LETTERA APERTA DI 200 ASSOCIAZIONI/COMITATI SU VALUTAZIONE DI
IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E ALTRE VALUTAZIONI AMBIENTALI
Presidente Consiglio dei Ministri
Commissione Europea - DG Ambiente
Ministro della Transizione Ecologica
Presidente della Commissione VIA nazionale
Direzione Generale per le Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali - Ministero dell'Ambiente
Ministro della Cultura
Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio - Ministero della Cultura
Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati
Presidente della Commissione Ambiente del Senato
Parlamentari della Repubblica Italiana
Conferenza Stato - Regioni e province autonome
Conferenza permanente Stato - Città e Autonomie locali
Corte dei Conti
ISPRA
Istituto Superiore di Sanità
OGGETTO: Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) - Valutazione di Incidenza Ambientale
(V.Inc.A.) - Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) - Autorizzazione Integrata Ambientale
(A.I.A.) - principi comunitari e costituzionali - tutela dell'ambiente e della salute - D.lgs.152/2006
- ruolo della Commissione Valutazione di Impatto Ambientale - qualità dei progetti e delle
valutazioni - trasparenza e partecipazione
Siamo 200 associazioni, movimenti e comitati che da decenni si occupano di ambiente e salute in Italia.
Da tempo ci confrontiamo, anche avanzando proposte operative e di riforma troppo spesso sono rimaste
inascoltate, sullo stato di attuazione delle direttive europee concernenti le valutazioni e autorizzazioni
ambientali e, in particolare, la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), la Valutazione di Incidenza
Ambientale (V.Inc.A.), la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) e l'Autorizzazione Integrata
Ambientale (A.I.A.).
Cogliamo l'occasione della nascita del nuovo Governo e dello sconcerto che ha suscitato in noi la lettura di
un intervento su "Il Sole 24 Ore" del 19 febbraio del Dr. Atelli, attuale presidente della Commissione V.I.A.-
V.A.S. del Ministero dell'Ambiente, per tornare a stigmatizzare le gravissime inadempienze del nostro
paese circa la corretta applicazione delle norme comunitarie su queste materie che si riverberano poi
negativamente sul livello di tutela di diritti costituzionali quali quello della tutela della salute e del lavoro
(basti pensare, ad esempio, alle condizioni di insicurezza e salubrità del luogo di lavoro).
Da tempo segnaliamo le inaccettabili carenze dei progetti ai quali il Ministero comunque consente di
andare avanti nella valutazione quando dovrebbero essere rigettati immediatamente senza impegnare per
anni cittadini, enti locali e organizzazioni. Le procedure sono così diffusamente minate da gravi irregolarità
che in questi anni siamo addirittura arrivati a diffidare esplicitamente il Ministero dell'Ambiente dall'usare i
cittadini impegnati nelle osservazioni come veri e propri "correttori di bozze" dei progetti, dei piani e dei
programmi sottoposti alle valutazioni ambientali. Infatti troppo spesso le preziose osservazioni depositate
dai cittadini, dagli enti locali e dalle associazioni sono surrettiziamente usate per rimediare - nella
stragrande parte dei casi solo formalmente - a gravissime lacune documentali.
Ebbene, ora arriva una candida ammissione nelle parole del Presidente della Commissione V.I.A. a
confermare la bontà nelle nostre critiche.
Poiché stiamo parlando di progetti del valore di miliardi di euro che spesso cambiano in peggio la vita di
migliaia di persone, vale la pena riportare integralmente un passaggio dell'intervento del Presidente
Massimo Atelli "Riguardo alle lungaggini apparenti, una parte importante dipende dalla presentazione di
progetti sin dal principio “problematici”. Non tanto perché semplicemente di qualità inferiore alle attese,
ma perché addirittura con importanti carenze strutturali, rispetto alle previsioni di legge. In questi casi,
l’alternativa è tra fare un’applicazione letterale e un po’ formalistica della legge, con uno “stop alla
partenza” (senza quindi neppure far partire il countdown della tempistica legale, sinché il progetto non
raggiunga un accettabile stadio di completezza), oppure, invece, farsi in certa misura carico delle attese
del Paese - laddove, beninteso, un buon progetto nell’immediato non si “veda” ancora nitidamente, ma lo
si possa tuttavia ragionevolmente “intravedere” - assumendo un atteggiamento proattivo, attraverso le
integrazioni del progetto originario da parte del proponente. Sennonché, accade ancora troppe volte che,
nel secondo caso, l’atteggiamento della Direzione ministeriale (che esamina il progetto in prima battuta) e
della Commissione venga frainteso, e si risolva nell’aspettativa da parte del proponente di una sorta di
dovuto soccorso istruttorio, quando non addirittura di situazioni al limite dell’accanimento terapeutico."
Singolare a dir poco il passaggio sulle non meglio specificate "attese del paese", che non vorremmo siano
forse più da intendersi come "attese del proponente", visto che spesso questi progetti hanno comportato
danni ai territori con l'unico scopo di fare profitto. Quello che teorizza il presidente della Commissione,
peraltro un soggetto meramente tecnico, ci pare sfociare in distinguo tra progetti piuttosto arbitrario
dovendosi invece applicare le norme a garanzia della terzietà che deve contraddistinguere il buon
andamento della pubblica amministrazione. Norme che prevedono di rispedire al mittente un progetto
superficiale o, peggio, incompleto, cosa che peraltro non impedisce al proponente di ripresentarlo una
volta rivisto adeguatamente.
A tal proposito giova ricordare che la Commissione Europea, aprendo una procedura di pre-infrazione
contro il nostro paese sulla Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.; spesso, tra l'altro, lo stesso
progetto è assoggettato sia a V.Inc.A che a V.I.A.) ed evidenziando la necessità di garantire una qualità
"minima" a tutti gli studi alla base della valutazione, già nel 2015 (report della Commissione allegato alla
nota della presidenza del Consiglio dei Ministri DPE 3253 del 27/03/2015) scriveva "Studi molto carenti
non dovrebbero essere "riscritti" dall'Ente Valutatore o essere approvati con un eccessivo numero di
prescrizioni, ma dovrebbero essere considerati irricevibili o determinare una Valutazione negativa".
Nel nostro paese, invece, il numero di prescrizioni al provvedimento di V.I.A. spesso è stato considerato
come sinonimo di qualità della valutazione stessa! Basta leggere i pareri della Commissione V.I.A.
nazionale per scoprire come i tanti "Sì" siano spesso accompagnati da una vera e propria valanga di
prescrizioni, spesso concepite in modo tale da portare a valutare gli impatti successivamente attraverso
altri studi, evidentemente mancanti all'origine, che però in questo modo sfuggono al confronto pubblico.
Insomma, la Commissione Europea ha chiesto in questi anni l'esatto opposto di quanto ha messo finora in
pratica il Ministero, in cui, nonostante quanto sopra riportato, il Presidente della Commissione quasi a mo'
di autocensura si affretta a dire al giornale confindustriale che "Va detto che i No ci sono, ma, nel reale, si
attestano da tempo su circa il 10% dei casi." Viene da chiedersi, se si ammettono criticità così diffuse,
quale sia la qualità di questo 90% di progetti approvati...
Questa strategia con ogni evidenza è fallita, per stessa ammissione dei protagonisti principali,
Confindustria - i cui soci pure hanno beneficiato di questo andazzo vedendosi approvare ogni tipo di
progetti per lunghi anni - e i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente. Alla fine la verità è venuta a galla: il
Ministero dell'Ambiente finora tratta allo stesso modo progetti fatti male e quelli fatti bene, senza operare
quel filtro previsto dalla legge volto a premiare le proposte progettuali più meritevoli. Ottenendo, così, un
appiattimento verso il basso che certo non fa bene al paese in quanto in questo modo non si distinguono
più gli interventi utili da quelli che impattano negativamente sulla qualità dell'ambiente e della vita dei
cittadini e che sono, quindi, insostenibili.
D'altro lato, quest'atteggiamento benevolo volto a premiare i peggiori se non i veri e propri furbi ha
connotato finora il comportamento del Ministero dell'Ambiente, come testimoniano le modifiche apportate
in questi anni al Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006. Pensiamo all'introduzione della Valutazione di
Impatto Ambientale fatta a sanatoria e "a posteriori", con possibilità addirittura di mantenere aperti impianti
privi della valutazione; alle multe ridicole rispetto al valore dei progetti che non fungono da deterrente; alla
mancanza di verifiche sul campo e terze sull'ottemperanza alle prescrizioni; alla sostanziale segretezza
per il pubblico - ma non per il proponente - dei lavori della Commissione V.I.A., quando esistono casi - si
veda la Regione Abruzzo - in cui le commissioni V.I.A. che si occupano dei progetti di scala regionale
dimostrano che si può lavorare senza alcun ritardo, come invece avviene a livello nazionale, assicurando
costante partecipazione e trasparenza. In quella regione, ad esempio, da 10 anni si pubblicano
preventivamente online gli ordini del giorno della commissione; vengono inviati per email anche a tutti i
consiglieri regionali per assicurare il dibattito democratico; infine sono sempre assentite le audizioni in
Commissione, cosa che non avviene, addirittura anche per i rappresentanti istituzionali, nella
Commissione V.I.A. nazionale. Per non parlare del fatto che incredibilmente esistono provvedimenti di
V.I.A. "highlander", cioè emanati anche dieci anni or sono, magari su procedimenti avviati quasi venti anni
fa in un contesto sociale, ambientale ed economico totalmente diverso, e senza scadenza oppure della
pervicace volontà dell'apparato ministeriale di non attivare procedure, pure previste dalla legge, di riesame
di provvedimenti al mutare delle condizioni ambientali (si è arrivati al paradosso che un comune,
S.Benedetto del Tronto, ha proposto ricorso al T.A.R., vincendo, per superare il lassismo della burocrazia
ministeriale rimasta impassibile anche davanti al terremoto che nel 2016 aveva colpito le Marche e che
aveva evidenziato la superficialità di un parere di V.I.A. favorevole per uno stoccaggio gas sotterraneo in
un sito fortemente vulnerabile e densamente abitato).
A livello nazionale, nonostante fosse prevista da 15 anni, il Ministero dell'Ambiente, al contrario di quanto
realizzato da diverse regioni, non ha mai voluto affrontare l'esame di un progetto attraverso la cosiddetta
"inchiesta pubblica". Eppure tale strumento partecipativo nasce proprio per supportare le decisioni sui
progetti più rilevanti e controversi, che, logicamente, dovrebbero essere più numerosi tra quelli da
decidere a scala nazionale rispetto a quella regionale. Viene da pensare che l'apparato ministeriale non
solo sia più lontano dal paese reale ma voglia scansare il più possibile il confronto serrato e pubblico sui
contenuti dei progetti. Si pensi, ad esempio, alle scelte in campo energetico sul gas dove è quasi un tabù
parlare delle perdite di metano lungo la filiera tali da far perdere ogni vantaggio rispetto a petrolio e
carbone per l'impatto sui cambiamenti climatici, trascinando così il paese verso una politica industriale che
sarà spazzata via dalle sempre più numerose ricerche che evidenziano il gravissimo limite di questa fonte
energetica. Oppure sulla necessità di garantire lo sviluppo delle rinnovabili in un contesto di pianificazione
adeguato a mitigarne gli impatti preferendo procedere con l'esame dei singoli progetti senza aver alcun
quadro d'insieme, di fatto annullando la possibilità di valutare adeguatamente quell'effetto cumulo che già
si sta manifestando in diverse aree del paese.
D'altro lato il Ministero ha continuato ad ignorare anche appelli che provenivano dal mondo scientifico sulla
scarsa qualità dei progetti e delle valutazioni. Ad esempio, oltre 200 ricercatori, molti dei quali impegnati
nelle università, dopo una serie di ricerche presentate al Convegno Italiano di Ornitologia, aveva ritenuto di
inviare al Ministero una durissima mozione che stigmatizzava il bassissimo livello degli studi presentati
dalle aziende, addirittura con il diffuso ricorso al "copia-incolla" che non veniva sanzionato neanche dopo
specifiche segnalazioni. In tale appello si chiedeva appunto di respingere immediatamente gli studi carenti
come previsto dalle leggi in materia e, più in generale, dai principi di base che regolano il funzionamento
della pubblica amministrazione (https://cio2015.wordpress.com/2015/10/08/gli-ornitologi-dicono-la-loro-
su-procedure-di-v-i-a-v-inc-a-in-italia-monitoraggio-dei-rapaci-e-disturbo-sui-nidi/).
Ormai si moltiplicano anche le inchieste e le sentenze che stigmatizzano pesantemente il comportamento
del Ministero dell'Ambiente su questioni che attraversano la materia delle valutazioni ambientali. Si pensi
all'ultimo pronunciamento del T.A.R. Lecce su ILVA che rileva come la reiterata violazione delle
prescrizioni dell'A.I.A. non abbia comportato alcuna sanzione come previsto dalla legge. Oppure, sempre
su ILVA, alla sentenza della CEDU che ha condannato l'Italia. Pensiamo al procedimento penale su TAP
in cui l'incidente probatorio ha certificato che l'effetto cumulo con la restante parte della rete nazionale di
trasporto del gas non è stato adeguatamente valutato dal Ministero nella procedura di V.I.A., cosa che
però non ha comportato alcun provvedimento da parte ministeriale.
La refrattarietà al confronto e alla selezione meritocratica e il ricorso al mantra delle "semplificazioni" alla
fine ha portato a una situazione letteralmente disastrosa di cui le strutture ministeriali dovrebbero
rispondere. Arriviamo addirittura a paradossi quasi surreali come, ad esempio, il raddoppio della
Commissione V.I.A. a cui, come previsto appunto nel DL "Semplificazioni" del 2020, verrà affiancata la
Commissione che dovrà esaminare i progetti che ricadono nel PNIEC, ancorché non ancora individuati. Le
associazioni avevano puntualmente contestato in un dossier tale proposta spiegando perché sarebbe
stata una scelta inutile oltre che dannosa. Ora, dopo appena otto mesi, anche il Presidente della
Commissione V.I.A. nazionale lo ammette dalle pagine del quotidiano confindustriale.
In questi anni, sia durante l'esame di singoli progetti sia in occasione delle cosiddette "riforme" del Testo
Unico Ambientale, ad esempio quella del Decreto 104/2017 e del DL. "Semplificazioni", decine di
associazioni hanno presentato proposte concrete, anche sottoforma di emendamenti, evidenziando
tutte quelle criticità che oggi qualcuno vorrebbe strumentalizzare per ottenere l'ulteriore affievolimento
delle tutele dei diritti di partecipazione, trasparenza e, in generale, del rigore con cui dovrebbero essere
condotte procedure fondamentali per garantire che le attività economiche non siano dannose, in un paese
in cui in molte regioni non si rispettano gli standard di qualità ambientale per l'aria, i suoli e le acque
superficiali e sotterranee.
Peccato che queste posizioni retrive e, di fatto, come abbiamo dimostrato, anti-europee condannino il
paese all'arretratezza impedendo quello sviluppo armonico necessario per assicurare la vivibilità dei
territori ai cittadini di oggi e a quelli di domani. Riteniamo che il principio del "rigore" debba essere
opposto alla sempre più vacua "semplificazione". Che l'organizzazione debba soppiantare
l'approssimazione.
Quindi: fare realmente controlli creando, ad esempio, un archivio pubblico delle sanzioni elevate di facile
consultazione; più partecipazione, assicurando le audizioni alla Commissione V.I.A. nazionale e la
pubblicità negli ordini del giorno; pubblicando tutta la documentazione relativa ad un procedimento come
già fanno alcune regioni e come sarebbe previsto dalla legge; introducendo sanzioni adeguate che
fungano da deterrenza; facendo i controlli sulle prescrizioni sul campo e non sulle carte inviate dalle
aziende; riesaminando i provvedimenti su segnalazione di intervenuti mutamenti ambientali da parte di enti
e organismi scientifici; riformulando le norme sulla V.I.A. in sanatoria; assicurando una % di inchieste
pubbliche sul totale dei progetti. Queste sono solo alcune delle proposte che associazioni e comitati
avanzano da anni.
Siamo disponibili ad un confronto nel merito, anche serrato, affinché il nostro paese la smetta di utilizzare
le scorciatoie invece di imboccare la via maestra del rispetto delle norme comunitarie in materia di
valutazione e autorizzazione ambientale.
Cordiali saluti,
COMITATI/RETI/ORGANIZZAZIONI INTERREGIONALI
Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua
Friday for Future Italia
Italia Nostra Onlus
Medicina Democratica Onlus
Rete Mamme da Nord a Sud
Rete Per il Clima, Fuori del Fossile
Ass. Peacelink
Mountain Wilderness Italia
Gruppo d'Intervento Giuridico odv
Coordinamento nazionale Movimento Blu
COBAS Confederazione dei Comitati di Base
Ass. Fairwatch
Associazione graspthefuture
Magliette Bianche italiane zone SIN
Redazione di "La bottega del Barbieri"
Rete Commissioni Mensa Nazionale
Mediterranean Raptor Migration Network
CERM Centro Rapaci Minacciati ODV
ALTURA (Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti)
Redazione Emergenzaclimatica.it
Associazione Forum Ambientalista O.d.V.
Organizzazione di Volontariato per la difesa diretta della flora e fauna acquatica Care The Oceans
Transform! Italia
Associazione Antimafie Rita Atria
Attac Italia
COMITATI/ORGANIZZAZIONI INTERREGIONALI
Comitato per il territorio delle Quattro Province
Coordinamento Puglia e Basilicata Movimento Blu
FRIULI VENEZIA GIULIA
No all'Incenerimento - Sì al riciclo totale dei rifiuti di Fanna (PN)
TRENTINO ALTO ADIGE
Ambiente&Salute di Bolzano
Comitato Acquabenecomune di Bolzano
PIEMONTE
Comitato DNT
LIGURIA
Comitato Savonese Acqua Bene Comune
Casa dei Circoli Culture e Popoli - Ceriale
LOMBARDIA
Comitato lecchese acqua pubblica e beni comuni
Rete consiglieri informati -Lecco
Comitato G.A.E.T.A. ODV Schivenoglia (MN)
Comitato Mamme del Chiese
Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro Storico di Brescia
Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia
Mamme contro l'Incenerito e fonti inquinanti - Mantova
Associazione Ambiente e Vita ODV Villa Poma di Borgo Mantovano
CIRCOLO AMBIENTE "Ilaria Alpi"
Associazione eQual
Basta veleni Brescia - tavolo provinciale
Associazione Colognola per il suo futuro a.p.s.
Comitato Cittadini Varallo Pombia
CAAL - Comitato Antirumore Aeroporto Linate
Ass. Noi, Ambiente, Salute O.d.V. - Viadana
Comitato Terre di Zara
VENETO
Mamme No Pfas
Coordinamento Acqua Brenta di Bassano del Grappa
Italia Nostra Consiglio Regionale Veneto
Pfas land (informazione e azione contro i crimini ambientali)
Comitato Opzione Zero - Riviera del Brenta
Comitato 0 Pfas - Padova
Ecoistituto del Veneto "Alex Langer" - Mestre
AmicoAlbero - Mestre
VeneziAmbiente
Medicina democratica Venezia
WWF Venezia e Territorio
Acqua Bene Comune Vicenza
Comitato popolare "lasciateci respirare" - Monselice (PD)
Movimento dei Consumatori di Venezia
Associazione "Civiltà del Verde" - Vicenza
Coordinamento del forum Asolano e Castellana
Odg Comitato difesa ambiente territorio di Spinea
Associazione Cittadini per il Lavoro, la legalità, la Salute e l'Ambiente CiLLSA - Ovest Vicentino
PiazzolAmbiente
Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso
Comitato veronese Acqua e Beni Comuni
Cittadini/e di Montecchio maggiore contrari alla pedemontana
CRIAAVE - No Raddoppio Aeroporto
Comitato Terre Nostre Torretta
EMILIA ROMAGNA
Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell'Emilia Romagna
Parents For Future Castelfranco Emilia
Fridays For Future Castelfranco Emilia
Coordinamento cispadano NO autostrada - SI strada a scorrimento veloce
Coordinamento Provinciale Comitati Ambiente e Salute - Reggio Emilia
Associazione TerraBlu o.d.v
Cocompaer - Comitato per la Compatibilità Aeroporto-Città
Coordinamento Ravennate "Per il Clima- Fuori dal Fossile"
Comitato No Bretella-Sì Mobilità Sostenibile" - Modena-Reggio Emilia
Associazione AMO Bologna Onlus
Coordinamento dei Comitati contrari al Passante di Mezzo
Rete Civica Aria Pesa - Bologna
Italia Nostra - sezione Ravenna
Associazione di promozione sociale NoCargoParma
Amici della Pineta San Vitale e Pialasse - Ravenna
TOSCANA
Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps
Comitato onlus Mamme No Inceneritore di Firenze
Presidio No Inceneritori No Aeroporto di Firenze
Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua
VAS Vita, Ambiente e Salute Onlus
SOS La Piana del Casone -Scarlino- Gr- Toscana
Ass. Acqua Bene Comune Pistoia ODV
Ass. Alleanza beni comuni Pistoia ODV
Comitato Ambientale di Casale, Prato
Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia
Movimento La Libellula Valle del Serchio
Comitato Obiettivo Periferia
Associazione Valdisieve
Associazione di promozione sociale LiberaMente - Arezzo
IBS Associazione "Inter-Rete Beni Comuni e Sostenibilità"
Comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano - Siena
Comitato Salute Pubblica di Piombino e Val di Cornia
Presidio No Aeroporto
Magliette Bianche di Massa Carrara
Comitato Sorvolati Peretola -Brozzi – Quaracchi
UMBRIA
Coordinamento No Snam
Comitato No Devastazioni territoriali Umbria
MARCHE
La Lupus in Fabula OdV (Fano)
Ass. Ondaverde Falconara M
Comitato Mal'aria Falconara M
Ambiente e Salute nel Piceno
Comitato NO Discarica Matelica e Comitato NO Pedemontana Matelica
Trivelle Zero Marche
Falkatraz Falconara
LAZIO
ATTAC-Roma
Coordinamento Lazio del Movimento Blu
Rete per la tutela della valle del Sacco (Retuvasa)
Coordinamento Lazio del Movimento Blu
Comitato Verde Liri
Collettivo No al Fossile Civitavecchia
Acqua Bene Comune Valle dell'Aniene
Comitato SOLE Civitavecchia
Comitato Alternativa Sostenibile
Frosinone Bella e Brutta
Salviamo il Paesaggio Frosinone
CRIAAC - Comitato per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Ciampino
Comitato FUORI PISTA
Comitato La Rinascita
ABRUZZO
Forum H2O
Conalpa - Delegazione Silvi
Ass. Nuovo Senso Civico
A.P.S. I Colori del Territorio - Spoltore -Pe
Ass. Ambiente, Territorio e Beni Comuni Barisciano (AQ)
Il Martello del Fucino
Ass. Paganeca
Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso
Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus
Associazione Conalpa (coordinamento alberi e paesaggio) delegazione di Giulianova
Erci Team Onlus
Associazione Il Salviano
CSEN Ambiente
Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali - CDCA Abruzzo
Comitati cittadini per l'ambiente - Sulmona
Orsa Pro Natura Peligna
Comitato Azione Popolare
Abruzzo Social Forum
Comitato per la Difesa del Comprensorio Vastese
Coordinamento No Hub del Gas
CAMPANIA
Coordinamento Campania Movimento Blu
Associazione Big Brother Ambiente
Ardea Onlus
Mysocialdrug Odv
Comitato No Fly Zone - Assoutenti Città Metropolitana di Napoli
BASILICATA
Associazione CITTA' PLURALE- Matera
Ass. CovaContro
Comitato mamme libere per la tutela dei figli di Policoro
MOLISE
Comitato "I Discoli del Sinarca"
Mamme Salute Ambiente ODV Venafro
Trivelle Zero Molise
PUGLIA
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti - Taranto
Apulia Terra Natura Zampe Onlus
Associazione Giustizia per Taranto
Terre del Mediterraneo - Bari
Legamjonici
Movimento No Tap Brindisi
Manfredonia in Movimento
Territorio Zero Capitanata
Stigmamente aps
Movimento Manfredonia Attiva
Centro Museo del Mare Manfredonia
Comitato No Compostaggio Erchie
COANS Manfredonia
Coord. NoEnergas
FareVerde Puglia
CALABRIA
Stazione Ornitologica Calabrese Onlus
SARDEGNA
Assotziu Consumadoris Sardigna
Italia Nostra Sardegna
USB- Unione Sindacale di Base Sardegna
Confederazione Sindacale Sarda - CSS
Comitato riconversione Rwm
Movimento Nonviolento sardo
Manifesto Sardo
Assemblea permanente Villacidro
Zero Waste Sardegna
Cobas scuola Cagliari
Comitato No Metano Sardegna e No Megacentrale Guspini
Cagliari Socialforum
Comitadu NoNucle Noscorie
Sardigna Libera
ISDE Sardegna
Rete Sarda in difesa della Sanità Pubblica
Movimento Nonviolento Sardegna
SICILIA
Coordinamento per il territorio No Discarica Armicci - Bonvicino di Lentini
Comitato Stop Veleni Augusta Priolo Melilli Siracusa