Ormai sono numerosi gli studi sulle emissioni prodotte dal trasporto aereo nel Pianeta, nella movimentazione a terra quanto in volo. Le proiezioni dell’ Università metropolitana di Manchester, ad esempio, hanno previsto scenari raddoppiati al 2050.
Singoli voli medi in Europa emettono “gas serra” pari a 400 kg per ogni passeggero; equivalenti a 600 auto non catalizzate. Nel dettaglio una tratta Londra-New York-Londra genera circa 986 kg di CO2 per passeggero. Un volo corto raggio Londra-Roma produce in media 234 kg di CO2 per ogni utente aereo. Le linee guida ICAO (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, agenzia autonoma delle Nazioni Unite) per migliorare il consumo di carburante fissano come soglia una riduzione dell’1,5% annuo. A livello globale, tuttavia, solo circa il 2% delle emissioni di gas serra sono imputabili all’aviazione. Anche se il 3% delle emissioni di gas serra in Europa sono generate dagli aeromobili. Le statistiche compilate dall’Atag (Air Transport Action Group) nel 2017 al settore aereo è attribuibile il 12% di emissioni di CO2 di tutte le forme di trasporto (il 74% arriva da quello su strada). Circa l’80% di queste emissioni sono imputabili al trasporto su lungo raggio, ovvero per tratte superiori ai 1500 km. Il maggior carico di emissioni gassose sono generate nelle regione americane e, nel recente periodo in quelle asiatiche (by International Energy Agency-Iea).
Nelle ultime giornate almeno 20 associazioni che perseguono un ecosistema nel trasporto aereo, hanno sottoscritto l'impegno ad attivare iniziative per tagliare radicalmente emissioni CO2 entro il 2050. La riduzione dell’impatto ambientale nel trasporto aereo è posta – idealmente – è al centro del dibattito e le aspettative sono elevate. Ma le aerolinee potranno, hanno le capacità, le flotte in grado di raggiungere tali obiettivi? Il raggruppamento aziendale internazionale KPMG, nei giorni scorsi, ha posto l’obiettivo delle zero emissioni di CO2 entro il 2030. Ma quali potrebbero risultare, a livello globale, le procedure per realizzare una crescita sostenibile.
Quali le soluzioni operative per perseguire gli effetti del cambiamento climatico se le flotte aere, nonostante l'avvento di velivoli a minor impatto, gli aeromobili “volano” per 30/40 anni prima di essere messi a terra?
Se nell’ottica della lotta al climate change, con la riduzione del 50% delle emissioni globali, dirette e indirette, di gas serra (GHG) per il 2030, ovvero un riscaldamento globale limitato a + 1.5° C., di fronte ad un costante e progressivo incremento del trasporto aereo?
I masterplan aeroportuali al 2025/2035, con ingenti investimenti finanziari, hanno proposto scenari di incremento dei voli, anche con il raddoppio della movimentazione dei voli su numerosi scali, come possono integrarsi con scenari di riduzione del riscaldamento globale e/o la riduzione del gas serra?
Quali linee guida e strategie volte a garantire un trasporto più efficiente e sostenibile, nell'epoca di una forte crescita del traffico – COVID19 permettendo - se nell'arco dei prossimi 20 anni, nella sola Europa crescerà del 50%? Come migliorare le prestazioni del traffico aereo – in crociera e nei cicli discesa/salita/atterraggio/decollo - riducendo costi e ritardi e mitigando l’impatto ambientale?
La National Airspace Strategy - IATA ha posto traguardi di modernizzazione ed efficienza dello spazio aereo. Basterà?