La newco ITA volerà con 45 macchine e due tipologie di aeromobili?
Ai bimotori di corto raggio quali Airbus A320 (ovvero 319, 320 e 321) si affiancherà un qualche Boeing 777 per il long range. Ma il piano industriale di ITA rappresenta ancora una incognita.
Con quale staff di volo e di terra? Un totale di circa 5000 addetti per la sola attività aerea e poco altro.
Cosa sarà della manutenzione e delle restanti attività “ground” associate”
In attesa che l'interlocuzione con la UE definisca il quadro delle possibilità il senatore Elio Lannutti (Misto) ha presentato la seguente “interrogazione”:
"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Premesso che:
dal maggio 2017, Alitalia si trova in amministrazione straordinaria e, da allora, ha percepito prestiti statali per un ammontare complessivo pari a 1,3 miliardi di Euro;
il 9 ottobre 2020, con un decreto di salvataggio firmato dai ministri dell'Economia e delle finanze, delle Infrastrutture e dei trasporti, dello Sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, da Alitalia SpA è nata una newco, denominata Italia trasporto aereo SpA (Ita), con sede nel Comune di Roma;
il nome Alitalia è rimasto alla compagnia commissariata, la bad company, che si svuoterà e trasferirà parte dell'attività alla Ita. La nuova compagnia parte con un capitale sociale di 20 milioni di Euro, detenuto dallo Stato attraverso il ministero dell'Economia, come è stato stabilito dal decreto 'agosto' (decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104). A maggio scorso, il decreto 'rilancio' ha introdotto un maxi stanziamento di capitale di 3 miliardi di Euro, che sarà versato a rate, secondo le esigenze del piano industriale, nell'arco di due anni alla nuova società;
nel corso dell'audizione tenutasi presso la IX commissione permanente (Trasporti) della Camera dei deputati il 23 giugno 2020, il ministro pro-tempore De Micheli ha dichiarato che Alitalia in amministrazione straordinaria, alla data del 30 maggio 2020, aveva ancora in cassa un importo pari a 230 milioni di Euro;
considerato, inoltre, che:
il regolamento (Ce) 261/2004 stabilisce l'obbligo del vettore di rimborsare il prezzo pieno del biglietto entro 7 giorni dalla cancellazione, ma così non è stato per migliaia di utenti che, a causa dell'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ed ai conseguenti provvedimenti di restrizione relativi agli spostamenti delle autorità nazionali e internazionali, hanno ricevuto solo una e-mail di Alitalia che informava della cancellazione del volo prenotato;
ad aprile 2020 vi erano già migliaia di reclami pendenti nei confronti di Alitalia, sia perché si registravano ritardi e difficoltà a reperire informazioni persino sul numero di pratica, sia per i mancati rimborsi;
a giudizio degli interroganti è emblematico il caso di dei due coniugi romani che il 28 dicembre 2019 hanno acquistato due biglietti di andata e ritorno per un viaggio in Giappone previsto il 16 aprile 2020. Il 25 marzo 2020, i due signori hanno ricevuto una e-mail da Alitalia che li avvisava della cancellazione del volo. Tre giorni dopo, il 28 marzo, i due signori procedevano con la richiesta di rimborso pari a 1138,52 Euro. Non avendo ricevuto alcuna risposta, il 6 giugno i due coniugi hanno inoltrato un nuovo sollecito di rimborso. Alitalia ha risposto ai due ben 4 mesi dopo, il 18 ottobre, inviando un avviso di rimborso pari a 72,26 Euro riguardante alcune voci per tasse e supplementi, peraltro di uno solo dei due biglietti, mettendo in atto un inaccettabile ostruzionismo. Così, l'8 novembre, i due signori hanno inviato una nuova richiesta di rimborso per il restante dovuto, pari a 1066,26 Euro. Sono ancora in attesa di risposta,
si chiede di sapere:
se il ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se ritenga che, a fronte del volume di segnalazioni giunto all'Alitalia, di cui si è ampiamente parlato anche sulla stampa nazionale, sia auspicabile l'immediato avvio di accertamenti ed un intervento da parte di Enac (Ente nazionale aviazione civile) per verificare le condotte e le responsabilità dell'azienda, in quanto i ritardi nei rimborsi non sono più giustificabili, se non come strategie o escamotage per fare liquidità. Se queste ipotesi dovessero trovare riscontro si tratterebbe di una vera e propria pratica scorretta, lesiva dei diritti dei passeggeri, poiché gli utenti si trovano nella situazione di non poter intervenire in alcun modo per ottenere ciò a cui hanno diritto".