti appena 60 metri dalla pista 06
dell’aeroporto, abbandonato da alcuni decenni, che lo stesso Ente Regione pare
abbia messo in vendita per 600 milioni;
- l’aeroporto di Capodichino per la sua posizione al centro della città, e con il sorvolo
di decine di migliaia di aerei all’anno, è al centro di roventi polemiche da parte di
cittadini e comitati che ne chiedono non la chiusura, essendo determinante per la
nostra economia, ma la delocalizzazione già prevista da anni;
- né Comune, né Regione hanno titolo a variare il Codice della navigazione che vige
nel sedime aeroportuale (DL. 96 del 9 maggio 2005 e D.L.151 del 15 marzo 2006)
che introduce la valutazione del rischio derivante dalle attività aereonautiche, ed il
capo III del CdN che introduce vincoli sulle proprietà private nelle aree limitrofe
agli aeroporti ed in particolare l’art.707 che prevede l’adozione di piani di rischio
con lo scopo di rafforzare tramite un finalizzato governo del territorio i livelli di
tutela nelle aree limitrofe agli aeroporti in particolare le zone A;
- nella prima pagina del PRA si vede che il complesso del Leonardo Bianchi è situato
in una zona ove è impossibile costruire fantomatici alberghi, né è possibile
aumentare il carico antropico;
- l’iter di approvazione del PRA è stato oggetto di puntuali osservazioni e
controdeduzioni da parte del Comitato NO-FLY ZONE di Napoli e di Assoutenti
Città Metropolitana.
TANTO PREMESSO SI INTERROGANO
Il Sindaco, l’Assessore ai beni comuni e all’urbanistica e l’Amministrazione a fornire
urgenti chiarimenti agli interroganti sul menzionato piano di rigenerazione, se questo
interessi il complesso di proprietà della Regione Campania Leonardo Bianchi, se la
Regione sia ben informata circa i vincoli di legge esistenti ad ogni trasformazione o
aumento del carico antropico umano in zona A del sedime aeroportuale come da legge
vigente, se siano a conoscenza di missive, o interessi palesati, da parte della società
GESAC o della capogruppo F2I, circa queste iniziative, e se i Consiglieri della parte
pubblica siano stati messi a conoscenza di queste iniziative o di interessi palesati.
I Consiglieri Portavoce del Gruppo Consiliare M5S
Marta MATANO Matteo BRAMBILLA