Il rischio COVID-19 , il contagio a bordo, con le tante dinamiche nell'imbarco e sbarco dei passeggeri nei passeggeri e le prospettive della ripresa dei voli stanno riformulando le procedure “aeroportuali”. Tra le tante proposte eccone une, che appare bizzarra!
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000125/2021 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Stefania Zambelli (ID)
Oggetto: utilizzo dei cani anti-Covid
Sta prendendo piede in tutta Europa l’utilizzo di cani addestrati a rilevare l’infezione da Covid-19 negli umani. Alcune sperimentazioni hanno avuto risultati positivi, come nel caso degli aeroporti in Finlandia ed in Francia.
I cani addestrati a rilevare l’infezione da Covid-19 fiutano il sudore dell’essere umano; infatti, se l’infezione è in corso, essa rilascia dei residui metabolici che finiscono nel sudore, fiutabili dunque dal cane addestrato a tale scopo. Secondo uno studio francese, l’affidabilità con cui i cani fiuterebbero l’infezione si attesterebbe intorno al 95%, risultando dunque più efficace di alcuni tamponi.
L’utilizzo di tali cani potrebbe essere determinante in luoghi di transito, come stazioni ed aeroporti, ed in occasione di eventi, come spettacoli.
Alla luce di ciò, si chiede alla Commissione:
1 Non ritiene utile approfondire il tema dei cani anti-Covid, promuovendo studi sulla loro efficacia e sul loro ruolo?
2 Non ritiene che il loro impiego possa rappresentare per gli Stati membri un’arma in più nel tracciamento dei contatti?
3 Non ritiene importante avviare dei progetti pilota per testare l’applicazione pratica a livello europeo, tramite l’impiego di questi cani negli aeroporti?