Sono interessati: W4074, PW4074D, PW4077, PW4077D, PW4084D, PW4090, e PW4090-3 mode.
Il contesto è successivo al Boeing 747-400 cargo, con un motore Pratt&Whitney 4056 perde pezzi dopo il decollo e del Boeing 777-200 e dell'esplosione del propulsore Pratt & Whitney PW 4000, dopo il decollo da Denver-USA lo scorso sabato 20 Febbraio 2021.
Alla iniziale Emergency Directive della FAA, che riguardava i propulsori Pratt & Whitney PW 4000, disponendo ispezioni dettagliate. Attivando ispezioni dettagliate per PW 4000 installati sulla flotta Boeing 777-200. Una flotta di 128 velivoli.
La flotta interessata dall'ulteriore EAD FAA, dopo due giorni, ha esteso l'Emergency Airworthiness Directive EAD-2021-05-51 alla seguenti tipologia di propulsori:
“Feb 23rd 2021 the FAA released their Emergency Airworthiness Directive EAD-2021-05-51 for:
all PW4074, PW4074D, PW4077, PW4077D, PW4084D, PW4090, and PW4090-3 model turbofan engines.
The FAA argues: "This emergency AD was prompted by the in-flight failure of a 1st-stage low-pressure compressor (LPC) blade on a PW4077 model turbofan engine resulting in an engine fire during flight. This condition, if not addressed, could result in 1st-stage LPC blade release, damage to the engine, and damage to the airplane." The EAD requires operators to "Before further flight, perform a thermal acoustic image (TAI) inspection of the 1st-stage LPC blades for cracks using a method approved by the FAA." If any 1st-stage LPC blade fails the inspection, remove the blade from service and replace with a part eligible for installation before further flight”.
La serie dei propulsori PW 4000 coinvolge le seguenti flotte:
- PW4000-94: Boeing 747-400 · Boeing 767-200/-300 · Boeing MD-11 · Airbus A300-600 · Airbus A310-300
- PW4000-100: Airbus A330-300 · Airbus A330-200 · Airbus A330-200F
- PW4000-112: Boeing 777-200 · Boeing 777-200ER · Boeing 777-300. 25 Febbraio 2021
Dutch Safety Board (DSB) ha aperto una inchiesta, si attendono I primi risultati! E' accaduto sabato 20 febbraio 2021, un B-747/400 BCF Longtail Aviation volo LGT5504, il propulsore n.1 è esploso - uncontained engine failure – e frammenti e spezzoni di palette della turbina sono state lanciate nell'aria per precipitare sul villaggio di Meerssen, a circa 2 km dalla fine pista 21 dell'aeroporto di Maastricht (Olanda).
Il volo con destinazione New York JFK,NY (USA) era nella fase di decollo inziale alla quota di 1400 piedi quando si è verificato l'incidente al motore esterno alare di sinistra.
Erano le ore 16.20 locali e, dopo aver raggiunto la quota di 10000 piedi (FL 100), dopo aver scaricato carburante è dirottato su uno scalo alternato, atterrando sulla pista 22 di Liegi.
Il Boeing 747-400 è atterrato in emergenza , comunque in piena sicurezza.
Spezzoni di palette della turbina sono precipitate, causando due feriti, sfiorandone altre e colpendo alcune auto al suolo.
The Dutch Onderzoeksraad/Dutch Safety Board (DSB) opened an "exploratory investigation" into the occurrence.
On Feb 22nd 2021 the DSB reported: "Shortly after take-off from Maastricht Aachen Airport, one engine of the cargo aeroplane encountered a failure. The crew then diverted to Liege Airport in Belgium and made a safe landing. The aeroplane lost some parts of the engine above the village of Meerssen. This resulted in two people suffering from minor injuries and, among other things, damage to some cars. The Dutch Safety Board has started an investigation into the cause of this occurrence." (Editorial note: according to local media the second minor injury occurred, when a boy touched one of the still hot blade fragments). 24 Febbraio 2021
La serie PW 4000, tuttavia, è installata anche su altre flotte! Dopo l'incidente occorso sabato 20 Febbraio alle ore 13.04 locali (20.04 UTC), volo UA 3025, un Boeing 777/200 della aerolinea United Airlines, dopo il decollo dalla pista 24 dell'aeroporto di Denver-Colorado USA, a seguito di un guasto/avaria alla paret anteriore del propulsore di destra, una parziale esplosione/incendio, alcune parti spezzoni del motore sono precipiati/piovuti al suolo.
L'impatto è avvenuto nella zona residenziale di Broomfield,CO, localizzata a circa 16 miglia ad ovest della pista di Denver, nella 13 strada e di Elmwood Street, i rottami hanno colpito un tetto e case adiacenti, nel raggio di circa 2km, senza, tuttavia, colpire e/o ferire alcuna persona.
Il volo 328 United Airlines, con 231 passeggeri e 10 membri d’equipaggio era diretto ad Honolulu-Hawaii. e, dopo aver interrotto la salita a 13000 piedi, è rientrato con un atterraggio di emergenza sulla pista 26 dopo 23 minuti dal decollo.
Non sono stati registrati feriti neppure tra gli occupanti del velivolo.
L'ente NTSB - National Transportation Safety Board – USA, in una prima ispezione ha rilevato la “frattura” di due fan blades – palette del rotore/compressore ed estese danneggiamenti sulle restanti:
The initial examination of the airplane indicated most of the damage was confined to the number 2 engine; the airplane sustained minor damage. The examination and documentation of the airplane is ongoing.
The initial examination of the Pratt & Whitney PW4077 engine revealed:
- The inlet and cowling separated from the engine
- Two fan blades were fractured:
- One fan blade was fractured near the root
- An adjacent fan blade was fractured about mid-span
- A portion of one blade was imbedded in the containment ring
- The remainder of the fan blades exhibited damage to the tips and leading edges.
La FAA-Federal Aviation Administration USA ha emanato una specifica Emergency Directive su questa tipologia di propulsori Pratt & Whitney PW 4000, disponendo ispezioni dettagliate.
La flotta del Boeing 777-200 interessata è di 128 velivoli.
Le aerolinee coinvolte sarebbero, oltre alla United Airlines, le compagnie giapponesi All Nippon Airways-ANA e Japan Airlines-JAL.
Occorre, tuttavia, ricordare come la serie dei propulsori PW 4000 è installata anche sulle seguenti flotte:
- PW4000-94: Boeing 747-400 · Boeing 767-200/-300 · Boeing MD-11 · Airbus A300-600 · Airbus A310-300
- PW4000-100: Airbus A330-300 · Airbus A330-200 · Airbus A330-200F
- PW4000-112: Boeing 777-200 · Boeing 777-200ER · Boeing 777-300.
Quante sarebbero quindi le aerolinee interessate? Quanti gli aeromobili coinvolti? 23 Febbraio 2021
Negli USA, la FAA ha emanato una specifica AD! Il 29 Gennaio la flotta della Pacific Southwest Airlines (PSA ), vettore regionale della American Airlines Group, con Envoy Air e Piedmont Airlinese, ha bloccato l'attività di volo di 130 velivoli.
La stessa FAA-Federal Aviation Administration aveva proposto il 27 Gennaio una direttiva di aeronavigabilità per l'intera flotta.
Il Bombardier è un aereo bigetto regionale da 50 posti. Il Programma CRJ è stato lanciato il 31 marzo 1989.
L'azienda canadese è stata incorporata nell'Airbus Group.
Le varie tipologie del velivolo sono state acquisite da numerose aerolinee.
In PSA sono stati cancellati 230 voli giornalieri verso 90 aeroporti, interessando 129 velivoli, tra CRJ inclusi 60 CRJ700 e 69 CRJ900.
L'oggetto dell'intervento dell'AD FAA concerne l'urgenza di ispezionare e verificare gli sportelli e la gamba del carrello/ruotino anteriore. Non sono stati forniti ulteriori dettagli, anche se i media ed esperti descrivono problematiche inerenti l'esistenza di fenomeni probabili di corrosione e crinature.
Non sono stati notificati i tempi necessari per le operazioni di controllo e di manutenzione interessati dalla direttiva AD della FAA di aeronavigabilità per l'intera flotta della PSA.
La FAA non fornisce altri dettagli.
La flotta mondiale dei Bombardier, tuttavia, opera anche in altri Continenti per un totale di circa 1600 velivoli.
In Europa, EASA non avrebbe, al momento, emanato alcun provvedimento di ispezione e/o manutenzione. Tantomeno ha disposto, una cautelativa, messa a terra della flotta. 2 Febbraio 2021
L'operatività della flotta e idoneità al volo dopo la valutazione delle aerolinee ed ENAC! Con un comunicato stampa e la divulgazione di un report di 20 pagine, denominato”Boeing 737 MAX Return to Service Report -Overview of the Technical Investigation -Activities Performed by EASA”, l'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) ha dato il suo sigillo di approvazione per il ritorno in servizio di una versione modificata del Boeing 737 MAX.
Il Report EASA, tuttavia, non ha alcun riferimento al Report di 102 pagine del Committee’s Investigation Report del Senato USA, Aviation Safety Oversight del Dicembre 2020, tantomeno alla variante proposta dal Dipartimento ai Trasporti Canadese, di una direttiva di aeronavigabilità precauzionale, in aggiunta alle modifiche apportate dalla FAA USA.
Una ulteriore, garanzia di sicurezza.
Non solo un addestramento iniziale e periodico dei piloti, ma l'attivazione di una procedura di emergenza, la disabilitazione dello "stick shaker", qualora l sistema è stato attivato per errore da un guasto nel sistema di sensori dell'angolo di attacco (Maneuvering Characteristics Augmentation System - MCAS).
EASA, rileva il comunicato del 27 Gennaio, ha imposto un pacchetto di aggiornamenti software, rilavorazioni elettriche, controlli di manutenzione, aggiornamenti del manuale delle operazioni e addestramento dell'equipaggio che permetteranno all'aereo di volare in sicurezza nei cieli europei dopo quasi due anni a terra.
"Abbiamo raggiunto un traguardo significativo su una lunga strada", ha affermato il direttore esecutivo dell'EASA Patrick Ky. "A seguito di un'ampia analisi da parte dell'EASA, abbiamo stabilito che il 737 MAX può tornare in servizio in sicurezza. Questa valutazione è stata effettuata in piena indipendenza da Boeing o dalla Federal Aviation Administration e senza alcuna pressione economica o politica: abbiamo posto domande difficili fino a quando non abbiamo ottenuto risposte e abbiamo spinto per soluzioni che soddisfacessero i nostri rigorosi requisiti di sicurezza. Abbiamo effettuato i nostri test di volo e sessioni al simulatore e non ci siamo affidati ad altri per farlo per noi.”
"Sia chiaro che questo viaggio non finisce qui", ha aggiunto. “Abbiamo piena fiducia che l'aereo sia sicuro, che è il presupposto per dare la nostra approvazione. Ma continueremo a monitorare da vicino le operazioni del 737 MAX mentre l'aereo riprenderà il servizio. Parallelamente, e su nostra insistenza, Boeing si è anche impegnata a lavorare per migliorare ulteriormente il velivolo nel medio termine, al fine di raggiungere un livello di sicurezza ancora più elevato ".
Il Boeing 737 MAX è stato messo a terra in tutto il mondo nel marzo 2019 in seguito al secondo di due incidenti in soli sei mesi, che insieme hanno causato 346 vittime. La causa principale di questi tragici incidenti è stata fatta risalire a un software noto come MCAS (Maneuvering Characteristics Augmentation System), destinato a rendere l'aereo più facile da maneggiare. Tuttavia, l'MCAS, guidato da un solo sensore dell'angolo di attacco (AoA), si attivava ripetutamente se quel sensore non funzionava correttamente, spingendo più volte il muso dell'aereo verso il basso. In entrambi gli incidenti, i piloti hanno finalmente perso il controllo del loro aereo, provocando un incidente con la perdita totale dell'aereo.
Le condizioni dell'EASA per il ritorno in servizio ora sono soddisfatte
Nei giorni successivi all'incidente, l'EASA ha stabilito quattro condizioni per il ritorno in servizio dell'aeromobile:
I due incidenti (JT610 e ET302) si considerano sufficientemente compresi
Le modifiche al design proposte da Boeing per affrontare le questioni evidenziate dagli incidenti sono approvate dall'EASA e la loro incarnazione è obbligatoria
L'EASA ha completato un'estesa revisione del progetto indipendente
Gli equipaggi di volo del Boeing 737 MAX sono stati adeguatamente formati
"Queste quattro condizioni sono state ora tutte soddisfatte, permettendoci di andare avanti con il ritorno in servizio", ha detto Ky.
Per aumentare la trasparenza, una relazione di chiusura pubblicata dall'Agenzia spiega il suo approccio e la motivazione delle sue decisioni.
Mentre le indagini hanno valutato che il comportamento dell'MCAS e dei relativi sistemi di allarme erano la chiara causa principale dei due incidenti, l'EASA si è rapidamente resa conto che era necessaria una revisione molto più ampia del 737 MAX. L'EASA ha quindi esteso la sua analisi all'intero sistema di controllo del volo. Con una particolare attenzione ai fattori umani: l'esperienza reale per un pilota di pilotare l'aereo.
Questa revisione estesa, condotta in stretta collaborazione con la FAA come principale autorità di certificazione e con Boeing come produttore, ha continuato ad evolversi nel corso dei 20 mesi di esercizio. I suoi risultati hanno portato alla definizione dell'ampio pacchetto di azioni specificato nella direttiva sull'aeronavigabilità.
"Le azioni obbligatorie devono essere viste come un pacchetto completo che insieme garantisca la sicurezza del velivolo", ha detto Ky. "Non si tratta solo di modifiche al design del velivolo: ogni singolo pilota del 737 MAX deve sottoporsi a un addestramento speciale una tantum, compreso l'addestramento al simulatore, per assicurarsi di avere piena familiarità con il 737 MAX riprogettato e addestrato per gestire specifiche scenari che possono sorgere in volo. Ciò sarà rafforzato da una formazione periodica per garantire che la conoscenza sia mantenuta fresca ".
L'EASA ha anche concordato con Boeing che il produttore lavorerà per aumentare ulteriormente la resilienza dei sistemi dei velivoli ai guasti dei sensori AoA in modo da migliorare ulteriormente la sicurezza del velivolo. Boeing condurrà anche una valutazione complementare del fattore umano del suo sistema di allerta dell'equipaggio entro i prossimi 12 mesi, con l'obiettivo di identificare la necessità di miglioramenti a lungo termine.
Ripresa dei voli in Europa
La direttiva sull'aeronavigabilità, che specifica i cambiamenti dell'aeromobile e dell'idoneità operativa, compresi i requisiti di formazione dell'equipaggio, deve essere effettuata prima che ogni singolo aereo torni in servizio, dà il via libera da parte dell'EASA al ritorno in servizio dell'aeromobile.
Tuttavia, la pianificazione di queste azioni obbligatorie spetta agli operatori aerei, sotto la supervisione delle autorità aeronautiche nazionali degli Stati membri, il che significa che l'effettivo ritorno in servizio potrebbe richiedere del tempo. COVID-19 può anche avere un'influenza sul ritmo del ritorno alle operazioni commerciali”. 28 Gennaio 2021
Transport Canada richiede: “disable the “stick shaker” when the system has been erroneously activate”
Dopo l'autorizzazione emanata dalla FAA-Federal aviation administration per la flotta Boeing 737-800/900 MAX, nonostante il Report di 102 pagine del Committee’s Investigation Report del Senato USA, Aviation Safety Oversight del Dicembre 2020, anche EASA in Europa sarebbe intenzionata alla ripresa dei voli.
Il rapporto Wicker redatto dalla Commissione del Senato, basato sulle dichiarazioni di 50 tecnici, interviste al personale della FAA e oltre 15.000 pagine di documenti.
In sintesi sono state evidenziati come:
-I senior manager della FAA non sono stati ritenuti responsabili per il mancato sviluppo e la fornitura di una formazione adeguata sugli standard di volo, nonostante i ripetuti riscontri di carenze per diversi decenni.
-La FAA continua a reagire contro gli informatori invece di accogliere le loro rivelazioni nell'interesse della sicurezza.
-L'Ufficio Affari Legali del Dipartimento dei Trasporti (DOT OGC) non ha prodotto i documenti pertinenti richiesti dal Presidente Wicker come richiesto dall'articolo I, Sezione I della Costituzione.
-La FAA ha ripetutamente consentito a Southwest Airlines di continuare a far funzionare decine di aeromobili in condizioni di aeronavigabilità sconosciute per diversi anni. Questi voli mettono a rischio milioni di passeggeri.
-Durante i test di ricertificazione del 737 MAX, Boeing ha influenzato in modo inappropriato i test del simulatore di fattore umano FAA sui tempi di reazione del pilota che coinvolgevano un guasto del sistema di aumento delle caratteristiche di manovra (MCAS).
-I leader senior della FAA potrebbero aver ostacolato una revisione DOT OIG
In questo contesto l'EASA, dopo circa 30 giorni dalla FAA si appronta ad emanare la ripresa dei voli.
Il direttore esecutivo di Easa (European Aviation Safety Agency, l’agenzia europea della sicurezza aerea per intenderci), ha annunciato tale provvedimento.
Lo scorso 18 gennaio 2021, Transport Canada ha, tuttavia, emesso una direttiva di aeronavigabilità precauzionale. Il Boeing 737 MAX, a fronte delle modifiche richieste da apportare all'aereo prima del ritorno in servizio nello spazio aereo canadese ha predisposto una misura cautelativa.
Oltre alla “revisione” della specifica tecnica/progettuale una ulteriore garanzia di sicurezza, oltre all'introduzione di un addestramento iniziale e periodico dei piloti, ha disposto l'attivazione di una procedura checklist di emergenza per gli equipaggi per fornisce l'opzione per il pilota, di disabilitare lo "stick shaker" quando il sistema è stato attivato per errore da un guasto nel sistema di sensori dell'angolo di attacco: “disable the “stick shaker” when the system has been erroneously activate”
Una funzione che oltre a contenere il carico di lavoro del pilota, verificato nelle indagini dei due incidenti che hanno causato oltre 350 vittime, confermata dai piloti dei training di collaudo di volo di Transport Canada., contempla l'esclusione del sistema Flight Technical Pilots del Boeing 737-800 MAX , nello specifico del meccanismo Maneuvering Characteristics Augmentation System (MCAS). 21 Gennaio 2021
Piano d'azione globale per la prevenzione delle escursioni in pista (GAPPRE). Questo documento è il Volume I del Piano d'azione globale per la prevenzione delle escursioni in pista (GAPPRE)-Global Action Plan for the Prevention of Runway Excursions (GAPPRE).
Il volume I contiene le raccomandazioni concordate alle seguenti organizzazioni dell'aviazione civile:
Operatori aeroportuali,
Fornitori di servizi di navigazione aerea,
Operatori aerei,
Produttori di aeromobili,
Regolatori,
ICAO e destinatari delle raccomandazioni di R&S (Stati, organizzazioni internazionali e industria).
Il volume II di GAPPRE fornirà materiale esplicativo e di orientamento e le relative migliori pratiche per le raccomandazioni elencate più avanti in questo documento.
Lo sviluppo delle raccomandazioni GAPPRE si basa sui seguenti principi:
- Fornire raccomandazioni che affrontino azioni che vanno oltre la conformità normativa: le raccomandazioni in questo piano d'azione non sono esaustive nella gestione del rischio di escursione in pista e della resilienza.
È fondamentale che le organizzazioni siano conformi a internazionali, regionali e norme e regolamenti nazionali.
Raccomandazioni basate sul consenso: una raccomandazione è inclusa nel piano d'azione solo se vi è stato un consenso durante la stesura e il successivo processo di convalida.
Abbracciare ulteriori analisi dei dati: suggerire agli attori di fare un uso migliore dei dati esistenti e fondere e analizzare volumi maggiori di dati eterogenei.
Affrontare le escursioni di pista sia longitudinali che laterali.
Includere mitigazioni dell'escursione in pista.
Promuovere la tecnologia incorporata in soluzioni sistemiche - promuovere soluzioni tecnologiche ma chiaramente integrate con la rispettiva formazione, procedure, standardizzazione, certificazione e supervisione.
Fornire raccomandazioni di ricerca e sviluppo per problemi con chiari potenziali vantaggi di mitigazione ad alto rischio ma senza maturità per l'implementazione entro un orizzonte di 10 anni.
Promuovere una serie di soluzioni selezionate, comprovate ed efficienti, che non sono ancora «standard» (ancora non utilizzate da tutti gli attori) ma che si sono dimostrate efficaci nel ridurre rischio di escursioni in pista, sulla base dell'analisi dei dati e delle lezioni apprese Fornire consigli funzionali: lasciare al settore la progettazione di una soluzione di implementazione specifica.
Il verbo “Dovrebbe” è usato per significare che, sebbene una raccomandazione non abbia la forza di una disposizione obbligatoria, il suo contenuto deve essere adeguatamente trasposto a livello locale per assicurarne l'attuazione. Le organizzazioni a cui si rivolge questo piano d'azione dovrebbero:
Organizzare una revisione delle rispettive raccomandazioni e valutare la loro rilevanza rispetto alle condizioni locali e al contesto specifico.
Consultare le migliori pratiche per l'implementazione delle raccomandazioni selezionate e cercare il supporto, se necessario, dai partner di coordinamento GAPPRE.
Condurre un'appropriata valutazione dell'impatto (inclusa la valutazione della sicurezza) quando si decide l'azione specifica per attuare le raccomandazioni.
Attuare l'azione / modifica specifica e monitorarne l'efficacia. n Condividere le lezioni apprese con il settore.
Chi è FSF?
Dal 1947, la Flight Safety Foundation aiuta a proteggere tutti coloro che beneficiano dei viaggi aerei, ovunque nel mondo. La Fondazione è un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro costituita esclusivamente per fornire una guida e risorse sulla sicurezza imparziali, indipendenti ed esperte per l'industria aeronautica e aerospaziale. La Fondazione è in una posizione unica per identificare i problemi di sicurezza globale, stabilire le priorità e fungere da catalizzatore per affrontare queste preoccupazioni attraverso la raccolta dei dati e la condivisione delle informazioni, l'istruzione, la difesa e la comunicazione. L'efficacia della Fondazione nel colmare le differenze proprietarie, culturali e politiche nella causa comune della sicurezza si è guadagnata il rispetto in tutto il mondo. Il bene comune di viaggi aerei più sicuri continua a ispirare individui e organizzazioni a superare gli interessi competitivi verso obiettivi condivisi. Oggi, l'adesione comprende più di 1.000 organizzazioni e individui in 150 paesi. La Fondazione ha sede ad Alexandria, Virginia, Stati Uniti, ha un ufficio regionale a Melbourne, in Australia. 15 Gennaio 2021
Intanto la flotta, in Europa da metà Gennaio 2021, ha ripreso i voli! Da un lato la Federal Aviation Administration (FAA) ha di recente sostenuto che riformerà il modo in cui certifica i nuovi aeroplani in linea. Lo ha fatto con la legislazione specifica, approvata dal Congresso dopo due incidenti mortali del Boeing 737 MAX che hanno ucciso 346 persone.
Lo scorso 24 novembre 2020 l'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) ha pubblicato una proposta di direttiva sull'aeronavigabilità (PAD) relativa al Boeing 737 MAX per la consultazione pubblica, segnalando la sua intenzione di approvare il ritorno del velivolo nei cieli europei entro poche settimane.
Lo scorso 17 Dicembre il Rapporto Wicker-USA sulla ripresa dei voli Boeing 737 800-MAX, ha, invece, posto sotto accusa la FAA .
E' stata denunciata l'operazione di ri-certificazione della flotta sotto esame! Nella fase della ripresa dei voli della flotta Boeing 737-800 MAX, emanata il 20 Novembre 2020 dalla FAA-Federal Aviation Administration, a seguito del blocco a terra di questa tipologia di aeromobili dopo gli incidenti mortali nel 2018 e nel 2019, è stato, infatti, presentato un Report di 102 pagine. Il Committee’s investigation Report del Senato USA, Aviation Safety Oversight del Dicembre 2020, ha illustrato tecniche e modalità delle accuse.
La Boeing – riportano i media USA - ha "addestrato in modo inappropriato" alcuni piloti collaudatori della FAA per raggiungere un risultato desiderato durante i test di ricertificazione, e alcuni sono stati persino eseguiti su simulatori che non erano attrezzati per ricreare le stesse condizioni degli incidenti. In questo modo, gli autori del rapporto del Senato affermano che "la FAA e la Boeing stavano tentando di nascondere informazioni importanti che potrebbero aver contribuito alle tragedie del 737 MAX".
Il rapporto, pubblicato venerdì scorso, è stato compilato dalla Commissione del Senato per il commercio, la scienza e i trasporti e si basa sulle informazioni di 50 informatori, interviste al personale della FAA e oltre 15.000 pagine di documenti. Un mese dopo che la FAA ha autorizzato il 737 Max per tornare al volo e le compagnie aeree di tutto il mondo iniziano a reintrodurre l'aereo nelle loro flotte.
In Europa l'EASA , dopo il blocco a terra della flotta il 12 marzo 2019, a seguito dei due incidenti con perdita totale di aeromobili in cui sono morte 346 persone, ha analizzato ed indagato con un intenso lavoro che ha coinvolto l'attenzione dedicata di circa 20 esperti periodo di circa 20 mesi.
I legislatori USA , nel contempo, hanno approvato radicali riforme nella legislazione - firmata domenica dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - che aumenta la supervisione della FAA sui produttori di aeromobili, richiede la divulgazione di informazioni critiche sulla sicurezza e fornisce nuove protezioni per gli informatori.
Il senatore Roger Wicker, un repubblicano che presiede il Comitato per il commercio, ha dichiarato lunedì in un parere che la legge "prenderà provvedimenti per proteggere dai produttori che esercitano pressioni indebite sui dipendenti durante il processo di certificazione".
In Europa la proposta di direttiva di aeronavigabilità dell'EASA è stato oggetto di un periodo di consultazione di 28 giorni, iniziata lo scorso 24 Novembre.Dopo aver esaminato le risultanze l'EASA, prima di pubblicare la sua direttiva finale sull'aeronavigabilità, saranno valutate opinioni e commenti. La pubblicazione finale è prevista per metà gennaio 2021 e costituirà la decisione formale della eventuale ripresa dei velivoli 737 MAX. Dopo il rientro in servizio, l'EASA si è impegnata a monitorare da vicino l'aereo in servizio, per consentire il rilevamento tempestivo di eventuali problemi che possono sorgere. 30 Dicembre 2020
Denunciata l'operazione di ri-certificazione della flotta! Possibile? Nel dibattito conseguente alla ripresa dei voli della flotta Boeing 737-800 MAX, emanata dalla FAA-Federal Aviation Administration, a seguito del blocco a terra di questa tipologia di aeromobili dopo gli incidenti mortali nel 2018 e nel 2019, è stato presentato un Report di 102 pagine. Il Committee’s investigation Report del Senato USA, Aviation Safety Oversight del Dicembre 2020, ha illustrato tecniche e modalità delle accuse.
La Boeing – riportano i media USA - ha "addestrato in modo inappropriato" alcuni piloti collaudatori della FAA per raggiungere un risultato desiderato durante i test di ricertificazione, e alcuni sono stati persino eseguiti su simulatori che non erano attrezzati per ricreare le stesse condizioni degli incidenti. In questo modo, gli autori del rapporto del Senato affermano che "la FAA e la Boeing stavano tentando di nascondere informazioni importanti che potrebbero aver contribuito alle tragedie del 737 MAX".
Il rapporto, pubblicato venerdì scorso, è stato compilato dalla Commissione del Senato per il commercio, la scienza e i trasporti e si basa sulle informazioni di 50 informatori, interviste al personale della FAA e oltre 15.000 pagine di documenti. Un mese dopo che la FAA ha autorizzato il 737 Max per tornare al volo e le compagnie aeree di tutto il mondo iniziano a reintrodurre l'aereo nelle loro flotte.
Alcuni dei risultati più significativi del rapporto includono:
-I senior manager della FAA non sono stati ritenuti responsabili per il mancato sviluppo e la fornitura di una formazione adeguata sugli standard di volo, nonostante i ripetuti riscontri di carenze per diversi decenni.
-La FAA continua a reagire contro gli informatori invece di accogliere le loro rivelazioni nell'interesse della sicurezza.
-L'Ufficio Affari Legali del Dipartimento dei Trasporti (DOT OGC) non ha prodotto i documenti pertinenti richiesti dal Presidente Wicker come richiesto dall'articolo I, Sezione I della Costituzione.
-La FAA ha ripetutamente consentito a Southwest Airlines di continuare a far funzionare decine di aeromobili in condizioni di aeronavigabilità sconosciute per diversi anni. Questi voli mettono a rischio milioni di passeggeri.
-Durante i test di ricertificazione del 737 MAX, Boeing ha influenzato in modo inappropriato i test del simulatore di fattore umano FAA sui tempi di reazione del pilota che coinvolgevano un guasto del sistema di aumento delle caratteristiche di manovra (MCAS).
-I leader senior della FAA potrebbero aver ostacolato una revisione DOT OIG degli incidenti del 737 MAX. 21 Dicembre 2020
Se l'ultimo caso ha riguardato il Boeing 737-8/900 MAX, ecco le altre! Il sito Aviation Safety Network della Flight Safety Foundation ha fornito il seguente elenco:
On March 13, 2019, all Boeing 737 MAX aircraft were temporarily grounded worldwide by relevant authorities and airlines. The MAX was not the first aircraft in aviation history to be grounded globally.
2019: Boeing 737 MAX
First aircraft in service: 2017
Grounding in effect: March 13, 2019 (some airlines and countries on March 11 and 12)
Regulatory action: FAA Emergency Order (other countries took own regulatory actions)
Grounding lifted: November 18, 2020 (by FAA)
Reason for grounding: Fatal accidents involving Lion Air 601 and Ethiopian 302
2013: Boeing 787 Dreamliner
First aircraft in service: 2009
Grounding in effect: January 16, 2013
Regulatory action: Emergency AD
Grounding lifted: April 19, 2013
Reason for grounding: Two lithium ion battery failures on January 7 and January 16.
2000: Concorde
First aircraft in service: 1976
Grounding in effect: August 16, 2000
Regulatory action: Withdrawal of the Airworthiness Certificates of all Concordes
Grounding lifted: November 2001
Reason for grounding: Doubts about the fuel tank safety following the crash of Air France flight 4590.
1982: Yakovlev Yak-42
First aircraft in service: 1980
Grounding in effect: 1982
Regulatory action: unknown
Grounding lifted: October 1984
Reason for grounding: Design fault which caused horizontal stabiliser screw jack mechanism to fail on a Yak-42 on June 28, 1982, killing 132.
1979: McDonnell Douglas DC-10
First aircraft in service: 1971
Grounding in effect: June 6, 1979
Regulatory action: Emergency Order, suspending the Type Certificate
Grounding lifted: July 13, 1979 (June 19 for European airlines)
Reason for grounding: Doubt about the engine pylon assembly not meeting certification criteria following the crash of American Airlines flight 191 .
1954: de Havilland Comet
First aircraft in service: 1952
Grounding in effect: April 1954
Regulatory action: Airworthiness Certificate was revoked
Grounding lifted: 30 September 1958
Reason for grounding: Two in-flight break up accidents involving BOAC Flight 781 and South African Airways Flight 201.
1947: Douglas DC-6
First aircraft in service: 1947
Grounding in effect: November 11, 1947
Regulatory action: Voluntary grounding by airlines
Grounding lifted: after four months
Reason for grounding: Grounding following a series of inflight fires including the fatal crash of United Airlines Flight 608 on Oct 24, 1947
1946: Lockheed Constellation
First aircraft in service: 1945
Grounding in effect: July 12, 1946
Regulatory action: Government Order
Grounding lifted: August 23, 1946
Reason for grounding: Grounding following fatal in-flight fire accident of TWA Flight 513 on July 11, 1946 - 19 Novembre 2020
Dopo 20 mesi di sospensione! Quale sarà la “fiducia” del passeggero? Con un comunicato stampa la FAA -Federal Aviation Administration e con due documenti pdf, uno di 4 pagine che interrompe/rescinde il blocco a terra della flotta (The FAA is superseding Airworthiness Directive (AD) 2018-23-51, which applied to all The Boeing Company Model 737-8 and 737-9 (737 MAX) airplanes), un secondo di 115 pagine, lla direttiva “ Airworthiness Directives; The Boeing Company Airplanes” informa sulla ripresa dei voli per la tipologia dei velivoli coinvolti.
Il Boeing 737 MAX era stato bloccato a terra nel marzo del 2019, a seguito di due incidenti che avevano causato 346 vittime. Gli occupanti dei due voli: Lion Air 610 ed Ethiopian Airlines 302,
Le aerolinee USA American Airline e Southwest dovrebbero essere le prime, ma solo dopo radicali operazioni di revisione-manutenzione (1000 ore di lavoro) a “decollare”, ma solo nella Primavera 2021.
Comunicato FAA del 18 Novembre 2020:
“ FAA Administrator Steve Dickson today signed an order (PDF) that paves the way for the Boeing 737 MAX to return to commercial service. Administrator Dickson’s action followed a comprehensive and methodical safety review process (PDF) that took 20 months to complete. During that time, FAA employees worked diligently to identify and address the safety issues that played a role in the tragic loss of 346 lives aboard Lion Air Flight 610 and Ethiopian Airlines Flight 302. Throughout our transparent process, we cooperated closely with our foreign counterparts on every aspect of the return to service. Additionally, Administrator Dickson personally took the recommended pilot training and piloted the Boeing 737 MAX, so he could experience the handling of the aircraft firsthand.
In addition to rescinding the order that grounded the aircraft, the FAA today published an Airworthiness Directive (PDF) specifying design changes that must be made before the aircraft returns to service, issued a Continued Airworthiness Notification to the International Community (CANIC), and published the MAX training requirements. (PDF) These actions do not allow the MAX to return immediately to the skies. The FAA must approve 737 MAX pilot training program revisions for each U.S. airline operating the MAX and will retain its authority to issue airworthiness certificates and export certificates of airworthiness for all new 737 MAX aircraft manufactured since the FAA issued the grounding order. Furthermore, airlines that have parked their MAX aircraft must take required maintenance steps to prepare them to fly again.
The design and certification of this aircraft included an unprecedented level of collaborative and independent reviews by aviation authorities around the world. Those regulators have indicated that Boeing’s design changes, together with the changes to crew procedures and training enhancements, will give them the confidence to validate the aircraft as safe to fly in their respective countries and regions. Following the return to service, the FAA will continue to work closely with our foreign civil aviation partners to evaluate any potential additional enhancements for the aircraft. The agency also will conduct the same rigorous, continued operational safety oversight of the MAX that we provide for the entire U.S. commercial fleet”. 18 Novembre 2020
Solo errori di progettazione e certificazione? “The House Transportation Committee” USA ha rilasciato un “investigative report” sul “caso Boeing”. La Commissione parlamentare Usa ha riscontrato una serie di irregolarità nella progettazione dell'aereo e nei Test di prova della FAA. Il “Report” di circa 250 pagine, sono elencate le “supposte irregolarità” che avrebbero causato i due crash che hanno determinato 346 vittime.
Da Mercoledì 16 Settembre si è potuto leggere che "a disturbing pattern of technical miscalculations and troubling management misjudgments" by Boeing, combined with "numerous oversight lapses and accountability gaps by the FAA." Lion Air Flight 610 crashed in October 2018, and Ethiopian Airlines Flight 302 crashed in March 2019, both Boeing 737 Max aircraft.
"The Max crashes were not the result of a singular failure, technical mistake, or mismanaged event," the committee report says. Instead, "they were the horrific culmination of a series of faulty technical assumptions by Boeing's engineers, a lack of transparency on the part of Boeing's management, and grossly insufficient oversight by the FAA."
Il Presidente dell'”House Transportation Committee Chairman” Peter DeFazio, ha sostenuto, tra l'altro:
-"both FAA and Boeing came to the conclusion that the certification of the Max was compliant" with FAA regulations”:
- “mind-boggling."
-"The problem is it was compliant and not safe. And people died";
-"clear evidence that the current regulatory system is fundamentally flawed and needs to be repaired."
In sintesi il “Report”, sostiene, come gli incidenti potrebbero essere derivati da una:"agghiacciante culmine di una serie di presupposti tecnici errati da parte dei tecnici della Boeing, una scarsa, ridotta, trasparenza da parte del management di Boeing e una supervisione inadeguata da parte della FAA". 18 Settembre 2020
Completata la prima fase al “Longitudinal trim at VmoBoeing B737-7/-8/-9”! Tra Boeing, FAA ed EASA avevano predisposto una prima fase di prove in volo, iniizate lo scorso 7 Settembreva Vancouver in Canada. La seconda fase, identificata “ test al simulatore” sono iniziati oggi 14 Settembre, si svolgeranno nell’arco di tutta la settimana a Londra Gatwick nel Regno Unito. In parallelo anche il Joint Operations Evaluation Board (JOEB) si svolgerà a Gatwick.
L'Ufficio Stampa EASA“ ha affermato “EASA ha lavorato costantemente, in stretta collaborazione con FAA e Boeing, per rimettere in servizio il Boeing 737 MAX il prima possibile, ma solo una volta che sarà sicuro”.
Il test è relativo alla flotta Boeing 737, serie 7/8/9 - MAX al “Longitudinal trim at VmoBoeing B737-7/-8/-9”.
“STATEMENT OF ISSUE
The aisle stand trim switches can be used to trim the airplane throughout the flight envelope and fully complies with the reference regulation Simulation has demonstrated that the thumb switch trim does not have enough authority to completely trim the aircraft longitudinally in certain corners of the flight envelope, e.g. gear up/flaps up, aft center of gravity, near Vmo/Mmo corner, and gear down/flaps up, at speeds above 230 kts.
In those cases, longitudinal trim is achieved by using the manual stabilizer trim wheel to position the stabilizer. The trim wheel can be used to trim the airplane throughout the entire flight envelope.
In addition, the autopilot has the authority to trim the airplane in these conditions.
The reference regulation and policy do not specify the method of trim, nor do they state that when multiple pilot trim control paths exist that they must each independently be able to trim the airplane throughout the flight envelope.
Boeing did not initially consider this to be a compliance issue because trim could always be achieved, even during the conditions where use of the aisle stand trim switch was required.
Subsequent to flight testing, the FAA-TAD expressed concern with compliance to the reference regulation based on an interpretation of the intent behind “trim”. The main issue being that longitudinal trim cannot be achieved throughout the flight envelope using thumb switch trim only.
EASA POSITION
Boeing set the thumb switch limits in order to increase the level of safety for out-of-trim dive characteristics (CS 25.255(a)(1)). The resulting thumb switch limits require an alternative trim method to meet CS 25.161 trim requirements in certain corners of the operational envelope.
The need to use the trim wheel is considered unusual, as it is only required for manual flight in those corners of the envelope.
The increased safety provided by the Boeing design limits on the thumb switches (for out-of-trim dive characteristics) provides a compensating factor for the inability to use the thumb switches throughout the entire flight envelope. Furthermore, the additional crew procedures and training material will clearly explain to pilots the situations where use of the trim wheel may be needed due to lack of trim authority with the wheel mounted switches.
The trim systems on the 737Max provide an appropriate level of safety relative to longitudinal trim capability.” 14 Settembre 2020
Ancora “anomalie” alla Boeing, sono in corso ispezioni e riparazioni! Per supposti “difetti di manutenzioni” sarebbe imminente la messa a terra della flotta Dreamliner Boeing 787. Il primo volo del “grande” bimotore a fusoliera larga è avvenuto nel 2009 e oltre 900 sarebbero stati prodotti. Quanti in esercizio attivo?
La FAA -USA ha, intanto, predisposto una serie di ispezioni e riparazioni. Le anomalie sarebbero strutturali e riconducibile alla fusolliera. I primi otto velivoli sono stati messi a terra.
“Boeing Finds New “Manufacturing Defects” in 787 Dreamliners Prompting Grounding
The Federal Aviation Administration said it is investigating the matter.
“It is too early to speculate about the nature or extent of any proposed Airworthiness Directives that might arise from the agency’s investigation,” said the spokesman, Lynn Lunsford, referring to potential safety orders that could be imposed on Boeing.
The Chicago-based company, which builds planes in Washington state and South Carolina, said it delivered 13 airliners last month, including four 787s, which Boeing calls the Dreamliner. It is a popular plane among airlines for international routes.
Boeing’s slow pace of deliveries since early 2019 has robbed the company of much-needed cash.
During production of the horizontal stabilizer at a Boeing plant, some parts were clamped together with too much force, resulting in improper gaps between sections. Boeing doesn’t believe it is an immediate safety issue but could lead to premature aging of the fuselage, and it is delaying some 787 deliveries while determining whether repairs are needed on planes that have already been delivered.” 8 Settembre 2020
Una Emergency Airworthiness Directive (EAD) per corrosione alle “bleed air valve” ! Non bastavano le “problematiche” associate al software del B737 MAX dopo il fermo-a-terra del marzo 2019, successivo ai due crash dell'ottobre 2018 e del marzo 2019 con 346 vittime. Dopo le questioni “strutturali” nel sistema estensione/retrazione degli slat sui Boeing 737 Next Generation ed il relativo blocco temporaneo al suolo dei velivoli è ormai storia.
Ecco stavolta la FAA con EAD Emergency Airworthiness Directive AD 2020-51, richiede ispezioni sulla presa d'aria del 5 stadio, con eventuale sostituzione “check valve on each engine” della flotta Boeing 737 serie 737-300, -400, -500, -600, -700, -700C, -800, e -900.
L'operazione di “manutenzione” deve essere completata entro 10 voli dalla data di emanazione, 23 luglio 2020, della suddetta EAD Emergency Airworthiness Directive AD 2020-51.
“Emergency Airworthiness Directive (AD) 2020-16-51 is sent to owners and operators of The Boeing Company Model 737-300, -400, -500, -600, -700, -700C, -800, -900, and -900ER series airplanes.
Background This emergency AD was prompted by four recent reports of single-engine shutdowns due to engine bleed air 5 th stage check valves being stuck open.
Corrosion of the engine bleed air 5 th stage check valve internal parts during airplane storage may cause the valve to stick in the open position.
If this valve opens normally at takeoff power, it may become stuck in the open position during flight and fail to close when power is reduced at top of descent, resulting in an unrecoverable compressor stall and the inability to restart the engine.
Corrosion of these valves on both engines could result in a dual-engine power loss without the ability to restart. This condition, if not addressed, could result in compressor stalls and dual-engine power loss without the ability to restart, which could result in a forced off-airport landing.
FAA’s Determination The FAA is issuing this AD because the agency evaluated all the relevant information and determined the unsafe condition described previously is likely to exist or develop in other products of the same type design. AD Requirements This AD requires inspections of the engine bleed air 5 th stage check valve on each engine and replacement of the engine bleed air 5 th stage check valve if any inspection is not passed.
Authority for this Rulemaking Title 49 of the United States Code specifies the FAA’s authority to issue rules on aviation safety. Subtitle I, Section 106, describes the authority of the FAA Administrator. Subtitle VII, Aviation Programs, describes in more detail the scope of the Agency’s authority. The FAA is issuing this rulemaking under the authority described in Subtitle VII, Part A, Subpart III, Section 44701, General requirements. Under that section, Congress charges the FAA with promoting safe flight of civil aircraft in air commerce by prescribing regulations for practices, methods, and procedures the Administrator finds necessary for safety in air commerce. This regulation is within the scope of that authority because it addresses an unsafe condition that is likely to exist or develop on products identified in this rulemaking action. 2 Presentation of the Actual AD The FAA is issuing this AD under 49 U.S.C. Section 44701 according to the authority delegated to me by the Administrator. 2020-16-51 The Boeing Company: Project Identifier AD-2020-01032-T.”........
25 Luglio 2020
Storia recente, attualità e prospettive per la gestione dell'A.G. .
Il Regolamento recante Nuovo Statuto Aero club d’Italia e Nuovo Statuto tipo Aero club locali federati è del 2013, ma la sua storia affonda nel passato remoto e recente e l'interrogazione presentata dall'onorevole Diego De Lorenzis (M5S) sollecita una informativa dettagliata sulla gestione corrente. Anche a tutela della sicurezza delle operazioni di volo.
"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Per sapere, premesso che:
l'Aero Club d'Italia (AeCI) è un Ente di diritto pubblico, sottoposto alla vigilanza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, del ministero della Difesa, del ministero dell'Economia e delle finanze, dalla presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno. L'Aero Club d'Italia, in quanto esercita attività sportiva, è per gli sport aeronautici l'unica Federazione del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), ai sensi dell'articolo 27 del decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1986, n. 157, nonché del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242. A partire dal mese di febbraio 2018 è stata sotto gestione commissariale a seguito dei contenziosi instaurati dall'ex-presidente in carica e conseguentemente non si sono tenute le elezioni per la nomina delle nuove cariche sociali. Scaduti i termini del più recente commissariamento, dai primi giorni di ottobre 2019, AeCI è senza un legale rappresentante e versa in una critica situazione gestionale;
è noto all'interrogante che le priorità dell'ente sono tante, visti i notevoli impatti in campo industriale, culturale e sportivo:
adeguamento al regolamento europeo 1139-2018 per ciò che attiene ai nuovi aerei ultraleggeri;
necessità di aggiornare vari dispositivi tecnici operativi inerenti alle manifestazioni aeree nazionali (Opv 19), di pertinenza esclusiva dell'AeCI (legge 29 maggio 1954 n. 340), proporre le modifiche al decreto del presidente della Repubblica n. 133 del 2010 che regolamenta il mondo del volo da diporto o sportivo;
per la sicurezza del volo, si ricordi, che sul territorio italiano, vi sono oltre 12.000 velivoli 'ultraleggeri', oltre ai traffici europei di pari categoria;
da ultimo, un adeguamento statutario a nuove forme di aggregazione che implementino il numero di Enti federati, protezione delle attività aeroscolastiche, allineamento alle disposizioni del Coni;
l'attuale emergenza da Covid-19 e le necessarie limitazioni operative che hanno interessato anche il settore del trasporto aereo hanno reso ancor più critica la situazione di AeCi, che attualmente non in è grado di espletare le sue attività di promozione e supporto all'aviazione civile non commerciale. Mentre scuole di volo, costruttori, manutentori, servizi, aeroclub che ruotano intorno al comparto stanno, in questi giorni, drammaticamente collassando–:
quali iniziative intenda porre in essere affinché l'Ente sia al riparo da condizioni che possano ulteriormente compromettere la sua funzione nel mondo degli sport aeronautici e del volo non commerciale diportistico, con il suo importante indotto sia di natura economica che industriale e di verifica e promozione della sicurezza del volo. 6 Luglio 2020
E' una emergenza: nel 2018, in Germania, ben 158 interferenze tra voli e droni! E' il primo caso tedesco del 2020? Difficile saperlo. Anche se solamente i casi più clamorosi, perchè di interesse per aeroporti “rilevanti” e trovano spazio nei media, probabilmente la casistica degli eventi non è del tutto nota all'opinione pubblica. Le autorità tedesche avrebbero segnalato nel 2018 ben 158 casi, con un incremento dell'80% sull'anno precedente. Il resoconto degli avvistamenti nei pressi delle piste di volo dell'aviazione commerciale del 2019 non è ancora stato notificato, mentre è certo che la flotta dei droni, di varie tipologie, dimensione e pesi, è straordinariamente aumentata.
L'ultimo caso segnalato è dello scorso 1 Marzo. Nella mattinata di lunedì, intorno alle 11.00 è stato un pilota
ad avvistarlo nella zona sud dell'aeroporto. Lo scalo è stato chiuso per quasi due ore. Il traffico in arrivo e partenza è stato paralizzato. Numerosi voli, partenza, sono stati cancellati e/o dirottati.
Le indagini, immediatamente scattate, non hanno potuto identificare il “drone”. Sono “eventi” che rilevano la “fragilità” del sistema radar, nelle aree ATC equipaggiate. Come fronteggiare le problematiche di safety e security associate? Numerosi scali europei e non sono stati interessati dalla segnalazione/presenza di droni ma i risultati sono risultati simili. A fronte del blocco temporaneo dei voli nello scalo interessato, non sono state registrate “presenze” di droni e di eventuali responsabili. 5 Marzo 2020
La casa costruttrice entro 30 giorni potrà presentare un ricorso! E' una multa che si sommebbe a quella di 3.9 milioni di dollari USA per l'installazione di componenti non conformi su 133 Boeing 737 NG, inviata alla casa costruttrice dalla stessa FAA lo scorso mese di Dicembre.
Questa seconda “sanzione” è stata invece trasmessa dalla FAA il 12 Gennaio.
L'anomalia riguarda l'installazione delle guide del sistema slats posizionata su entrambe le ali del “popolare” bigetto Boeing 737 NG.
L'Aviation Administration (FAA) nel dettaglio segnala :”allegedly installing nonconforming slat tracks on approximately 178 Boeing 737 MAX aircraft, which Boeing subsequently presented as ready for airworthiness certification”.
“Slat tracks are located on the leading edge of a Boeing 737’s wings and are used to guide the movement of panels known as slats. These panels provide additional lift during takeoff and landing.
The FAA alleges that Boeing failed to adequately oversee its suppliers to ensure they complied with the company’s quality assurance system. The agency contends that this failure resulted in the installation of slat tracks that were weakened by a condition known as hydrogen embrittlement that occurred during cadmium-titanium plating. The FAA further alleges that Boeing knowingly submitted aircraft for final FAA airworthiness certification after determining that the parts could not be used due to a failed strength test at a third-tier supplier, indicating the presence of hydrogen embrittlement. The FAA alleges that Boeing failed in this instance to maintain its quality system to ensure suppliers adhered to Federal Aviation Regulations”.
La spinosa questione, dopo il blocco a terra della versione Boeing 737-MAX della flotta e la sospensione della linea produttiva, dovrà essere gestita dal nuovo AD Dave Calhoun. 14 Gennaio 2020
I Vigili del Fuoco hanno recuperato il SARP-APR dalla “fontana” della piazza. Le notizie sui “droni” fuori controllo sono spesso rare e scarne. Le news dei media/web ricordano anche un'altro incidente a Venezia nel 2018. Precipitato in Piazza San Marco. Nessun ferito e danni in entrambi i casi, ma quale è la casistica? La sensazione che tra le difficoltà delle indagini sia una realtà misconosciuta e trascurata e/o non compare, con l'imparticabilità di registrarla materialmente e ufficialmente.
L'ultimo caso di Perugia è dello scorso 27 Dicembre e il “pilota” è il classico turista alla ricerca di foto emozionanti dall'alto. Circostanze e traguardi assai frequenti nelle località ad intenso turismo e con conseguente minime. Al più una contravvenzione.
La flotta dei mezzi a pilotaggio remoto, SAPR e droni dal peso di 300 grammi è rilevante, probabilmente maggioritaria in contrappunto ai mezzi, agli strumenti ed alla “cultura” operativa, nei riflessi di safety e security, ancora scarsa. Il turista straniero e quello italiano e/o europeo e/o statunitense come si dovrebbe regolare?
Chi peraltro controlla? Sono state attivate misure e procedure specifiche per fronteggiare, almeno, l'attività “turistica” dei droni?
Il regolamento FAA (Federal Aviation Administratiom), quello EASA-Europeo, quello ENAC (per indicarne solo tre, quando invece ogni Paese) sembrerebbero disporre di una normativa differenziata. Pur perseguendo finalità condivise non sono, ad esempio, al momento del tutto sincronizzati, non equivalenti e coerenti nell'articolato procedurale. Attestati al volo, dispositivi transponder per il controllo remoto, spazi di attività e restrizioni e tante altro.
Quanti sono i droni peso inferiore a 300 grammi in circolazioni, “operativi” e/o acquistati nei picolli e grandi magazzini e/o on-line?
Nello spazio aereo europeo EASA (con oltre 550 milioni di cittadini), negli Stati Uniti (350 milioni) e quasi 2 milioni di droni registrati), in Italia quanti sono stati venduti e registrati? La flotta per attività “ludica-ricreativa-hobbistica” e quella lavorativa del Belpaese è stata “identificata”?
Decisive sono, comunque, le regole che ogni Paese ha attivato. Senza entrare nel dettaglio di ogni singolo Paese, una impresa titanica per chi lo volesse fare, il semplice raffronto delle pagine di un “regolamento” potrebbe rappresentare la realtà “normativa” inquadrata.
Al momento si registrano le 300 pagine del testo FAA-USA, assimilabile a quello EASA, alle 37 di quello ENAC. Regolamenti, tuttavia, in corso d'opera che, nel tempo, dovranno, inevitabilmente, condividere ogni singolo dettaglio e procedura. Verso un definitivo e condiviso “regolamento”.
Ma in attesa di questo ambito traguardo “globale” la realtà quotidiana del traffico dei “droni” deve essere fronteggiato, in ogni Paese e in ogni città: come? 31 Dicembre 2019
Iniziativa, al monento, unidirezionale ed esclusiva! L'agenzia U.S.A. Federal Aviation Administration (FAA) in data 13 Dicembre segnala, come, a seguito della mancata ottemperanza agli standards ICAO ed al programma/procedure della International Aviation Safety Assessment (IASA) ha emanato una circolare nella quale ha assegnato/degradato il Venezuela in “Category 2 rating”.
Il mancato rispetto e/o adozione della “Category 1 rating” da parte dell'ente nazionale del Venezuela, secondo la FAA USA non autorizza il volo delle aerolinee venezuelane negli Stati Uniti.
Al momento, almeno dopo le nostre specifiche indagini, non sono state registrate motivazioni, procedure equivalenti emanate dai restanti Paesi degli organismi internazionali aderenti ad ICAO ed IASA. 14 Dicembre 2019
Dal record dei passeggeri alla svolta safety: Engineered Materials Arresting System. Con due comunicati stampa del 4 e 6 dicembre la SACBO di Bergamo certifica una realtà di 13 milioni di passeggeri, terzo scalo del Belpaese (con prospettive di ulteriore incremento) e l'attivazione di un “bando di gara europeo per realizzare il primo intervento sul lato ovest della pista di volo e disporre del sistema nell’ottobre 2020”.
“L’Aeroporto di Milano Bergamo ha festeggiato per la prima volta il transito del 13milionesimo passeggero dell’anno. Un nuovo record nel trend in crescita del movimento passeggeri, che nel corso del 2019 registra un incremento del 6,5% rispetto allo scorso anno.”
“Tutti i passeggeri in partenza durante la giornata del 6 dicembre hanno ricevuto in omaggio
un cappellino che riporta il logo dell’Aeroporto di Milano Bergamo e la scritta “13 milioni di
passeggeri”, accompagnato da un biglietto in cui si ringrazia di avere scelto di volare dallo scalo
bergamasco contribuendo al raggiungimento dello storico traguardo”.
Ma la svolta tecnico-operativo, prima pista italiana a predisporre uno spazio “Engineered Materials Arresting System-EMAS” e/o area equivalente.
Il comunicato stampa SACBO del 4 Dicembre, infatti, riporta: “ha pubblicato il bando di gara europeo per la fornitura e posa di un letto di arresto, da
realizzare in corrispondenza della testata ovest della pista di volo dell’Aeroporto di Milano Bergamo, comprendente la relativa manutenzione quinquennale.
Il valore stimato dell’opera è di 9,3 milioni di euro, con termine di presentazione delle offerte fissato alla data del 17 gennaio 2020.
La “predisposizione delle aree di sicurezza alle estremità delle due testate.
A seguito della condivisione del programma da parte di ENAC, che ha pubblicato le linee guida relative alla installazione di letti di arresto, SACBO ha avviato la procedura che dovrà portare all’assegnazione dei lavori previsti nella seconda metà di settembre 2020 e consegna e collaudo nel mese di ottobre 2020. Dal momento della installazione, l’aeroporto di Milano Bergamo sarà il primo scalo nazionale a disporre di tale sistema, il terzo tra gli scali con oltre 10 milioni di passeggeri in Europa dopo Zurigo e Madrid.”
Aerohabitat sottolineva l'importanza e l'inderogabilità di tale scelta riportanto una news del Luglio 2018, fondamentale per le piste che non dispongono di una RESA-Runway End Safety Area e/o le aree di sicurezza di fine pista inferiore a 240 metri di lunghezza.
Aeroporti del Belpaese, la RESA inferiore a 240 mt e l'EMAS
La Runway End Safety Area e/o le aree di sicurezza di fine pista senza EMAS! Quante piste italiane dispongono di 240 + 240 metri all'inizio e alla fine pista? Per quale ragione l'ENAC, in assenza di tali spazi non ha ancora richiesto l'adozione dell'EMAS il sistema di frenaggio EMAS (Engineered Materials Arresting System)? L'EMAS all'estremità della testate di pista, nel caso di atterraggio lungo, fuoripista in atterraggio o nel caso di interruzione del decollo,frenerà la sua corsa su una superficie in grado di assorbire l'energia cinetica e quindi di arrestare il velivolo in modo rapido ed evitando pericoli.
L'ENAC con il "Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti" ha introdotto tra i requisiti nazionali, sviluppati per recepire le corrispondenti misure dell’Annesso 14, l’obbligo di costituire anche sugli aeroporti esistenti ed aperti al traffico commerciale, le aree di sicurezza di fine pista, RESA.
Un " adeguamento è richiesto che avvenga indipendentemente dal volume e tipologia di traffico e dal codice di riferimento dell’aeroporto. Per ottemperare a tale requisito di sicurezza, è necessario qualificare le aree adiacenti alle estremità della striscia di protezione (strip), verificandone le dimensioni, la portanza e la assenza di ostacoli, ampliando secondo necessità, i confini del sedime aeroportuale", lo sostiene la Circolare APT 17 dell'ENAC avente come oggetto: Utilizzazione per i decolli di parti dell’area RESA.
ENAC alla voce RESA scrive:
"Area di sicurezza di fine pista (Runway End Safety Area - RESA) Un’area simmetrica rispetto al prolungamento dell’asse pista e adiacente alla fine della striscia di sicurezza, destinata primariamente a ridurre il rischio di danni agli aeromobili che dovessero atterrare troppo corti o uscire oltre la fine pista in decollo o in atterraggio".
Al paragrafo 5.3 Runway End Safety Area - RESA del"Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti " si legge:
"Per piste già realizzate su aeroporti esistenti la lunghezza della RESA deve essere di almeno 90 metri. Negli altri casi occorre predisporre una RESA di almeno 240 metri per piste di codice 3 e 4, e almeno 120 metri per piste di codice 1 e 2.
In occasione di modifiche significative della configurazione interna dell’aeroporto e dei suoi dintorni, o del tipo o livello di traffico ad esso destinato, l’ENAC valuterà la possibilità di estendere la lunghezza minima della RESAad almeno 240 metri per piste di codice 3 e 4, e almeno 120 metri per le piste strumentali di codice 1 e 2.
Di conseguenza il gestore deve adottare procedure per la revisione della lunghezza di RESA, in considerazione di fattori di valutazione del rischio quali:
(a) la natura e l’ubicazione degli ostacoli oltre la fine della pista;
(b) il tipo di aeromobili e il livello di traffico nell’aeroporto nonché le variazioni effettive o previste di entrambi questi fattori;
(c) il verificarsi in passato di atterraggi lunghi e relativi fattori causali;
(d) le caratteristiche di coefficiente d’attrito e di drenaggio della pista;
(e) la disponibilità di aiuti alla navigazione;
(f) la possibilità di prendere delle misure procedurali volte alla riduzione del rischio;
(g) l’impatto complessivo sulla sicurezza di qualsiasi modifica, ivi inclusa la riduzione delle distanze dichiarate.
5.4 Qualora vincoli fisici impediscano la realizzazione di una RESA secondo i requisiti in paragrafo
5.3, possono essere adottate le seguenti misure di contenimento del rischio, che determinino risultati equivalenti a parità di condizioni operative:
(a) migliorare le caratteristiche superficiali delle piste e i sistemi di rilevazione e registrazione delle condizioni di pista, soprattutto in caso di piste contaminate e soggette a precipitazioni;
(b) assicurarsi che vengano comunicate tempestivamente all’equipaggio di volo informazioni accurate e aggiornate su: condizioni atmosferiche, stato generale della pista, tipo di contaminazione, valore dell’azione frenante e quant’altro necessario;
(c) migliorare la conoscenza, registrazione, previsione e divulgazione dei dati sul vento, ivi incluso il “wind shear” e ogni altra pertinente informazione sulle condizioni climatiche;
(d) ridurre la presenza di ostacoli al di là della RESA;
(e) potenziare gli aiuti visivi e strumentali per l’atterraggio (ivi inclusa l’installazione di un Sistema di Atterraggio Strumentale - ILS) per avere un posizionamento dell’aeromobile sul sentiero finale il più vicino a quello ottimale per l’atterraggio;
(f) emanare, di concerto con le compagnie di navigazione aerea, e divulgare in maniera idonea le procedure operative ed eventuali restrizioni, relative alle condizioni atmosferiche avverse e ogni altra procedura aeroportuale significativa;
(g) prevedere idonei sistemi di arresto, tenendo conto degli eventuali rischi connessi al loro impiego;
(h) pubblicare le caratteristiche della RESA sull’AIP.
Ogni altra azione, che gli operatori e i gestori possono assumere di concerto per ridurre i rischi di uscite di pista, è di complemento a quanto elencato in precedenza.
Nelle ipotesi di cui al presente paragrafo, il gestore deve predisporre uno studio aeronautico che, tenuto conto dei rischi connessi alla soluzione tecnica proposta e delle misure di attenuazione del rischio adottate, dimostri l’ottenimento di un livello di sicurezza equivalente a quello definito dai requisiti di cui al para 5.3."
Al punto (g) soprastante ENAC indicato l'opportunità di "prevedere idonei sistemi di arresto, tenendo conto degli eventuali rischi connessi al loro impiego", ma questi non sono stati ancora adottati. Cosa si aspetta, quante piste di volo italiane non dispongono di 240 metri di Runway End Safety Area? 6 Dicembre 2019
Attivata la procedura di emergenza per un atterraggio immediato! L'Airbus 320, immatricolato VP-BLH, con 50 passeggeri e 7 membri d’equipaggio, operava sulla tratta Mosca Sheremetyevo - Anapa sul Mar Nero, volo Aeroflot SU1546, ha richiesto un atterraggio di emergenza a Rostov. E' stato il secondo pilota ad effettuare un rapido l'atterraggio senza, tuttavia, poter salvare il Comandante di 49 anni.
Dopo il malore del pilota e dopo un inutile tentativo di trovare un medico a bordo, inutilmente, nonostante i soccorsi immeditamente intervenuti sottobordo.
L'emergenza per un malore e/o inabilità e/o decesso in volo di uno dei due piloti che solitamente compongono l'equipaggio di condotta di un jet commerciale è abbastanza raro e, comunque, il doppio pilota assicura un regolare atterraggio dell'aeromobile, ancorchè con specifica richiesta e “priorità assoluta” per un atterraggio, dopo una dichiarazione di emergenza.
Entarmbi i piloti, infatti, sono certificati per la condotta “safety” del volo.
La casistica/statistica di tali “incidenti” non è immeditamente disponbile anche se, i “media” hanno riferito di un qualche specifico evento/incidente.
Nel 2019 è deceduto un assistente di volo a bordo di un aeromobile della Hawaiian Airlines che operava da Honolulu a New York. Nel giugno 2018, un infarto ha coinvolto un copilota su un volo Flybe. Oltre 20anni addietro, nel 1996, un comandante su un velivolo della Britannia Airways era deceduto mentre l'aeromobile era in discesa verso l'aeroporto di Malaga. 27 Novembre 2019
L'ennesima versione del “Regolamento” ENAC! Nelle 37 pagime dell'ultimo “Regolamento mezzi aerei a pilotaggio remoto” edizione 3 del 11 novembre 2019, settima formulazione tra versioni e aggiornamenti, sono state previste norme e requisiti per una attività di volo che dovrebbe inquadrare le fondamentali problematiche operative e di security e safety.
La normativa riguarda Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto con massa operativa al decollo minore di 25 kg , le cosiddette operazioni non critiche, quelle con massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg, con decollo maggiore o uguale a 25 kg .
Con gli articoli sulla registrazione e identificazione dell'APR e del “pilota”, lo stesso certificato acustico, la manutenzione del SAPR, l'attestato di Pilota in operazioni non critiche e critiche, al loro addestramento agli APR, alle regole di circolazione e in determinati spazi aerei l'intento è quello di risvolvere gli interrogativi associati a quella che, al momento, appare una sorta di “libera circolazione”, senza, peraltro, una qualche sistematica ed efficace misura per fronteggiarare e monitorare, in ogni dove, tali operazioni di volo.
E' utile ricordare come la flotta dei “droni” sia inquadrata nell’articolo 743 del Codice della Navigazione “Nozione di aeromobile” e “prevede, nella definizione di aeromobile, i mezzi aerei a pilotaggio remoto: “Per aeromobile si intende ogni macchina destinata al trasporto per aria di persone o cose. Sono altresì considerati aeromobili i mezzi aerei a pilotaggio remoto, definiti come tali dalle leggi speciali, dai regolamenti dell’ENAC e, per quelli militari, dai decreti del Ministero della Difesa. Le distinzioni degli aeromobili, secondo le loro caratteristiche tecniche e secondo il loro impiego, sono stabilite dall'ENAC con propri regolamenti e, comunque, dalla normativa speciale in materia”.
L'ennesima formulazione del “Regolamento” sui APR-Droni sarà ultima e definitiva o occorrerrà qualche ulteriore aggiornamento e/o revisione? La materia dovrà comunque corrispondere ad un “monitoraggio” di questa attività “remota” del volo. A chi toccherà censire la flotta operativa e quella di futura acquisizione?
Chi è in grado di garantire un controllo sistematico del volo APR nei centri storici delle città e metropoli e nei pressi di siti a rischio rilevante e nei pressi degli aeroporti/aerobasi? Quali dispositivi radar/elettronici e/o capillari criteri di controlli-diretti-a-vista sono al momento in grado di assicurarlo? Quale soggetto “pubblico-privato” potrà identificare e denunziare il “pilota”?
Sotto i 250 grammi dovranno essere assicurati e sottoposti all'attestato al volo e saranno esentati da criteri sanzionatori? Le domande, al solito, sono tante e le risposte potranno trovare spazio nel corso delle operazioni di volo del prossimo periodo.
La mania del “drone” esige pertanto attestati, perciò addestramento, esami, patente e assicurazione, ma se ai professionisti civili-commerciali si affiancano quelli militari, probabilmente una flotta in grado di assicurare safety e security, nell'universo degli APR dei piloti del settore ludico-ricreativo, degli appassionati di ogni età quali sono le garanzie che questo “Regolamento” le risolve? 16 Novembre 2019
Sarebbero state scoperte crepe e lesioni. Inizialmente le “crepe strutturali-cracks” avrebbero riguardato un velivolo Boeing 737 NG-Next Generation dell'australiana Quantas Airlines. In pochi giorni anche esemplari simili dell'americana Southwest e della low cost Ryanair sono stati messi a terra.
Con l'aggiunta della Korean Air il numero dei Boeing 737 NG bloccati a terra sarebbero circa 50 aerei. Velivoli che – rivelano i media internazionali - avrebbero almeno 10-15 anni di servizio di linea. Dopo una direttiva emanata dalla U.S. Federal Aviation Administration per ispezioni sistematici su velivoli con oltre 30mila/cicli/voli nella zona della forcella “pickle fork-wings attached to the fuselage”.
Al momento sarebbero state identificate “structural cracks” in 38 degli 810 737 NG's ispezionati. In servizio, a livello mondiale, sarebbero operativi 6800 esemplari di questa serie di Boeing 737. 7 Novembre 2019
Nel quadro della vigilanza delle trasgressioni e delle misure precauzionali! A fronte di impegni e workshop la versione italiana del Regolamento Europeo Droni (che dovrebbe essere adottato dal 1 Luglio 2020) sembrerebbe spostato di altri sei mesi.
A fronte del comunicato Stampa n. 64/2019 di ENAC che rileva lil successo derivato dal “Sperimentato con successo il volo di un drone pilotato con lo sguardo”, riportato dal comunicato congiunto “Comunicato ENAC- 3D Aerospazio – DASS” - Presso l’aviosuperficie Aliquirra, ubicata nel Comune di Perdasdefogu, all’interno dello spazio aereo del Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ), la società 3D AEROSPAZIO, socia del Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), ha coordinato nei giorni scorsi le prove in volo di un drone controllato, in tutte le manovre effettuate, dallo sguardo dell’operatore” la normativa specifica .abbisogna di altri approfondimenti.
Problematica di security e safety per il volo dei droni in prossimità di siti sensili, di città e centri storici e negli spazi avio in prossimità di piste di voli civili commerciali e di aviazione generale, quali le ATZ e delle CTR, di aerobasi.
La presentazione di una prima bozza del “regolamento” è stata sottoposta e osservazioni e annotazioni varie. Dal volo diurno a quello notturno.
La Circolare ATM-09 Aeromobili a pilotaggio remoto - Criteri di utilizzo dello spazio aereo del 24/05/2019 riguarda gli APR che svolgono attività in spazio chiuso (indoor), e da palloni utilizzati per osservazioni scientifiche o da palloni frenati; - Aeromodelli; - Aeromobili giocattolo.
In premessa la Circolare ENAC, peraltro, sostiene:
“l crescente impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) ha reso necessario definire degli specifici criteri per l'utilizzo dello spazio aereo (in particolare quello nelle vicinanze degli aeroporti e negli spazi aerei controllati), allo scopo di semplificare le procedure di richiesta da parte degli operatori e di ottimizzare il processo di valutazione e di rilascio del nulla osta da parte dell'ENAC o dell'Aeronautica Militare, a seconda dei casi”.
La realtà operativa di queste attività dovrebbe, comunque, essere notificata e conosciuta non solo dai cittadini del Belpaese, ma anche ai tanti turisti stranieri che utilizzano “droni” per riprese aeree nelle tante località affollate della Penisola.
In attesa della “regolamentazione” conclusiva diventa primaria una attività di esteso controllo del territorio al fine di verificare questo genere di “volo”. Per quanto concerne le safety aeroportuale i media riferiscono dell'accordo sottoscritto tra Inaf (Istituto nazionale astrofisica) e Sogaer (Società di gestione scalo di Elmas). Dallo scorso 31 luglio scorso all’aeroporto di Cagliari avrebbe installato un sistema di intercettazione droni. Un progetto finanziato da Sardegna Ricerche con il bando “Azioni Cluster Top Down”. Attendiamo risultati.
Dalle problematiche di security a quelle di safety! L'attività dei droni in genere, scenari di uso improprio nelle città e nei prossimità degli aeroporti sono in primo piano in questi giorni. In UK nel triennio 2016-2018 ci sarebbero stati 290 casi e in un convegno titolato “Disagi causati dai droni negli aeroporti: Una risposta assicurativa e di mitigazione del rischio", è stato presentato "Airport Conference" (18-20 settembre a Roma), Airport Risk Community (Arc) per valutare prospettive e contromisure. ENAC nel frattempo con il seguente comunicato stampa ha attivato il “Protocollo di collaborazione tra Città di Torino e ENAC per lo sviluppo di tecnologie, servizi e normative nell’ambito dell’utilizzo dei droni”:
COMUNICATO STAMPA ENAC - CITTA' DI TORINO
La Città di Torino e l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, in attuazione del Protocollo d’Intesa siglato tra le due amministrazioni, svilupperanno insieme un’attività di collaborazione per la sperimentazione dell’uso dei droni nell’ambito urbano coinvolgendo il mondo accademico, della ricerca e dell’industria. La collaborazione ha lo scopo di promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo degli aeromobili a pilotaggio remoto e sviluppare nuovi modelli di servizio smart city, a basso impatto ambientale, per migliorare la qualità di vita dei cittadini attraverso l’utilizzo intelligente delle innovazioni tecnologiche emergenti. Il modello validato attraverso l’attività di regolazione dell’ENAC, potrà essere replicato su altre realtà nazionali.
Nell’ambito dell’attività di Torino City Lab (http://torinocitylab.com/it/), che vede la città come una piattaforma aperta alla sperimentazione di soluzioni innovative per la creazione di servizi urbani da parte delle aziende e delle start up, si sono individuate come aree di testing dei droni il Parco Dora (DoraLab) e il parco Stura. Grazie alla collaborazione con Tim e con il Politecnico di Torino – Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale (Dimeas), verranno sperimentate con l’ausilio della connessione 5G applicazioni riconducibili a concetti di smart city che prevedano l’utilizzo di droni. Lo scopo è lo sviluppo di nuove competenze e servizi per migliorare la qualità della vita all'interno delle cittá aumentando il valore economico e sociale del nostro ecosistema. Ma non solo: importante sarà anche la semplificazione delle procedure amministrative e lo sviluppo di un nuovo quadro normativo che supporti l’evoluzione tecnologica e la sicurezza del settore, favorendo il benessere dei cittadini.
“Torino deve continuare a crescere come città laboratorio per lo sviluppo di tecnologie innovative e, a tale scopo, risulta importante l’aver rafforzato la collaborazione con ENAC attraverso la firma di questo protocollo - sottolinea la sindaca Chiara Appendino.
Grazie alla ormai lunga collaborazione con l’Ente nazionale per l’aviazione civile e al forte ecosistema locale costituito da aziende all’avanguardia e da un sistema universitario d’eccellenza, Torino oggi – aggiunge la prima cittadina del capoluogo piemontese - si propone come luogo dotato di spazi idonei e infrastrutture necessarie ad ospitare imprese, startup, centri di ricerca e ogni altra realtà che si ponga l’obiettivo di progettare, sviluppare e testare servizi, modelli, tecnologie, prodotti innovativi e di offrire nuove opportunità”.
"L’accordo con il Comune di Torino - ha commentato il Vice Direttore Generale dell’ENAC Alessandro Cardi – rappresenta un’occasione per costruire nuovi modelli cooperativi tra l’Ente e le amministrazioni locali per l’affermazione di attività innovative e di sperimentazione. Tale contesto è essenziale per l’attuazione pratica dei recenti indirizzi emersi in ambito europeo, Commissione e EASA, per lo sviluppo dei servizi di mobilità con droni in ambienti tipo “smart city”.
Torino sarà dunque un osservatorio privilegiato per valutare gli adeguamenti normativi che rispondano allo sviluppo tecnologico del settore e fornirà un supporto allo sviluppo di servizi innovativi capaci di generare opportunità di lavoro nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto. L'ENAC potrà inoltre, se ne verificherà le condizioni, contribuire al finanziamento di progetti approvati dalla Commissione tecnica di valutazione delle candidature alla sperimentazione nella “Drones testing area” DoraLab, commissione in cui sarà presente un suo rappresentante. 18 Settembre 2019
Perché il bigetto della Smartwings non è atterrato nel primo scalo disponibile? Lo scorso 23 Agosto il Boeing 737-800, immatricolato OK-TVO, operava sul volo QS-1125 da Samos (Grecia a Praga (Cechia) con 170 persone a bordo e, dopo aver “spento” per una qualche avaria uno dei due propulsori CFM56, in numero 1, ovvero quello di sinistra, ha proseguito il volo fino a destinazione per altre 2 ore e 20 minuti.
Quale la ragione di tale scelta operativa quando una situazione di “emergenza”, il volo con un solo motore, non è atterrato sul primo aeroporto disponibile?
La supposta “avaria” al propulsore sarre occorso a FL 360, 36mila piedi, nel mare Egeo a circa 100 miglia a nord di Atene. Il Boeing 737-800 dopo essere disceso ad una quota di bvolo di FL 240-24milapiedi, ha invece proseguito il volo, senza ulteriori conseguenze, per la destinazione finale originaria. Nel corso della crociera l'equipaggio avrebbe tentato, due volte, il “restart” del propulsore. Lo stesso Boeing 737-800, dopo l'atterraggio e dopo un intervento di manutenzione durato 17 ore ha ripreso l'attività di volo.
Per quale ragione l'equipaggio ha operato in difformità agli standards operativi internazionali. Il controllo del traffico aereo greco, ungherese e austriaco sono stati informati dell'emergenza in corso? I passeggeri erano stati informati della realtà operativa esistente?
Inquadrare il costo di una “emergenza”, di un atterraggio su un extra scalo, della cancellazionedi un volo e dell'assistenza ai passeggeri, delle riprotezioni, delle priorità e delle scelte di marketing, della gestione dei ritardi, degli obiettivi aziendali, dei livelli di safety dichiarati e perseguiti dalle aerolinee e della professionalità dei piloti è sicuramente una analisi decisiva in questo contesto di liberalizzazione dei voli, dei sistemi tariffari delle low cost e dei vettori delle ex-compagnie di bandiera. Ma sono indagini che spettano le agenzie di sicurezza e di analisi del sistema aviation, quali ICAO, EASA ed ENAC in Italia. Quali infrazioni sono avvenute sul volo QS-1125? Quale autorità nazionale e/o sovranazionale dovrà, intanto, indagare su tale “volo” e sul comportamento dei piloti? 28 Agosto 2019
Era domenica 25 Agosto, tre le vittime! Era decollato dall'aeroporto Lausanne-La Blécherette Airport (QLS/LSGL), Canton Vaud, intorno alle 9 del mattino con destinazione (non precisata) in Italia quando dopo circa 90 minuti, mentre volava, probabilmente, alla quota di crociera, ad una altezza di 2000metri, il velivolo Piper PA-28 RT 201 Arrow IV marche G-BVDH, ha sbattuto in prossimità del Simplon Pass, in territorio svizzero. Vittime i tre occupanti del volo. I soccorsi hano potuto solo riscontrare l'incendio dei rottami del velivolo. L'agenzia investigativa svizzero sulla sicurezza (SISI) ha aperto la rituale inchiesta. 27 Agosto 2019
Domenica 11 Agosto: Lignano Sabbiadoro-FVG. Come tradizione la Pattuglia Acrobatica Nazionale, ha presentato a Lignano il classico air show estivo. Davanti a quasi 200mila persone le Frecce Tricolori hanno svolto le loro acrobazie nel corso di due ore. Ma tra questi occhi, telecamere, telefonini puntati sui 10 velivoli MB 339 PAN, Team Paracadutisti, il Team Audace e sette paramotoristi, l’elicottero di soccorso HH139 e i Flying Donkeys ecco spuntare un drone.
Avrebbe volato indisturbato ad una altezza pericolosa (500 metri?) prima che potesse essere individuato l'autore di questa inattesa e imprudente incursione. Probabilmente senza alcuna autorizzazione. Alla fine sarebbe stato rintracciato un giovane polacco, anche in possesso di un qualche brevetto di volo.
E' la prima volta che avviene e/o è la prima scoperta di attività di volo incrociate? Bisognerà indagare e impedire che questo possa ripetersi. La 59esima stagione acrobatica Pan, la 29esima della riviera friulana ha svelato problematiche di security e safety che dovranno essere gestite preventivamente, in ogni manifestazione aerea e non aerea. Ma come, intanto, deve essere classificato tale “evento incidentale a livello di safety aeronautica? 13 Agosto 2019
Sono “presenze” in costante incremento! Nel breve arco della chiusura dello scalo, terzo in Europa per traffico, nella mattinata di giovedì 9 Maggio sarebbero stati cancellati 143 tra partenze ed arrivi e 48 aeromobili sono stati dirottati, per un coinvolgimento complessivo totale di 1.550 voli.
Erano 08.15 locali quando è stato avvistato un drone di di 1,5 metri di diametro.
E' stato un portavoce di Fraport, società di gestione dello scalo, a comunicare il blocco dei voli nella mattinata del 9 Maggio. Il drone sarebbe stato localizzato (???) nello spazio aereo dell'aeroporto e la sospensione dell'attività di volo è stata di 45 minuti totali.
L'ennesimo “avvistamento” di UAS, UAV, APR, droni, sia esso incidentale e/o consapevole (ludica e/o determinata) costituisce una costante minaccia e/o pericolo per il sistema aereo.
Se in Italia nel 2018 sono stati registrati/segnalati 60 avvistamenti, in Germania sarebbero stati 158. Con un incremento, in Germania, dell'80% sul 2017.
I ripetuti episodi di avvistamenti e non già di rilevamenti diretti per mezzo di radar, perciò in grado di verificarne la rotta, la quota e la dinamica del volo per risalire all'autore del controllo “remoto”, fanno emergere una costante minaccia per il trasporto aereo.
Allo scalo di Londra- Gatwick, dopo ripetuti eventi “avvistati” era stata anche anche promessa una ricompensa di 50mila sterline per chi avesse segnalato eventuali autori. Nessuna svolta!
E' accaduto in Gran Bretagna come in altri Paesi europei ed extra ma la realtà è sempre la stessa: come individuare tali “presenze” incombenti? Dati della Germania riportano come nel solo mese di Marzo 2019 – dai media – l'avvistamento di droni avrebbe causato la sospensione di 1439 voli.
Nel 2018 per esempio il German Air Traffic Control (DFL) ha registrato 125 avvistamenti. Di questi (31) a Francoforte, Berlin-Tegel (17), Monaco (14) e Amburgo (12). Nel 2017, erano stati registrati “avvistamenti” per un totale di 88 episodi, nel 2016 erano stati 64.10 Maggio 2019
Dal Rapporto Informativo ANSV 2018, incremento degli “avvistamenti”! Come chiamarli? Mezzi a pilotaggio Remoto, Aeromodelli a Pilotaggio Remoto come avviene in Italia, Unmanned Aircraft System (UAS) per l'ICAO. Ma spesso, tuttavia, chi acquista “droni” di qualsivoglia dimensione e peso, non ha una conoscenza effettiva delle regole, delle restrizioni e modalità consentite dell'uso. E' una ipotesi reale? Per quale attività, professionale e/o ludica (ricreativa e sportiva) sono acquistati i droni?
E' comunque certo che la loro “pericolosità” nell'intorno di un aeroporto e/o lungo le traiettorie di decollo e di atterraggio è valutata in rapporto alla loro presenza ed alle segnalazioni di loro eventuali presenze. I radar di ENAV sono in grado di rilevare la loro presenza e la distanza dagli aeromobili? Di verificare eventuali mancate collisioni. Qualora i “radar” non sono in grado di identificarli e/o perlomeno sono in grado di registrare sui loro schermi, peraltro a quote basse, esclusivamente “droni” di grosse dimensioni, di quale casistica/statistica sul rischio reale di droni si dispone? Sono dati storici e progressivi relativi alle annate più recenti?
Il Rapporto ANSV 2018 alle voce “droni” presenta un resoconto delle “segnalazioni”. Otto riporti per l'aeroporto di Napoli-Capodichino, cinque eventi per Roma-Ciampino, quattro per Milano-Linate, un singolo caso a Bergamo-Orio al Serio, quattro a Torino-Caselle, uno singolo a Lamezia Terme, otto a Roma-Fiumicino. Altri eventi segnalazioni-singole, per San Sepolcro-Arezzo, Roma Urbe, Cagliari, NIL, Nettuno, Treviso Bologna, Catania, Bari, Catania, Trento, Cervia, Rovereto, Verona. Due casi a Venezia, Padova. Sei casi nella ACC di Milano. Altri quattro eventi a Bolzano. Due a Malpensa.
Ma sono state segnalazioni di incidenti-inconvenienti rilevati a “vista” da piloti in volo e/o da osservatori al suolo. Al loro “avvistamento” non corrisponde una reale identificazione dei tipo di “drone” e dell'autore, del soggetto responsabile di tale audacia, di irresponsabile comportamento e/o di una eventuale consapevole e premeditata operazione.
Ecco il punto chiave. Dopo il blocco dei voli su scali inglese e italiani la questione preliminare quanto decisiva è sempre la stessa. Come rilevare la presenza dei “droni” con criteri di identificazione immediata e sistematica? Chi è in grado di rilevare un potenziale “pericolo per la sicurezza dei voli”? Come mappare l'attività dei voli commerciale e quelli della cosiddetta aviazione generale?
Il Rapporto informativo ANSV 2018 ha rilevato un incremento nel numero degli “avvistamenti”. Il 30,4% sul 2017. Con le aree/zone di Roma, Milano e Napoli interessate da un numero rilevante di segnalazioni. Ma sono stati solo “avvistamenti” e l'interrogativo da porsi è ancora una volta lo stesso, quale è la realtà effettiva. A quanto ammonta, inoltre, la flotta dei droni, professionali e ludici, in Italia? Quanti sono i “piloti” qualificati e quanti i dilettanti che operano senza alcuna certificazione ufficiale?
Una svolta nelle politiche di gestione dei droni, potrebbe emergere dalla Conferenza EASA relativa alla “DRONES AMSTERDAM DECLARATION - 28 November 2018”, le cui conclusioni sono state le seguenti:
“The conference recognised the good progress made in establishing a common European drone services market. The European institutions and industry are urged to continue their work. In particular, the conference urges that priority be given to:
1. Providing support to Member States in the implementation of the European drone regulations;
2. Developing, in close cooperation with Member States and all stakeholders, an institutional framework for a competitive U-space services market and how drones need to be operated in the Single European Sky;
3. Developing European product standards for drones and of other standards to meet the European performance requirements taking into account the global dimension;
4. Supporting cities in their efforts to provide a fertile ground for innovative multimodal solutions integrating the 3rd dimension into their urban planning processes;
5. Developing communication and promotion material for information campaigns to all drone users and other actors involved in drone operations such as local authorities;
6. Further enhancing the European U-space Demonstrator Network to speed up the opening of the drone services network;
7. Investing in the necessary research and development activities that are a key enabler for the growth of safe, secure and green drone operations in Europe”. 8 Maggio 2019
In attesa di sistemi radar anti-UAV operativi! Dopo all'aeroporto di Londra Gatwick, era toccato a Heathrow, poi Newark negli USA adesso è toccato all'aeroporto di Dubai. Ancora una volta la presenza di droni non identificati aveva causato il blocco dei voli. Per numerose ore (2/3 giorni) a Gatwick e sola qualche ora negli altri scali, ma l'interrogativo di fondo è sempre lo stesso: come prevenire ed identificare l'eventuale trasgressore e/o sabotatore dei sistemi di safety e security in ogni aeroporto civile e militare del Pianeta Terra. Se negli USA “the FAA due to reports of drone activity north of the airport earlier this evening. We’re coordinating with the FAA & fully supporting all federal law enforcement authorities as they investigate this incident” - Newark Liberty Airport (@EWRairport) alla fine di gennaio 2019 hanno nel breve periodo maturato una iniziativa decisiva, ancorché, non preliminare per evitarne la presenza e/o l'immediata rimozione dell'insidia. La FAA USA, infatti, sarebbe intenzionata ad una immatricolazione sistematica di ogni drone.UAV (Uav, unmanned aerial vehicle-aereo senza pilota a controllo remoto), in vendita nei tanti supermercati e/o direttamente dai produttori.
La registrazione della flotta dei droni che sarà venduta in futuro, ma probabilmente anche degli UAV in circolazione, potrà restringere il rischio-droni in libera uscita. Ma come monitorare l'intorno di tutti gli aeroporti, piccoli e grandi, se non con “radar” attrezzati allo scopo? Il rischio sicurezza-security-safety, infatti, dovrà fronteggiare non solo i “buontemponi” che utilizzano in maniera un po' troppo spensierata e spregiudicata, gli UAV, ma anche le minacce dell'impiego dei droni con piccoli ordigni a-bordo.
La notizia che l'azienda russa Kalashnikov avrebbe in cantiere la produzione di una tipologia di droni identificati con la sigla Kub, in grado di colpire con estrema precisione obiettivi “militari” non può che devastare scenari e prospettive nella stessa safety aeroportuale. E non solo!
Droni russi che sono già stati chiamati come UAV kamikaze e/o suicidi. In Turchia intanto sono stati annunciati droni identificati com Alpagu, Kargu e Togan, con obiettivi di sorveglianza (STM Engineering Technology Consultancy-13mo International Defence Industry Fair, Instanbul).
Fronteggiare eventuali droni kamikaze ed anche droni fuoricontrollo e in prossimità delle piste di volo e/o altrove, che potranno essere colpiti e abbattuti in volo è sicuramente una operazione rassicurante. L'immediato interrogativo comunque si impone. Chi potrebbe identificare questi droni? Si spera forse di avvistarli a vista e/o di inquadrarli con un sistema radar avanzato? Siamo, quindi, ancora al punto di partenza: come sorvegliare gli spazi aerei sotto controllo in prossimità delle piste e/o altrove? 19 Febbraio 2019
In Italia sono ben 22 gli scali senza un sistema di sghiaccamento – NIL! Ma quali sono, in realtà le responsabilità del DG Marco Franchini Direttore generale della società che gestisce gli scali aerei di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie? Se solo l'aeroporto di Bari ha disponibile H 24, ovvero per l'intero arco delle 24 il sistema di de-icing, quali sono le sue reali colpe? In fondo le aerolinee ed i piloti sono a conoscenza che atterrando sugli scali di Brindisi, Foggia e Grottaglie, l'eventuali operazioni di de-icing e anti-icing non non sono praticabili quale alternativa hanno?
Nessun dubbio, dovrebbereo aspettare lo sghiacciamento “naturale” delle superfici alari, della cosa e dei motori e del sistema carrello con inevitabili ritardi dei voli. Quale alternativa è quindi possibile? L'utilizzo dei secchi d'acqua a 60°, probabilmente non lo è. E, infatti, ENAC aprendo un'inchiesta specifica sulla procedura adottata avrebbe rutenuta tale operazioni “anomala”.
Il DG M. Franchini avrebbe deciso di dimettersi dall'incarico, probabilmente, a seguito della vicenda che ha coinvolto il Boeing 737 Ryanair lo scorso 4 Gennaio 2019, ma la questione non è risolta. Nè sull'aeroporto brindisino e neppure su altri 21 aeroporti del Belpaese che non hanno la disponibilità del sistema de-icing come un Veetergaard Elephant sbrinatore mobile, Kilfrost sbrinatore ABC 3 tipo fluido o qualche mezzo-tecnica-procedura equivalente.
In realtà il sistema aeroportuale italiano è attrezzato e non (NIL- No Item Listed)) con procedure chiamate “de icing” e non è chiaro se gli scali nei quali il sistema di rimozione disponda di entrambe le procedure indispensabili a fronteggiare “il ghiaccio e la neve depositate sulle superfici alari e propulsori e altro”, ovvero su:
- deicing è - la rimozione di ghiaccio, neve, brina o pioggia mista a neve;
- anti-icing (antighiaccio) - trattamento successivo al de-icing con lo scopo di prevenire la formazione di ghiaccio o eliminare gli effetti delle precipitazioni nevose - holdover time - sul velivolo fino al momento del decollo. Due processi operativi predispoti in seguenza e/o in parallelo (one-step) e/o (two-step).
L'interrogativo da porre rimanda quindi all'autorizzazione ai voli su scali nel quali le previsioni meteo rimandano alla formazione di ghiacco e nevose e temperature esterne inferiori a zero gradi. Chi né ha la responsabilità? Il vettore aereo, ad esempio, che non deve atterrare la sera prima, il pilota che deve ritardare il volo e/o ENAC che autorizza gli atterraggi?
v'anomala procedura delle “secchiate d'acqua calda” ha inciso sui livelli di sicurezza del volo? É una materia sulla quale ICAO - Annex 6 non ha alcun dubbio:
“Operation of Aircraft, Part I — International Commercial Air Transport — Aeroplanes
References to ground de-icing/anti-icing are in Part I, 4.3.5.4 with a requirement for de-icing/anti-icing treatment and inspection prior to take-off in suspected or known ground icing conditions:
4.3.5.4 A flight to be planned or expected to operate in suspected or known ground icing conditions shall not take off unless the aeroplane has been inspected for icing and, if necessary, has been given appropriate de-icing/anti-icing treatment. Accumulation of ice or other contaminants shall be removed so that the aeroplane is kept in an airworthy condition prior to take-off. Note.- Guidance material is given in the Manual of Aircraft Ground De-icing/Anti-icing Operations (Doc 9640)”. 14 Gennaio 2019
Il nuovo “system drone control” ha un costo di circa 6 milioni/euro! La situazione a Londra - Gatwick ed Heathrow si sta risolvendo, i gestori aeroportuali hanno in corso l'acquisizione del sistema anti-drone “brevettato” dalla tecnologia israeliana.
Dopo la cancellazione di circa 1000 voli nell'arco di due giorni per l'avvistamento di due droni, con oltre 140.000 passeggeri interessati in solo 36ore da questo taglio dei voli, nelle giornate del 20 e 21 Dicembre 2018, ma chi aveva avvistato quei due droni? In realtà i media sostengono che ben 113 testimoni hanno dichiarato di averli visti, ma chi erano: solo cittadini che da terra hanno “avvistato” i due droni. Radar ATC di volo e lo stesso sistema “militare” della Royal Air Force UK installato per la circostanza non hanno, invece, “tracciato” i due droni. Ecco quindi che dopo il fallimento del “Ministry of Defence” e della Royal Air Force Regiment ecco la svolta: con un costo di circa 6 milioni di euro adesso i due scali londinesi, maggiori aeroporti inglesi ora sarebbero protetti da ulteriori “incursioni” di droni. Il sistema “israeliano” sarebbe in grado di identificare qualsivoglia drone nel raggio di parecchie miglia dalla pista con l'ausilio di una serie di quattro radar a 360°.
I responsabili dei due scali londinesi hanno affermato che “new anti-drone defences” assicurano quello che il loro obiettivo:"The safety of our passengers and colleagues remains our top priority.”
Ma quali le aspettative dei restanti aeroporti inglesi e/o europei e/o italiani? Quali le garanzie e tutele per i passeggeri ed equipaggi in volo e quali precauzioni preliminari per i cittadini sottostanti alle rotte di decollo ed atterraggio alle piste? Gli aeroporti del Belpaese e le misure e procedute attivate da ENAC e gestite nell'intorno degli aeroporti possono rassicurare cittadini, passeggeri ed equipaggi di volo e/o è indispensabile investire 6 milioni di euro per ogni scalo e aerobase della Penisola? 5 Gennaio 2019
Tra livelli di safety e security si pone il “cosa fare”! Imbarazzo generale a cinque/sei giorni della paralisi dei voli per la presenza dei due droni in prossimità della pista del secondo scalo della Capitale Inglese. Sono state rilasciate le due persone arrestate e imputate d'aver gestito i due droni che hanno paralizzato per almeno 48 ore i gestori dello scalo.
Alla ricerca del colpevole/i il dispiegamento delle forze di sicurezza attivate, alla fine, senza altre opzioni investigative, hanno offerto 55mila/euro per coloro in grado di formire informazioni utili a risolvere la questione: che ha gestito l'operazione droni, da dove e con quali modalità? Ben 140mila passeggeri hanno subito dirette conseguenze per la cancellazione dei voli, intaccando i livelli di security attivati nel sistema aeroportuale e di safety lungo le rotte di decollo ed atterraggio.
Quale insegnamento trarre dal “pasticcio” inglese su Gatwick.
Prima o poi, probabilmente, gli autori colpevoli, saranno identificati (speriamo!) ma come assicurare safety e security adeguate al sistema aeroportuale UK, Europeo e di ogni altro Paese? Ma a chi, intanto, attribuire l'operazione droni in libertà sui cieli intorno alla pista londinese? Sono eco-warriers e/o criminali con motivazioni terroristiche correlate alla “guerra” in atto organizzata da gruppi isolati e minori?
Quali sono intanto le procedure predisposte da EASA per fronteggiare il rischio dei droni?
Con la UK fuori dall'Europa per la Brexit le misure potrebbero essere diversificate, ma il punto è, comunque, sempre lo stesso: cosa fare?
Lo scenario di una impotenza di fronte alla liberalizzazione dell'utilizzo dei droni in barba alle normative vigenti appare verosimile.
Erano forse droni fantasma? Anche se i rottami di un drone sarebbero stati rinvenuti nell'intorno della pista. Testimonianze descrivono un ciclista con luci fluorescenti e di un grosso drone anche se gli investigatori non sembrano escludere nessuna pista. Ma dopo la cancellazione di quasi 1000 voli l'episodio ha innescato allarme per i restanti aeroporti europei. La normativa-legge che impedirebbe l'utilizzo dei droni fino a 1000 metri da una pista di volo ed a quote superiori a 120 metri non rappresenta una misura invalicabile. Anche perché è indispensabile attivare tecniche, strumenti e procedure per identificare preventivamente eventuali, ipotetici, trasgressori.
Un scenario che, anche se un ultim'ora news sostiene che in realtà non ci sarebbe stato nessun drone, anche a fronte di una settantina di segnalazioni a riguardo, non risolve la questione ed i rischi ed interrogativi concernenti i droni in prossimità delle piste di volo: siano essi minori, civili-commerciali e/o militari. 25 Dicembre 2018
La presenza di due droni ed una irrisolta emergenza! L'avvistamento di due droni in prossimità delle piste, il primo riscontro è avvenuto intorno alle 21.00 locali di giovedì 19 Dicembre e tre minuti dopo l'aeroporto è stato immediatamente chiuso al traffico. E' stato riaperto nella nottata, alle 03.00 locali del 20 Dicembre per essere di nuovo interdetto al traffico civile-commerciale alle ore 03.45 locali. Era stati di nuovo rilevati. La loro presenza incombente e le operazioni di ricerca ha impegnato i responsabili dello scalo. Una breve riapertura dell'attività sarebbe avvenuta alle 07.00.
Alle 11.45 locali è stato emanato il seguente, sintetico, comunicato:
“All flights remain suspended from Gatwick today, due to ongoing drone activity around the airfield. There is significant disruption, as a result of what appears to be a deliberate attempt to disrupt flights.”
Ma come e chi ha identificato questi due droni? E' stato un avvistamento visuale di un pilota in decollo e/o atterraggio e/o sono stati osservati come tracciati da un radar di area e non sono, comunque, localizzati in altezza e posizione: era una quota fissa con una direzione prestabilita. Piuttosto stavano filmando-fotografando l'aera aeroportuale e/o i percorsi dei velivoli in decollo con varie destinazioni?
Insomma gli interrogativi che possono essere posti sono innumerevoli, probabilmente, infiniti. Ma chi, inoltre, operava e/o controllava-guidava i due droni? Erano solo due?
Sono considerazioni che implicano non solo risposte, ma oltre alle preoccupazioni riguardanti i livelli di allerta nel sorvolo e/o presenza dei droni in prossimità dei sistemi aeroportuali inglesi, di altri Paesi e del sistema di monitoraggio presente nelle vicinanze delle piste di volo della Penisola.
ENAC ed ENAV quali misure a tutela delle operazioni di volo hanno predisposto nella rete degli aeroporti civili-commerciali, di aviazione generale e delle aerobasi insediate?
“Media statement as of 09:15 Thursday 20th December:
Gatwick Airport’s runway remains closed and all flights are currently suspended following reports of drones flying over Gatwick’s airfield last night and this morning. There is significant disruption at Gatwick today and we are prioritising the welfare of those at the airport by deploying staff into our terminals to look after people as best we can.
We are working hard with our airlines to get information to passengers but would advise anyone booked onto flights from Gatwick, or meeting arriving passengers, not to travel to the airport without checking the status of the flight with their airline. We apologise for the continued inconvenience, but the safety of all passengers and staff is our first priority.” 21 Dicembre 2018
Lo spazio aereo superiore, inferiore e aeroportuale sotto esame! Sono eventi che talora possono accadere, il punto è che occorre capirne l'origine di tali avarie-malfunzionamenti-guasti: Il black-out del sistema radar del centro di controllo d'area (Acc) di Milano-Linate, il 19 Ottobre, mentre era in corso una visita dell'amministratore delegato di Enav Roberta Neri. In relazione a tale “avaria” il senatore Francesco Maria Giro (FI) ha presentato la sottostante interrogazione parlamentare.
La rete radar ENAV dello spazio aereo italiano è rappresentato da un sistema di controllo costituito da 12 radar secondari, 9 primari per il controllo del traffico in rotta, 18 radar primari e 18 secondari per il controllo delle fasi di avvicinamento. Per il controllo sulla superficie aeroportuale sono presenti 10 radar di terra e 3 sistemi di multilaterazione. Sono tecnologie indispensabili e che devono essere, necessariamente, verificate nella loro funzionalità e operatività.
"Al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:
come denunciato dalle diverse rappresentanze sindacali del trasporto aereo, nella mattinata di venerdì 19 ottobre 2018, si è verificata l'ennesima avaria, la quarta del 2018, in una sala operativa di Enav, questa volta nel centro di controllo d'area (Acc) di Milano;
Enav svolge un servizio pubblico e lo esercita in regime di concessione sulla base di un contratto di programma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
lo Stato è responsabile del controllo della prestazione sicura ed efficiente di servizi di navigazione aerea e dell'osservanza delle norme comuni stabilite a livello internazionale ed europeo;
Enav è stata oggetto nel 2016 non solo di una privatizzazione, ma anche di quotazione in borsa (unico caso al mondo nel settore);
il piano aziendale della società per gli anni 2018-2022 sembrerebbe prevedere la riduzione da 4 a 2 dei centri di controllo presenti in Italia, con la riorganizzazione di quelli situati a Brindisi e Padova;
come sottolineato dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo in due interrogazioni presentate al ministro in indirizzo (4-00455 e 4-00660), alle quali non è stata data, ad oggi, alcuna risposta, è indispensabile che Enav dimostri che la primaria finalità della sua missione, designata dalla legge, dai regolamenti e dal codice della navigazione (di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 327, e successive modificazioni e integrazioni), è quella di garantire la sicurezza, la regolarità ed efficienza dei servizi erogati, attraverso una coerente gestione del rischio dell'attività di missione;
le stesse sigle sindacali, nel comunicato, hanno chiesto che 'si inizi a parlare seriamente meno di trading e di finanza e più di training ed investimenti su personale e macchine',
si chiede di sapere:
se sia stata fornita evidenza da Enav che gli incidenti di disponibilità dei sistemi verificatisi negli ultimi anni, da ultimo quello di Milano, con conseguenti significative interruzioni, abbiano ricevuto un'effettiva ed efficace analisi delle cause originarie;
se al ministro in indirizzo risulti che il management aziendale abbia messo in atto tutte le iniziative utili al perseguimento degli obiettivi istituzionali, quali la sicurezza, e non sia invece subalterno alla sola logica dei dividendi (100 milioni di Euro in due anni) con una conseguente ricaduta positiva nelle retribuzioni personali;
se sia a conoscenza del nuovo piano industriale dell'Enav e della riorganizzazione in macrostrutture e se non ritenga che i maggiori profitti assegnati agli azionisti rischino di sottrarre risorse per la sicurezza di volo;
se la presenza di rappresentanti del dicastero nel consiglio di amministrazione di Enav risponda a logiche esclusive di presidio del pubblico interesse o viceversa configuri un palese conflitto di interessi fra ente vigilante (ministero) e ente vigilato (società) così come sembra per la presenza nell'organismo sociale del vicecapo di Gabinetto del ministro al suo secondo mandato, ciò pregiudicando una trasparente attuazione del piano industriale stesso". 27 Ottobre 2018
Ma l'alcooltest e sistematico e/o occasionale? Quali le cause? Il caso del volo Blue Panorama Tirana – Bologna di sabato 22 Settembre rappresenta una vicenda del tutto anomala? I media hanno riferito con criteri del tutto poco interpretabili. E' stato un evento straordinario o “ancora una volta un pilota presentatosi in stato di ebbrezza prima di salire sull'aereo che avrebbe dovuto pilotare”?
I 200 passeggeri hanno potuto arrivare a destinazione con cinque ore di volo, solo dopo che l'aerolinea ha potuto sostituire il comandante spagnolo di 47 anni del vettore italiano.
Sarebbe stato lo stesso equipaggio del volo delle 07.00 BV2229 – Boeing 737 – 800 a denunciare lo stato “alterato” del pilota.
Solo in seguito il comandante E.L. sarebbe stato sottoposto ad un alcooltest: risultato positivo, inseguito sarà indagato a piede libero.
Quale è situazione la realtà, lo status professionale sui voli di linea?
All'epoca del caso del co-pilota Andreas Lubitz, suicida sul volo Germanwings del 2015 i media avevano descritto e argomentato sull
a salute mentale dei piloti dei velivoli.
Lubitz aveva superato i test medici e psicologici. Anche gli screening periodici non aveva rilevato alcunché. Il volo Germanwings 9525 , Airbus 320-200 sulla tratta Barcellona Düsseldorf schiantato al suolo con 150 persone a bordo per l'azione deliberata non è, tuttavia, un caso isolato.
Negli anni 1995-2015 negli USA 24 piloti – sostiene FAA – su sarebbero tolri la vita in volo, 23 di questi avrebbero schiantato velivoli al suolo.
Dopo la vicenda della Germanwings sarebbe stata pianificata una maggior attenzione sulla salute e sul comportamento sociale dei piloti. Se la causa principale di questi suicidi potrebbe essere la depressione, quale invece la motivazione per un pilota che va in volo ubriaco?
La stanchezza dei piloti, i turni di volo, le pressioni operative rappresentano questioni che vanno analizzate e verificate. E', forse, indispensabile, adottare e attivare test psicologici prima dei voli?
La Eurocockpit Associationè, sindacato di circa 38mila piloti europei identifica nella a stanchezza fisica dei un problema "comune, pericoloso e poco studiato" in tutto il continente. Quasi la metà (dal 43% al 54%) dei piloti intervistati in Gran Bretagna, Danimarca, Norvegia e Svezia ha ammesso di addormentarsi senza volerlo durante il volo. Ben quattro su cinque piloti rivela di sentirsi molto stanchi durante le operazioni di volo. In Gran Bretagna un terzo dei piloti, si sarebbe svegliato in volo – per turno di riposo - scoprendo che anche il co-pilota a fianco stava dormendo. I piloti tedeschi avrebbero dichiarato di aver compiuto errori operativi causati dalla stanchezza. Quanti casi di piloti ubriachi a bordo sono stati registrati negli ultimi vent'anni? ENAC, EASA ed FAA hanno statistiche a riguardo? Gli interrogativi sul volo Malaysia Airlines 370 e sull'ipotesi di un suicidio in volo, comunque, è ancora un rebus. 25 Settembre 2018
Ma in Italia professionisti e hobbysti si registrano? E sono, magari, anche assicurati? Da una lato questa estate 2018 registra l'intenzione della FAA di modificare la classificazione dei droni Uav (Unmanned aerial vehicle, aerei senza pilota a controllo remoto), da un altro è ancora in rilievo l'urgenza di registrare la flotta italiana di UAV-UAS del peso superiore a 300grammi. Quanti lo hanno fatto? Se gli hobbysti possessori e/o operativi con la flottiglia sotto 300 g sono esentati i ”patentati e/o attestati” da ENAC per sotto/sopra i 25 kg dovrebbero essere sicuramente certificati.
Le autorità aeronautiche di ogni Paese devono fronteggiare una realtà di flotte di droni, probabilmente, ben superiore a quella stimata.
Registrare droni-APR-SAPR-UAS-UAV al costo di 5 euro in Italia/5 dollari negli USA con una procedura semplificata dovrebbe rendere l'operazione immediata e scontata. Avviene?
Ma è indispensabile “registrarsi" prima di qualsiasi operazione di volo? Magari anche, “assicurarsi”, come pilota e/o per la singola unità APR-SAPR?
L'operatore che magari è anche l'acquirente del “velivolo” deve dichiararlo a ENAC via e-mail, via web, con la documentazione necessaria da allegare. La procedura è sicuramente attiva ma appare decisivo sapere quanti “piloti e velivoli” sopra e sotto 300g siano stati stimati e la popolazione degli attestati-patentati sopra sotto 25kg lo abbia fatto o abbia in corso tale riscontro: la registrazione. Qualora la flotta operativa sia stata catalogata e disponga della targhetta identificativa quale è la flotta italiana?
L'operazione di registrazione di base può essere ritenuta, quella avvenuta, completata? Quali sono i numeri dei droni in circolazione e degli attestati/brevetti? Altro storia riguarda invece la consistenza dei APR-SAPR in circolazione, magari anche identificando la flotta civile-commerciale da quella militare italiana e non. Quanti sono i soggetti che hanno sottoscritto una qualche “assicurazione” e quanti la devono ancora “firmare”. 15 Settembre 2018
Sopra e sotto 25kg, ma sopratutto quella flotta sotto i 2kg. Lo ha denunciato Gabriel Kostner, pilota dell'Aiut Alpin Dolomite. L'esteso utilizzo di droni, in modo particolare quelli sotto i 25 kg, spesso equiparati ad una sorta di “droni”.
Se per i droni Uav (Unmanned aerial vehicle, aerei senza pilota a controllo remoto) di peso superiore ai 25 chilogrammi è necessario una licenza-brevetto da pilota emesso dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), per quelli sotto 25kg serve un attestato, ma con quale realtà operativa? Di quale casistica operativa e/o incidentale si dispone? Altra storia invece riguarda la flotta dei droni minori, considerati, per ENAC, la flotta di APR e/o aeromodelli sotto i 2Kg.
Con la specifica Linea Guida – LG 2016/NAV-001–AEROMOBILI A PILOTAGGIO REMOTO CON CARATTERISTICHE DI INOFFENSIVITÀ – Ed. n. 1 del 01 giugno 2016, con riferimento al Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio remoto” Ed. 2 del 16.07.2015 Emd. 1 del 21.12.2015, infatti, le operazioni con APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2kg, la materia è stata contemplata.
I cosiddetti APR – Aeromobili a Pilotaggio Remoto con “ Massa Operativa al Decollo ≤ 2 kg, il cui soddisfacimento consente di accertare il possesso di caratteristiche peculiari tali (Caratteristiche di Inoffensività) da 1 Nel prosieguo: Regolamento. minimizzare il rischio di causare danni alle persone contro cui venisse in collisione involontariamente2 . In questo caso il risultato soddisfacente della valutazione dei suddetti criteri, permetterà il rilascio di una Certificazione di Progetto ENAC oppure il rilascio dell’ Autorizzazione ENAC su base singola”.
Lo stesso ENAC riporta “Di regola l’impatto di un APR contro una persona potrebbe avere serie conseguenze, in casi estremi anche letali , tuttavia possono esistere APR in possesso di caratteristiche tali che il loro impatto contro persone possa determinare danni di modesta entità o nessun danno. Le verifiche ENAC dovranno consentire di acquisire, tramite la verifica dei criteri tecnici proposti, una
ragionevole confidenza che il rischio di causare danni ad una persona colpita da un APR, sia stato effettivamente minimizzato”.
La flotta dei droni pilotati da appassionati “senza” certificazione ENAC sono davvero ampiamente utilizzata per riprese aeree in montagna (ma anche altrove?) possono rappresentare e/o sono un pericolo per l'elisoccorso montano? Droni giocattolo? Droni ad uso ludico-ricreativo! Magari regalato e/o comprato on-line, una sorta di aeromodello può avere un'utilizzo “aperto”? La denuncia del pilota dell'Aiut Alpin Dolomites potrà costituire il primo passo per una revisione/aggiornamento della normativa Italiana?
Ma se un APR/SAPR per uso professionale ha una targhetta con i dati identificativi del sistema e dell'operatore; inoltre deve essere apposto sull'APR anche il QR code ottenuto dalla registrazione sul sito D-Flight, cosa avviene comunque per la flotta in genere, con peso superiore e inferiore a 25Kg? La flotta dei droni sopra e sotto 25kg e quelli di peso inferiore a 2kg sono registrati? Forse lo sono quelli per uso professionale?
E' certo che il Codice della Navigazione considera “Aeromobili” i Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto ed ENAC ha la responsabilità di definirli e di stabilire la pertinente regolamentazione.
“Operazioni non critiche: condotte in VLOS fuori da aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani, infrastrutture sensibili. (Necessaria Dichiarazione dell’operatore all’ENAC). Operazioni critiche: condotte in scenari che non rispettano quelli delle operazioni non critiche (scenari dove potenzialmente esiste il rischio, in caso di malfunzionamenti, di causare direttamente morte o lesioni gravi). (Necessaria Autorizzazione dell’ENAC).”
“La regolazione degli APR: stato attuale e prospettive future”:
“IL PILOTAGGIO DEGLI APR Attestato di Pilota di APR: per la conduzione di APR di massa operativa al decollo minore di 25 kg in condizioni VLOS, rilasciato da un Centro di Addestramento APR approvato dall’ENAC. Nota: l’Attestato di pilota non è richiesto per operazioni specializzate con APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 0,3 kg con parti rotanti protette e con velocità massima minore o uguale a 60 km/h. Licenza di Pilota di APR: per la conduzione di APR in operazioni BVLOS, oppure di APR con massa al decollo maggiore o uguale a 25 kg, rilasciata dall’ENAC. Validità: l’attestato e la Licenza di Pilota di APR sono validi cinque anni dal rilascio e sono rinnovabili.” 5 Settembre 2018
Un esempio, Venezia, tra l'altro, dove volano ancora su San Marco! La moda dei “droni” turistici è una realtà quasi inevitabile nelle città invase dai visitatori interessati a filmare ogni dove dall'alto e dal basso. Sabato 16 Giugno, ancora una volta, intorno alle 13.00 i vigili avrebbero identificato e multato turisti (moldavi e svedesi) che con i loro droni planavano indisturbati in Piazza san Marco. La multa (circa 200 euro) e la denuncia penale per “droni” di piccola dimensione e peso, tuttavia, non scongiurano un diffuso “allarme terrorismo”. Una sorta di escalation di eventi similari potrebbe riguardare altre città del Belpaese.
Il drone, questo oggetto volante, un "aeromobile a pilotaggio remoto (APR)" , in definitiva una flotta aerea con tipologie di varie dimensioni necessita di una abilitazione, di una certificazione di ENAC (e altri enti equivalenti per turisti altri Paesi?) per farlo volare.
L'articolo 1216 del codice della navigazione (navigazione senza abilitazione) punisce "l’esercente che impiega un aeromobile non abilitato alla navigazione ovvero con certificato di navigabilità (o di collaudo) che non sia in vigore". Qualora il possessore del drone non fosse informato chi “mappa” e identifica gli autori dei “voli in libertà” al di fuori di qualche isolato vigile comunale? In attesa di specifiche disposizioni relative al controllo del territorio cittadino, allo spazio aereo soprastante le zone maggiormente coinvolte dal “turismo dei droni” delle città, dei monumenti e altro, con accordi tra Comuni, ENAC ed altri soggetti specifici per identificare i trasgressori con modalità sistematiche e continuative, proponiamo come lo scorso 6 Giugno ENAC e Comune di Torino abbiano firmato un protocollo d'intesa sui droni. Ma riguarda lo sviluppo del settore degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, i cosiddetti droni, nel campo dell'innovazione dei servizi e come nuove opportunità di lavoro.
Obiettivo prioritario dell'accordo, che avrà la durata di tre anni, è quello di lavorare sinergicamente per promuovere e sostenere lo svolgimento di attività di sperimentazione su tecnologie impiegate per il volo dei droni, contribuendo a favorire, in questo modo, la ricerca nel campo dei velivoli a pilotaggio remoto e lo sviluppo di un settore, come quello dell'aerospazio, strategico per il sistema economico del territorio torinese.
Ecco il relativo comunicato stampa:
CITTÀ DI TORINO ENAC E CITTÀ DI TORINO FIRMANO PROTOCOLLO D’INTESA PER COOPERAZIONE IN MATERIA DI SISTEMI AEROMOBILI A PILOTAGGIO REMOTO L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile e la Città di Torino hanno firmato ieri, 5 giugno 2018, un Protocollo d’Intesa relativo allo sviluppo del settore degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, i cosiddetti droni, nel campo dell’innovazione dei servizi e come nuove opportunità di lavoro. Obiettivo prioritario dell’accordo, che avrà la durata di tre anni, è quello di lavorare sinergicamente per promuovere e sostenere lo svolgimento di attività di sperimentazione su tecnologie impiegate per il volo dei droni, contribuendo a favorire, in questo modo, la ricerca nel campo dei velivoli a pilotaggio remoto e lo sviluppo di un settore, come quello dell’aerospazio, strategico per il sistema economico del territorio torinese. L’Amministrazione comunale del capoluogo piemontese intende incoraggiare le richieste di sperimentazioni innovative provenienti da industria, centri di ricerca e atenei, anche attraverso il suo progetto “Torino City Lab”. L’impegno dell’ENAC, invece, è quello di facilitare le iniziative volte ad operare con droni in modo convenzionale e non convenzionale, ad esempio per la sperimentazione BVLOS (Beyond Visual Line of Sight), cioè oltre la portata visiva del pilota a terra consentendo di ottenere profili di missione del drone molto più estesi, e di facilitare le procedure relative alle richieste di utilizzo dello spazio aereo. L’accordo prevede, inoltre, che l’ENAC favorisca le esigenze del Comune di Torino di monitoraggio del territorio agevolando l’utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto, anche mediante l’identificazione concordata di specifiche aree definite ad hoc come idonee a sperimentazioni da parte di aziende impegnate nell’evoluzione di tale tecnologia per gli usi urbani. Il Protocollo d’Intesa è stato firmato da Daniele G. Carrabba, Direttore Centrale Regolazione Aerea dell’ENAC e da Paola Pisano, Assessora Smart City, Innovazione, Servizi Demografici, ICT del Comune di Torino. Si tratta del primo accordo firmato dall’ENAC con un’altra Amministrazione pubblica finalizzato a implementare le attività con i droni su uno specifico territorio. Il Direttore Generale dell’ENAC, Alessio Quaranta, ha accolto favorevolmente l’intesa commentando: “Il settore dei mezzi a pilotaggio remoto sta crescendo in maniera esponenziale e sta cambiando l’approccio a una serie di professioni, consentendo all’occhio di arrivare, senza rischi per l’uomo, in ambiti una volta considerati a rischio, sempre nel rispetto della sicurezza. Con il Comune di Torino abbiamo trovato un percorso di interesse comune che ci permette di autorizzare operazioni specializzate in ambiti concordati al fine di rispondere alle esigenze di sviluppo e progresso di un settore in continua evoluzione”. “L’intesa sottoscritta con ENAC – sottolinea l’Assessora Paola Pisano – ci permette di lavorare insieme per semplificare le procedure relative alle autorizzazioni necessarie al volo dei droni e, altro elemento importante, ci consente individuare specifiche aree nel territorio urbano da destinare alle attività di sperimentazione dei velivoli a pilotaggio remoto. Si tratta di una collaborazione – aggiunge Pisano - rilevante anche per gli effetti positivi che potrà avere sulla crescita di un settore che, nell’ambito dell’aerospazio, può oggi essere sicuramente considerato strategico per lo sviluppo industriale ed economico di Torino e del Piemonte”. 18 giugno 2018
Ma quanti sono i “motori” interessati? Di quali aerolinee USA e quale incidenza su altri vettori? L’ente USA Federal Aviation Adminstration è intervenuta con un provvedimento che, dopo dieci giorni dovrebbe essere ancora ri-preso e ri-lanciato e/o riformulato dagli omologhi organismi sovranazionali (vedi EASA in Europa) e nazionali, vedi ENAC in Italia.
La Emergency Airworthiness Directive (EAD) 2018-09-51 riguardante i motori CFM56-7B con 30,000 e oltre cicli di volo. Le aerolinee destinatarie dell’operazione di “manutenzione” sono probabilmente quelle USA e questi “propulsori” sono “montati” sulle flotte aree statunitensi. Nel dettaglio sarebbero 352 propulsori su voli delle aerolinee operative negli USA and 681 motori, invece, in servizio oltre i confini.
Questa “emergenza” sarebbe derivata dall’evento accaduto ad un CFM56-7B installato su un Boeing 737-700 che ha registrato il cedimento e fratture di una serie di palette-fan e che ha determinato la disintegrazione del sistema “propulsore” con esplosione e sfondamento di un finestrino passeggeri e lacerazione della fusoliera dello stesso Boeing 737: con decompressione esplosiva, perdita della pressurizzazione e successiva discesa di emergenza e atterraggio immediato. Una specifica investigazione della NTSB USA avrebbe, da subito, identificato le cause originanti riconducili all’affaticamento dei materiali. Le palette “incriminate” si sarebbero “stralciate” dalla sede, nello specifico, ha rilevato NTSB: “fan blade, #13 of 24, was broken right at the hub and had separated, the preliminary examination revealed there is evidence of metal fatigue right where the blade separated. There had been no engine fire, there is no evidence of an engine fire, however, it is known there was an engine fire warning, it is possible and even likely the fire wire activated when the fan blade separated.” L’interrogativo da porsi e se tali analisi e investigazioni – su affaticamento di propulsori ad elevati cicli di utilizzo - possa riguardare anche altre tipologie di propulsori e di motorizzazioni? 2 Aprile 2018
Sono voli abusivi d’accordo, ma a chi tocca vigilare? In una città come Roma tra il Colosseo e il Vaticano quanti possono essere i droni in volo quotidiano per scattare foto ed eseguire riprese video per conto dei “milioni” di improvvisati esperti del volo e in definitiva inquadrati nella categoria dei turisti-visitatori? A quali quota operano?
E’ forse una sorta di “abusivismo” tollerato e/o pensare di mappare costantemente le zone “ristrette al volo” è una operazione impossibile, impraticabile: i droni sono troppi e/o lo spazio d’attenzionare è troppo vasto? Altra problematica è invece rappresentata dal soggetto che dovrebbe “vigilare” tale spazio aereo, e con quali strumenti: a vista e/o con radar specifici e dedicati a bassa quota?
L’ultimo “evento-drone” finito sui media è del 22 Aprile e riguarda il sorvolo del Colosseo a Roma. Nella stagione primaverile-estiva le maggiori città turistiche del Belpaese sono affollate da soggetti con “droni” al seguito e le riprese dall’alto è una tentazione sconfinata e, probabilmente, incontrollabile.
Stavolta gli autori – riportano i media – sono risultati due ragazzi francesi che nell’evoluzione del loro drone in una zona vietata lo hanno fatto incastrare in una arcata del Colosseo: solo l’intervento dei Vigli del Fuoco avrebbe permesso il recupero.
L’intervento dei carabinieri avrebbe identificato i due autori, denunciati per ipotetico danneggiamento e inosservanza del codice di regolamentazione ENAC, che, probabilmente, ignoravano.
Le No-Fly-Zone a Roma e nelle maggiori città turistiche come Firenze, Milano e Venezia, con i relativi divieti dovrebbero essere conosciuti dai “gestori” dei droni, sia cittadini italiani quando extra, ma avviene?
Quali misure informative dispongono i “turisti”: esistono segnaletiche specifiche?
Cartelli informativi che dovrebbero essere supportati da sistemi strumentali radar di controllo degli spazi No-Fly-Zone. Ma chi dovrebbe espletare tali compiti di vigilanza territoriale specifica? Quale ruolo dovrebbero assumere a riguardo ENAC ed ENAV?
La materia peraltro è vasta e accomuna anche gli aerostati e l’attività di lavoro aereo associata agli operatori professionali per fotografia e video a bassa quota per pubblicità e similari sottoposte ad autorizzazione da ENAC. E’ indispensabile una soluzione e in tempi brevi! 25 Aprile 2018
Almeno 400 velivoli Dreamliner in servizio: oltre 1000 ordinati. Sarebbero ben due e differenziate, almeno in parte, le Airworthiness Directives di Boeing 787-800 e Boeing 787-900 equipaggiate con propulsori Rolls Royce Trent 1000.
Lo scenario di spegnimento in volo di un propulsore, senza adeguate misure di manutenzione e revisione si era posta come realistica. Era toccato alla Japan Airlines in volo da Vancouver a Tokyo.
Inconveniente toccato anche ad un aeromobile della All Nippon Airways, rientrato a Kuala Lumpur per surriscaldamento ad uno dei motori.
Le stesse Federal Aviation Administration (FAA) aveva inizialmente emesso una direttiva di aeronavigabilità (AD, airworthiness directive) richiedendo «modifiche urgenti» ai motori General Electric GEnx-1B per scongiurare un simultaneo spegnimento in volo originato dalle formazioni di ghiaccio. Nello specifico l’AD aveva riguardato il GEnx-1B PIP2, certificato dalla FAA nel 2013: montato – all’epoca – sul 44% della flotta di Dreamliner, 176 aerei di 29 aerolinee.
Il ruolo delle formazioni di ghiaccio in quota era stato anche associato al GEnx-1B PIP2 che ha un rotore più ampio, con spazio residuo tra pale della ventola e carenatura ridotta.
La preoccupazione da scenario in volo con entrambi i propulsori out, caso PIP2 in condizioni equivalenti al volo
Al JL17 aveva imposto alla FAA un “problema di sicurezza urgente”.
La flotta mondiale con 1139 ordini e di questi 588 con motori General Electric e 403 i Trent inglesi, al momento opera con circa 400 Dreamliner.
La FAA con la AD 2018-08-03 - conseguente allo spegnimento di volo di un propulsore e utilizzo del restante ad elevatissimi carichi MCT nel corso di attività ETOPS, sarebbe derivata da una prolungata esposizione ad elevate vibrazioni delle palette del compressore.
La stessa FAA a riguardo avrebbe rilevato una estesa casistica di anomalie e incidenti a: “Trent 1000 Package C engines due to failed compressor and turbine blades and seals. Package C engines are Rolls-Royce plc (RR) Trent 1000-A2, Trent 1000-AE2, Trent 1000-C2, Trent 1000-CE2, Trent 1000-D2, Trent 1000-E2, Trent 1000-G2, Trent 1000-H2, Trent 1000-J2, Trent 1000-K2, and Trent 1000-L2 turbofan engines”.
Nel medesimo periodo Boeing ed FAA avrebbero anche riportato numerosi riporti attinenti “cracked blades resulting in unscheduled engine removals”. Con estreme frequenze operative per “intermediate pressure compressor (IPC) stage 2 blades have a resonant frequency that is excited by the airflow conditions existing in the engine during operation at high thrust settings under certain temperature and altitude conditions”.
Rilievi altrettanto severi sarebbero all’origine della direttiva EASA AD 2018-0086 che ha richiesto di contenere l’eventualità di utilizzo “estremo” del propulsore residuo, con le seguenti motivazioni:
“an occurrence was reported where, following N2 vibration and multiple messages, the flight crew performed an engine in-flight shut-down (IFSD) and returned to the departure airport, landing uneventfully. The post-flight borescope inspection of the engine revealed an intermediate pressure turbine blade (IPTB) missing at the shank. Analysis shows that this kind of failure is due to sulphidation corrosion cracking.”
Le stesse potenziali direttive riguarderebbero la RR con l’emanazione dell’ Alert NMSB Trent 1000 72-AJ575 al fine di scongiurare procedure di IPTB-in-flight shut-down with utilizzando sistemi “high level of sulphidation exposure is identified by corrosion fatigue life (CFL) model”.
In tal modo EASA, con la AD 2017-0056, richiede la rimozione dal servizio operativo alcune tipologie di propulsori: potranno essere sottoposti a procedure di manutenzione/sostituzione preventiva. 21 Aprile 2018
Focus su “Enhanced Tactical Flow Management System”- (ETFMS). L’informativa di Eurocontrol del 3 Aprile, pur circostanziata nei problemi tecnici insorti e sull’inevitabile ripercussioni sui ritardi al traffico aereo sui cieli in Europa, non ha riportata alcuna causa specifica. Ha cosa sono stati dovuti i ritardi che hanno investito il traffico giornaliero di oltre 36mila voli?
Il comunicato Eurocontrol ah ricordato come in oltre 20anni di operazioni-attività di volo il malfunzionamento del Enhanced Tactical Flow Management System (ETFMS), il sistema informatico della gestione di tutti i piani di volo degli aeromobili operativi sui cieli europei. In passato era stato registrato un solo caso: nel 2001.
E’ stato solo dalle 18.00 UTC di Martedì 3 Aprile che il sistema ETFMS ha ripreso regolarmente la sua attività nella gestione dei flussi lungo le aerovie e nel freeflight. La piena attivazione dei voli, dopo le restrizioni e le limitazioni con le “contingency procedure” aveva praticamente tagliato del 10% i voli, qualcuno aveva ipotizzato, tuttavia, anche il possibile dimezzamento del traffico degli aeromobili, ma ha sicuramente evidenziato rapidità e funzionalità del sistema anche se le cause, l’origine dell’avaria-guasto non sono state rese note. Ma sono state, innanzi tutto, identificate?
Anche in una nota Eurocontrol ha riportato una sintesi: “the trigger event for the outage has been identified and measures have been put in place to ensure no reoccurrence. The trigger event was an incorrect link between the testing of a new software release and the live operations system; this led to the deletion of all current flight plans on the live system. We are confident that there was no outside interference”, la materiale causa dell’inconveniente non è del tutto trasparente.
Eurocontrol è una azienda-organizzazione civile-militare alla quale aderiscono 41 Stati europei ed extra per gestire e sviluppare il sistema di controllo del traffico aereo. Partecipa quindi ogni ente-azienda di ogni singolo Paese aderente dell’aviazione civile (in Italia l’ENAC e AMI).
Il comunicato Eurocontrol era stato emanato dalla sede a Bruxelles, intorno alle ore 12:30 del 3 aprile 2018.
Eurocontrol, comunque con segnalazione su Twitter, ha sostenuto che il “guasto” è stato "identificato e operazioni sono in corso per ripristinare il sistema".
In una nota del 4 Aprile la stessa Eurocontrol ha, comunque, sostenuto: “as a result of the nature of the outage, we are not yet in a position to provide figures on the numbers of flights that were affected. We very much regret the impact that the events yesterday had on passengers and airlines”. 5 Aprile 2018
Qual è la situazione in Italia? E’ una questione ben nota e in qualche modo va risolta. In Italia come in ogni altro Paese. Nel sorvolo delle città di alcune localizzazioni private e/o pubbliche. Nei pressi degli aeroporti civili/commerciali e delle aerobase e lungo le traiettorie di decollo è di atterraggio. Per finalità di safety-aviation e per la security in genere.
La nota stampa di martedì 20 marzo dei militari della brigata 'Granatieri di Sardegna', nel corso dell'operazione 'Strade sicure' e di presidio dell’ambasciata USA di Roma, che ha segnalato una persona che dalla finestra del terzo piano dell'hotel Excelsior radiocomandava un drone nell’intorno dello stesso edificio USA di Roma, ha riproposto l’ennesimo caso. L’autore è risultato un cittadino americano, probabilmente, interessato ad eseguire semplici foto.
In queste stesse giornate in Gran Bretagna l’allarme drone emerge con ben 160 “incidenti” rilevati: il contesto sarebbe quello di mancate collisioni negli ultimi due anni nello spazio aereo dell’aviazione civile-commerciale. L’utilizzo dei droni per “foto” e curiosità amene sarebbe diventata una moda.
Professionisti e dilettanti impiegano i droni a quote superiore a120 metri di altezza e, probabilmente, secondo modalità “free”. Senza restrizioni di sorta. Airprox Board (UKAB) riporta 163 incidenti “miss nera collision” negli anni 2016-2017. La “problematica” safety-security associata alle “near missed collision” dei droni investe procedure di volo, apparati radar adeguati e rilevare la presenza dei droni e le testimonianze visive dirette. Se a Roma il 39enne impegnato a manovrare il drone nella zona dell’ambasciata romana USA è stato identificato a vista, come è avvenuto in numerose circostanze e testimonianze dirette e a vista da parte di piloti impegnati nelle varie fasi di volo che hanno osservato droni in passaggio e/o in prossimità è indispensabile che siano attivati impianti radar in grado di “mappare” la presenza degli “intrusi”.
In Italia gli aeroporti civili-commerciali e le aerobase sono adeguatamente attrezzate? I radar di avvicinamento, atterraggio e decollo che equipaggiano le piste in Italia sono adeguate? Riscontrano gli eventuali droni (ma anche ultraleggeri) in transito e/o di passaggio senza l’identificazione ATC trasnponder?
Impianti radar up-to-date dovrebbero, comunque, essere installati anche nelle aree sottoposte a misure precauzionali-preventive-di tutela. Nelle zone delle ambasciate e/o sensibili e/o ad elevato rischio “sociale-aziendale” tali dispostivi-radar dovrebbero essere pianificati e installati. Nel rapporto Airprox Board (UKAB) sono state riportate le testimonianze dei piloti e dei passeggeri che in volo hanno osservato droni in volo anche a 30 metri dalle ali. Numerosi altri casi in altrettanti atterraggi e decolli su numerose piste di aeroporti inglesi, scozzesi e irlandesi. Quale casistica sarà riportata in Italia? Quali e quanti casi di “near missed collision” sono stati registrati? A chi spetta tale analisi e tale compito? Ad ENAC, ENAC e/o ANSV? 21 Marzo 2018
Urgono provvedimenti! Era successo a Parigi e a Bilbao, a New York e Toronto, probabilmente un resoconto dettagliato delle missed collision registrate negli ultimi 2-3 anni, prima o poi qualcuno lo dovrà pur fare. E’ accaduto in ogni continente del Pianeta Terra. L’ultimo della serie sarebbe accaduto lunedì 26 Febbraio a Torino.
Lo spazio aereo interessato sarebbe quello tra Venaria e l’aeroporto di Caselle.
Coinvolto il volo "British airways" in atterraggio, proveniente da Londra-Gatwick, che era in fase di atterraggio sulla pista 36, ad una quota di 2.600 piedi - circa 800 metri d'altezza, lungo il sentiero di avvicinamento ILS alla pista. Dopo il sorvolo dello stadio della Juventus, su Venaria, a circa 6 miglia dalla toccata, in una zona tra corso Francia e l’Allianz Stadium,il pilota ha segnalato la presenza di un drone ad una quota sottostante.
I media ha riportato come questo, nella stessa zona, non risulti un caso unico. Circa tre anni addietro un aeromobile avrebbe segnalato un drone ad una quota di circa 2000 piedi di altezza, nel Parco della Pellerina ancora in fase di atterraggio. La denuncia è finita, al momento, in un ufficio dei Carabinieri ma diventa urgente e decisivo l’intervento di ENAC, di ENAV con l’insediamento di radar di ultima generazione in grado di identificare preventivamente la presenza di droni – ma anche di ultraleggeri – anche in assenza di segnale trasponder inserito e/o inesistente. 5 Marzo 2018
Casistica incidentale in costante riduzione. La IATA - International Air Transport Association lo scorso 22 Febbraio ha comunicato i risultati della Safety Performance 2017 dell’aviazione commerciale: un costante e forte miglioramento dei risultati e dei parametri. Della flotta jet e di quelle turboelica mondiale.
Il rateo “all accident” misurato in incidenti per 1 milione di voli è riusltato pari a 1.08, con un incremento sul rateo di 1.68 registrato nel 2016, rispetto ad un rateo di 2.01 dei cinque anni precedenti nel periodo 2012-2016. Il rateo 2017 relativo agli incidenti aerei era 0,11, con un rapporto di un incidente rilevante per ogni 8,7 milioni di voli. Una svolta decisiva che rappresenta un miglioramento rispetto allo 0,39 raggiunto nel 2016 ed anche al periodo 2012-2016, di 0,33.
Nel corso del 2017 sono stati registrati 6 “fatal accidents”-incidenti con 19 vittime complessive tra i passeggeri ed equipaggio. Comparando con una media di 10.8 fatal accidents-incidenti e 315 vittime nei cinque anni precedenti 2012-201). Nel 2016 si sono verificati 9 incidenti-fatal accidents con 202 persone decedute.
Dei 6 incidenti fatali del 2017 nessuno ha riguardato un velivolo passeggeri. Cinque eventi incidentali hanno coinvolto velivoli turboelica un jet cargo. In questa ultima circostanza le vittime hanno coinvolto l’equipaggio e 35 persone che si trovavano a terra nella zona dello schianto. Nessun aeromobile di aerolinee membro IATA è stato coinvolto in un incidente fatale.
. Nessuno dei 6 incidenti mortali ha coinvolto un aereo-passeggeri. Interessati cinque velivoli turboelica ed un jet cargo; quest'ultimo schianto ha provocato anche la morte di 35 persone a terra oltre all'equipaggio. I vettori aerei membri Iata non hanno registrato incidenti mortali o perdite di jet o turboelica nel 2017.
Tutte le aree regioni hanno registrato significativi miglioramenti nei ratei incidentali rispetto al quinquennio 2012-2016.
Uno stralcio del comunicato stampa riporta inoltre:
“2017 was a very good year for aviation safety. Some 4.1 billion travelers flew safely on 41.8 million flights. We saw improvements in nearly all key metrics - globally and in most regions. And our determination to make this very safe industry even safer continues. In 2017 there were incidents and accidents that we will learn from through the investigation process, just as we will learn from the recent tragedies in Russia and Iran. Complementing that knowledge are insights we can gain from the millions of flights that operate safety. Data from these operations is powering the development of predictive analytics that will eventually enable us to eliminate the conditions that can lead to accidents. The industry knows that every fatality is a tragedy. Our common goal is for every flight to take-off and land safely," said Alexandre de Juniac, IATA’s Director General and CEO.
The world turboprop hull loss rate was 1.30 per million flights, which was a deterioration from 1.01 in 2016 but an improvement over the five-year rate (2012-2016) of 2.18. All regions saw their turboprop safety performance improve in 2017 when compared to their respective five-year rates. Notwithstanding this, accidents involving turboprop aircraft represented 44% of all accidents in 2017 and 83% of fatal accidents.” 25 Febbraio 2018
E non è il primo caso! Era il settembre 2017 quando nello spazio soprastante Staten Island, a New York City, un elicottero militare Black Hawk era stato colpito da un drone civile. Quest’ultimo pesava un chilo e mezzo. Il Black Hawk, pur in difficoltà era comunque preso terra senza grossi danni e conseguenze per gli occupanti dell’elicottero, sulla pista dell’aeroporto di Linden, nel New Jersey.
La “collisione” con drone sulla parte sinistra della fusoliera e con il danneggiamento della pala sinistra del rotore. Danneggiando anche un finestrino.
La cronaca di questa settimana registra invece il primo incidente, ancora negli USA, tra un drone civile e un elicottero: con lo schianto al suolo di questo ultimo. La collisione occorsa mercoledì 14 Febbraio nella Carolina del Sud tra un drone assai popolare - modello DJI e un elicottero Robinson R22. La vicenda si è conclusa con il crash dell’elicottero senza riflessi sui passeggeri, due, rimasti illesi.
Il pilota istruttore del volo e l’allievo si sono trovati improvvisamente di fronte, anche in questa circostanza, un piccolo drone. Il pilota avrebbe tentato di evitare l’impatto, con una manovra che avrebbe reso ingovernabile il mezzo aereo, dopo aver scontrato un albero in prossimità del suolo.
La FAA USA ha aperto la rituale inchiesta sull’incidente, ma la vicenda ha ri-proposto una questione da tempo prospettata: la coesistenza tra la flotta civile dei droni, la sostanziale “liberalizzazione” e “indipendenza” d’utilizzo di questi mezzi. Da quelli di pochi kili e di quattro soldi a quelli super “professionali”. Da quelli disponibili e acquistabili direttamente ai negozi e on-line. Per finalità ludiche e/o per attività industriale e/o per attività di safety e security in ogni ambito territoriale e sociale.
La materia pertanto coinvolge le zone aeroportuali, di scali civili, commerciali di aviazione generale, militare e altro, dopo operano velivoli nelle fasi di decollo e atterraggio, ma anche le città e il territorio in genere.
Alla FAA USA, coinvolto nell’incidente sopra indicato, si associano pertanto anche le urgenze che EASA, in Europa, ed ENAC in Italia dovranno analizzare e risolvere con appropriate e ben circostanziate regolamentazioni operative. Con limiti, vincoli, sistemi di verifica e controllo sistematiche dei territori e adeguate sanzioni per i trasgressori. 24 Febbraio 2018
Ma quante sono state, nel 2017, le segnalazioni raccolte da ENAV? Il termine e la dichiarazione di “MINIMUM FUEL” comunicata dai piloti in volo ad ENAV (al controllo del traffico aereo) potrebbe rappresentare almeno due questioni differenziate. Aver intaccato la quantità di carburante residua a-bordo, perciò inferiore alla “final fuel reserves before landing” e/o l’impraticabilità ad atterrare su una pista diversa da quella di destinazione. In entrambe le opzioni contrassegnando e imponendo una sorta di priorità e/o di emergenza per l’atterraggio.
Un contesto operativo che, in definita, obbliga il controllo del traffico aereo ad una sorta di “emergency”, ad autorizzare l’attivazione una sorta di procedura di avvicinamento e atterraggio che mette in coda, stravolgendo le sequenze in atto e stimate, gli altri voli con la stessa destinazione. Con azioni di deviazioni e di ritardo alle quali sarebbero assoggettati gli altri aeromobili in sequenza di discesa e di avvicinamento e che, inevitabilmente, comportano extramanovre, delay e, comunque, un incremento del carburante utilizzato dagli altri velivoli. Determinando, talvolta, ulteriori status di “minimum fuel”. Innescando una catena di eventi similari ed equivalenti.
L’occasionale e/o frequente e/o sistematica segnalazione “mayday fuel minima” da parte dei piloti innesca problematiche su vasta scala con implicazione sulla safety delle operazioni di volo. Una questione che deve essere associata alle policy di imbarco fuel che le aerolinee hanno da tempo rielaborato. AL punto che lo stesso stipendio del comandante riflette anche la quantità di carburante imbarcata nel corso di 12 mesi consecutivi in rapporto alla media generale dell’aeromobile in flotta.
La stessa ICAO ha emendato la materia identificata come “ICAO Annex 6 Part I and the Procedures for Air Navigation Services – Air Traffic Management (PANS-ATM) (Doc4444) con effetto dal 15 Novembre 2012.
Con un comunicato, in data 11 Gennaio 2018, ANSV ha riprotato:
Incontro tecnico ANSV-ENAV SpA sulla sicurezza del volo in campo ATM e sulle problematiche correlate alla gestione del carburante da parte di aeromobili dell’aviazione commerciale
Nell’ambito di quanto contemplato dall’accordo preliminare ex art. 12 del regolamento UE n. 996/2010, sottoscritto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) con l’ENAV SpA (Società nazionale per l’assistenza al volo), si è tenuto ieri, 10 gennaio, presso la sede della stessa ANSV, un incontro tecnico con il principale fornitore italiano dei servizi di assistenza al volo.
La delegazione dell’ENAV SpA si è confrontata con una rappresentanza dell’ANSV, presieduta dal commissario straordinario di quest’ultima Bruno Franchi, su alcuni eventi di interesse per la sicurezza del volo, in cui sono stati coinvolti i servizi del traffico aereo. Tali eventi erano stati preventivamente individuati dall’ANSV, attraverso il proprio sistema informatico di classificazione degli eventi, in quanto caratterizzati dalla ripetitività di alcune problematiche e comportamenti meritevoli di attenzione in un’ottica di prevenzione e di miglioramento della sicurezza del volo.
Nello stesso incontro, alla luce del ripetersi, anche recentemente, di alcuni eventi correlati alla problematica della gestione del carburante da parte di aeromobili dell’aviazione commerciale, sono stati pure affrontati (nell’ambito di un più esteso approfondimento in materia che sta conducendo l’ANSV) alcuni specifici aspetti relativi alle dichiarazioni in frequenza di «minimum fuel» e «mayday fuel».
L’incontro si è svolto in un clima di massima collaborazione e trasparenza, in linea peraltro con gli obiettivi della just culture. 18 Gennaio 2018
L’obiettivo, tuttavia, sono le batterie al Litio! La Ryanair alla voce imbarco droni riporta “Droni e quadricotteri sono azionati da batterie al Litio. I dispositivi azionati da batterie al Litio sono accettati per il trasporto in cabina se la batteria non eccede i 160 watt all’ora. Se la batteria eccede i 160 watt all’ora, il trasporto del Suo dispositivo non sarà’ accettato”. Quali disposizioni equivalenti hanno predisposto le altre aerolinee?
Altre aerolinee, non tutte tuttavia, nelle informative ai passeggeri, in relazione all’imbarco di mezzi, oggetti e altri dispostivi che implicano l’utilizzo di batterie al Litio, segnalano ad esempio:
“Non è ammesso il trasporto in nessun tipo di bagaglio di batterie al litio oltre le 160 watt-ore o di 2 grammi ciascuna. Per ulteriori dettagli ed informazioni vedere anche su sedie a rotelle ed altri ausili per la mobilità”.
Volare con le batterie al litio rappresenta un rischio calcolato purchè possa essere identificata la loro presenza.
In cabina passeggeri e/o in stiva. Riporti di inconvenienti di volo quali il rilevamento, di fumi, di esalazioni similari, di principio d’incendio a bordo e/o nei bagagliai rappresentano una casistica in espansione.
Le batterie al litio possono provocare incendi se non vengono trasportate correttamente. E la trasportabilità in volo dipende dalla sua configurazione e dalla sua potenza in wattora (Wh) (per batterie ricaricabili litio-ione-polimero) o dal suo contenuto di litio (LC) (per batterie al litio metallico non ricaricabili).
Quali controlli e con quale sistematicità negli aeroporti sono eseguiti o controlli di sicurezza rigorosi, con la confisca degli oggetti e/o articoli che non rispettano le normative.
Ma i passeggeri sono consapevoli? Per la loro sicurezza e quella degli altri passeggeri, hanno consultato le normative e le linee guida sul trasporto delle batterie al litio?
Le piccole batterie al litio, sotto 100 wattora (Wh)/2 g di contenuto di litio (LC) che si accompagnano alle batterie per telefoni cellulari, alle macchine fotografiche, agli orologi, i lettori musicali portatili, i computer portatili trasportati nel bagaglio a mano e/o in stiva sono consapevolmente “trasportate”. Consentite all'interno di ogni dispositivo, più 20 unità sfuse per passeggero. Ma dovrebbero essere presentate in modo appropriato (nella loro confezione originale, con i terminali coperti da nastro adesivo o in buste di plastica separate).
Nel 2016 il 36° consiglio direttivo ICAO aveva adottato una specifica procedura di sicurezza per i voli commerciali proibendo – come misura iniziale e provvisoria - l’imbarco di batterie al litio come carico nei voli passeggeri. Tale provvedimento – tuttora in vigore - dovrebbe essere aggiornato da nuovi standard operativi in materia. Dal prossimo 1° Aprile l’ICAO, tuttavia, il provvedimento dovrebbe riguardare esclusivamente per
le batterie imbarcate al Litio come carico: in stiva. Altro qualora equipaggiano i dispositivi elettronici in possesso in cabina passeggeri da professionisti, hobbysti e dei passeggeri in genere o dell’equipaggio del volo. Le batterie non ricaricabili con più di 2 g di litio (ad es. batteria di misura “C” o superiore) non sono ammesse e devono essere presentate e trasportate come “merce da carico” in conformità con il regolamento sulle Merci Pericolose della IATA.
Occorrerebbe inoltre verificare che le “batterie” installate all’interno delle apparecchiature stivate siano spente ed evitare la loro riattivazione accidentale all’interno del bagaglio. Le batterie al litio di scorta, il cui trasporto è ammesso soltanto in cabina, devono essere protetti da eventuale corto circuito. Anche il trasporto della ricarica batterie portatile inclusa la power bank (con batterie al litio inserite) utilizzato per ricaricare le batterie al litio-ione contenute in alcune dispositivi, come i cellulari, è considerato come batteria di scorta al litio,
Batterie al litio, miscelati con Polimeri di Litio - LiPo, batterie ricaricabili litio-ione-polimero) o dal suo contenuto di litio (LC) (per batterie al litio metallico non ricaricabili) e batterie equivalenti, quali dati, quale casistica relativa alle segnalazioni di fumo a bordo, esalazione, odorato similari, principio d’incendio, in cabina passeggeri e/o nei bagagliai avvengono sono associati e circostanziati in relazione al diffuso e crescente imbarco di dispositivi al “litio”? In cabina passeggeri e/o in stiva? 11 Gennaio 2018
Ma solo nel numero di vittime registrate: che non è poco! I riscontri dell’autorevole Aviation Safety Network (https://aviation-safety.net/) che opera in coordinamento con Flight Safety Foundation (www.flightsafety.org) evidenziano l’assenza di un qualsivoglia “passenger jets crashes anywhere in the world”. Un dato straordinario perché rapportato ad un ulteriore incremento del traffico aereo a livello mondiale.
Un database frutto del caso e della fortuna o un risultato perseguito e raggiunto da specifiche politiche “industriali”? L’interrogativo posto non implica necessariamente analisi e commenti anche perché, ad esempio, il riscontro ad esempio trascura tre recenti incidenti di air cargo, di volo executive e militare.
Nel corso del 2017, infatti il cargo Turco precipitato in un villaggio nel Kyrgyzstan ha causato quattro vittime dell’equipaggio e 35 tra i cittadini al suolo. A fine anno il monomotore Cessna 208 Caravan della Nature Air in Costa Rica ha provocato altre 12 vittime tra equipaggio e passeggeri. Il disastro del quadrimotore turboelica ad ala alta Y-8 nelle acque del Myanmar ha provocato 122 vittime.
Il rapporto della Aviation Safety Network tuttavia ha conteggiato nel corso del 2017 un totale di 10 incidenti aerei con 79 vittime, quando il 2016 aveva riportato 16 incidenti aerei con la perdita di 303 tra passeggeri ed equipaggio. Dati che riguardano esclusivamente i voli del traffico aereo di aeromobili che hanno trasportato almeno 14 passeggeri a tratta.
Il livelli di safety misurati nel numero delle vittime registrate sono in continuo miglioramento: un esempio tra i tanti, il declino delle morti è costante, nel 2005 era no stati contati oltre 1000 vittime. Il rateo incidentale rimanda nel 2017 ad un “incidente” voli.
La nota, la doverosa precisazione dell’esperto Adrian Young sostiene che : 2017 was the safest year for aviation ever", mentre sono confermate ancora situazioni, circostanze definite come "very large risks".
Rischi maggiori sarebbero delineati principalmente dall’utilizzo delle nuove tecnologie, dal surriscadamento e dall’infiammabilità delle batterie al litio, variamente utilizzate on-board dalle strumentazioni di volo e dai passeggeri (pc, smartphone, ecc.) e da fattori quali, "mental health issues and fatigue".
In secondo piano, perciò non inquadrati da questi database, devono essere classificati e valutati l’esteso numero di quelli che non possono risultare come “incidenti minori” per non aver determinato vittime, ma quelli che ANSV identifica come inconvenienti gravi e inconvenienti. Quella casistica di "several quite serious non-fatal accidents" che spesso non vengono neppure segnalati e che rimandano alle valutazioni e modellizzazioni del “rischio terzi”, al “risk assessment” generico e che si manifesta, che i registra, come la maggioranza degli incidenti fatali, nei pressi e nelle zone limitrofe alle piste di decollo e di atterraggio. 5 Gennaio 2018
Ad agosto uno era in sorvolo del Pantheon, sempre sul centro storico. Probabilmente non c’è piazza di centro storico cittadino e metropolitano che non sia visitata e/o invasa dal turismo italiano e internazionale. Da piazza della Signoria a Firenze a piazza San Marco a Venezia, a quelle napoletane e milanesi e altrove, ma solo occasionalmente e incidentalmente vengono avvistati droni in volo e identificati i “piloti” ai comandi.
Dopo il caso che Aerohabitat ha ricordato su piazza San Marco a Venezia eccone uno natalizio. Del 26 dicembre 2017 e stavolta in piazza Navona a Roma. Se ad agosto 2017 un quadricottero era stato avvistato, dai carabinieri in servizio di vigilanza al Senato e dai militari dell'Esercito impiegati nell’operazione “Strade sicure”,
dopo il sorvolo del Pantheon - piazza della Rotonda - Roma, della cosiddetta no-fly zone, antiterrorismo e Procura avevano identificato l’autore in un turista USA e attivato la ricostruzione della traiettoria per scongiurare eventuali violazioni a safety, security, terrorismo e privacy, in quest’ultima circostanza gli autori sarebbe un giovanissimo turista israeliano.
Stavolta sarebbero stati gli agenti della Task Force del Comando Generale e dal gruppo Centro a scoprire il volo, probabilmente a – vista e quindi, non certo che con qualche difficoltà tra la massa dei turisti, ad identificare il soggetto “autore” dell’incauto sorvolo della storica piazza romana intorno alle 14.30 di Santo Stefano.
Quali le ripercussioni e le conseguenze per un turista ignaro di queste problematiche, dell’esistenza di no fly-zone non immediatamente identificabili e di supposte violazioni alla sicurezza di una città e/o di un Paese?
Ancora una volta si ripropone la necessità e l’urgenza di disporre di un sistema radar attrezzato per i voli di droni (delle varie tipologie e peso), ma anche di ultraleggeri ed aeromodelli, soprastanti città e intorno aeroportuali civili, commerciali, di aviazione generale e delle stesse aerobasi italiane e NATO e USA. 28 Dicembre 2017
Freeflight per, quasi, tutti! Sono giochi per bambini e/o rappresentano una attività, una modalità operativa che potrebbe essere permettere il volo libero, di giorno e di notte. Su spazi aperti e liberi ma anche sopra eventuali gruppi e/ o assembramenti di persone e/o zone popolate. Questa sorte di aeromobili giocattolo rappresentano una svolta per il commercio e la vendita di “droni” e nel contempo saranno gli unici droni a poter volare dappertutto con un obiettivo unico: il divertimento, lo svago, il passatempo e l’hobby.
I droni Fpv, i minuscoli aeromodelli pilotati in remoto, con visuale in prima persona dal mezzo, è diventata un realtà operativa diffusissima. Il First Person View (FPV) per hobby, tuttavia, si accompagna ad una tecnologia di prim’ordine e realizza anche un utilizzo professionale. Talvolta il suo impiego “specialistico” può essere considerato un ausilio per le operazioni oltre la linea di vista. “L'ENAC ha in corso uno studio valutativo dei nuovi requisiti da applicare alle operazioni oltre la linea di vista e sta valutando se il FPV può essere considerato un ausilio in tal senso”.
E’ una flotta di mini e micro droni spesso identificabili nella vasta area dei mezzi “commercializzati” e acquistati nei negozi. Modelli radiocomandati di dimensioni minime e di poco peso. Mezzi e aeromodelli acrobatici. Droni dal peso di pochi grammi ad altri di qualche kilo che possono essere utilizzati nel rispetto della normativa regolamento ENAC - SAPR. Come differenziare le operazioni di volo di un drone che vola secondo criteri tradizionali di “aeromodelli” e modalità SAPR per sistemi aerei a pilotaggio remoto?
La svolta, secondo alcune anticipazioni di stampa, sarebbe presentata da ENAC il 15 dicembre: un emendamento dell'aria RAIT 3. La categoria dei droni giocattolo e affini sarebbe esclusa: agevolata da una sorta di “liberalizzazione”. Un aeromobile e/o drone giocattolo, identificato dalle RAIT 3 em.1 come: "un aeromobile senza pilota, progettato o destinato, in modo esclusivo o meno, ad essere usato a fini di gioco da parte di bambini di età inferiore a 14 anni."
Nell’articolo on-line su www.quadricottero.com si legge tra l’altro:
“Il 15 dicembre parte la rivoluzione ENAC sul drone aeromobile giocattolo”
“Ricapitolando, a partire dal 15 dicembre per ENAC esisteranno 3 categorie di oggetti volanti pilotati in remoto.
-SAPR, droni utilizzati a scopo professionale il cui uso è normato dal regolamento ENAC sui mezzi aerei a pilotaggio remoto e che devono anche seguire le regole dell'aria RAIT 3 em. 1
-Aeromodelli, droni usati per divertimento esentati dal seguire le regole dell'aria RAIT 3 em.1 ma disciplinati dalle disposizioni scritte nella sezione VII del regolamento ENAC sui mezzi aerei a pilotaggio remoto.
-Aeromobili giocattolo. Droni giocattolo secondo la definizione che abbiamo visto sopra, esentati dalle RAIT 3 em.1 ed al momento non disciplinati da alcun regolamento aeronautico italiano.
Così, mentre un drone per divertimento, considerato aeromodello, deve essere usato in un'area appositamente selezionata dall'aeromodellista in zona non popolata sufficientemente lontano da edifici, infrastrutture e installazioni, conducendolo a vista (VLOS) fino a 200 metri di distanza e a 70m di altezza, fuori dalle CTR, lontano da aeroporti etc. chi utilizzerà un drone giocattolo per divertimento, a rigor di logica, non avrà limitazioni, potrà volare ovunque anche in FPV e di notte.” 11 Dicembre 2017
Per identificarle download sul sito: https://ec.europa.eu/transport/modes/air/safety/air-ban/search_en . Lo scorso 30 Novembre 2017 è stata perfezionata la black list delle aerolinee selezionata dalla Comunità Europea. L’obiettivo è quello di garantire ai passeggeri un elevato livello di protezione e verificare i livelli e/o i rischi per la sicurezza del volo delle compagnie aere operative nei vari Continenti. La black list elenca, in genere, compagnie aeree extracomunitarie che non soddisfano standard di sicurezza internazionali (ICAo, EASA) e requisiti in materia di sicurezza. La EU Air Safety List disponibile on-line elenca due liste.
La prima denominata “Annex A” ragruppa le aerlinee bandite dale operazioni di volo in Europa, la seconda “Annex B” prescrive l’interdizione al volo sono specifiche condizioni operative. Sono entrambe aggiornate e pubblicate su “Official Journal of the European Union”.
L’ultimo aggiornamento della Commission's Aviation Strategy ha esteso la lista alla Avior Airlines (Venezuela),mentre ha escluso Mustique Airways (St. Vincent and the Grenadines) e Urga (Ukraine).
La nota stampa relative riporta:
Commissioner for Transport Violeta Bulc said: "Our objective is to offer the highest level of safety in European skies. The EU's Air Safety List remains one of our most effective tools to achieve this. Today we are showing that with our help, airlines can be quickly removed from the list when they tackle their safety issues. Work pays off and I hope that the example of Mustique Airways and Urga will inspire others."
Avior Airlines (certified in Venezuela) is added to the list due to unaddressed safety deficiencies that were detected by the European Aviation Safety Agency during the assessment for a third country operator authorisation (TCO)[1]. On the contrary, Mustique Airways and Aviation Company Urga – which are respectively certified in St. Vincent and the Grenadines and Ukraine – made safety improvements since their inclusion to the Air Safety List in May 2017. This allows them to be today removed from the list.
Il totale delle aerolinee delle due liste ha raggiunto il numero di 178 e ben 172 risultano certificate in 16 Pesi/Stati.
Sei sono aerolinee specifiche: Avior Airlines (Venezuela), Iran Aseman Airlines (Iran), Iraqi Airways (Iraq), Blue Wing Airlines (Suriname), Med-View Airlines (Nigeria) and Air Zimbabwe (Zimbabwe).
Ulteriori sei sono invece sottoposte a restrizioni specifiche per operare in Europa: Afrijet and Nouvelle Air Affaires SN2AG (Gabon), Air Koryo (Democratic People's Republic of Korea), Air Service Comores (the Comoros), Iran Air (Iran) and TAAG Angola Airlines (Angola). 7 Dicembre 2017
Inquadrate le modalità investigative e la Presidenza. Sono state presentate da Romano Paolo Nicolò, De Lorenzis Diego e Spessotto Arianna in data 16 Ottobre 2017 - Interrogazione a risposta scritta 4-18167
Al Presidente del Consiglio dei
ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Per sapere – premesso che:
l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) è stata istituita con decreto legislativo n. 66 del 25 febbraio 1999 e riordinata con decreto del Presidente della Repubblica n. 189 del 2010 del 5 ottobre 2010. La sua mission è quella di investigare le cause degli incidenti e degli inconvenienti gravi aeronautici occorsi su territorio nazionale italiano;
l'Unione europea, con regolamento (UE) n. 996 del 2010 ha inteso fornire linee comuni agli Stati ell'Unione, relativamente alle investigazioni di incidenti ed inconvenienti gravi aeronautici, istituendo anche una rete delle agenzie investigative denominata European network of civil aviation safety investigation authorities (Encasia);
sempre l'Unione europea, al fine di ridurre le spese a carico dei singoli Stati membri e per un efficace funzionamento delle agenzie investigative europee, ha previsto la possibilità di scambi di competenze gratuiti in termini di expertise degli investigatori e dei laboratori di analisi. Pertanto l'Encasia organizza annualmente corsi di formazione per gli investigatori delle agenzie investigative allo scopo di scambiare esperienze e tecniche investigative, conoscere le capability dei laboratori di analisi degli altri Stati membri, assicurare aiuti gratuiti in termini di analisi attraverso la possibilità di avvalersi delle tecnologie già presenti presso laboratori di altre agenzie investigative europee;
i corsi di formazione dell'Encasia sono interamente finanziati dall'Unione europea, incluse le spese di viaggio e soggiorno degli investigatori con risparmio per i singoli Stati aderenti;
risulta all'interrogante che, dal 2015, l'Ansv non invierebbe più personale del settore investigativo ai corsi di formazione per investigatori organizzati dall'Encasia ma risulterebbe che vi abbia inviato solo un funzionario amministrativo, assegnato all'ufficio legale dell'Ansv;
ove confermato, ciò lascia sgomenti quanto sopra poiché tale decisione può ripercuotersi negativamente sull'aggiornamento e l'accrescimento professionale del personale investigativo dell'Ansv come invece auspicato dall'Unione europea;
risulta agli interroganti che il personale del settore investigativo dell'Ansv dal 2015 sarebbe, al contrario, inviato a frequentare altri corsi di formazione che peraltro sembrerebbero assai onerosi.
Non solo, questi corsi non garantirebbero quella necessaria «condivisione e standardizzazione» delle tecniche di indagine investigative, che andrebbero definite, con gli altri Stati europei e che dovrebbero caratterizzare la formazione di un investigatore aeronautico –:
Se il Governo non ritenga di chiarire quanto prima le ragioni della decisione dei vertici di Ansv di non inviare più il proprio personale investigativo ai corsi di formazione gratuiti dell'Encasia;
se corrisponda al vero che l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo abbia predisposto altri percorsi formativi per il personale del settore investigativo e, in caso affermativo, quali ne siano i costi, nonché se risulti che tali corsi di formazione garantiscano pienamente quell'indipendenza e quella standardizzazione delle best practice europee necessarie per una corretta qualificazione e preparazione degli investigatori aeronautici italiani".
Venerdì 13 ottobre 2017, seduta n. 870
Paolo Nicolò Romano – De Lorenzis e Spessotto
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze.
Per sapere – premesso che:
l'agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), istituita con decreto legislativo n. 66 del 25 febbraio 1999, è sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri con compiti in materia di inchieste su incidenti e inconvenienti nel settore dell'aviazione civile;
l'ansv è stata oggetto di riordino con decreto del Presidente della Repubblica n. 189 del 2010 del 5 ottobre 2010, che, all'articolo 6, comma 1, ha disposto che, in sede di prima applicazione, non si applichi il limite massimo di due mandati al presidente e ai membri del collegio. La nomina del presidente prevedeva, infatti, un mandato della durata di 5 anni, con possibilità di conferma per una volta, per un totale di 10 anni. Il soprarichiamato decreto del Presidente della Repubblica di riordino ha però modificato tale previsione prevedendo appunto che non si applicasse il limite massimo di due mandati al presidente e ai membri del collegio uscenti cosicché dal 1999 ad oggi, tutti i Governi che si sono succeduti hanno confermato ininterrottamente il professor Bruno Franchi presidente o commissario straordinario dell'Ansv. In buona sostanza il professor Bruno Franchi è ai vertici dell'Ansv come presidente/commissario straordinario sin dal 1999 data della sua prima nomina e della istituzione dello stesso ente.
Ad oggi, sono trascorsi 18 anni;
in questi 18 anni il professor Franchi, oltre a percepire gli emolumenti fissati in 111.555,00 euro lordi annui per l'espletamento del suo mandato, ha anche sostenuto notevoli spese di viaggio per recarsi dalla sua abitazione (in provincia di Vicenza) a Roma (sede unica di Ansv) nell'ordine di quasi un milione di euro nel corso di tutti questi anni;
dal sito webgazzettaamministrativa.it, nella sezione «Amministrazione Trasparente», emerge chiaramente che le spese (per le quali vige obbligo di pubblicazione ex articolo 14, comma 1, lettera c del decreto legislativo n. 33 del 2013) per viaggi di servizio e missioni percepite dal Collegio dell'Ansv (composto da 3 membri e dal presidente dell'Ansv) sono state nel 2014 di 59.833,31 di euro, nel 2015 di 48.055,15 euro e nel 2016 di 45.523,13 euro;
il professor Franchi risiede e vive in provincia di Vicenza e si reca presso la sede dell'Ansv (situata in Roma) ogni settimana da 18 anni usufruirebbe di rimborsi di vitto e alloggio in albergo;
è da stigmatizzare secondo gli interroganti che dopo 18 anni di ininterrotta guida di Ansv non siano state individuate, in un'epoca di spending review, modalità di viaggio e di alloggio più economiche per consentire al professor Franchi di esercitare con più morigeratezza le proprie funzioni–:
se il Governo non ritenga di chiarire quali spese abbia sostenuto l'Ansv per rimborsi delle spese di viaggio del presidente/commissario straordinario professor Bruno Franchi, dalla propria abitazione alla sede dell'Ansv, nei 18 anni di suo ininterrotto mandato e quali iniziative si intendano intraprendere per consentire un uso più parco delle risorse per rimborsare tali spese, vista la necessità per il Paese di più efficaci politiche di spending review. 28 Ottobre 2017
Ma quali sono i numeri della flotta VDS in Italia? La vittima è un 79enne alla guida di un ultraleggero P2002, immatricolato I-8662, precipitato in circostanze al momento ignote. Il velivolo si è incendiato determinando ustioni gravissime sull’unico occupante: probabilmente è morto carbonizzato.
ANSV, Agenzia nazionale per la sicurezza del volo in un comunicato dello stesso giorno dell’incidente, 7 ottobre 2017, ha segnalato l’apertura di un'inchiesta di sicurezza sull'incidente occorso intorno alle 16.00 di sabato presso Padenghe sul Lago del Garda.
L’impatto con il terreno è avvenuto sulle colline tra Padenghe e Soiano e sul luogo sono intervenuti i carabinieri di Salò, gli agenti della Locale e i vigili del fuoco.
Il volo da diporto o sportivo (VDS) è una realtà in continua espansione anche in Italia e fra i compiti che il decreto legislativo n. 66/1999 ha assegnato all’ANSV c’è anche quello di monitorare gli incidenti occorsi agli apparecchi per il volo da diporto o sportivo (VDS), a quei mezzi, cioè, individuati dalla legge 25 marzo 1985 n. 106 (deltaplani, ultraleggeri, parapendio, ecc.).
Ma quanti sono i velivoli VDS in circolazione? Da uno stralcio del Rapporto informativo ANSV 2016Rapporto investigativo ANSV 2016 riportiamo a riguardo:
“Al 31 dicembre 2016 l’Aero Club d’Italia aveva rilasciato complessivamente 55.415 attestati di pilotaggio
di cui 3.569 al pilotaggio di VDS “avanzati”. In particolare nel solo 2016, sono stati rilasciati 1176 attestati. Per quanto riguarda i mezzi, sempre alla fine 2016 ne erano stati identificati (il dato riguarda soli quelli provvisti di motore, che sono assoggettati a registrazione presso AeCI) 12.719, di cui 1252 nella categoria degli apparecchi qualificati “avanzati”. In particolare nel solo 2016, sono stati identificati 327 apparecchi”.
Ma quanti sono gli ultraleggeri, quali i numeri dei deltaplani, dei parapendio e assimilabili (motoalianti; pendolari (comandati su due assi con lo spostamento del peso); paramotore (parapendio con imbrago, dotato di motore); tre assi (dotati di comandi sui tre assi spaziali: rollio, beccheggio ed imbardata); autogiri; elicotteri)? 9 Ottobre 2017
Provenienti da Boeing 777, Boeing 767 e Airbus 380 in servizio di linea. Il primo caso-incidente è del 25 settembre scorso quando un pannello, pesante circa 4 kg, si è staccato da un Boeing 777 della KLM dopo il decollo dall'aeroporto di Osaka, in Giappone. Il pezzo sarebbe duna parte inferiore dell’ala destra del velivolo – un riscontro avvenuto solo dopo l’atterraggio ad Amsterdam nel corso dei controlli post volo – e sarebbe precipitato con un “percorso” di circa 2.400 metri pannello, colpendo, nell’impatto al suolo, il vetro posteriore di una automobile in movimento a terra.
Conducente e passeggeri dell’auto non avrebbero riportato danni di sorta.
Il secondo caso-incidente ha invece riguardato un Boeing 767-300 il 27 Settembre il volo ANA nei pressi di Tokyo ha anch’esso perso un pannello. In volo da Xiamen (China) a Tokyo Narita (Japan), mentre era nella fase di discesa ha registrato questo distacco e il “pezzo” è finito su una fabbrica-azienda di acciaio. L’All Nippon Airways Boeing 767-300, immatricolato JA616A, volo NH-936 è regolarmente atterrato in sicurezza sulla pista di destinazione. L’aerolinea ha comunicato che il pannello staccatosi era in sostituzione di altra parte - was covering an emergency slide, due to the leakage of gas used to deploy the slide, the panel was pushed off – e un simile “caso” era avvenuto anche l’8 settembre scorso, senza alcuna traccia del pannello.
Il terzo caso-incidente ha coinvolto l’Airbus 380-800 Air France sabato 30 Settembre sulla Greenland nella tratta tra Paris Charles de Gaulle (France) e Los Angeles,CA (USA) con 497 passeggeri e 23 membri di equipaggio alla quota di FL370 a circa 200 miglia nautiche sudest di Nuuk (Greenland).
Stavolta una esplosione del propulsore n.4, estremo di destra, ha separato la parte anteriore e fan. Il volo è proseguito ad una quota, inferiore, a FL 310.
Alcuni passeggeri imbarcati sul volo AF 66, Airbus 389, immatricolato F-HPJE, avrebbero rilevato un forte esplosione vibrazioni in coincidenza alla deflagrazione della parte anteriore del motore, prima che il volo dirottasse a Goose Bay – Canada, circa due ore dopo.
In aggiunta il volo avrebbe operato con una parziale emergenza idraulica. Dopo l’atterraggio la pista sarebbe stata sopposta ad una operazione di pulizia per la rimozione di parti e sostanze residuali “perse” dallo stesso motore. Nei tre casi elencati passeggeri ed equipaggi non hanno riportato conseguenze e/o danni personali. 3 Ottobre 2017
Nel 2016 ben 1200 “safety occurrences”, inclusi mancate collisioni tra droni e velivoli. Eurosky e la gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo (SESAR) e la sicurezza /security+safety) è, diventato, un traguardo prioritario e primario. Ma rappresenta una questione molteplice. Concerne lo spazio aereo superiore, quello dell’attività di volo delle aerolinee commerciali, dei voli militari come anche la bassa quota quella del sorvolo sulle città, sugli agglomerati urbani più vari. Anche di quelli dove i soggetti più vari, autorizzati e certificati o meno, utilizzano, usano e giocano con droni co pesi superiori e inferiori a 300grammi. La libera vendita ed acquista dei droni rappresenta il primo stadio di una iniziativa organica per fronteggiare tale “volo indiscriminato”.
La Commissione UE – riporta un comunicato - metterà a disposizione mezzo milione di euro a sostegno della dimostrazione di servizi di “geo-fencing” (link is external), un sistema che può impedire automaticamente ai droni di volare in zone soggette a restrizioni, ad esempio vicino agli aeroporti.
Ma non basta. Quali altre aerobasi, ad esempio, sono assimilabili a quanto avviene a Sigonella in Italia?
La pista USA-NATO siciliana già coinvolta nei raid americani sulla Libia ha assunto anche un ruolo decisivo nei raid droni su Sirte. Sono voli di monitoraggio e/o assumono un ruolo più incisivo con una operatività promiscua con i voli civili-commerciali dell’area? L’attività e gli interventi militari coinvolgono gli alleati della Nato e la Coalizione che in Siria e Iraq combatte il Califfato sono “pienamente” liberalizzate e/o sono sottoposta ad una gestione con autorizzazioni dell’ATC civile?
La Commissaria per i Trasporti Violeta Bulc ha dichiarato: ''I droni offrono grandi opportunità per nuovi servizi e imprese; ecco perché vogliamo che l’Europa diventi un leader globale. Sono certa che il nostro quadro normativo moderno e flessibile porterà alla nascita di nuovi campioni europei in questo settore. Ma la sicurezza deve sempre essere al primo posto: se non prendiamo provvedimenti in fretta, le collisioni mancate tra droni e velivoli un giorno potrebbero avere conseguenze disastrose. Pertanto chiedo al Parlamento europeo e al Consiglio di trovare rapidamente un accordo sulla nostra proposta di dicembre 2015."
Quali le norme per l’utilizzo dei droni nell’Unione europea? Dopo aver registrato ben oltre 1200 eventi rilevanti per la sicurezza - senza contare il numero degli eventi non rilevati – sollecita l’urgenza un quadro normativo dell’UE moderno e flessibile e richiede al Parlamento europeo e al Consiglio di approvare la sua proposta per creare un quadro normativo per i droni.
“The call for proposals announced today by SESAR aims to select one project demonstrating the active geo-fencing of drones flying below 500 feet (around 152 meters). It requires that drones users are provided with up-to-date information on no-fly zone as well as real-time alerts if they enter one. The project will build on the geolocation capabilities which are built-in in many drones today”. 2 Ottobre 2017
Massimo rigore, quindi! Grazie all’intervento dei carabinieri, nella serata di sabato 23 Settembre – erano circa le 10 di sera – è stato sorpreso l’autore di voli-con-drone per riprese aeree e fotografie dall’alto in una località di massimo turismo. La sorpresa ha evidenziato il “manovratore” in un 14enne localizzato nei pressi del ponte alla Carraia. Si suppone che l’avvistamento e la segnalazione sia avvenuta da parte di altri visitatori e cittadini (con una telefonata al 112) e che ciò non sia il risultato di un monitoraggio-radar organizzato da un qualche soggetto-pubblico delegato a tale individuazione e protezione del territorio e dei cittadini.
La conclusione ha portato al sequestro del “drone” e l’immediato affidamento dell’autore dell’infrazione alle normative ENAC ai legittimi genitori, abitanti nella stessa zona del “reato”. Il 14enne disponeva, peraltro, di un drone con telecamera e relativa consolle e operava in una zona correlata all’attività di volo dell’aeroporto di Firenze-Peretola. E lo stesso soggetto “identificato” non disponeva della specifica autorizzazione rilasciata da ENAC.
Tutto bene quindi? L’operazione evidenzia un adeguato livello di controllo e monitoraggio del territorio o rappresenta piuttosto un’occasionale e fortuita e/o selettiva iniziativa nei riguardi di un soggetto particolare/peculiare? La circostanza consente, tuttavia, almeno una breve, quanto sintetica, annotazione.
Per quale ragione non si è individuato il ruolo degli stessi genitori? Perché, invece, non inquadrare, una più vasta e generalizzata “cultura” dell’utilizzo liberalizzato dei droni?
L’accusa comminata rimanda, probabilmente, ad esercizio abusivo della navigazione e per esercizio abusivo di professione, in quanto sprovvisto di titolo idoneo al comando, perciò l’attività di volo è facilmente accessibile e acquisibile anche da minori e senza aver svolto alcun corso specialistico e/o specifico. Anche questa circostanza rimanda ad una questione, comunque, ancora irrisolta.
L’attività dei droni, il ruolo e le abilitazioni degli operatori e le certificazioni al volo e autorizzazioni rilasciate da ENAC e da altri soggetti delegati, al monitoraggio by radar a bassa quota – nei pressi degli aeroporti, aviosuperfici e piste in genere – rappresenta una “faccenda” ancora lontana da una soluzione soddisfacente. 26 Settembre 2017
Quanto pesavano? Ma sotto i 300 grammi sono ritenuti inoffensivi? Questo secondo caso di sorvolo “identificato” e denunciato di un drone su San Pietro è riportato dai media Domenica 10 Settembre. Sarebbero stati i carabinieri a sequestrare e denunciare per il proprietario che volava – riportano i media – sopra la Basilica di San Pietro. Un turista russo di 42 anni è la persona identificata e, sarebbe stato, sorpreso nella nottata precedente nella zona di piazza Pio XII. Il drone è stato identificato come APR (acronimo di Aeromobile a Pilotaggio Remoto, cioè un mezzo aereo a pilotaggio remoto senza persone a bordo, non utilizzato per fini ricreativi e sportivi.
Per quale ragione invece non sia stato classificato come SAPR (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto, cioè un sistema costituito da un mezzo aereo (aeromobile a pilotaggio remoto) senza persone a bordo, utilizzato per fini diversi da quelli ricreativi e sportivi, e dai relativi componenti necessari per il controllo e comando (stazione di controllo) da parte di un pilota remoto) e quale fosse il peso del drone non è ancora possibile saperlo. Il drone “russo”, comunque, stava sicuramente volando su una no-fly-zone.
In materia di droni, di autorizzazioni al volo, di qualificazione “dei piloti” è, tuttavia, indispensabili riferirsi al sitoweb ufficiale di ENAV che ha reso fruibili le seguenti FAQ domande/risposte:
-Informazioni generali
-Normativa
-Operatori professionali
-Piloti professionali
-Operazioni professionali
-Uso ricreativo dell'APR
-Controlli e Sanzioni
-Assicurazione
-Privacy
-Contatti.
Confidando nella “curiosità” degli interessati alle problematiche di secuirty e safety connesse a tali operazioni di volo, anticipiamo alcuni stralci:
Un APR/SAPR per definizione non è utilizzato per scopi ricreativi o sportivi. In caso di tali attività l'APR/SAPR è considerato nella classificazione degli aeromodelli e come tale può essere utilizzato in vista fuori delle aree urbane ad altezza massima di 70 m e nel raggio di 200 m. Per quanto riguarda lo spazio aereo non deve interessare le CTR, le ATZ e ad almeno 5 km da un aeroporto.
Un SAPR può essere utilizzato senza alcun corso, senza attestato di pilota e per soli fini ricreativi?
Un SAPR per definizione non è utilizzato per fini ricreativi. I mezzi utilizzati per fini ricreativi rientrano nella definizione di aeromodelli e come tali non necessitano di attestato.
Quanto può essere grande un aeromodello?
Il Regolamento ENAC non fissa una dimensione massima. Oltre i 25 kg oppure per potenza totale di motori superiore a 15 kW sono previsti requisiti molto stringenti contenuti nell'art. 35 del Regolamento stesso. Un aeromodello superiore a 300 grammi con velocità che normalmente arriva a 60 km/h può essere considerato, per le energie in gioco, inoffensivo.
Oltre i 2 kg un eventuale impatto può sicuramente provocare lesioni alle persone. Una condotta responsabile impone quindi di non pilotare aeromodelli sopra un certo peso senza un'adeguata capacità di pilotaggio, che può essere acquisita o tramite un allenamento con un aeromodello inoffensivo o, meglio, presso un Centro di Addestramento, dove un istruttore con doppio comando può insegnare all'allievo le norme per effettuare un volo in sicurezza.
In occasione di matrimoni è possibile riprendere la cerimonia con un aeromodello munito di videocamera all'esterno della chiesa ed effettuare le riprese? Inoltre Si può volare nel giardino del ristorante e riprendere il banchetto?
No, per motivi hobbistici non è consentito volare in area popolata.
Uso ricreativo dell'APR
È possibile far volare un APR sulla spiaggia?
No, se sulla spiaggia sono presenti persone.
È possibile far volare un SAPR/APR nel giardino/terrazzo della propria abitazione?
No, se il giardino/terrazzo è in ambito zona urbanizzata.
Dove si può volare con gli aeromodelli?
Gli aeromodelli vengono utilizzati per motivi ricreativi, possono essere fatti volare di giorno in contatto visivo diretto al massimo a 200 m (per avere una idea un campo di calcio è lungo circa 100 m) di distanza e a un'altezza massima di 70 m (circa un palazzo di 15 piani) e quindi senza utilizzare eventuali automatismi di volo su percorsi fuori dalla vista del pilota.
Si possono utilizzare tali aeromodelli in aree non popolate e quindi sono da escludere i centri urbani e i parchi pubblici in essi contenuti. Inoltre bisogna sincerarsi che non si sia più vicini di 5 km da un aeroporto oppure in un'area dove sia esplicitamente proibito volare in assoluto (ad es. centro di Roma). Sono altresì vietati i voli negli spazi aerei ATZ e CTR, tali informazioni sono reperibili sul sito dell'ENAV (https://www.enav.it/
A cosa bisogna fare attenzione quando si sceglie un posto dove volare?
Oltre a quanto sancito dal Regolamento ENAC e riassunto sopra, bisogna seguire le regole di buonsenso: scegliere spazi aperti senza alberi, distanti da persone e strade, evitare di volare vicino a spazi recintati in quanto un'eventuale recupero potrebbe essere problematico, non volare quando ci sono raffiche di vento per evitare che l'APR si allontani dalla vista. Evitare inoltre delle zone dove ci sono grossi ripetitori TV, dove le interferenze potrebbero farci perdere il controllo del nostro mezzo.
A cosa bisogna fare attenzione quando si sceglie un posto dove volare?
Oltre a quanto sancito dal Regolamento ENAC e riassunto sopra, bisogna seguire le regole di buonsenso: scegliere spazi aperti senza alberi, distanti da persone e strade, evitare di volare vicino a spazi recintati in quanto un'eventuale recupero potrebbe essere problematico, non volare quando ci sono raffiche di vento per evitare che l'APR si allontani dalla vista. Evitare inoltre delle zone dove ci sono grossi ripetitori TV, dove le interferenze potrebbero farci perdere il controllo del nostro mezzo.
Operazioni professionali
Per decollare con un APR del peso inferiore a 2 kg ci vuole un permesso?
Secondo quanto stabilito dal Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, l'operatore di tale tipologia di APR deve presentare dichiarazione come da art. 9 per le operazioni non critiche, oppure richiedere un'autorizzazione come da art. 10 per operazioni critiche. Nel caso il progetto e la costruzione siano stati riconosciuti preventivamente dall'ENAC come aventi caratteristiche di "inoffensività" (ad es. materiali che assorbono gli urti, rotori protetti, limitata energia di impatto, ecc.) è sufficiente che il pilota sia in possesso di attestato (rilasciato da Centro di Addestramento riconosciuto dall'ENAC) e certificato medico LAPL (rilasciato da medico autorizzato AME) e presenti la dichiarazione (che è sostanzialmente un'autocertificazione). Inoltre nel caso di APR di peso inferiore a 0,3 kg e velocità massima 60 km/ora non è richiesto l'attestato.
Nel caso in cui il progetto e la costruzione non abbiano caratteristiche di "inoffensività" si rientra nei casi generici sotto i 25 kg. L'autorizzazione è rilasciata dall'ENAC.
La richiesta per effettuare operazioni con un APR inferiore a 2 kg può avvenire online?
No.
Nel caso il costruttore sia interessato al riconoscimento di "inoffensività" potrà inviare via pec la richiesta all'ENAC che verificherà questo aspetto.
Le autorizzazioni per operazioni specializzate critiche per APR non "inoffensivi" devono essere spedite alla pec ENAC protocollo@pec.enac.gov.it.
Le dichiarazioni per operazioni specializzate non critiche per APR non "inoffensivi" devono essere inviate alla casella pec dell'ENAC dedicata: servizionline@pec.enac.gov.it
L‘attestato deve essere conseguito presso uno dei Centri di Addestramento riconosciuti dall'ENAC.
Quali sono i tempi di risposta per le dichiarazioni e per le autorizzazioni?
Le dichiarazioni inviate alla casella pec dell'ENAC dedicata servizionline@pec.enac.gov.it vengono pubblicate nella lista delle dichiarazioni entro dieci giorni lavorativi.
Le autorizzazioni dipendono dallo scenario richiesto (volo su persone o meno). Nel primo caso dovendo assolvere accertamenti riguardanti un oggetto non palesemente "inoffensivo" e quindi potenzialmente letale, gli accertamenti dipendono dal livello di adeguatezza della documentazione presentata dall'utente riguardo il progetto e la costruzione dell'APR.
Nel caso venga richiesto uno scenario standard la richiesta viene evasa entro venti giorni.
Quanto dura l'autorizzazione?
L'autorizzazione rimane valida salvo revoca dovuta a inadempienze agli obblighi derivanti dai disposti del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto rilevate attraverso l'attività di sorveglianza secondo metodologie previste dall'ENAC, oppure in caso di incidenti, o all'evidenza di operazioni condotte in maniera non conforme al Regolamento stesso.
L'autorizzazione o la dichiarazione servono anche in caso di volo in aree private aperte? 12 Settembre 2017
Perché non è stato attivato un sistema-reti-radar sul basso sorvolo delle città? Dalle no-fly-zone alle aree “free-libere” per sorvolare con velivoli droni, gli operatori dovrebbero, comunque, sottostare alle regolamentazioni emanata da ENAC. Avviene? Chi rileva l’osservanza? Diventare operatore autorizzato ENAC non è difficile. Ora è possibile, ad esempio, con i nuovi scenari standard.
Volare con un drone in città? Se lo scenario è standard ENAC autorizza anche in un giorno – qualora lo scenario è standard, ENAC rilascia l’autorizzazione anche in solo 24ore. Lo sanno anche eventuali turisti USA e/o extraeuropei in “vacanza” nel Belpaese con macchine fotografiche e droni al seguito?
Il cittadino USA di 37 anni che avrebbe fatto volare nella giornata di lunedì 28 Agosto un drone sul Pantheon e vicino San Pietro, non avrebbe rispettato il divieto di sorvolo ed è stato accusato anche di procurato allarme, probabilmente, ignorava l’esistenza di tale regolamentazione. Era forse titolare di un “patentino” USA per l’abilitazione diurna/notturna di droni?
L’identificazione del drone sarebbe avvenuto intorno alle 06.00 del mattino: in zona San Pietro e quindi in corso Rinascimento, al centro di Roma. Il piccolo drone (era inferiore a 300 grammi?) sarebbe atterrato tra Borgo Pio, Borgo Angelico, Porta Angelica e via del Mascherino, in prossimità di piazza San Pietro.
Nella giornata di sabato 26 Agosto in Vaticano era scattato uno specifico “allarme” per altro drone in sorvolo nella zona “storica” del Vaticano - Piazza San Pietro. Anche in questo caso sarebbe seguito un atterraggio. Erano due circostanze con controllo “remoto e a vista” del drone o la situazione l’operazione di volo non risultava a controllo “positivo”? Ma a chi spetta il controllo dei droni? Al personale ENAC e/o suo delegato o alle forze di sicurezza comunali, come i Vigili Urbani? Probabilmente sono le testimonianze dirette e/o occasionali dei cittadini ad allertare le “forze pubbliche” Polizia e Carabinieri di controllo del territorio. In una stagione, peraltro, nella quale le misure di “security” terrestre del territorio e delle città è un obiettivo primario cosa accade per il “security check aereo”? Occorre forse predisporre misure radar per il controllo sistematico diurno e notturno del cielo soprastante le città del Belpaese e magari anche di altre aree ritenute a rischio “droni”. Una prima misura deve essere sicuramente adottata e concerne le autorizzazioni ENAC agli operatori di droni. Se l’informativa ENAC sugli Scenari Standard, ovvero le certificazioni per il lavoro aereo con i droni in ambito cittadino, per cantieri e infrastrutture lineari extraurbane, quali autostrade, oleodotti, ferrovie etc. è una procedura rapida e dovuta, appare indispensabile disporre l’elenco del personale autorizzato e la disponibilità di droni acquisiti. Nel caso di uno scenario urbano S01 e negli scenari extraurbani S04 ed S06, ad esempio, l’autorizzazione a volare con droni con peso-massimo al decollo di 900 grammi non dovrebbe essere registrata e permettere l’identificazione by-radar dello stesso drone, quando in volo? 29 Agosto 2017
I media, comunque, parlano di rischio “esplosione”! Il velivolo Airbus A350 a lunghissimo raggio serie 900 era stato proposto da pochi anni per voli Ultra-Long Range per collegare continenti lontani come Australia - Europa e/o Oriente Americhe (voli ovest), dalla costa West USA no stop per l’Europa. Con 20-25 ore di volo.
Rinnovati concept aerodinamici, cabine passeggeri e ali in fibra di carbonio e propulsori Trent XWB di Rolls-Royce. Super efficienti a ridotto consumo di carburante. Ma ecco sorgere problematiche inattese.
EASA (European aviation safety agency) ha emanato una direttiva urgente e senza sconti (?) che Airbus ha immediatamente proposto ai vettori: lo scorso 21 agosto 2017. AL momento riguarderebbe la sola versione Airbus-350/941 e la modifica aggiornamento consisterebbe nell’aggiunta di un sistema software di analisi-controllo per un intervento preliminare-precauzionale-operativo.
Oggetto di analisi e revisione/aggiornamento è l’installazione di un sistema di raffredamento nei serbatoi del carburante. Il funzionamento operativo della/e pompa idraulica potrebbe, infatti, determinare brusche e improvvise elevate temperature e rapidi incrementi della stessa temperatura del fluido dell'impianto. Una circostanza che determina l’attivazione del segnale di malfunzionamento del "Fuel tank inerting system" (Ftis).
Con surriscaldamento – al momento - secondo modalità non spiegabili e non controllate causerebbe probabile incendio/combustione del fluido idraulico e innesco della miscela aria-carburante depositata nei serbatoi (quali alari, centrali, quali??). Non si ha avuto né si hanno, tuttavia, notizie e di “emergenze” in volo a riguardo e, neppure, di una qual casistica di tali incidenti.
La flotta in circolazione vola per Lufthansa, Singapore Airlines, Cathay Pacific e Qatar Airways e riguarderebbe un centinaio di velivoli. La rapida ed estesa informativa emanata da Airbus-EASA in definitiva ha comportato anche l’immediata notifica, da parte delle aerolinee coinvolte, che la stessa direttiva è stata incorporata sul Minimum Equipment List (MEL) per l’idoneità al volo della stessa flotta. Tutto a posto quindi! La news non fa, in sostanza, che ribadire la capacità dell’aviation-system di individuare, intervenire e correggere eventuali malfunzionamenti di quale apparato e/o impianto di volo e/o correggere e migliorare eventuali limiti nella progettualità dei supertecnologici impianti delle flotte aeree civili-commerciali. 26 Agosto 2017
Nuove regole sono indispensabili, anche in Italia. Ma se gli “incidenti” riportati sono stati 22 in quattro mesi la casistica complessiva, con i cosiddetti “inconvenienti” e “inconveniente gravi”, ovvero di mancate collisioni con parametri diversificati a quanto potrebbero ammontare? Quale reale “rischio” esiste nella libera vendita dei droni e nell’assetto odierno di “circolazione” consentita?
Dal sito https://www.gov.uk/government/organisations/department-for-transport del Ministero dei Trasporti della gran Bretagna, sabato 22 Luglio 2017 con il servizio “Drones to be registered and users to sit safety tests under new government rules -New rules to better regulate drone use” siamo, finalmente, di fronte ad una presa di consapevolezza che dovrebbe essere estesa a numerois Paesi UE e non.
I proprietari di droni con pesi superiori a 250 grammi dovranno essere registrati e i “piloti” APR-UAV sottoposti a corsi e successiva certificazione. Nello stesso tempo il Governo UK, dopo aver reso disponibile on-line lo studio di 65 pagine identificato come “Unlocking the UK's High Tech Economy: Consultation on the Safe Use of Drones in the UK- Government Response”.
Dopo aver accertato il livello di Danni causato da drones con peso inferiori a 400 grammi (14 ounces) nello “scontro” con finestrini e/o windscreens degli elicotteri in volo anche nel volo nella zone/aree di security “geo-fencing” -- GPS-based technology programmed into drones to prevent them from flying into sensitive areas such as prisons and airports. L’impatto tra droni e velivoli, tuttavia, determina danni e rischi potenziali associati anche alla fase-operazione di volo in cui avvengono.
Lo scorso anno lo studio “Exploring Civil Drone Accidents and Incidents to Help Prevent Potential Air Disasters - Graham Wild, John Murray, Glenn Baxter, 22 July 2016 ha analizzato il contesto dei voli civili-commerciali e droni e stimato eventuali prospettive a riguardo.
Secono la CAA sono stati registrati cinque near-misses tra droni e velivoli civili solo nel mese di marzo 2017. On un totale di 62 nel corso dei precedent 12 mesi. Per la CAA UK'- Civil Aviation Authority- I droni non dovrebbero volare a quote superiori a120 metri/ 400 piedi in prossimità (???) di aeroporti, aerobasi e piste di volo in genere. Nel 2016, comunque, oltre a near-misses segnalati-riportati, gli incidenti critici-anomali-incontrollati che hanno coinvolto droni sono risultati 3.456, contro i 1.237 del 2015. Almeno quelli denunciati in Gran Bretagna! Quale casistica di near-misses e/o incidenti tra droni e ece registrata e divulgata nel Belpaese? 25 Luglio 2017
E’ accaduto negli ultimi giorni di Giugno: sui controlli e le sanzioni! Due piloti, ovvero i due soggetti che manovravano a distanza altrettanti droni su due zone nelle quali sarebbero state necessarie, nello stesso tempo, le adeguate autorizzazioni necessarie per il sorvolo di una area marina protetta. La località è quello delle Cinque Terre in Val di Vara (La Spezia).
E, adeguate licenze, ma i due “piloti” ignoravano la materia per un motivo specifico: uno è un imprenditore di 38 anni residente in Turchia, il secondo un libero professionista di 33 anni brasiliano.
I Carabinieri di Riomaggiore hanno denunciato per i reati agli articoli 1.231 e 1.216 del Codice della navigazione (pilotaggio e impiego di un Sistema aeromobile a pilotaggio remoto sprovvisto di attestazione di pilota rilasciato dall'Enac sprovvisto di certificazione di inoffensività) e l'articolo 11 comma 3 lettera h della legge 394 del 1991 (sorvolo su area marina protetta senza la prevista autorizzazione del Parco nazionale delle 5 terre).
Ma cos avviene di solito? Quale attenzione si verifica al volo dei droni nel resto del Belpaese?
Quanto sono i “piloti” operatori SAPR e/o APR con peso di MTOM inferiore a 25 Kg ai sensi degli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000, quanti quelli con pesi superiori.
Se l’elenco esaminatori APR certificati - ai sensi dell'art.21 del Regolamento "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto", ed.2, per ottenere il rilascio o il rinnovo dell' Attestato di Pilota APR - è noto quanti sono gli “operatori certificati e quale attività svolgono? In quali zone, in quali aree con quali finalità?
La Circolare LlC -15ENAC - Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto - Centri di Addestramento e Attestati Pilota
09/06/2016 dettaglia ogni particolare in materia, ma chi verifica l’operatività quotidiana di coloro che comprano “droni” nei tantissimi negozi che vendono APR?
Altra questione inoltre riguarda le multe fino a 100mila euro coloro che assicurano. L'obbligo dell'assicurazione, le sanzioni previste e le esenzioni per alcuni aeromodelli è stato notificato: Il regolamento ENAC riporta: "non è consentito condurre operazioni con un SAPR (Sistema aeromobile a pilotaggio remoto) se non è stata stipulata e in corso di validità un'assicurazione concernente la responsabilità verso terzi, adeguata allo scopo e non inferiore ai massimali stabiliti con regolamento dell'Unione europea (785/2004).
L’esenzione concerne gli aeromodelli con MTOM inferiore a 20 Kg, anche se la sospensione e la revoca
ai senso dell'articolo 30 del regolamento sui SAPR, può essere adottata per un periodo massimo di sei mesi. Comunque assicurare il mezzo volante appare una esigenza che prescinde dall'obbligo.
Le forze dell'ordine dinnanzi all’ipotesi di infrazione nell’utilizzo dei droni, qualora identificata tale situazione, e precisamente, possono innanzi tutto valutare almeno i tre seguenti ambiti:
1. possono essere in conflitto con ad altri utilizzatori dello spazio aereo;
2. non assicurano adeguata separazione dagli ostacoli;
3. determinano situazioni di collisioni in volo e/o situazioni equivalenti.
Altre questioni rimandano al volo nelle ore di luce diurna, ignorando il contatto visivo diretto con l’aeromodello, utilizzano mezzi ottici e/o elettronici a distanza, operano su aree popolate, a distanze superiori a 200 metri e di altezza uguale o superiore a 70 metri, operano negli spazi aerei prossimi ad aeroporti, aviosuperfici e/o campi di volo, ad una distanza inferiore a 8 Km dal perimetro aeroportuale e dai relativi sentieri di avvicinamento/decollo.
La materia è vasta e la complessità di verifica appare oltremodo ardua, anche se risultasse il solo compito di un soggetto interessato delle forze dell’ordine.
Il titolare di abilitazione al pilotaggio, qualora non sia un improvvisato amatore dei droni, rilasciata da una scuola certificata dall’Aero Club Italia, che esercita attività di volo con aeromodello con massa massima inferiore ai 25 Kg., in aeree di altezza uguale o superiore ai 150 metri e di raggio massimo superiore ai 300 metri, quale consapevolezza ha di un sistema di costante controllo del suo operato? 15 Luglio 2017
In attesa di un Codice della Strada anche per il “volo”! La prima notizia rimanda, innanzi tutto, alla inchiesta che Gabinete de Prevenção e Investigação de Acidentes com Aeronaves e de Acidentes Ferroviários (GPIAAF) del Portogallo ha avviato per indagare sui tanti casi che hanno coinvolto i voli “liberalizzati” dei droni in prossimità degli aeroporti e/o dei sentieri di avvicinamento, di atterraggio e di decollo delle flotte civili-commerciali.
Indagini che, probabilmente, dovrebbero essere attivati nei Paesi nei quali la vendita senza restrizioni dei droni è in corso. A quali numeri si rimanda quando, ad esempio, si dovrebbe descrivere ammonta la flotta italiana dei droni?
In Europa la materia è da tempo oggetto di numerose iniziative di EASA - European Aviation Safety Agency Task Force. Il rischio di collisione tra le varie categorie di droni in circolazione e l’attività di volo delle flotte di aviazione commercial, di aviazione generale e militari in circolazione è all’ordine del giorno.
Dopo due convegni-analisi del Maggio e Luglio del 2016 e le disponibilità di acquistare liberamente i droni con peso inferiore a 25 kg, con quattro categorie di ‘Large’ (3.5 kg), ‘Medium’ (1.5 kg), ‘Small’ (0.5 kg) e con peso ‘Harmless’ (0.25 kg) la “minaccia” complessiva sarebbe stata qualificata.
A quali quote di volo “operano” tali mezzi?
La flotta dei droni ‘Medium’ drone, probabilmente, a rischio collisione a quote superiori a10.000 piedi, probabilmente con risultati “High’ severity”.
Al di sotto di tale quota il rischio collisione viene ritenuto ‘Low’, per effetto della bassa energia cinetica. Questa singolo riferimento rimanda ad una materia complessa e che richiede analisi specifiche. Quali casistica incidentale e rischio collisione potrebbe essere associata alle restanti categorie di droni?
I primi risultati – in sintesi – sono risultati i seguenti, in tre Raccomandazioni:
Recommendation 1: The Task Force recommends that an analytical model of the drone threat should be developed that takes into account a more detailed analysis of the construction of drones and an assessment of the dynamic behaviour of drones and their components, (in particular their motors and batteries,) during an impact. To gain confidence in the model, the method should be validated against laboratory tests, in particular to validate the behaviour of specific drone components such as the batteries or the motors during an impact and to confirm the prediction of the overall frangibility of the drone. This validated analytical model could be used for further impact analysis (see Recommendation 3).
Recommendation 2: The Task Force recommends that a specific risk assessment should be conducted to assess the behaviour of lithium batteries on impact with structures and rotating parts, and their possible ingestion by jet engines. The assessment should, if possible, be supported by testing, and should address the risks of explosion, fire and air contamination.
Recommendation 3: The Task Force recommends that further research should be conducted to establish hazard severity thresholds for collisions between drones and manned aircraft. Impact analyses should be performed to determine the effects of a drone threat (as established per Recommendation 1) impacting aircraft critical components, possibly capitalising on existing computing and software capabilities and other particular risk assessments such as those for bird, tyre and engine debris impacts. To gain confidence in the model, the method should be validated against tests on representative aircraft components such as airframe parts, windshields and rotating elements (i.e. rotors, propellers and fan blades).
Nell’ambito della Commissione europea (Ce), il Single European Sky Air traffic management Research Joint Undertaking (Sesar Ju) la proposta sull’utilizzo dei droni (Uav, Unmanned Aerial Vehicle, aerei senza pilota a controllo remoto) deve essere differenziato con le quote di volo.
"U-Space" identifica, ad esempio, l’altezza massima di 150 metri e un database dei droni e degli operatori iscritti in una sorta di "recinto virtuale" (geo-fencing). La materia è vasta e gli operatori-acquirenti dei singoli droni, probabilmente, ignorano tale complessità operativa di safety e di security e la necessità di auspicare problematiche che abbisognano di una sorta di omologo a quello che a terra è regolato dal Codice della strada per chi si muove, a piedi, in bicicletta, in moto, in auto, nei camion, nei treni, negli autobus cittadini ed extra urbani. Ma quanto tempo ci vorrà? 4 Luglio 2017
Ma riguarderebbe davvero solo le aerolinee europee? A breve quindi, quando sarà applicato il provvedimento che estende l’iniziale provvedimento che aveva escluso l’imbarco a bordo (cabina passeggeri e cargo) per tablet, smartphone, pc e affini sui voli provenienti da otto paesi islamici. L’amministrazione Usa di Donald Trump – hanno rivelato media USA - avrebbe anticipato l’intenzione di estendere lo stesso divieto anche ai passeggeri che arrivano dall’Europa.
Ancora una volta la misura sarebbe motivata dall’allerta terrorismo e la priorità nella difesa del la sicurezza nazionale USA.
L’allargamento del divieto agli aeroporti europei sarebbe derivato dalla non condivisione delle politiche sull’immigrazione in vigore nell’Unione europea. Non sarebbero ritenute adeguate a fronteggiare Isis, Qaida e restanti organizzazioni dell’estremismo islamico. Coinvolti sarebbero, oltre alla Francia e Germania, altri 38 Paesi “ritenuti amici”, dai quali i residenti avrebbero, di fatto, libero accesso negli USA, senza “visto”.
Tra le iniziative da attivare all’ingresso negli aeroporti USA, una potrebbe riguardare il ripristino delle procedure assimilabili a test ideologici, social media, travel history e referenze bancarie in genere gestiti direttamente dagli agenti della Us Customs e Borders Protection.
Quali potrebbero risultare e le conseguenze e ricadute e nei riguardi di quali aerolinee? Le restrizioni in cantiere riguarderebbero nella stessa misura i vettori con bandiera statunitense e di quelle europee? L’ipotesi che possa essere adottato un doppio livello di filtro ai passeggeri ai check-in e nell’ufficio “immigrazione” differenziando, in tal modo, le aerolinee della Comunità Europea potrebbe innescare una contrapposizione operativa con evidenti ripercussioni negative per i passeggeri imbarcati sulle compagnie di nazionalità EU.
L’ipotesi che questo genere di misure possano agevolare il traffico aereo immatricolato USA rispetto a quello extra è stato aleggiato da alcuni commentatori della confronto tra le due sponde dell’Atlantico.
L’Electronics ban, ovvero laptop, smartphone, tablet, pc e assimilabili come strumento di competizione nell’universo delle compagnie aeree di lungo raggio: il settore di confronto con la maggior reddittività nel trasporto aereo commerciale.
La preparazione delle nuove regolamentazione che disciplinerà l’accesso dei passeggeri negli aeroporti USA, che già impone a otto Paesi islamici (da nove scali di Africa e Asia: di Amman, in Giordania, Il Cairo, in Egitto, Istanbul, in Turchia, Gedda e Riyad, in Arabia Saudita, Kuwait City, Casablanca, in Marocco, Doha, Dubai e Abu Dhabi, negli Emirati Arabi) con direttrice Stati Uniti potrebbe perciò estendere il provvedimento che autorizza a imbarcare in cabina passeggeri solamente il telefono cellulare.
Allargando la disposizione anche agli aeroporti UE, perciò una “restrizione complessiva e integrata” tale da coinvolgere i soli voli delle aerolinee UE, quindi: senza alternative.
20 Maggio 2017
Due accidenti, ma nessuno a bordo degli aeromobili civili/commerciali! Dopo le vicende che hanno accompagnato Samsung Note 7, e il divieto on-board, sembrerebbe aver coinvolto la Apple e iPhone 7. Al momento i media, comunque, riportano nel recente periodo solo casi isolati. Il primo evento di un iPhone 7 esploso è toccato ad una ragazza americana (Arizona) che aveva il dispositivo sotto carica mentre dormiva. Il fumo esalato dal posteriore/retro del dispositivo e una strana rumorosità sarebbero stati due riscontri e avvisaglia del malfunzionamento.
L'interrogativo che all'origine siano problematiche associate alle batterie al Litio e/o al sistema di carica è stata ed è la prima ipotesi in valutazione. L'inchiesta attivata dalla Apple dovrebbe individuare l'eventuale anomalia accaduta e/o l'inconveniente. Il video on-line dell'incidente occorso all'iPhone avrebbe originato migliaia di reazioni e riscontri.
Un secondo caso è stato segnalato da un ragazzo che aveva lasciato l'iPhone 7 in auto - coperto da indumenti per nasconderlo alla vista dei curiosi - per un giro in surf. Al rientro l'auto parcheggiata aveva i finestrini oscurati per un principio di incendio innescato, probabilmente, originato da surriscaldamento e/o esplosione derivato dal iPhone 7 - che non era sotto carica.
Al momento nessun provvedimento di filtro e/o divieto di imbarcare iPhone 7, in cabina passeggeri e/o in stiva dei voli civili/commerciali, è stato intrapreso. 14 Aprile 2017
Cinture sempre allacciate, specialmente nella fase di crociera! Non è una novità ma, nonostante, le circolari e le prescrizioni operative per evitare tali inconvenienti talvolta accade. Quello che è accaduto lo scorso 7 gennaio 2017 quando un velivolo jet Challenger L60 ( identificato nelle categoria small) è stato coinvolto nella turbolenza di scia causato da un Airbus 380 (catalogato come velivolo superheavy) e, senza controllo positivo dei piloti, sottoposto a fattore di carico rilevanti di gravità, ha perso circa 10000 piedi quota dopo aver "capottato/rovesciato - uncontrolled roll pattern, flipping" almeno 3/5 volte.
Il bigetto CL 604 volava alla quota di crociera di FL 350 (circa 35.000 piedi) dopo essere decollato da Male (Maldive) con destinazione Abu Dhabi avrebbe incrociato un Airbus 380 - nella zona del Mar Arabico - volante a una quota di 1000 piedi superiore.
La dinamica connessa alla "turbolenza di scia del pesante quadrimotore sarebbe stata innescata circa due minuti dopo l'avvenuto sorvolo. L'equipaggio del Challenger 604 ha potuto - in seguito - atterrare in emergenza, anche se le sollecitazioni sopportate avrebbero reso l'aeromobile irrecuperabile/irreparabile.
L'Airbus 380 Emirates era della serie 800, immatricolato A6-EUL sul volo EK-412 da Dubai (United Arab Emirates) a Sydney,NS (Australia), era stato identificato alla quota di FL350 at 630 miglia sudest di Muscat (Oman) a 820 miglia nordovest di Male (Maldives) e l'incrocio con CL 604 sarebbe stato registrato alle 08:40Z .
Gli standard ICAO che regolamentano la coesistenza tra le varie categorie di velivoli nel contesto del fenomeno della turbolenza - Wake Turbulence Category (WTC) - sono precisate in modo inequivocabile anche se, talvolta, gli operatori di traffico aereo esercitano procedure operative "flessibili".
E' stato questo uno di questi casi? I voli "free flight" in determinati spazi aerei del Pianeta Terra, con separazioni verticali di solo 1000 piedi- come operano?
Se con il peso massimo di 640 tonnellate al decollo, l'Antonov An-225 Mriya - militare - è l'aereo più pesante del mondo tra i velivoli commerciali-civili è, infatti, l'Airbus 380-800 con un peso di circa 577 tonnellate ad essere identificato nella categoria ICAO come Super Heavy. Della flotta mondiale di 319 ordini 208 sarebbero in circolazione, operativi.
Il resto della flotta civile-commerciale è invece classificata nella seguenti tre categorie:
H (Heavy) velivoli con peso di 136 000 kg (300 000 lb) o superiori;
M (Medium) velivoli con pesi al decollo inferiori a 136 000 kg (300 000 lb) e superiori a 7 000 kg (15 500 lb);
L (Light), velivoli con peso inferiore a 7 000 kg (15 500 lb).
Una ulteriore categoria definita "small" è stata definita da alcuni Paesi. La categoria ICAO "medium" è stata distinta nella ‘small’ con peso MTOM (maximum take-off mass) tra 17000 kg and 40000 kg, mentre la categoria ICAO "light" è stata estesa a coprire peso al decollo dei velivoli fino a 17000 kg.
Quali sono le ripercussioni nnella gestione dello spazio aereo in quota? Nella fase di alta crociera dei super velivoli di medio-corto e lungo raggio?
La politica di separazione dei voli nel contesto della "wake turbulence separation minima" prescritta dal Doc 4444-PANS-ATM ICAO Doc 4444, e le procedure addizionali riguardanti l'Airbus A380 sono adeguatamente vincolanti e adottate nelle varie fasi di volo? Che sono quelle dell'avvicinamento, dell'atterraggio, del decollo, della salita e, ovviamente, anche quella di crociera. 5 Aprile 2017
La security e la safety nel trasporto aereo. Dalle restrizioni poste da USA e da GB all'imbarco in cabina passeggeri su voli provenienti da alcuni Paesi, al resto del Mondo che non ha, almeno al momento, aderito all'iniziativa del Governo USA, e alla posizione espressa dalla stessa IATA ecco l'allerta al massimo livello per l'ipotesi di nuovi sistemi di esplosivi occultati in pc portatili e smartphone. In sostanza si tratterebbe di bombe non rilevabili dagli odierni check-in delle security dei maggiori aeroporti, anche di quelli più attrezzati a riguardo.
Come fronteggiare questa ennesima emergenza?
E' stata la Cnn a rivelare questa nuova eventualità e, probabilmente, queste evidenze sono alla base della stessa decisione dell'amministrazione Trump al divieto di autorizzare l'imbarco in cabina passeggeri di tablet, laptop, pc e smartphone. L'iniziativa e l'obiettivo appaiono controversi e contraddittori e la situazione appare complicata.
Quali potrebbero essere le nuove e adeguate restrizioni on-board - nei bagagliai e in cabina passeggeri - per trasportare dispositivi mobili elettronici - da paesi a rischio terrorismo e non - per tutelare passeggeri ed equipaggi?
In Italia ENAC - dopo una riunione urgente e ristretta del Comitato interministeriale per la sicurezza aerea e degli aeroporti - non aveva adottato le misure dell'amministrazione USA relativa al divieto in cabina passeggeri, quali provvedimento ha preso - o sta predisponendo per questa ultima quanto ennesima emergenza di bombe che potrebbero aggirare e/o superare le security operative?
Quello che qualcuno ha, inizialmente, identificato come high tech ban, probabilmente, sarà ampliato, anche se non si sa come! Dove potrebbe essere, anche, occultato l'esplosivo?
In Italia il Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti aerei e degli aeroporti (Cisa) dovrà valutare la nuova situazione emergenziale: e non solo come fronteggiare l'utilizzo di nascondere esplosivi delle batterie per computer, tablet ed affini. 3 Aprile 2017
Ma non in stiva, perché? E le batterie al Litio? La decisione che ha creato allarme e confusione tra i passeggeri, gli equipaggi e le security aeroportuali è, tuttavia, condivisa anche dalle quasi totalità delle amministrazioni "aeronautiche" del Pianeta Terra. Il provvedimento, il divieto, infatti, non è stato emanato dalla FAA USA ma dal Governo USA del presidente Donald Trump.
Al momento gli USA, il Canada e la Gran Bretagna il divieto riguarderebbe i voli provenienti da una decina di Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, compresi Arabia Saudita e Giordania. Due Paesi, questi ultimi alleati degli Stati Uniti.
L'emergenza della Trasnport Security Administration (TSA) "emergency amendment,” concerne, per ora, 10 aeroporti del Medio Oriente e Nord africa, quali:
Jordan’s Queen Alia International
Egypt’s Cairo International
Turkey’s Istanbul Ataturk
Saudi Arabia’s King Abdulaziz International
Saudi Arabia’s King Khalid International
Kuwait International
Qatar’s Doha International
Morocco’s Mohammed V Airport
Dubai International
Abu Dabi International
Le aerolinee interessate direttamente sarebbero le seguenti:
Royal Jordanian
Egypt Air
Turkish Airlines
Saudi Arabian Airlines
Kuwait Airways
Royal Air Maroc
Qatar Airways
Emirates
Etihad Airways.
In pratica la totalità dei dispositivi elettronici più grandi di un cellulare-smartphone troveranno spazio solo nei bagagliai. La questione terrorismo e rischio esplosione in volo, come tragicamente noto, non è una novità da alcuni anni. Ma il provvedimento non appare decisivo e/o risolutorio. Imbarcare comunque in stiva pc e tablet e giochi elettronici (laptops, tablets, game consoles, cameras and portable DVD players into their checked baggage) innesca ulteriore problematiche: i controlli sul bagaglio a mano è più sistematico e severo di quello dei bagagliai. Una batteria al litio deflagrante e/o un innesco deflagrante nella stiva non risolve l'emergenza terrorismo.
Dopo le tragedie in volo attribuite all'esplosioni derivate da batterie al Litio on-board del Boeing 747-400 quale nel dicembre 1988 sul volo Boeing 747-Pan Am Flight 103, precipitato nel villaggio Scozzese di Lockerbie (UK) dove la bomba era nascosta in una radio-cassette, al volo UPS B744 a Dubai del settembre 2010 (incendio nel cargo), all'esplosione con squarcio della fusoliera sul volo Daallo A321 presso Mogadiscio nel febbraio 2016.
Le tragedie con l'esplosione sul volo Egyptair Airbus A320 Parigi- Cairo, sparito in mare e come il Boeing 777-200 della MH 370 della Malaysia Airlines - ancora non pervenuto - sarebbero avvenuti con l'attuale disposizione della TSA USA? Sono dovuti all'esplosione di batterie al Litio o altro?
Quali possano essere le misure precauzionali-preventive per evitare comunque l'imbarco di "esplosivi" nascosti in un qualche dispositivo elettronici in cabina passeggeri e/o nei bagagliai evidenzia solo procedure che prescindono, probabilmente, dall'individuazione di specifiche aerolinee e da determinati aeroporti. Bandire anche gli smartphone e tablets e tutto il resto assimilabile da bordo - dalla canina passeggeri come dai bagagliai - appare impraticabile. Voli in transito e coincidenze tra compagnie aeree e misure di check-in con l'utilizzo di sistemi biometrici per l’individuazione di potenziali terroristi come l'adozione di tecnologie up-to-date per l'imbarco di bagagli a mano e in stiva potranno, comunque, solo migliorare l'efficacia dei controlli. 23 Marzo 2017
Il dato, tuttavia, appare incongruente? La IATA lo scorso 10 marzo ha divulgato il database sugli incidenti occorsi nel 2016 registrando un incremento nel numero delle vittime e una riduzione del numero degli incidenti aerei dell'aviazione commerciale. Nel lungo periodo, tuttavia l'annuale safety report è in costante miglioramento.
Il totale degli incidenti è risultato di 65 (68 nel 2015) mentre quelli fatali sono stati 10 (4 nel 2015). Il numero delle vittime invece è stato di 268 contro le 136 del 2015.
A livello regionale nella perdita dei velivoli (jet hull loss) Middle East and North Africa hanno registrato ratei maggiori di incidentalità contro Africa, Nord Asia ee Commonwealth of Independent States che non ne hanno segnalati. L'Europa con un tasso 0.27 ha raddoppiato il dato del 2015 che era stato 0.14.
Il comunicato IATA a riguardo riporta:
"The International Air Transport Association (IATA) released data for the 2016 safety performance of the commercial airline industry.
The all accident rate (measured in accidents per 1 million flights) was 1.61, an improvement from 1.79 in 2015.
The 2016 major jet accident rate (measured in hull losses per 1 million flights) was 0.39, which was the equivalent of one major accident for every 2.56 million flights. This was not as good as the rate of 0.32 achieved in 2015 and was also above the five-year rate (2011-2015) of 0.36.
There were 10 fatal accidents with 268 fatalities. This compares with an average of 13.4 fatal accidents and 371 fatalities per year in the previous five-year period (2011-2015).
The 2016 jet hull loss rate for IATA member airlines was 0.35 (one accident for every 2.86 million flights). While this outperformed the global hull loss rate, it was a step back from the 0.22 accidents per million flights achieved by IATA members in 2015.
“Last year some 3.8 billion travelers flew safely on 40.4 million flights. The number of total accidents, fatal accidents and fatalities all declined versus the five-year average, showing that aviation continues to become safer. We did take a step back on some key parameters from the exceptional performance of 2015; however, flying is still the safest form of long distance travel. And safety remains the top priority of all involved in aviation. The goal is for every flight to depart and arrive without incident. And every accident redoubles our efforts to achieve that,” said Alexandre de Juniac, IATA’s Director General and CEO."
Nella casistica incidentale della IATA, tuttavia, non compaiono i due incidenti maggiormente noti all'opinione pubblica. 2016: Egyptair Airbus A320 MS 804, decollato nella serata del 18 maggio dal DeGaulle di Parigi e diretto al Cairo con 56 passeggeri e 10 membri di equipaggio e l'Avro RJ 85 si schiantatosi in avvicinamento alla pista. Il LMI-2933 da Santa Cruz (Bolivia) a Medellin (Colombia) con 72 passeggeri e 9 membri di equipaggio nella zona di La Ceja intorno alle 21.25 locali del 28 novembre quando la traccia radar è sparita dagli schermi. Quest'ultimo era un volo charter, l'Airbus 320 Egyptair invece è classificato, nonostante manchino riscontri inequivocabili come oggetto di esplosione in volo per attentato terroristico. 18 Marzo 2017
La risoluzione è improrogabile ma, ancora, irrisolta! Domenica 26 febbraio 2017, nel comune di Foppolo (Bergamo), pochi minuti prima delle ore 15.00, un elicottero R22 con due persone a bordo.....vedi Aerohabitat news "Pista di sci: elicottero "ultraleggero" (R22?) atterra-pesante tra villeggianti.
Interrogazione a risposta scritta 4-15794 presentata da LOCATELLI Pia Eldatesto Venerdì 3 marzo 2017, seduta n. 752
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
domenica 26 febbraio 2017, nel territorio del comune di Foppolo (Bergamo), pochi minuti prima delle ore 15.00, un elicottero R22 con due persone a bordo, mentre cercava di atterrare sulla piazzola posta pochi metri a monte del rifugio «Terrazza Salomon Montebello» a 2.100 metri di quota, dalla quale era decollato una decina di minuti prima, è precipitato a 2-3 metri di distanza dalla terrazza dello stesso rifugio, sulla breve discesa di neve battuta che fa da raccordo con l'arrivo della seggiovia sita leggermente più a valle, lungo la quale corre il tapis roulant utilizzato dagli avventori;
a quell'ora lo spazio esterno del locale era gremito di persone, ben oltre 200, che si godevano la giornata di sole e parecchi bambini stavano giocando a pochi metri di distanza da dove è precipitato il velivolo;
solo il caso ha scongiurato una tragedia, infatti il velivolo è passato a un metro e mezzo da un primo gruppo di bambini, ne ha sorvolato un altro a circa 50 centimetri e, per fortuna senza gravi conseguenze, ha toccato con i pattini e/o la carlinga altre tre bambine buttandole a terra –:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover approfondire e chiarire le modalità dell'accaduto, anche tramite il coinvolgimento degli enti preposti alla regolamentazione, al controllo e alla sicurezza dei voli civili e, in particolare, che vengano accertati: la proprietà dell'elicottero, le manutenzioni, revisioni, collaudi e omologazioni dello stesso; il soggetto alla guida, il conseguimento e il mantenimento delle idonee abilitazioni al volo da parte di quest'ultimo; il rispetto delle prescritte comunicazioni apertura elisuperficie temporanee, nonché delle norme comportamentali in materia di volo di simili velivoli da considerarsi di aviazione generale o ultra leggeri da diporto/sportivo in presenza di assembramenti di persone e in situazioni di emergenza; le caratteristiche del velivolo, la sua immatricolabilità come ultraleggero e la veridicità dell'autocertificazione rilasciata a tal fine dal proprietario, la conformità, le ore di volo, lo stato di usura, la conservazione e l'idoneità al volo stesso nell'ambiente montano; la rispondenza della piazzola di decollo e atterraggio alle previsioni legislative e regolamentari in materia;
se non ritenga, oltremodo, di avviare una riflessione sulla necessità di modificare la normativa vigente in materia, che consente l'immatricolazione di un velivolo quale ultraleggero unicamente a fronte dell'autocertificazione rilasciata dal proprietario circa il non superamento di 450 chilogrammi di peso del velivolo a pieno carico, al decollo, con 2 persone a bordo e con un'autonomia di almeno un'ora. 17 Marzo 2017
L'incidente occorso il 26 Febbraio 2017 a Foppolo (Bergamo). Non è il primo incidente di questa tipologia di elicottero ma quello che è accaduto, la località, lo schianto pesante sulla neve tra tanta gente, i frammenti del rotore bipala tra i bambini e gitanti impegnati lungo la pista di sci, la fortunosa fuoriuscita dall'abitacolo dei due occupanti e senza altri inconvenienti, la rapida rimozione del mezzo disastrato e la prosecuzione della giornata tra la massa dei vacanzieri domenicali rappresenta uno spaccato di una realtà operativa che andrà sicuramente investigata.
Da chi? E' difficile indicare i possibili soggetti interessati anche se ANSV, ENAC e AeCI dovrebbero essere tutti coinvolti.
L'evento incidentale è occorso intorno alle 15.00 a quota 2100 metri nei pressi di una stazione turistica, tra una affollata (centinaia di persone?) partecipazione di pubblico nei pressi di un tapis-rulant e la seggiovia Montebello. Per quale ragione un mezzo del genere operava in quel contesto nevoso anche con il rischio di innescare valanghe? Era autorizzato, era a distanza di sicurezza, era una operazione sotto controllo, l'atterraggio era stato pianificato e/o si è verificata una situazione emergenziale, gli interrogativi sono tanti? Ma riguardano anche le caratteristiche di certificazione dell'elicottero monomotore Robinson R-22.
Era un mezzo regolarmente immatricolato e/o viceversa era uno dei modelli riqualificati come ultraleggero?
Sono elementi qualificanti per inquadrare una analisi preliminare dell'evento incidentale che l'eventuale investigatore dovrà, inevitabilmente appurare e che, comunque, sembrerebbe coinvolgere e potrebbe far emergere una prassi del tutto italiana nell'utilizzo di questa tipologia di elicotteri. Mezzi aerei con parecchi anni di servizio. I media riferiscono che un genitore avrebbe inoltrato una sorta di specifico quanto dettagliato esposto alla Procura di Milano.
Gli elementi dell'esposto-denuncia, a fronte di una realtà che non ha determinato ferimenti ea persone e/o danni alle cose, saranno sufficienti a impegnare la Procura di Milano. Qualora l'elicottero inoltre risultasse un "ultraleggero" l'ANSV non attiverebbe alcuna "investigazione". A chi tocca allora?
Quanti altri elicotteri di questa categoria potrebbero essere stati ri-classificati ultraleggeri e quanti di questi operano nel Belpaese? I "piloti" di tali mezzi possiedono l'attestato al volo ultraleggero e/o sono provetti certificati per volare su elicotteri? Esiste forse un mercato di elicotteri-macchine ormai arzille con migliaia di ore di volo che trovano un rinnovata vitalità nell'universo degli ultraleggeri? Chi sovraintende e chi vigila su questa eventuale attività aerea e sull'impiego di questi mezzi in prossimità di centri abitati e di aree densamente popolate? Ancora domande? Ma qualcuno prima o poi dovrà pur fornire qualche risposta. 3 Marzo 2017
Ma sono restrizioni vagliate da un monitoraggio a vista o da un sistema radar? ENAC in data 7 febbraio 2017 ha comunicato: "Si porta a conoscenza che sulla città del Vaticano e sulla città di Roma insistono delle zone (LI P243 e LI P244) in cui è vietato il sorvolo, per motivi di sicurezza, dal suolo fino a 3500 FT AMSL (circa 1067 metri di altezza). Tale divieto si applica a tutti gli aeromobili, inclusi i mezzi a Pilotaggio Remoto (cd. Droni) e agli aeromodelli. È fatto obbligo a tutti osservare e far osservare quanto indicato, segnalando prontamente eventuali inottemperanze agli Organi di Pubblica Sicurezza".
Il provvedimento quindi sembrerebbe ribadire e riproporre un "divieto" storico e ben noto ai naviganti aerei ed anche a coloro che operano i cosiddetti mezzi a Pilotaggio Remoto e/o droni.
E' forse una iniziativa per fronteggiare e replicare ai distributori di pacchi e consegne a domicilio intenzionati a recapitare, facendoli letteralmente piovere dal cielo, con l'ausilio di droni e sgancio con paracadute per il destinatario? Il "brevetto" di consegna sarebbe già stato perfezionato e collaudato e avrebbe ottenuto - almeno altrove - il brevetto e/o l'autorizzazione.
Il provvedimento di ENAC comunque concerne una sola zona della Capitale.
E perché è stata delimitata solo quella zona e non la restante o alcune determinate aeree specifiche e, probabilmente il provvedimento sarebbe risultato più efficace, almeno inizialmente, non l'intera "Città Storica"? Forse le motivazioni e le ragioni, le cause, sono altre?
Sono forse problematiche di safety e security associate al pericolo attentati?
Le minacce che hanno portato ENAC a tale - parziale (?) risoluzione sono forse le stesse che hanno motivato le restrizioni a Parigi e a Londra? La protezione della Città del Vaticano, della zona degli edifici del Governo e delle ambasciate, altri punti ritenuti sensibili è adeguata? O sono solo misure precauzionali per fronteggiare l'utilizzo "non autorizzato" e talora anche "non professionale" di droni? Dalla lettura dell'informativa ENAC soprastante - tuttavia - non si rileva nessuna misura "particolare" rispetto a quando già in vigore. Le due zone identificate e ribadite dalla nota ENAC inquadra quindi esclusivamente una zona "istituzionale" e quella "vaticana". Non coinvolge, non si estende ad altri "siti" ad alto rischio. In sostanza viene ribadito una normativa, una disposizione operativa esistente e non emerge nessuna misura aggiuntiva e/o connessa, ad esempio agli "alert" e divieti attivati sulla capitale francese di Parigi e su quella inglese di Londra. In sostanza "la regolamentazione relativa alle restrizioni dello spazio aereo (divieti di sorvolo, aree riservate, ecc...), elaborando i processi di verifica delle richieste dei provvedimenti in materia, nel rispetto delle normative nazionali e internazionali in vigore".
Lo scenario francese sembrerebbe escluso:
"New terror alert for France after 'at least' five drones are spotted flying above Paris landmarks including Eiffel Tower and the US embassy "Unmanned aircraft were seen flying over tourist hotspots in French capital Appeared in 'at least' five locations in the city between midnight and 6am Security officials were unable to catch the operators of the drone aircraft Civilian drones are thought a serious security risk and are banned in Paris".
La CAA in Gran Bretagna già tempo addietro era intervenuta e dopo, tra l'altro "Drones which could seriously injure or kill are being flown over cities and towns across England, despite laws designed to protect the public" (London, Liverpool FC's Anfield stadium and towns including Margate and Broadstairs in Kent - One was also flown directly over Nottingham's Goose Fair while the popular event was taking place)" è, preliminarmente, intervenuta.
Se in Italia ENAC ha emanato le seguenti restrizioni:
" -LI P243 - Roma (Città del Vaticano)
Proibito tutto il traffico aereo al di sotto di 2500 ft AMSL ed il traffico aereo VFR da 2500 ft AMSL a 3500 ft AMSL/All traffic forbidden below 2500 ft AMSL
- LI P244 - Roma (Edifici istituzionali)
1) Proibito tutto il traffico aereo al di sotto di 2500 ft AMSL ed il traffico aereo VFR da 2500 ft AMSL a 3500 ft AMSL / All air traffic forbidden below 2500 ft AMSL and VFR traffic forbidden from 2500 ft AMSL to 3500 ft AMSL;
2) Traffico non interessato dal divieto: aeromobili di Stato, elicotteri della Polizia locale del Comune di Roma, voli ambulanza e traffico IFR per/da LIRA (Roma Ciampino AD)/Traffic not affected: State aircraft, helicopters of "Polizia locale del Comune di Roma", medical;
In Gran Bretagna la Civil Aviation Authority invece, oltre all'interdizione totale su certe zone, ha anche previsto:
Unless CAA permission has been granted the pilot cannot:
Fly over or within 150m (492 ft) of a congested area
Fly over or within 150m (492 ft) of an organised open-air assembly of more than 1,000 persons
Fly within 50m (164 ft) of any vessel, vehicle or structure which is not under the control of the person in charge of the aircraft
Fly within 50m (164 ft) of any person. 17 Febbraio 2017
Alla ricerca di Anti-UAV Defence System. Stavolta è toccato ad una azienda israeliana e l'ultima presentazione-dimostrazione dell'efficacia operativa e deterrente per evitare l'impiego "rischio" e/o non autorizzato su zone a divieto di volo è di pochi giorni addietro. Un utilizzo anche in funzione anti-terrorismo. La tecnologia viene dichiarata in grado di identificare mezzi a controllo remoto ad una distanza di 3.5 km. Il nuovo "sistema" è Mc-Horizon ed è prodotto dalla McTech, in coordinamento con due aziende friulane: Saroal srl e Md Systems.
Il "marchingegno" tecnologico sarebbe in grado di funzionare a quattro livelli di azione:
Detection - rilevamento del drone con scanning- radar fino a 3.500 metri di distanza;
Acquisition - acquisizione e "target" con telecamere termiche ad una distanza di 1.500 metri;
Neutralization - eventuale freeze e blocco del drone da una distanza di 2.500 metri;
Distruction - emissione laser per l'eventuale distruzione del drone da distanza di 1000 metri.
Le premesse proposte e gli standard prestazionali sono d'avanguardia e, probabilmente, potrebbero costituire una prima iniziativa per fronteggiare l'odierna precarietà associata all'impiego dei droni. A criteri contro operativi ad un utilizzo "sconsiderato" dei cosiddetti mezzi aerei a controllo remoto. Alle estese problematiche di safety e security derivate dalla vasta diffusione di droni - che con bassi costi - possono volare a velocità elevate a distanza di qualche km di distanza e ad altezze pericolose e di impraticabile identificazione ecco quindi questo sistema friulano-israeliano: funzionerà?
Il marketing di anti-droni ricorda l'esistenza di altri sistemi ad elevata tecnologia, quali il Falcon Shield, di Selex-Finmeccanica (che non abbatte gli UAV ma ne prende il controllo). Per fronteggiare le intrusione "pericolose" dei droni in passato era stato presentato anche il cosiddetto Cannone anti UAV, una specie di disturbatore delle frequenze operative del drone. Come delimitare gi spazi aerei, quale armi difensive e deterrenti quali Blighter Surveillance Systems ( radar tracking), Chess Dynamics (tracking opto elettronic), Enterprise Control Systems (vibrazioni radio frequenza) coalizzati in aziende AUDS (Anti-UAV Defence System ) potranno assolvere e risolvere l'attività dei droni?
L'intento di bloccare, catturare e abbattere in volo con un sistema Jammer fino ad una distanza, anche di 8000 metri è uno degli obiettivi. Gli scenari anti-droni proposti sono da Guerre Stellari: sono davvero queste le prospettive per fronteggiare l'invasione incontrollata della flotta dei droni civili, ludici, commerciali e militari? 15 Febbraio 2017
E', intanto, citato l'incidente avio associato ai "droni". L'ENAC con il Programma Nazionale per la Safety dell’Aviazione Civile - State Safety Programme – Italy - Edizione 3 l'ENAC nel quadro delle indicazioni UE, EASA ha, da qualche giorno acquisito l’European Aviation Safety Programme (EASP) della Commissione Europea e l’European Plan for Aviation Safety (EPAS) elaborato dall’EASA. Aerohabitat ha analizzato il documento anche in relazione al "fenomeno" droni, ovvero ai mezzi -aeromobili a pilotaggio remoto.
Inserendo, ad esempio, nel trova la parola "droni" non ci sono riscontri evidenti e solo con la voce "remoto"
si raccoglie alla sezione che identifica l'incidente nell'universo aviation. La novità e rappresentata, infatti, dal contrassegnare tra gli incidenti anche l'eventuale "occurence" derivata da questa attività aerea.
"Incidente - (Accident)
E’ un evento, associato all’impiego di un aeromobile che, nel caso di un aeromobile con equipaggio, si verifica fra il momento in cui una persona si imbarca con l’intento di compiere un volo e il momento in cui tutte le persone che si sono imbarcate con la stessa intenzione sbarcano o, nel caso di un aeromobile a
pilotaggio remoto, si verifica tra il momento in cui l’aeromobile è pronto a muoversi per compiere un volo e il momento in cui si arresta alla conclusione del volo e il sistema propulsivo principale viene spento, nel quale:
a) una persona riporti lesioni gravi o mortali per il fatto di:
- essere dentro l’aeromobile, oppure
- venire in contatto diretto con una parte qualsiasi dell’aeromobile, comprese parti staccatesi dall’aeromobile stesso, oppure
- essere direttamente esposta al getto dei reattori, fatta eccezione per i casi in cui le lesioni siano dovute a cause naturali, siano auto inflitte o procurate da altre persone, oppure siano riportate da passeggeri clandestini nascosti fuori dalle zone normalmente accessibili ai passeggeri e all’equipaggio; oppure
b) l’aeromobile riporti un danno o un’avaria strutturale che comprometta la resistenza strutturale, le prestazioni o le caratteristiche di volo dell’aeromobile e richieda generalmente una riparazione importante o la sostituzione dell’elemento danneggiato, fatta eccezione per guasti o avarie al motore, quando il danno sia
limitato ad un singolo motore, (ivi compresa la cappottatura o gli accessori), alle eliche, alle estremità alari, alle antenne, alle sonde, alle alette antiscorrimento, ai pneumatici, ai dispositivi di frenatura, alle ruote, alla carenatura, ai pannelli, ai portelloni del carrello di atterraggio, ai parabrezza, al rivestimento dell’aeromobile
(quali piccole ammaccature o fori), o a danni di scarsa entità alle pale del rotore principale, alle pale del rotore di coda, al carrello di atterraggio, e per i danni provocati dall’impatto di grandine o di uccelli (tra cui fori nel radome); oppure
c) l’aeromobile sia scomparso o sia completamente inaccessibile. "
Il riscontro associato ai droni nel documento ENAC sopracitato, tuttavia, sembrerebbe trascurare il testo EASA di 143 pagine del settembre 2016 "EASA/NAA TASK FORCE -Report Study and Recommendations regarding Unmanned Aircraft System Geo-Limitations".
Il rapporto analizza i vantaggi e le conseguenze nell'operatività dei droni in Europa e delinea, misure, interventi, procedure e criteri per fronteggiare una problematica che va risolta.
"The growth in numbers of small unmanned aircraft systems (UAS), or small “drones”, is matched by the significant range of benefits that their use promises. Those benefits will not be fully realised, however, unless there can be confidence that such UAS can be operated safely.
Reports of increasing numbers of safety incidents have understandably given rise to concern not just among the manned aviation community but amongst pioneering small UAS manufacturers and operators and within the public more widely. Recent reports of unmanned aircraft conflicting with manned aircraft or suffering loss of control suggest that the probability of a potentially hazardous collision with a manned aircraft in European airspace needs to be thoroughly explored.
EASA’s related December 2015 Technical Opinion suggested that unmanned aircraft operated in accordance with the existing regulations by competent operators do not represent significant risk. However, where a real risk of conflict with manned aircraft exists, there is a need to consider the options for how best to restrict or prevent unmanned aircraft operations. Among these options are the enforcement of legal instruments, the establishment of geographical and performance limitations, that may be implemented, as an inherent part of the small UAS build (“geo-fencing”) or the denial of access to specified airspace through intervention that is
independent of the UAS and its operator. The EASA Executive Director formed a Task Force to consider these matters and to provide concrete, prompt recommendations including guidance to States on choosing risk mitigation options appropriate to their risk situation. Prior to this report being published in August 2016, the work of the Task Force had been shared with the team preparing the EASA «Prototype Commission regulation on unmanned aircraft operations» and has been taken into account in the preparation of that document." 8 Febbraio 2017
Quali analisi, quale cultura sull'incidentalità degli ultraleggeri? Con la divulgazione del Programma Nazionale per la Safety dell’Aviazione Civile - State Safety Programme – Italy - Edizione 3 l'ENAC acquisisce - negli obblighi UE, EASA e ICAO - le indicazioni-regolamentazioni dell’European Aviation Safety Programme (EASP) della Commissione Europea e l’European Plan for Aviation Safety (EPAS) elaborato dall’EASA. Autorità che di concerto con ICAO hanno delineato obiettivi e traguardi per perseguire un miglioramento continuo delle Safety Performance, garantendo il raggiungimento e il mantenimento di un accettabile livello di sicurezza.
Il Safety Plan - riporta ENAC - "E’ il documento che definisce le priorità di Safety da perseguire e individua le azioni che devono essere attuate per implementare lo State Safety Programme secondo gli obiettivi in esso contenuti".
Le"organizzazioni che ne sono coinvolte sono: la Direzione Generale del Trasporto Aereo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), l’Aeronautica Militare, l’Enav S.p.A. e l’Aeroclub d’Italia.
Dopo aver analizzato il documento di 52 pagine sopracitato, nel capitolo che riguardo l'Aero Club Italia, tuttavia non sembrerebbe trovare spazio l'attività di indagine e di inchiesta relative all'incidentalità della flotta ultraleggeri. Una tipologia di volo motorizzato che raccoglie motoalianti,pendolari, paramotore, tre assi, autogiri, elicotteri. Tra gli ULM tuttavia sono inclusi anche mezzi volanti con carrello retrattile, propulsori turbocompresso, elica a passo variabile e con prestazioni di volo con velocità prossime a 350 km/h. Quale risulta la composizione degli ultraleggeri in Italia? Quali sono i numeri e quali i "piloti" con attività do volo continuata e regolare e quali i piloti "occasionali"?
Quali compiti sono assegnati e a chi tocca verificare la corrispondenza tra tipologia/modalità e attività di volo operata e cultura della safety aeronautica prevalente con quella reale: dei possessori di "attestato" al volo che operano su questi diversificati mezzi ultraleggeri.
Quali analogie esistono, inoltre, tra la regolamentazioni del volo ultraleggero nei Paesi Europei?
In attesa che possa essere chiarita una questione determinante per assicurare livelli/indici di sicurezza adeguati al volo della flotta ultraleggeri segnaliamo lo stralcio che il Safety Plan - edizione 3 riporta:
"Aero Club d’Italia (AeCI)
L’Aero Club d’Italia (AeCI) è l’Ente pubblico preposto per legge (L. n. 340 del 29.05.54) alla promozione e diffusione della cultura aeronautica in ogni sua forma nelle varie discipline codificate (volo a motore; volo a vela; volo da diporto o sportivo (VDS) e ultraleggero nelle sue diverse tipologie; volo con aeromobili ad ala rotante; paracadutismo; pallone libero o dirigibile; costruzione aeronautica amatoriale e restauro dei velivoli storici; paramotore).
Dato per assunto che la promozione del volo non può essere disgiunta dalla promozione della cultura della Safety e che sarebbe un controsenso promuovere una qualsiasi attività senza renderla il più sicura possibile, ne discende che uno dei compiti precipui di AeCI è proprio quello di diffondere il convincimento che la Safety è parte integrante del volo, per cui il ruolo di AeCI é quello di promozione e diffusione culturale e non di verifica legale e sanzionatoria che è invece propria di altri Enti preposti al controllo delle attività aviatorie in Italia.
La cultura della Safety, che l’AeCI (con i suoi oltre 150 Aeroclub federati, 140 associazioni sportive aggregate e 170 scuole di volo VDS) sviluppa, o si propone di sviluppare, attraverso la standardizzazione di “Rapporti di Sicurezza volo” e l’organizzazione di “Corsi di sicurezza del volo”, è strettamente connessa alla formazione di piloti e/o utilizzatori dei mezzi aerei per le varie discipline sopra elencate, ed è mirata alla prevenzione basata sul concetto di “Just Culture” (ovvero quelle attività intese a far crescere la Cultura della Safety attraverso la segnalazione degli inconvenienti/incidenti senza inquisire gli interessati).
La formazione di personale addetto alla Safety in ogni singolo Aero Club locale e l’inserimento della Safety come materia di insegnamento nei corsi per il conseguimento della licenza VDS rilasciate dall’AeCI, sono un primario target che la Safety policy dell’AeCI intende perseguire.
A titolo indicativo e non esaustivo, tale policy dovrà poi, essere mirata, di concerto con le autorità istituzionali, all’implementazione del programma di Safety nella Scuola (da inserire come materia di insegnamento nel piano di studi per il conseguimento delle varie licenze aeronautiche), nelle Visite Mediche (monitoraggio degli esami), nella certificazione del materiale utilizzato nel mondo degli ultraleggeri e dei VDS, nel monitoraggio delle procedure di gestione dei CAMO, nel monitoraggio dei processi di restauro o di autocostruzioni nel settore ULM e VDS per i quali non è prevista la certificazione ENAC; fino alla formulazione di proposte ad ENAC ed Enav S.p.A. sulla revisione o ristrutturazioni degli spazi aerei in cui operano in VFR i velivolo dell’AG e del VDS.
Un notevole supporto può derivare da un incremento della collaborazione con altri utilizzatori (ad es. Forze Armate) al fine di favorire una corretta osmosi di esperienze e conoscenze con chi pratica il Volo per motivazioni e finalità diverse, ma sempre altamente professionali". 7 Febbraio 2017
E' un caso isolato o succede anche altrove? Chi lo segnala? A chi? Sono scarne ma altrettanto precise le notizie che riportano un avvistamento quotidiano di drone, intorno alle 19.00 locali di ogni serata. E' un dato di cronaca locale dei media di periferia. E' solo una curiosità minore tra le notizie di un paesino localizzato nella Regione Friuli Venezia Giulia. Il volo solitario e anonimo non avviene nelle vicinanza di un aeroporto, sia esso civile e/o militare, tantomeno di una aviosuperficie ma l'evento rappresenta una realtà troppo spesso trascurata. Se l'operazione di volo segnalato dalla cronaca di un giornale locale, come una eccentricità ludica e magari senza senso, ma comunque come un accadimento di semplice "ricognizione" che incuriosisce l'occasionale osservatore. Il drone vola percorrendo un itinerario della durata di circa 90 minuti complessivi. Sorvola zone precise, staziona nella zona del Castello di Purgessimo e, infine, completa l'itinerario verso la Città di Cividale del Friuli. E' un percorso predeterminato e guidato come mezzo remoto a distanza e/o si muove su un tracciato di quote e direzioni (prue, assetto, velocità) definito da un sistema computerizzato/automatizzato?
L'evento drone si ripeterebbe - riporta il Messaggero Veneto del 22 Gennaio 2017 - ogni giorno da prima di Natale 2016. Un mistero notturno comunque visibile perché equipaggiato con quattro luci (di posizione, di flash o altro?). La luminosità del drone sarebbe dominante, rendendo il mezzo volante ben visibile.
L'operazione di volo quotidiano e notturna è nota ed è stata autorizzata da ENAC locale e segnalato alle locali autorità quali la Polizia Municipale, al Commissariato e/o della Polizia? 24 Gennaio 2017
Dopo le esplosioni, il divieto e le scarse notizie, oggi 23 gennaio: il rilancio. Nell'ultima informativa riguardante il surriscaldamento e esplosione del Note 7 - Galaxy Aerohabitat con la news "Alla fine il divieto allo smartphone Note 7 è esteso a Alitalia e Meridiana" aveva concluso il primo riscontro sull'utilizzo dell'ultimo modello della Samsung e ipotizzato anomalie nell'affidabilità anche su altre tipologie di smartphone.
Il prossimo 23 gennaio, almeno questo è quanto ha anticipato il WSJ - Wall Street Journal, la Samsung sarebbe intenzionate a illustrare le cause che hanno determinato il surriscaldamento, l'incendio e talora esplosioni a bordo dei velivoli di linea-commerciali ma anche a-terra e/o altrove del nuovissimo modello Note7. Dopo aver ritirato di 2,5 milioni di Galaxy Note 7 per il probabile difetto delle batterie incorporate la causa prima sarebbe riconducibile alle batterie, alle dimensioni maggiorate e conseguente surriscaldamento per difficoltà nel sistema di "raffreddamento".
Inizialmente sarebbe stata imputata ad una tipologia di batterie, quelle prodotte in-house, mentre non avrebbe riguardato quelle fabbricate dalla Amperex Technology (Hong Kong). Ora quindi sarebbe invece riconducibile al rapporto dimensione batterie e spazio di disposizione e sistema areazione-raffreddamento.
L'affidabilità del Note 7 e la safety on-board degli aeromobili sarebbe, quindi, innanzitutto ripristinata.
La sicurezza dei consumatori e la safety on-board
La presentazione del Report della Samsung sul Galaxy Note7 illustrerà l'inchiesta svolta e rivelerà, a seguito del superamento di determinate procedure e test specifici in-house da parte di aziende indipendenti, l'attribuzione causa-batteria. Tutto risolto quindi?
E l'ipotesi che anche altri smartphone abbiano manifestata le stesse criticità determinando la sequenza surriscaldamento-incendio-esplosione, talvolta senza comportare situazione un-safe a bordo? Magari con le sole segnalazioni di odori di fumo o sua presenza in cabina passeggeri e/o dalle cappelliere e/o dalle stive degli aeromobili, senza atterraggi di emergenza e/o dirottamento per l'aeromobile in volo.
Non sono, infatti, pochi i report e le comunicazioni da parte dei passeggeri e/o dell'equipaggio con attivazione di procedure per anomali riscaldamenti variamente localizzati (sistema elettrico in genere batterie al litio di bordo, altro?), ma anche senza una precisa identificazione delle fonti scatenanti.
I database degli "inconvenienti" a bordo, perciò non solo degli "inconvenienti gravi" e degli "incidenti" dovranno essere attentamente analizzati. Si farà? 23 gennaio 2017
La flotta droni militare del Belpaese è, invece, probabilmente, ben nota. In Italia per gli autoveicoli è la Motorizzazione che immatricola, mese dopo mese le auto acquistate nel Belpaese e quelle proveniente dall'estero. Avviene altrettanto per chi compera la varietà dei droni, piccoli e grandi, con pesi inferiori a 2/3 kg, di peso intermedio e di quelli superiori a 25 kg? In sostanza è disponibile un qualche database, ad esempio, dei droni venduti nei tanti negozi e dai rivenditori ufficiali nel corso del 2016? E a quanto ammonta la flotta dei droni civili in circolazione nel Belpaese?
Se da un lato il numero dei "piloti" dei mezzi aerei a pilotaggio remoto iscritti sono numerosi e se il numero dei centri addestramento autorizzati è noto, anche l'identità dei droni operativi dovrebbe essere nota.
Quanti sono stati quindi, i droni di varie dimensioni e peso, venduti e quanti sono stati "immatricolati" nel corso del 2016? Il volume globale delle vendite dei droni negli ultimi 10 anni quali numeri ha raggiunto?
Tra droni venduti, registrati, immatricolati e operativi si possono fare delle distinzioni? In quali categorie potrebbero essere inquadrati? Le cosiddette licenze di operatori di droni a che numero sono arrivate?
Il numero delle nuove licenze annue di piloti di aerei in Italia è forse inferiore a quello degli operatori di droni come negli USA? L'ipotesi di una flotta clandestina di droni e di operatori non autorizzati e/o certificati, perciò con una sorta di auto promozione e attestazione, è uno scenario non contemplato da livelli di safety minimi per questa attività di volo. Negli USA si parla di una flotta globale di oltre 1.6 milioni di droni, in costante aumento. Uno stesso pilota-di-drone avrebbe a disposizione oltre due droni. Almeno negli USA.
Quale è invece la consistenza dei droni negli altri Paesi.
I dati, quando sono disponibili, sono, tuttavia, alquanto diversificati. In Gran Bretagna con una dichiarazione preoccupata di allarme droni, tuttavia si parla dell'esistenza di 100 mila droni. Un dato che appare riduttivo rispetto alla flotta dei droni segnalata negli USA e che induce a riflettere sul numero dei possibili droni (immatricolati e non) in circolazione nel Belpaese. 14 Gennaio 2017
Chiusa inchiesta sul "suicidio" del pilota Germanwings. In Canada ha coinvolto un comandante di 37 anni della Sunwing Airlines e l'accusa è stata dibattuta in Tribunale a Calgary lo scorso 5 gennaio. Il pilota era stato sorpreso mentre, dopo aver superato il gate d'imbarco per il volo Sunwing 595, Boeing 737-800, che da Galgary (Alberta-Canada) avrebbe portato 99 passeggeri e sei membri di equipaggio a Cancun in Messico lo scorso 2 gennaio. Sarebbe stato l'equipaggio a segnalare
un anomalo comportamento del comandante: "behaving oddly before he became unconscious in the cockpit". Al check della Polizia intervenuta sarebbe stato riscontrato: "Pilot charged with being impaired was 3 times the legal limit". La stessa Polizia ha ritirato il passaporto e sanzionato - come prima misura - con 1000 dollari di multa l'interessato. Il Ministro dei Trasporti Canadese ha sollecitato le aerolinee a confermare e rafforzare le misure, le procedure in vigore per verificare la "lo stato e la salute mentale dei piloti".
In Germania intanto, dopo la conclusione delle investigazioni relative al "suicidio" del pilota che ha causato l'incidente dell'Airbus 320 Germanwings Airbus schiantatosi sulle Alpi nel Marzo 2015, causando 150 vittime. La Relazione investigativa della BEA francese e LBA tedesca ha rilevato come non possano essere attribuite responsabilità ai dirigenti della aerolinea e/o al sistema sanitario di controllo/check-up e controlli medici periodici. L'urgenza di approfondire il "mental illness" del personale di volo è, comunque, una urgenza primaria.
La stessa agenzia comunitaria EASA ha in corso l'analisi per il varo di una normativa, di sistemi e procedure sistematiche per evitare "situazioni" come quella di avere alla condotta di velivoli civili-commerciali personale "unfit". Aerohabitat lo ha descritto nell'informativa "EASA, nella UE proposti "mental checks" per i piloti" dello scorso 13 dicembre 2016 (http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2016/dicembre/article/easa-nella-ue-proposti-mental-checks-per-i-piloti/).
Il dibattito su tale questione è avvenuto anche in Italia. Il giornalista "aviation" Antonio Bordoni (www.air-accidents.com) con il libro "Piloti malati" del 2008 aveva, tuttavia, anticipato tali considerazioni. Nel testo
l’analista Bordoni rileva, fra l'altro, come "i tanti casi di incidenti, o mancati incidenti, dovuti a piloti in precarie condizioni di salute. E fra le molte patologie la più insidiosa è quella mentale".
Quali misure devono essere prese? Due di queste sono comunque primarie: la cabina di pilotaggio deve essere accessibile (nel quadro della security) e la condotta del velivolo deve prevedere la compresenza di due piloti. 11 gennaio 2017
Impatto volatili e impatto droni: ma pari non sono! Alle fine doveva accadere. Dopo tanti "near miss collision", mancate collisioni, tra aeromobili in voli e droni o droni e aeromobili in volo, più frequenti in prossimità delle piste di aviazione civile-commerciale, ecco il primo caso segnalato e documentato.
Il primo caso riferito dai media internazionali è stato registrato il 5 gennaio 2017 in Mozambico-Africa. Ha coinvolto nun Boeing 737-700 della LAM Linhas Aereas de Mocambique, immatricolato C9-BAQ, volo TM-136 da Maputo a Tete (Mozambco) con 80 passeggeri e 6 di equipaggio. Nella fase finale dell'atterraggio i piloti hanno percepito un forte botto ("heard a loud bang"), senza altre conseguenze e/o parametri di volo anomali. Il volo ha proseguito con l'atterraggio senza alcune inconveniente per la sicurezza delle operazioni. I piloti avrebbero sospettato l'impatto con un qualche volatile che però non avevano visto.
Al parcheggio la manutenzione nel corso di una ispezione esterna ha potuto tuttavia verificare un impatto/scontro con il muso anteriore sinistro del velivolo (davanti ai sedili dei piloti) con un mezzo metallico volante. La fusoliera esterna lacerata denota un tale impatto e la rituale inchiesta tecnica investigativa dovrà appurare la causa prima. Le prime evidenze sono tuttavia inequivocabili.
E magari, qualora recuperato il drone, anche attribuire una qualche responsabilità a qualcuno.
Come sarà rubricato tale "evento incidentale"? Incidente, inconveniente grave e/o inconveniente? La casistica incidentale dell'aviazione civile-commerciale rimanda all'impatto volatili, anche se questa "fenomenologia" incidentale è del tutto "umana".
In Italia ENAC con la circolare APT-01B, ad esempio, dava "indicazioni, linee guida e procedure da applicarsi nel campo della prevenzione del rischio di incidente tra volatili ed aerei. Tali mezzi, rispondenti ai requisiti normativi nazionali e in linea con le previsioni dell’Annesso 14 ICAO, definivano le procedure da adottarsi sugli aeroporti da parte dei gestori, fornivano interpretazioni basate su quanto raccomandato dall’International Bird Strike Committee (IBSC) ed altri organismi internazionali". Ma quali sono invece le procedure per la prevenzione dei rischi di impatto con droni in prossimità degli aeroporti. Quali le sanzioni per i trasgressori: magari anche senza impatto con aeromobili? Chi indaga? 9 Gennaio 2017
Focus sul training e segnalazioni incidenti! Ma quali sono? Cosa accade qualora il soggetto interessato sia esso il costruttore, l'organizzazione di progetto, il pilota di SAPR di massa operativa al decollo uguale o maggiore a 25 kg non rilevi e/o non comunichi, l'eventuale segnalazione? Forse sanzioni? E quali procedure, inoltre, sono previste non solo per gli "incidenti, inconvenienti gravi e inconvenienti" dei droni ma anche per taluni malfunzionamenti anomali?
L'attuale fase industriale di fabbricazioni di droni e vendita "liberalizzata" implica, tuttavia anche considerazioni relative all'esistenza di un vasto database sulle operazioni dei mezzi a pilotaggio remoto al livello di safety e security nell'utilizzo dei droni civili e militari.
Ecco le note dell'emendamento ENAC:
Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto” - Edizione 2, Emendamento 2
Roma, 29 dicembre 2016 - Si comunica che il Consiglio di Amministrazione dell'ENAC con delibera n. 1/2016 ha approvato, in data 22 dicembre 2016, l'emendamento 2 dell'edizione 2 del Regolamento "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto". L'emendamento 2 si è reso necessario, in particolare, per modificare la norma transitoria prevista dal comma 1 b) dell' art. 37 "Decorrenza e norme transitorie". Nel dettaglio, alla luce dell'elevato numero di domande di approvazione dei Centri di Addestramento che non avrebbe consentito la chiusura dei procedimenti nei tempi tali da rispettare la scadenza prevista, si è proceduto a differire al 30 giugno 2017 la validità delle qualificazioni dei piloti già rilasciate ai sensi della precedente edizione del Regolamento.
In aggiunta, si è colta l'occasione per ampliare il comma 2 dell'art. 29 "Comunicazioni di eventi e indagini", per individuare in ENAC il soggetto che ha la responsabilità di effettuare le indagini a seguito di incidenti e inconvenienti gravi per SAPR di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg.
Art. 29 - Comunicazione di eventi e indagini
1. L'operatore, il costruttore, l'organizzazione di progetto, il pilota di SAPR di massa operativa al decollo uguale o maggiore a 25 kg, secondo le rispettive responsabilità, sono tenuti a comunicare all 'ENAC in accordo al regolamento (UE) n. 376/2014, gli eventi di cui all'allegato V del regolamento (UE) n. 2015/1018, secondo le procedure stabilite dall'Ente. In accordo al regolamento (UE) n. 996/2010, nel caso di incidente o inconveniente grave vige l'obbligo di informare entro 60 minuti l'ANSV con le modalità da essa previste.
2. L'operatore, il costruttore, l'organizzazione di progetto, il pilota di SAPR di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg, secondo le rispettive responsabilità, sono tenuti a comunicare all'ENAC, entro il limite di 72 ore dall'evento, ogni incidente e inconveniente grave, secondo le procedure stabilite dall'Ente.
Fatti salvi gli obblighi di riservatezza previsti dagli atti giuridici del diritto nazionale, l'ENAC, al fine di svolgere le indagini necessarie per definire le cause dell'incidente o inconveniente grave e poter emettere le corrispondenti informative di sicurezza, può accedere immediatamente senza restrizioni e senza ostacoli al luogo dell'incidente o dell'inconveniente grave, nonché al SAPR o al suo relitto, ai dati del registratore di volo, se installato, e a qualsiasi documentazione utile emessa o utilizzata dai soggetti sopra individuati. [Emendamento 2 del 22/ 12/2016] 5 Gennaio 2017
Rolls Royce vs General Electric - Pratt & Whitney, USA vs UK! La notizia è clamorosa anche se, da tempo attesa. Dopo i ripetuti e numerosi guasti ai propulsori ( vedi https://www.aeroinside.com/incidents/type/a388/airbus-a-380-800) dell'aeromobile civile/commerciale più grande e più pesante l'aerolinea Emirates avrebbe sottoscritto un agreement con la Rolls-Royce per equipaggiare la sua flotta A 380 con motori Trent 900.
Al novembre 2016 il carnet degli ordini Airbus della flotta A380 ha raggiunto il numero di 319 esemplari. Di questi Emirates ne vola 92 e oltre 50 sono stati ordinati per un totale di 142 unità. Emirates è quindi il vettore aereo mondiale con il maggior numero d i questa tipologia di velivoli.
Il più lungo aeromobile 73 metri, il più alto (oltre 24 metri - come un palazzo di 6 piani) con l'apertura alare di 79,8 metri, la fusoliera di diametro 7,14. disponeva due tipologie di propulsori: quattro motori turbofan Engine/Alliance GP7000 del consorzio General Electric - Pratt & Whitney e i concorrenti Rolls-Royce con il modello Trent 900. L'accordo preliminare tra Emirates e la Rolls-Royce potrebbe contrassegnare una svolta nella futuro di questo aeromobile. L'ipotesi di sospensione della produzione degli A 380 era aleggiata per l'interruzione degli ordini a seguito della scarsa efficienza dei propulsori.
La storia dei propulsori dell'Airbus 380 è costellata di guasti, qualche esplosione, malfunzionamenti vari, spegnimenti improvvisi e di atterraggi di emergenza. Anche se tali inconvenienti e avarie non hanno causato situazioni emergenziali hanno, tuttavia, determinato sospensioni dei voli di questa flotta di velivoli. Anche per periodi prolungati.
Dopo la scoperta delle fratture sui bordi d’entrata e d’uscita delle ali dei A380, le problematiche associate al rivestimento d’alluminio, alle centine della struttura e i rivetti, sui quali Airbus di concerto con EASA sono intervenuti con procedure manutentive immediate, le vicende connesse ai propulsori della flotta Airbus 380 potranno ritenersi superate con l'opzione Rolls Royce in attesa che anche General Electric - Pratt & Whitney le risolvano? 31 Dicembre 2016
Allarme e preoccupazione: ma solo "detect and avoid"! L'evento è del 14 luglio 2016 e la notizia non è tanto la circostanza e la dinamica che aveva coinvolto un Airbus 320-200, immatricolato G-EZPA, operativo sul volo U2-1045 decollato da Amsterdam (Olanda) e con destinazione Basilea/Mulhouse (Svizzera) con 169 passeggeri e 6 membri di equipaggio. In atterraggio sulla pista ILS 33 (ora locale 20:38) nella fase finale aveva incontrato un temporale e richiesto una procedura di mancato avvicinamento alla quota di 1080 piedi sul terreno ha incrociato un drone ad una distanza di circa 50 metri. Evitato l'impatto i piloti avevano proseguito il volo e con un secondo avvicinamento sono atterrati in sicurezza. Dopo aver segnalato il "caso" l'inchiesta aeronautica immediatamente attivata ha, nella giornata del 28 Dicembre 2016, concluso rapidamente con un Final Summery Report che può essere sintetizzato dalla seguente nota:
"Given that remotely piloted aircraft systems (RPAS) can predominantly only be detected visually and not by collision warning devices, it is just a matter of time before a collision with a commercial aircraft at low altitude occurs, especially in light of the increasing number of drones in use. Above all, multicopters can cause considerable damage to an aircraft’s engine or even set it on fire due to their large size. Targeted measures must therefore be implemented relentlessly and quickly. From the perspective of aviation safety, these specifically include measures that make it possible for unmanned aircraft to be detected, both by those directly affected and by third parties such as air traffic control (detect and avoid). 30 Dicembre 2016
Sono 10anni dal primo elenco, sono sottoposte a divieto operativo nell’Unione europea. Era il 22 marzo 2006 e la prima “lista nera” redatta sulla base dei contributi nazionali e dopo un’analisi approfondita da parte degli esperti degli Stati membri, elencava 92 vettori per i quali sussisteva il divieto operativo assoluto nei cieli europei e 3 altri vettori soggetti a restrizioni operative.
Era stata varata applicando il regolamento (CE) n. 2111/2005, entrato in vigore il 16 gennaio.
La UE aveva, nella circostanza, anche pianificato iniziative dell’EASA per certificare ex ante la conformità degli operatori dei paesi terzi con prescrizioni essenziali per l’esercizio di aeromobili nell’UE. Il rilascio preliminare di certificati agli operatori di paesi terzi, tuttavia, non sarebbe stata ancora approvata.
Le tutele e le garanzie ai passeggeri europei, l'assicurazione di elevati livello di protezione contro i rischi per la sicurezza del volo, identificando i vettori aerei ritenuti a "rischio" e con divieto operativo su tutto il territorio della Comunità è stato, comunque, periodicamente aggiornato, e dopo aver raggiunto anche 297 aerolinee, si è attestato a 193 unità. L’Air Safety Commitee dell’Unione ha divulgato l'elenco (vedi allegato a alla news www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2016/dicembre/article/easa-e-la-xxii-black-list-dei-cieli-ue-le-aerolinee-sono-ora-193/) che comprende sia i vettori che hanno il divieto di volare sui cieli dell’Ue quanto quelli soggetti a determinate restrizioni. Nell'ultima black list è entrata l’iraniana Aseman Airlines mentre sono state ritirate le aerolinee operative in Kazakhstan: possono operare tutte nella Ue. Ma quali sono i criteri di ispezione e analisi e controlli ai quali sono sottoposte le aerolinee extraUE? La nota posta in premessa al documento della black list emanata lo scorso 8 dicembre sostiene:
"Le autorità dell'aviazione civile degli Stati membri della Unione europea sono abilitate a ispezionare soltanto i vettori aerei di compagnie che volano da/verso aeroporti della Unione; dato il carattere aleatorio di tali controlli, effettuati a caso, non è possibile esaminare tutti gli aeromobili che atterrano in ogni aeroporto della Unione. Che una compagnia aerea non figuri nell’elenco comunitario non significa quindi automaticamente che essa soddisfi i criteri di sicurezza vigenti. Qualora una compagnia aerea che invece figura nell'elenco ritenga di ottemperare ai requisiti tecnici necessari prescritti dalle norme internazionali di sicurezza vigenti, può chiedere alla Commissione che venga avviata la procedura per ottenere la cancellazione dall'elenco. Nessuno sforzo è stato tralasciato per accertarsi dell’esatta identità delle singole compagnie che figurano nell'elenco comunitario. In particolare si è provveduto a includere gli elementi seguenti: gli specifici codici alfabetici assegnati a ogni compagnia dall’ICAO (e attribuiti un’unica volta) e l’indicazione dello Stato che ha rilasciato il certificato di operatore aereo (o la licenza di esercizio), col relativo numero di riferimento. Tuttavia, non è stato possibile procedere a un controllo completo in tutti i casi, data la totale assenza di informazioni per alcune compagnie aeree, che potrebbero operare ai limiti o al di fuori del sistema di aviazione internazionalmente riconosciuto. Non è pertanto possibile escludere la presenza di società che operino in buona fede sotto la stessa denominazione commerciale di una delle compagnie aeree figuranti nell'elenco comunitario". 22 Dicembre 2016
E nel resto del mondo che accade? La migrazione dei piloti non è un esodo ignorato è una realtà tra est e ovest e sud e nord. Travalica i Paesi e i Continenti. E' un fenomeno che coinvolge le ultime generazioni quanto quelle prossime alla pensione se non di personale già in quiescenza dalla aerolinea storica e disponibili a proseguire per qualche anno ancora con contratti temporanei e retribuzioni ingenti. Aerlinee low cost di corto-medio raggio e quelle sorgenti di lungo raggio abbisognano sia di personale esperto qunato di nuove leve, con contratti di lavoro e turnazioni estremamente flessibili e con mentalità professionali "aperte" per tempi di volo e di servizio estesi. L'utilizzo su flotte narrow e wide body di comandanti, istruttori, primi ufficiali e "piloti" per compagnie aeree che moltiplicano la loro attività - nel contempo alla riduzione dei voli e licenziamenti in altre - in uno scenario di limiti fiscali, livelli assicurativi e previdenziali assai differenziati da quelli "convenzionali". Le agili dinamiche professionali e l'estrema duttilità dei carichi di lavoro conseguenti implicano anche considerazioni e controlli psicofisiologici costanti e ricorrenti sul personale di volo. Con contratti di lavoro temporanei, talvolta con agenzie interinali e accordi privati. Anche una sorta di part time?
Dopo alcuni incidenti aerei, alcuni inconvenienti e disservizi e anomalie bizzarie comportamentali in volo, con l'analisi delle loro cause e concause hanno indotto, almeno in Europa, con EASA (European aviation safety regulator) a divulgare proposte per "to improve support to pilots who have mental health concerns, and increase checks before and during employment".
Nell'Agosto 2016 EASA aveva, comunque, già delineato una informativa su "strengthens medical requirements for pilots". A seguito dell'incidente causato dal pilota che ha fatto schiantare un Airbus 320 e alle ipotesi di patologie suicide le considerazioni sui test periodici, sui controlli medici periodici (anche psicologici e psichiatrici?) sono diventate fondamentali. Quali varie patologie potrebbero insorgere in personale di volo altamente stressato da orari di volo e servizi prolungati quando i limiti di ore e di volo standard in Europa - o sottoscritti da IFALPA (International Federation of Air Line Pilots) e altre organizzazioni di piloti - non sono riconosciute e/o non corrispondono in determinati Paesi e in determinate aerolinee? Chi controlla il fuori ore, le modalità di impiego, gli stress del volo in relazione non solo alle fasi operative ma alla stessa appartenenza e al coinvolgimento alle direttive aziendali e agli obiettivi di budget?
Esistono screening periodici e sistematici in grado di identificare lo status fisiologico e la salute mentale, il check-up per i deficit sonno-veglia, la dipendenza da alcol e droghe e comportamenti professionali e sociali anomali? Al momento i piloti sono sottoposti a rigorosi e metodici controlli medici, anche se è illusorio ritenere si possano preventivamente escludere eventuali eccezioni. Test psicologici e controlli tossicologici, probabilmente, sono molto accurati ma l'EASA con la proposta illustrata venerdì 9 dicembre è, legittimamente, intenzionata a proseguire la serie di approfondimenti avviata con le seguenti tematiche
(http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2016/dicembre/article/easa-nella-ue-proposti-mental-checks-per-i-piloti/):
Pilot mental fitness: EASA puts forward new rules for air operations - 09/12/2016
EASA strengthens medical requirements for pilots - 15/08/2016
Minimum Cockpit Occupancy: EASA issues revised Safety Information Bulletin - 26/07/2016
EASA updates aviation community on the follow-up of Germanwings Flight 9525 -16/06/2016
Summary of survey results: 2-persons-in-the-cockpit recommendation - 25/05/2016. 13 Dicembre 2016
Una sintesi della normativa della Confederazione Svizzera. A fronte della proposta EASA: una bozza del futuro regolamento europeo sui droni, che dovrà essere recepito dai paesi della Comunità - e speriamo anche di quelli Brexit e non Europei - SESAR (Single European Sky) ha emanato il ” European Drones Outlook Study - Unlocking the value for Europe", un documento di 93 pagine che propone una stima al 2050 del fenomeno droni: almeno 7 milioni di velivoli a controllo remoto (solo - per uso civile in tutta Europa. Le prospettive militari non sono state inquadrate.
Se da un lato, quindi, sono analizzate questioni essenziali riguardanti la safety, la security, la privacy che si associano a questo genere di attività a controllo remoto, sia esso ludico, professionale, aviazione generale e commerciale e militare, la liberalizzazione dell'attività nei tanti spazi aerei esistenti - aeroportuali e residenziali/urbani - il mondo dell'industria propone i traguardi possibili.
Una Open Category nell'utilizzo dei droni come di interfacciano con l'aviazione civile e commerciale?
Il documento SESAR illustra le opportunità operative dei droni insite in quattro settori: quello agricolo (oltre 100 mila Uav-Apr), quello energetico-infrastrutture (10 mila droni), quello consegna (altri 100 mila Uav-Apr), quello della security - sicurezza pubblica - Public safety and security - (oltre 50 mila Apr-Uav).
Ma quale livello di rischio-coesistenza è, al momento, concepibile?
La materia è ancora oggetto di analisi e di discussione e la soluzione non appare all'orizzonte. Disporre di sistemi di monitoraggio-radar dello spazio aereo urbano e nell'intorno degli aeroporti e delle aerobasi, in grado di mappare il traffico dei voli autorizzati e a vista - oltre che al controllo remoto dei droni - è un traguardo preliminare alla crescita delle flotte dei droni, della loro operatività con adeguati livelli di safety, security e privacy.
In attesa di qualche riscontro "strumentale" è utile segnalare uno stralcio della regolamentazione droni adottata dalla Confederazione Svizzera - Ufficio federale dell’aviazione civile UFAC.
"Autorizzazione per l’esercizio di droni senza contatto visivo diretto
In linea di principio i droni non possono essere impiegati né nell’ambito di assembramenti di persone né in mancanza di contatto visivo diretto. In casi eccezionali, l’UFAC può tuttavia rilasciare un’autorizzazione per questo tipo di voli. Le condizioni da rispettare in tali casi sono disciplinate dall’ordinanza del DATEC sulle categorie speciali di aeromobili (OACS). È necessario prevedere il tempo sufficiente per l’elaborazione delle relative domande e fare in modo di presentarle quanto prima.
Per motivi di sicurezza, a partire dal 1° agosto 2014 i droni non potranno più essere utilizzati al di sopra di assembramenti, ovvero diverse decine di persone molto vicine l'una all'altra, oppure in un raggio di 100 metri attorno ad essi. Già da tempo è vietato l'utilizzo di droni senza contatto visivo diretto (vale a dire anche con binocoli o video- occhiali).
L'UFAC può autorizzare deroghe in entrambi i casi. A tal fine occorre procedere a un'ampia verifica della sicurezza. I costi di un'eventuale autorizzazione variano dai 50 ai 5'000 franchi, a seconda del tempo impiegato per l'esame della domanda. A causa della forte richiesta, in entrambi i casi vanno messi in conto tempi di trattamento di almeno tre mesi. I sistemi aerei a pilotaggio remoto (RPAS) possono beneficiare di una procedura semplificata soltanto quando si tratta di volo vincolato.
Adozione delle necessarie misure di sicurezza
Prima di rilasciare un'autorizzazione per il volo di un drone al di sopra di assembramenti di persone o in mancanza di contatto visivo diretto, l'UFAC procede a un'approfondita analisi della sicurezza del sistema, la cui affidabilità viene esaminata in base alle direttive e agli standard dell'aviazione. I sistemi abitualmente in commercio, di norma non soddisfano affatto o soddisfano solo in misura insufficiente tali requisiti.
In primo luogo devono essere adottate le seguenti misure di sicurezza:
in caso di difetto tecnico, il sistema deve impedire che l'apparecchio precipiti in maniera incontrollata, provocando il ferimento o la morte delle persone sottostanti
in caso di perdita di contatto visivo con il telecomando (datalink o controllink) devono essere azionate funzioni automatizzate volte ad assicurare che l'apparecchio non diventi un pericolo per terzi al suolo o in aria
Elaborazione di un «Total Hazard and Risk Assessment»
Affinché possano essere esaminati gli aspetti summenzionati, oltre al modulo di domanda di rilascio dell'autorizzazione compilato, l'UFAC necessita del cosiddetto «Total Hazard and Risk Assessment» contenente i seguenti dati:
una descrizione dettagliata dell'esercizio previsto (Chi? Dove? Quando? Per quanto tempo?)
una descrizione dettagliata del sistema tecnico (apparecchio volante, stazione di controllo, datalink, ecc.)
un'analisi del rischio dell'esercizio previsto per persone e proprietà al suolo, compresi i potenziali rischi per l'ambiente n'analisi del rischio per l'esercizio di altri velivoli che potrebbero trovarsi nelle vicinanze
un'analisi dettagliata del modo in cui evitare il pericolo una volta trovate le soluzioni tecniche, un'analisi di quello che succede in caso di fallimento delle stesse e della loro affidabilità procedure di emergenza.
Il «Total Hazard and Risk Assessment» si basa sulla «Guidance for an Authorisation for Low Level Operation of RPAS, GALLO» e presuppone una conoscenza, da parte del richiedente, delle abituali procedure di presentazione delle prove ai fini della verifica dei sistemi rilevanti per la sicurezza. Per la verifica occorre inoltre presentare un attestato dell'assicurazione responsabilità civile secondo l'articolo 20 OACS.
L'UFAC può rilasciare autorizzazioni non solo per singoli eventi, ma anche per un periodo di tempo più lungo, a condizione che si tratti di un esercizio analogo con gli stessi rischi e che possa essere sempre garantito il rispetto delle condizioni e degli oneri posti. Procedura di autorizzazione semplificata per l'esercizio di droni e aeromodelli vincolati al di sopra e in prossimità di assembramenti di persone. L'esercizio di droni e di aeromodelli al di sopra e in prossimità (a una distanza inferiore a 100 m) di un assembramento di persone può essere oggetto di una procedura di autorizzazione semplificata se l'aeromobile senza occupanti è vincolato a terra in un punto preciso mediante un cavo e se, in caso di perdita del controllo, non costituisce un pericolo per le persone. La prova dell'adempimento dei requisiti indicati nei link (vedi colonna di destra) e il piano d'esercizio - entrambi adeguatamente documentati - devono essere allegati alla domanda. Eventuali schizzi, foto e dati del costruttore possono essere elementi utili all'UFAC.
I droni sono apparecchi volanti telecomandati, generalmente di piccole dimensioni. In termini giuridici sono equiparati agli aeromodelli. In linea di principio se il loro peso è inferiore ai 30 kg possono essere utilizzati senza alcuna autorizzazione. La condizione essenziale è tuttavia che il "pilota" mantenga costantemente il contatto visivo con il drone. I droni non possono inoltre sorvolare assembramenti di persone.
La richiesta d’informazioni in merito ai droni è notevole. Purtroppo, tenuto conto del personale a disposizione non siamo più in grado di fornire informazioni telefoniche a carattere generale. La decisione è stata presa anche tenendo conto del fatto che una gran parte delle richieste concernono indicazioni presenti sul nostro sito internet. Per questo motivo siete invitati ad inoltrare eventuali domande a all’indirizzo email rpas@bazl.admin.ch. La risposta perverrà entro 10 giorni lavorativi, eccezion fatta per richieste da parte di autorità oppure di organizzazioni di servizi d’urgenza (polizia, pompieri, ecc.). Rappresentati dei media possono rivolgersi come finora all’ufficio stampa.
I droni sono aeromobili senza occupanti, telecomandati, che vengono impiegati per finalità varie, quali ad esempio videoriprese, misurazioni, trasporti, indagini scientifiche ecc. In questi casi è ininfluente che siano impiegati a fini commerciali, privati, professionali o scientifici. Questa categoria si differenzia da quella dei modelli di aeroplani ed elicotteri per il tempo libero. In questo caso quello che conta è il fine ludico dell'esercizio di volo e il divertimento che se ne trae.Il tipo e la dimensione dei droni possono variare notevolmente. Sono compresi nella gamma gli apparecchi volanti di piccole dimensioni, dal peso di pochi grammi (aeroplani, elicotteri, quadrotor, dirigibili ecc.) fino a quelli di diverse tonnellate. In relazione ai droni si usa spesso l'espressione «Unmanned Aircraft System» (UAS) o Remotely Piloted Aircraft System (RPAS) che indica l'intero sistema, comprensivo di apparecchio volante, stazione aeronautica di terra e circuito di comunicazione dei dati.
Regole d'esercizio per droni e aeromodelli
I droni e gli aeromodelli di peso superiore ai 30 kg necessitano di un'autorizzazione dell'UFAC. L'Ufficio fissa in ogni singolo caso le condizioni di ammissione e di utilizzazione.Le prescrizioni per l'utilizzo di droni e aeromodelli di peso inferiore o uguale a 30 kg sono contenute nell'«ordinanza del DATEC sulle categorie speciali di aeromobili».
Le disposizioni più importanti sono riportate di seguito:
L'utilizzo di droni e aeromodelli è consentito senza autorizzazione a condizione che il "pilota" mantenga costantemente un contatto visivo con l'apparecchio.
L'impiego di tecnologie accessorie che ampliano il naturale campo visivo, come binocoli o video occhiali, necessita l'autorizzazione dell'UFAC (procedura di autorizzazione).
All'interno del campo visivo del "pilota" l'utilizzo di video occhiali e simili è consentito a condizione che un secondo "operatore" sorvegli le operazioni di volo e in caso di necessità possa intervenire in qualsiasi momento alla guida dell'apparecchio. L'operatore e il pilota devono trovarsi nello stesso luogo.
Il volo automatizzato (esercizio autonomo) all'interno del campo visivo del "pilota" è concesso a condizione che quest'ultimo possa intervenire in qualsiasi momento alla guida dell'apparecchio.
Le videoriprese aeree sono autorizzate in osservanza delle prescrizioni vigenti a protezione delle opere militari. Tale tutela si estende inoltre al rispetto della sfera privata, nonché a quanto prescritto dalla legge sulla protezione dei dati. Al di sopra di assembramenti di persone e in un raggio di 100 metri attorno a tali assembramenti per principio non possono essere esercitati droni (ulteriori informazioni e procedura di autorizzazione). Chi utilizza un drone o un aeromodello di peso superiore a 500 grammi deve avere una copertura assicurativa pari ad almeno un milione di franchi. In prossimità di un aerodromo vigono restrizioni di volo per droni e aeromodelli. È proibito ad esempio l'utilizzo di tali apparecchi volanti a una distanza inferiore a 5 km dalle piste di un aerodromo. Cantoni e Comuni possono emanare ulteriori restrizioni per l'utilizzo di aeromobili senza occupanti. Le manifestazioni aeree pubbliche durante le quali vengono esclusivamente impiegati aeromodelli o droni anche in futuro non saranno soggette all'autorizzazione del DATEC." 26 Novembre 2016
L'alerta è massima! Con altri due casi aggiuntivi. Il rischio di collisione occorso lo scorso 18 luglio 2016 nello spazio aereo in prossimità dell'aeroporto Londra Heathrow, tra un Airbus 321 della British Airways A320 e un drone è stato classificato in Categoria A.
Il massimo livello di rischio è per l'appunto il CAT A, ovvero l'airprox Category Description CAT A , meglio identificato come quello più elevato: "Risk of Collision: The risk classification of an aircraft proximity in which serious risk of collision has existed."
Quel "drone nero" che ha attraversato la traiettoria del volo British Airways Airbus, immatricolato G-MEDU, operativo sulla tratta del volo BA-777 da Stoccolma (Svezia) a London Heathrow,EN, nella fase di barccio base per la procedura ILS alla pista 27 sinistra, in discesa attraversando 4900 piedi in prossimità del punto "The Shard", aveva una dimensione di circa 50 cm ed è passato a circa 2 metri di distanza.
Il volo Airbus 320 ha proseguito verso l'atterraggio dove ha toccato terra dopo cinque minuti dal miss collision. In quelle giornate l'alert droni ha riguardato anche altri due "incontri ravvicinati": due giorni dopo ancora un Airbus 320 in avvicinamento sulla pista 27 Sinistra, i piloti avevano, infatti, riportato "quadrotor vehicle pass overhead to the left". Qualche giorno prima invece, il 17 luglio la miss collisone avrebbe interessato un Airbus 319 in avvicinamento sulla pista 27 Destra: alla quota di 1000 piedi in prossimità dellaa pista un drone - secondo i piloti - avrebbe attraversato il sentiero di discesa a circa 100 metri di distanza. 19 Novembre 2016
Non è quindi solo il NOTE 7: già ritirato dal mercato! L'interrogativo aggiuntivo, probabilmente, è che riguarda anche altre tipologie di smartphone, non solo Samsung. Il recentissimo caso rimanda al guidatore di una piccola città di Winnipeng negli USA lo scorso 13 novembre, quando un Galaxy S7 nel taschino è inizialmente riscaldato e poi esploso. Stavolta non è avvenuto in volo, a bordo di un aeromobile, ma sulle quattro ruote. Anche se le incertezze sull'utilizzo degli smartphone in genere e un insospettato quando improvviso surriscaldamento-infiammazione-fumo-esplosione, probabilmente generato dalle batterie al litio che incorporano tali dispositivi "elettronici".
L'autista trentacinquenne coinvolto è rimasto ustionato, ma una situazione similare a bordo degli aeromobili civili-commerciali e militari, potrebbe determinare situazioni out-of-control.
In gioco non è quindi solo la sicurezza del possessore dello smartphone ma del livello di safety complessivo: sulle automobili/mezzi al suolo a terra e/o sui voli sulle flotte aeree.
Possibile che sia tutto riconducibile alle cosiddette "batterie al litio"?
Le più recenti generazioni dispongono in realtà di batterie a ioni di litio o polimeri di litio. Abbandonate le batterie al nichel-cadmio dei vecchi telefonini, quelle al "litio" assicurano maggior potenza e durata e ricarica in spazi ridotti. Quali cortocircuiti possono innescarsi negli ultimi modelli di smartphone (e perché no anche tablet, POD, PAD e altro), quale catena di eventi/processi si innescano?
Sono forse problematiche comunque associate su dispositivi integrati a sistemi computerizzati che utilizzano queste ultime generazioni, supertecnologiche, di "batterie al litio"?
Quali potrebbero risultare quindi i rischi connessi? Le indagini, investigazioni e ricerca sono sicuramente in atto e misure preliminari-precauzionali sono già state predisposte. Ulteriori dovranno essere adottate e riguardare non solo i passeggeri che si imbarcano, ma anche gli stessi equipaggi di volo, verificando nel contempo i sistemi di"batterie al litio" integrate agli impianti operativi: da quelli per la navigazione aerea a quelli di servizio e assistenza al volo on-board. 18 Novembre 2016
L'alert droni persiste! In ogni spazio aereo. E' accaduto ad un Bombardier Q400 della Porter airlines nella giornata del 14 Novembre 2016 mentre si apprestava alla fase di atterraggio a Toronto. Stava completando l'avvicinamento a circa 9000 piedi (3000 metri) di quota, il piloti del de Havilland Dash 8-400, immatricolato C-GLQL, operativo sul volo PD-204 da Ottawa a Toronto City, Ontario Canada con 54 passeggeri e 4 membri di equipaggio 8due piloti e due assistenti di volo) hanno avvistato un drone (unmanned aerial vehicle) sul loro sentiero/traiettoria di volo e hanno attuato una brusca/improvvisa manovra per evitarlo.
L'atterraggio è avvenuto dopi circa 11 minuti e entrambi gli assistenti di volo hanno dovuto essere ricoverati in ospedali per le lesioni riportate. L'agenzia investigativa canadese TSB (Transportation Safety Board of Canada) ha aperto una inchiesta sull'accaduto identificandolo come " risk of a mid-air collision". I piloti non sono stati in grado di identificare la tipologia dell'oggetto volante -solido, scuro di circa 15-30 centimetri, in direzione opposta - incontrato. La velocità del Q400 era circa di 230 kts con un rateo di discesa di 1500 piedi/m e la manovra evasiva, una improvvisa picchiata, ha sbattuto un assistente di volo contro il soffitto/paratia del galley con la rottura di una spalla. Il Bombardier Q400 è la versione ulteriormente allungata e trasporta 70 – 78 passeggeri, è equipaggiato con propulsori i PW150A da 5.071 CV o 3.783 kW. 16 Novembre 2016
Verso una nuova regolamentazione e standard di sicurezza. Dopo che nel maggio 2016 l’EASA (European Aviation Safety Agency) aveva attivato una task force per valutare il rischio di collisione tra droni e aerei e predisporre misure una revisione della regolamentazione tra gli Stati della UE, giovedì 10 novembre in Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive della Camera dei Deputati è stato sentito il direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), Patrick Ky. L’audizione ha focalizzato ha riguardato le criticità delle operazioni di volo dei droni, in genere, con particolarità per le attività di consegna da parte di soggetti di e-commerce.
Le spedizioni via droni che Amazon ha proposto, ha sostenuto il direttore EASA, ”comporta un rischio molto elevato che un drone cada per qualsiasi motivo sopra le persone o altro ...dovremmo quindi evitare che sorvolino le persone evitando le aree abitate. Il mezzo utilizzato deve essere affidabile e sicuro. Per essere sicuro il drone deve essere certificato e montare un paracadute, deve essere manovrato da piloti con licenza. Per questo serve un quadro regolatorio europeo, poi le diverse autorità nazionali determineranno quando sarà consentito l'utilizzo dei droni".
"Ho parlato personalmente con Amazon chiedendo come potessero essere sicuri che il drone utilizzato per le spedizioni non precipiti. Mi hanno risposto che hanno i migliori esperti di sicurezza. Questa è una risposta tipica di chi lavora con i droni. Non hanno una vera e propria esperienza nel settore dei veicoli, il loro obiettivo è il servizio, hanno un'idea di sicurezza diversa dalla nostra. Stiamo studiando un regolamento che prevede di poter sorvolare solo zone non abitate, con la certificazione dei mezzi utilizzati".
Lo scorso venerdì in sede di Commissione UE invece sono stati proposti tre punti al fine di modificare le norme di sicurezza dell’aviazione civile , come fronteggiare l'emergente "rischio" e definire aggiornati requisiti e livelli di safety per i droni (aerei senza pilota a controllo remoto o Uav, Uas-sistemi- o Apr) .
“EU aviation safety standards are already high. Even so, the growing use of drones and threats from terrorism and cyber-attacks require new rules to ensure aviation safety and security. At the same time, these rules should be performance and risk based – ultralight or business aviation should not have to meet the same requirements”, ha sostenuto Marian-Jean Marinescu (EPP, RO), e ancora - “Unmanned aircraft have great potential for the future. Many applications are already providing various services, with better quality and results. At the same time, without proper discipline, these could give rise to serious safety and security problems. Registration and identification are basic requirements. Unmanned aircraft with a take-off mass higher than 250 grammes and all certified ones should be registered”.
I punti da sviluppare sono risultati:
- Identify risks early (identificazione anticipata dei rischi)
- Drones to be registered (registrazioni dei droni)
- Flights over conflict zones and unlawful act risks (operazioni in zone a rischio e illeciti)
- Emissions and noise (emissioni gassose e rumore connesso).
Il traguardo, al solito, è rappresentato dal safety, dalla secuirty e privacy dell'attività dei droni.
Il crescente utilizzo dei droni ha imposto una urgenza degli interventi normativi che scaturiscono anche da una revisione nella stessa fase di progettazione e costruzione (anche design) dei droni di peso inferiore a 150 kg. Appare indispensabile limitare la loro altezza operativa e la predisposizione tecnica-strumentale- procedurale al fine di limitare le operazioni di volo nelle zone identificate come critiche.
La registrazione dei droni sarebbe obbligatoria sopra 250 grammi di peso. L’Agenzia per la sicurezza aerea (EASA) dovrà formulare specifiche direttive e raccomandazioni per limitare i rischi e prevenirli.
A questo punto la decisione e la promulgazione della nuova "normativa-regolamentazione" è nelle mani del Consiglio Europeo. 14 Novembre 2016
Emergenza a Dubai a pochi mesi dal "Wolrd Drone Prix". Dopo sabato 29 Ottobre, quando lo scalo internazionale di Dubai (circa 80 milioni di passeggeri/anno e 400mila/voli nel 2015) è stato chiuso al traffico per quasi 90 minuti - ma era accaduto anche lo scorso 29 Settembre e 12 Giugno 2016 - la questione "droni" è diventato un pericolo. Lo stesso Paese, tuttavia, aveva celebrato e consacrato e festeggiato un evento mondiale i "campionati mondali di drone racing".
Il vincitore, tale Luke Bannister, inglese di 15 anni aveva vinto 250mila dollari: il Wolrd Drone Prix di Dubai. Le prospettive sportive, commerciali e industriali dell'universo dei droni in pochi mesi ha riproposto anche il suo risvolto negativo e contraddittorio: come gestire tale traffico, tali voli e garantire privacy, security e safety?
La presenza nei cieli di Dubai, una circostanza diversa dai "campionati mondali di drone racing" , nell'area operativa dello scalo internazionale di Dubai, ha costretto, con l'immediata chiusura dello spazio aereo, il dirottamento di 11 voli Emirates e 11 di altre aerolinee, ha portato le massime autorità a dichiarare tali intrusioni: “unacceptable” and the carrier is urging the introduction of “strong measures” in response.
L'intercettazione di un drone non autorizzato in una zona vietata in prossimità delle piste dell'aeroporto internazionale di Dubai ha paralizzato il sistema. Gli operatori di APR-UAS-UAV ovvero di mezz-velivoli a controllo remoto, senza pilota dovrebbero sapere che non è permessa, è vietata qualora non specificamente autorizzata dalle autorità competenti attività nello spazio di 5 km dagli aeroporti e dalle piste di atterraggio.
Quanto accaduto a Dubai non è diverso di quanto accade, sempre con maggiore frequenza, in prossimità di tante altre piste di volo, civili, militari, minori e maggiori in ogni Paese del pianeta Terra.
Quale livello di monitoraggio di tali rischio-droni sono stati predisposti sugli aeroporti del Belpaese?
Quali sono le statistiche, quale database di infrazioni, di penetrazione, di intrusione di droni in prossimità delle piste di volo civili-militari sono disponibli?
Cosa fare? Le agenzie e le massime organizzazioni nazionali e internazionali hanno, stanno varato normative e regolamenti a tale scopo. Al momento nessuna di queste pare risolutiva.
Tra attività regolari e autorizzate, militari e civili, uso spregiudicato da pirati dell'aria e/o da corsari al servizio e con finalità più varie lucrose e/o ludiche la situazione appare fuori controllo.
In Italia l'introduzione di nuove regole dinnanzi all'estensione di questa attività, all'aggiornamento della validità delle autorizzazioni di tutti i centri di addestramento per operatori SAPR (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto), alle prescrizioni di identificazione, all'uso di giubbetto catarifrangente, alla delimitazione dell'area operativa, all'ipotesi di zona transennata, non risolve un intreccio operativo che minaccia costantemente la privacy, la security e la safety aerea.
Quali mezzi tecnologici, quali strumentazioni radar-elettroniche "drone detectors" potrebbero monitorare lo spazio aereo in prossimità degli aeroporti, delle zone ritenute sensibili e degli spazi della privacy? Ma tra gli operatori regolari, ai pirati, ai corsari in un habitat di complessivo di abusivismo professionale e/o ludico il livello del rischio di questa attività è adeguatamente percepito?
La progressiva evoluzione tecnologica dei droni sembra, inoltre, acuire le difficoltà a regolamentare e monitorare l'universo dei droni. A prescindere dai limiti di peso, di altezza/quota e delle zone di impiego.
Le coperture assicurative in caso di infrazioni e incidenti quanto valgono: per le eventuali vittime e per i trasgressori? Sanzioni pecuniarie e penali serviranno? Quale livello di sorveglianza è possibile? Quale regolamentazione e capacità di intervento hanno le agenzie nazionali, e sovracomunitarie come EASA, IATA, ICAO e le altre? 5 Novembre 2016
L'aeromobile arresta la corsa con lo spazio EMAS. E' stato il sistema di frenaggio EMAS (Engineered Materials Arresting System) installato a fine pista a impedire che il Boeing 737 proseguisse la sua corsa fuoripista causando maggiori danni all'aeromobile e agli insediamenti circostanti.
L'incidente - una dinamica equivalente a quella verificatesi a Bergamo Orio al Serio lo scorso 5 Agosto - è avvenuto su una delle piste dell'aeroporto La Guardia di New York. La notizia è diventata di prima pagina perché il Boeing 737 coinvolto in un atterraggio su pista bagnata e durante intense precipitazioni di pioggia (e visibilità ridotta) aveva a bordo il candidato repubblicano alla vicepresidenza degli Stati Uniti Mike Pence.
L'incidente non ha causato feriti tra i 37 spaventati passeggeri e 11 membri di equipaggio mentre l'aeromobile - arenatosi nello strato di "asfalto" EMAS - prima di concludere la corsa sull'erba ha sopportato danni consistenti al sistema dei carrelli: anteriore e principale. Il volo Eastern Air Lines Boeing 737-700, immatricolato N278EA, operativo sul volo charter EAL-3452 da Fort Dodge,IA a New York La Guardia,NY (USA) era impegnato in atterraggio sulla pista 22 alle ore 19.40 locali del 27 ottobre 2016. L'aeroporto newyorkese nel 2015 ha movimentato oltre 28 milioni di passeggeri.
Aerohabitat ha rilanciato questa notizia per l'analogia con il fuoripista di Bergamo Orio al Serio dello scorso 5 Agosto e l'importanza di dotare anche gli scali del Belpaese con il sistema EMAS.
L'EMAS all'estremità della testate di pista, nel caso di atterraggio lungo, fuoripista in atterraggio o nel caso di interruzione del decollo,frenerà la sua corsa su una superficie in grado di assorbire l'energia cinetica e quindi di arrestare il velivolo in modo rapido ed evitando pericoli.
Con la news del 22 Settembre 2016 "Aeroporti del Belpaese, la RESA inferiore a 240 mt e l'EMAS" (http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2016/settembre/article/aeroporti-del-belpaese-la-resa-inferiore-a-240-mt-e-lemas/). Aerohabitat aveva rilevato questa urgenza. Questa incidente conferma tale convinzione. 29 Ottobre 2016
Ma chi lo verifica? E gli altri smartphone? Il comunicato Alitalia è circostanziato: "In merito alle raccomandazioni emanate dall’autorità aeronautica europea EASA e dell’autorità statunitense FAA sui rischi di incendio del Samsung Galaxy Note 7 segnalati dal costruttore, Alitalia invita i propri passeggeri a non imbarcare questo dispositivo in stiva, a tenerlo sempre spento e a non caricare la batteria durante la permanenza a bordo dell’aereo." Meridiana invece, le informazioni di sicurezza per possessori di Samsung Galaxy Note 7, sostiene: "Samsung Galaxy Note 7 vietati a bordo. La decisione segue raccomandazione del dipartimento dei trasporti USA. A partire dal 15 ottobre 2016 per motivi di sicurezza è vietato portare a bordo di tutti i voli Meridiana i dispositivi Samsung Galaxy Note 7. Il divieto riguarda il trasporto del dispositivo sia in cabina, sia nei bagagli da stiva."
Tutto bene quindi, anche se dalla prima segnalazione e raccomandazione iniziale FAA sulla pericolosità del Note 7 è passato quasi un mese e mezzo.
Per agevolare tale divieto anche la stessa Samsung, azienda costruttrice del Galaxy Note 7, dal sistematico ritiro degli smartphone venduti per le "problematiche-pericolosità" connesse alla batteria al litio utilizzata, ha attivato in numerosi aeroporti dei centri "help desk" per permettere agli utenti di consegnare i loro dispositivi eventualmente ancora in circolazione.
Tali stand, inizialmente insediati in Sud Corea e Australia, dovrebbero essere estesi altrove (???). Questo tipo di smartphone potrà comunque essere restituito, anche in seguito, nello stesso negozio dell'acquisto.
A questo punto, tuttavia, in attesa di capire le ragioni di tale pericolosità con annessi riscaldamento eccessivo, fino all'incendio - autocombustione ed esplosione, è indispensabile verificare se altre batterie al litio e/o dispositivi smartphone possa causare rischi-criticità equivalenti. 19 Ottobre 2016
Dopo il caso del DJI Phantom 3 del luglio 2016! Dopo l'impatto con il Campanile il drone (largo circa 50 centimetri) è precipitato sulla piazza nei pressi del bar Aurora senza colpire nessuna persona. Erano circa le 10.15 di mercoledì 12 Ottobre e l'autore del pilotaggio remoto è risultato un turista libanese. Anche stavolta la polizia locale ha immediatamente identificato come peraltro era avvenuto lo scorso luglio, in occasione di altro "evento fuori controllo".
La polizia ha sicuramente rilevato anche questo ennesimo illecito di "droni in libera uscita": identificabili anche come UAV, UAS; APR e SAPR.
Non è comunque una novità. Per rimanere nel contesto "turistico" episodi similari sono accaduti in altre località affollate e di grande attrazione: Place de la Con¬corde e la Torre Eif¬fel, negli USA e/o altrove. La casistica è varia e non riguarda solo i voli a controllo "remoto" nelle vicinanze degli aeroporti e/o lungo le traiettorie di atterraggio e/o rotte di decollo. In Italia e all'estero.
Ma è la stessa Venezia e la sua piazza San Marco a rappresentare una realtà di utilizzo diffuso dei droni, con due effetti e violazioni sovrapposte.
E' certamente un luogo turistico, perciò ad elevato rischio di utilizzo di droni da parte di persone/soggetti occasionali e senza le dovute autorizzazioni (quali e chi le assegna poi???), ma è anche una zona localizzata in prossimità di due aeroporti (Venezia Tessera e Venezia Lido) con l'inevitabile rischio di collisione con aerei commerciali e turistici.
Perdere il cosiddetto controllo "remoto" di un drone ha sicuramente un valore e un'attribuzione diversa se il "pilota remoto" è autorizzato e/o improvvisato ma ad esempio il quadricottero DJI Phantom 3 Professional del luglio 2016 sarebbe partito dall'isola di san Giorgio. La zona di attività dei due voli e la zona proibita P234. E' posizionata all’interno dell’ ATZ dell’aeroporto “ Venezia Tessera, è estesa alla quasi totalità della città ed è interdetta ai voli a controllo "remoto". Le autorizzazioni, qualora richieste non possono che essere negate. Che fare quindi?
Piloti con certificazione e, supposti, competenti come i soggetti improvvisati "piloti" remoti per l'occasione dovrebbero essere pesantemente sanzionati. La polizia locale dovrebbe impedire l'accesso e/o l'utilizzo di droni. Le normative e regolamenti in vigore (ENAC e altro) non sono sufficienti, è un fenomeno generalizzato. Chiunque si sente un pilota "remoto". Anche perchè le normative sono elastiche.
Se il regolamento è chiaro e circostanziato gli ambiti operativi, ultimamente sono stati estesi.
Il controllo remoto del drone prevede il contatto visivo, ad una distanza visiva di 500 distanza visiva (VLoS – Visual Line of Sight) ma, recentemente, una deroga (?) consente ad un drone di superare tale vincolo: con la modalità EVLoS, cioè Extended Visual Line of Sight. A condizione che un secondo soggetto/persona/pilota lo abbia sotto controllo diretto. E forse anche l'utilizzo di un binocolo potrebbe, anch'esso, consentire deroghe.
In tal modo gli spazi operativi di un drone si allargano, al punto che la polizia locale e/o soggetti delegati da ENAC al controllo/proibizione dell'attività dei droni, sono, di fatto, impossibilitati a verificare le violazioni/trasgressioni. Il secondo "osservatore" potrebbe essere ben distante dal primo e, fatto salvo quando il drone precipita, l'individuazione appare improbabile.
Problematiche di privacy, di security, di safety sono, inevitabilmente, una realtà quotidiana che qualcuno, prima o poi dovrà fronteggiare e risolvere.
L'industria dei droni ed il loro utilizzo devono essere adeguatamente protetti e salvaguardati.
Le stime di un mercato globale al 2021 di almeno 130 miliardi di dollari, la versatilità del loro utilizzo civile-militare sono anch'esse una realtà imprescindibile. L'uso professionale e/o ludico-ricreativo deve essere adeguatamente inquadrato. Non bastano perciò le sanzioni di 50 euro e/o l'applicazione dell’ Art. 650 c.p. “Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità“ che prevede l’arresto fino a tre mesi ovvero ammenda fino a 206€ per la violazione dello spazio aereo. 14 Ottobre 2016
E' passato un mese dalla iniziale segnalazione FAA. La FAA ha segnalato ai passeggeri l'importanza ed i pericoli connessi all'uso in volo e/o di mantenerlo in carica/servizio e/o comunque la ricarica a bordo il modello di smartphone Samsung Galaxy Note 7.
Era, infatti, lo scorso 10 Settembre che Aerohabitat con la nota "Smartphone in volo e rischio esplosione batterie: FAA avvisa!" rilanciava questa pericolosità
Era giusto circoscriverla solo al Note 7 della Samsung? Concerne forse anche altri "smartphone" di altri produttori? E' una questione correlata ad una specifica serie di batterie al litio?
Sono interrogativi che non sono stati ancora del tutto analizzati e ovviamente sono irrisolti. Ma è stata la decisione della Samsung di bloccare le vendite e la sostituzione del modello "Galaxi Note 7" a determinare la svolta. Il rischio di incendio ed esplosione ha allarmato passeggeri ed equipaggi di volo in questi ultimi 30 giorni. I database dei dirottamenti registrano atterraggi per segnalazioni di odori e di fumo a bordo.
Il " Note 7" - a causa o meno di specifiche batterie al litio - anche dopo il più recente degli eventi-incidenti a questo tipo di smartphone, il Samsung Galaxy 7 con incendio e esplosione a bordo di un aeromobile Southwest Airlines con l'evacuazione dei passeggeri in corso di imbarco a Louisville, Kentucky - USA, in discussione non è solo il tracollo della Samsung. Non solo almeno 35 casi accertati nel recente periodo che avrebbe determinato il richiamo e sostituzione di almeno 2,5 milioni di pezzi venduti.
Ecco quindi che - dopo l'iniziativa decisiva della samsung che la FAA ha informato le aerolinee dicomuncare ai passeggeri di: "to power down all Samsung Galaxy Note 7 phones, including those recently replaced".
La Federal Aviation Administration ha sostenuto "“urges passengers onboard aircraft to power down, and not use, charge, or stow in checked baggage, any Samsung Galaxy Note7 devices, including recalled and replacement devices”.
La materia e la questione sono ancora aperte: le investigazioni della Samsung e della FAA (e forse di altre agenzie nazionali) dovranno appurare se l'origine e nelle batterie al litio, nelle Lithium Battery Powered Devices in genere o solo in quelle che equipaggiano il Note7? 12 Ottobre 2016
E precisamente ECA, IATA, EHA, ACI EUROPE, ERAA, IACA, A4E, IFALPA, IFATCA e CANSO. La sicurezza delle operazioni di volo dell'universo dei droni, anche noti come UAS,UAV APR, SAPR, è stata posta in primo piano, un traguardo indispensabile per il futuro dei voli a bassa quota - almeno per le attività ludico commerciali/civili, altro sono le operazioni dei droni militari - dei milioni di voli a controllo remoto.
Le maggiori agenzie, istituti europei e internazionali come ECA, IATA, EHA, ACI EUROPE, ERAA, IACA, A4E, IFALPA, IFATCA e CANSO, hanno promosso una iniziativa per assicurare livelli di safety adeguati. Gli interlocutori, i soggetti in grado di promuovere normative, regolamenti e sistemi di controllo e vigilanza come FAA negli USA, CAA in Gran Bretagna (siamo nella Brexit), l'EASA nella UE e nel piccolo nella nostra ENAC in Italia.
Nella nota stampa del 5 settembre 2016 si legge:
"As drones continue to take the world by a storm, key stakeholders are warning that the safety risks of drone operations may be seriously underestimated and deserve urgent attention. A Joint Statement, signed by the entire spectrum of manned aviation stakeholders – from pilots to airlines, helicopter operators to air traffic controllers – calls for “a robust harmonized EU-wide regulatory safety framework”. ECA, IATA, EHA, ACI EUROPE, ERAA, IACA, A4E, IFALPA, IFATCA and CANSO jointly ask for a number of measures to be taken, including mandatory drone registration, operator/drone pilot training & licensing, built-in performance limitations and robust oversight by the national aviation authority".
La materia, anche in Italia, dovrebbe costituire una emergenza che anche ENAC e magari ANSV condividono. Ma nei comunicati delle massime autorità del Belpaese non si registrano, almeno al momento.
Le dichiarazioni dei responsabili delle "autorità" UE e Internazionali sostengono:
“Drones are such an appealing technology that many of the drone users are tempted to use them to the limits – or even beyond,” dice Dirk Polloczek, President della ECA - European Cockpit Association.
“That means to the technical, legal and safety limits. We’ve seen, for example, an increase in hacks and modifications in order to extend the drone’s flight distance. We’ve also seen drones flying around airports and runways – which are strict “no-drone zones” – and this despite warnings that this is prohibited and dangerous. And we’ve seen a worrying increase in near-misses between manned and unmanned aircraft. Some drone operators are moving on a thin ice, and this could harm our entire industry and its safety record. So, Europe needs to act with a strong legal framework and effective enforcement.”
"As Europe’s regulator is working on the rules right now, drone operations are already taking place, as do incidents and near misses between aircraft and drones. This is why the aviation stakeholders are calling for an extensive awareness raising campaign. “Some drone users don’t care about the legal and safety aspects of operating drones, while others are simply unaware of what might happen if they fly e.g. too high, or too close to an aircraft. This is why – as a first step – we need to make sure everyone – commercial or recreational drone operator – is aware what the safety risks are and how to avoid them,” sostiene Johan Glantz, ECA Board Director.
In aggiunta viene sostenuto:
Compulsory registration of all drones at time of purchase or resale: This allows the owner/pilot to be traced, and will encourage compliance with rules & regulations.
Mandatory training and a certificate/license for drone pilots, depending on the properties and performance of the drone and the nature of operations. This would enhance knowledge of the regulations and restrictions and help to develop necessary skills.
Built-in Technical Performance Limitations such as geo-fencing and altitude / distance restrictions, to reduce the safety risks concerning critical airspace, terrain, and buildings.
In-depth research into the impact of collisions between drones, incl. smaller ones, and manned aircraft.
Integration of recreational drones into national Model Aircraft Flying Regulations, applying the same high safety standards for recreational users.
Increase in the effectiveness of rule enforcement by national authorities, including training and technical equipment for their staff to be able to monitor and ensure compliance. 6 Ottobre 2016
A riguardo ecco il Comunicato Stampa ENAC n. 77/2016. È iniziata ieri, 27 settembre 2016, a Montreal, in Canada, la 39a Assemblea Generale dell’ICAO (International Civil Aviation Organization - organismo dell’ONU che riunisce le autorità per l’aviazione civile di 191 Stati) con due importanti riconoscimenti: l’assegnazione di un premio all’Italia come riconoscimento per i livelli di sicurezza – safety – raggiunti dal nostro Paese negli ultimi anni e l’elezione del Direttore Generale dell’ENAC, Alessio Quaranta, a Presidente della Commissione Legale dell’ICAO.
L’Assemblea, che si riunisce una volta ogni tre anni ed è convocata dal Consiglio dell’ICAO, l’organo esecutivo, proprio per stabilire la politica dell’organizzazione per il successivo triennio, è iniziata ieri, 27 settembre, e terminerà il 7 ottobre p.v.
In apertura del lavori il Presidente del Consiglio dell’ICAO, Olumuyiwa Benard Aliu, nel corso di una cerimonia speciale ha assegnato all’Italia, rappresentata dal Direttore Generale dell’ENAC che guida la delegazione italiana, un attestato di riconoscimento come premio per l’operato svolto dall’ENAC e dall’Italia nel corso degli ultimi anni e per gli elevati standard raggiunti in termini di sicurezza del volo e del trasporto aereo.
Sempre nella giornata di apertura, inoltre, il Direttore Generale Alessio Quaranta è stato eletto Presidente della Commissione Legale dell’ICAO. L’elezione è avvenuta per acclamazione da parte degli oltre 1000 delegati provenienti dai Paesi membri.
L’Assemblea dell’ICAO è composta da quattro Commissioni, suddivise per aree tematiche, che sono: la Commissione Amministrativa, la Commissione Economica, la Commissione Legale e la Commissione Tecnica.
È la prima volta che un italiano assume la presidenza della Commissione Legale, mentre l’Italia solo una volta in passato aveva ricoperto la carica di Presidente della Commissione Amministrativa.
La Commissione Legale che sarà guidata da Quaranta si occupa, tra l’altro, di analizzare gli aspetti legali delle convenzioni redatte dall’ICAO, di trovare punti di armonizzazione con le legislazioni dei vari Paesi membri, di redigere le norme internazionali in materia aeronautica, di valutare i nuovi temi che interessano la comunità aeronautica in relazione anche all’evoluzione tecnologica e ai nuovi scenari politico legali.
Tra i temi attualmente oggetto di analisi da parte della Commissione Legale vi è quello inerente l’impiego e la classificazione dei mezzi a pilotaggio remoto, comunemente definiti droni, argomento su cui si confronteranno, nel corso dei prossimi giorni, i delegati presenti alla 39a Assemblea Generale.
Il Direttore Generale Quaranta è il capo della delegazione italiana presente all’Assemblea di cui fanno parte rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Aeronautica Militare, dell’ENAV, dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), alcuni dirigenti e funzionari dell’ENAC, nonché la delegazione italiana che rappresenta permanentemente il nostro Paese presso Montreal, sede centrale dell’ICAO. 1 ottobre 2016
Dopo overheat a Note 7 e al Note 2 e altri! Il volo Delta Airline DL-138 partito da Detroit (USA) con destinazione Amsterdam ha effettuato un dirottamento a Manchester per fumo in cabina passeggeri.
Una volta a terra un rapido controllo della manutenzione ha potuto identificare la causa: un tablet Samsung, incastrato tra un sedile dei passeggeri aveva iniziato a rilasciare fumo e provocare un'insolita esalazione.
Rimosso il Tablet il volo è potuto ripartire per la destinazione finale senza altre conseguenze.
L'aeromobile Boeing 767-400, immatricolato N830MH era decollato nella tarda serata del 24 Settembre da Detroit,MI (USA) per un volo transatlantico per Amsterdam (Olanda), ha dirottato quando volava al livello di crociera di FL330 a circa 60 miglia nautiche da Manchester (Gran Bretagna) dove è atterrato sulla pista 23 Destra dopo 20 minuti dalla segnalazione di fumo di origine sconosciuta. Quale la causa del surriscaldamento, quali dinamiche (dopo il fumo, forse un incendio, altre esalazioni?) e quali eventi sarebbero insorti, con quali conseguenze: la materia è oggetto di una indagine aperta dalla Federal Aviation Administration USA.
Dopo gli altri incidenti similari l'origine sembrerebbe concentrasi sulle batterie installate , la loro tipologia e il loro impiego più o meno intenso e/o prolungato in volo. Per quale ragione si manifesta l'iniziale surriscaldamento? 28 Settembre 2016
Era acceso o spento? Su on e/o off? Con quali batterie? Dopo il blocco delle vendite dei Galaxy Note 7 e il divieto di imbarco su talune aerolinee ecco un nuovo caso. Quanti ne sono avvenuti? Nell'ultimo periodo - riferiscono alcuni media - sarebbero stati registrati 35 eventi con esplosione a bordo: per cause riconducibili a malfunzionamenti e in ricarica delle batterie.
L'ultimo della serie è stato segnalato sul volo 6E-54 della Indigo da Singapore a Chennai (India) nella giornata di venerdì 23 Settembre 2016.
L'aeromobile Airbus 320-200, immatricolato VT-IAQ era in discesa verso Chennai qua ndo un passeggero ha segnalato la fuoriuscita di fumo da un contenitore posizionato all'altezza di un sedile della fila 23.
Lo smartphone, identificato in seguito come "Galaxy Note 2" posizionato nel portabagagli superiore del sedile, era surriscaldato e il principio di incendio con fiamme è stato subito bloccato con un estintore e con una doccia di acqua improvvisata in una delle toilette. Lo smartphone è stato messo in sicurezza in un contenitore ed il volo ha potuto proseguire senza alcuna conseguenza per passeggeri ed equipaggio, per l'atterraggio sulla pista 25.
Una immediata indagine non potuto accertare se lo smartphone in questione, depositato nel bagaglio, perciò uno utilizzato - almeno al momento - fosse in posizione accesa e/o spenta. Ma la questione potrebbe essere altra: quali batterie hanno, e con quale tempo/durata di servizio? 24 Settembre 2016
La Runway End Safety Area e/o le aree di sicurezza di fine pista senza EMAS! Quanti piste italiane dispongono di 240 + 240 metri all'inizio e alla fine pista? Per quale ragione l'ENAC, in assenza di tali spazi non ha ancora richiesto l'adozione dell'EMAS il sistema di frenaggio EMAS (Engineered Materials Arresting System)? L'EMAS all'estremità della testate di pista, nel caso di atterraggio lungo, fuoripista in atterraggio o nel caso di interruzione del decollo,freberà la sua corsa su una superficie in grado di assorbire l'energia cinetica e quindi di arrestare il velivolo in modo rapido ed evitando pericoli.
L'ENAC con il "Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti" ha introdotto tra i requisiti nazionali, sviluppati per recepire le corrispondenti misure dell’Annesso 14, l’obbligo di costituire anche sugli aeroporti esistenti ed aperti al traffico commerciale, le aree di sicurezza di fine pista, RESA.
Un " adeguamento è richiesto che avvenga indipendentemente dal volume e tipologia di traffico e dal codice di riferimento dell’aeroporto. Per ottemperare a tale requisito di sicurezza, è necessario qualificare le aree adiacenti alle estremità della striscia di protezione (strip), verificandone le dimensioni, la portanza e la assenza di ostacoli, ampliando secondo necessità, i confini del sedime aeroportuale", lo sostiene la Circolare APT 17 dell'ENAC avente come oggetto: Utilizzazione per i decolli di parti dell’area RESA.
ENAC alla voce RESA scrive:
"Area di sicurezza di fine pista (Runway End Safety Area - RESA) Un’area simmetrica rispetto al prolungamento dell’asse pista e adiacente alla fine della striscia di sicurezza, destinata primariamente a ridurre il rischio di danni agli aeromobili che dovessero atterrare troppo corti o uscire oltre la fine pista in decollo o in atterraggio".
Al paragrafo 5.3 Runway End Safety Area - RESA del"Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti " si legge:
"Per piste già realizzate su aeroporti esistenti la lunghezza della RESA deve essere di almeno 90 metri. Negli altri casi occorre predisporre una RESA di almeno 240 metri per piste di codice 3 e 4, e almeno 120 metri per piste di codice 1 e 2.
In occasione di modifiche significative della configurazione interna dell’aeroporto e dei suoi dintorni, o del tipo o livello di traffico ad esso destinato, l’ENAC valuterà la possibilità di estendere la lunghezza minima della RESAad almeno 240 metri per piste di codice 3 e 4, e almeno 120 metri per le piste strumentali di codice 1 e 2.
Di conseguenza il gestore deve adottare procedure per la revisione della lunghezza di RESA, in considerazione di fattori di valutazione del rischio quali:
(a) la natura e l’ubicazione degli ostacoli oltre la fine della pista;
(b) il tipo di aeromobili e il livello di traffico nell’aeroporto nonché le variazioni effettive o previste di entrambi questi fattori;
(c) il verificarsi in passato di atterraggi lunghi e relativi fattori causali;
(d) le caratteristiche di coefficiente d’attrito e di drenaggio della pista;
(e) la disponibilità di aiuti alla navigazione;
(f) la possibilità di prendere delle misure procedurali volte alla riduzione del rischio;
(g) l’impatto complessivo sulla sicurezza di qualsiasi modifica, ivi inclusa la riduzione delle distanze dichiarate.
5.4 Qualora vincoli fisici impediscano la realizzazione di una RESA secondo i requisiti in paragrafo
5.3, possono essere adottate le seguenti misure di contenimento del rischio, che determinino risultati equivalenti a parità di condizioni operative:
(a) migliorare le caratteristiche superficiali delle piste e i sistemi di rilevazione e registrazione delle condizioni di pista, soprattutto in caso di piste contaminate e soggette a precipitazioni;
(b) assicurarsi che vengano comunicate tempestivamente all’equipaggio di volo informazioni accurate e aggiornate su: condizioni atmosferiche, stato generale della pista, tipo di contaminazione, valore dell’azione frenante e quant’altro necessario;
(c) migliorare la conoscenza, registrazione, previsione e divulgazione dei dati sul vento, ivi incluso il “wind shear” e ogni altra pertinente informazione sulle condizioni climatiche;
(d) ridurre la presenza di ostacoli al di là della RESA;
(e) potenziare gli aiuti visivi e strumentali per l’atterraggio (ivi inclusa l’installazione di un Sistema di Atterraggio Strumentale - ILS) per avere un posizionamento dell’aeromobile sul sentiero finale il più vicino a quello ottimale per l’atterraggio;
(f) emanare, di concerto con le compagnie di navigazione aerea, e divulgare in maniera idonea le procedure operative ed eventuali restrizioni, relative alle condizioni atmosferiche avverse e ogni altra procedura aeroportuale significativa;
(g) prevedere idonei sistemi di arresto, tenendo conto degli eventuali rischi connessi al loro impiego;
(h) pubblicare le caratteristiche della RESA sull’AIP.
Ogni altra azione, che gli operatori e i gestori possono assumere di concerto per ridurre i rischi di uscite di pista, è di complemento a quanto elencato in precedenza.
Nelle ipotesi di cui al presente paragrafo, il gestore deve predisporre uno studio aeronautico che, tenuto conto dei rischi connessi alla soluzione tecnica proposta e delle misure di attenuazione del rischio adottate, dimostri l’ottenimento di un livello di sicurezza equivalente a quello definito dai requisiti di cui al para 5.3."
Al punto (g) soprastante ENAC indicato l'opportunità di "prevedere idonei sistemi di arresto, tenendo conto degli eventuali rischi connessi al loro impiego", ma questi non sono stati ancora adottati. Cosa si aspetta, quante piste di volo italiane non dispongono di 240 metri di Runway End Safety Area? 22 Settembre 2016
Prima aerolinea del Belpaese, prima nel cautelarsi dal rischio esplosione/incendio a bordo. Aerohabitat lo aveva anticipato sabato 10 Settembre con la news "Smartphone in volo e rischio esplosione batterie: FAA avvisa!" Altre aerolinee hanno intanto aderito al divieto e da lunedì 12 Settembre anche la Philippine Airlines (PAL) ha proibito l'imbarco e l'ìimpiego e la ricarica del Galaxy Note 7 su tutti i suoi voli per una questione di "safety issues".
Nel frattempo altre autorità nazionali hanno adottato lo stesso provvedimento per le flotte immatricolate. Tra di queste anche l'India. I passeggeri sono stati, altresì, informati a non sistemarli neppure nei bagagli stivati sottobordo, ha dichiarato BS Bhullar, Director General of Civil Aviation.
L'adesione alla iniziativa della US Federal Aviation Administration (FAA), prima ad emanare "issued a warning against the use of the Note 7 on board flights", anche se non immediatamente, si sta allrgando a numerosi Paesi.
In attesa che anche ENAC divulghi un qualche comunicato riguardante l'imbarco del Samsung Note 7, il suo utilizzo e la ricarica a bordo delle flotte aeree italiane e/o che operano sugli aeroporti e/o sugli aeroporti della Penisola, dopo l'iniziativa di divieto di "imbarco" di smarthphone in volo da paret di alcune aerolinee australiane, la Ryanair - sul suo sito web - presenta la seguente informativa:
"Samsung Galaxy Note 7
Alla luce dei recenti avvenimenti e delle preoccupazioni sollevate da Samsung sui suoi dispositivi Galaxy Note 7, l’ Amministrazione Federale dell’Aviazione consiglia vivamente ai passeggeri di non attivare o ricaricare questi dispositivi a bordo di aerei e di non riporli in alcun bagaglio da stiva". 16 Settembre 2016
L'ipotesi di 1 milione di euro/dollari minimo è realistica? Allianz Global Corporate & Specialty è il centro di competenza del gruppo Allianz per l'assicurazione degli affari "Large Corporate" e "Specialty". Con l'ultimo Rapporto "Rise of the Drones: Managing the Unique Risks Associated with Unmanned Aircraft Systems" la sezione aviazione ha analizzato e illustrato la situazione del sistema assicurativo associato all'utilizzo dei droni APR, SAPR, UAS, UAS e ogni mezzo a pilotaggio remoto.
La liberalizzazione nell'acquisto, la loro versatilità, la loro economicità e semplicità di utilizzo, a fronte delle problematiche, delle infrazioni, dell'illegalità operativa e del rischio collisioni con altri aeromobili (civili, militari e altro) costituisce uno scenario nel quale il sistema "assicurativo" deve fare delle scelte decisive.
Negli USA la Federal Aviation Administration (FAA) ha stimato l'esistenza di almeno 600mila droni entro la fine del 2016: il triplo di quelli registrati e certificati: con un incremento vertiginoso di quelli per utilizzo ludico-ricreativo: entro il 2020, solo negli USA entro il 2020 dovrebbe raggiungere la quota di circa 5 milioni di esemplari.
Il Rapporto "Rise of the Drones: Managing the Unique Risks Associated with Unmanned Aircraft Systems" sollecita l'esigenza di una formazione professionale, di un addestramento adeguato a questa tipologia di "volo". "Nel prossimo decennio gli APR ad uso commerciale aumenteranno notevolmente poiché sono in grado di effettuare varie operazioni, sia semplici che pericolose", ha sostenuto Thomas Kriesmann, Senior Underwriter General Aviation di AGCS.
I vantaggi operativi nell'utilizzo dei droni sono indubbiamente innegabili e il loro utilizzi in contesti critici, quali antincendio, catastrofi, in attività industriali pericolose hanno tuttavia una corrispondenza negativa nei rischi di collisione. La valutazione dei rischio, l'obbligo di assicurare queste attività APR, siano esse ludico-ricreative quanto professionali e/o industriali e la gestione degli indennizzi da parte del Sistema Assicurativo "obbligatorio" determina l'urgenza di un sistema normativo generalizzato e condiviso tra i Paesi ICAO, in parallelo ai vincoli e alle clausole assicurative. Come valutare e inquadrare le infrazioni, la perdita di controllo di un APR quando, ad esempio, volano al di sotto dei 150 metri? Quando volano oltre il segnale di controllo remoto? Quali potrebbero risultare i massimali assicurativi: scenario di un drone con responsabilità totale anche superiore a 5 milioni di euro/dollari quando precipita su una proprietà privata. Potrebbe, probabilmente, raggiungere anche la quota di 10 milioni di euro/dollari quando viola lo spazio aereo in prossimità di un aeroporto civile e/o aerobase militare. Cosa potrebbe accadere quando un APR risultasse "dirottato" da qualche hacker? E' possibile che il minimo assicurativo debba risultare di almeno 1 milione di euro/dollari? Urge una normativa condivisa a livello sovranazionale! 15 Settembre 2016
Decisivo il ruolo svolto da EASA, ENAC e ANSV! Una interrogazione parlamentare sui riflessi delle operazioni di volo sulla safety, il ruolo delle normative EASA - UE e l’applicazione del regolamento europeo (UE) 83/2014. E' garante di un adeguato livello di tutela del lavoro quando consente l’aggravio dei tempi di volo e di servizio, la riduzione dei periodi di riposo minimi e la discrezionalità del comandante per variare i limiti sul servizio di volo, di servizio e i periodi di riposo?
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-01072 presentato da DE LORENZIS Diego di M5S
Martedì 2 agosto 2016, seduta n. 666 -IX Commissione,
premesso che:
dal 18 febbraio 2016 sono applicabili agli Stati membri dell'Unione europea le disposizioni di cui al regolamento (UE) n. 83, approvato dalla Commissione il 29 gennaio 2014, recante la disciplina dei tempi di volo, di servizio e di riposo degli equipaggi, con l'eccezione delle attività effettuate da velivoli «aerotaxi» (voli non di linea a domanda con velivoli aventi configurazione posti passeggeri non superiore a 19), velivoli impiegati in attività di emergenza sanitaria (EMS), velivoli impiegati in attività CAT con un solo pilota ed attività effettuata con elicotteri;
il citato regolamento prevede i requisiti che devono essere soddisfatti da un operatore e dai suoi membri d'equipaggio in merito ai limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti relativi ai tempi di riposo per i membri d'equipaggio, definendo tempi di riferimento, alloggi, tipi di servizi, periodi e relativi riposi, nel minimo e nel massimo, oltre che le responsabilità dell'operatore e dei membri d'equipaggio;
con specifico riferimento ai tempi di volo ed ai periodi di servizio, la nuova disciplina prevede regimi assai elevati;
sussistono tuttavia ulteriori ipotesi di aggravio dei tempi di volo e di servizio con la previsione della riduzione dei periodi di riposo minimi e di circostanze impreviste durante le operazioni di volo che possono modificare i limiti sul servizio di volo, il servizio e i periodi di riposo a discrezione del comandante;
a questo riguardo al titolo 2, ORO.FTL.205 Periodo di servizio di volo (PSV), lettera, in merito alle «Circostanze impreviste durante le operazioni di volo — Discrezionalità del comandante», si prevede un aumento delle ore massime di volo, senza cambiare equipaggio, di due ore;
l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) è un'agenzia dell'Unione europea a cui sono stati attribuiti dei compiti specifici di carattere normativo ed esecutivo nel campo della sicurezza aerea;
la missione dell'Agenzia è: fornire innanzitutto un servizio di consulenza tecnica alla Commissione europea, assistendola nella stesura dei regolamenti per la sicurezza aerea in vari settori e fornendo informazioni di carattere tecnico per la conclusione dei relativi accordi internazionali; eseguire certi compiti di carattere esecutivo relativi alla sicurezza aerea, come la certificazione dei prodotti aeronautici e delle organizzazioni coinvolte nella loro progettazione, produzione e manutenzione;
l'Agenzia europea per la sicurezza aerea è stata istituita dal regolamento del Consiglio (CE) n. 1592/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 luglio 2002;
una prima estensione delle competenze dell'Agenzia in materia di operazioni di volo, di certificazione del personale di bordo e di autorizzazione degli operatori di Paesi terzi è stata disposta con il regolamento (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 febbraio 2008, che, tra l'altro, ha abrogato il già citato regolamento (CE) n. 1592/2002;
ai sensi dell'articolo 9 bis del Regolamento (UE) n. 83/2014 della Commissione del 29 gennaio 2014 recante modifica del regolamento (UE) n. 965/2012 che stabilisce i requisiti tecnici e le procedure amministrative per quanto riguarda le operazioni di volo ai sensi del regolamento (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, «l'Agenzia effettua un esame continuo dell'efficacia delle disposizioni concernenti i limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti relativi ai tempi di riposo contenuti negli allegati II e III. Entro il 18 febbraio 2019 l'Agenzia presenta una prima relazione sui risultati di questo riesame»;
la norma ORO.FTL.120 introduce nella regolamentazione FTL il Fatigue Risk Management o gestione del rischio di affaticamento (FRM) ;
nei casi in cui la FRM sia richiesta dal presente capo o da una specifica di certificazione applicabile, l'operatore deve stabilire, implementare e mantenere una FRM come parte integrale del suo sistema di gestione;
l'operatore deve adottare delle azioni di mitigazione quando la procedura di garanzia della sicurezza della FRM mostra che il livello di sicurezza richiesto non viene mantenuto;
il FRMS è un sistema che, grazie alla gestione dei rischi derivati dalla fatica operativa degli equipaggi, permette di deviare, anche parzialmente o per un settore della attività, dalle norme prescrittive previste dalla normativa Parte ORO.FTL;
il FRMS si sviluppa e si interfaccia con il Safety Management System (SMS) dell'operatore.
In accordo alla norma ORO.FTL.125 lo schema di impiego FTL e l'eventuale FRM, devono essere approvati dall'autorità competente;
lo sviluppo di un FRMS si basa essenzialmente sulla valutazione di riporti ed informazioni acquisite nel tempo, relative all'attività interessata;
il FRMS si avvale di uno staff di persone responsabili e prevede il diretto coinvolgimento dell'accountable manager per ciò che concerne la disponibilità di risorse umane e finanziarie (Operator's FRM policy);
il FRMS è soggetto a continuo controllo, gestione e valutazione e monitoraggio delle prestazioni da parte delle persone responsabili, dell’accountable manager, nonché dell'autorità competente (FRM Safety Assurance Processes);
il monitoraggio continuo delle prestazioni deve garantire un continuo processo di sviluppo e miglioramento degli indicatori (FRM Promotion Process);
l'ENAC approva il FRMS solo se è dimostrata esistenza, attuazione ed efficacia delle procedure; (L'operatore che, per esigenze operative, intenderà avvalersi di un sistema FRM approvato da ENAC in accordo alla ORO.FTL.120 e al DOC ICAO 9966, dovrà preventivamente implementare un processo interno all'impresa per la valutazione e la gestione dei rischi connessi alle operazioni interessate, secondo i principi dell'FRMS;
il processo preventivo di FRM interno ha lo scopo di permettere l'individuazione dei rischi, la loro gestione e lo sviluppo del sistema FRM, acquisire dati e informazioni, sviluppare studi scientifici e costituisce un «trial period» che servirà all'operatore al fine di ottenere la successiva approvazione del FRMS steso da parte di ENAC;
al momento dell'approvazione del FRMS, ENAC terrà conto di quanto svolto dall'operatore nel processo FRM interno svolto in precedenza e valuterà i risultati di safety ottenuti;
sono quindi gli Stati membri che devono collaborare e provvedere a trasmettere i dati relativi a possibile affaticamento all'Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA), secondo l'articolo 9-bis introdotto dalle nuove ORO ftl, impegna il Governo anche in relazione alla nuova regolamentazione, ad attivarsi presso l'Enac affinché vengano recuperati i dati e le informazioni di cui necessita l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA), relative a possibile affaticamento ai sensi dell'articolo 9-bis introdotto dalle nuove norme ORO ftl. 12 Settembre 2016
Tre aerolinee, intanto, hanno imposto il divieto di imbarco! La sicurezza dei fruitori e consumatori di smartphone da un lato e la tutela della sicurezza delle operazioni di volo sulle linee civili-commerciali sembrerebbe l'obiettivo primario, anche se le disposizioni non sono state, al momento, univoche e generalizzate. Si attendono iniziative equivalenti da parte degli enti preposti alla safety aerea e da parte delle aerolinee: in ogni Paese.
L'ATSB - Australian Transport Safety Bureau - sta investigando su un incidente occorso lo scorso 21 Giugno 2016, sul volo Qantas Boeing 747 in volo tra Sydney e Los Angeles. Dopo sei ore di volo (delle 13 complessive) uno smartphone finito tra i sedili, incastrato, ha preso fuoco. Il pronto intervento dell'equipaggio ha spento immediatamente le fiamme e impedito ogni rischio ulteriore di propagazione.
Ecco perché - forse - le maggiori compagnie aeree australiane, Qantas, Jetstar e Virgin Australia sono state le prime ha disporre il blocco all'imbarco per il nuovissimo modello Samsung Galaxy Note7. Il rischio esplosione-incendio è conseguente alle criticità emerse negli ultimi mesi correlate ai casi registrati in volo ed alla disposizione della stessa società Samsung.
L'imputata - al momento è la batteria al litio - e la Samsung ha bloccato le vendite del Galaxy Note 7.
Il lancio del nuovo modello dello smartphone - non ancora avvenuto in Italia e in altri paesi europei - è stato sospeso. Si sarebbero verificati almeno 35 casi mentre la precarietà a bordo dei velivoli sarebbero riconducibili non solo alle batterie del citato smartphone ma in genere alle batterie al litio. Anche di quelle che equipaggiano computer e strumentazioni di bordo. Alcuni esperti sostengono che negli ultimi dieci anni sarebbero avvenuti almeno 170 casi. Sarebbero anche all'origine di due eventi incidentali di Boeing cargo, anche se le certezze non sono definitive, le inchieste non sono state ancora chiuse.
Gli stessi Boeing 787 consegnati nell'arco temporale di sei mesi tra il 2012-2013 sono stati oggetto di sostituzione di tali batterie. La FAA - US Federal Aviation Administration - in data 8 settembre 2016, in attesa di altri provvedimenti ha segnalato ai passeggeri l'importanza ed i pericoli connessi all'uso in volo e/o di mantenerlo in carica/servizio e/o comunque la ricarica a bordo il modello di smartphone Samsung Galaxy Note 7. Co un comunicato ricorda, infatti: “In light of recent incidents and concerns raised by Samsung about its Galaxy Note 7 devices, the Federal Aviation Administration strongly advises passengers not to turn on or charge these devices on board aircraft and not to stow them in any checked baggage,”
Le preoccupazioni sulle batterie al litio in genere - occorre ricordarlo - sono associate anche al mistero del volo MH370, scomparso dai radar e mai ritrovato. Il volo Malaysia Airline, volo Boeing 777 in volo da Kuala Lumpur con 239 passeggeri a bordo e destinazione Pechino-China, il giorno 8 marzo 2014, aveva a bordo un pallet con circa 200 kg di queste batterie al litio. 10 Settembre 2016
Altrove il Watchkeeper (UAV) confonde il "pilota remoto". Non è una novità. Nel gennaio 2015 un drone era finito anche nei giardini della Casa Bianca. Il Presidente Obama e moglie erano in visita ufficiale in India e il drone di un "amatore" - dopo un primo momento di incertezza - era stato catalogato come uno dei tanti eventi nel quale il responsabile - con certificato e perciò autorizzato dagli enti di controllo - aveva perso il contatto con il mezzo a "cosiddetto" pilotaggio remoto. L'autore, rimasto anonimo, aveva contattato il Secret Service ammettendo la responsabilità dell'accaduto. Con quali conseguenze, denuncia, ammenda e/o altro non si è mai saputo.
Negli ultimo giorni di Agosto 2016 ecco l'ennesimo drone, cosiddetto impazzito e/o fuori controllo, finire il suo volo in un giardino, stavolta a Sacile in Friuli V.Giulia. Anche in questo caso l'autore - non si è saputo se "pilota" in possesso di certificato e operatore autorizzato dopo aver superato un corso per Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto (SAPR) rilasciato da soggetto autorizzato e/o possessore e appassionato dilettante di APR - si è presentato, scusandosi, dal proprietario della casa annessa, recuperando lo stesso drone.
La questione safety-security sul volo a distanza è sempre attuale. Dati stampa segnalano come solo nella zona di Pordenone, doveva è avvenuto l'evento citato, ENAC registrerebbe quasi un centinaio di richieste per il volo di droni ogni mese. Quello segnalato, dotato di una telecamera, avrebbe iniziato il suo volo nei pressi della stazione ferroviaria, avrebbe sorvolato un istituto scolastico e quindi sarebbe precipitato nel giardino privato. Cosa ha registrato quel video, con quali finalità, quanti casi equivalenti si potrebbero registrare ogni giorno anche nel Belpaese? Sono da considerarsi voli illegali e le riprese video - non autorizzate - perlomeno una violazione alla privacy?
In Gran Bretagna le problematiche non sono dissimili, solo che le investigazioni degli enti-agenzie deputate al controllo rivelano l'ampiezza dell'emergenza droni. Riguarda anche gli esperti "piloti remoti" militari.
Lo schianto al suolo di un UAV della British Army avvenuto nel 2014, un Thales Watchkeeper ha consentito di verificare una realtà del tutto imprevista. L'inchiesta della UK Military Aviation Authority’ riguardante un mezzo a pilotaggio remoto militare controllato da personale professionale e autorizzato ha rilevato (il Report è del 12 Agosto 2016) come nel corso di un addestramento nei pressi del West Wales Airport quando il "velivolo" “pitched rapidly nose down” in prossimità del terreno in realtà il controllo riportava il drone atterrato a terra mentre stava invece volando ad una altezza di 10-15 piedi.
Il datalink di controllo remoto si era staccato per quattro volte e si era reinserito altrettante: nell'area i meteo hanno, in seguito segnalato, la presenza di fenomeni temporaleschi.
Il Report segnala : the crew put the Watchkeeper into “master override” mode, which would stop the system entering the automatic abort mode, and subsequently make the system “override every inherent safety abort mechanism”. Il sistema "automatic take-off and landing" (ATOL) ha riportato l'atterraggio del Watchkeeper che si era, nel frattempo schiantato al suolo. 2 Settembre 2016
L'operazione di sostituzione dei propulsori Trent 1000 entro tre anni. A seguito della decisione del blocco a terra della flotta di 50 Boeing 787 della All Nippon Airways (ANA) notizie stampa della stessa Rolls-Royce, produttori dei propulsori che equipaggiano i Dreamliner, hanno rivelato come tutti i motori Trent 1000 saranno sottoposti alla sostituzione di una parte delle palette della turbina.
All Nippon Airways avrebbe segnalato riscontri - in fase di ispezione e manutenzione - di un eccessivo affaticamento delle palette a causa di un anomalo processo di degrado-corrosione determinato da "chemical components in the atmosphere" con l'origine di fenomeni di cracks lesioni sulle stesse.
Il processo innescato dalla corrosione sarebbe aggravato dai cicli di impiego dei propulsori, che pur con una media di esercizio di soli 2.7 anni - per la flotta Boeing 787 ANA - hanno reso indispensabile una misura preliminare: la loro immediata sostituzione.
A stessa Rolls-Royce casa costruttrice dei "motori" si sarebbe dichiarata intenzionata nell'arco dei prossimi tre anni a sostituire i propulsori dell'intera flotta dei Dreamliner in servizio con i Trent 1000: 169 velivoli.
Pari a 338 propulsori.
Nel frattempo la flotta dei 50 Dreamliner della ANA saranno sottoposti alla sostituzione delle palette intermedie ovvero delle " intermediate pressure turbine blades ".
Per la FAA - Federal Aviation Administration - USA le problematicità emerse non costituiscono “safety concern”. Anche EASA e altri enti nazionali di controllo non sarebbero interessati a considerare l'emanazione di limiti e/o restrizioni e/o circolari restrittive nelle operazioni di volo della flotta dei Dreamliner. 1 Settembre 2016
Ancora criticità sul Dreamliner, stavolta associate ai propulsori.Dopo il blocco a terra della flotta Boeing 787 del 2013 - per ANA - All Nippon Airways Boeing e JAL- Japan Airline e su indicazioni di FAA e EASA in determinate altre aerolinee - per criticità, inconvenienti e incidenti imputabili a batterie specifiche installate a bordo dei velivoli, in questi giorni il fermo dei velivoli è conseguente ad una avaria ad un propulsore.
Il 25 Agosto l'aeromobile del volo ANA - All Nippon Airways, Boeing 787-900, immatricolato JA833A operativo come volo NH-241 da Tokyo Haneda a Fukuoka (Japan), in decollo dalla pista 05 ha interrotto la salita alla quota di circa 12.000 piedi a causa di malfunzionamento e chiusura del motore di sinistra, un Trent 1000. Dopo circa 40 minuti il volo è atterrato in sicurezza sulla pista 34R di Haneda.
I passeggeri sono stati riprotetti su un altro volo Boeing 787-900 immatricolato JA830A arrivando a destinazione con solo tre ore di ritardo.
In seguito alle analisi e la ricerca delle cause dell'incidente l'ANA - All Nippon Airways ha cancellato nella giornata seguente nove voli nazionali di Boeing 787 Dreamliner equipaggiati con motori Trent !000 della Rolls-Royce.
L'ANA con 50 velivoli Boeing 787 in flotta è uno dei maggiori operatori mondiali dei Dreamliner, ed ha programmato la cancellazione di oltre 300 voli nel mese di settembre in attesa di operazioni di manutenzione e sostituzione di particolari specifici dei Trent 1000.
La Boeing ha consegnato 442 aeromobili 787, nelle varie varianti - 3, 8, 9, 10 - mentre il carnet degli ordini ha raggiunto il numero di 1162. Sono equipaggiati con due propulsori: della General Electric GEnx o della Rolls-Royce Trent 1000. 29 Agosto 2016
Normative sovranazionali ICAO ed EASA lo prevedono, ENAC lo ha reso obbligatorio nel 2006. Con il Safety Management System (SMS) Linee Guida e Strategie Edizione 26 settembre 2005 - DIREZIONE CENTRALE REGOLAZIONE TECNICHE e Il Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti dell’Enac è stato reso obbligatorio con l’adozione di un Sistema di Gestione della Sicurezza (SMS) da parte del gestore aeroportuale. Il Regolamento ENAC aveva recepito gli standard e raccomandazioni dell’emendamento n. 4 dell’Annesso 14 ICAO, vol. 1 3a edizione e introdotto la “certificazione dell’aeroporto” e il “sistema di gestione della sicurezza” (Safety Management System - SMS)
Il Safety Management System nel sistema aviazione civile deve essere attuato da: aviazione civile deve essere attuato anche dagli esercenti delle aerolinee, come dalle altre aziende che operano nel settore vasto del trasporto aereo. E' diventata una sorta di "cultura della sicurezza" in aviazione e la stessa ANSV (Agenzia Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) lo aveva incluso tra le Raccomandazioni per la Sicurezza del Volo nella Relazione finale d Relazione finale d’Inchiesta sull'inchiesta sull’incidente di incidente dl 8 Ottobre 2001 di Linate. L'obbligo del SMS al gestore di uno scalo è correlato agli aeroporti certificati sui quali si svolge un traffico superiore a 5.000 movimenti commerciali annui.
Quanti sono quindi in Italia?
La Rapporto 2015 ENAC - Dati di Traffico - identifica 26 scali, l'aeroporto di Pescara con 7.213 movimenti/anno è quello con meno voli. Il primo escluso è quello di Perugia con 4.424 voli/anno.
Quali sono le documentazioni che certificano l'operato dei 26 gestori aeroportuali del Belpaese?
Sono reperibili download dal web e di facile fruibilità per gli eventuali analisti e curiosi?
A tale riguardo il Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti alla voce SMS rileva:
SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA
"Fatti salvi gli aeroporti di cui al punto 1.6, a far data dal 24 novembre 2006 il gestore deve dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza (Safety Management System – SMS) che descriva la struttura dell’organizzazione, nonché i compiti, poteri e responsabilità del personale, ed assicuri che le attività siano condotte in un modo documentato e controllato.
Il sistema di gestione SMS include:
• la determinazione delle politiche di sicurezza del gestore;
• l’assegnazione delle responsabilità e dei compiti e l’emissione di direttive per il personale,
sufficienti per l’implementazione delle politiche aziendali e degli standard di sicurezza;
• il monitoraggio continuo degli standard di sicurezza;
• la registrazione e analisi delle deviazioni dagli standard applicabili;
• la definizione ed applicazione delle misure correttive;
• la valutazione della adeguatezza e della efficacia delle procedure applicate dalla organizzazione.
5.2 Il gestore deve predisporre verifiche periodiche e sistematiche del sistema di gestione della sicurezza, incluse le modalità di assolvimento delle proprie funzioni, tenuto anche conto dell’impatto delle attività svolte da altri soggetti in ambito aeroportuale.
5.3 Il gestore deve assicurare che le verifiche siano svolte da personale esperto ed adeguatamente qualificato in accordo ad un programma di verifica approvato dall’ENAC.
5.4 La documentazione relativa alle verifiche è conservata dal gestore per almeno 5 anni. L’ENAC può richiedere copia dei rapporti per condurre propri accertamenti.
5.5 Gli operatori aerei, i fornitori di servizi e ogni altra organizzazione che conduca attività in maniera autonoma nell’aeroporto, devono ottemperare ai requisiti relativi alla sicurezza dell’aeroporto. Il gestore attiva idonee procedure per verificare il rispetto dei requisiti.
5.6 Gli operatori aerei, i fornitori di servizi e ogni altra organizzazione che conduca attività in maniera autonoma nell’aeroporto, sono tenuti a collaborare con i programmi di sicurezza dell’aeroporto, riportando immediatamente qualsiasi incidente o inconveniente che possa avere un impatto sulla sicurezza.
5.7 Il gestore aeroportuale mette in atto un sistema per la raccolta e la gestione dei dati (reporting system) relativo agli eventi aeronautici occorsi nelle operazioni aeroportuali.
Tale sistema è altresì utilizzato per la segnalazione obbligatoria degli eventi di cui al decreto legislativo del 2 maggio 2006 n. 213. Esso comprende le segnalazioni dei soggetti di cui al precedente punto 5.6 e può contenere anche le segnalazioni volontarie previste dal citato decreto legislativo."
Strumenti operativi del SMS attraverso il risk management system risultano:
1. Identificazione degli hazards
2. Analisi dei rischi
3. Valutazione dei rischi
4. Mitigazione dei rischi fino a livelli tollerabili
5. Misurazione dell’efficacia delle azioni adottate. 27 Agosto 2016
E' indispensabile un "training" specifico! Le investigazioni negli incidenti aerei hanno inquadrato da tempo la combinazione tra la fatica operativa e percezione della realtà e degli eventi operativi nelle fasi cruciali del volo: quelle nelle quali si registra circa l'80% degli incidenti. Nelle fasi in prossimità del suolo e a terra. Nella fase di accelerazione in pista, in decollo e in avvicinamento per l'atterraggio.
Le analisi riguardanti "Operator’s Guide to Human Factors in Aviation" e le "Human Performance and Limitations" hanno focalizzato le cosiddette "Managing Visual Somatogravic Illusions".
Lo studio nel corso di prove, test nel simulatori di volo avrebbero evidenziato la potenzialità letale di tali "comportamenti".
Fattori di disorientamento spaziale e errata percezione della posizione e/o del movimento lineare o angolare di un soggetto rispetto al piano della superficie terrestre sono di origine fisiologica e rimandano a illusioni visive, vestibolari. Si associano e determinano processi psicologici che innescano processi decisionali, e mentali, controllo operazionale e - talora - un sovraccarico nelle mansioni professionali espletate.
Il 21% degli incidenti avvenuti nella fase di avvicinamento-e-atterraggio sarebbero stati innescati - cause e concause - da situazioni scaturite da "disorientation or visual illusion".
Il "somatogravic illusions risk" sembrerebbe diventata, in "airline aviation" una emergenza da affrontare urgentemente. Vedi articoli e convegni ne l panorama internazionale della "Safety Aviation".
Le problematiche negative associate qualora non adeguatamente identificate e fronteggiate da precise procedure operative innescano riscontri sulla percezione-comportamento dei piloti, e sarebbero ascrivibili, tra l'altro a:
Gravito-inertial acceleration
The gravito-inertial acceleration (GIA) is the vector sum of the vector of gravitational acceleration (upward) and all other linear accelerations acting on the head
Somatogravic illusion
A somatogravic illusion is a false sensation of body tilt that results from perceiving as vertical the direction of non-vertical gravito-inertial acceleration or force
Somatogravic illusion during takeoff
The somatogravic illusion of ‘nose-up’ sensation after takeoff and the erroneous correction of the pilot to push the yoke forward has caused more than a dozen airline crashes
An aircraft accelerating from 170 to 200 knots over a period of 10 seconds just after takeoff, generates +0.16 G on the pilot
The GIA is only 1.01 G
The corresponding sensation is 9 degrees ‘nose up’
When no visual cues are present and the instruments are ignored, an unwary pilot might push the nose down and crash
Somatogravic illusion during final approach
An inexperienced pilot may perceive deceleration due to lowering the flaps as a steep nose-down sensation
On the runway, before the nose wheel touches down, the deceleration may be perceived as a too-low vertical attitude.
An erroneous correction to bring the nose up may cause damage
Caution
21 percent of approach-and-landing accidents involved disorientation or visual illusion
Flying in the simulator can provoke some of these illusions, but the GIA never exceeds 1 G and can not mimic the somatogravic illusion of false nose-up sensation due to acceleration or nose- down one due to deceleration
Conclusion
Would the best pilots be those who have no ‘misleading’ vestibular organ?
No, because they would not be able to stabilize their gaze to read the instruments
However, being aware of the misleading information of the vestibular organ is crucial; humans are not designed to fly
Debrief on your erroneous perceptions and realize that it is a perfectly human and normal sensation (we can’t help it). But, it is not suitable for flying
Confidence, competence and currency in instrument flying greatly reduces the risk of disorientation
Prioritize the workload; first fly the aircraft, then do everything else
Build up experience controlling the aircraft in an environment of conflicting orientation cues
Avoid disorientation by making frequent instrument cross-checks, even when the autopilot is on
Match the instrument readings with your internal mental representation of the flight path
Recover from disorientation by:
•Making the instruments read right, regardless of your sensation
Don’t trust your built-in equilibrium organs, particularly in low-visibility conditions
In moments of stress, make decisions based on the instruments; don’t fall back on your instinct or perceptions
Garbage in leads to garbage out.
The human equilibrium system is designed to function on land, to chase animals… not to fly aircraft. 24 Agsoto 2016
Dai pionieri aviatori, ai piloti, agli operatori e/o protesi di un sistema. EASA (European aviation safety agency) , finalmente, ha proposto una regolamentazione per aggiornare i test "medical fitness" dei piloti di linea con il "mental health assessments".
Dopo le raccomandazioni emanate dala EU's European Commission in relazione alla sicurezza delle operazzioni di volo, a seguito dell'incidente del volo 9525 Germanwings flight, schiantatosi sulle Alpe il 15 marzo 2015 con 150m vittime, ecco una prima iniziativa. La proposta dovrebbe concretizzarsi in una normativa entro la fine del 2016.
Dopo l'incidente della Germanwings causato dalla decisione del co-pilota di precipitare su un costo montuoso sono state riprese le iniziative - da tempo formulate - di sottoporre il personale di volo a test specifici.
Già in passato altri incidenti erano stati catalogati come riconducibili a comportamenti anomali dei piloti.
In dibattiti e convegni (ECAM 2014 Bucharest, Romania) precedenti al caso Germanwings gli esperti avevano analizzato ii seguenti casi:
- Japan Air Lines DC-9 crash into Tokyo Bay, 9 Feb 1982
- Royal Air Maroc ATR 42 crash in the Atlas Mountains, 21 Aug 1994
- EgyptAir Boeing 767 crash into the Atlantic Ocean, 31 Oct 1999
- Air Canada Boeing 767 146 passengers/9 crew Toronto to London, UK - 28 28 January 2008
- Jet Blu A320-200 flight from New York to Las Vegas- 27 March 2012.
Le criticità sottoposte all'attenzione dei medici furono e sono:
- Fatigue
- Anxiety
- Depression
- Mania
- Alcohol abuse
- Drug abuse
- Life Stressors.
Come evidenziare e diagnosticare preliminarmente gli aspetti psicologici e psichiatrici di tali esiti?
Quali esami strumentale e oggettivi adottare per registrare i primi sintomi di "anomalie comportamentali devianti" è uno dei temi della proposta EASA.
Il contesto operativo, estremamente competitivo e alla ricerca di costi di volo concorrenziali e in decremento costante agisce sul personale di volo e sui comportamenti soggettivi. I trascorsi status lavorativi di piloti e assistenti di volo, gli stili di vita elitari e le elevate retribuzioni, le carriere appaganti con orari di servizi e di volo, registravano una agiatezza e comfort lavorativo che le associazioni sindacali odierne - quando riconosciute - non sono in grado di perseguire e contrattare. Probabilmente lo stato di crisi economica e la competizione tra aerolinee non consente alle stesse compagnie aeree di mantenere condizione sociale e lavorativa del XX secolo.
Come diagnosticare un disturbo mentale in soggetti, in professionisti di specifiche attività come quelle del personale di volo? Quale cultura aeronautica e quale fitness psicologico assicurare, inoltre, ai piloti che operano su aeromobili sempre più computerizzati e il cui ruolo sembrerebbe collocarsi - formalmente e simbolicamente - tra una figura di pilota arcaico e di operatore di sistema e, talora, di mera "protesi di un sistema operativo"? Una realtà operativa, quest'ultima, vissuta anche in qualche altra realtà professionale. 20 Agosto 2016
Lo scorso 11 agosto in Gran Bretagna. Il velivolo di linea stava in avvicinamento per l'atterraggio a Newquay Airport Cornwall - costa sud ovest dell'Inghilterra con 62 persone a bordo.
Il volo della Flybe Service proveniva dallo scalo di Londra -Stansted quando un drone è sfilato ad una distanza di circa 900 piedi (300metri). Nonostante l'immediata segnalazione dei piloti, confermata, dai radar, dell'operatore del drone e dello stesso drone non è rinvenuta alcuna traccia.
Il numero di casi di near-misses con droni sta crescendo. Aveva destato clamore un caso avvenuto in atterraggio all'aeroporto di Londra Heathrow lo scorso mese di in Aprile: il velivolo coinvolto era della flotta della British Airlines.
Secondo le casistiche-statistiche dell'Airprox Board (agenzia di safety UK) nel corso del 2015 i casi sono quadruplicati rispetto all'anno precedente. Nello scorso mese di Giugno 2016 sono stati divulgati ben sei casi occorsi nel periodo tra Marzo e l'inizio di Maggio 2016, in sole sei settimane.
Una situazione registrata mensilmente anche negli USA. La FAA a riguarda riporta almeno 100 segnalazioni di droni (APR; UAS Unmanned Aircraft Systems; UAV; ecc) al mese. Eventi che si registrano nonostante l'intesa campagna informativa, le precauzioni e le misure di monitoraggio attivate e le sanzioni previste per gli autori-trasgressori.
Con le odierne stime di incremento del traffico aereo civile-commerciale, il raddoppio entro 20 anni, e il successo nelle vendite dei droni (inferiori a 4kg, tra 4-25 kg e superiori) registra un incremento minimo del 30% ogni anno il "rischio di conflitti" di volo, e di traffico e di near miss collision non possono che preoccupare.
Negli USA la FAA e il Department of Homeland Security stanno predisponendo l'utilizzo di un sistema di monitoraggio e controllo nel circondario (5 miglia-10km) degli aeroporti.
Il sistema new technology è chiamato SkyTracker ed è in grado di rilevare i segnali radio degli stessi droni in volo in prossimità dei velivoli impegnati nella fasi di decollo e atterraggio. Sarebbe anche in grado di localizzare l'operatore del pilotaggio remoto al suolo.
Quale è la situazione nel Belpaese. Chi riceve le segnalazioni di near miss e quale casistica, quale scenario di "rischio" e presenza nei pressi di grandi e piccoli e minori aeroporti disponiamo?
Non è forse possibile che nei maggiori aeroporti italiani i near miss registrati e segnalati risultino superiori, sia numericamente che statisticamente quanto percentualmente? 15 agosto 2016
La vendita degli APR è in costante crescita: sono reperibili in grandi e piccoli negozi: quasi ovunque!
L'ultimo della serie è stato segnalato in Piazza San Marco a Venezia. Ha sfiorato la testa di una turista americana. Era giovedì 27 luglio e il responsabile sarebbe risultato un turista Estone che voleva fotografare dall'alto la sua famigliola in vacanza e da fotografare nello scenario della piazza veneziana.
Non è comunque una novità, non è un evento straordinario perchè era già accaduto nel medesimo luogo nei primi giorni dello stesso mese, il 4 Luglio. Il turista Estone sarebbe stato multato dai vigili comunali, ma il problema esiste. Il turista non aveva una autorizzazione e/o certificazione.
Droni volanti per ragioni ludiche, probabilmente, se ne registrano parecchi. E non solo nelle località architettoniche e storiche più affollate del Belpaese.
Alla liberalità con la quale visitatori occasionali, al turista estivo e della domenica andrebbe comunque associato anche la realtà operativa dei droni "autorizzati".
Ma chi è in grado - al momento - di monitorare la realtà della flotta dei droni professionali e improvvisati, di pochi kg e più pesanti, in volo sui centri abitati e in prossimità delle piste dei voli civili-commerciali?
E' da tempo che Aerohabitat ha evidenziato una realtà operativa, probabilmente, fuori controllo. E non solo nel Belpaese. Chi rilascia, comunque, tali autorizzazioni e permessi al volo?
Tra l'altro la zona veneziana interessata dalle due segnalazioni sopra riportate sono prossime all'ATZ (Air Traffic Zone) dell'aeroporto di Venezia Tessera.
Quale sono le No-Fly-Zone disposte da ENAC nell'intorno alle tantissime piste di volo civili, commerciali, militari e delle tante aviosuperfici private e pubbliche localizzate nella Penisola?
La semplice definizione di ATZ "liberalizza" l'attività dei droni autorizzati in Veneto?
Cosa ne sa il "pilota" del drone delle traiettorie di decollo, di atterraggio, di riattaccata e altro?
In Veneto ENAC avrebbe registrato 119 "autocertificazioni" di droni. 34 a Treviso, 29 a Padova, 23 a Verona, 17 a Venezia, 8 a Vicenza, 4 a Belluno e 4 a Rovigo.
Dovrebbero operare anche in aree lontano dai centri abitati, in un'area di sicurezza di 150 metri di raggio ed essere identificabili: indossare "corpetti speciali". Problematiche di security, di safety e di piano di rischio aeronautico sono emergenze evidenti. Avviene? Lo stesso utilizzo dei droni per la ripresa aerea di feste, sagre, eventi vari dovrebbe risultare oggetto non solo di specifiche autorizzazioni. Anche di una cultura del volo di SAPR (sistema aeromobili a pilotaggio remoto) ancora lontano da concepire. 2 agosto 2016
Security, safety e rischio terzi e assicurazioni. In attesa di una normativa ICAO ecco una opzione precauzionale con il "Total Hazard and Risk Assessment".
La vicina Confederazione Svizzera è spesso motivo di confronto, anche nelle normative e nella gestione ed applicazione di standards aeronautici. Navigando su internet nel link dell'UFAC - Ufficio Federale dell'Aviazione Civile (https://www.bazl.admin.ch/bazl/it/home.html) sono evidenziate immediatamente riferimenti decisivi in questo genere di operazioni di volo: solitamente motivo di allerta e preoccupazione pe rla loro attività. Spesso fuori controllo e difficilmente sottoposta monitoraggio sistematico nello spazio aereo in prossimità delle città, di siti a rischio e nei pressi di piste di volo civili, commerciali e militari.
Si legge immediatamente: "I droni con peso inferiore a 30 kg possono essere utilizzati senza autorizzazione. Tuttavia esistono regole chiare che devono essere rispettate durante il loro impiego. Dove possono volare i droni e dove no. Per maggiori informazioni cliccare qui".
Aerohabitat presenta un estratto eloquente delle disposizioni in vigore in UFAC:
UFAC
"I droni sono apparecchi volanti telecomandati, generalmente di piccole dimensioni. In termini giuridici sono equiparati agli aeromodelli. In linea di principio se il loro peso è inferiore ai 30 kg possono essere utilizzati senza alcuna autorizzazione. La condizione essenziale è tuttavia che il "pilota" mantenga costantemente il contatto visivo con il drone. I droni non possono inoltre sorvolare assembramenti di persone.
La richiesta d’informazioni in merito ai droni è notevole. Purtroppo, tenuto conto del personale a disposizione non siamo più in grado di fornire informazioni telefoniche a carattere generale. La decisione è stata presa anche tenendo conto del fatto che una gran parte delle richieste concernono indicazioni presenti sul nostro sito internet. Per questo motivo siete invitati ad inoltrare eventuali domande a all’indirizzo emailrpas@bazl.admin.ch. La risposta perverrà entro 5 giorni lavorativi, eccezion fatta per richieste da parte di autorità oppure di organizzazioni di servizi d’urgenza (polizia, pompieri, ecc.). Rappresentati dei media possono rivolgersi come finora all’ufficio stampa.
I droni sono aeromobili senza occupanti, telecomandati, che vengono impiegati per finalità varie, quali ad esempio videoriprese, misurazioni, trasporti, indagini scientifiche ecc. In questi casi è ininfluente che siano impiegati a fini commerciali, privati, professionali o scientifici. Questa categoria si differenzia da quella dei modelli di aeroplani ed elicotteri per il tempo libero. In questo caso quello che conta è il fine ludico dell'esercizio di volo e il divertimento che se ne trae.Il tipo e la dimensione dei droni possono variare notevolmente. Sono compresi nella gamma gli apparecchi volanti di piccole dimensioni, dal peso di pochi grammi (aeroplani, elicotteri, quadrotor, dirigibili ecc.) fino a quelli di diverse tonnellate. In relazione ai droni si usa spesso l'espressione «Unmanned Aircraft System» (UAS) o Remotely Piloted Aircraft System (RPAS) che indica l'intero sistema, comprensivo di apparecchio volante, stazione aeronautica di terra e circuito di comunicazione dei dati.
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Regole d'esercizio per droni e aeromodelli
I droni e gli aeromodelli di peso superiore ai 30 kg necessitano di un'autorizzazione dell'UFAC. L'Ufficio fissa in ogni singolo caso le condizioni di ammissione e di utilizzazione.Le prescrizioni per l'utilizzo di droni e aeromodelli di peso inferiore o uguale a 30 kg sono contenute nell'«ordinanza del DATEC sulle categorie speciali di aeromobili».
Le disposizioni più importanti sono riportate di seguito:
L'utilizzo di droni e aeromodelli è consentito senza autorizzazione a condizione che il "pilota" mantenga costantemente un contatto visivo con l'apparecchio.
L'impiego di tecnologie accessorie che ampliano il naturale campo visivo, come binocoli o video occhiali, necessita l'autorizzazione dell'UFAC (procedura di autorizzazione).
All'interno del campo visivo del "pilota" l'utilizzo di video occhiali e simili è consentito a condizione che un secondo "operatore" sorvegli le operazioni di volo e in caso di necessità possa intervenire in qualsiasi momento alla guida dell'apparecchio. L'operatore e il pilota devono trovarsi nello stesso luogo.
Il volo automatizzato (esercizio autonomo) all'interno del campo visivo del "pilota" è concesso a condizione che quest'ultimo possa intervenire in qualsiasi momento alla guida dell'apparecchio.
Le videoriprese aeree sono autorizzate in osservanza delle prescrizioni vigenti a protezione delle opere militari. Tale tutela si estende inoltre al rispetto della sfera privata, nonché a quanto prescritto dalla legge sulla protezione dei dati.
Al di sopra di assembramenti di persone e in un raggio di 100 metri attorno a tali assembramenti per principio non possono essere esercitati droni (ulteriori informazioni e procedura di autorizzazione).
Chi utilizza un drone o un aeromodello di peso superiore a 500 grammi deve avere una copertura assicurativa pari ad almeno un milione di franchi.
In prossimità di un aerodromo vigono restrizioni di volo per droni e aeromodelli. È proibito ad esempio l'utilizzo di tali apparecchi volanti a una distanza inferiore a 5 km dalle piste di un aerodromo.
Cantoni e Comuni possono emanare ulteriori restrizioni per l'utilizzo di aeromobili senza occupanti.
Le manifestazioni aeree pubbliche durante le quali vengono esclusivamente impiegati aeromodelli o droni anche in futuro non saranno soggette all'autorizzazione del DATEC.
Autorizzazione per l’esercizio di droni senza contatto visivo diretto
In linea di principio i droni non possono essere impiegati né nell’ambito di assembramenti di persone né in mancanza di contatto visivo diretto. In casi eccezionali, l’UFAC può tuttavia rilasciare un’autorizzazione per questo tipo di voli. Le condizioni da rispettare in tali casi sono disciplinate dall’ordinanza del DATEC sulle categorie speciali di aeromobili (OACS). È necessario prevedere il tempo sufficiente per l’elaborazione delle relative domande e fare in modo di presentarle quanto prima.
Per motivi di sicurezza, a partire dal 1° agosto 2014 i droni non potranno più essere utilizzati al di sopra di assembramenti, ovvero diverse decine di persone molto vicine l'una all'altra, oppure in un raggio di 100 metri attorno ad essi. Già da tempo è vietato l'utilizzo di droni senza contatto visivo diretto (vale a dire anche con binocoli o video- occhiali).
L'UFAC può autorizzare deroghe in entrambi i casi. A tal fine occorre procedere a un'ampia verifica della sicurezza. I costi di un'eventuale autorizzazione variano dai 50 ai 5'000 franchi, a seconda del tempo impiegato per l'esame della domanda. A causa della forte richiesta, in entrambi i casi vanno messi in conto tempi di trattamento di almeno tre mesi. I sistemi aerei a pilotaggio remoto (RPAS) possono beneficiare di una procedura semplificata soltanto quando si tratta di volo vincolato (v. sotto).
Adozione delle necessarie misure di sicurezza
Prima di rilasciare un'autorizzazione per il volo di un drone al di sopra di assembramenti di persone o in mancanza di contatto visivo diretto, l'UFAC procede a un'approfondita analisi della sicurezza del sistema, la cui affidabilità viene esaminata in base alle direttive e agli standard dell'aviazione. I sistemi abitualmente in commercio, di norma non soddisfano affatto o soddisfano solo in misura insufficiente tali requisiti.
In primo luogo devono essere adottate le seguenti misure di sicurezza:
in caso di difetto tecnico, il sistema deve impedire che l'apparecchio precipiti in maniera incontrollata, provocando il ferimento o la morte delle persone sottostanti
in caso di perdita di contatto visivo con il telecomando (datalink o controllink) devono essere azionate funzioni automatizzate volte ad assicurare che l'apparecchio non diventi un pericolo per terzi al suolo o in aria."
Elaborazione di un «Total Hazard and Risk Assessment»
"Affinché possano essere esaminati gli aspetti summenzionati, oltre al modulo di domanda di rilascio dell'autorizzazione compilato, l'UFAC necessita del cosiddetto «Total Hazard and Risk Assessment» contenente i seguenti dati:
una descrizione dettagliata dell'esercizio previsto (Chi? Dove? Quando? Per quanto tempo?)
una descrizione dettagliata del sistema tecnico (apparecchio volante, stazione di controllo, datalink, ecc.)
un'analisi del rischio dell'esercizio previsto per persone e proprietà al suolo, compresi i potenziali rischi per l'ambiente
n'analisi del rischio per l'esercizio di altri velivoli che potrebbero trovarsi nelle vicinanze
un'analisi dettagliata del modo in cui evitare il pericolo
una volta trovate le soluzioni tecniche, un'analisi di quello che succede in caso di fallimento delle stesse e della loro affidabilità
procedure di emergenza
Il «Total Hazard and Risk Assessment» si basa sulla «Guidance for an Authorisation for Low Level Operation of RPAS, GALLO» (vedi colonna a destra) e presuppone una conoscenza, da parte del richiedente, delle abituali procedure di presentazione delle prove ai fini della verifica dei sistemi rilevanti per la sicurezza.
Per la verifica occorre inoltre presentare un attestato dell'assicurazione responsabilità civile secondo l'articolo 20 OACS.
L'UFAC può rilasciare autorizzazioni non solo per singoli eventi, ma anche per un periodo di tempo più lungo, a condizione che si tratti di un esercizio analogo con gli stessi rischi e che possa essere sempre garantito il rispetto delle condizioni e degli oneri posti.
Procedura di autorizzazione semplificata per l'esercizio di droni e aeromodelli vincolati al di sopra e in prossimità di assembramenti di persone
L'esercizio di droni e di aeromodelli al di sopra e in prossimità (a una distanza inferiore a 100 m) di un assembramento di persone può essere oggetto di una procedura di autorizzazione semplificata se l'aeromobile senza occupanti è vincolato a terra in un punto preciso mediante un cavo e se, in caso di perdita del controllo, non costituisce un pericolo per le persone.
La prova dell'adempimento dei requisiti indicati nei link (vedi colonna di destra) e il piano d'esercizio - entrambi adeguatamente documentati - devono essere allegati alla domanda. Eventuali schizzi, foto e dati del costruttore possono essere elementi utili all'UFAC." 21 luglio 2016
In Italia è in corso la registrazione dei droni con peso superiore a 25kg. Le notizie, come spesso accade sono scarne, l'unica certezza è rappresentata dall'atterraggio comunque regolare, senza alcuna manovra evasiva e ripercussioni per il velivolo, l'equipaggio e per i passeggeri imbarcati. E' toccato ad un Airbus A319-100 della Air France, immatricolato F-GRHK, in servizio sulla tratta AF-1359 da Rabat (Marocco) a Paris Charles de Gaulle in Francia. Intorno alle 15.16 locali del 13 luglio 2016 il volo era stabilizzato in finale sulla procedura ILS della pista 26L quando il Primo Ufficiale - seduto sul sedile di destra - ha percepito la presenza laterale di elica nera. L'improvvisa e rapida-fugace percezione non ha reso possibili altri interventi. La segnalazione è stata trasmessa all'Agenzia francese BEA per la conseguente inchiesta.
Come è ben noto la convivenza tra la flotta degli aeromobili civili-commerciali e militari e l'universo dei droni è ancora in primo piano e lontana da una rapida soluzione. Non solo in Italia.
L'interrogativo che uno non può non proporre, ovvero per un "incontro ravvicinato percepito" quanti sono quelli ignoti?
Droni professionali, quelli militari e civili, comunque a pilotaggio e controllo remoto rappresentano una realtà di "piloti" autorizzati e, purtroppo di appassionati non altrettanto "professionisti", talora anche di soggetti improvvisati.
Come risolvere la convivenza quando i "regolamenti" in vigore, talvolta non congruamente efficaci, adeguati alla moltitudine di utilizzo possibile. Spesso "regolamenti-disposizioni" non sono del tutto conosciute, talvolta rispettate e magari fraintese e/o ignorate? L'impraticabilità di adottare in maniera sistematica tecniche di sorveglianza e monitoraggio dello spazio aereo in prossimità delle traiettorie dei voli civili-commerciali
Nel Belpaese intanto, come riferito anche da Aerohabitat in "ENAC e APR, dal 1 Luglio si effettua la registrazione", una prima pietra miliare verso la coesistenza e convivenza è stata posta. 14 luglio 2016
Sono interessati i "droni" con peso uguale e superiore a 25 kg! Il sito web di ENAC con una nota del 30 giugno informa sull'attivazione di tale procedura:
"dal 1° luglio 2016 i possessori di SAPR impiegati per operazioni specializzate possono effettuare la registrazione, così come richiesto dal Regolamento ENAC sui mezzi a pilotaggio remoto, sul sito www.D-Flight.it, che sarà operativo dalla stessa data. Nella prima fase di applicazione delle procedure di registrazione ed identificazione sarà fornito il solo codice QR da applicare sull'APR. Successivamente sarà fornito anche il dispositivo elettronico da installare a bordo per l'identificazione in volo."
Il Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto - edizione 2 del 16 luglio 2015 - emendamento 1 del 21 dicembre 2015, ha disposto tale procedura e in tal modo si potrà appurare quanti possano essere i droni - sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo maggiore o uguale a 25 kg - in circolazione nel Belpaese.
In realtà l'elenco dei "soggetti" che si registreranno potrà, almeno, rappresentare la flotta dei droni "identificati" con peso uguale e superiore a 25 kg in circolazione in Italia, ma, come scontato, non risolverà comunque la totalità di quelli acquistati in Italia ed all'estero e operativi nel Belpaese.
Rimane l'interrogativo sulla motivazione che ha determinato questa registrazione parziale dei droni.
E' certo che con la registrazione e identificazione di quelli con peso decollo uguale o maggiore di 25 kg, impegnati in attività nello spazio aereo italiano, perciò registrati da "ENAC nel Registro degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, con l’apposizione di marche di registrazione dedicate; le medesime marche devono essere altresì apposte sulla stazione di controllo a terra, con apposta sul mezzo aereo e sulla stazione di terra una targhetta di identificazione", non sembrerebbe precisare cosa accade a coloro che, per una qualche ragione, non ottempereranno a tali disposizioni.
Non è ancora chiaro, o probabilmente, non sembrerebbe ancora definito, inoltre il termine ultimo per la registrazione di droni di proprietà e/o acquistati prima del 1 luglio 2016.
Altre considerazioni infine riguardano la parte del "Regolamento ENAC sui mezzi a pilotaggio remoto" della
"Sezione II – Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo minore di 25 kg
Art. 8 Requisiti generali per l’impiego dei SAPR
Art. 9 Operazioni non critiche
Art.10 Operazioni critiche
Art.11 Autorizzazione e dichiarazione
Art.12 Operazioni con APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg ". 7 luglio 2016
Lo sostiene il Tribunale! E', forse, un precedente anomalo per ULM e droni? L'incidente è del dicembre 2013. Un ultraleggero P-92 Eaglet decollato da Piazzola sul Brenta, per una qualche causa probabilmente non oggetto di una indagine-inchiesta di ANSV o di una qualche "agenzia" ufficiale - dopo aver colpito il comignolo sul tetto di una casa è, come dinamica conseguente, precipitato nel giardino della stesso edificio (in via Brentanella a Resana-Treviso).
Il pilota è stato estratto dal cockpit dai soccorritori ed era stato ricoverato in codice due e, in seguito ha potuto superare le lesioni riportate. Nell'occasione era stato scongiurato il rischio d'incendio dei serbatoi di carburante.
Nelle fasi di identificazione dei danni al caseggiato il pilota ha risarcito con migliaia di euro i proprietari è stato anche destinatario di un procedimento penale per disastro aereo.
La novità di questi ultimi giorni riguarda per l'appunto la relativa sentenza della Procura.
I media del trevisano riportano che il "pilota" è stato assolto: il fatto non sussiste.
Bisognerà attendere e leggere il testo della motivazione del perché un velivolo - nel caso un ultraleggero -
non potrebbe essere incolpato di disastro aereo, come sostenuto dalla Procura di Treviso.
Per quale ragione quindi la condotta del pilota sarebbe stata era stata, magari, senza errori e probabilmente congrua? Il resoconto giornalistico di due anni e mezzo addietro avevano riportato come una ala del velivolo era, dopo il distacco, rimasta sul tetto del caseggiato mentre la restante fusoliera aveva terminato la corsa verso il suolo nel giardino prospiciente. Scavando almeno 40 centimetri del terreno nella fase dello schianto finale.
La sentenza, probabilmente, determinerà un precedente non solo interessante: anche anomalo.
In un contesto nel quale la flotta degli ultraleggeri e quella infinita dei droni è sottoposta ad una normativa e una regolamentazione nel quale gli "operatori" non sono sottoposti ad una formazione, un addestramento, una certificazione al volo distintiva dalle abilitazioni al pilotaggio "storico" dei piloti di aviazione generale e aviazione di linea - ovvero professionale - una qualche "responsabilizzazione" nel caso di incidenti aerei con rischio di disastro aereo deve essere, preliminarmente, investigato e, adeguatamente, valutato. 16 giugno 2016
Serbatoi esplosivi e vapori di benzina: uno scenario allarmante! E' forse anche il caso dell'Airbus 320 Egyptair MS-804 dello scorso 19 maggio 2016? Gli investigatori cosa sanno a riguardo? Quanti altri Cold Case potrebbero essere stati "innescati" dal "fuel tank inerting"?
Il dizionario alla voce "ullage" riferisce :quantità (f.) di liquido mancante (in una botte ecc.); calo (m.); contenuto (m.) effettivo (di un contenitore per liquidi non pieno), nel mondo aeronautico l'utilizzo di tale termine è abbastanza recente e la EASA a riguarda sostiene: "Ullage, or Ullage Space. The volume within the tank not occupied by liquid fuel at the time interval under evaluation".
In questi anni sarebbero stati adottati sistemi "ullage test" (EPA-USA tra gli altri) al fine di controllare la tenuta dei serbatoi in genere e, probabilmente anche quelli installati sulle flotte aeree.
L'EASA nel 2010 ha inquadrato il "rischio esplosione" nel Safety Information Bulletin SIB No.: 2010-10 Issued: 31 March 2010 Subject: Fuel Tank Safety – Flammability Reduction System (FRS) for High Flammability Exposure Fuel Tanks – Production Cut-in Applicability: New production Airbus A318, A319, A320, A321, A330-200 and A340 and Boeing 737, 767 and 777 aeroplanes, fitted with Centre Wing Tank.
Lo ha ribadito anche nel novembre 2014 nel : EASA Safety Information Bulletin SIB No.: 2010-10R1 Issued: 28 November 2014 Subject: Fuel Tank Safety – Flammability Reduction System (FRS) for High Flammability Exposure Fuel Tanks Ref. Publications: EASA Executive Director (ED) Decision 2014/024/R dated 21 July 2014, and the related Explanatory Note.
Perchè anche l'aviazione commerciale e quella militare hanno ritenuto importante se non rilevante argomentare su questa questione ad oltre 100 anni dal primo volo?
Se "ullage", identifica lo spazio vuoto in un contenitore di liquidi e/o un serbatoio di carburante - quelli ad esempio ubicati nelle ali dei velivoli e/o in contenitori alloggiati nella parte sottostante delle fusoliere - "ullage" è divenuto un termine/parola inglese derivata dalla terminologia francese ouillage, ovvero al rabbocco.
Al lessico "ullage" ci si richiama come ad una ipotetica causa, dalla quale scaturisce l'innesco di una sorta di miscela infiammabile tra aria-carburante e conseguente esplosione dei vapori di carburante esistenti nel serbatoio.
La materia è nota anche in ambito esterno all'universo del trasporto aereo. Lo stesso Ministero dell'Interno - Centro Studi ed esperienze, ha - in uno studio di 61 pagine - Studio sui sistemi di sicurezza per effettuazione a ciclo chiuso e recupero vapori nei serbatoi interrati destinati al contenimento dei carburanti liquidi di Categoria A (liquidi i cui vapori possono dar luogo a scoppio) - ha analizzato il fenomeno e i criteri di controllo e gestione.
L'EASA - European Aviation Safety Agency - in data 17 luglio 2008 aveva proposta uan NOTICE OF PROPOSED AMENDMENT (NPA) NO 200819 in relazione alla “Fuel tank flammability reduction”.
Alla pagina 5 delle 26 si legge:
"Existing Design Principles
Contributing factors to these accidents were the design and certification concept that fuel tank explosions could be prevented solely by precluding all ignition sources. This is important in relation to the design of aircraft that have heat sources underneath the centre tanks. These features result in the tank ullage (the volume within the fuel tank not occupied by liquid fuel) being flammable to the extent that very small energy levels can ignite fuel vapours and to the extent that the overall risk is increased because the tank ullage remains in the flammable range for a significant proportion of the aircraft operational time. Eliminating all ignition sources from tanks that have a high flammability exposure may not be practically achievable.
The NTSB recommendations did include making improvements to and maintaining the safety of fuel tank designs. This could be achieved by reducing the probability of creating an ignition source within fuel tanks and also minimizing the development of flammable vapours in heated centre tanks.
Commercial transport aeroplane fuel tank safety requirements have remained relatively unchanged throughout the evolution of pistonpowered aircraft and later into the jet age. The fundamental premise for ensuring protection from fuel tank explosions has involved establishing that the design did not develop a condition that would result in an ignition within the fuel tank ullage space (i.e. ignition prevention) as well as result in a heated surface that would cause autoignition of the fuel vapour. A basic assumption in this approach has been that the fuel tank could contain flammable vapours under a wide range of conditions even though it was recognized that there were periods of time in which the vapour space would either be too lean or too rich to support combustion. The use of Jet A/A1 and Jet B fuels and mixtures of both fuels in early jet operations made it difficult to predict when and where the tanks would be flammable. An accident involving a lighting strike to the wing of a Boeing 707 in the early 1960’s which resulted in catastrophic wing failure underscored the importance of protecting the fuel system from the direct (e.g. stroke penetration) and indirect (e.g. electrically induced) effects of lightning. This accident resulted in additional fuel system
lightning protection/fuel system requirements being added to FAR part 25 in the mid 1960’s.
The focus remained on prevention of the ignition of vapour by preventing the lightning caused spark from occurring. The reliance on spark or hot surface prevention as the principal safety strategy has been
largely a consequence of the stateoftheart in fuel tank and aviation system technology.
Previous attempts to develop commercially viable systems or features which would reduce or eliminate either aspects of the “fire triangle” (i.e. fuel, oxygen, ignition) such as fuel tank inerting or ullage space vapour “scrubbing” (i.e. vapour sweeping in order to prevent the accumulation of sufficient concentrations of fuel vapour to become flammable) proved to be unrealistic due to the weight of the systems, poor reliability, or undesirable secondary effects such as unacceptable atmospheric pollution." (per le restanti note alleghiamo il PDF EASA).
Sono stati inquadrati i seguenti ambiti:
- Developments and research into flammability reduction
- Existing Requirements (JAA-FAA-EASA).
Altri documenti rimandano al "Regulatory Impact Assessment For the Introduction of a Flammability Reduction System".
Le considerazioni economiche e dei costi relativi rimandano ad un paragrafo specifico "Economic" dove sono stati stimati i costi di "manutenzione e adeguamento" degli interventi al fine di fronteggiare tali eventi.
"Considering that other regulatory initiatives, including the one led by FAA, have a much larger impact on the large transport aeroplane fleet, no detailed quantitative economic assessment is provided in this NPA. The FAA NPRM 4 provides information on the cost associated to mandating FRM systems for future TC, aircraft in production and retrofit to the existing fleet. In a similar manner the EASA RIA 5 produced in 2004 provides comparable information. However the data included into this RIA needs to be updated. Concerning future TC, the following estimates can be provided:
Development costs (nonrecurring):
70 millions Euros per aircraft manufacturer. Cost of production: 85 000 to 220 000 Euros for aeroplane ranging from a typical single aisle aeroplane to a typical twin aisle aeroplane.
Ownership costs: 13 500 to 38 500 Euros per year for aeroplanes ranging from small to large.
La flotta Airbus serie 320 è interessata dal seguente documento: TCDS A.064 ANNEX - Airbus A318, A319, A320, A321 - Special Conditions."
Nelle 31 pagine segnalando come "This document is not exhaustive and it will be updated gradually" ha trattato le questioni:
"Flammable. With respect to a fluid or gas, flammable means susceptible to igniting readily or to exploding. A non-flammable ullage is one where the gas mixture is too lean or too rich to burn and/or is inert per the definition below.
(g) Inerting. A process where a non-combustible gas is introduced into the ullage of a fuel tank to displace sufficient oxygen so that the ullage becomes inert.
(j) Ullage, or Ullage Space. The volume within the tank not occupied by liquid fuel at the time interval under evaluation.
In aggiunta al seguente punto:
Monte Carlo Variables and Data Tables
(a) Fleet average flammability exposure is the percent of the mission time the fuel tank ullage is flammable for a fleet of an aeroplane type operating over the range of actual or expected missions and in a world-wide range of environmental conditions and fuel properties. Variables used to calculate fleet average flammability exposure must include atmosphere, mission length (as defined in paragraph 1.2 Definitions, as FLEET), fuel flash point, thermal characteristics of the fuel tank, overnight temperature drop, and oxygen evolution from the fuel into the ullage. Transport effects are not to be allowed as parameters in the analysis." 3 giugno 2016
Resoconto, sommario e considerazioni .
Riceviamo by STASA (www.centrostudistasa.eu.) e pubblichiamo:
Si è tenuto il 18 maggio u.s. il convegno organizzato dal centro studi STASA, presso la Camera dei Deputati, sul tema “Droni: il futuro dell’aviazione di terza generazione in un sistema regolato e sicuro”.
Hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, parlamentari, manager, professori universitari, imprenditori e studiosi per discutere sullo sviluppo tumultuoso di un mercato che presenta molte opportunità, ma anche molti rischi. Il tema di fondo, inserito nella cornice del Parlamento non poteva che vertere in prima istanza sul tipo di inquadramento normativo richiesto per i droni.
Il dott. Bruno Barra, Presidente STASA e coordinatore del Convegno, ha introdotto brevemente il tema sottolineando come il mercato dei droni sia in continua espansione. Proprio per la loro versatilità di impiego. In ambito civile, commerciale e militare. In agricoltura, in security, nel monitoraggio in ogni ambito ambientale, sociale, produttivo, operativo (fotogrammetria, fotografie, videoriprese, vigilanza, protezione civile, edilizia, archeologia, ecc.). La potenzialità d'impiego è praticamente illimitata ma le problematiche associate all'uso non sono state ancora risolte.
E’ necessario, ha argomentato Barra, affrontare le operazioni dei droni in un quadro politico a livello europeo che consenta il progressivo sviluppo del mercato commerciale pur salvaguardando la sicurezza intesa come safety e come security e la privacy dei cittadini.
La mancanza di norme armonizzate in tutta Europa e di tecnologie certificate costituisce l'ostacolo principale per aprire il mercato dei droni e per l’integrazione degli stessi nello spazio aereo non segregato.
L’industria interessata sta invitando ad accelerare la creazione di un quadro normativo che consenta l’utilizzo dei droni. E’ il momento giusto per un'azione normativa a livello europeo, con l'inserimento di norme di sicurezza, di privacy e provvedimenti risarcitori.
Il Centro Studi STASA, ha aggiunto Barra, ha promosso questa iniziativa incentrata non tanto sul solito convegno ma su un foro di dibattito aperto tra tutti i protagonisti dell’aviazione di terza generazione per uno scambio corale di punti di vista che potrà servire ad adottare le soluzioni più adatte ad incrementarne l’utilizzazione in un sistema regolato e sicuro.
Il numero degli imprenditori coinvolti e l'industria italiana interessata, ha concluso Barra, sono in progressivo aumento e diventa fondamentale un obiettivo: una cultura aeronautica specifica. Per progettisti, costruttori, formatori e operatori.
Durante il convegno l’Ing. Nicola Genco ha presentato il suo libro sostenendo che la UE stima in 1,5 Mld €/anno la potenzialità di business economico del nuovo settore dei droni civili, oltre ad investimenti di 100 Mld €/20 anni, necessari per lo studio di sistemi avanzati per il controllo del traffico ai fini del netto miglioramento della sicurezza, della puntualità dei voli e dell’ambiente. Questo, attraverso una completa integrazione del traffico di tutti gli aeromobili (compreso i droni) con separazioni automatiche ed atterraggi assistiti in qualunque condizione atmosferica, ridisegno di aeromobili e carburanti, rimedio degli errori umani che costituiscono la maggior parte della causa di incidente. In pratica, l’esigenza di ridisegnare l’aviazione di terza generazione, ha precisato Genco, fornisce ai paesi europei una opportunità di business che in questo periodo di crisi va colta subito. In Italia, tuttavia, il promettente settore dei droni civili sembra trattenuto da remore, paure e mille interrogativi. La normativa per operare esiste, ha aggiunto l’autore, ma il settore non si sviluppa come dovrebbe e la maggior parte dei voli è illegale. Molti operano senza autorizzazione perché non conoscono la normativa, altri perché non la accettano in quanto ritenuta difficile o onerosa. Persino le sanzioni sono sproporzionate e non vi è alcun modo per esercitare controlli efficaci.
Lo scopo del libro “I DRONI NEL VOLO DI TERZA GENERAZIONE – Normativa, istruzioni per l’uso, problemi e futuro” (info libro droni), ha concluso Genco, è quello di fare chiarezza, sollevando le persone interessate dall’onere di approfondire la intricata normativa nazionale ed internazionale, attraverso spiegazioni strutturate e tabelle di pronto impiego. Vengono delineati ruoli e responsabilità degli addetti ai lavori (piloti, operatori, centri addestramento, consulenti, scuole, committenti di lavoro aereo con droni).
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La presentazione del libro ha messo in rilievo molti aspetti che l’opinione pubblica non percepisce ancora, ma che necessitano di essere regolati in modo serio ed efficace. Il suo apprezzato spunto di riflessione ha dato il via al dibattito, che ha visto alternarsi le esposizioni dei relatori agli interventi dalla platea.
Proprio partendo dall’esigenza di regolamentare questo nuovo ambito, si è posto all’attenzione dell’audience, in primo luogo il dilemma di quale tipo di normativa possa essere più adeguata a regolare tale fenomeno in continua evoluzione. Ci troviamo, infatti, di fronte a problematiche che la bioetica ha affrontato da qualche decennio, cioè il fatto che la scienza e la tecnologia permettono di fare delle cose che la morale e la legge non riescono a contestualizzare in modo tempestivo. Il motivo risiede in un paradosso di fondo. La materia è complessa ed in continua evoluzione, interessa attivamente o passivamente una pluralità di soggetti, vi è un notevole distacco tra percezione sociale ed effettivo livello di pericolosità potenziale delle operazioni. La richiesta, che da più parti emerge, di sancire norme chiare per questo ambito si scontra con la natura dinamica dell’ambiente aeronautico. Infatti, quanto più una norma è chiara e precisa, tanto più diviene rapidamente obsoleta.
A livello normativo è indispensabile piuttosto pretendere chiarezza su altri aspetti, che riguardano le definizioni. Ad esempio, che differenza c’è tra un giocattolo che vola, un aeromodello e un drone? Perché si fa riferimento al peso, quando la pericolosità dipende dai Joule, cioè l’energia sviluppata?
Un oggetto da cinque chili può essere pesante o leggero in funzione di come lo usiamo. Basta pensare ad un esperimento mentale, come il lasciar cadere una damigiana da cinque chili dal quinto piano di un palazzo. Cosa potrebbe succedere all’ignaro passante che la riceve in testa?
Altro problema di definizione è quello di aeromobile. Sempre per tenere un parallelo tra bioetica e tecno-etica, l’inclusione dei droni all’interno del codice della navigazione equiparandoli ad aerei crea una strana situazione. Nel nostro ordinamento, l’embrione è considerato persona, ma poi è stata mantenuta allo stesso tempo la possibilità di abortire, lasciando il filosofo di fronte al quesito “se una cosa è persona e quindi intangibile, come mai dopo qualche mese lo si può sopprimere a piacimento?”. Senza entrare nel merito della liceità morale o meno dell’aborto, il problema si pone a livello di norme incongruenti presenti nello stesso ordinamento giuridico.
Qualcosa di simile avviene in aviazione, dove un drone molto piccolo rientra all’interno della categoria di aeromobile, un velivolo VDS (volo da diporto o sportivo) invece non è considerato giuridicamente aeromobile secondo l’art. 743 del codice della navigazione.
Tutto ciò ha degli effetti di tipo legale che non sono di secondo piano.
Infatti, le associazioni di costruttori ed utilizzatori di droni lamentano a proposito una non proporzionalità della pena, che a loro dire non è commisurata al tipo di illecito. Tuttavia, un avvocato del diavolo potrebbe obiettare che sebbene i medici operino a fin di bene, le conseguenze di loro atti sono giudicate in funzione del danno che provocano. Perché il medico, che svolge una attività ad alto contenuto di valore sociale, deve essere punito secondo legge e il pilota di drone no?
La contro-obiezione potrebbe argomentare che, come dicono gli inglesi, devil is in the detail, cioè è entrando nelle pieghe della normativa che si nota una certa discrasia delle norme. Un drone che precipita in un campo di grano, senza ferire nessuno e senza provocare danni, in linea teorica (poiché è considerato aeromobile) dovrebbe dare luogo ad un processo penale per disastro aviatorio e ogni tipo di condotta potenzialmente pericolosa si dovrebbe configurare come attentato alla sicurezza del volo.
La stessa cosa non avviene se precipita un ultraleggero (molto più grande e pesante di un drone) che vola secondo la normativa VDS.
Il tutto sembra originare da una troppo estesa analogia giuridica che accosta l’aereo alla nave (si applica il codice della navigazione) e il drone all’aereo. Quindi, per la proprietà transitiva, se l’aereo è simile alla nave e il drone simile all’aereo, di conseguenza il drone è simile alla nave. Questo sillogismo fallace ci fa intuire che una legislazione ad hoc è quanto mai necessaria.
Allo stesso modo, gli incidenti aeronautici che coinvolgono gli aeromobili dovrebbero essere investigati dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Volo. Quindi droni sì, VDS no (questi ultimi sono lasciati all’indagine condotta dall’Aeroclub d’Italia). Difficoltà ulteriore, quella di determinare per quale motivo precipita un drone, che al momento non ha scatola nera, non è sotto controllo di controllori di volo, e che possiede una tecnologia molto variegata.
Affine alla problematica delle investigazioni aeronautiche è quella del reporting, cioè del rapporto compilato dagli operatori quando succedono eventi che avrebbero potuto creare dei pericoli per la navigazione o a cose e/o persone. Ebbene, gli esperti di sicurezza del volo sanno da molto tempo che a fronte di un incidente serio (accident) vi è una pletora di eventi che non sono diventati incidenti solo per caso. Tuttavia, la base dell’iceberg di questi near miss è molto ampia e non possiamo pensare di fare prevenzione basandoci soltanto sui casi che sono terminati in disastri palesi. Quindi, occorre che questa base di eventi - che per noi rappresentano una lezione gratuita - sia portata a conoscenza di tutti gli utenti del sistema. Nel mondo dei professionisti dell’aviazione è usanza riportare qualsiasi problema potenziale. Tutto ciò si basa sul presupposto che nessun pilota, nessun controllore vivrà abbastanza per fare tutti gli errori possibili. Occorre perciò basarsi sugli errori degli altri e per fare ciò occorre “scambiarsi le figurine”, vale a dire mettere gli altri al corrente dei propri errori affinché anche gli altri facciano lo stesso. Dall’analisi degli errori emerge la cultura della prevenzione che ha reso l’industria aeronautica la più sicura nel panorama dei trasporti.
Diverso invece è l’operatore di droni che non ha la cultura di base del riporto operativo, in primo luogo perché la comunità di utenti non è strutturata, in secondo luogo non vede l’attività volativa come primaria nella propria vita, ed infine perché generalmente vi è poca standardizzazione dei modelli di droni che rendono le informazioni non sempre utili ed applicabili nel proprio caso. A fronte di pochi tipi di aerei di linea o di aviazione generale, esistono una miriade di tipi di droni diversi, utilizzati con metodologie e finalità diverse.
Altro elemento che è emerso è come distinguere i vari livelli operativi, in termini di rischi, responsabilità, protezione del bene pubblico.
Ad esempio, è in via di definizione l’istituzione del transponder obbligatorio in modo che si possa ricostruire tipologia, classe di operazioni e appartenenza del drone.
Il problema in questo caso, non è quello di riuscire ad identificare un oggetto (anche dotandolo di codice a barre), ma di rendere effettiva ed efficace la sanzione. Una volta identificato un drone, come possiamo risalire al suo proprietario, o ancora meglio all’operatore che lo sta pilotando?
Tra l’altro, nella normativa ENAC è presente la dicitura VLOS (Visual Line of Sight) cioè comandare un drone tenendolo sempre in vista. Non si specifica però se l’operatore debba stare fermo o si possa muovere. Ciò darebbe un ulteriore livello di complessità al controllo dell’autorità, poiché si potrebbe pilotare un drone stando seduto in una macchina. L’autorità di pubblica sicurezza chiamata a vigilare, cosa potrebbe fare in questi casi? Può abbatterlo fisicamente, oppure intervenire attraverso la saturazione delle frequenze, o usando dei droni-caccia che possano catturarlo con una rete (tecnologia già presente in Francia)?
Più sensato sarebbe dotare il drone di un paracadute balistico in modo che se si perde involontariamente il controllo esso venga a terra in modo controllato e non pericoloso.
Un ulteriore livello di discussione si è aperto inoltre sul campo della privacy. La privacy come può essere protetta? Si possono abbattere droni sul proprio terreno[1]? Che tipo di contenzioso può emergere tra chi ha un drone abbattuto e chi invece vuole difendere la sua privacy (è legittima difesa?).
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Su questi ultimi ed altri aspetti legali si è soffermato l’Avv. Fabrizio Bruni il quale ha sostenuto che il settore è regolato da un sistema di norme assolutamente non esaustive, ancorché di recente formazione, in un quadro normativo/regolamentare attualmente in piena evoluzione.
Gli aspetti giuridico/normativi inerenti l’uso dei c.d. dispositivi APR, come, ad esempio, i profili di responsabilità dell’operatore e/o del pilota APR, il rispetto della normativa sulla privacy, l’ambito assicurativo ed il sistema sanzionatorio sono in fase di sviluppo. Basti pensare alle coperture dei rischi che attualmente prevedono esclusivamente la tutela dei terzi e non quella dell’operatore.
In considerazione delle criticità insite del settore e della continua evoluzione della tecnologia, e connesse al suo sviluppo, l’Enac, in quanto Autorità deputata alla regolamentazione in materia ed all’attuazione delle normative comunitarie ed internazionali recepite in Italia, sempre nel rispetto delle norme domestiche di diritto civile e penale, dovrà implementare il quadro giuridico di riferimento, con necessità di soffermarsi, in particolare, sugli aspetti di “safety” e “security” che rappresentano certamente gli elementi di primario rilievo.
L’avvocato Bruni ha inoltre sottolineato il concetto di privacy by design e privacy by default, che permetterebbe di limitare il potenziale invasivo della tecnologia nella nostra vita.
Dal punto di vista della responsabilità civile, ad esempio, occorre stabilire in modo certo che tipo di assicurazione è prevista per i droni, se essa sia obbligatoria, facoltativa, soggetta ad una valutazione del rischio che a sua volta dipende dal fatto di svolgere operazioni in un ambito incerto. Infatti, se stiamo volando con un aereo di linea, possiamo stabilire con una ragionevole certezza il livello di rischio, poiché ci muoviamo all’interno di un ambiente altamente controllato (certificazioni, manutenzioni, controlli dell’ente regolatore, regolazione del traffico aereo affidato a dei professionisti, addestramento e controllo strutturato dei piloti, e così via). Tutti ciò può farci misurare in un certo senso quale l’aspettativa di rischio in un sistema. Nel caso dei droni, ci muoviamo in ambiente sempre diversi, con un’eterogeneità dei mezzi volanti, alcuni auto-prodotti, altri comprati all’estero, pilotati per via remota da persone che non devono sostenere né addestramenti ricorrenti né esami valutativi. Tra l’altro lo spazio aereo non è controllato, risente di interferenze non sempre quantificabili (in un aeroporto ci sono bollettini meteo che rispondono a dei criteri di classificazione, mentre in una pizza del paese possono esserci perturbazioni varie come riscaldamenti di caldaie, correnti di aria sviluppatesi negli anfratti dei palazzi, oltre a uccelli, fili elettrici e così via)
Anche il fatto di far dipendere dal peso la normativa appare un criterio insufficiente, poiché come ricordato ciò che conta è l’energia sviluppata e non il peso da fermo. Un oggetto che cade da cento metri, anche se pesa poco, una volta che arriva a terra sviluppa l’energia di un’automobile in corsa con tutte le conseguenze del caso.
Sono intervenuti successivamente l’On.le Francesco Catanoso Genoese detto Basilio e l’On.le Paolo Nicolò Romanoporgendo un saluto ai presenti ed illustrando le rispettive proposte di legge relative alla regolamentazione, costruzione e circolazione dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (vedi ALLEGATO 1 e ALLEGATO 2).
Entrambi hanno sottolineato l’esigenza che venga costituito un sistema di registrazione e di identificazione dei droni, ad esclusione di quelli giocattolo, nonché una regolamentazione maggiormente ancorata all’impiego operativo del drone che non al suo peso.
In particolare l’On.le Catanoso Genoese ha sottolineato che la sua proposta legislativa intende bilanciare esigenze dell’industria, protezione dei cittadini, prevenzione contro attacchi terroristici e sviluppo economico derivante dall’utilizzo di queste tecnologie.
L’On.le Paolo Nicolò Romano ha manifestato, al di là delle proposte specifiche, un atteggiamento positivo, fatto di studio del problema, ideazione di proposte e chiarezza degli obiettivi. Alcuni punti fondamentali toccati dalla sua relazione fanno ben sperare che vi possa essere un buon bilanciamento tra tutte le esigenze degli stakeholders coinvolti.
Con l’intervento successivo l’ing. Cardi di ENAC ha rassicurato che il Regolamento vigente è già orientato alla proposta europea e ha annunciato che a breve saranno messi in atto strumenti per semplificare l'iter delle dichiarazioni e, in generale, tempi più rapidi per l'espletamento di tutte le procedure. Cardi ha chiarito diversi dubbi dei presenti per quello che riguarda le operazioni, ma ha anche evidenziato alcune linee di tendenze che sono al momento percorse per rendere il sistema più sicuro. È interessante sapere che oggi in Italia, vi sono un migliaio di operatori riconosciuti, con una media di due o più droni per impresa. Il giro di affari che si sviluppa da questa attività si aggira intorno ai 350 milioni di euro/annuo nel nostro Paese. Per la concessione di frequenze radio di controllo, non è completamente nelle facoltà dell’ENAC, ma dipende soprattutto dalle decisioni dell’ITU, ente dell’ONU che stabilisce lo spettro di frequenze assegnabili.
L’ENAC si trova a dover rispettare un frame normativo che origina all’estero, come i cinque punti della Dichiarazione di Riga e la Technical opinion di EASA (cornice regolamentare per armonizzare le normative nazionali) che stabiliscono le linee guida per gli operatori che devono operare in medio rischio (se sono coinvolte persone, altri mezzi aerei).
Ciò che emerge come il reale vulnus della regolamentazione ENAC è il sistema sanzionatorio. Le multe di per sé non sono esose, ma difficili da applicare.
Laddove si vada a normare il campo del volo ludico di droni si entra nel campo dei diritti soggettivi e quindi c’è necessità di variare la legislazione per poter intervenire con un Regolamento ENAC, che come si deduce dall’analisi delle fonti del diritto, hanno una validità inferiori alle leggi primarie.
L’Ing. Cardi ha sottolineato anche che molti spunti propositivi illustrati dai parlamentari e contenuti nei rispettivi DDL, sono già allo studio del Regolatore ENAC.
Dal 1 luglio p.v. inizia la registrazione dei droni per uso professionale. Si possono identificare solo mentre sono a terra tramite un codice a barre, ma non in volo. Si potrebbe ovviare con un transponder e con un TCAS rispetto ad altri droni, ma sono tecnologie che al momento non sono presenti.
Non si capisce, analizzando la regolamentazione attuale, se ci sono limitazioni all’emissione di autorizzazioni per persone che hanno precedenti penali o che non siano in possesso delle piene facoltà mentali.
Si possono così anche comprendere l’inizio dei primi conflitti di traffico in Italia, che hanno visto venti near miss l’anno scorso, otto dall’inizio dell’anno ad oggi.
A temperare l’intervento dell’autorità aeronautica è servito il discorso dell’ Ing. Marras, che rappresenta l’associazionismo degli operatori riconosciuti a livello di attività commerciale, Assorpass.
Il punto di vista dell’industria è sostanzialmente diverso da quello dell’Autorità, perché si basa su tempi e necessità che hanno passi diversi. È stato istituito ad esempio, l’Osservatorio sul regolamento ENAC da parte di questa associazione di costruttori di piccoli droni, che rileva come il mercato dei droni sia in contrazione. Un dato molto discordanti riguarda il giro di affari, che l’ISTAT stima in 350 milioni, mentre in realtà è un decimo.
Altro dato preoccupante è che ENAC ha una lista di 1300 operatori, ma risultano solo ottocento polizze contratte per operatori di droni. Ci sono moltissimi abusivi che lavorano con droni e sono la maggioranza. In questo, concordano le opinioni di industria e autorità nazionale poiché il dato sembra coerente considerata la difficoltà di enforcement su chi viola le norme e quando le associazioni riconosciute denunciano operazioni abusive, le autorità di pubblica sicurezza non sanno che fare perché non hanno competenze.
Un aspetto molto critico portato all’attenzione da parte dell’industria è la lentezza burocratica. Oggi, ci vogliono sei-sette settimane, per ottenere le autorizzazioni per operare su uno spazio aereo, indipendentemente dal fatto che sia volo critico o meno.
Ha seguito poi la relazione dell’Ing. Michele Nava che (unitamente all’Ing.Francesco De Angelis) ha sottolineato che il problema cruciale è tuttavia l’individuazione del corretto trade-off tra le esigenze dell’accessibilità, in termini di tecnologia usata, e quella di poter sempre garantire in primis la sicurezza e in secondo luogo la qualità dei dati raccolti.
Questo trade-off non implica una soluzione singola, ma indirizza semmai verso soluzioni diversificate in relazione alla scala delle ricognizioni da svolgere, al loro specifico contesto e agli obiettivi di ogni ricerca ponendo attenzione agli aspetti connessi alla field deployability, cioè all’effettiva utilizzabilità sul campo dei micro droni negli scenari di interesse nonché alla capacità operativa dei droni di produrre dati sostanzialmente utili alla ricerca.
Ha concluso il ciclo delle relazioni il dott. Damiano Taurino che incentrato la sua relazione sulle opportunità e gli ostacoli posti dall'attuale normativa (e sue possibili evoluzioni) visti dal settore della ricerca, con particolare riferimento alle PMI innovative.
Il convegno è poi proseguito con interventi dalla platea che hanno di volta in volta evidenziato come vi sia un’alta probabilità di usi illeciti di questi mezzi, di spingere molto sulla formazione delle persone chiamate ad operare i droni, di divulgare una corretta cultura della sicurezza già a livello della formazione di base.
Tra gli interventi che hanno riscosso più interesse vi è stato quello del Sottosegretario di Stato alla Difesa Gen. On. Domenico Rossi, che ha evidenziato come ormai in campo militare vi sia quasi una necessità imprescindibile di utilizzare i droni, per operazioni di pattugliamento, di rescue, di attacco verso postazioni nemiche difficilmente attaccabili. La sua disponibilità a cogliere qualsiasi tipo di suggerimento e di informazione circa lo sviluppo della tecnologia allo stato attuale fa intuire un interesse delle istituzioni verso questo fenomeno.
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In conclusione, il convegno è servito non tanto a dare risposte, quanto ad evidenziare correttamente quali tipo di problematiche si nascondono dietro l’utilizzo spesso superficiale di questa nuova tecnologia.
In particolare evidenza è apparsa la necessità di stabilire un raccordo tra esigenze tecniche regolatorie, esigenze di mercato, esigenze di formazione di una coscienza della popolazione, esigenze di controllo della Polizia, esigenze di garantire sicurezza dati e privacy ai cittadini, attraverso una commissione interministeriale supportata da esperti
Solo impostando correttamente il problema si può sperare di fornire le giuste risposte che i cittadini, gli operatori, gli imprenditori, le associazioni, i professionisti, gli studiosi e il regolatore si aspettano.
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[1] Vi sono stati dei casi negli USA dove sono stati citati in giudizio delle persone che avevano abbattuto con un fucile il drone che volava nella propria tenuta. La giurisprudenza in materia non è ancora chiara. 27 maggio 2016
In Spagna sanzioni fino a 260 mila/euro! La frontiera tecnologica associata ai velivoli a controllo remoto, la flessibilità del loro impeigo si sta imponendo anche nell'industria di ricerca, di produzione, di formazione di "piloti" e di vendita diffusa. E' una nuova moda, una risorsa insostituibile per attività di monitoraggio, di sorveglianza, di soccorso, di sicurezza in genere. Ma i continui allert sull'utilizzo anomalo e illegale sta preoccupando l'opinione pubblica e, nello stesso tempo, determina situazioni di estrema pericolosità. Non solo di minaccia come sta avvenendo con le misure precauzionali adottate in occasione dei prossimi Campionati Europei di Calcio in Francia.
Nonostante i divieti, i limiti per queste "nuove macchine volanti" - vedi il Regolamento ENAC sugli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) e le disposizioni restrittive di CAA, FAA ed EASA - i media riferiscono delle continue incursioni, mancate collisioni di droni in prossimità delle traiettorie di decollo e atterraggio negli aeroporti civili e aerobasi militari.
L'ultimo caso segnalato è avvenuto nella giornata del 21 maggio un Airbus 320 della Lufthansa proveniente da Francoforte in atterraggio allo scalo di Bilbao nei Paesi Baschi avrebbe dovuto evitare ben tre droni.
Sarebbero stati ad una quota di circa 900 metr i- circa 2700 piedi di altezza e sola una manovra "an evasive manoeuvre" del pilota ha salvaguardato il volo. In seguito all'alert dello stesso pilota un elicottero della polizia ha tentato, invano, di identificare gli autori della violazione.
La normativa spagnola proibisce ai droni e microdroni il volo oltre 120 metri e nel raggio di 8 km da un aeroporto. Le sanzioni per i trasgressori identificati arriva in Spagna fino a 260 mila euro. L'attività incontrollata dei droni sta impegnando gli addetti alla sicurezza aerea, alla tutela della privacy individuale e per fronteggiare la minaccia terroristica: come adottare, configurare e gestire un sistema di monitoraggio "radar" dello spazio aereo - in prossimità delle piste di volo ma anche in prossimità di location sensibili e/o a rischio - in grado di bloccare e identificare APR? Quale tecnologia permetterà - in tempi brevi - tali obiettivi? 25 maggio 2016
Uno scudo "microwave" attivo dal prossimo 10 giugno in dieci stadi francesi! La notizia era attesa. Nel corso degli Europei di calcio del prossimo giugno in Francia , su dieci satdi nel corso del torneo al quale parteciperanno 24 squadre nazionali sarà istituita la no-fly-zone sui campi sportivi interessati.
Lo ha annunciato il capo della sicurezza Ziad Khoury, segnalando l'adozione di un sistema tecnologico-innovativo anti-droni in grado di monitorare, identificare e quindi intercettare mezzi-a-controllo-remoto nelle zone interessate dal divieto di sorvolo: gli stadi e le zone immediatamente limitrofe.
La misura innovativa mai utilizzata in Europa identifica, comunque, non solo le location dei dieci stadi ufficiali, la 'no-fly zone' sarà allargata anche nei campi di allenamento delle 24 squadre.
L'anti-drone technology potrà fronteggiare perciò non solo droni equipaggiati con video-telecamere non autorizzate quanto per trasportare sostanze "toxic chemicals" e eventuali ordigni.
Ziad Khoury capo della sicurezza ha sostenuto:
"We've noted the general proliferation of drone-usage in society,"
"So no-fly zones will be defined over every training ground and every stadium, and in most stadiums and for most matches anti-drone measures — which are quite innovative — will be deployed, working with the state, which will interfere with drones and take control of them if they are spotted."
Le autorità francesi nel recente periodo sarebbero state allertate dalla presenza e sorvolo di dozzine di misteriose incursioni di droni su zone aree sensibili-critiche.
Non sono state, al momento, fornite notizie specifiche riguardanti le tecnologie adottate. Salvo che il sistema, una sorta di scudo software-elettronico integrato potrà intercettare prima e quindi prendere il controllo (?) dell'eventuale APR-UAS-UAV in divieto di sorvolo nella no-fly-zone.
La minaccia dei "droni" non identificati e senza controllo potranno, sostengono i media che hanno riferito le notizie sul livello di security predisposte per gli Europei di Calcio 2016, potranno essere adeguatamente fronteggiate. A quando misure similari per aeroporti e aerobasi? 19 maggio 2016
Oggi 13 maggio apre il Roma Drone Expo&Show 2016”: urge norma sul rischio "near collision". Se la cronaca aveva registrato l'interferenza "ennesima" tra voli di linea e droni solo lo scorso 6 maggio a Amsterdam tra un Boeing 737 KLM, immatricolato PH-BXB, volo KL 1286 da Edinburgo (in atterraggio sulla pista 18 destra a circa 600 piedi sul terreno D UN distanza di circa 30metri/100 piedi sulla sinistra, ecco un nuovo caso.
Stavolta è avvenuto mercoledì 11 maggio a Praga. Ancora un Boeing 737 della Travel Service Boeing 737-800 della aerolinea Smartwings, immatricolato OK-TSD, impegnato sul volo QS-1200 da Praga (Czech Republic) a Dubai (United Arab Emirates). Autorizzato al decollo sulla pista 12 in fase di accelerazione quanto la torre di controllo ha imposto uno stop immediato con conseguente stop - rejected take off .
Allo stesso tempo la "torre" ha comandato ad un Air Embraer ERJ-190 (di aerolinea Bulgara) in atterraggio finale sulla stessa pista 12 ad una tempestiva riattaccata per l'avvistamento - nelle vicinanze - di un drone.
Il Boeing 737 ha potuto essere autorizzato al decollo sulla stessa pista 12 dopo una attesa di 8 minuti. Il volo Embraer ERJ 190 è, invece, atterrato dopo circa 20 minuti di attesa sulla stessa pista 12.
L'aerolinea Travel Service - informa una nota delle compagnia - nel recente periodo sarebbe stata coinvolta da 7 altre "interferenze" da droni. 13 maggio 2016
Questa settimana il "Roma Drone Expo and Show 2016" - aeroporto Roma-Urbe". Se da un lato dopo la collisione tra drone e aereo di linea a Londra ha portato all'attenzione di tutti il rischio dell'attività "incontrollata" dei dron, la near collision tra aeromobili e droni-APR "mezzi unmanned a pilotaggio remoto" nel cielo di Amsterdam, addirittura multipla ripropone un allerta costante, continuo e quotidiano.
Il Rapporto informativo ANSV 2015 sull'interferenze nella spazio aereo italiano tra mezzi aerei unmanned e aeromobili manned propone un resoconto delle segnalazioni ricevute dalla stessa Agenzia.
Il loro numero è aumentato, anche se, non è noto ne è possibile stimare quale possa essere il rapporto tra segnalazioni pervenute e near collision avvenute, reali. L'ANSV elenca 18 "registrati" nel 2015:
- 13 gennaio a Malpensa: ha interessato un Airbus 330 in atterraggio sulla pista 35 sinistra;
- 19 febbraio a Linate: un Boeing 737 in rullaggio segnala un drone in sorvolo su un capannone circostante;
- 16 dicembre a Linate: MD82 riporta di aver incrociato un drone a 4200 piedi a cirac 150/250 piedi sottostante;
- 27 febbraio a Napoli: Airbus 319 a 3 miglia in finale della pista 06 riporta un drone alla stessa quota;
- 29 maggio a Napoli: Boeing 737 in finale pista 24 a 200 piedi riporta un drone di colore blu;
- 8 maggio a Torino: CRJ X incrocia un drone a 8,2 miglia in finale pista 36 incrocia un drone in rotta opposta 200 piedi sottostante;
- 20 settembre a Torino: Airbus 321, a 10 miglia in finale pista 36 incrocia un drone di colore bianco a 100 piedi dal motore destro;
- 20 maggio a Fiumicino, Airbus 319 in finale pista 16 centrale riporta un "aeromodello" attraversare la rotta da destra a sinistra;
- 3 giugno a Fiumicino: SAAB 2000 a circa 1,5 miglia in finale atterraggio pista 16 centrale segnala una persona che controllo un "aeromodello" radiocomandato;
- 6 giugno a Roma Urbe: DV 20 riporta presenza di un aeromodello radiocomandato tra sottovento e la base sinistra pista 34;
- 2 settembre a Roma Urbe: DA 40 riporta la presenza di un drone in prossimità, a 2000 piedi, tra Monterotondo e Monterotondo scalo;
- 30 ottobre a Roma Urbe: DV 20 riporta la presenza di un drone in sottovento sinistro pista 34 a 900 piedi, in seguito visto atterrare a Tor di Quinto;
- 8 giugno a Treviso: Boeing 737 riporta presenza drone a 8 miglia in finale pista 07 a 2000 piedi;
- 22 giugno a Roma Ciampino: Cheyenne 3, durante ILS pista 15, riporta un drone a 8 miglia dal campo a 2000/2500 piedi;
- 26 settembre a Pisa: Boeing 737 in decollo pista 04 destra riporta un drone a circa 1000 piedi;
- 5 ottobre a Olbia: drone della Polizia di Stato, autorizzato allo svolgimento di attività con chiusura dell'aeroporto con NOTAM, rileva presenza di altro drone sconosciuto e non autorizzato nella medesima zona;
- 9 dicembre a Falconara - Ancona: La torre viene informata della presenza di due persone che sulla strada perimetrale esterna a NW, operano un drone in prossimità di quattro aeromobili militari su APRON 2, conseguentemente due aeromobili in avvicinamento subiscono ritardi;
- 13 dicembre a Caiolo - Sondrio: AW 319 in rientro da una operazione HEMS, a 1300 piedi incrocia un drone stazionario al di sopra della superstrada Colico-Morbegno.
Tali interferenze, near collision o mancate collisione e/o incontri ravvicinati di un qualche "tipo", probabilmente stanno ancora continuando mentre un "monitoraggio" sistematico di questa attività, sembrerebbe, ancora lontana da una rapida soluzione.
Lo scorso 6 maggio intanto un Boeing 737 KLM, immatricolato PH-BXB, volo KL 1286 da Edinburgo a Amsterdam, mentre era in atterraggio finale alla pista 18 destra a circa 600 piedi sul terreno ha segnalato un drone a circa 30metri/100 piedi sulla sinistra.
Nel frattempo è programmata la terza edizione - Roma Drone Expo and Show 2016" aeroporto Roma-Urbe - il Salone aeronautico nazionale sui droni. Il programma di questo grande evento verrà presentato nel corso di una conferenza-stampa mercoledì prossimo 11 maggio. 9 maggio 2016
Nel Belpaese intanto 18 segnalazioni/interferenze nel corso del 2015. L'agenzia Europea riteneva una iniziativa urgente, probabilmente improrogabile, secondo Trevor Woods - certification director della EASA - l'universo UAV potrebbe essere reso trasparente e risolto nel breve periodo.
Se, infatti, da un lato l'industria che finanzia, promuove e produce "droni" sostiene le prospettive e l'impiego esteso delle tecnologie degli "Unmanned aerial vehicle", le esigenze di safety adeguato dell'attività UAV con le flotte dei velivoli dell'aviazione generale, degli ultraleggeri e dell'aviazione civile-commerciale e quella militare più varia impongono soluzioni rapide e effettive.
Se gli investimenti imprenditoriali nel sistema UAV non cessano, anzi sembrerebbero estendersi, anche le problematiche associate al volo dei droni non può non creare interrogativi.
Sia nel volo in prossimità delle piste di volo, di aerobasi quanto di aviosuperfici e/o infrastrutture commerciali rilevanti, quanto nel volo/sorvolo nell'intorno di agglomerati urbani minori e maggiori.
Come regolamentare le varie tipologie di attività dei droni, come classificare livelli e fattori di rischio, come formulato una classificazione in tre categorie principali (open, specific e certified) nel quadro di una approvazione comune tra i diversi Paesi della Comunità Europea?
L'analisi di lavoro dell'EASA inquadra tecnologie anticollisione “sense and avoid” e di localizzazione “geofencing”, ma la soluzione non appare semplice e di rapida attuazione.
Unmanned Aircraft Systems (UAS) and Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS) e la Regulation (EC) No 216/2008 con una massa operativa si 150 Kg o superiore - amatoriale, military e non-militare - e civili RPAS sottostanti a 150 Kg dovrebbe essere regolamentato da ogni singola autorità dei Paesi Europei.
Una delle questioni primarie rimanda alla istituzione di una task force per valutare scenari di risk collision tra droni e velivoli civili/militari e elicotteri.
La casistica delle collisioni e near miss e interferenze registrate in ogni Paese della UE si allarga e veine - con scrupolo - dettagliata anche se nel contempo la vendita dei droni di ogni genere e "peso" e versatilità d'uso non si arresta.
Anche i corsi di formazione per "piloti" di mezzi remoti prosegue incessante.
Quello che ancora manca è una qualche modalità di monitoraggio e vigilanza della flotta dei "droni".
In Italia le segnalazioni nel corso del 2015 - secondo ANSV - sarebbero risultate 18, quale percentuale rappresentano rispetto alla realtà avvenuta nello stesso arco temporale? 6 maggio 2016
Quali iniziative in Italia? Qui operano e sorvolano solo Boeing 787 immatricolati altrove. Ancora una volta il bimotore di fabbricazione USA deve essere sottoposto a interventi per sopperire anomalie "meccaniche". Stavolta sui propulsori della flotta di 176 aeromobili operativi tra tante aerolinee: di ogni continente. Ne sono stati ordinati oltre 1100 e quasi 400 sono comunque in circolazione nei vari modelli e sono equipaggiati con due tipologie di propulsori: General Electric GEnx e/o Rolls-Royce Trent 1000.
La FAA, tuttavia, dopo segnalazioni su avarie e malfunzionamenti per ingestione di ghiaccio che avrebbe riguardato esclusivamente i motori General Electrics ha predisposto misure urgenti per questa sola tipologia: montati su 176 velivoli Dreamliners. E riguarda 29 aerolinee.
Evitare malfunzionamenti in volo ad alta quota con il rischio di un loro spegnimento per ingestione di ghiaccio è l'obiettivo dell'urgent safety issue della Federal Aviation Administration.
Sono richieste modifiche al fine di prevenire estese vibrazioni e possibili "damage and a possible in-flight non-restartable power loss of one or both engines." "Ice shed from the fan blades ... causing the blades to rub against the fan case, resulting in engine vibration,"
Una prima misura era stata adottata lo scorso mese di gennaio non è risultata adeguata e quella "urgente" necessita di almeno 16 ore di lavoro e un costo complessivo 3 milioni di ore/lavoro.
I primi riscontri critici nel volo ad alta quota era sorti ancora nel 2013 anche se solo in seguito all'incidente del gennaio 2016 su un volo Japan Airlines da Vancouver a Tokyo - un propulsore in avaria a circa 90 miglia da Tokio - e arrivo, comunque, in sicurezza a destinazione con una procedura "one engine out".
La FAA ha reso obbligatoria la modifica per un numero di 43 Boeing 787 immatricolati negli USA dallo scorso 1 aprile. I restanti Dreamliners operativi nel mondo dovranno invece essere sottoposti alle procedure che i singoli Paesi delle altre aerolinee Boeing 787 potranno attivare. La FAA ha, comunque, raccomandato l'esecuzione della disposizione "tecnica" entro 150 giorni. 28 aprile 2016
Ancora in attesa di procedure e tecniche per gestire il fenomeno vortex strike. E' almeno dal 1999 che l'opinione pubblica esterna all'intorno aeroportuale ha avuto percezione e conoscenza di aerei in sorvolo - in atterraggio e/o decollo - e di tegole e tetti, anch'essi volanti, ma a causa dei vortici delle estremità alari arrivati fino a terra.
I fatti e le circostanze all'epoca erano associate all'aeroporto di Malpensa e all'incremento dei voli su quello che avrebbe dovuto essere lo scalo hub della flotta Alitalia, alle analisi, alle polemiche e contrapposizioni che hanno caratterizzato uno periodo storico dell'aviazione civile-commerciale italiana ormai sepolto.
Due caseggiati-villette coinvolti localizzati a Lonate Pozzolo, uno dei paesi adiacenti a Malpensa: e uno scenario classico di tegole risucchiate e tetti scoperchiati con intervento della Magistratura con accuse infamanti. Con l'attribuzione di atti dolosi degli stessi cittadini. Talvolta con inchieste aperte e accuse rivolte agli stessi proprietari delle villette. In seguito le accuse sono state archiviate e coerentemente attribuite a cause "aerodinamiche".
Un fenomeno ignorato e trascurato dall'opinione pubblica e - almeno all'epoca - anche dai gestori aeroportuali e dagli enti di controllo, nonostante risultasse da tempo noto: un fenomeno aerodinamico generato dagli aeromobili in basso passaggio - sul sentiero di avvicinamento e atterraggio della procedura strumentale (ILS) alla pista - poteva, in determinate condizioni atmosferiche, causare correnti/vortici ascensionali con indebolimento e risucchio delle tegole/coppi/tetti.
Nessuna novità quindi. Al punto che numerosi scali europei (probabilmente la generalità) avevano e hanno da decenni predisposto procedure e tecniche per rinforzare, preliminarmente, non solo i tetti ma anche le murature (antivibrazioni) dei caseggiati localizzati nell'intorno dei maggiori aeroporti. Attivando anche vere e proprie task force, squadre di pronto intervento che nell'arco diurno e notturno potevano e possono rimediare agli eventi "vortex strike" e fronteggiare eventuali danni materiali e ripercussioni sulle persone coinvolte.
Oggi nel 2016, tuttavia, non si hanno notizie aeroporti italiani che hanno allestito e reso operativo tali procedure e iniziative.
Anche in quest'inizio 2016 i media hanno riportato eventi vortex-strike. L'aeroporto di Torino Caselle e di Treviso Canova sono quelli maggiormente evidenziati, anche se la statistica-casistica (esiste?) non appare del tutto rispondente alla realtà. Quale monitoraggio viene, infatti, svolto nei maggiori scali del Belpaese?
Quale indagine/inchiesta è mai stati attivata per verificare la situazione dei tetti e delle murature dei caseggiati (ville, casette, edifici vari e condomini pluripiano) in relazione alla stabilità, alle vibrazioni indotte non solo dal fenomeno vortex strike di picco-emergenziale ma anche da quello continuo-costante-quotidiano?
Lo stato delle murature/pareti, la tenuta alle vibrazioni innescate da anni di basso sorvolo degli aeromobili civili-commerciali e quelli delle flotte militari dei caccia e dei cargo-trasporto dell'Aeronautica Militare Italiana, a quanto pare, non è ancora una preoccupazione un monitoraggio in corso d'opera e/o verificato. 26 aprile 2016
La localizzazione entro 13 km dalle piste: è stata valutata? Era il 18 maggio 2013 che Aerohabitat con la news "Treviso Canova, il Parco del Sile ospita e alleva trote, esiste una ittiocoltura autorizzata? - Ma ecco cosa ne dicono ENAC e BSCI a riguardo!" - aveva argomentato su una questione che sembrava del tutto impraticabile. Gli impianti di ittiocoltura sarebbero due. Sono ancora due, sono attivi?
Possibile che nessuna sia ancora intervenuto e che magari la stessa situazione possa essere replicata nei pressi di piste di voli civili, di percorsi di aeromobili di flotte commerciali, ma anche in campi e traiettorie di aviazione generale e atterraggi e decolli di voli militari nelle tantissime "infrastrutture aeroportuali" del Belpaese? In questi tre anni qualche indagine e qualche monitoraggio di massima è stato sicuramente effettuato. Quante sono quindi le ittiocolture e/o allevamenti di trote, pesci e altro esistenti e autorizzate e/o magari in deroga alle circolari e normative predisposte da ENAC?
ENAC e BSCI a riguardo sono dettagliati! Il rischio impatto volatili e rischio terzi nel documento "ENAC - fonti attrattive fauna selvatica " l'intera questione è precisa:
La circolare ENAC APT 33 "Procedure per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili ed altra fauna selvatica (wildlife strike) negli aeroporti" e la Informazione Tecnica "Linee guida relative alla valutazione delle fonti attrattive di fauna selvatica in zone limitrofe agli aeroporti" sono circostanziate e precise:
"L’Art. 711, inoltre, prescrive che le zone di cui sopra sono soggette a limitazioni le opere, le piantagioni e le attività che costituiscono un potenziale richiamo per la fauna selvatica o comunque un pericolo per la navigazione aerea.
...Si è scelto di classificare le fonti attrattive più importanti con la consapevolezza di non poter così rappresentare tutta la complessa varietà di habitat possibili.
3.1 Zone umide:
3.1.1 Impianti di depurazione acque reflue
3.1.2 Laghetti e bacini d’acqua artificiali
3.1.3 Canali artificiali e corsi d’acqua
3.1.4 Produzioni di acquicoltura
3.1.5 Aree naturali protette
Produzioni di acquicoltura
L'acquicoltura è l'allevamento di pesci in vivai, dove per “pesce” si intende le carni e le altre parti edibili di animali acquatici comprendendo, oltre ai veri e propri pesci, anche molluschi e crostacei.
In Italia possiamo individuare, in generale, tre categorie di allevamenti: in vasche, in gabbie a mare e in laguna.
Gli allevamenti di pesci e di molluschi rappresentano indubbiamente una fonte attrattiva per la presenza necessaria dell’elemento acqua, per l’utilizzo del mangime composto da vari tipi di materiale organico e per la stessa presenza abbondante di pesce che a vari stadi della sua crescita, da quello larvale a quello adulto, costituisce fonte di cibo per svariati tipi di uccelli, come gabbiani, aironi e cormorani, ad esempio.
Poi ci sono tutti i problemi connessi al trasporto, conservazione e distribuzione del mangime e del pesce prodotto, nonché alla eventuale lavorazione del pesce prima della distribuzione e quindi allo smaltimento degli scarti.
Per questi motivi questi impianti possono costituire fonti attrattive per diverse specie di fauna selvatica e la loro realizzazione a distanze inferiori a 13 km dagli aeroporti dovrebbe essere valutata da esperti caso per caso."
Il Regolamento per Certificazione degli Aeroporti - Capitolo 5 - prevede le seguenti azioni a carico del gestore di un aeroporto certificato:
a) Predisposizione e trasmissione all’ENAC di uno studio di tipo naturalistico-ambientale comprensivo di risk assessment;
b) Riporto all’ENAC di ogni evento di wildlife strike;
c) Elaborazione e trasmissione all’ENAC, con frequenza annuale, di una relazione riepilogativa sul wildlife strike;
d) Predisposizione e trasmissione all’ENAC di una adeguata procedura (piano di prevenzione e controllo del rischio di wildlife strike), da inserire nel Manuale dell’aeroporto, che definisca le azioni intraprese per prevenire o minimizzare il rischio di wildlife strike;
e) Segnalazione all’ENAC e agli Enti competenti delle fonti attrattive di fauna selvatica identificate al di fuori del sedime aeroportuale al fine di consentire iniziative mirate di mitigazione del rischio.
La segnalazione delle fonti attrattive esterne all’aeroporto
La procedura di cui al precedente paragrafo deve prevedere le modalità con cui il gestore aeroportuale assicura l’eliminazione e/o la mitigazione delle fonti attrattive per uccelli od altra fauna selvatica all’interno del sedime aeroportuale.
Il gestore aeroportuale è altresì responsabile di individuare, nei limiti delle proprie competenze, la presenza di potenziali fonti attrattive per mitigarne l’azione nelle zone limitrofe il sedime aeroportuale; le stesse, opportunamente documentate, dovranno essere portate all’attenzione degli Enti locali competenti e dell’ENAC - Direzione Operazioni competente che potrà, qualora necessario, rappresentare la posizione dell’Ente ai sensi dell’Art. 711 del Codice della Navigazione.
... La creazione di rapporti diretti con tutti gli stakeholders che insistono sulle aree intorno agli aeroporti (Pubblica Amministrazione, agricoltori, imprenditori, ecc.) al fine di sensibilizzarli sul fenomeno del wildlife strike e delle possibili conseguenze; nonché per acquisire informazioni di quanto avviene, relativamente alle fonti di attrazione di fauna selvatica, nei dintorni dell’aeroporto;
controllo della fauna (tramite gestione ecologica del sedime)
Il controllo della fauna si esercita attraverso il controllo dell’ambiente aeroportuale: il piano deve quindi prevedere almeno:
• La disdetta dai contratti di utilizzazione agricola dell'aeroporto e/o la loro eventuale riformulazione in senso compatibile con il rischio di wildlife strike;
L’esperienza internazionale ha dimostrato che bisogna guardare con sempre maggior diffidenza alle coltivazioni agricole in ambito aeroportuale. Il risultato da raggiungere a regime è pertanto quello della progressiva scomparsa di ogni tipo di coltivazione (e relativi lavori) dai sedimi aeroportuali; l’unica attività concessa dovrebbe pertanto essere lo sfalcio dell’erbatico naturale, anche se ciò si traduce necessariamente in un aggravio dei costi (o in mancati guadagni). Data la lunga durata dei contratti agricoli, nelle more della loro scadenza si suggerisce di imporre alle coltivazioni limiti rigorosi in termini di: tipologia di prodotto, vietando ad es. colture cerealicole, girasoli o altre colture in grado di attirare volatili o altra fauna selvatica; distanza dalle infrastrutture di volo, mai inferiore a 300 mt.; altezza della vegetazione, da mantenere possibilmente intorno ai 25/30 cm.; orari di aratura, sfalcio e lavorazione dei suoli, possibilmente sempre di notte.
• Il divieto assoluto da ogni sedime aeroportuale dell’allevamento di bestiame e del pascolo;
• La gestione della vegetazione spontanea e delle aree a verde in generale, con particolare riferimento all’altezza dell’erba ed al numero dei tagli necessari per far sì che essa non sia al di sotto di 25/30 cm. (tall grass policy).
• La gestione di tutte le possibili fonti attrattive per la fauna selvatica (specchi d’acqua, depositi di materiale organico, hangar, edifici, antenne, ecc.) attraverso l’eliminazione o la predisposizione di specifiche misure di mitigazione, anche seguendo le indicazioni contenute nelle Informative Tecniche citate al paragrafo 3 punti k e l della presente circolare.
• La verifica strutturale delle recinzioni e dei varchi al fine di impedire l’accesso al sedime aeroportuale di fauna terrestre (cani, nutrie, bestiame, ecc.).". 25 aprile 2016
Sintesi sulla base della” RIGA DECLARATION ON REMOTELY PILOTED AIRCRAFT” e della Comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio Europeo COM (2014) 207
Studio dei Com.ti B. Bosello e R. Dentesano
L'apertura del mercato europeo ai sistemi aerei a pilotaggio remoto (RPAS) - o con un termine più comunemente usato di droni - è con certezza un grande e rilevante passo verso il mercato del trasporto aereo del futuro. Si nota che su questa tesi della Commissione Europea, permangono seri dubbi sull’accettazione da parte del pubblico pagante.
I droni fanno parte della più ampia categoria dei sistemi aerei (UAS) senza equipaggio a bordo che comprende anche gli aeroveicoli che possono essere programmati per volare autonomamente senza il coinvolgimento di un manovratore/pilota a terra, previo soltanto, l’intervento di un programmatore sulle memorie operative del drone.
E’ necessario affrontare le operazioni dei droni in un quadro politico a livello europeo che consenta il progressivo sviluppo del mercato commerciale pur salvaguardando la sicurezza intesa come safety e come security e la privacy dei cittadini.
In Europa, i droni sono ora utilizzati per le ispezioni di sicurezza delle infrastrutture, come ad esempio linee ferroviarie, dighe o reti elettriche. Le autorità nazionali li utilizzano già nelle operazioni di soccorso, nel sorvolo di zone alluvionate o per operazioni antincendio. Nello stesso tempo gli ingegneri lavorano su micro droni che potrebbero essere utilizzati per affrontare fughe di gas o perdite chimiche, o che potrebbero essere, in un futuro, programmati per agire come fanno le api per impollinare le piante. In altri Paesi sono già utilizzati in agricoltura per l'applicazione più efficace, precisa e tempestiva di fertilizzanti o pesticidi.
I droni includono diversi tipi di aeromobili, che vanno in termini di peso massimo al decollo da alcuni grammi a più di dieci tonnellate, in termini di velocità massima da pochi Km/h a più di 1000 Km/h e in termini di durata di volo da pochi minuti a mesi. Oltre ai produttori e analisti di sistema, l'industria dei droni comprende anche una vasta catena di fornitura di tecnologie abilitanti (controllo del volo, di comunicazione, propulsione, sensori, telemetria, ecc).
La crescita dell’attività dei droni si traduce in molti nuovi posti di lavoro. Uno studio dell’industria statunitense prevede che nei primi tre anni d’integrazione dei droni nello spazio aereo nazionale, saranno creati più di 70.000 posti di lavoro con un impatto economico superiore ai 13,6 miliardi di dollari. Il numero di posti di lavoro creati attraverso nuove attività negli Stati Uniti si stima supererà i 100.000 posti entro il 2025. Per l'Europa sono previsti circa 150.000 posti di lavoro entro il 2050, senza contare quelli generati attraverso l’industria dell’indotto.
I droni sono, formalmente, definiti aeromobili anche per l’ICAO e devono rispettare le regole di sicurezza e della circolazione aerea entro gli spazi aerei utilizzati dall’Aviazione Civile. Le norme ICAO vietano agli operatori di aeromobili senza pilota di farli volare salvo che le autorità nazionali competenti rilascino una specifica autorizzazione individuale e non possono farli volare oltre i confini di uno Stato, salvo gradimento degli Stati che s’intendono sorvolare.1
1 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELL’AVIAZIONE CIVILE firmata a Chicago il 7/12/1944
Articolo 8 - Senza pilota
Nessun aereo in grado di volare senza un pilota a bordo deve volare sul territorio di uno Stato contraente, senza una speciale autorizzazione da parte dello Stato e in conformità ad essa. Ogni Stato contraente s’impegna ad assicurare che il volo di tali aeromobili senza pilota nelle regioni aperte agli aeromobili civili deve essere controllato in modo da evitare il pericolo agli aeromobili civili.
Inoltre, lo sviluppo di applicazioni civili dei droni richiede anche la garanzia che non rappresenti una minaccia per la privacy e l’integrità fisica dei cittadini.
La sicurezza (safety e security), oltre ad una sufficiente certezza legale sul quadro giuridico deve essere il principale obiettivo della politica comunitaria nel settore.
Pertanto l'integrazione dei droni nel sistema aeronautico europeo dovrebbe essere basata sul principio che la sicurezza non sia compromessa e che le operazioni dei droni mostrino un livello di sicurezza equivalente a quello del trasporto aereo con equipaggio. In questo concetto di sicurezza va inclusa anche la difesa da interferenze esterne di qualsiasi tipo nell’operabilità dei droni stessi.
La sfida sarà di mantenere le regole commisurate al rischio, tenendo conto del peso, della velocità, della complessità, della classe dello spazio aereo e il luogo o la specificità delle operazioni. L'orientamento tradizionale di certificazione di aeronavigabilità, il rilascio delle licenze di pilotaggio e la certificazione di operatore avranno bisogno di essere completati da una normativa semplice ma adeguata all’importanza dei principi enunciati e del loro scrupoloso rispetto.
Le tecnologie che richiedono nuovo sviluppo e hanno bisogno di una verifica sono:
a. Tipologia di comando e controllo, inclusa l'assegnazione e la gestione del campo operativo;
b. Tecnologie per individuare ed evitare altri traffici, (detect and avoid);
c. La protezione contro attacchi fisici, elettronici o informatici;
d. Procedure di emergenza trasparenti ed equilibrate;
e. Capacità decisionale al fine di garantire un comportamento omogeneo e prevedibile in tutte le fasi di volo;
f. I problemi connessi al fattore umano, rappresentato non solo dall’operatore ma anche dai progettisti del sistema [hardware e software].
I droni, inoltre, non sono immuni da azioni potenzialmente illegali.
Un drone potrebbe essere utilizzato come arma di terrore e la navigazione o il sistema di invio dei segnali di altri droni potrebbe essere bloccato o disturbato oppure stazioni di controllo a terra potrebbero anche dirottarlo.
Affrontare la vulnerabilità del sistema di sicurezza e di comunicazione è quindi elemento essenziale del piano di modernizzazione ATM, di cui i droni diventeranno parte integrante. I requisiti di sicurezza individuati avranno quindi bisogno di essere tradotti in obblighi di legge per tutti gli attori del sistema, come ad esempio per il fornitore di servizi di navigazione aerea, per gli operatori di droni o dei servizi di telecomunicazione, il tutto sotto la supervisione delle autorità competenti.
Le operazioni dei droni non devono portare alla violazione dei diritti fondamentali dell’individuo, tra cui il rispetto del diritto alla vita privata e familiare, e la protezione dei dati personali. Di conseguenza, l'apertura del mercato del trasporto aereo ai droni avrebbe bisogno di un’attenta valutazione delle misure necessarie per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione dei dati e i requisiti di privacy.
Anche con i più elevati standard di sicurezza, possono verificarsi degli incidenti e quindi le eventuali vittime devono essere compensate per potenziali lesioni o danni.
Ciò richiede che i soggetti coinvolti debbano essere facilmente identificati e siano in grado di soddisfare i loro obblighi risarcitori. Sarà quindi obbligatorio stabilire un regime di assicurazione e promuovere lo sviluppo di un mercato assicurativo efficiente in cui i premi corrispondano al reale rischio finanziario, stimato in conformità a prove acquisite attraverso incidenti e segnalazione d'incidente.
A tal fine si ritiene utile valutare attentamente quanto la FAA americana ha introdotto nella nuova normativa sui droni con decorrenza 21 dicembre 2015.2
2 Chi possiede un drone di un certo peso deve registrarsi presso la FAA (Federal Aviation Administration) prima di farlo volare. Le persone che non si registrano potrebbero subire sanzioni civili e penali.
Il proprietario deve avere più di 13 anni. Una persona più anziana deve registrare il drone se il proprietario ha meno di 13 anni.
Devono registrare i loro droni se hanno un peso superiore ai 250 g e inferiore ai 25 kg. Per pesi superiori ai 25 Kg non è possibile utilizzare questa procedura di registrazione e devono registrarsi utilizzando la procedura in atto per gli aeromobili.
I proprietari devono registrare comunque i loro droni se hanno le seguenti proprietà:
Sono utilizzati per scopi commerciali, per compiti diversi dallo svago e se il drone ha un peso superiore a 25 Kg.
La registrazione costa solo $ 5 e la procedura è semplice e computerizzata.
L’iscrizione è valida per tre anni. Si riceve un numero di registrazione, è possibile utilizzarlo su tutti i propri droni se soddisfano i criteri di registrazione on-line. È necessario contrassegnare il numero di registrazione su tutti gli aeromobili che si possiedono.
CONCLUSIONI
I droni sono ormai una realtà e sono già disponibili in commercio su scala europea e mondiale.
Il mercato pone una reale opportunità per promuovere la creazione di posti di lavoro e una fonte d’innovazione e di crescita economica per gli anni a venire.
Si pongono anche nuove sfide legate alla sicurezza (safety e security) e al rispetto dei diritti dei cittadini che devono essere affrontate prima che i droni siano utilizzati in ambito civile.
La mancanza di norme armonizzate in tutta Europa e di tecnologie certificate costituisce l'ostacolo principale per aprire il mercato dei droni e per l’integrazione degli stessi nello spazio aereo non segregato.
L’industria interessata sta invitando ad accelerare la creazione di un quadro normativo che consenta l’utilizzo dei droni. E’ il momento giusto per un'azione normativa a livello europeo, con l'inserimento di norme di sicurezza, di privacy e provvedimenti risarcitori.
Sono necessari sforzi di ricerca e sviluppo al fine di garantire la progressiva integrazione dei droni in aviazione civile.
Infine, la sfida è di fare un uso intelligente dei programmi industriali esistenti per irrobustire la competitività europea.
Per fare i propri interessi si stimola, purtroppo, la gente e soprattutto i giovani (anche bambini) a usare questi droni per i loro scopi, si allettano clienti che intendono lavorare ignorando norme e controlli, disinteressandosi del fatto se costoro conoscono e rispettano le regole e i principi di sicurezza (safety e security) e di privacy. Il tutto senza una benché minima conoscenza delle basilari norme aeronautiche.
Di conseguenza, anche dare delle regole ancor più stringenti, quando l’Autorità non è in grado di controllare chi le debba rispettare, non è la soluzione.
Ecco un elenco di incidenti o incontri ravvicinati con i droni avvenuti nel mondo (fonte European Cockpit Association ECA) e in Italia (fonte ANSV) che ci fornisce la complessità della situazione:
Incontri di DRONI nel mondo
Il numero di incidenti e incidenti gravi con droni sta aumentando nel mondo. Solo negli Stati Uniti nel 2015 si sono verificati 650 incidenti con droni che volavano troppo vicini ad aeromobili, rispetto ai 238 avvenuti nel 2014, secondo le statistiche dell’US Federal Aviation Authority (FAA).
La tipologia di incidenti e di incidenti gravi che coinvolgono i droni sta cambiando completamente. Le segnalazioni da parte degli equipaggi delle compagnie aeree commerciali, di elicotteri utilizzati per emergenze sanitarie che hanno dovuto eseguire manovre di evasione per evitare droni, droni che hanno impedito o ostacolato un efficace intervento da parte dei vigili del fuoco nello spegnimento, droni che volavano in vicinanza di un aeroporto sono solo alcuni degli esempi di titoli giornalistici, eventi che sono stati evidenziati recentemente a livello mondiale.
In mancanza di una statistica ufficiale sugli incontri di droni l’ECA ha iniziato a catalogare le informazioni su questo tipo di incidenti di cui qui diamo un elenco per continente.
EUROPA
Luglio 2015 - Warsaw, Polonia
Alcuni funzionari polacchi hanno asserito che un aereo Lufthansa ha evitato una collisione in avvicinamento all’aeroporto di Varsavia, in Polonia. L'incidente, ha detto un portavoce dell'aeroporto, è avvenuto nel pomeriggio del 20 luglio 2015, con il drone che è arrivato a circa 300 piedi (100 m) dall’aeromobile proveniente da Monaco di Baviera, in Germania. L'equipaggio della Lufthansa Embraer ERJ-195 ha segnalato la mancata collisione con il drone a 2.500 ft (760 m). La polizia sta indagando sull'incidente. Il Polish Air Navigation Services Agency ha detto alla televisione polacca che i piloti hanno immediatamente segnalato la presenza del drone ai controllori del traffico aereo, che hanno immediatamente modificato il percorso dell’aeromobile. L'Embraer ha continuato l’avvicinamento ed ha effettuato un atterraggio sicuro tre minuti più tardi.
Luglio 2015 – Aeroporto di Schiphol, Olanda
Un uomo è stato arrestato per aver fatto volare un drone vicino a una pista all'aeroporto di Schiphol. L'uomo ha perso il controllo del drone che si è schiantato sulla pista. E’ stata inflitta una multa di 500 €. Secondo la polizia, l'incidente non ha influenzato il traffico aereo e non c'è stato pericolo immediato per l’equipaggio dell’aeromobile o per i passeggeri.
Giugno 2015 - Stoccolma, Svezia
Un drone blocca il traffico nello spazio aereo attorno all'aeroporto Arlanda di Stoccolma, che è tra i più attivi in Scandinavia. E’ stato chiuso mentre le autorità hanno esaminato l’intrusione del drone. Nessun aereo è stato autorizzato al decollo o all’atterraggio per circa 30 minuti. Alcuni aerei sono stati bloccati a terra e quelli in volo sono stati messi in attesa. I voli sono quindi ripresi, mentre la polizia ha continuato a indagare sull'incidente.
Maggio 2015 - Stoccolma, Svezia
Un drone blocca l'aeroporto di Stoccolma-Bromma per più di mezz'ora a maggio 2015, dopo che una persona aveva fatto volare un drone nello spazio aereo riservato dell'aeroporto. L'operatore statale dell'aeroporto, Swedavia, ha immediatamente segnalato l'accaduto alla polizia che ha individuato il proprietario del drone in un parco a circa quattro chilometri di distanza. Secondo la legge svedese, serve un permesso per utilizzare un drone. E’ la terza volta che un drone telecomandato ha costretto alla chiusura un aeroporto svedese.
Marzo 2015 - Rushup Edge, lnghilterra
La vita di un pilota di parapendio è stata messa a rischio da parte dell'operatore di un drone, un elicottero in miniatura alimentato da quattro pale. Gli investigatori hanno concluso che potrebbe essere stato commesso un reato. Il parapendio stava "veleggiando" sopra Rushup, nel Peak District, il 2 ottobre dello scorso anno, quando il pilota ha visto il drone circa 25 ft sopra la sua calotta. Quando ha cambiato direzione, il drone l’ha seguito e sembrava stesse facendo delle riprese. Gli investigatori hanno valutato l'incidente di categoria A - un mancato incidente in cui c'era un "alto rischio di collisione".
Ottobre 2014 - Essex, Inghilterra
Un rapporto ufficiale rivela che un quadricottero 'volava liberamente' vicino a un aeromobile passeggeri (ATR 72). L’aeromobile si è trovato a circa 80 ft in rotta di collisione con un quadricottero che volava sopra Essex. L'aereo viaggiava sopra Southend quando il pilota ha individuato il quadricottero telecomandato 'molto vicino' a destra della sua estremità alare. Un'indagine avviata sull'incidente ha registrato il rischio di collisione come 'alto', in quello che si crede sia la prima mancata collisione tra un aereo passeggeri e un drone nel Regno Unito.
Luglio 2014 - Heathrow airport, Inghilterra
La Civil Aviation Authority (CAA) ha confermato la mancata collisione tra un drone, non identificato, e un aereo passeggeri in atterraggio a Heathrow. Il pilota di un Airbus A320 ha riferito di aver visto un drone, tipo elicottero quando l’aeromobile era a 700 ft da terra in avvicinamento alla pista alle 14.16 GMT, il 22 luglio 2014. Il Consiglio Airprox del Regno Unito (UKAB) ha pubblicato i risultati della ricerca a dicembre 2014. Il rapporto ha affermato che il pilota di un Airbus A320 ha individuato un drone, che non era visibile ai sistemi di controllo del traffico aereo, alle 14.16 del 22 luglio durante il volo a un'altitudine di 700 ft, che è passato circa 20 ft sopra l'ala dell'aereo e sembrava essere un modellino. Il rapporto, inoltre, ha confermato che l'oggetto non ha colpito l'aereo e il pilota è stato in grado di fare un atterraggio normale. Ha aggiunto, tuttavia, che era stato causa di distrazione durante una fase critica del volo. L’UKAB ha catalogato l'incidente di classe A - il che significa che c'era stato "un grave rischio di collisione".
Nord e Sud America
Luglio 2015 - JFK, New York, USA
Piloti in atterraggio all'aeroporto JFK hanno avvistato dei droni. Due aeromobili che volavano vicino all’aeroporto JFK sono venuti in collisione a meno di 100 ft da un drone venerdì 31 luglio 2015, in accordo alle comunicazioni radio intercorse tra i piloti e l’ente del traffico aereo. Il primo, JetBlue Flight 1834, ha avvistato un drone alle 14.24 mentre si avvicinava all’aeroporto John F. Kennedy International, secondo la Federal Aviation Administration. Nella registrazione audio, il pilota asserisce che il drone è passato proprio sotto il muso dell’aereo mentre volava a un’altitudine di circa 800 – 900 ft. Poi, verso le 17.00, Delta Flight 407 - che aveva 154 persone a bordo - si stava preparando ad atterrare quando il pilota ha riferito di aver visto un drone sotto la sua ala destra. Nessuno dei due aerei ha dovuto variare la sua direzione, secondo la FAA.
Maggio 2015 - NY La Guardia Airport, USA
Alcuni passeggeri di un volo di linea hanno affermato di aver avvistato un drone.
29 Maggio 2015
Secondo i funzionari federali un aereo di linea commerciale ha avuto una mancata collisione con un drone a circa 2.700 ft, mentre si avvicinava all’aeroporto La Guardia di New York. Il pilota ha riferito di aver deviato verso l'alto su Prospect Park di Brooklyn, al fine di evitare il drone mentre l'aeromobile si avvicinava all’aeroporto. “L'equipaggio di Shuttle America Flight 2708 ha affermato di essere salito di 200 ft per evitare un aereo senza pilota, mentre era in finale all’aeroporto La Guardia verso le 11 del mattino ", ha detto la FAA. L'aeromobile è poi atterrato in sicurezza, e il Joint Terrorism Task Force sta studiando il caso. Lo spazio aereo di New York è classificato come “Bravo”, il che significa che i droni non possono volare sopra a poche centinaia di ft. Secondo la FAA il drone, in questo caso, volava a circa 1.000 ft.
Gennaio e Maggio 2015 - Washington DC, USA
Il Presidente americano Barack Obama ha detto che gli Stati Uniti hanno bisogno di leggi per rendere più sicuro l’uso dei droni dopo che un quadricottero si è schiantato sui giardini della Casa Bianca nel gennaio 2015 - pilotato da un dipendente dell’intelligence fuori servizio. Un altro manovratore/pilota ha cercato di pilotare un drone telecomandato oltre la recinzione della Casa Bianca, partito da un parco a nord di Pennsylvania Ave, 1600 nel maggio 2015. L'incidente è avvenuto il giorno dopo che la FAA aveva iniziato una campagna per sensibilizzare l'opinione pubblica che in città e nei paesi entro 15 miglia dall’aeroporto di Washington-Reagan National sono proibiti i sorvoli dei droni.
Aprile 2015 - Dallas, USA
L’Autorità aeroportuale ha affermato che un pilota ha riferito che un drone ha volato sopra il suo aeromobile mentre stava atterrando all’aeroporto di Dallas Love Field la sera del 29 aprile 2015. La polizia di Dallas ha detto che il loro elicottero “Air One” ha sorvolato la zona per trovare il drone e ha scattato alcune foto verso mezzanotte. Il drone è stato rilevato a circa 600 ft da terra, secondo la polizia di Dallas, ed era abbastanza alto rispetto al sentiero di avvicinamento, secondo quanto il pilota inizialmente aveva riferito.
Novembre 2014 - Pennsylvania, USA
Un elicottero per trasporto sanitario ha evitato una collisione in volo con un drone, nei pressi di un aeroporto in Pennsylvania. Un elicottero Life Flight stava attraversando l’aeroporto Schuylkill County Joe Zerbey, a circa 50 miglia a ovest di Allentown, quando ha incrociato un drone in volo nello stesso spazio aereo. WBRE riporta che il drone stava operando a circa 1000 ft dal suolo, al momento dell'incidente, anche se il pilota dell’elicottero non ha descritto come ha evitato il drone. La FAA sta indagando sull'incidente.
Luglio 2014 - New York, USA
Il Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) sostiene che un piccolo drone si è quasi scontrato con un elicottero della polizia sul ponte George Washington. Secondo l'Associated Press (via ABC), il drone "è stato visto a circa 800 ft da un elicottero della polizia." Il drone ha continuato a girare intorno al ponte, costringendo l'elicottero a cambiare rotta per evitarlo. Il pilota dell'elicottero ha riferito che il drone stava volando a un'altitudine di 2.000 ft. La polizia di New York ha arrestato il manovratore/pilota e ha confiscato il drone. La FAA sta esaminando l'incidente.
Maggio 2014 - Florida, USA
“Un pilota ha riferito di aver visto un drone, telecomando molto vicino al suo aereo mentre si preparava all’atterraggio a Tallahassee Regional Airport, ha detto Jim Williams, direttore dell'ufficio Unmanned Aircraft System Integration della FAA”. Il pilota del jet (CRJ-200), ha detto che il drone era così vicino al suo aeromobile che era sicuro di averlo colpito. Fortunatamente, l'ispezione dopo l'atterraggio dell'aeromobile non ha rilevato nessun danno.
Secondo la FAA, l'incidente ha avuto luogo il 22 marzo 2014 e ha coinvolto l’Airways Volo 4650 decollato da Charlotte, North Carolina, per Tallahassee.
Aprile 2014 - Ohio, USA
Un drone ostacola l’atterraggio di un elicottero del soccorso. Il manovratore/pilota dell’Ohio è stato accusato dopo che un drone dotato di videocamera stava volando sopra la scena di un incidente ostacolando l'atterraggio di un elicottero del soccorso sanitario. Lo sceriffo di Clark County ha detto che il manovratore/pilota del drone ha più volte rifiutato di fermare il suo drone mentre l'elicottero stava preparandosi all’atterraggio. Egli è accusato di reato per aver ostacolato un’attività ufficiale, accuse di cattiva condotta in una situazione di emergenza. L'elicottero è stato in grado di atterrare e partire in tutta sicurezza dalla scena.
Luglio 2013 - Virginia, USA
Un drone si è schiantato in tribuna al Virginia Motorsports Park durante la Grande Bull Run. Presumibilmente quattro o cinque persone hanno riportato ferite lievi. Sono stati trattati dal personale medico durante l'evento, e nessuno è stato portato in ospedale. Una stazione televisiva di Richmond, WTVR-Canale 6, ha detto che il drone è stato utilizzato per fare video della manifestazione, anche se non è stato gestito dalla WTVR-TV. Nel video pubblicato sul sito della stazione TV, il drone è stato visto in bilico sopra le tribune. Sembrava essere di circa 4 ft di diametro e ricordava un ragno, con numerose appendici sporgenti da un nucleo centrale. Poi, improvvisamente è precipitato e caduto in mezzo a una dozzina di spettatori.
Novembre 2014 - Vancouver, Canada
La RCMP sta indagando dopo aver visionato un video che mostra un drone volare troppo vicino a un aereo sull’aeroporto di Vancouver (YVR). Il video, che è stato pubblicato su YouTube dall'utente del quadricottero Dragonfly il 4 novembre 2013, mostra l’aeromobile, a un’altitudine simile a quella del drone, mentre si avvicina alla pista. Un giornale locale ha saputo del video da cui è partita l'indagine.
Novembre 2014 - Sao Paulo, Brazil
L’Agenzia aerea brasiliana (ANAC) e l'Air Force stanno indagando sulle irregolarità di un programma di marketing sviluppato da un marchio di abbigliamento in Vila Olimpia, a sud di San Paolo, con droni che portavano manichini giganti su una zona residenziale della città, qualcosa di proibito secondo la legislazione brasiliana. Il caso si è verificato nel mese di novembre 2014, quando, per promuovere offerte la “Camiceria Colombo” ha sviluppato ciò che essa chiama "azione senza precedenti" che ha combinato "tecnologia e creatività" s’intende una "parata in alto" con manichini giganti collegati a droni modello tipo polipo (con eliche di metallo) in volo con le offerte tra gli edifici commerciali. In Brasile non esiste alcuna normativa sull'uso commerciale di droni e uno standard unificato in materia, ma ci sono regole determinate dall’ANAC e il Dipartimento dello spazio aereo di controllo (Decea), dall'Air Force, che vietano completamente il sorvolo delle città brasiliane.
AFRICA
Aprile 2015 - Johannesburg, South Africa
Un drone non autorizzato ha incrociato la dimostrazione acrobatica del Silver Falcon al Rand Show di Johannesburg nell’aprile 2015. Un manovratore/pilota ha lanciato il suo drone per prendere delle foto aeree, mentre il team sudafricano Air Force’s Silver Falcon era impegnato con la sua dimostrazione sopra il terreno della manifestazione di Nasrec. IL commentatore Brian Emmenis dell’Air show ha detto che l’Air Force’s Silver Falcon è terminata poco dopo, mentre la Civil Aviation Authority (CAA) era stata informata circa l'accaduto. E' illegale utilizzare droni in Sud Africa senza autorizzazione. Il drone, è stato riferito, volava sopra i 200 ft (60 m).
Ottobre 2014 - Diori Hamani International airport, Niger
Un drone americano MQ-9 Reaper, sprovvisto di armi, si è schiantato contro la pista principale dell’aeroporto internazionale della Nigeria nell’ottobre 2014 danneggiandosi e causando la chiusura della struttura per ore. Non ci sono state vittime o feriti. L'incidente si è verificato la mattina presto intorno alle 03.40 all'aeroporto internazionale Diori Hamani, e la pista è stata chiusa per quasi nove ore per consentire la riparazione del danno causato. Molti incidenti che coinvolgono droni sono stati riportati in Africa dal 2011. Nel 2012, un drone sospetto è precipitato in un campo profughi in Somalia.
ASIA
Gennaio 2015 – Dubai
Alcuni droni sono stati la causa dell’interruzione delle operazioni all’aeroporto Internazionale di Dubai per quasi un'ora a causa di alcuni membri di un centro ricreativo pubblico di droni che ha occupato lo spazio aereo dell’aeroporto. La Emirates News Agency (WAM) ha riferito che la decisione di sospendere i movimenti aerei è stata decisa dal controllore di torre alle 15.00 ore locali del 23 gennaio 2015 e i voli in arrivo sono stati dirottati a Dubai Al Maktoum Airport. La chiusura dello spazio aereo è stata revocata 55 minuti più tardi. Il direttore generale Mohammed Abdulla Ahli della Dubai Civil Aviation Authority (DCAA) ha detto che operare dei droni così vicino all'aeroporto era da irresponsabili e ha avvertito che sarebbe iniziata un'azione legale nei confronti dei criminali a causa della minaccia alla sicurezza per la navigazione aerea.
Dicembre 2013 - Beijing, China
Un drone è stato abbattuto alla periferia di Pechino, gli operatori sono stati perseguiti. Tre persone sono state accusate d’involontaria messa in pericolo della pubblica sicurezza con droni usati per rilevamenti e mappatura, secondo un recente rapporto dell’Esercito di Liberazione Popolare. Il drone ha costretto diversi aerei di linea commerciali a modificare i loro percorsi o ritardare i loro voli prima che fosse abbattuto con la forza aerea. L'incidente è avvenuto il 29 dicembre 2013, quando il radar militare ha rilevato una situazione di emergenza aerea vicino a un aeroporto nei sobborghi di Pechino. Il Comandante della forza aerea ha ordinato immediatamente a diversi reparti di missili terra-aria di essere pronti per il combattimento. L'oggetto è stato identificato come un drone bianco. Dopo essere stato colpito, il drone è caduto a Pechino nord-orientale nel distretto di Pinggu, dove i ricercatori hanno trovato tre operatori e un veicolo. Il drone si è rivelato appartenere a una società di tecnologia con sede a Pechino, che non ha presentato una richiesta alle autorità per l'aviazione in anticipo, dice il rapporto.
2004 – Afghanistan
Nove anni fa un drone tedesco quasi si scontra con un aereo passeggeri Airbus sopra l'Afghanistan. Il drone classificato con fotocamera ha attirato l'attenzione del pubblico dopo che il Ministero della Difesa tedesco ha scartato un programma sui droni per la mancanza di tecnologia anti-collisione. Le riprese di un drone da ricognizione EMT Luna X-2000 mentre passava a pochi metri sotto l'ala sinistra di un aereo passeggeri Airbus A300 erano visibili su YouTube diversi anni fa. Dopo l'incontro, il drone è stato preso nella turbolenza di scia dell'aereo, ha perso il controllo, e si è schiantato sulla capitale afghana Kabul.
AUSTRALIA
Agosto 2015 - Australia
Aquila scaccia drone
Un grande drone, a forma di aquila, dotato di macchina fotografica mentre volava è stato attaccato da alcuni uccelli. "L’aquila sta bene" ha scritto, sul video del drammatico incontro, l’operatore Adam Lancaster.
L'estate scorsa (2014), anche, il Servizio Forestale degli Stati Uniti ha vietato i droni nei parchi nazionali, affermando che i droni sono pericolosi e disturbano gli uccelli nidificanti, e il rischio per gli uccelli stessi quando attaccano i quadricotteri.
November 2014 – Australia
Nel corso di incendi di grandi dimensioni i vigili del fuoco australiani utilizzano elicotteri per bombardare d'acqua la zona interessata e sono costretti a terra se nella zona sono presenti droni. Il soprintendente Anthony Ferguson dal Galles Rural Fire Servizio New South (RFS) State Air Desk ha affermato che sono stati interessati i piloti antincendio a livello nazionale. La normativa vigente stabilisce che i droni devono volare a 30 m dalle persone, non possono essere utilizzati in centri abitati, non devono superare i 400 ft di altezza e non volare nello spazio aereo controllato, ma non esiste nessuna legge che proibisce di volare vicino a zone dove sono presenti incendi boschivi. I vigili del fuoco della flotta elicotteri australiani hanno inviato una petizione alla CASA chiedendo che la legge sia modificata per includere una zona di esclusione di 3-5 miglia nautiche intorno ad un incendio boschivo. CASA sta prendendo in considerazione tale richiesta.
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Altri casi
Una mancata collisione è avvenuta nello scorso mese di febbraio sull’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, dove un airbus A320 ha sfiorato la collisione con un drone durante la discesa. A riferirlo è il servizio d’investigazione aeronautica francese. L’aeromobile era in servizio da Barcellona verso Parigi il 19 febbraio scorso, e volava a 5500 ft, circa (1600 m) quando il copilota ha visto il drone. Immediatamente ha disinserito il pilota automatico e ha compiuto una deviazione dalla rotta prevista, informando il capitano del rischio. Il drone è passato a soli cinque metri sotto l’ala sinistra, spiegano fonti dell’agenzia, che classificano l’incidente come «grave». Sono ancora in corso indagini per chiarire l’episodio.
I droni non sono autorizzati a volare nei pressi di aeroporti, sorvolando le aree abitate e dovrebbero rimanere a un massimo di 150 metri dalla vista del loro operatore, senza eccezioni. Eppure diversi proni di dilettanti sono stati avvistati nei pressi di centrali nucleari di Parigi.
Alla fine del 2013 durante il festival della Grande Corsa dei Tori al Virginia Motorsports Park (USA) un drone usato per una registrazione video si è schiantato su uno stand ferendo parecchie persone.
A settembre 2014, durante la campagna del Partito Cristiano Democratico un drone Parrot AR è precipitato davanti alla Cancelliera Angela Merkel. Il drone era pilotato da un membro di un partito tedesco come protesta alla direzione governativa. Nessuno si è infortunato ma la domanda da porsi è:”Se questo drone fosse stato armato?”.
Nel gennaio 2015 un drone che trasportava più di 2 Kg di metanfetamina in cristalli si è schiantato nel parcheggio di un supermercato nella città messicana di Tijuana. Secondo la DEA ( Drug Enforcement Administration) i droni stanno diventando un nuovo mezzo per il trasporto di droga.
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A livello nazionale abbiamo avuto la possibilità di conoscere le 18 segnalazioni di mancate collisioni con aeromobili nel 2015 e 2016 che hanno coinvolto droni sul suolo italiano attraverso le informazioni che ANSV ha pubblicato nella sua relazione presentata a marzo 2016:
Malpensa 13/01/2015 A330, 3 NM in finale pista 35L, riporta un drone a ore 11, stessa quota
Linate 19/02/2015 B737 in rullaggio su raccordo T, all’IHP T3 riporta la presenza di un drone in volo in prossimità della recinzione aeroportuale, a EST della testata pista 36, prossimo al capannone della TNT
16/12/2015 MD82 riporta di aver incrociato un drone a 4200 ft, che “sfilava” sotto di 150/250 ft , in prossimità del punto SOROP
Napoli 27/02/2015 A319, 3 NM in finale pista 06, riporta la presenza di un piccolo drone, in vicinanza, stessa quota
29/05/2015 B737, in finale pista 24, a 200 ft riporta la presenza di un piccolo drone di colore blu
Torino 08/05/2015 CRJ X incrocia un drone a 8,2 nm in finale pista 36, in rotta opposta, 200 ft al di sotto
20/09/2015 A321, a 10 NM in finale pista 36, riporta APR di colore bianco con estremità gialle passare a 100 ft dal motore destro
Fiumicino 20/05/2015 A319, in finale 16C, riporta aeromodello attraversargli la rotta da destra a sinistra
03/06/2015 SAAB 2000, a 1,5 NM in finale 16C, riporta in vista persona che aziona aeromodello radiocomandato
Urbe 06/06/2015 DV20 riporta presenza di un aeromodello radiocomandato, tra il sottovento e la base sinistra pista 34
02/09/2015 DA40 riporta presenza di un drone in prossimità, a 2000 ft, tra Monte Rotondo e Monte Rotondo scalo
30/10/2015 DV20 riporta la presenza di un drone in sottovento sinistro pista 34, a 900 ft, che viene poi visto atterrare in zona Tor di Quinto
Treviso 08/06/2015 B737 riporta presenza di un drone a 8 nm in finale pista 07, a 2000 ft
Ciampino 22/06/2015 Cheyenne 3, durante ILS pista 15, riporta un drone ad 8 NM dal campo, a 2000/2500 ft
Pisa 26/09/2015 B737, in decollo dalla pista 04R, riporta la presenza di un drone a circa 1000 ft
Olbia 05/10/2015 Drone della Polizia di Stato, autorizzato allo svolgimento di attività con chiusura dell’aeroporto tramite NOTAM, rileva la presenza di altro drone sconosciuto e non autorizzato nella medesima zona
Ancona 09/12/2015 La Torre è informata della presenza di 2 persone che, sulla strada perimetrale esterna, a NO, operano un drone in prossimità di 4 aeromobili militari su Apron 2; conseguentemente 2 aeromobili in avvicinamento subiscono ritardo
Caiolo (So) 13/12/2015 AW 139, in rientro da operazione HEMS, a 1300 ft incrocia un drone stazionario sopra la superstrada Colico-Morbegno
Napoli 19/01/2016 A320, in finale pista 06, a 1000 ft, riporta la presenza di un drone in salita fino a 300 ft al di sotto e posizionato 500 m sulla destra, nell’area di avvicinamento
Ciampino 29/01/2016 B737 riporta di aver incontrato, a 3,5 NM in finale pista 15, un drone con apertura alare di circa 1 m
02/02/2016 B737, già in contatto con la Torre, riporta drone su URB a 3000 ft; poi in finale pista 15, a 6,5 nm dal punto di contatto e a una quota di 1500 ft, conferma la presenza dello stesso drone, al proprio traverso, a circa 1000/1500 ft sopra il B737
Catania 04/02/2016 A320, in finale pista 26, a 1000 ft di quota, riporta drone volare sotto la propria posizione
S. Biagio 24/01/2016 C150 riporta attività acrobatica aeromodello a 1000 ft, quest’ultimo fa un looping intorno al C150. 23 aprile 2016
Il Piano di Emergenza confidenziale dell'aeroporto di Koln - Bonn ha esteso l'allarme. Con una nota emanata il 20 aprile 2016 l'Agenda europea sulla sicurezza ha varato una nuova regolamentazione sulla sicurezza in genere e sulla quella aeroportuale - dopo gli atti terroristici avvenuti all'aeroporto di Bruxelles - sulla base del documento presentato il 28 aprile 2015. La Commissione oggi ha tracciato la via da seguire per realizzare un'autentica ed efficace Unione della sicurezza.
Con l'informativa della "Reuters" riguardante la disponibilità on-line (sul sito web dell'aeroporto) - di un documento di 230 pagine, notizia divulgata dalla trasmittente-emittente tedesca ZDF, sulle nuove misure di security per fronteggiare eventuali attacchi terroristici, l'operazione attivata dalla Agenzia sulla sicurezza UE ha assunto una emergenza indifferibile.
L'analisi del documento, di fatto, denuncia l'estrema vulnerabilità delle infrastrutture aeroportuali europee e italiane.
La nota UE rileva: "sebbene i primi responsabili in materia di sicurezza siano gli Stati membri, le minacce transnazionali come il terrorismo non possono essere affrontate efficacemente senza un approccio europeo comune. Si stanno sviluppando gli strumenti, l'infrastruttura e il contesto necessari a livello europeo affinché le autorità nazionali possano collaborare efficacemente per affrontare questa sfida comune. Ma il pieno valore aggiunto di un'Unione della sicurezza dipende in modo decisivo da come tale sistema è utilizzato per colmare le lacune operative e ovviare alle carenze in materia di scambio di informazioni. Ciò richiede un cambiamento di passo, a livello di Stati membri e di autorità di contrasto nazionali, in stretta collaborazione con le agenzie dell'UE."
Le misure, che intendono rafforzare la capacità collettiva di combattere la minaccia terroristica, comprendono provvedimenti volti a:
-contrastare la minaccia rappresentata dai terroristi combattenti stranieri che ritornano in patria,
-prevenire e combattere la radicalizzazione,
-punire i terroristi e i loro sostenitori,
-migliorare lo scambio di informazioni,
-rafforzare il Centro europeo antiterrorismo,
-bloccare l'accesso dei terroristi ad armi da fuoco ed esplosivi,
-impedire ai terroristi di accedere alle fonti di finanziamento,
-la dimensione esterna,
-proteggere i cittadini e le infrastrutture critiche.
Per quanto riguarda le infrastrutture critiche occorre annoverare gli aeroporti e l'urgenza di predisporre check-point esterni al sedime degli scali aerei. Con sistemi di monitoraggio, di vigilanza e filtro nella viabilità terrestre e marina.
Come organizzare screening terrestri lungo le autostrade per arrivano ai cancelli ai terminal e aerostazioni delle partenze e/o arrivi?
Come organizzare, inoltre, una efficace e sistematica security qualora un aeroporto è posizionato fronte mare, prospiciente una laguna e/o di un lago e/o un fiume? Il Belpaese in questo ambito annovera numerosi aeroporti in prossimità di marine e acque vulnerabili. Il Piano di Emergenza Aeroportuale (PEA) e il Piano di Emergenza Esterno sono stati verificati e modificati?
Quali tecniche e procedure devono essere predisposte? Nell'arco diurno e notturno e quali piani d'azione sono in corso di valutazione e/o già attivi? 22 aprile 2016
L'incidente è avvenuto intorno all'ora di pranzo di domenica 17 aprile. Il volo British Airways BA 727 era nella fasi di avvicinamento per l'atterraggio - proveniva da Ginevra - con 137 persone a bordo: lo ha riferito in tarda serata di domenica 17 aprile la BBC e l'aeromobile in emergenza è atterrato senza altre conseguenze. Una collisione c'è stata e le indagini sono scattate immediatamente. In un articolo sul "The Telegraph - Reporters" è stata descritto l'episodio e analizzata una situazione che sta riguardando lo stesso scalo londinese e, anche, altri aeroporti. Di altri eventi nei quali, solo negli ultimi mesi, sono state registrate, fortunatamente, mancate collisioni tra velivoli civili-commerciali e droni.
I casi sarebbero quadruplicati.
I rappresentanti dei piloti hanno sollecitato multe elevate e uno stato di preoccupazione per una situazione di reale "emergenza". Specialmente in prossimità dei maggiori scali aerei della Gran Bretagna.
"Airline pilots want tests to be carried out to discover what would happen if a drone hit a passenger jet. Initial tests could cost around £250,000.
Steve Landells, flight safety specialist for the British Airline Pilots Association (Balpa), said: "Frankly it was only a matter of time before we had a drone strike given the huge numbers being flown around by amateurs who don't understand the risks and the rules".
Tra aprile e ottobre sono stati registrati 23 casi, sui quali l'agenzia UK Airprox Board (UKAB) ha aperto relative indagini. Tra di queste ben 12 sono stati identificati come "a serious risk of collision".
In uno di questi incidenti un drone ha sfiorato di circa 25m (82 piedi) di un Boeing 777 ancora presso London Heathrow Airport. In altra circostanza la distanza tra drone e Embraer 170 è risultata di 20 metri (66 piedi). Nel recente periodo in Italia l'Agenzia ANSV ha rilevato e segnalato circostanze ed eventi di "missed collision" anche nel Belpaese. Senza, tuttavia, riportare nel dettaglio le distanze delle mancate collisioni e/o intrusioni nello spazio aereo in prossimità delle piste di volo civili e militari.
L'emergenza droni, il rischio per voli di linea, impone considerazioni anche per i droni militari e la coesistenza con le flotte aeree di aviazione generale, ultraleggeri oltre alle problematiche di security generalizzata e di implicazioni associate al terrorismo criminale ed equivalente. Sono attese iniziative a riguardo, in ogni Paese della Comunità Europea: Italia inclusa. 18 aprile 2016
Negli USA il 95% dei test di security ha rivelato i limiti. Nei prossimi giorni alla UE verrà proposta un rafforzamento della security aeroportuale.
I massimi esperti dei Paesi UE e le autorità nazionali dovranno valutare nuove procedure, nuove tecniche e aggiornate strumentazioni per "mettere in sicurezza" le infrastrutture aeroportuali e tutelare lo staff di scalo e gli utenti, i passeggeri e gli accompagnatori.
L'impresa non si prevede facile. L'attuale ubicazione-posizionamento degli scali non consente un immediato check-point esterno al sedime aeroportuale.
Anche negli USA sono state avviate iniziative simili: incrementare i livelli di security aeroportuale.
Il Senato USA ha votato in proposito martedì scorso per misure "include doubling the number of transportation security teams with bomb-sniffing dogs at domestic airports and other transit hubs".
L'attuale livello di security aeroportuale USA, nonostante le strettissime misure adottate da decenni non sono comunque soddisfacenti.
I "media" USA ricordano come l'allarme risulti concreto. Nel 2015 i test di sicurezza condotti da "agenti sotto copertura in borghese" hanno violato i sistemi di security 67 volte su 70 tentativi-test.
Non solo pistole e fucili-mitragliette fasulle ma persino finti esplosivi hanno violato le procedure e di metal detector. All'epoca il giornale ABC news avrà anche creato polemiche ma ha, sicuramente, evidenziato le falle nella security di una dei Paesi più attenti in questo ambito.
In sostanza i test predisposti dalla TSA (Transport Security Adminsitration) con il Red Team della Homeland Security hanno messo in crisi le misure di sicurezza e anti-terrorismo adottate nei maggiori aeroporti Usa nel 95% dei casi.
Come fronteggiare le rinnovate minacce conseguenti alle evidenze emerse in Europa nei recenti attentati?
ll Comitato UE per la security aeroportuali deve valutare opzioni diverse per le zone critiche Lanside e Airside. Al momento l'ipotesi di creare un cordone di controllo esterno al sedime aeroportuale, come avviene a Tel Aviv, Tokio e Istanbul, non appare realizzabile. I responsabili dei 28 Paesi della UE si troveranno in una apposta riunione nei prossimi 14-15 aprile 2016. 12 aprile 2016
Considerazioni del Com.te Renzo Dentesano. E’ il titolo di un romanzo satirico ed antimilitarista del famoso scrittore americano Joseph Heller, pubblicato nel 1963, che però sembra calzare molto bene in situazioni quali quelle scatenate nell’opinione pubblica dal suicidio/omicidio plurimo perpetrato dal pilota tedesco Andrea Lubiz della compagnia aerea GermanWings, che un anno fa, il 24 Marzo 2015, causò volontariamente la caduta sulla Alpi francesi del volo 9525.
La traduzione letterale del titolo del romanzo sarebbe appunto quella di “Comma 22”, ovvero, in italiano, quella suddivisione che nel testo di un articolo di legge separa ciascun capoverso dal successivo, mentre in un inglese gergale, proprio in virtù della celebrità raggiunta da tale opera, ha trovato il significato di “situazione senza via d’uscita”. Infatti nel romanzo di Heller, che ha coniato il termine “Catch 22”, questo assume il connotato di una situazione paradossale nella quale un medico militare psicoanalista di Stormo, durante il secondo conflitto mondiale, non riesce a sottrarre dall’attività di voli di guerra un pilota combattente, mentalmente instabile, perché la necessaria firma del soggetto malato in calce alla richiesta relativa di inabilità al volo, starebbe a provare che la mente di tale soggetto invece è “capace d’intendere e di volere” e quindi sana, ma soltanto angosciata delle conseguenze di dover continuare a combattere !
L’attualità della situazione descritta nel romanzo è data dal fatto che a seguito del disastro aereo provocato scientemente dalla volontà suicida del co-polota del noto volo 9525 di GermanWing, le Autorità dell’Aviazione Civile internazionale hanno provato a sollecitare tutti i medici, aeronautici o privati che siano, incaricati di valutare lo stato mentale della salute dei piloti commerciali, ad informare i rispettivi datori di lavoro di quegli aeronaviganti che fossero risultati avere qualsiasi problema di instabilità o invalidità mentale, legata o meno a problemi di droga/alcoolismo o di semplice depressione.
Nel settore dell’aviazione commerciale ci si aspetterebbe dunque che i piloti siano talmente validi anche nelle malattie per cause naturali o per stress eccessivo, da essere in grado di dichiararsi ammalati, anche se ciò fosse contrario ai propri interessi personali e finanziari e contemporaneamente ai medici, specialisti e generici, di dover rinunciare al segreto professionale.
Ancora più di recente, in merito al gravissimo evento del volo GermanWing 9525, si accendono accesi e profondi dibattiti sul fatto che, sebbene l’atto compiuto da quel co-pilota (peraltro di scarsa esperienza ma di molta perversità) sia definito “mostruoso”, la successiva inchiesta abbia potuto conoscere lo stato della sua storia medica in ogni dettaglio soltanto perché egli aveva comunque cercato l’aiuto dei medici ancorché privati consultati, atto questo notevole, data la propensione di tutti gli esseri umani ad aver paura delle conseguenze dei loro verdetti, tanto da far scrivere agli investigatori nel loro rapporto sull’accaduto, di aver notato < … l’encomiabile motivazione e l’attiva partecipazione del soggetto nel contribuire al suo trattamento medico iniziale>.
Ciò che porta inevitabilmente a concludere che l’instabilità mentale è la prima conseguenza del comparire nell’uomo di quella terribile e subdola malattia che è la depressione, che molto facilmente viene mascherata da altri comportamento anomali del soggetto.
Il co-pilota di quel disgraziato volo infatti temeva la cecità e di conseguenza mostrava spesso comportamenti aggressivi nei confronti di chi gli stava accanto, mentre sul lavoro cercava di mostrarsi serio e motivato nell’ansia di fare carriera.
Come si può desumere da quanto finora noto, il materiale per scrutare la mente umana di chi è addetto a lavori concettuali ed operativi, per effettuare seri studi clinici dal parte dei migliori psicanalisti di questo mondo non manca, solo che tali specialisti, dovrebbero essere in grado di calarsi effettivamente nei panni di chi devono osservare ed analizzare. 31 marzo 2016
Ma lo spazio aereo su Roma durante il Giubileo non era stato interdetto? Con il Comunicato Stampa n. 19/2016 del 23 marzo ENAC illustra un provvedimento di No Drone Zone, un divieto di sorvolo della città di Roma durante le prossime giornate di festività pasquali adottate dalle Autorità di pubblica sicurezza quali misure preventive di sicurezza e di ordine pubblico.
In testo della nota ENAC riporta:
"Con riferimento ad alcune notizie stampa pubblicate nel pomeriggio di oggi che anticipano un’interrogazione urgente da parte di alcuni parlamentari del PD al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in merito alla presunta errata applicazione di un Notam (Notice to Airmen – avviso ai naviganti) relativo alle restrizioni dello spazio aereo su Roma da attivarsi per le festività Pasquali, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile precisa quanto segue:
L’ENAC non ha pubblicato alcuna Circolare ma, in qualità di organo tecnico, ha emesso dei Notam di restrizione dello spazio aereo richiesti dalle Autorità di pubblica sicurezza quali misure preventive di sicurezza e di ordine pubblico, pianificate proprio a salvaguardia dello svolgimento degli eventi Giubilari.
Non vi sono stati errori, quindi, di interpretazione né applicazioni errate di norme o altre disposizioni, trattandosi di misure non discrezionali.
Le stesse misure di restrizione dello spazio aereo sono già state attivate in occasione dell’apertura dell’Anno Santo, delle celebrazioni di San Pio da Pietrelcina e della domenica delle Palme. Sono, pertanto, in programma, anche per i prossimi giorni delle festività di Pasqua."
La realtà quindi propone una sorta di restrizione ai voli, perciò una sorta di No-fly-zone ma anche, semplicemente, una No-drone-zone.
Ma perché, quando altrove (USA fra i tanti) le disposizioni di no-fly o no drone-zone sono trasparenti e condivise in Italia sembrerebbero determinare - come spesso accade - interrogazioni regionali, parlamentari e, comunque, incomprensioni? 26 marzo 2016
Quali scali hanno predisposto tali norme e procedure? VIA e VAS da adeguare e aggiornare! Dopo i Piani di Emergenza Aeroportuale (PEA) e i Piani di Emergenza Esterna (PEE) per incidenti aereo interno e esterno al perimetro aeroportuale, norme e, procedure e che dovrebbero costituire un obbligo funzionale e operativo - della massima capacità - per ogni scalo aereo - piccolo e grande - del Belpaese, ecco imporsi - specialmente dopo gli atti terroristici accaduti a Zaventem Bruxelles l'urgenza e improrogabilità di disporre anche di piani e procedure per le emergenze nelle aerostazioni e negli edifici interni al sedime.
Se da un lato appare ancora problematico attivare checks-point esterni ai perimetri aeroportuali: barriere posizionate a 2-3 chilometri dalle aerostazioni e check-in o check-out (arrivi e partenze), sopratutto negli aeroporti prospicienti, contigui e limitrofi alle estese edificazioni urbane e metropolitane, l'esigenza di poter gestire minacce e/o situazioni di panico tra staff e passeggeri post allarmi e realtà conseguenti a guasti elettrici, fumi, incendi, esplosioni, crolli, terremoti e altre calamità, attentati o atti dolosi.
L'attivazione dello staff di security aeroportuale in aggiunta alla scontata mobilitazione dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco e della emergenza sanitaria, quali simulazioni, quali norme, quali procedure sono state delineate nel caso di una evacuazione forzata e controllata degli edifici, aerostazioni, moli, aree interne ed esterne al controllo passaporti e/o alla riconsegna bagagli?
ENAC, gestori aeroportuali ed esercente vario - tra soggetti privati delle zone commerciali e entità pubbliche - sono stati coinvolti in procedure di evacuazione controllata e anche incontrollata della "popolazione aeroportuale" ? Verso quale destinazione e/o zona di sicurezza. Sia essa esterna alle aerostazioni ed edifici equivalenti: vero la parte più interna del sedime (area air side) e quella land side se non esterna dei terminals.
Sono procedure indispensabili ad assicurare non solo la sicurezza del personale dipendente, dei passeggeri e utenti vari, dei soggetti terzi.
Le fasi di immediato intervento, del coordinamento tra i soggetti coinvolti nelle operazioni di soccorso dovrebbero identificare i livelli di emergenza, i compiti, i ruoli, le responsabilità. Ma anche l'ordine di comando e le tecniche e mezzi adeguati alle operazioni.
Con la determinazione delle informazioni nelle varie fasi dell'evacuazione controllata e incontrollata, fino al momento della fine dell'emergenza.
A che punto siamo? Chi se ne sta occupando? Le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) di uno scalo aereo, le Valutazioni di Impatto Strategico (VAS) dei 24+18 aeroporti del PIANO NAZIONALE AEROPORTI, non dovrebbero contemplare (se in corso di VIA-VAS) o adeguare le procedure in relazione al rischio e alla praticabilità di diventare Aeroporti-a-prova-terrorismo: se non compatibili e sostenibili anche sul fronte delle evacuazioni controllate e incontrollate? 25 marzo 2016
L'allarme è al livello due, ma nel Belpaese le criticità associate alle possibili minacce sono adeguate? Dopo gli attentati all'aeroporto Zaventen di Bruxelles ecco riproporsi gli interrogativi, le considerazioni e le iniziative per assicurare e rinforzare procedure e misure di sicurezza in ogni scalo dell'Europa. Ma, inevitabilmente anche negli aeroporti dai quali partono aeromobili che hanno per destinazione finale una pista del vecchio Continente. Elevare le misure di sicurezza al massimo livello in un singolo scalo, probabilmente, non preclude - di fatto - l'eventuale minaccia terroristica condotta da uno o più "kamikaze".
La massima allerta di attentati in aeroporto non può quindi essere risolta con gli standard rappresentati da varchi di sicurezza posizionati all'ingresso ai terminal, ai check-in, ai gate.
Come concepire quindi la sicurezza delle operazioni di volo, l'accesso all'aeroporto a viaggiatori e accompagnatori, perciò con la libertà di movimento dei cittadini nell'epoca del terrorismo?
Come monitorare estesi sedimi aeroportuali, aerostazioni e moli e check-in e parcheggi auto e gli spazi non-aviation dei grandi scali aeroportuali che già dispongono di migliaia di telecamere e ingenti addetti alle security? Il layout delle infrastrutture odierne sono adeguate alla predisposizione di sofisticate misure di securiy? Più esteso e ramificato. Le tande aree pre-imbarchi all'interno di una aerostazione, quelle degli arrivi e della consegna bagagli, entro il sedime di uno scalo come potrà essere protetta?
Una prima protezione dovrebbe essere svolta in perimetro esterno agli stessi sedimi aeroportuali. Dove posizionare allora un primo check-point sistematico - non random - un primo filtro alle iniziative di eventuali terroristi-kamikaze con obiettivi "aeroportuali"? In sostanza come attivare una rete periferica allo scalo per fronteggiare e/o prevenire le incursioni terroristiche?
La programmazione di un doppio filtro di security non è comunque una novità. Gli aeroporti di Tel Aviv e Tokio (anche Istanbul?) avrebbero da tempo attivato check-point esterni. A circa due-tre chilometri dal sedime dello scalo. Ma sono tecniche e procedure fate funzionare e correlate a sistemi aeroportuali localizzati distanti da grandi viabilità e insediamenti urbani.
In Italia quale aeroporto potrebbe introdurre tali controlli esterni quando la maggioranza degli scali, delle piste e dei sedimi sono delimitati da intensi e vasti agglomerati urbani, insediamenti industriali-commerciali e la praticabilità si complica.
Altre implicazioni rimandano comunque alla misure di sicurezza per lo staff aeroportuale, i passeggeri e gli accompagnatori qualora si manifesti un attacco-una esplosione-un atto terroristico in un terminal: le criticità associate e innescate da incendi, esplosioni, ed emergenze varie correlate corrispondono alle operazioni, alle procedure predisposte? 24 marzo 2016
Anche in Italia servirà identificare aree sensibili e livelli di rischio No-drone-zone permanenti! A gennaio due "piloti" amatoriali di droni sono stati sottoposti a sanzioni per aver violato tali restrizioni.
La FAA lo scorso hanno aveva già limitato di voli dei droni in occasione della visita papale di Francesco I. A febbraio la stessa agenzia USA aveva disposto un identico divieto durante il Super Bowl con l'istituzione di una “No Drone Zone” di 32-miglia di raggio intorno a Levi’s Stadium in Santa Clara, California.
La restrizione ai voli aveva previsto multe di 1000 dollari USA per attività di droni privata-ricreazionale-ludica e l'arresto fino a 27mila dollari se l'iniziativa ha scopi di lucro e professionali.
In circolazione ci sono troppi droni e "we want to do everything we can to get the word out that the game is a No Drone Zone,” ha sostenuto FAA Administrator Michael Huerta. “We’re working closely with our safety and security partners to spread this message as widely as possible.”
In questi giorni primaverili nella circostanza del "extraordinary beauty of the cherry trees blooming around the Tidal Basin" la FAA per la sicurezza dell'evento annuale del National Cherry Blossom Festival a Washington - DC, l'area del NO DRONE ZONE avrà invece un raggio di 15 miglia.
Il punto chiave e imprescindibile di ogni area "NO DRONE ZONE", qualora si attivata, negli USA, in Italia e altrove, rimanda al sistema di monitoraggio della stessa zona sottoposta ad interdizione al volo.
Quali mezzi, quali tecniche, quali sistemi radar potranno e/o possono identificare tali mezzi volanti?
Da quale altezza sul terreno sarà possibile monitorare e/o bloccare un drone ricreazionale, professionale e minaccioso?
Sarà possibile individuarlo, abbatterlo, deviarlo e/o "paralizzare" il suo controllo a distanza?
Gli allarmi e allerta terroristici di questi giorni hanno posto in primo piano l'attivazione di sistemi e apparati antidroni. A che punto siamo?
Il "Roma Drone Conference", in svolgimento dal 23 marzo a Roma presso l’Auditorium della Link Campus University potrà anticipare qualche risposta. avanzare qualche proposta operativa realizzabile?
Nel frattempo, dopo l'aggiornamento del Regolamento ENAC, al fine di definire le opportune misure preliminari per assicurare adeguati livelli di safety e security dell'attività dei droni, sono attese le formulazioni normative di FAA, EASA e CAA. 23 marzo 2016
Il caso quadricottero SYMA X5C: destinatari sono il Ministero Infrastrutture e Trasporti, ENAC e AeCI.
Nella nota ANSV ha, in sintesi, evidenziato i tre seguenti aspetti:
- inadeguata cultura aeronautica e vendita indiscriminata di mezzi aerei a pilotaggio remoto
- operazioni in spazi aerei inibiti alla navigazione aerea con mezzi aerei unmanned
- utilizzazione di frequenze radio specifiche.
Con l'emissione di cinque raccomandazioni di sicurezza finalizzate a mitigare la problematica delle interferenze tra mezzi aerei a pilotaggio remoto (unmanned) e aeromobili manned (cioè con piloti a bordo) ANSV ha posto un punto fermo nell'utilizzo "liberalizzato" dei droni.
"Le raccomandazioni di sicurezza - riposta il comunicato dell'Agenzia - in questione scaturiscono da un lavoro di studio e di analisi delle segnalazioni ricevute dall’ANSV su questa tipologia di eventi, il cui dato numerico complessivo del 2015 (18 segnalazioni) ha registrato un deciso incremento rispetto a quello degli anni precedenti; il fenomeno si sta ripetendo anche nel 2016. La maggior parte degli eventi segnalati è occorsa in aree “sensibili” per l’attività di volo, cioè in prossimità di aeroporti aperti al traffico aereo commerciale o dei rispettivi sentieri di avvicinamento. Dall’esame delle segnalazioni pervenute emerge la sostanziale violazione della normativa nazionale vigente."
La novità e l'importanza dell'iniziativa ANSV si sposta nella capacità di intervento dei destinatari della Raccomandazioni: il Ministero Infrastrutture e Trasporti, ENAC e l'Aeroclub d'Italia (AeCI).
La materia non è di semplice e immediata realizzazione. La registrazione dei proprietari dei droni, il monitoraggio delle singole attività, l'acquisizione di una cultura aeronautica di base adeguata, la verifica l'identificazione dei soggetti che operano senza controlli e certificazioni, la istituzione e attivazione di procedure e dispositivi geofence, l'attivazione e controllo strumentale di frequenze radio dedicate per APR, SAPR civili e UAS, UAV militari non appare di rapida risoluzione.
L'universo dei proprietari e "piloti" APR si manifesta nei tanti blog e dibattiti on-line sulle recenti disposizioni. Cosa sta accadendo e quali prospettive e scenari operativi per droni possono essere delineati?
Nel dibattito e/o polemica sulla questione emerge sul sito www.quadricottero.com. Concernerebbe una recente certificazione di un drone di ENAC. L'interrogativo posto dall''articolo è rilevante.
E' tale da contraddire le Raccomandazioni ANSV?
Ecco il testo:
Droni: ENAC promuove il quadricottero giocattolo SYMA X5C ad Aeromobile a Pilotaggio Remoto
Abbiamo dovuto leggerlo tre volte, per essere sicuri di aver visto bene, il registro degli operatori riconosciuti che ENAC ha aggiornato Venerdì scorso per ufficializzare i soggetti che possono svolgere le operazioni specializzate con i SAPR, nome professionale dei più volgari Droni che dal quel momento diventano in tutto e per tutto Aeromobili a Pilotaggio Remoto ( APR )
E neppure come drone, ma quadricottero giocattolo, viene venduto il SYMA X5C che un operatore ha indicato nella dichiarazione per poter essere riconosciuto ad operare nella speciale categoria degli APR di peso inferiore a300g che, se rispondenti all’ art. 12 comma 5 del regolamento, possono operare anche in città sorvolando persone purchè non assembrate trasformando le operazioni critiche in non critiche.
Il SYMA X5C è un quadricottero che conosciamo bene, è un giocattolo pronto al volo di fabbricazione cinese dal costo di neppure 50€ che spesso viene utilizzato per imparare i primi rudimenti di pilotaggio. ( leggi anche: Prova in volo del mini quadricottero SYMA X5C )
Dispone soltanto di giroscopi e pertanto si pilota unicamente in modalità manuale. Viene venduto con abbinata una telecamerina da 2Mpx che permette di fare video a bassa risoluzione e di scattare foto senza ritorno video a terra. ( Esiste anche la variante X5SW con telecamerina wi-fi )
Con il radiocomando a 2.4 Ghz in dotazione, il SYMA X5C ha un range operativo disoli 50 metri. Non ha neppure il barometro per il controllo automatico dell’altezza.
PROBLEMA: SECONDO IL REGOLAMENTO ENAC IL PILOTA DEVE ESSERE SEMPRE A CONOSCENZA DELL’ALTEZZA A CUI STA VOLANDO L’APR
Tuttavia, il regolamento ENAC dispone ( art 8 comma 5 ) che il SAPR debba avere un sistema che permetta al pilota di conoscere l’altezza a cui sta volandoper garantire un positivo controllo della quota. In sostanza è necessario avere a bordo dell’ APR come minimo un barometro e un sistema radio telemetrico.
Il SYMA X5C non ha nulla di tutto questo, inoltre utilizza motori brushed (e non brushless) che hanno il difetto di consumare le spazzole dopo poche decine di ore di funzionamento con il risultato che il quadricottero perde progressivamente efficienza fino a non riuscire più a volare.
Pur considerando che le dichiarazioni di rispondenza sono delle autocertificazioni dove chi le presenta certifica la congruità al regolamento sui SAPR, assumendosi la relativa responsabilità penale in caso di false dichiarazioni, francamente il fatto che l’ ENAC riconosca un SYMA X5C come un sistema aeromobile a pilotaggio remoto ci sembra eccessivo.
E’ vero che l’operatore può installare un eventuale barometro indipendente con telemetria annessa, ma nel caso del SYMA X5C sarebbe una vera sfida tecnica in quanto viene alimentato con una batteria 1S (3.7 volt) da 500mAh e, oltre ad essere molto sensibile al vento, dalle nostre prove non sopporta più di 10-20grammi di payload aggiuntivo.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui al di là del riconoscimento ci riesce difficile capire come un SYMA X5C possa essere impiegato per le operazioni specializzate. Come detto, è molto sensibile al vento a causa delle inclinazioni massime limitate, bastano alcune raffiche di pochi m/s per vederselo portare via. Inoltre, ha un range molto limitato così come la capacità di portare in volo payload aggiuntivo.
Certo si può sempre installare un kit FPV come quello che abbiamo provato noi, ma mancherebbe comunque l’indicazione dell’altezza operativa e le riprese sarebbero di bassa qualità.
Ironicamente, quella del SYMA X5C può essere vista come una grande conquista per i piccoli quadricotteri giocattolo da poche decine di euro. Anche loro da oggi possono essere promossi a veri Aeromobili a Pilotaggio Remoto. Buon lavoro aereo a tutti, non prima però di aver saldato la fattura di 180€ ( il valore di quasi 4 SYMA X5C ) che l’ ENAC pretende per eseguire il controllo della documentazione. E che controllo…viene da dire. 15 marzo 2016
Servono nuove regole anche a livello istruzionale! Incertezze sull'impiego dei droni fino a 2kg. ll mercato è in continua espansione. Versatilità e duttilità, tipologia innovative con tecnologie in grado di soddisfare l'impiego in agricoltura, in security, nel monitoraggio in ogni ambito ambientale, sociale, produttivo, operativo (fotogrammetria, fotografie, videoriprese, vigilanza, protezione civile, edilizia, archeologia, ecc.). Civile, commerciale e militare. La potenzialità d'impiego è praticamente illimitata e le problematiche associate all'uso non è stata ancora risolta. Decisa e inquadrata da regolamentazioni nazionali e internazionali.
I sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, SAPR, APR, droni, UAS, UAV rappresentano straordinarie opportunità per l'industria e per gli operatori di ogni settore con un irriducibile - al momento - tallone d'Achille. E' rappresentato dal livello di sicurezza delle operazioni aeree: nella security e nella safety. La coesistenza con i voli civili, commerciali, di aviazione generale e militari e si associa con l'attività ludica sportiva degli APR con peso sotto i 2 kg.
Una frontiera del volo nella quale si parla di almeno 1300-1500 droni autorizzati, oltre 600 aziende tra costruttori di mezzi APR, soggetti coinvolti professionalmente e un volume di affari di almeno 400 milioni di euro. Quanti invece i possessori di APR acquistati direttamente in negozio e/o via internet e recapitati a casa?
Il numero degli imprenditori coinvolti e l'industria italiana interessata sono in progressivo aumento e diventa fondamentale un obiettivo: una cultura aeronautica specifica. Per costruttori, docenti e operatori.
Percorsi formativi teorico e pratico, procedure di addestramento iniziale e avanzato, test periodici e una normativa con regole, limiti e divieti operativi da rispettare e salvaguardare devono appartenere ad ogni singolo utente. Per gli operatori professionali, per i militari e per le attività ludico-sportive.
La regolamentazione ENAC è in corso di continuo perfezionamento. Anche in attesa della normative internazionali e comunitarie FAA, CAA ed EASA di prossima emanazione.
Le numerose scuole di volo APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) saranno certificate e autorizzate da ENAC. Le linee guida ENAC dovranno inquadrare la struttura dei corsi teorico-pratico. Materie e procedure da apprendere nel corso di - si parla - 30-40 ore in aula e circa altre 15-20 ore sul campo: operative-pratiche. Il costo dell'attestato dovrebbe aggirarsi su circa 2000-2500 euro complessive.
Quali qualifiche dovranno invece possedere i docenti teorici e pratici? E gli esaminatori?
La realtà, tuttavia, obbliga a considerare alcuni stralci dell'odierno Regolamento. Con interrogativi che rimandano a formulazioni assai contraddittorie.
Un "REGOLAMENTO MEZZI AEREI A PILOTAGGIO REMOTO Edizione 2 del 16 luglio 2015 - Emendamento 1 del 21 dicembre 2015" che all' Art. 12 sostiene:
"Operazioni con APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg 1. Le operazioni specializzate condotte con SAPR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg sono considerate non critiche in tutti gli scenari operativi, a condizione che gli aspetti progettuali e le tecniche costruttive dell’APR abbiano caratteristiche di inoffensività, precedentemente accertate dall’ENAC o da soggetto da esso autorizzato." 9 marzo 2016
L'allerta droni prosegue in attesa della Regolamentazione FAA e EASA. Stavolta la segnalazione arriva dalla BEA, Ufficio inchieste dell'aviazione civile Francese. La mancata collisione (?) avvenuta lo scorso 19 febbraio tra un Airbus A320 Air France in atterraggio all'aeroporto Roissy-Charles de Gaulle e una drone (APR, UAV, UAS o mezzo a pilotaggio remoto che si voglia chiamare) è stata identificata come "inconveniente grave".
L'informativa rilanciata dai media aeronautici e internazionali riporta, infatti, come l'Airbus 320 fosse ad una quota di circa 1600 metri di altezza e solo una manovra manuale del pilota avrebbe consentito la separazione dal drone in rotta di collisione da sinistra. L'incontro ravvicinato tra i due mezzi volanti, a detta del pilota, avrebbe raggiunto una distanza minima di circa cinque metri.
Le normative dei droni vietano l'attività ad altezze superiori a 150 metri a terra e in prossimità degli aeroporti e/o lungo le traiettorie di atterraggio e decollo ma quello accaduto non rappresenta, purtroppo, una novità.
Anche nel Belpaese l'attività dei droni "in libertà operativa" è sottoposta ad analisi e monitoraggio.
A fronte dell'emanazione della 2 Edizione del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto alla Lettera 136156/CRT del 29 settembre 2015 avente per Oggetto: Regolamento" Mezzi aerei a pilotaggio remoto" - Chiarimenti Il Consiglio di Amministrazione dell'ENAC ha adottato nella seduta del 21 dicembre 2015 l'Emendamento 1 alla Ed.2 del Regolamento "Mezzi aerei a pilotaggio remoto" per adeguare in tempi brevi alcuni requisiti alle esigenze prospettate dall'Aeronautica Militare e per un primo allineamento agli orientamenti che si stanno consolidando a livello europeo. Ulteriori adeguamenti potranno intervenire a seguito degli approfondimenti in corso sulla Opinion recentemente emessa dall'EASA, tendente a fornire agli Stati Membri un quadro armonizzato di rifèrimento regolamentare per l'adozione delle normative nazionali. A tale scopo si ritiene utile fornire alcuni chiarimenti in merito alle modifiche introdotte ai requisiti inerenti le operazioni nei CTR, le operazioni di notte, le caratteristiche degli APR.
Le criticità evidenziate in Italia sono state riportate da ANSV, nel recente periodo, con i due comunicati,
del 18 novembre 2015
"Dall’inizio del 2015 ad oggi sono pervenute all’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) 16 segnalazioni di eventi in cui aeromobili a pilotaggio remoto (APR, detti anche droni) hanno interferito con le operazioni di volo di aeromobili manned (cioè con piloti a bordo). Il dato numerico relativo all’anno 2015 ha fatto registrare un deciso incremento rispetto allo stesso fenomeno osservato negli anni precedenti.
La maggior parte degli eventi segnalati è occorsa in aree “sensibili” per l’attività di volo, cioè in prossimità di aeroporti o dei sentieri di avvicinamento. Anche all’estero, ormai con una certa frequenza, si registrano segnalazioni analoghe, per cui l’ANSV, a livello ricognitivo della problematica, ha ritenuto opportuno confrontarsi con le omologhe autorità investigative straniere.
Poiché le interferenze con aeromobili manned possono avere implicazioni sulla sicurezza del volo, l’ANSV ha ritenuto opportuno affrontare la problematica in questione in due distinti incontri, tenutisi rispettivamente l’11 ed il 17 novembre, confrontandosi con le altre istituzioni aeronautiche e con gli operatori del settore. In particolare, l’11 novembre l’ANSV si è incontrata con l’Aeronautica militare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’ENAC, l’Aero Club d’Italia e l’ENAV SpA, mentre il 17 novembre con l’ANACNA, l’ANPAC, l’AOPA Italia e la Task Force tecnica della Fondazione 8 Ottobre 2001. Nei due incontri i partecipanti hanno messo a fattor comune dati ed informazioni in materia ed analizzato le possibili iniziative da assumere, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze, per la mitigazione della problematica in questione".
e del 28 gennaio 2016
"Associazione Nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) ha ricevuto, il 26 gennaio, le seguenti associazioni rappresentative del comparto APR: FIAPR (Federazione italiana aeromobili a pilotaggio remoto), ASSORPAS (Associazione italiana per i light RPAS), UASIT (Associazione italiana UAS) e EDPA (European drone pilots association).
L’incontro, durante il quale è stata affrontata la tematica delle interferenze nello spazio aereo italiano tra mezzi aerei unmanned ed aeromobili manned, si aggiunge ai due già organizzati dall’ANSV, sul medesimo argomento, a novembre dell’anno scorso, in occasione dei quali c’era stato un positivo confronto con l’Aeronautica militare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’ENAC, l’Aero Club d’Italia, l’ENAV SpA, l’ANACNA, l’ANPAC, l’AOPA Italia e la Task Force tecnica della Fondazione 8 Ottobre 2001.
L’incontro, al quale ha partecipato, per l’ANSV, anche il presidente Bruno Franchi, ha consentito di analizzare, in modo trasparente e pragmatico, alcune problematiche tecnico-operative ed organizzative del comparto APR, al fine di individuare le possibili iniziative da mettere in campo, per quanto di rispettiva competenza, per mitigare il fenomeno in questione". 5 marzo 2016
Operano da tempo, ma di recente l'attività è potenziata: EASA e ENAV sono informati? Dopo quanto anticipato nella news "Droni militari a Sigonella, ne arrivano altri con "Uas Satcom Replay Pads and Facility" di venerdì 19 febbraio il prestigioso Wall Street Jorunal (WSJ) con l'articolo "Italy Quietly Agrees to Armed U.S. Drone Missions Over Libya - Rome allows defensive flights from Sicily in military missions against Islamic State" apparso on-line il 22 febbraio trova conferma il volume di traffico di voli droni sul Mediterraneo nell'intreccio dei volumi di traffico civile-commerciale
Secondo WSJ, il governo italiano avrebbe autorizzato l'utilizzo di droni americani armati dalla base di Sigonella vs l’Isis in Libia e in Africa del Nord. L'articolo di Gordon Lubold, Julian E. Barnes, con il supporto Giada Zampano da Roma rivela l'accordo avvenuto dopo un prolungato negoziato.
Uno stralcio del WSJ riporta:
"But Rome’s green light came with a caveat that underscores the challenges the U.S. faces as it attempts to win commitments from allies in the fight against the extremist group: The Italians granted permission for the drones to be used only defensively, to protect U.S. special-operations forces in Libya, the officials said.
U.S. officials are still attempting to persuade the Italian government to allow the drones, based at Naval Air Station Sigonella on the island of Sicily since 2011, to be used for offensive operations like one the U.S. conducted Friday against a training camp near the border town of Sabratha, Libya, targeting a senior Islamic State operative and dozens more militants.
But in private conversations over the past year, Italian officials have balked at that step, the officials said, fearful of igniting domestic, antiwar opposition, especially in cases in which the Italians could be blamed for civilian casualties."
Le operazioni USA-NATO, probabilmente, delineano l'importanza di localizzare una base di droni anche in nordAfrica, ma una urgenza indifferibile riguarda il livello di safety del traffico civile-commerciale in navigazione nel Mediterraneo. In aggiunta alla sicurezza delle operazioni di volo sullo scalo di Catania Fontanarossa.
ENAC, ENAV e EASA sono, probabilmente, informati su quanto accade e hanno predisposto le misure, le procedure adeguate a tutelare le operazioni di volo civili-commerciali. 23 febbraio 2016
Era mercoledì 17 febbraio, l'aeromobile un Airbus 320 I- WEBB. Chi abbia segnalato l'intervento della squadra nucleare-radiologica dei vigili del fuoco dell'aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa non è ancora certo. Anche lo stesso "evento incidentale" non è granché diventato una notizia "aeronautica" significativa. Ne ENAC, ne ANSV hanno diramato alcuna notizia specifica.
Solo alcuni media locali hanno riportato come nel pomeriggio di quella giornata nel corso di un trasporto di routine di un pacco contenente sostanza chimiche - liquidi utilizzati in laboratori di medicina nucleare - trasportato nei bagagliai-stiva di un Airbus 320 Alitalia immatricolato I-WEBB fermo al parcheggio.
Una fuoriuscita di liquido da una delle numerose scatole-contenitori trasportati ha immediatamente allertato lo staff aeroportuale addetto alla stiva.
La squadra Nucleare Biologico Chimico Radiologico (NBCR) dei Vigili del Fuoco non avrebbe rilevata alcuna contaminazione e, la bonifica, non sarebbe stata eseguita.
La notizia avrebbe, tuttavia, bisogno di una conferma ufficiale e sarebbe indispensabile anche una verifica sulle procedure utilizzate, la regolarità applicativa nel trasporto di questo materiale. 22 febbraio 2016
Laser incident: malore a uno dei piloti! La CAA inglese (ovvero l'ENAC inglese) tra il gennaio 2009 e il giugno 2015 ha riportato ben 8.998 laser incidents sola nel gran Bretagna. Nel corso del 2014 gli aeromobili colpiti sono stati ben 1.440 dei quali 168 nel solo scalo di Heathrow-Londra. Sempre secondo la CAA. Quanti casi equivalenti invece sono stati segnalati in Italia e, quindi, registrati da ENAC?
Nella casistica "laser incident" del 2014 Manchester International è al secondo posto con 107 eventi, seguito da Birmingham con 92 e Leeds Bradford con 81.
Negli USA, secondo CNN, lo scorso novembre in un singolo aeroporto sarebbero avvenuti ben 20 segnalazioni. L'evento che i media hanno rappresentato in questi ultimi giorni rimanda al volo Virgin Atlantic A346 decollato da Londra Heathrow lo scorso 14 febbraio con destinazione New York JFK.
L'Airbus 340 con 252 passeggeri a bordo e 15 membri di equipaggio, volo VS-25, dopo la partenza dalla pista 09Destra dopo aver raggiunto in salita la quota di 360 FL a 170 miglia da Londra ha richiesto il rientro - con una segnalazione PAN PAN PAN - a terra. La motivazione è risultata il supporto medico per uno dei piloti colpito da un raggio laser nella fase di decollo, a circa 6-7 miglia dalla partenza in salita tra 6-7000 piedi di quota. L'atterraggio è avvenuto dopo circa 75 minuti dalla partenza.
Il pilota comandante era stato colpito agli occhi.
Quale è la situazione italiana? Quanti eventi laser o laser correlati si registrano nel Belpaese? Di quale casistica dispone ENAC? 18 febbraio 2016
"Innegabile problema reale e crescente per la sicurezza dei voli civili". Il documento "Safety Awareness for Users of Remotely Piloted Aircraft (RPA) in Close Vicinity of Airports IATA, ACI, IFALPA del febbraio 2016 è diventato virale. La minaccia costituita di voli dei droni "civili", lentamente, sta convincendo anche agenzie di sicurezza e soggetti del trasporto aereo civile-commerciale-militare.
Se il fenomeno droni si era rapidamente imposto e diffuso e capillare in ogni dove per innumerevoli utilizzi, altrettanto dinamicamente si argomenta ora sulle problematiche connesse agli intrecci safety e security dei mezzi volanti a controllo remoto.
In attesa che FAA, CAA e EASA divulgano una sorta di normativa quadro che possa essere applicata a livello "universale" il documento congiunto di IATA, ACI, IFALPA manifesta pubblicamente la "minaccia" rappresentata da un utilizzo indiscriminato e senza controlli, senza un monitoraggio effettivo dello spazio aereo inferiore, superiore. In prossimità dei centri abitati e nell'intorno di aeroporti (civili-militari-aviosuperfici) e/o lungo le traiettorie di decollo e di atterraggio.
In aggiunta al documento integrale (vedi allegato e/o stralcio sottostante) la dichiarazione del direttore generale IATA Tony Tyler nel corso di una conferenza stampa a Singapore - alla Fiera super evento Air Show sull' aviazione civile - ha sostenuto come " l'idea di pizza recapitata a casa con un aereo drone, deve essere accompagnata da problematiche associate alla sicurezza - safety di dette operazioni". "Indispensabile disporre di una normativa sullo spazio aereo intrecciato con le altre realtà operative del volo".
Le recenti casistiche di segnalazioni e riporti di droni in spazi aerei militari e civili - riportata anche dai media generalisti non solo dalla stampa specializzata - va, quindi, affrontata e risolta. I rischi vanno limitati, circoscritti e preliminarmente evitati.
Ecco comunque uno stralcio del documento della IATA-ACI-IFALPA. Background:
1.1 Remotely Piloted Aircraft (RPA), commonly known as drones, are increasingly being used, for commercial and recreational purposes.
1.2 There has been a very large increase in reports from all regions of the world of instances in which drones have been observed being flown dangerously close to aircraft and airports.
1.3 A review of 856 safety reports was carried out, to analyze the safety risks associated with drones.
I
• The analysis showed a significant increase in the monthly number of reported drone encounters.
• There was no correlation between the distance from the airport or the altitude of the drone and the likelihood of a near collision. Therefore, risk of collision with aircraft is at all altitudes and locations.
• The drones encountered were primarily small in size (less than 6 feet in length/diameter). • Reports were not limited to recreational drones.
II. Safety Risks:
Flying a drone in the close vicinity of an airport or an aircraft can pose a serious risk to the safety of those on board the aircraft. In the event of a collision or near-collision between the drone and the aircraft, the resulting accident could cause loss of life.
The period covered in the analysis is from January 2013 to August 2015. Data was obtained from 7 official sources, 87% (743 of 856) of the reports used in the analysis came from North American data sources. III. Protect public safety by operating RPA responsibly:
In many jurisdictions, governments have made it a criminal offence to fly a drone in a dangerous or reckless manner that endangers an aircraft and several others are taking similar steps. It is important to ensure that users and operators of drones act responsibly and are aware of the rules that are in place to keep everyone safe.
Drone users and operators should:;
Check and follow all local laws before flying a drone.
Use common sense and fly safely. The following are some recommendations extracted from existing regulations to guide drone operators:
• Keep the drone within visual line of sight and within its control range.
• Remain below any surrounding obstacles, and do not fly the drone above the restricted limit. • Always keep the drone well away from aircraft, helicopters, airports and airfields..
• If absolutely necessary to operate within the vicinity of an airport, contact the airport operator and control tower for approval before flying. Different countries have different requirements pertaining to how close to an airport a drone may be flown.
• Keep a safe distance from people, vehicles, buildings or structures.
• Do not fly in adverse weather conditions such as in high winds or during times of reduced visibility.
• Do not fly near or over sensitive infrastructure or property such as power stations and areas where rescue and/or emergency operations are in force. 17 febbraio 2016
Dal 18 febbraio 2016 scatta la nuova normativa UE-EASA.La nuova disciplina per piloti e assistenti di volo, i tempi di volo giornalieri (nelle 24 ore), nel mese e nei 12 mesi, dopo una estenuante esame, con numerose discussioni, controversie e polemiche, alla fine troverà applicazione, almeno, per i vettori "europei".
Sarà sicuramente applicata in Italia dalle aerolinee "italiane" ma sarà operativa anche per i naviganti di vettori UE. Non è altrettanto certo che sia adottata da aerolinee extra comunitarie e extra continentali.
Quale organismo sovranazionale potrà verificare-vigilare se la disciplina che regola i tempi di volo, di servizio e di riposo degli equipaggi che atterrano e decollano dagli scali europei sarà adeguata ai livelli di safety che sono alla base della normativa UE-EASA?
Chi controlla, ad esempio, i limiti di volo/servizio di vettori esterni alla UE - pur insediati nel vecchio Continente - benché in servizio sugli scali del Belpaese?
La stessa disciplina EASA, comunque, delinea una struttura d'impiego degli equipaggi di volo assai peggiorativa rispetto agli standard storici. Le medie annuali dei vettori italiani degli anni 70-80-90 erano intorno a 500 ore di volo/anno. I nuovi limiti sono forse in grado di compromettere l'operato degli equipaggi inficiando la sicurezza stessa dei voli? L'ipotesi di aggravio dei tempi di volo e di servizio, la riduzione dei periodi di riposo minimi - rispetto ai limiti correnti e in vigore (almeno in Europa e NordAmerica) hanno, probabilmente, visto le rappresentanze del personale di volo nazionali ed europei contrastare e non condividere tali criteri e risoluzioni, anche se i sindacati non hanno adeguatamente sostenuto tali posizioni. La dura competizione tra vettori, la crisi delle aerolinee, gli annosi deficit di bilancio, il riassetto aziendale, le fusioni con finanziatori orientali e altre dinamiche di mercato, hanno, di fatto, anche fiaccato ogni ipotesi antagonista da parte dei sindacati/associazioni dei piloti e assistenti di volo alla nuova disciplina di volo.
La problematica questione ha trovato spazio ed è stata sintetizzata dall'iniziativa da Diego De Lorenzis, Capogruppo del M5S della IX Commissione Trasporti della Camera con la seguente interrogazione.
"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, al ministro del Lavoro e delle politiche sociali.
Per sapere, premesso che:
il 18 febbraio 2016 saranno applicabili agli Stati membri dell'Unione europea le disposizioni di cui al regolamento (Ue) n. 83, approvato in Commissione il 29 gennaio 2014, recante la disciplina dei tempi di volo, di servizio e di riposo degli equipaggi (di seguito denominato 'Parte Oro-Ftl'), con l'eccezione delle attività effettuate da 'Aerotaxi' (voli non di linea a domanda con velivoli aventi configurazione posti passeggeri non superiore a 19), aeromobili impiegati in attività di Emergenza sanitaria (Ems), aerei impiegati in attività Cat con un solo pilota ed attività effettuata con elicotteri;
il citato regolamento prevede i requisiti che devono essere soddisfatti da un operatore ed i suoi membri d'equipaggio in merito ai limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti relativi ai tempi di riposo per i membri d'equipaggio, definendo tempi di riferimento, alloggi, tipi di servizi, periodi e relativi riposi, nel minimo e nel massimo, oltre che le responsabilità dell'operatore e dei membri d'equipaggio;
con specifico riferimento ai tempi di volo ed ai periodi di servizio, la nuova disciplina prevede regimi assai elevati: si pensi, a titolo esemplificativo, che come periodo di servizio di volo massimo giornaliero, per i membri d'equipaggio acclimatati, previsto per 2 tratte fino a 12 ore e 45 minuti, per 4 tratte fino a 11 ore e 45 minuti, per 7 tratte fino a 10 ore e 30 minuti. In termini generali, i periodi di servizio totali ai quali un membro d'equipaggio può essere assegnato non devono superare: 1) 60 ore di servizio in un periodo di 7 giorni consecutivi; 2) 110 ore di servizio in un periodo di 14 giorni consecutivi; e 3) 190 ore di servizio in un periodo di 28 giorni consecutivi, ripartite il più omogeneamente possibile in tale periodo. Il tempo di volo totale delle tratte alle quali un membro d'equipaggio assegnato come membro d'equipaggio operativo non deve superare: 1) 100 ore di volo in un periodo di 28 giorni consecutivi; 2) 900 ore di volo per anno di calendario; 3) 1000 ore di volo in un periodo di 12 mesi di calendario consecutivi. Il servizio post-volo calcolato come periodo di servizio;
sussistono tuttavia ulteriori ipotesi di aggravio dei tempi di volo e di servizio con la previsione della riduzione dei periodi di riposo minimi e di circostanze impreviste durante le operazioni di volo che possono modificare i limiti sul servizio di volo, il servizio ed i periodi di riposo a discrezione del comandante. A questo riguardo al Titolo 2, Oro.Ftl.205 Periodo di servizio di volo (Psv), lettera f), in merito alle 'Circostanze impreviste durante le operazioni di volo – Discrezionalità del comandante', si prevede un aumento delle ore massime di volo, senza cambiare equipaggio, di due ore: per cui, a titolo esemplificativo, nel caso di check-in dalle 6 alle 13:29, con tempo di volo massimo di 13 ore, l'equipaggio terminerebbe indicativamente per le ore 19 senza considerare le eventuali ulteriori 2 ore allungando il servizio fino alle ore 21;
il peggioramento del previsto regime evidente se si pensi al caso in cui, nella fascia di orario dalle 5:45 alle 5:59 del mattino, si effettui un massimo di 12 ore e 45 minuti per due settori, eventualmente da allungarsi considerando le due ore a discrezione del comandante. Ne deriva, a titolo esemplificativo, che un pilota di una determinata compagnia aerea che abbia effettuato un check-in alle 5:50 presso l'aeroporto di Fiumicino per andare a Boa Vista, con expected flight time di 6 ore di volo, opera in 2 settori con servizio massimo fino alle 18:35. Potrebbe prospettarsi il caso che a Boa Vista si presenti un qualsiasi problema per cui il comandante a sua discrezione, magari per esigenze familiari, decida comunque di tornare il prima possibile a Fiumicino allungando i tempi e il servizio fino a due ore. Pertanto, l'intero equipaggio di un volo, in applicazione della normativa modificata, potrà effettuare un atterraggio alle 20:30, essendo in servizio dalle 5:45 e, presumibilmente, sveglio almeno dalle 4:30;
l'agenzia europea per la sicurezza aerea chiamata, ai sensi dell'articolo terzo paragrafo, del regolamento n. 83 del 2014, che introduce l'articolo 9-bis al regolamento n. 965 del 2012, ad effettuare un esame continuo dell'efficacia delle disposizioni concernenti i limiti dei tempi di volo e di servizio e i requisiti relativi ai tempi di riposo previsti dalla normativa europea richiamata;
tale esame in funzione di controllo presuppone il coordinamento e l'assistenza degli Stati membri e, quindi dei soggetti competenti in materia, fra cui evidentemente Enac (Ente nazionale aviazione civile) a garanzia della sicurezza dell'aviazione civile;
sulla questione incidono altresì le norme a tutela dei lavoratori derivanti dall’'Accordo europeo sull'organizzazione dell'orario di lavoro del personale di volo dell'aviazione civile', (di cui al decreto legislativo 185 del 2005 attuativo della direttiva 2000/79/Ce)
come il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti intenda evitare che l'applicazione del regolamento (Ue) 83/2014 –che, secondo gli interroganti, prevede un regime deteriore per le ragioni illustrate in premessa in ordine ai tempi di volo e di servizio– causi un aumento dei rischi legati alla sicurezza in volo;
se il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti possa specificamente illustrare le misure previste, anche dai competenti soggetti come Enac, per consentire l'esame continuo dell'agenzia europea per la sicurezza aerea sull'efficacia delle disposizioni concernenti i limiti di volo e redigere la relativa relazione, al fine di garantire la sicurezza dei voli;
come il ministro del Lavoro e delle politiche sociali intenda assicurare un adeguato livello di tutela del lavoro nel rispetto della normativa vigente, con specifico riferimento al personale di volo dell'aviazione civile". 5 febbraio 2016
Intorno alle misure di security e protezione dal rischio incidenti rilevanti in vigore. Per volare serve jet fuel: solitamente viene imbarcato durante la sosta tra un atterraggio e una successiva partenza e le flotte sono rifornite entro il sedime aeroportuale. A quanto ammonta il jet fuel annualmente imbarcato? Se nel 2004 il consumo totale di jetfuel è stato di circa 3,6 milioni di tonnellate quante sono risultate nel 2015? Possiamo, forse, stimare, una quantità di almeno 10-12 milioni di tonnellate, con rifornimento attraverso bocchettoni dalla superficie dei parcheggi/aeromobili e/o per mezzo di autobotti posizionate in prossimità dei serbatoi degli aeromobili da rifornire.
Almeno la maggioranza dei rifornimenti avviene sugli scali di Fiumicino e di Malpensa (origine di voli long range), sugli scali Laziali e Lombardi, una evidenza che rimanda alla localizzazione di grossi serbatoi di jetfuel all'interno dei sedimi aeroportuali.
La sicurezza del sistema-processo della rete di depositi di carburanti avio, la relazione tra gestore e fornitore di reti piping, la gestione complessiva delle tubazioni e bocche di erogazione (pit) con una varietà di serbatoi che assicura - con una rete capillare - numerose posizioni di parcheggio aeromobili. Sistema di pompaggio con pompe elettriche e km di tubazioni
che necessitano di tecniche, procedure, sistema di vigilanza per approvvigionamento e distribuzione del combustibile. Controllo di qualità, parametri e range prefissati al fine di evitare ogni contaminazione. Nella fase dello stoccaggio e del rifornimento sui velivoli.
Un sistema di stoccaggio che necessita sempre maggiori depositi e quantità in relazione ad una ampiezza dei sedimi aeroportuali, con il layout di piste-piazzali-taxiways-terminal, sempre meno disponibili.
Dove sono localizzati i depositi-serbatoi di carburante avionel maggiori e minori aeroporti del Belpaese?
Cosa potrebbe accadere dinnanzi alla richiesta di autorizzazione per la realizzazione di nuovi depositi? La spazio residuo è adeguato o, diversamente, il rifiuto della concessione è una risposta scontata: in quasi tutti gli scali del Belpaese? Qualora la disponibilità è negata, cosa impedisce che nuovi depositi siano attrezzati al di fuori di uno scalo aereo?E' una misur, probabilmente, inevitabile in relazione alle esigenze di depositi-serbatoi per lo stoccaggio prima e il rifornimento degli aeromobili dei voli civili-commerciali e militari.
Da Fiumicino a Ciampino, da Linate a Malpensa, dal Treviso-Canova e Pisa Galileo Galilei e Peretola, a Bergamo-Orio al Serio a Verona Catullo i livelli di safety e security e tutela dal rischio incidenti rilevanti per incidente aereo e dal terrorismo approntati sono adeguati? 18 gennaio 2016
Statisticamente rarissimo, ma talvolta accade: stavolta in India. Lo ha rivelato un articolo sul The Times of India il 7 gennaio 2016. Il pezzo di ghiaccio è cascato sul villaggio di Dist Sagar (Madhya Pradesh ) India, con coordinate geografiche 23°14’03.39″N, 78°53’06.08″E, anche se è accaduto il precedente 17 dicembre 2015, ha colpito una signora di 60anni di passaggio. Il ghiaccio ha, fortunatamente, colpito la persona solo di rimbalzo, dopo aver toccato un tetto-pensilina, riducendone l'impatto e le conseguenze/contusione riportata. Un sostanzioso risarcimento sarà, sicuramente, pagato dalle assicurazioni.
Il ghiaccio, probabilmente, è precipitato da un aeromobile in sorvolo, una perdita-rilascio di liquido-liquami dalle condutture della toilette del volo. La casistica ha da tempo identificato tale "eventi" come blue-ice e, solitamente, possono sganciarsi-staccarsi in volo nella fase di discesa e/o avvicinamento per l'atterraggio quando la massa calda-temperatura esterna aumenta. Il colore blue deriva dalla colorazione azzurrognola del liquido disinfettante utilizzato nello scarico delle toilettes in cabina passeggeri.
Questo genere di eventi-inconveninti-incidenti, anche per la loro natura non sono sistematicamente monitorati.
Spesso il blue-ice impatta il suolo o il mare senza alcun riscontro.
Nel recente passato negli USA sono stati, comunque, documentati 27 casi nel periodo 1979-2003.
I media hanno segnalato lo sfondamento di un tetto occorso il 20 ottobre 2006 a Chino-California. Uno a Leicester in Gran Bretagna nel 2007. Viene ricordato anche il ble-ice grosso come un pallone di calcio che ha sfondato - nel febbraio 2013 - il tetto di un conservatorio musicale in Clanfield, Hampshire - UK provocando un danno-risarcimento intorno a 10mila sterline. 13 gennaio 2016
CAA e EASA hanno identificato invece le criticità evidenti. Talvolta la cronaca giornalistica è spietata: dopo il drone nello slalom nella discesa libera, il drone a Roma verso il Vaticano, ecco il drone sui campi di calcio ed ora il primo volo per il drone NATO a Sigonella.
Il quadro in Italia, in attesa della regolamentazione - prossima ventura - dell'EASA, quella in corso di censimento-monitoraggio della flotta APR in circolazione negli USA con la FAA, le problematiche associate all'esercizio - in sostanza liberalizzato anche se responsabilizzato degli operatori - della flotta dei droni è fonte di incognite e criticità per i livelli di safety, per la security e, infine e non ultimo, per la privacy dei cittadini.
Se l'impiego dei cinque droni assegnati dal programma AGS - Alliance Ground Surveillance della NATO, localizzati nell'aerobase di Sigonella in Sicilia, apre considerazioni aggiuntive per l'intreccio tra traffico aereo civile/commerciale di Catania Fontanorossa, implica procedure di volo specifiche per esemplari “Global Hawk” modificato con quote di crociera di 40mila piedi, è il quotidiano utilizzo dei droni a bassissima quota in prossimità di centri abitati, di eventi e concentrazione di cittadini, di piste di volo e edificazioni .e località sensibili e/o a rischio a costituire una vera "emergenza".
Una flotta di droni che abbisogna di tecnici certificati, qualificati e "responsabilizzati", di un monitoraggio sistematico dell'attività di volo, oltre al censimento sistematico della tipologia e numero di APR venduti e in attività.
Una urgenza tra le altre dev'essere costituita e fatta funzionare.
Un qualche ente e/o agenzia in grado vigilare e sorvegliare l'attività di volo dei mezzi a pilotaggio remoto, oltre che a investigare eventuali eventi, inconveniente e incidenti verificatisi.
La Regolamentazione EASA - probabilmente il complesso normativo più qualificato - non sarà emanata ed operativa nel brevissimo periodo, nel quale, frattanto, il numero dei droni venduti e la multiforme attività in atto non sembrerebbe adeguatamente "monitorato" e sorvegliato con mezzi, criteri e personale adeguato.
Cosa fare quindi? Quali provvedimenti, quali iniziative preliminari possono essere attivate?
In attesa che ENAC, Ministero dei Trasporti, Ministero della Difesa, ANSV e ENAV predispongano un programma finalizzato all'esercizio "ottimale della flotta dei droni appare utile riferire uno stralcio, una sintesi illuminate della normativa della CAA (Civil Aviation Authority) della Gran Bretagna sull'attività dei "Flying drones"
Guidance on the safety rules that apply when flying unmanned and model aircraft:-
When you fly a drone in the UK it is your responsibility to be aware of the rules that are in place to keep everyone safe.
Follow these simple steps to make sure you are flying safely and legally.
The Dronecode
- Make sure you can see your drone at all times and don't fly higher than 400 feet
- Always keep your drone away from aircraft, helicopters, airports and airfields
- Use your common sense and fly safely; you could be prosecuted if you don't.
Drones fitted with cameras must not be flown:
- within 50 metres of people, vehicles, buildings or structures
- over congested areas or large gatherings such as concerts and sports events
- See our quick-start safety guide on flying drones for fun and First Person View's video that explains the basic rules.
For more detailed guidance on flying unmanned aircraft and information on operating commercially visit www.caa.co.uk/uas
Una nota della Commissione UE riporta:
"Drones: unleashing their full potential
Drones are a technology that is already bringing about radical changes, by creating opportunities for new services and applications, as well as new challenges. They represent a tremendous opportunity both for our aeronautical manufacturing industry, especially for small and medium sized enterprises, and for the many aviation and non-aviation businesses that will be able to integrate drones into their activities, and increase their efficiency and competitiveness. Today’s aviation safety rules are not adapted to drones. Given the broad variety of types of drones being used under very differing operation conditions, a risk-based framework needs to be put in place rapidly. This framework will ensure their safe use in civil airspace and create legal certainty for the industry. In this context, concerns related to privacy and data protection, security, liability and insurance or environment will also be taken into account.
In order to ensure the safe interaction with existing airspace users coming under EU rules and to create a large single home market, of particular relevance to small and medium sized enterprises and start-ups, this framework must be set up at EU level. For safety reasons, all drones must be covered, even
small ones. However, the rules must be proportionate to the risk to ensure that new developments are not hampered by unnecessarily heavy and costly rules and procedures, in line with the Commission's Better Regulation approach. The Commission will also seek to rely on industry standards as far as possible.
The Commission:
• Proposes a basic legal framework for the safe development of drone operations in the EU, as part of the new basic aviation safety Regulation replacing Regulation 216/2008;
• Will task the European Aviation Safety Agency with preparing more detailed rules which will allow the drone operations and the development of industry standards." 7 gennaio 2016
I TARGET primari della SAFETY: un traguardo da raggiungere! Anno nuovo vita nuova? Si ma, ancora una volta, problematiche vecchie e ancora irrisolte.
Aerohabitat come ogni anno anche per il 2016 elenca, ancora una volta, le cose da fare e/o da completare. Alcune iniziative sono state avviate, spesso sono state linee guida e circolari utili ad allineare il Trasporto Aereo del Belpaese agli standard ICAO - EASA - EU.
Il perseguimento ed il rapido raggiungimento di target decisivi per ottenere maggiori livelli di sicurezza delle operazioni di volo, sia di aviazione generale quanto di aviazione commerciale e militare, dalle parole, dagli intendimenti deve passare ai fatti. Alla pratica concreta.
Sono traguardi fondamentali, al fine di assicurare livelli adeguati di Trasporto Aereo e rendere, in parallelo, immediatamente efficaci, senza deroghe effettive e temporali, la tutela dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente limitrofo alle piste di volo.
In aggiunta ai punti chiave da risolvere degli anni passati - sotto elencati - occorre, tuutavia, aggiungere:
- Censimento dei droni civili in circolazione, elenco dei soggetti certificati all'utilizzo remoto di APR, identificazione delle scuole cultura/formazione abilitazioni APR, revisione ed adeguamento del Regolamento ENAC alle normative-disposizioni FAA, EASA e CAA.
- Monitoraggio delle attività droni per utilizzo ludico-sportivo-professionale in zone abitate, in prossimità di scali aerei, aviosuperfici, piste militari e campi volo.
Alert: lista storica:
• Piano Nazionale Aeroporti (piste compatibili e sostenibili)
• Piano Rischio Aeronautico: zona A, B, C e D (serbatoi carburante, edifici sensibili e altro)
. Piano Rischio incidente aereo Aerobasi A.M.I.
. Rischio terzi (curve isorischio) su ogni pista civile/commerciale e militare
. Redazione e piena trasparenza del Piano Emergenza Aeroportuale (PEA) e Piano Emergenza Esterna Esterno (PEE) di ciascun aeroporto civile/commerciale e aerobase militare
• Piano Safety ULM ultraleggeri
• Task force birdstrike - impatto volatili
• Adozione ed adeguamento delle mappe acustiche aeroportuali
• Adozione ed adeguamento delle mappe gassose-atmosferico aeroportuali
• Verifica e adozione delle reti di monitoraggio acustico aeroportuale
• Verifica e adozione delle reti di monitoraggio gassoso aeroportuale
• Verifica e aggiornamento delle procedure di V.I.A. e V.A.S. aeroportuali
- Completamento e disponibilità online delle Relazione riguardanti investigazioni tecniche relative a determinati "incidenti" aeronautici, ancora irrisolti. 5 gennaio 2016
Intorno alle 08.30 del mattino di domenica 27 dicembre la Polizia Municipale avrebbe identificato l'APR. Quali tecniche e strumentazioni "tecnoelettroniche" hanno scovato il volo sull'acqua del Tevere - tra Ponte Umberto e piazza S. Pietro- all'altezza Del Castel Sant'Angelo , nella prima mattinata della giornata dedicata al Giubileo della famiglia mentre almeno 50mila persone affollavano Piazza San Pietro?
A quale altezza volava? Sorvolava i ponti per scattare fotografie-video amatoriali? E' quanto hanno rilevano in cronaca locale alcuni quotidiani on-line. La notizia, tuttavia, non è al momento stata amplificata a livello nazionale.
Sono stessi gli stessi "poliziotti", dopo un allarme che ha messo in movimento gli agenti in pattuglia lungo le strade adiacenti a scoprire due turisti - in seguito identificati come cittadini israeliani - che con un radiocomando monitoravano il volo del drone equipaggiato con una telecamera ad alta risoluzione.
Gli agenti hanno convinto il manovratore - remoto a far atterrare il mezzo volante immediatamente sequestrato avviando una indagine sull'evento.
Sono stati informati Digos e Europol e Interpol: accertamenti sono in corso e i due turisti - dopo verifiche con le Autorità diplomatiche israeliane - avrebbero manifestato un esclusivo interesse documentale e privato nell'utilizzo dell'APR. La questione, probabilmente, sarà sottoposta all'Autorità Giudiziaria per violazione al Codice della Navigazione.
Altre considerazioni rimandano al tipo di drone, dove era stato acquistato: all'estero (in Israele?) on in Italia? l'APR ha superato la dogana? La certificazione e le autorizzazione all'uso hanno valore internazionale. A quale regolamento-normativa dovevano riferirsi? Quale altro monitoraggio strumentale-elettronico-radar dello spazio aereo romano è stato adottato?
Basterà in futuro l'avvistamento a vista - occasionale e/o sistematico e/o pianificato - dei droni volanti al fine di assicurare adeguato livello della sicurezza-security e una safety aerea in basso sorvolo sulla città Capitale del Giubileo della Misericordia? 28 dicembre 2015
Una imminente normativa, lineare e coerente e adeguata non sembra, tuttavia, prossima. Stavolta l'utilizzo in diretta di un drone "in videoripresa" televisiva, senza controllo è precipitato a pochi metri dallo sciatore austriaco Marcel Hirscher. Dopo l'accaduto, nella gara di Coppa del mondo di sci, il 23 dicembre, a Madonna di Campiglio la Federazione Internazionale di Sci (FSI) avrebbe dichiarato il divieto d'uso dei droni per le riprese aeree, dall'alto, delle discese.
La caduta del drone non ha compromesso la corsa sportiva ne ferito alcun concorrente anche se il rischio è stato elevatissimo: lo sciatore sfiorato si è classificato al secondo posto.
L'utilizzo ludico, professionale e per il monitoraggio del territorio si estende e si allarga anche se le normative riguardanti l'impiego dei droni non contemplano ancora un adeguato e sistematico controllo. Le problematiche associate allo spazio aereo occupato, alla privacy, alla safety, all'identificazione e certificazione dei soggetti utilizzatori. Droni per il controllo nel Giubileo della Misericordia, per potenziare la sicurezza nelle città, perciò attività svolte dalle amministrazioni comunali, cittadine e regionali. Anche sotto il diretto controllo delle forze dell’ordine e della Prefettura. Attrezzature nella disponibilità non solo della Polizia Locale, anche degli organi di Polizia dello Stato.
La questione della flotta dei droni civili pertanto - altro è l'universo degli UAV-UAS militari e l'intreccio con il traffico aereo civile/commerciale anch'esso irrisolto - è sempre in primo piano.
Se la FAA negli USA hanno in corso la sistematica rilevazione-censimento primario - previsto dalla legge - dei droni esistenti - acquisitati, venduti e in libero commercio - e dei loro utilizzatori ance l'EASA, European Aviation Safety Agency ha da poco reso disponibile un Report "Technical Opinion" relativo alle operazioni di volo compatibili con la safety nello spazio aereo civile. Come assicurare il boom industriale dei droni con la safety, la privacy e la sicurezza e l'incolumità dei cittadini nella loro vita quotidiana?
La Technical Opinion EASA nella realtà non risolve le problematiche nè rappresenta una proposta di sintesi normativa da applicare nei Paesi della Comunità Europea. In una sorta di "Open Democracy" è stato alimentato un dibattito-deliberazione con un sorta di review-panel.
Racchiude invece, al momento, una serie di "proposte". Sarebbero ben 27: un quadro normativo per la gestione della flotta intrecciata di droni (APR) di piccole, medie e grandi dimensioni e relative masse-pesi. La soluzione non appare ne prossima ne tantomeno semplice.
Quanti sono i droni operanti, in Europa, sul Mediterraneo? In Italia invece il mercato dei droni-APR civili sarebbe in mano ad almeno 500 aziende con oltre 85 scuole di volo autorizzate-certificate in progressivo incremento numerico. Quanti siano e quali siano i profili "professionali" e il numero degli operatore remoti di mezzi volanti: il quadro è ancora incerto.
Nel corso del recente "Roma Drone Conference", l'ENAC con l’ingegner Riccardo Delise ha illustrato una serie di dati sulla filiera dei droni. Con quasi mille gli operatori nel 2015. Ma a quanto ammonta la flotta "operativa" italiana tra droni giocattolo e droni professionali (escludendo perciò i militari): qualcuno ha sostenuto che possano essere oltre 10mila! 25 dicembre 2015
Scenario: come filtrare e selezionare le "segnalazioni" di pericolo e/o allerta e/o incidenti? Da un lato è rimasto coinvolto il volo Air France AF 463, Boeing 777 - con 459 passeggeri e 14 crew - partito dalle Mauritius e con destinazione Parigi, ha eseguito un atterraggio di emergenza nella mattinata di domenica 20 dicembre all'aeroporto di Mombasa -Kenya. Le ricerche hanno consentito l'individuazione di una falsa bomba posizionata dietro lo specchio di una toelette. Un cartone con un dispositivo- timer, attrezzo da cucina. Sono state interrogate cinque passeggeri.
Un secondo falso allarme ha riguardato la segnalazione di un ultraleggero precipitato intorno a mezzogiorno di domenica 20 dicembre nella zona di Ampezzo (Provincia di Udine) nei canaloni del monte Amariana, hanno sostenuto a lungo i testimoni-escursionisti "oculari".
Le segnalazioni riportavano la presenza di due piloti?? I soccorsi, prontamente intervenuti, 118, vigili del fuoco, soccorso alpino della Guardia di Finanza/Sagf di Tolmezzo e carabinieri, hanno operato in una zona difficile per almeno quattro ore.
L'area di Forcella Priuso, Socchieve, Mediis, e Preone è stata setacciata a lungo e in largo. Dopo alcune ore le autorità hanno rilevato, come, probabilmente, la segnalazione arrivata sia da ritenersi un falso allarme. 21 dicembre 2015
Intanto ogni proprietario di UAS - USA deve registrarsi! Il D-day è il prossimo 21 dicembre 2015. Viene avviato una sorta di mappatura della flotta dei droni o UAS (Unmanned Aicraft Systems) o UAV (Unmanned Aerial Vehicle) o APR (Aeromobili a pilotaggio remoto), un obbligo di legge che si applicherà tutti gli aeromobili , alle differenti tipologie di "UAS Operations" suddivise nelle seguenti tre categorie: Public Operations (Governmental), Civil Operations (Non-Governmental) e Model Aircraft (Hobby or Recreation only). "What Can You Do With Your Unmanned Aircraft?"
La Federal Aviation Administration (FAA) e US Department of Transportation registrerà, infine, la flotta dei droni in circolazione, quelli di peso superiore alle 0,55 libbre (250 grammi) e al di sotto di 55 libbre (circa 25 chilogrammi). L'operazione di rilevazione sistematica e dettagliata dei droni in circolazione (Registration Begins on December 21, 2015, First 30 Days are Free) dovranno registrarsi, perciò mettersi in regola entro il prossimo 19 febbraio 2016.
“Make no mistake: unmanned aircraft enthusiast are aviators, and with that title comes a great deal of responsibility,” ha sostenuto U.S. Transportation Secretary Anthony Foxx. “Registration gives us an opportunity to work with these users to operate their unmanned aircraft safely. I’m excited to welcome these new aviators into the culture of safety and responsibility that defines American innovation.”
Alla fine è scoppiata l'esigenza di monitorare vendita e operatività della flotta dei mini e grossi droni acquistabili in ogni dove, anche per corrispondenza. Basta pagare e si comprano mezzi a pilotaggio remoto anche a 10-12 anni. Purtroppo anche l'attività di volo esercitata nel giardino di casa e/o negli spazi aperti, privati e/o pubblici dovrebbe essere monitorata e classificata.
Se da un lato lo stesso ANSV lo scorso 18 novembre ha emanato il seguente comunicato:
"Dall'inizio del 2015 ad oggi sono pervenute all’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) 16 segnalazioni di eventi in cui aeromobili a pilotaggio remoto (APR, detti anche droni) hanno interferito con le operazioni di volo di aeromobili manned (cioè con piloti a bordo). Il dato numerico relativo all’anno 2015 ha fatto registrare un deciso incremento rispetto allo stesso fenomeno osservato negli anni precedenti.
La maggior parte degli eventi segnalati è occorsa in aree “sensibili” per l’attività di volo, cioè in prossimità di aeroporti o dei sentieri di avvicinamento. Anche all’estero, ormai con una certa frequenza, si registrano segnalazioni analoghe, per cui l’ANSV, a livello ricognitivo della problematica, ha ritenuto opportuno confrontarsi con le omologhe autorità investigative straniere.
Poiché le interferenze con aeromobili manned possono avere implicazioni sulla sicurezza del volo, l’ANSV ha ritenuto opportuno affrontare la problematica in questione in due distinti incontri, tenutisi rispettivamente l’11 ed il 17 novembre, confrontandosi con le altre istituzioni aeronautiche e con gli operatori del settore"...
Negli USA le segnalazioni di elicotteri e aeromobili che hanno incontri ravvicinati con mezzi senza pilota non identificati è all'ordine del giorno e le problematiche di security legate al terrorismo si associano e sovrappongono alle questione di safety.
L'attività dei droni - civili, militari e amatoriali - sono diventati una problematica primaria per la sicurezza dei voli civili e commerciali oltre che di privacy e security per la popolazione e le città?
Questo genere di "incontri ravvicinati" - almeno quelli registrati/denunciati - avvengono entro i 100-120 metri di altezza dal suolo.
A Roma i lunghi mesi del Giubileo della Misericordia, probabilmente, acuiscono questa "problematica" e lo spazio aereo in prossimità del suolo esige misure di "no-drone" zone che possono essere pianificate e risolte solo dopo aver identificato la flotta dei droni in circolazione nel Belpaese, dei loro proprietari e dopo aver verificato la loro "professionalità" specifica. 16 dicembre 2015
Una flotta nel mirino: indispensabili una task force e misure perentorie e improrogabili! Era il dicembre 2014 quando un Airbus 320 Air Asia si è inabissato con 162 persone a bordo nel Mar di Giava. Nella relazione preliminare degli investigatori - dopo il recupero e la trascrizione delle scatole nere Cockpit voice recorder (Cvr) e Flight data recorder (Fdr) - aveva attribuito-genericamente - le cause ad un ipotetico, quanto ignoto e imprecisato, errore umano. O meglio aveva identificato le cause-concause nell'imperscrutabile universo comportamentale e operativo del "human factor".
Lo scorso 1 dicembre 2015 ecco emergere una inaspettata verità. Una conclusione che, in fondo, è stata anticipata dalla doppia direttiva sulla flotta Airbus 318-319-320-321 anticipata da EASA nel febbraio 2015 e adottata dalla FAA nelle ultime giornate di novembre 2015.
Il Comitato nazionale per la sicurezza dei trasporti indonesiano (NTSC) ha, infatti, rilasciato nel Final report conclusivo, di 206 pagine, le seguenti cause concause o "contributing factors" che hanno determinato la perdita di controllo dell'aeromobile e conseguente inabissamento del velivolo.
"The cracking of a solder joint of both channel A and B resulted in loss of electrical continuity and led to RTLU (rudder travel limiter unit) failure. The existing maintenance data analysis led to unresolved repetitive faults occurring with shorter intervals. The same fault occurred 4 times during the flight.
The flight crew action to the first 3 faults in accordance with the ECAM messages. Following the fourth fault, the FDR recorded different signatures that were similar to the FAC CB‟s being reset resulting in electrical interruption to the FAC‟s. The electrical interruption to the FAC caused the autopilot to disengage and the flight control logic to change from Normal Law to Alternate Law, the rudder deflecting 2° to the left resulting the aircraft rolling up to 54° angle of bank. Subsequent flight crew action leading to inability to control the aircraft in the Alternate Law resulted in the aircraft departing from the normal flight envelope and entering prolonged stall condition that was beyond the capability of the flight crew to recover".
Dopo che EASA aveva diramato l'AD No.: 2014-0217R1 EASA del 26 febbraio 2015 relativa al "Auto Flight / Instruments – Stop Rudder Input Warning – Installation / Activation e la successiva direttiva EASA concernente "la vulnerabilità" strutturale del "Rear fuselage clips, shear webs and angles" con AD del 24 luglio 2015 dei modelli Airbus 321-320-321 la FAA ha confermato le criticità, una settimana prima della divulgazione ufficiale del Final Report NTSC dell'Airbus 320 Air Asia.
Sembrerebbe una operazione concertata, tra organismi nazionali, sovranazionali e agenzie investigative con un solo obiettivo, rassicurare passeggeri, utenti e personale di volo.
A questo punto, tuttavia, serve una presa di posizione diretta, immediata, da parte degli organismi nazionali deputati alla sicurezza del volo. Quanti sono, ad esempio, i velivoli operanti per i vettori italiani che devono essere sottoposti agli interventi di verifica-manutenzione-modifica-riparazione. Quanti aeromobili in leasing volano per le aerolinee italiane? Quanti di questi sono sottoposti alla giurisdizione-vigilanza ENAC? Entro quale data devono essere espletate le operazioni di ispezione straordinaria?
La flotta Airbus interessata è la seguente: "A318-111, A318-112, A318-121, A318-122, A319-111, A319-112, A319-113, A319-114, A319-115, A319-131, A319-132, A319-133, A320-211, A320-212, A320-214, A320-215, A320-216, A320-231, A320-232, A320-233, A321-111, A321-112, A321-131, A321-211, A321-212, A321-213, A321-231 and A321-232 aeroplanes, all manufacturer serial numbers".
Vedi anche la news Aerohabitat "Direttiva FAA-EASA sulle code della flotta Airbus 318-319-320-321- Analogie e similitudini con l'Airbus 300-600 al JFK di New York (2001) e con la flotta Boeing 737?" del 26 novembre 2015. 4 dicembre 2015
Analogie e similitudini con l'Airbus 300-600 al JFK di New York (2001) e con la flotta Boeing 737? Qualche analista-investigatore di incidenti aerei aveva anche ipotizzato che una delle possibili cause della "rottura" in volo dell' Airbus 321 Metrojet "russo" sul Sinai del 31 ottobre 2015 potesse essere riconducibile ad anomalie/cracks con distacco della coda del velivolo.
In fondo l'EASA aveva emanato una direttiva concernente "la vulnerabilità" strutturale del "Rear fuselage clips, shear webs and angles" con AD del 24 luglio 2015 dei modelli Airbus 321-320-321.
In realtà avrebbe dovuto riguardare gli esemplari Airbus al raggiungimento di 48mila cicli e/o 96 mila ore di volo. Quanto fosse stata adottata e quali aeromobili avessero ottemperato alla prescrizione EASA non era dato sapere. Le incertezze sulle cause e concause dell'incidente al volo della Metrojet sono state in seguito superate dopo la "convergente" convinzione degli investigatori ufficiali che l'esplosione di una bomba a bordo sia stata la causa prima.
Le problematiche di questi gironi sembrerebbero riproporre quanto era accaduto 20anni addietro in occasione della "coda di cristallo" che aveva interessato la flotta Boeing 737 (vedi una sintesi in "Flotta Boeing 737, la FAA emana ancora ispezioni e controlli sui timoni di coda" su Aerohabitat.eu e su Aerohabitat.org.
La "criticità" intrinseca della parte posteriore della fusoliera/coda della flotta Airbus 318-319-320-321 viene in questi giorni riproposta con l'estensione della direttiva - airworthiness directive (AD) EASA - da parte della FAA - USA. European Aviation Safety Agency (EASA) e US Federal Aviation Administration (FAA) concordano quindi. Dopo l'iniziale AD No.: 2014-0217R1 EASA del 26 febbraio 2015 relativa al "Auto Flight / Instruments – Stop Rudder Input Warning – Installation / Activation" su Airbus A318-111, A318-112, A318-121, A318-122, A319-111, A319-112, A319-113, A319-114, A319-115, A319-131, A319-132, A319-133, A320-211, A320-212, A320-214, A320-215, A320-216, A320-231, A320-232, A320-233, A321-111, A321-112, A321-131, A321-211, A321-212, A321-213, A321-231 and A321-232 aeroplanes, all manufacturer serial numbers.
Le ragioni, la causa è relativa sono:
During design reviews that were conducted following safety recommendations related to in-service incidents and one accident on another aircraft type, it has been determined that, in specific flight conditions, the allowable load limits on the vertical tail plane could be reached and possibly exceeded. This condition, if not corrected, could lead, in the worst case, to detachment of the vertical tail plane in flight and consequent loss of the aeroplane.
To prevent such a possibility, Airbus has developed modifications within the flight augmentation computer (FAC) to reduce the vertical tail plane stress and to activate a conditional aural warning within the flight warning computer (FWC) to further protect against pilot induced rudder doublets. Consequently, EASA issued AD 2014-0217 to require installation and activation of the stop rudder input warning (SRIW) logic. In addition, that AD required, prior to or concurrent with modification of an aeroplane with the activation of the SRIW, upgrades of the FAC and FWC, to introduce the SRIW logic and SRIW aural capability, respectively. After modification, the AD prohibited installation of certain Part Number (P/N) FWC and FAC.
La EASA e quindi la FAA richiedono i seguenti interventi "unless accomplished previously):
(1) Within 48 months after 10 October 2014 [the effective date of the original issue of this AD], modify the pin programming to activate the SRIW logic in accordance with the instructions of Airbus Service Bulletin (SB) A320-22-1480.
(2) Prior to, or concurrent with, modification of an aeroplane as required by paragraph (1) of this AD, identify the P/N of the FWC and of the FAC installed on the aeroplane and, if the FWC and/or FAC P/N installed on aeroplane is listed in Table 1 or Table 2 of Appendix 1 of this AD, replace the FWC and/or FAC, as applicable, with a unit having a P/N listed in the Table 3 of Appendix 1 of this AD This can be accomplished in accordance with the instructions of Airbus SB A320-22-1375 (FAC 621 hard B), or SB A320-22-1427 (FAC 622 hard B), or SB A320-22-1461 (FAC 623 hard B), or SB A320-22-1447 (FAC A02 hard C), or SB A320-22-1454 (FAC CAA02 hard C), or SB A320-22-1502 (FAC CAA02 hard C), as applicable to aeroplane model and configuration, and Airbus SB A320-31-1414 (FWC H2-F7).
(3) An aeroplane on which Airbus modification (mod) 154473 has been embodied in production is compliant with the requirements of paragraphs (1) and (2) of this AD, provided it is determined that no FWC having a P/N listed in Table 1, and no FAC having a P/N listed in Table 2, respectively, of Appendix 1 of this AD, has been installed on that aeroplane since Airbus date of manufacture. If a post-mod 154473 aeroplane is found to be no longer in the correct configuration, before next flight after the effective date of this AD, restore the aeroplane to its correct configuration as specified in paragraph (2) of this AD.
(4) After modification of an aeroplane as required by paragraph (1) of this AD, or restored as required by paragraph (3) of this AD, as applicable, do not install on that aeroplane a FWC having a P/N listed in Table 1, or a FAC having a P/N listed in Table 2, as applicable, of Appendix 1 of this AD.
(5) Installation of a version (P/N) of the FWC or FAC approved after 10 October 2014 [the effective date of the original issue of this AD] is equal to compliance with the requirements of paragraph (2) or (3) of this AD, provided the conditions as specified in paragraphs (5.1) and (5.2) of this AD are met. (5.1) The version (P/N) must be approved by EASA, or approved under Airbus Design Organisation Approval (DOA); and (5.2) The installation must be accomplished in accordance with aeroplane modification instructions approved by EASA, or approved under Airbus DOA.
La FAA USA a riguardo, conferma, e precisa:
"We are adopting a new airworthiness directive (AD) for all Airbus Model A318, A319, A320, and A321 series airplanes. This AD was prompted by a determination that, in specific flight conditions, the allowable load limits on the vertical tail plane could be reached and possibly exceeded. Exceeding allowable load could result in detachment of the vertical tail plane. This AD requires modification of the pin programming flight warning computer (FWC) to activate the stop rudder input warning (SRIW) logic; and an inspection to determine the part numbers of the FWC and the flight augmentation computer (FAC), and replacement of the FWC and FAC if necessary. We are issuing this AD to prevent detachment of the vertical tail plane and consequent loss of control of the airplane." 26 novembre 2015
Quanti APR Vlos (Visual Line of Sight) e Blos (Beyond Line Of Sight) in circolazione! I voli della flotta droni sulla Capitale e sulla Città del Vaticano, dopo gli eventi del 13 novembre a Parigi, in relazione all'apertura dell'Anno Santo, sono quindi oggetto di completa interdizione: lo spazio aereo romano è vietato. Il rischio che "obiettivi sensibili" possano costituire "bersaglio" del terrorismo ha, comunque , riproposto le questioni di privacy, security e safety collegate alle operazioni - autorizzate" o meno della flotta degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR).
L'esistenza di “obiettivi sensibili" di vario genere e natura, alla presenza di “soft target" - centri commerciali e vari luoghi di aggregazione - rende quindi difficoltosa le misure di prevenzione e di contrasto ai voli dei droni. Quali potrebbero risultare le migliori procedure di monitoraggio, di dispositivi di controllo e "abbattimento" di eventuali droni? Forse radar di bassa quota e satelliti orbitali sono strumenti adeguati a controllare lo spazio aereo nel periodo del Giubileo? Il rischio e/o la minaccia di un attacco terroristico potrebbe essere monitorato con l'utilizzo degli stessi droni?
Il coordinamento interforze e interdiscliplinare tra Aeronautica militare, ENAC e ENAV potrebbe risultare adeguato? In Italia è forse in vigore un elenco degli acquirenti e proprietari di APR in aggiunta ai soggetti autorizzati e certificati ad operare mezzi a pilotaggio remoto? Quanti droni, con limite di peso a 25 kg, differenziati per operazioni Vlos (Visual Line of Sight) e Blos (Beyond Line Of Sight) sono in circolazione?
Per i mezzi Sapr invece - con massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg - gli scenari operativi possono essere altrettanto identificabili (numero e loro proprietari) monitorabili?
Cosa accade invece per i droni con peso superiore a 25 kg? Le problematiche associate al monitoraggio dello spazio aereo romano sembrerebbe accomunarsi con l'attività più allargata dei droni, quella, ad esempio, in prossimità delle piste di volo.
A riguardo, lo scorso 18 novembre ANSV ha emanato la seguente nota:
"Incontro presso l’ANSV sulle interferenze degli APR con aeromobili manned
Dall’inizio del 2015 ad oggi sono pervenute all’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) 16 segnalazioni di eventi in cui aeromobili a pilotaggio remoto (APR, detti anche droni) hanno interferito con le operazioni di volo di aeromobili manned (cioè con piloti a bordo). Il dato numerico relativo all’anno 2015 ha fatto registrare un deciso incremento rispetto allo stesso fenomeno osservato negli anni precedenti.
La maggior parte degli eventi segnalati è occorsa in aree “sensibili” per l’attività di volo, cioè in prossimità di aeroporti o dei sentieri di avvicinamento. Anche all’estero, ormai con una certa frequenza, si registrano segnalazioni analoghe, per cui l’ANSV, a livello ricognitivo della problematica, ha ritenuto opportuno confrontarsi con le omologhe autorità investigative straniere. Poiché le interferenze con aeromobili manned possono avere implicazioni sulla sicurezza del volo, l’ANSV ha ritenuto opportuno affrontare la problematica in questione in due distinti incontri, tenutisi rispettivamente l’11 ed il 17 novembre, confrontandosi con le altre istituzioni aeronautiche e con gli operatori del settore. In particolare, l’11 novembre l’ANSV si è incontrata con l’Aeronautica militare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’ENAC, l’Aero Club d’Italia e l’ENAV SpA, mentre il 17 novembre con l’ANACNA, l’ANPAC, l’AOPA Italia e la Task Force tecnica della Fondazione 8 Ottobre 2001.
Nei due incontri i partecipanti hanno messo a fattor comune dati ed informazioni in materia ed analizzato le possibili iniziative da assumere, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze, per la mitigazione della problematica in questione." 24 novembre 2015
La sua revoca, tuttavia, non sembra aver messo a terra questi esemplari. Interstate aviation committee (IAC) avrebbe deciso la sospensione degli attuali certificati al volo degli esemplari Boeing 737 - di fabbricazione USA - operativi nelle aerolinee russe.
Investita della materia è risultata l’Agenzia Federale per i trasporti aerei (Rosaviazia) e la decisione dell'IAC noto anche come Comitato Interstatale per l’Aviazione (MAC) rappresenterebbe un provvedimento urgente al fine di garantire la sicurezza dei voli della flotta "russa" dei Boeing 737.
Sarebbero interessati circa 200 Boeing 737 e l'iniziativa sarebbe conseguente a - tra l'altro - due incidenti aerei che hanno fatto registrare 138 vittime. Uno è relativo all'incidente del 14 settembre 2008 Boeing 737-500 della compagnia aerea Aeroflot-Nord - volo Mosca : Perm - schiantato si in atterraggio con 88 vittime.
Il secondo rimanda all'incidente del 17 novembre 2013 Boeing 737-500 della aerolinea del Tatarstan in esercizio sulla linea Mosca (Domodedovo) - Kazan precipitato con in atterraggio con 50 persone : 44 passeggeri e sei membri dell’equipaggio.
MAC e Rosaviazia hanno trasmesso la "sospensione" alla FAA e alla Boeing nella convinzione che possano essere rapidamente risolti gli interrogativi alla base dell'iniziativa: su cui, tuttavia, non sono state formulate notizie certe e circostanziate. Il vettore russo con un numero maggiore di velivoli Boeing 737 è la Utair, seguita dalla Transaero e dalla low cost Pobeda. 11 novembre 2015
Safety e operazioni di volo, tra incertezze e frenetica attività dei droni. Droni autorizzati, droni abusivi e la sicurezza delle operazioni in spazi aerei dove volano flotte di aviazione generale, di voli commerciali, nei pressi degli aeroporti, delle innumerevoli aviosuperfici e campi di volo. Se da un lato si susseguono convegni e dibattiti sulle prospettive industriali dei droni, altrove (Francia) si ipotizza un patentino per gli operatori. In Italia ha rilievo la posizione dell'Ispettorato per la Sicurezza del Volo dell’Aeronautica Militare.
Ecco la nota divulgata:
"Oggetto: Comunicazione SV nr. 9/2015. Regolamento ENAC ed.2 del 16/07/2015 Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto.
Si ritiene opportuno richiamare l’attenzione sul Regolamento in oggetto, in vigore dal 15 settembre u.s. e applicabile ai SAPR1 di massa al decollo non superiore ai 150 kg e a tutti quelli progettati o modificati per scopi di ricerca, sperimentazione o scientifici. Esso ha introdotto rilevanti novità rispetto alla precedente edizione (2013), soprattutto nel campo delle operazioni di volo. Di particolare rilievo sia l’interferenza creatasi tra la quota di volo massimo dei SAPR civili e le quote di volo del traffico militare sia la non fornitura di servizio ATS ai SAPR, comportando l’impossibilità di separazione ATC tra aeromobili pilotati e SAPR.
L’ENAC, a parziale mitigazione delle criticità, come noto, il 16 settembre u.s. ha emesso il NOTAM permanente A6185/15 con il quale specifica che:
-gli APR civili possono operare in “Visual Line Of Sight” (VLOS) fino a 500 Ft AGL e solo di giorno;
-i servizi del traffico aereo non sono forniti agli APR civili;
-le informazioni relative agli APR civili a/o al disotto dei 500 Ft AGL, fuori dagli ATZ, non sono disponibili agli enti ATS;
-dalla superficie fino a 500 FT AGL, fuori dagli ATZ, “separation”, “traffic avoidance advice”, “traffic information and flight information service” non sono fornite ai velivoli pilotati in rispetto agli APR civili;
-gli operatori di APR civili sono responsabili per la separazione da ogni altro aeromobile e devono dare la precedenza, atterrare o scendere sotto i 25Mt AGL, allo scopo di evitare di interferire con altri aeromobili.
Si raccomanda quanto segue:
-massimizzare le tecniche (ad es. Visual Scanning) per la separazione a vista;
-riportare agli enti ATS, anche con semplici “comunicazioni all’aria”, eventuali avvistamenti di traffici SAPR;
-mettere in pratica il CRM/TRM2 (Crew Resource management/ Team resource mangement n.d.r.) a tutti i livelli tra equipaggi di volo e personale ATC per consentire la massima “situational awareness”;
-pur consci dell’estrema frammentazione d’impiego dei SAPR civili, qualora noti contesti di impiego degli stessi estendere a tali realtà l’opera di divulgazione della propria attività di volo come già in essere per le aviosuperfici, campi di volo, Aero Club e realtà aviatorie limitrofe.
-Si raccomanda la diffusione di quanto sopra agli equipaggi di volo ed al personale ATC ivi comprendendo periodici richiami al NOTAM citato." 29 ottobre 2015
Operatività e livelli di safety della flotta dei cosiddetti "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto"! Lo scorso 7 ottobre ENAC ha proposto sulla homepage del sito istituzionale una interessante nota riguardante l'attività aerea della flotta dei droni operanti nel Belpaese. Aerohabitat propone la "singolare" enfatizzazione relativa al monitoraggio continuo - in tempo reale - dell'operativo di qualunque drone autorizzato al volo. Meraviglia, tuttavia, che tale "obbligo" venga disposto esclusivamente dal 1 luglio 2016 - come previsto dal nuovo Regolamento ENAC - e non sia, invece, già stato adottato.
"Richiesta di Dimostrazione/Call for Demonstration
Roma, 7 ottobre 2015 - Si informa che, in considerazione delle disposizioni di cui dall'art. 8 del Regolamento "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto", l'ENAC rende disponibile una "Richiesta di Dimostrazione/Call for Demonstration" al fine di individuare un sistema di Electronic Identification che consenta la trasmissione in tempo reale di dati inerenti l'APR ed il proprietario/operatore e dei dati essenziali di volo, nonché la registrazione degli stessi.
Richiesta di Dimostrazione/Call for Demonstration
1. Premessa Il crescente utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto sta portando il mondo dell’aviazione ad affrontare problematiche fino a questo momento inesplorate.
Attualmente esistono pochi dati attendibili sulla affidabilità dei SAPR e sulle problematiche relative al loro esercizio, tra cui inconvenienti ed incidenti.
Inoltre si sta manifestando sempre più la necessità di una facile identificazione dei SAPR da parte di soggetti terzi, in modo da agevolare un controllo real-time o differito di eventuali abusi da parte di operatori autorizzati o non autorizzati.
Il nuovo regolamento ENAC all’art. 8 comma 2 richiede che “A far data dal 1 luglio 2016, in aggiunta alla targhetta di cui al precedente comma, il SAPR deve essere dotato di un dispositivo elettronico di identificazione che consenta la trasmissione in tempo reale di dati inerenti l’APR ed il proprietario/operatore e dei dati essenziali di volo, nonché la registrazione degli stessi.
Le caratteristiche del sistema sono fissate dall’ENAC”.
Anche la Riga Declaration del 6 Marzo 2015, richiede al par. 5 “[..] it will be necessary for drones to have at all times an identifiable owner or operator. The regulator should seek the least bureaucratic way to achieve this. For instance, the mandating of electronic identity chips on drones – “IDrones” –
[..]” Tenuto conto dei tempi imposti dal regolamento ENAC, si ritiene importante il ricorso ad una tecnologia già presente sul mercato. In quest’ottica ENAC invita a una dimostrazione teorico-pratica di sistemi che siano in grado di assolvere ai requisiti generali di cui al punto
2. Requisiti Generali. Suddette dimostrazioni potranno essere tenute in conto, anche se non in maniera vincolante, in sede di stesura della specifica per il sistema di Electronic Identification.
2. Requisiti Generali Il sistema di Electronic Identification deve permettere per un determinato set di parametri: • La trasmissione dall’APR verso una piattaforma remota
• La registrazione e archiviazione su piattaforma remota
• La consultazione in real-time e in modalità differita.
A titolo esemplificativo si elencano alcuni parametri che potranno essere considerati obbligatori:
• Quota • Velocità • Dati di identificazione dell’operatore
• Etc. 3. Informazioni Aggiuntive Si ritiene di sottolineare due criteri che saranno considerati di importanza rilevante: • L’economicità del sistema
• Il basso peso (bisognerà tenere conto della variegata platea degli utilizzatori finali)
4. Manifestazione d’interesse Chi fosse interessato a presentare il proprio sistema, può mandare una richiesta di manifestazione di interesse ai seguenti indirizzi e-mail m.lorenzini@enac.gov.it, g.santaniello@enac.gov.it entro e non oltre il 30/10/2015. 5. Acronimi APR Aeromobile a pilotaggio remoto (parte volante del SAPR) SAPR Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto ENAC Ente Nazionale per l’Aviazione Civile Roma, 7 ottobre 2015". 15 ottobre 2015
Due atterraggi in sicurezza, uno in USA l'altro a Venezia. Il primo caso è avvenuto sul volo American Airlines, decollato il 4 ottobre da Phoenix con destinazione Boston. Dopo la morte di volo di Michael Johnston, 57 anni, comandante del volo American 550 il primo ufficiale ha eseguito un atterraggio di emergenza sulla pista dell’Hancock International Airport di Syracuse, NY.
La FAA ha comunicato come l'Airbus A320 con 147 passeggeri e cinque componenti dell'equipaggio a bordo è atterrato poco dopo le 07.00 locali del 4 ottobre.
Il secondo e più recente caso è stato registrato il 9 ottobre a Venezia-Tessera. Sul volo EasyJet 5461 decollato da da Londra Gatwick e diretto a Creta-Heraklion ha eseguito un atterraggio di emergenza sullo scalo "Marco Polo" della Laguna dopo lo svenimento del comandante.
L'atterraggio di emergenza da parte del Primo Ufficiale del volo Airbus 320 è avvenuto intorno alle 11.00 locali senza alcuna conseguenza per i 170 passeggeri ed i membri dell'equipaggio. In entrambe le circostanze il volo è stato assistito dai mezzi di emergenza di terra quali i mezzi dei vigili del fuoco e i sanitari del 118. Nel caso di Venezia - Tessera il comandante dopo essere rapidamente ospedalizzato ha ripreso i sensi. 10 ottobre 2015
Quali garanzie e sicurezza ha il personale operativo di questi voli? La materia è annosa: l'amianto negli elicotteri delle forze armate, della polizia e, probabilmente, l'intera flotta elicotteri ne era/è coinvolta. Dopo numerose indagini, interrogazioni parlamentari e tanto altro ecco che l'inchiesta della procura di Torino: con l’ipotesi di reato è disastro colposo sarebbero stati spiccati cinquantacinque avvisi di garanzia.
La presenza di amianto negli elicotteri in genere e nelle circostanze delle forze armate, a seguito a riscontri di ogni genere - con quest'ultima iniziativa - torna sulle prime pagine dei giornali e dei media.
Aerohabitat ha commentato la questioni più volte. Le più recenti sono del 20 gennaio 2014 con "Elicotteri e amianto: la sua rimozione, le malattie e la necessità di una bonifica delle aree interessate".
I velivoli interessati riguarderebbero le flotte in servizio presso Esercito, Marina, Aviazione, Polizia e Carabinieri: i modelli AB 206, AB 205, AB 212, AB 212 AS, AB 412, SH-3D; HH-3F, nel CH47, nell’A129, nell’A109, nell’AB204, nell’SH-3DTS e nell’HH 500.
Anche venerdì 07 marzo 2014 con la news "Elicotteri ed amianto: altra interrogazione.
Era stata analizzata anche sabato 26 ottobre 2013 con "Elicotteri e amianto".
Cosa accadrà con quest'ultima iniziativa della Procura di Torino? Quali i riflessi sulla flotta degli elicotteri operativa e/o immatricolata in Italia. Il personale che lavora, opera, fornisce assistenza tecnica, di manutenzione e altro alle flotte antincendio, soccorso e tanto altro potrà considerasi del tutto immune dal rischio di "lavorare" in un habitat contaminato e/o con sostanze e componenti d'amianto? 2 ottobre 2015
Flussi di traffico e opzioni di pista in atterraggio e riattaccate: è tutto regolare? Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 505 del 16/09/2015
Interrogazioni
DI BIAGIO, AIELLO, LANIECE, LIUZZI, Luigi MARINO, SCALIA, ZIN, CUCCA, PEZZOPANE - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:
diverse sono state le notizie di stampa che hanno denunciato alcune preoccupanti anomalie e rischi verificatisi all'aeroporto internazionale "Leonardo Da Vinci" di Roma Fiumicino in merito alla gestione del traffico aereo, nelle fasi di decollo e atterraggio, segnatamente nelle ultime ore;
a tal proposito appare significativo segnalare che, il 15 maggio 2015, la società ADR Aeroporti di Roma ha deciso di deviare tutti i decolli e gli atterraggi degli aerei transitanti all'aeroporto Leonardo Da Vinci dalla pista 16L alla pista 16C, che, stando a quanto riportato da alcune notizie, risulta essere più scomoda sotto il profilo della percorrenza degli aeromobili;
tale pista, secondo quanto riportato dagli organi di stampa che hanno ripreso, tra gli altri, alcune testimonianze anonime di controllori di volo in servizio presso l'aeroporto di Roma Fiumicino, sarebbe dotata di un sistema anti-incursione non idoneo, e tale sistema sarebbe gestito da Enav SpA;
la taratura del sistema, essendo caratterizzato da presumibili criticità, avrebbe causato numerosi episodi di balked landing (atterraggio interrotto con contestuale procedura di mancato avvicinamento dell'aereo), con conseguente rischio di runway incursion (presenza simultanea di aerei in pista a distanza non di sicurezza);
nella fattispecie, si registrano, in media, 5 cosiddette "riattaccate" al giorno, ovverosia le operazioni degli aerei che, arrivati in prossimità dell'atterraggio, sono costrette a ridecollare, ridando potenza ai motori e riprogrammando un nuovo atterraggio, in ragione dell'attivazione del citato dispositivo anti-incursione in assenza di ragioni concrete ed effettive;
secondo quanto riportato dalle testimonianze anonime dei controllori di volo raccolte dagli organi di stampa, ci sono stati diversi casi dibalked landing che, nel linguaggio proprio del settore aereonautico, è rappresentato dal ridecollo di un jet durante il tocco della pista: tali operazioni si configurano particolarmente delicate e, dunque, altamente pericolose, soprattutto se ripetute e diventate, stando ai dati a disposizione dell'interrogante, parte integrante della prassi operativa degli autoveicoli;
vale la pena segnalare, ulteriormente, il non trascurabile numero di casi di runway incursion, connessi al presunto malfunzionamento del sistema anti-incursione, che, se analizzati alla luce dei dati segnalati dall'ANSV (Agenzia nazionale per la sicurezza del volo), secondo cui è stato registrato un sensibile aumento del numero di segnalazioni di questi casi rispetto al 2012 (con un aumento del 40 per cento), solleva un delicato quesito circa la sicurezza delle procedure attualmente vigenti nel settore;
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha avuto modo in più occasioni di accertare personalmente il verificarsi di tali episodi, da ultimo con il volo Alitalia AZ1750 proveniente da Catania, nella giornata del 14 settembre 2015, in occasione del quale è stata attuata una evidente manovra di balked landing, sebbene non sia stata annunciata come tale, ma evidenziata come una procedura inevitabile, in ragione della presenza di un altro aeromobile nella pista assegnata al volo in questione;
considerando che, nelle ultime ore, vi è stato un intensificarsi, anomalo, dei ritardi e di manovre non giustificate in capo agli aeromobili impegnati in rotte nazionali, in partenza o diretti verso l'aeroporto di Fiumicino, appare verosimile l'ipotesi, sostenuta anche da una diretta testimonianza, che il rischio balked landing sia diventato particolarmente elevato e frequente, quasi afferente ad una prassi mai corretta delle attuali procedure di gestione del traffico aereo sulla capitale: infatti, la presenza cospicua di velivoli nello spazio aereo della capitale, impossibilitati a scendere in pista per ragioni imputabili, a quanto pare, al malfunzionamento di un dispositivo, rischia di diventare un fenomeno altamente pericoloso;
la sussistenza di criticità in capo alla forma della pista, recentemente cambiata, ed il malfunzionamento di un dispositivo, che dovrebbe essere prontamente efficiente e di rapida funzionalità, stanno creando una molteplicità di disagi in capo agli utenti, nel totale silenzio delle istituzioni competenti in materia di controlli e verifiche di sicurezza, anche perché, malgrado le notizie di stampa in materia si stiano moltiplicando da tempo, al momento non risulta all'interrogante una specifica posizione da parte delle autorità competenti;
sarebbe indispensabile, qualora le informazioni presunte evidenziate in premessa non fossero veritiere, che le autorità competenti provvedessero a rettificarle, esorcizzando falsi allarmismi e dubbi sulla sicurezza in capo agli utenti, fornendo chiarimenti circa le modalità di funzionamento del citato dispositivo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se si ritenga opportuno sollecitare, nel rispetto delle proprie competenze, una eventuale ispezione volta alla valutazione del funzionamento dei dispositivi citati e della veridicità di tali episodi e sulle eventuali responsabilità da parte delle autorità competenti;
se si intenda intraprendere, anche in ragione dell'incremento delle segnalazioni di runway incursion, un piano di adeguamento degli apparati di controllo e di sorveglianza attualmente utilizzati dalle strutture aeroportuali, al fine di garantire la massima sicurezza nei voli in partenza e in arrivo nell'aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci di Roma Fiumicino, dando attuazione alle raccomandazioni di sicurezza emanate dalle autorità competenti. 25 settembre 2015
Gli incidenti nelle esibizioni aeree di quest'ultimo periodo, in Italia e all'Estero, hanno determinato questa iniziativa a tutela dei protagonisti del volo e a tutela del pubblico partecipante. Pubblicato il 22 settembre 2015, nella seduta n. 509.
DI BIAGIO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Premesso che:
in data 31 maggio 2015, in occasione di una manifestazione autorizzata da Aeroclub d'Italia ad Alba Adriatica (Teramo), si è verificato uno scontro tra due velivoli civili, a seguito del quale uno dei piloti ha perso la vita;
uno dei velivoli, seriamente danneggiato, è stato costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza sulla battigia a pochi metri dai numerosi bagnanti presenti, mettendo in serio pericolo la loro incolumità;
solo il 25 giugno, in data quindi successiva all'episodio, l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) ha pubblicato una raccomandazione di sicurezza nella quale si chiede se "i direttori di manifestazione aerea siano scelti secondo criteri adeguati e abbiano i poteri per assicurare il regolare svolgimento delle manifestazioni aeree" e conclude che "le vigenti disposizioni nazionali relative allo svolgimento delle manifestazioni aeree presentano sotto il profilo della sicurezza delle criticità sia per quanto concerne i requisiti richiesti ai piloti sia per quanto concerne i requisiti che debbono avere i direttori di manifestazione";
inoltre, a meno di 5 giorni dall'evento luttuoso di Alba Adriatica, l'Aeroclub d'Italia ha impiegato lo stesso direttore di manifestazione per la conduzione di una diversa manifestazione, contravvenendo alle norme per la sicurezza aerea che dettano periodi di riposo e attività di controllo per tutto il personale coinvolto (con responsabilità precise e dirette) in incidenti o disastri aerei;
ancora, in un evento aeronautico tenutosi in luglio, un pilota ha installato, senza alcuna verifica da parte di alcuna autorità aeronautica, sul suo ultraleggero due artifizi illuminanti che, attivati durante il volo a bassissima quota, hanno provocato l'incendio di una vasta parte del campo di volo su cui erano assiepate centinaia di persone;
in occasione dell'airshow di Parma, autorizzato dall'Aeroclub d'Italia che, come di norma, ha designato un direttore di manifestazione, 2 su 3 velivoli di una formazione straniera hanno dovuto, all'ultimo momento, evitare il decollo a causa di un malfunzionamento al motore causato da benzina inquinata da acqua, e l'incidente è stato evitato solo grazie alla professionalità e all'esperienza dei piloti stranieri;
si aggiunga che i velivoli si erano riforniti presso l'aeroporto di Parma ed è certo che proprio la benzina immessa a Parma fosse quella inquinata ed il direttore di manifestazione, che figurava anche tra gli organizzatori dell'evento in evidente conflitto d'interessi, sembrerebbe non aver riferito l'accaduto, continuando la manifestazione senza alcun controllo e in netto contrasto con le direttive di ANSV, che richiedono che eventi di questo tipo siano comunicati entro le 24 ore;
sembrerebbe inoltre che l'Aeroclub d'Italia continui ad affidare manifestazioni aeree a persone coinvolte nell'organizzazione delle stesse e quindi con evidenti e notevoli interessi professionali e finanziari legati allo svolgimento dei voli, creando uno stato di conflitto d'interessi per cui il controllato (organizzatore) coincide con il controllore (direttore), a tutto detrimento della sicurezza del volo e degli spettatori;
va anche citato che, in altre nazioni, si sono verificati incidenti con molti decessi e che la situazione in Italia è meno grave unicamente perché il numero delle manifestazioni è nettamente inferiore e perché molte manifestazioni si risolvono nel solo volo di Frecce tricolori e velivoli militari, in netto contrasto con le finalità che sarebbero quelle di pubblicizzare il volo civile e sportivo;
è opportuno evidenziare come l'Aeroclub d'Italia ha, nell'autunno 2014, con finanziamento pubblico, organizzato un corso per direttori di manifestazione, ma con dubbi criteri di ammissione e senza poi utilizzare i nuovi qualificati, non mettendo quindi a frutto le già scarse risorse disponibili;
sulla scorta delle precedenti considerazioni, emergono evidenti interrogativi in merito alla circostanza se l'Aeroclub d'Italia abbia le strutture, le capacità tecniche (negli ultimi anni, sotto l'attuale presidente, il personale è stato ridotto di oltre il 50 per cento, eliminando la componente tecnica) e i mezzi legali per continuare a gestire le manifestazioni aeree in sicurezza;
infine, è d'uopo evidenziare come l'Aeroclub d'Italia si configuri, tra l'altro, come "controllore e controllato", in netto conflitto d'interessi, in quanto, da un lato, presiede all'organizzazione e alla selezione delle manifestazioni e, dall'altro, indirettamente, per il tramite gli stessi aeroclub federati selezionati, trae vantaggi anche economici dagli eventi e, infine, sceglie il direttore di manifestazione,
si chiede di sapere:
quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare per prevenire i fattori di rischio della pubblica incolumità riconducibili alla situazione descritta;
se non ritenga nell'immediato, e fino all'emanazione di norme più adeguate, di valutare la sospensione delle esibizioni di velivoli civili in tutte le manifestazioni aeree programmate per il 2015;
se non ritenga di valutare l'opportunità di rivedere con urgenza le norme di legge che riguardano le manifestazioni aeree, prevedendo di affidare all'ENAC e all'ANSV l'azione di controllo e valutazione degli aspetti di sicurezza e allo stesso ENAC i compiti di autorizzazione e vigilanza delle manifestazioni stesse. 24 settembre 2015
Perchè non sospendere, intanto, le normative esistenti? Ancora attese e incertezze per la "liberalizzazione" dell'attività dei droni. Se qualcuno ha voluto anticipare i tempi alimentando scenari industriali con sconfinate opportunità - non solo per l'industria dei costruttori - la proposta di regolamentazione dei droni mette tutti gli interlocutori, gli interessati, l'industria e gli appassionati con i piedi per terra.
Le prime righe della proposta inquadrano una realtà complessa e informa sul cronoprogramma dei lavori da svolgere al fine di disporre del "regolamento per le operazioni con i droni".
"The drone industry is diverse, innovative and international. It has an enormous potential for growth with the associated possibility to create jobs. To ensure a safe, secure and environmentally friendly development, and to respect the citizens’ legitimate concerns for privacy and data protection, EASA has been tasked by the European Commission — following the Riga Conference1 and its associated Declaration2 — to develop a regulatory framework for drone operations as well as concrete proposals for the regulation of low-risk drone operations. Both aspects are included in this consultation document together with a chapter containing background information. Following this consultation, which shall end in 25 September 2015, the Agency will submit a technical opinion to the European Commission by the end of 2015"
Il documento - draft è stata reso pubblico lo scorso 31 luglio e, probabilmente, con le modifiche che il dibattito ed il confronto tra esperti e tecnici presenterà, costituirà la base fondamentale dell'attività dei droni. I vari Paesi della UE non potranno che prenderne atto e recepirlo, probabilmente, senza le varianti liberatorie che qualcuno aveva ed ha in testa.
La regolamentazione dell'aviazione civile e militare, che inquadra il volo degli aeromobili con piloti a-bordo molto difficilmente potrà costituire un inquadramento privilegiato.
"‘Drone shall mean an aircraft without a human pilot on board, whose flight is controlled either autonomously or under the remote control of a pilot on the ground or in another vehicle."
L'analisi che è alla base della "proposta regolamentazione", molto probabilmente, è stata inquadrata dal livello di rischio terzi, il monitoraggio dell'attività singola - in rapporto all'ambiente e alle restanti attività sociali e aeree - e livello di safety prefigurato da questa genere di attività.
La dinamica tecnologica di questi mezzi sembrerebbe complicare la stessa "proposta di normativa". Quando non è ancora risolta l'integrazione tra attività aerea civile commerciale e quella dei droni militari ecco le nuove prospettive ludiche-comemrciali dei droni in vendita in ogni dove e/a disposizione di "piloti remoti" certificati e improvvisati quanto del tutto fuorviati dalla moda e dalle difficoltà di professionalizzarsi adeguatamente. Le varie autorità nazionali che hanno già emanato normative "regionali", dovrebbero, a questo punto, precauzionalmente, almeno sospendere le regolamentazioni esistenti. 29 agosto 2015
Quante assicurazioni droni per rischio terzi sono state sottoscritte in Italia? In seguito ad altri eventi "incidendali" di droni civili - in ogni continente e ogni ambito - i media stanno focalizzando cronache assai diverse, divertenti quanto anomale nell'attività liberalizzata da parte di operatori occasionali e piloti remoti - autorizzati e autocertificati - di droni.
Mezzi ludici di pochi kilogrammi e altri di oltre 30kg. comunque senza una netta divisione tra attività di volo-a-vista o a distanza, anche senza controllo diretto volano in ogni-dove.
Gli episodi dei droni rimandano al volo per security, a quello per videoreporting televisivo, per matrimoni, per attività sportive, per fotogrammetria, per pacchi postali, per agricoltura, per sperimentazione, per attività istruzionali e scolastiche - quale istituto tecnico e università non propone corsi e abilitazioni per droni? - e per tantissimo altro. Anche per rifornire - illegalmente - di droga detenuti nelle carceri.
Dopo la mancata collisione con un volo di linea a Varsavia, ecco la rivolta nel carcere di Mansfield, in Ohio dopo che un mini-drone ha recapitato "un pacchetto di droga" al detenuto sbagliato in un cortile e successiva rissa. Lo stesso sarebbe accaduto in un penitenziario nello Utah - USA.
Anche due voli Delta e Jet Blue hanno segnalato la frequentazioni e prossimità e presenza di droni in atterraggio al JFK di New York. Altro nei pressi delle piste dello scalo di Phoenix, Arizona.
Interferenze anche in coincidenza con il monitoraggio con droni degli incendi in California e voli di linea e di aviazione generale. La Federal Aviantion Authority (FAA) ha in corso un monitoraggio degli eventi e delle circostanze, ma l'invasione dei droni, la moda APR è talmente esasperata che valutazioni casistiche e statistiche sono un traguardo impraticabile: lo spazio aereo è troppo vasto e incontrollabile. Sopratutto a quote basse, sotto i 200 metri di altezza.
Succedi negli USA, ma si può immaginare che accada lo stesso in Europa e in altri Paesi sottoposti alla febbre dei droni.
Robottini volanti infestano spiagge assolate con bagnanti e piscine private. Privacy infrante e violazioni di safety di volo e rischio terzi dovrebbero costituire target cognitivi e tutele proactive in ogni Paese. In questo quadro di eventi perché non interrogarsi su quanti siano i droni venduti in Italia? Quanti i piloti remoti autorizzati? Quante coperture assicurative e droni sono state sottoscritte nel Belpaese nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Esiste un catasto minimo della flotta droni in rampa di decollo nella Penisola?
Basterà l'Art. 32 Assicurazione del nuovo regolamento ENAC dichiara: "Non è consentito condurre operazioni con un SAPR se non è stata stipulata e in corso di validità un’assicurazione concernente la responsabilità verso terzi, adeguata allo scopo e non inferiore ai massimali minimi di cui alla tabella dell’articolo 7 del Regolamento (CE) 785/2004"? 7 agosto 2015
Licenze, attestati e "assicurazioni" e rischio terzi: il "pilota" è responsabile della condotta in sicurezza del volo. Perchè chiamarlo pilota, ancorché di mezzo remoto, e non operatore di mezzi "remoti" anche conosciuti come droni ma sopratutto Aeromobili Pilotaggio Remoto(APR) .
Con l'aggiornamento del Regolamento ENAC sui mezzi aerei a pilotaggio remoto il futuro è realtà: si potrà volare in proprio. Ma come si diventa "piloti remoti" nella SEZIONE IV Disposizioni per il pilotaggio degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto si possono leggere i termini degli articoli specifici.
Nella realtà pratica per diventare "piloti remoti" si possono frequentare i vari corsi proposti dalle scuole autorizzate. Ad esempio, un corso teorico, due week-end di 35 ore di teoria con un primo rilascio di un attestato di competenza teorica; un corso pratico di sei ore in una giornata con training per acquisire alcune delle manovre standard, essenziali per operare APR del peso per esemplari oltre 25 kg e sotto, magari anche per mezzi inferiori a 500 grammi.
Per la parte pratica al "pilota remoto" contempla queste manovre basi:
-decollo normale,
-hovering e volo nell’intorno dell’hovering (se ala rotante),
-virate e/o rotazioni a punto fisso (se ala rotante),
-volo in crociera a diverse quote e velocità con mantenimento di una prefissata rotta ,
-atterraggio rapido di emergenza,
-atterraggio normale,
-atterraggio di precisione preceduto da circuito.
Ma se in Italia basta avere una età minima di 18 anni ed "una idoneità psicofisica adeguata alle funzioni da assicurare, può ottenere un riconoscimento di competenza se dimostra di possedere le conoscenze aeronautiche basiche e la capacità di condurre un APR" l'EASA per mezzi fino a 500 grammi ritiene sufficiente avere 14 anni: i droni sono considerati giocattoli.
Ma se i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) in Italia sono ritenuti "mezzi aerei a pilotaggio remoto, comunemente noti come droni, sono aeromobili caratterizzati dall’assenza di un equipaggio a bordo. Il loro volo è governato da diverse tipologie di flight control system, gestiti in remoto da piloti a terra" in svizzera la UFAC (Ufficio federale Aviazione Civile) ritiene "I droni sono apparecchi volanti telecomandati, generalmente di piccole dimensioni. In termini giuridici sono equiparati agli aeromodelli. In linea di principio se il loro peso è inferiore ai 30 kg possono essere utilizzati senza alcuna autorizzazione. La condizione essenziale è tuttavia che il "pilota" mantenga costantemente il contatto visivo con il drone. I droni non possono inoltre sorvolare assembramenti di persone".
I droni - sostiene ancora UFAC - sono aeromobili senza occupanti, telecomandati, che vengono impiegati per finalità varie, quali ad esempio videoriprese, misurazioni, trasporti, indagini scientifiche ecc. In questi casi è ininfluente che siano impiegati a fini commerciali, privati, professionali o scientifici. Questa categoria si differenzia da quella dei modelli di aeroplani ed elicotteri per il tempo libero. In questo caso quello che conta è il fine ludico dell'esercizio di volo e il divertimento che se ne trae.
L'EASA nelle linee guida sottolinea come la sicurezza del volo debba essere valutata in relazione a:
• Mid-air collision with manned aircraft,
• Harm to people, and
• Damage to property in particular critical and sensitive infrastructure.
Per il Regolamento ENAC l'Art. 21 rileva:
Attestato di Pilota di APR 1. "Per la conduzione di APR di massa operativa al decollo minore di 25 kg in condizioni VLOS è necessario il possesso dell’Attestato di Pilota di APR, rilasciato da un Centro di Addestramento APR approvato..".
Le operazioni di volo dei droni "telecomandati" dovrebbero essere condotte in condizioni di “volo a vista” (VLOS) con il limite di 500 metri di distanza ad un’altezza massima di 150 metri.
In Svizzera chi utilizza un drone o un aeromodello di peso superiore a 500 grammi deve - comunque - avere una copertura assicurativa pari ad almeno un milione di franchi... e in Italia?
Per risk assestment, il rischio terzi EASA è intenzionata a valutare l'approccio svizzero per la tutela dei cittadini e dei danni alla proprietà...e in Italia? 29 luglio 2015
Il trasporto e utilizzo sicuro a bordo e in volo è ancora di attualità! Dopo gli inconvenienti/incidenti accaduti negli anni scorsi su alcuni esemplari di Boeing 787 Dreamliner che avevano evidenziato la problematicità associate alle batterie al litio: quello trasportate nei cargo e incorporate dai sistemi di bordo ecco la recente informativa della FAA.
Dopo l'iniziale alert e la limitazione del carico di litio imbarcato la Federal Aviation Administration per il rischio di corto circuito con emissione di gas pericolosi ad elevata infiammabilità e/o esplosioni ecco il nuovo pronunciamento.
La materia è ora anche oggetto di rinnovati standard di trasporto /o operativi da parte dell'ICAO (Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile) che dovrebbe prevedere l'utilizzo di contenitori speciali per lo stivaggio nei bagagliai.
Le indicazioni della FAA riguarda comunque anche le batterie al litio ricaricabili utilizzate per motivi personali e incorporate da "cameras, cell phones, laptop computers, tablets, watches, calculators, etc.".
Le indicazioni sono perciò destinate ai singoli passeggeri e agli spedizionieri. Entrambi dovranno predisporre procedure e metodologie maggiormente safety come imballaggio e trasporto.
Se, tuttavia, il traguardo è ancora "indeterminato" non è scattata la proibizione di trasporto e impiego, è stata varata una qualche misura precauzionale dettate da linee guida che saranno dettagliate.
La nota sintetica della FAA è, comunque, la seguente:
"Pack Safe - Lithium ion and lithium metal batteries, spare (uninstalled)
Rechargeable and non-rechargeable lithium batteries, cell phone batteries, laptop batteries, external batteries, portable rechargers Spare (uninstalled) lithium ion and lithium metal batteries must be carried in carry-on baggage only. When a carry-on bag is checked at the gate or at planeside, all spare lithium batteries must be removed from the bag and kept with the passenger in the aircraft cabin. The battery terminals must be protected from short circuit.
This covers spare lithium metal and spare rechargeable lithium ion batteries for personal electronics such as cameras, cell phones, laptop computers, tablets, watches, calculators, etc. This also includes external battery chargers (portable rechargers) containing a lithium ion battery. For lithium batteries that are installed in a device (laptop, cell phone, camera, etc.), see the entry for "portable electronic devices, containing batteries" in this chart.
Size limits: Lithium metal (non-rechargeable) batteries are limited to 2 grams of lithium per battery. Lithium ion (rechargeable) batteries are limited to a rating of 100 watt hours (Wh) per battery. These limits allow for nearly all types of lithium batteries used by the average person in their electronic devices. With airline approval, passengers may also carry up to two spare larger lithium ion batteries (101-160 watt hours). This size covers the larger after-market extended-life laptop computer batteries and some larger batteries used in professional audio/visual equipment.
Quantity limits: None for most batteries – but batteries must be for use by the passenger. Batteries carried for further sale or distribution (vendor samples, etc.) are prohibited. There is a limit of two spare batteries per person for the larger lithium ion batteries described above (101-160 watt hours per battery).
Batteries must be protected from damage.
Battery terminals (usually the ends) must be protected from short circuit (i.e., the terminals must not come in contact with other metal). Methods include: leaving the batteries in their retail packaging, covering battery terminals with tape, using a battery case, using a battery sleeve in a camera bag, or putting them snugly in a plastic bag or protective pouch". 25 luglio 2015
L'attività "liberalizzata" dei droni e il risk assessment all'esame del quotidiano. Mentre ormai la febbre dell'universo dei droni sembrerebbe aver invaso ogni luogo, ogni paese e ogni attività, l'industria, le università, le scuole per la formazione dei "piloti remoti" e si riflette nella difficoltà di strutturare una normativa, una regolamentazione a tutela del volo e del rischio terzi, la quasi collisione occorsa domenica 20 luglio a Varsavia ha, forse, riproposto le incertezze sull'utilizzo non monitorato degli APR e/o Sapr (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto).
Il velivolo Embraer ERJ-195 Lufthansa, immatricolato D-AEBD operativo sul volo LH-1614 tra Monaco (Germania) e Varsavia (Polonia), era nella fase di avvicinamento finale sulla pista 33, ad una quota di 2500 piedi e una distanza di 6.5 miglia sull'ILS DME quando l'equipaggio ha notato la presenza (a circa 100 metri) di un drone.
L'aeromobile ha continuato il volo atterrando regolarmente: i piloti avevano prontamente segnalato all'ATC l'evento definito dai responsabili dello scalo come "it is really dangerous".
E' stato un atto irresponsabile, è dovuto alla perdita di controllo del mezzo, è frutto di imperizia dei "piloti remoti" e/o una realtà potenzialmente pericolosa che deve essere adeguatamente monitorata?
Nella fase della formazione culturale di base, all'educazione degli operatori e tanto altro.
L'utilizzo dei droni (dopo l'ormai decennale impiego militare con l'irrisolto intreccio e sovrapposizione tra lo spazio aereo civile/militare) per finalità commerciale, security, agricoltura, ludica, trasporto pacchi, sportiva e tantissimo altro ripropone la questione della "safety" di volo e del rischio terzi al suolo.
Se da un lato proliferano convegni, workshop e similari sul futuro dei "droni", EASA in Europa e FAA in USA non hanno ancora completato studi adeguati a regolamentare l'impiego generalizzato dei droni cosiddetti "civili".
In Italia nel frattempo l'ENAC - in una nota del 17 luglio - comunica che è disponibile la seconda edizione del Regolamento "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto": Il Regolamento intende fornire le risposte alle tematiche sottese allo sviluppo delle attività condotte con APR, proponendo un approccio bilanciato ai temi della sicurezza che tenga conto delle caratteristiche tecniche ed operative dei sistemi a pilotaggio remoto, delle modalità di occupazione dello spazio aereo, del contributo conferito dalla capacità di gestione dell'operatore e dalla qualificazione dei piloti di tali mezzi." 23 luglio 2015
Viola uno spazio aereo, atterra su pista chiusa e, probabilmente, incrocia traiettorie di decollo e atterraggio. Ma quante infrazioni ha commesso il pilota del Cessna 172? Ad un mese esatto dall'accordo ANSV-ANACNA sulle UPA?
Con una nota postata il 16 luglio ANSV dettaglia quello che Aerohabitat ha anticipato nei giorni scorsi.
"Acquisita la documentazione necessaria alla corretta classificazione dell’evento, l’ANSV ha aperto un’inchiesta per inconveniente grave sull’atterraggio effettuato dal Cessna 172 marche D-EGTB, venerdì 10 luglio, a Roma Fiumicino. Il velivolo, decollato da Marina di Campo con destinazione Salerno, a seguito di un’avaria elettrica che interessava anche l’impianto radio, atterrava sulla pista 25 chiusa, come da Notam. L’evento non provocava ulteriori conseguenze."
Come sopra ricordato la penetrazione nello spazio aereo controllato e atterraggio - su una pista chiusa al traffico aereo e, probabilmente con l'attraversamento di una pista di atterraggio e decollo operativo - avviene dopo un mese dall'accordo tra ANSV e ANACNA denominato "Penetrazioni non autorizzate negli spazi aerei controllati (UPA): l’ANSV concede il patrocino ad una iniziativa dell’ANACNA per sensibilizzare, a fini di prevenzione, gli operatori aeronautici".
La problematica delle Penetrazioni non autorizzate degli spazi aerei controllati (UPA) costituisce una emergenza ben nota, anche in Italia. Anche ANSV - con la raccomandazione ANSV-9/SA/1/11 ha confermato l’indicazione per la quale la presenza dei voli VFR, in genere, può costituire una problematica importante nella fornitura di ATS, soprattutto se operanti all’interno dei CTR italiani. ANSV - riporta una nota ANACNA - raccomanda ad ENAC e all’ENAV, esaminando un caso di interferenza tra un volo VFR in operazioni presso l’aviosuperfice di Santa Severa “Monti della Tolfa” ed un volo IFR in atterraggio sull’aeroporto di Fiumicino, d’approfondire le problematiche operative derivanti dal legittimo uso di aviosuperfici che si trovino in situazioni analoghe a quelle dell’aviosuperficie menzionata, prevedendo, ognuno per la parte di rispettiva competenza, la mappatura e la predisposizione di norme operative d’uso per tutte le aviosuperfici poste all’interno dei CTR italiani, sensibilizzando adeguatamente in materia anche i gestori delle stesse aviosuperfici. Evidentemente, tale problematica potrebbe coinvolgere anche il VDS-A che opera all’interno di spazi aerei controllati. In materia di VDS. ANACNA ha pubblicato uno studio specifico in materia.
Le segnalazioni quindi non mancano, storicamente e, probabilmente, anche nell'operativo quotidiano (ipotizzare un numero di eventi superiore sarebbe un azzardo?).
La intrusioni aeroportuali e violazioni di spazio aereo controllato, probabilmente, riguardano le quattro TMA italiane. Nel periodo gennaio - giugno 2011 gli spazi e aeroporti in cui le UPA sono maggiormente segnalate sono, nell’ordine, Malpensa, Milano ACC, Ronchi, Parma, Lamezia, Linate, Torino, Brindisi, Padova ACC, Reggio Calabria, Bologna. 18 luglio 2015
Vulnerabilità e violazioni nella safety, nella security e nel livello di rischio terrorismo! Anche il Belpaese, probabilmente, dispone di una sorta di Homeland Security, un sistema con la missione di prevenire e proteggere i cittadini e le infrastrutture sensibili (vedi aeroporti).
Quando hacker internazionali penetrano nei sistemi di volo dei velivoli, ne registra le vulnerabilità, ne verifica le opzioni gestionali siamo nella cronaca quotidiana. Quando le violazioni ipotetiche invece affiorano nell'operativo di un aeroporto cosa succede?
Quando, tuttavia, nei giorni scorsi i media hanno rilevato in tono minore e sbrigativo che un aeromobile da turismo Cessna, a seguito di un'avaria all'impianto elettrico e/o altro - trasportava due passeggeri - è atterrato allo scalo intercontinenale di Roma - Fiumicino, maggior aeroporto della Penisola, senza alcuna autorizzazione la notizia è stata del tutto minimizzata.
La nota informativa è stata rassicurante. Nessuna conseguenza per i due passeggeri e/o per nessuno a terra, anche se l'evento non può non aver destato preoccupazione concernente il livello di security, di safety e dei margini di protezione e salvaguardia dal rischio terrorismo.
Sapere che l’aeromobile una volta a terra - nella massima sicurezza (? quale safety e/o security e/o altro) ovviamente - è stato circondato dalla polizia e dalle forze dell'ordine e dell'unità speciali attivate non risolve il quadro degli eventi.
Su quale pista è atterrato, era davvero in avaria radio e/o un'anomalia d'emergenza, tra quali aeromobili si è inserito, era contromano, in quale flusso di atterraggi e7o decolli?
In quale fase dell'avvicinamento e/o atterraggio è stato identificato? Era in conflitto di traffico? Perche non è intervenuto alcun sistema a protezione totale dell'infrastruttura aeroportuale?
Qualche autorità militare/civile ha scartato l'opzione abbattimento in volo preventivo?
Tutto bene comunque: a bordo non c'era nessun terrorista mal intenzionato, ma cosa sarebbe accaduto in caso contrario? Venerdì 10 luglio (?) il Cessna che partito dall’Isola d’Elba era diretto a Salerno ha violato il sistema di protezione dello scalo di Fiumicino e le notizie sono ancora risicate. L'immatricolazione del velivolo è tedesca, probabilmente anche gli occupanti: altro non si conosce neppure quale fosse la tipologia dell'esemplare Cessna.
Perché qualcuno non ha ancora presentato una qualche interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni e delle Infrastrutture? ANSV ed ENAC a riguardo non hanno ancora emanato una qualche informativa e/o comunicato. 14 luglio 2015
La causa è il vulcano Raung dell’isola di Giava. Con cinque Notam (notizie ai naviganti del volo) sono state sospese le operazioni di volo sugli aeroporti di Ngurah Rai e Lombok, internazionali, e di Selaparang, Blimbingsari e Notohadinegoro. Localizzzati nelle province di Bali, West Nusa Tenggara e Giava est. La conseguenza immediata è risultata la cancellazione di numerosi voli interni e internazionali (in prevalenza verso l'Australia).
Il vulcano Raung - con una altezza di oltre 3300 metri - ha ripreso una attività intensa di eruzione lava, rocce e cenere vulcanica dalla fine di giugno e i sistemi di allerta civile e ai voli sta costantemente valutando le limitazioni ai voli civili e militari. Sono state disposte anche iniziative per il trasferimento della popolazione dalle aree coinvolte. 11 luglio 2015
Sono state autorizzate 85 scuole di "pilotaggio" per droni. Il caso di piazza Duomo! Il Rapporto Bilancio Sociale 2014 a riguardo è stato totalmente trasparente. Sostiene, infatti, come "nel 2014 è inoltre iniziata l’attuazione del Regolamento “Mezzi aerei a pilotaggio remoto”, i cosiddetti droni, fortemente attesa in un settore merceologico e industriale in tumultuosa espansione, con centinaia di iniziative di sperimentazione e operative. Il Regolamento ENAC e la sua concreta attuazione forniscono una risposta efficace alle esigenze di regolazione di questa innovativa categoria di mezzi aerei e alla disciplina del loro utilizzo, in attesa di un quadro normativo a livello europeo".
In sostanza dopo una "Dichiarazione della Conferenza Internazionale di Riga dello scorso mese di marzo 2015 e della Concept of Operations emessa dall’EASA immediatamente dopo" manca ancora del tutto una normativa Europea-EASA in materia.
Ma ENAC, se da un lato rileva come "i tempi necessari per l’emissione e l’attuazione della normativa europea sui droni ad uso civile sono ancora rilevanti ed è pertanto necessario il ricorso a normative nazionali per l’ordinato sviluppo del settore", ha comunque autorizzato ben 85 scuole di pilotaggio per droni "civili".
Una certificazione che, probabilmente, ha consentito il rilascio di numerosi, forse centinaia di "piloti".
Persone che, probabilmente, che, sicuramente hanno acquistato droni per sviluppare attività inizialmente ludica/hobbistica, con finalità anche lavorative/lavoro aereo e professionali in genere.
Ma al boom di "piloti" e l'esplosione delle vendite di droni si accompagna la difficoltà di emanare una normativa, una sorta di codice della strada nell'impiego di questi stessi mezzi volati a pilotaggio remoto (sia civili sia militari).
La materia è "spinosa" e ai tempi lunghi per acquisire una normativa europea EASA, gli USA replicano con un accordo preliminare tra Verizon e l’agenzia spaziale statunitense NASA al fine di strutturare un sistema per monitorare il traffico aereo di droni. Come? Con una rete di ripetitori radar/antenne telefoniche/ satelliti/tecnologie avanzate che non può che stimare tempi lunghi di realizzazione (e costi comunque elevati).
La stessa FAA USA non ha ancora inquadrato efficacemente le tecniche di monitoraggio per vigilare sul volo a quote inferiori a 150 metri (ma anche al si sopra). Per mezzi a pilotaggio remoto aventi peso superiore e inferiore a 25 kg, per volo a vista e, magari, con sistemi radar di controllo. Mezzi con velocità di ascensione e locomozione ridotte e superiori a 150 km/h.
Quali restrizioni dovranno essere introdotte per assicurare la sicurezza dei cittadini non coinvolti in queste attività ludico/professionali? Quali sanzioni per i trasgressori? Quali polizze assicurative potranno essere sottoscritte dai "piloti" a pilotaggio remoto?
In attesa che una qualche regolamentazione "protegga" questo exploit di droni è indispensabile segnalare il fatto di cronaca accaduta a Milano luned1 22 giugno.
Nella centralissima piazza Duomo a Milano un drone fuori (?) controllo ha impattato in un cavo d'acciaio (era una linea vita?) posizionato nelle vicinanze dello stesso Duomo. Il drone, probabilmente, era impiegato per un'attività di fotografia/movie/monitoraggio visivo delle guglie della cattedrale, in prossimità della Madonnina.
I danni materiali sono risultati minori, ma gli interrogativi correlati sono numerosi.
Uno tra i tanti possibili: erano "piloti" autorizzati da una scuola autorizzata da ENAC e/o da agenzia equivalente europea o di altri Paesi? Avevano stipulato un'assicurazione per danni a terzi? I "piloti" sono, probabilmente, stati denunciati, ma chi vigila sul traffico aereo di bassissima quota, sulle tantissime operazioni di droni in corso, H 24, sui cieli della Penisola? Qualcuno dovrebbe intervenire! 25 giugno 2015
Una vittima precipita in atterraggio, un altro corpo assiderato in ospedale! Alla polizia di Londra sarebbe arrivata una segnalazione alle 8.30 locale di giovedì 18 giugno. Dal volo Boeing 747 British Airways volo BA0054 proveniente da Johannesburg in atterraggio a Londra - Heathrow sarebbe precipitato il corpo di uno di due clandestini sistemati nel vano carrello.
L'apertura del carrello (principale o del ruotino?) dopo oltre 8000 miglia di viaggio ha provocato la caduta del corpo di una vittima nel quartiere sud di Londra (Richmond). Un secondo clandestino ha potuto invece essere ricoverato in ospedale in uno stato di assideramento. Il volo è durato oltre 10ore, a quote di oltre 35mila piedi, senza pressurizzazione e con temperature medie inferiori a 35 gradi.
Ma come hanno potuto sopravvivere in un tale "habitat"?
Uno studio del 2012 sostiene che almeno il 76% dei clandestini del vano carrello di aeromobili, identificati in inglese come "wheel-well stowaways" non sopravvivono a prolungate crociere ad alta quota.
Maggiori probabilità invece si hanno con voli a bassa quota e tempi di volo ridotti. Si ricorda il caso di un sopravvissuto per un volo a 4000 miglia tra le Hawaii e Los Angeles nel 2000. 20 giugno 2015
Dopo la Lufthansa, la Germania, anche la Commissione UE e la FAA intervengono sulla idoneità "mentale" dei piloti! Le novità successive alla procedura "Random checks of pilots' psychological fitness" della Lufthansa per ridurre il rischio nell'aviazione civile anche la Commissione UE si sente coinvolta. La UE potrebbe indagare la Germanwings e la Germania per non aver adeguatamente verificato lo stato mentale dei piloti. E perciò prevenuto il rischio di un pilota suicida sui voli di linea. E' la stessa EASA, agenzia europea sulla safety ad analizzare le procedure in vigore i Germania nell'intento di evidenziare la prassi ed eventuali irregolarità insorte.
Chi rilascia e attesta la regolarità delle idoneità fisiche mentali: sono congrue e quali correttive potrebbero essere intraprese? L'analisi della EASA dovrebbe allargarsi agli altri Paesi Europei e, probabilmente, integrare i criteri e sistemi di idoneità, anche mentale, esistenti.
In questi ultimi giorni anche la statunitense FAA sta elaborando nuove tecniche e metodologie adeguate
"working with the commercial aviation and medical communities to study the emotional and mental health of U.S. commercial pilots".
Per lo scopo è stato attivato il team noto come Commercial Aviation Safety Team (CAST) coinvolto nelle investigazioni relative all'incidente del Malaysia Flight 370 e del Germanwings Flight 9525.
Con lo studio denominato "The Pilot Fitness Aviation Rulemaking Committee (ARC)" la FAA sarà in grado di fornire linee guida e le raccomandazioni più opportune entro i prossimi sei mesi.
Nel Team partecipano le autorità governative e industriali USA oltre che internazionali, con specialisti e medici professionisti di medicina aerospaziale.
Gruppi selezionati di piloti USA saranno sottoposti a screening medici, anche sotto "sforzo e stress". Con specifici analisi comportamentali al fine di far emergere "pilot fitness".
"The ARC will examine issues including the awareness and reporting of emotional and mental health issues, the methods used to evaluate pilot emotional and mental health, and barriers to reporting such issues".
La FAA prevede che saranno introdotte sostanziali modifiche alle tecniche e ai criteri di selezione e di controllo periodico dei piloti attualmente adottati negli USA e nel resto del mondo. 3 giugno 2015
No news invece su eventuali casi italiani! Non è la prima volta che accade e Air France, dopo l'anomalia registrata settimane addietro, dopo il caso riscontrato nella fase di decollo del Boeing 777 cargo da una delle piste Paris Charles de Gaulle con destinazione Mexico city lo scorso 22 Maggio 2015 ha aperto una seconda indagine.
Il volo AF6724 per Mexico ity operato dal Boeing 777 F nella fase di accelerazione per il decollo in pista ha verificato una progressione di velocità alquanto lenta.
La sensazione che la progressione della corsa di decollo fosse più lenta del dovuto ha allertato i piloti che hanno repentinamente incrementato la spinta dei due propulsori. Hanno portato le manette alla massima spinta consentita e forse anche oltre.
I piloti sarebbero stati informati di simili inconvenienti, causati da un computo errato della potenza di spinta richiesta al decollo il l'on-board computer avrebbe "underestimating the weight" dell'aeromobile e l'equazione lunghezza di pista e peso dell'aeromobile - a the wrong data - avrebbe determinato la "antipatica" situazione.
L'equipaggio ha immediatamente inoltrato l'inconveniente con Air Safety Report (ASR) all'Air France che ha trasmesso il caso alla BEA: agenzia di sicurezza francese.
La BEA ha investito della problematica l'industria aeronautica sul rischio nell'impiego del sistema di inserimento e di verifica dei dati nei "modern cockpit systems".
In passato erano stati evidenziati casi equivalenti. La stessa BEA nel 2008 aveva presentato uno studio sul "slow and underpowered takeoff" che aveva determinato un "loss of control of the aircraft". L'incidente era occorso nell'ottobre 2004 ad un Boeing 747-200 della MK Airlines e un fuori pista ad Halifax in Canada. Concluso con l'incendio dell'aeromobile e sette vittime.
Anche nel caso dell'Airbus 340 di Emirates a Sydney nel 2009 con l'aeromobile che ha colpito l'antenna e le luci nella fase di decollo, e che avrebbe sottostimato il peso di decollo di ben 100 tonnellate. Dal 1990 si ha notizia di circa 12 "incidenti" associati al "wrong data".
La problematica è stata posta all'attenzione della EASA, non si ha invece notizia di "inconvenienti" equivalenti sulla flotta wide body immatricolato in Italia. 2 giugno 2015
Tra investigazioni e misteri il volo raggiunge senza conseguenze la destinazione! L'esemplare Airbus 330-300 equipaggiano con due propulsori Trent 772 era partito il 23 maggio da Singapore con destinazione Shanghai operava il volo SQ-836 con 182 passeggeri e 12 membri di equipaggio e inizialmente era lla quota di crociera di FL390 a circa 140 miglia nautiche a sudovest di Hong Kong. Entrambi i motori si sono spenti (flame out?) e il velivolo ha perso quota (probabilmente senza stallare) raggiungendo la quota di FL 260 (26mila piedi) prima della riaccensione degli stessi propulsori.
I piloti, alla fine, applicando le procedure di riavviamento in volo hanno potuto riprendere il controllo del volo: operando in sicurezza il completamento del volo.
Tutto bene quindi?
Certo bravi i piloti e la procedura adottata ha consentito il recupero da una emergenza gravissima. Certo tra i passeggeri, probabilmente, il panico ha investito i passeggeri del volo della Singapore Airlines.
Dopo aver sostato per circa quattro ore sullo scalo di Shanghai, dopo essere stato sottoposto alle verifiche di manutenzione, ai chek-list rituali, l'aeromobile è ripartito senza altre conseguenze.
Che cosa è successo quindi?
I media hanno riportato come il velivolo Airbus 330-300 avesse incontrato "bad weather at 39,000 feet about three and a half hours after departure”. E' possibile che ipotetiche avverse condizioni meteo, forse una situazione freeze rain di alta quota avrebbe determinato l'arresto di entrambi i propulsori? Il Singapore's Air Accident Investigation Bureau (SAAIB) ha confermato l'incidente rilevando "the AAIB will be the authority for investigating this incident. The AAIB is in the midst of gathering information and flight data from the operator". 29 maggio 2015
Safety e human factor: è una equazione imprescindibile in ogni Paese! Sarà che la tragedia del 24 marzo ha coinvolto il volo Germanwings 4U 9525, sarà che anche la Lufthansa azionista prevalente della stessa low cost ma il programma di verificare lo status "psicologico-psichiatrico" dei singoli piloti, per mezzo di check appropriati, quanto "random-a campione" sembrerebbe riguardare solo la Germania.
Probabilmente l'iniziativa potrebbe essere circoscritta ai piloti del solo Gruppo Lufthansa.
Perciò in aggiunta alle visite mediche periodiche, ai test professionali al simulatore e in linea, ai check per verificare l'eventuale assunzione di sostanze farmacologiche proibite, abuso di alcool e droghe varie ecco, finalmente, il test diagnostico per comportamenti ed eventuali malattie mentali. Magari per verificare se il comportamento verificato sia identificato nell'ultima versione del "manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali".
Elettroencefalogramma ed esami del sangue quindi, ma perché non dopo aver accertato l'esito integrale del caro e vecchio "Minnesota test"? Uno screening iniziale, probabilmente, potrebbe identificare qualche eventuale soggetto "a rischio".
Cosa ne pensano le associazioni-sindacati dei piloti europei?
"Random checks of pilots' psychological fitness could help reduce risks in the aviation sector" lo ha sostenuto
Carsten Spohr Lufthansa chief executive in un'intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Quale iniziativa assumerà ENAC? Quale invece gli organismi internazionali della civil aviation (ICAO-IATA-ECA-IFALPA) e dei piloti: in fondo saranno gli stessi piloti, del Gruppo Lufthansa da un lato, ma anche di tutte le altre aerolinee europee e sovranazionali a operare sotto lo stesso cielo. 26 maggio 2015
Alcuni piloti avrebbero corrisposto e/o pagano da 30 a 50mila euro! Anche in Italia? Nel silenzio? Con un comunicato l'ECA (European Cockpit Association) ha denunciato l'annosa (oltre decennale?) pratica sottoposta ai giovani piloti: gli accordi, le procedure, sottoscritte dagli stessi piloti - ma anche dagli assistenti di volo nella fase addestrativa - formativa - denominate “Pay-to-fly” (P2F).
Sono formule, costantemente innovative, chiamate anche “self-sponsored line training” che richiedono ai piloti pacchetti addestrativi di ore-di-volo al fine di assicurarsi maggior esperienze di volo, accrescere la propria professionalità, raggiungere le quote minime di volo/anno sulla macchina volata e, in definitiva, costruire un curriculum di volo.
Talvolta il pacchetto-di-ore-di-volo sottoscritto tra aerolinea e pilota riguarda anche l'acquisizione del type-rating su uno specifico
esemplare di aeromobile.
L'ECA sottolinea inoltre la sorprendente "creatività" sviluppata dalle aerolinee "airlines are constantly reinventing" le modalità dei contratti tra il singolo pretendente - sia esso un giovane pilota quanto un assistente di volo e forse anche per tecnici di terra e manutentori aeronautici - e l'aerolinea e/o azienda associata.
Probabilmente la stessa Commissione Europea e l'EASA - nel breve periodo - potranno bandire quest'annosa quanto sistematica "formula" “Pay-to-fly” (P2F). E' diventato una sorta di business parallelo all'attività prevalente del trasporto passeggeri e merci agevolato dalle pressioni finanziarie innescate dalla competizione tra vettori aerei.
“Airlines are constantly reinventing models to get cheaper labour, like hiring self-employed or fake self-employed pilots, pilots on temporary work agency contracts, or on zero-hours contracts,” says ECA President Dirk Polloczek. “But P2F takes such unacceptable".
Il progressivo allargamento delle pratiche “Pay-to-fly” si accompagnano a condizioni lavorative pesanti in termini di ore di impiego giornalieri, mensili e annuali. Contratti d'impiego che riflettono comunque stipendi e indennità decisamente low cost. La capacità di contrattazione e sindacale del personale apapre del tutto simbolica se non inconsistente: impraticabile.
Con il “Pay to fly” in sostanza si paga per volare e il personale in formazione, talvolta senza licenza di volo professionale, se da un lato agognano a contratti di lavoro definitivi, a tempo indeterminato sono sottoposti ad un contesto operativo nel quale la normativa delle nuove “Flight time limitations” - approvate da EASA - non ostacolano una prassi ritenuta da ECA dannosa e controproducente.
I costi che, ad esempio, il giovane pilota deve fronteggiare possono variare da 30-50mila euro per ogni contratto. Ecco , a riguardo uno stralcio del comunicato ECA del 28 aprile 2015.
“P2F practices discourage young motivated men and women to join the profession, or – once they did their initial pilot training – pushes them into financial exploitation, by making them pay 30-50.000 euro for a P2F contract, on top of the already high costs of their initial training,” says Philip von Schöppenthau, ECA Secretary General. “In addition, P2F provides a perverse incentive for a pilot to fly at any cost. Few will admit it, but when you have paid up to 50.000 euro to fly this plane, you will think twice before deciding not to fly today because you feel sick or fatigued. Like any other pilot, young pilots must focus on the task and prioritise safety, rather than having to worry about the financial and career consequences of taking safety-related decisions.
Cambierà qualcosa? E nel Belpaese qualè la situazione delle aerolinee che volano Italia? Quale iniziative potrà avviare ENAC per monitorare una realtà che, a quanto pare, è perlomeno esistita? E' ancora attuale?
Sicuramente è una realtà per numerose aerolinee di altri Paesi europei operanti nella Penisola. 13 maggio 2015
Il Rapporto ANSV 2014 divulga i dati: ma servono provvedimenti dissuasivi! Il "Rapporto Informativo sull'attività svolta da ANSV e sulla sicurezza dell'Aviazione Civile in Italia nel 2014" è un documento di 95 pagine reperibile sul sito ANSV dallo scorso 21 aprile.
Alla pagine 73 e 74, in quasi due pagine di testo ANSV riporta "l'uso improprio di illuminatori laser" in Italia.
Rappresenta un genere di eventi identificati da ANSV nella categoria SEC (Security Related) e potrebbero derivare conseguenze gravi in ambito safety.
La segnalazioni correlate all'improprio uso di illuminatori laser contro aeromobili sono continuate anche nel 2014, registrando peraltro un sensibile incremento rispetto al 2013 (le segnalazioni giunte ad ANSV nel 2014 sul 2013 sono incrementate del + 35%). Sono state trasmesse nella totalità ad ENAV che in genere raccoglie i riporti trasmessi dagli equipaggi di volo coinvolti e colpiti dai laser..
ANSV al momento non avrebbe ancora aperta nessuna inchiesta/investigazione specifica, associata alle singole segnalazioni. Le ricadute in termini di sicurezza appaiono tuttavia scontate anche per l'evidente incremento del fenomeno. I soggetti maggiormente coinvolti non solo i piloti al commando degli aeromobili in atterraggio e in decollo ma anche i controllori e il personale operativo nelle torri dei singoli aeroporti.
I piloti e gli addetti alle torri di controllo, infatti, nelle fasi iniziali e finali del volo espletano la loro attività a vista e l'occhio umano sottoposto al raggio laser potrebbe determinare interruzione/sospensione e arrecano disturbi nella capacità visiva. L'esito del danno è corrispondente alla capacità di emissione dello strumento laser utilizzato. Il numero totale delle segnalazioni ammonta a 1189 (+35% sul 2013). Il database registra un costante incremento, dai 300 circa del 2010 e 2011, sono risultate 450 nel 2012, 885 nel 2013.
Non si hanno notizie casistico-statistico sulla effettiva incidenza numerica del trend reale di "eventi laser". Il numero complessivo delle segnalazioni pervenute ad ANSV rappresenta il totale dei casi o rappresenta solo una percentuale? Copre il 50% dei reali accadimenti? Come monitorare la reale incidenza del fenomeno laser? Strutturale una rete di video lungo le traiettorie di decollo ed atterraggio dei singoli aeroporti non potrebbe configurare una procedura operativa efficace oltre che un indispensabile misura deterrente?
ANSV elenca i dati riportati 2014 su alcuni singoli aeroporti:
Roma Fiumicino 135;
Napoli Capodichino 116;
Firenze Peretola 103;
Bologna Panigale 62;
Torino Caselle 60;
Venezia Tessera 59;
Bergamo Orio al Serio 48
Milano Malpensa 44. 7 maggio 2015
FAA: aggiornare le procedure di manutenzione per rischio blackout dell'impianto elettrico!
La flotta Dreamliner è in servizio dal 2011 e dopo i gravi e ripetuti malfunzionamenti alla batterie del 2013 e che aveva obbligato il blocco a terra dei Boeing 787 ecco questa nuova "emergenza".
Venerdì 1 maggio la FAA - Federal Aviation Administration - ha, infatti emanato una direttiva obbligatoria che impegna gli operatori in "repetitive maintenance task"" su questi esemplari "due to issues with its power supply".
In sostanza il numero chiave è di 248. La FAA dopo una serie di test avrebbe rilevato "could lose all AC electrical power after being continuously powered for 248 days" - come dopo l'utilizzo per 248 giorni continuativi potrebbero insorgere - senza adeguati interventi e test nella fase di manutenzione - avarie e malfunzionamenti tali da impedire ai piloti il controllo positivo dell'aeromobile.
L'ipotesi è che una sorta di bug al software possa causare l'improvviso, repentino e irrimediabile quanto totale, blackout elettrico dell'aeromobile in volo.
La flotta mondiale del bimotore wide body Boeing 787 è costituita da 267 esemplari mentre ne sono stati ordinati 1095. Il Belpaese non ha immatricolato alcun Dreamliner. 4 maggio 2015
Ma per chi vale? Forse per aviazione generale, ultraleggeri e, anche, droni? Per quali voli? Probabilmente, dal 30 aprile e fino al 28 maggio 2015, dopo la emissione un Notam (Notice to Airmen, avviso ai naviganti) di divieto di sorvolo dell'area dell'esposizione e delle zone limitrofe a tutto il traffico aereo, con esclusione degli aeromobili militari, di Stato, di soccorso, di emergenza e del traffico commerciale. E il vincolo potrà anche essere esteso, magari fino alla chiusura dell'EXPO.
Nello specifico - rileva il comunicato ENAC dello scorso 30 aprile - "oltre al sorvolo dell’area in cui si svolgerà l’EXPO; la zona interessata dal divieto comprende anche il sedime dell’Aeroporto di Bresso, area inserita sul territorio della provincia di Monza e della Brianza e della provincia di Varese.
Si precisa che rimane vigente la deroga, già in atto, che riguarda l’operatività dell’Aeroporto di Milano-Linate."
Niente di più anche se dopo la lettera inviata da ENAC ad ANCI, probabilmente, la no flight zone dovrebbe riguardare anche la flotta dei droni e/o mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR). Anche se il comunicato ENAC non sembrerebbe fare alcun riferimento all'utilizzo - autorizzato o meno - magari anche per la vigilanza aerea della zona EXPO e limitrofe. L'esigenza di un controllo capillare e sistematico dell'area EXPO ha trovato un motivo in più dopo la nota emanata dalla Prefettura di Milano dopo alcune inchieste giornalistiche relavive al sistema di sicurezza/security predisposto per l'aeroporto di Bresso. Il sedime dell'aeroporto G. Clerici di Milano-Bresso una pista in circa 100 ettari di sedime civile destinata a voli turistici è localizzato nel territorio comunale di Bresso, ai confini dei comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, in un'area facente parte del Parco Nord Milano. Nella logistica aeroportuale sono insediati l'Aero Club Milano e l'Aero Club Bresso e l’aeroporto è aperto ai voli di Aviazione Generale e VDS Avanzato.
Dopo la riunione del 23 aprile u.s. del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica di Milano, su richiesta del Prefetto di Milano aveva emanato questa nota: “Recenti, ripetuti servizi giornalistici sollevano situazioni ben note e da tempo oggetto di particolare attenzione da parte di questa Prefettura in tema di sicurezza del sito Expo. La situazione dell’Aeroporto di Bresso è già da tempo all’esame dei tavoli tecnici attivati e coordinati in Prefettura con tutti gli Enti interessati. Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con la presenza di Enac, Enav, aeronautica militare e polizia di frontiera aerea, oltre al Comune di Milano, alla Città Metropolitana e ai vertici delle forze di polizia e dei vigili del fuoco questa mattina ha ulteriormente approfondito la problematica della sicurezza aerea, deliberando l’estensione dell’area di divieto del sorvolo vigente sul centro della città di Milano alle aree di interesse del sito Expo”. Divieto di sorvolare il centro di Milano ma anche il sito Expo per tutto il semestre dell’esposizione".
“In merito all’aeroporto di Bresso – aveva aggiunto la Prefettura – si è deciso di definire comunque una nuova pianificazione di sicurezza, ma non si esclude a breve anche l’adozione di ulteriori provvedimenti di più vasta portata”.
Quale portata assumono quindi i due comunicati? Si integrano? Quello ENAC concerne lo spazio aereo sottoposto alla No Flight Zone mentre quello della Prefettura rimanda - piuttosto - alla security dell'attività di volo esercita dallo scalo di Bresso. E' forse possibile che sia anche chiusa la pista di Bresso. Ma cosa aggiungere dell'attività dei droni che non abbisognano di una pista: potrebbe essere consentita per le attività di vigilanze e security autorizzate?
Ma a questo punto che dire delle altre aviosuperci e campi volo limitrofe alla zona EXPO? Perchè non limitarli e chiuderli al fine di assicurare una maggior security?
Probabilmente sono iniziative che avrebbero dovuto essere valutate adeguatamente e, per tempo. 2 maggio 2015
È febbre di droni. ANSV cosa pensa? Manca una normativa europea specifica e servirebbe una stringente, dettagliata quanto articolata legislazione sulle modalità operative degli APR (mezzi a pilotaggio remoto). L'intreccio operativo tra voli a bassa quota, la convivenza con ultraleggeri, aviazione generale, aviazione civile/commerciale e militare deve essere ancora risolta. La FAA USA rinvia ancora la normativa in materia ma, intanto nel belpaese ben ottantacinque scuole di formazione per operatori droni sono state riconosciute dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC).
Sono sorte negli ultimi dodici mesi e sono numerosi (centinaia ?) che hanno frequentato e, probabilmente, superato corsi teorici o pratici.
Nel mese di maggio 2015 le "infinite" nuove professionalità attese dall'APR si riuniranno nell’ambito di “Roma Drone Expo&Show 2015”: seconda edizione. Il ritrovo avverrà nei giorni 29-30-31 maggio all’Aeroporto di Roma Urbe.
Vi parteciperanno decine di scuole di volo APR riconosciute dall’ENAC, che presenteranno al pubblico le loro proposte formative sui droni. A fronte delle 85 scuole di volo e di addestramento in data 28 aprile 2015 ENAC ha inviato a tutti i Comuni italiani riuniti nell'ANCI due pagine sull'impiego degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto.
La lettera sottoscritta dall'Ing. Alessandro Cardi avverta i Comuni del Belpaese sulle modalità e fruibilità di tali attività di volo.
Perchè ENAC ha sentito questa esigenza? Quali interrogativi sono alla base di questa "strana" missiva?
Per quale ragione le Amministrazioni comunali sarebbero coinvolte nelle attività di volo degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto? Devono forse interessare la Polizia e Vigili Urbani a vigilare e coordinare il "traffico aereo" a intervenire sullo spazio aereo sovrastante l'area municipale degli APR con pesi superiori e inferiori a 25 kg? Devono forse vigilare sulla "patente e libretto" degli operatori APR residenti nelle aree di amministrazione?
La giungla delle attività aeree connesse agli Aeromobili a Pilotaggio Remoto è sterminata e l'ENAC, dopo aver autorizzato 85 scuole di addestramento e volo sono investiti da problematiche e da una gestione sulla quale si sentono impotenti?
Come può, infatti, ENAC sovraintendere e vigilare la giungla dei droni di giorno e di notte, nei giorni feriali e festivi, sopra paesi e città e in prossimità di piste di volo militari e civili?
Un drone decolla in spazi limitati e da località più disparate. In luoghi cittadini e in zone meno popolate e il controllo positivo del mezzo aereo inquadra problematiche di safety e security ancora, sembrerebbe, non del tutto analizzate. La lettera ENAC non rappresenta, in sintesi, queste complessità? ANSV cosa pensa? 1 maggio 2015
La febbre dei droni, ma anche esigenze improrogabili di sicurezza e rischio terzi. Droni: mentre nel Belpaese i media rilanciano la notizia che ENAC ha rilasciato il certificato di "scuole di droni" a ben ottantacinque istituti/soggetti, negli USA la FAA ritarda ancora l'approvazione di una normativa sull'utilizzo commerciale/civile degli UAS (Unmanned aerial vehicle) o APR aerei a pilotaggio remoto come sono etichettati in Italia. Le aziende produttrici di tutto l'universo industriale quindi, non solo quelli USA della Boeing, Lockheed Martin, Ups, Ibm, Willis Group e Zurich North America, promuovono azioni di sostegno e lobbying per un rapido e dispiegato utilizzato dei mezzi droni. In ogni ambito d'impiego, in aggiunta a quello da tempo autorizzato: quello militare.
Al momento, tuttavia, negli USA l'attesa per una legislazione specifica si dovrà aspettare almeno il 2016/2017.
Perché nel Belpaese le scuole per la formazione di "piloti" di droni sono state autorizzate quando non solo negli USA ma anche in Europa (vedi EASA) la normativa deve essere ancora definita? Una rapida soluzione in tal senso presenta alcune significative incertezze e interrogativi per garantire la piena sicurezza delle operazioni di volo. Quale formazione professionale devono acquisire i "piloti" a pilotaggio remoto e quali competenze e/o sistemi di protezione dal rischio "fuori controllo" del mezzo così come la coesistenza tra la flotta dei droni oltre che all'intreccio con aeromodelli, aviazione generale e ultraleggeri in genere deve essere assicurata?
Perché dividere la flotta droni tra i mezzi con un peso inferiore a 25 kg e superiore, quanto altre legislazioni hanno posto un discrimine tra 30 kg?
L'UFAC - ente/ufficio svizzero dell'aviazione civile - ad esempio, quando riporta: "droni sono apparecchi volanti telecomandati, generalmente di piccole dimensioni. In termini giuridici sono equiparati agli aeromodelli. In linea di principio se il loro peso è inferiore ai 30 kg possono essere utilizzati senza alcuna autorizzazione. La condizione essenziale è tuttavia che il "pilota" mantenga costantemente il contatto visivo con il drone" non identifica una realtà del tutto avulsa alla discussione in corso negli USA e in Europa?
Il settore "industriale" dei droni è in rapida espansione e la presentazione delle scuole di volo per Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Apr) previsto nel corso del “Roma Drone Expo&Show 2015”, che si terrà nelle giornate 29-30-31 maggio all’Aeroporto di Roma Urbe ripropone una questione che deve risolvere le urgenze di safety con le richieste di certificazione degli stessi aeromobili e dell'addestramento e responsabilità oggettivo e rischio terzi.
L'elenco delle 85 "scuole" italiane divulgata da ENAC sembrerebbe anticipare una normativa che abbisogna di materie specifiche (aerotecnica, procedure del volo, meteorologia, sicurezza del volo, traffico aereo a bassa quota), tecniche addestrattive, e finalità che possono essere solo conseguenti alla legislazione quanto all'esistenza di "tecnici qualificati" alla formazione teorica-pratica e all'addestramento specifico. E', inoltre, indispensabile disporre che modalità di monitoraggio e sorveglianza dell'attività civile/commerciale delle flotte dei droni.
Intanto nella giornata del 22 aprile 2015 ha fatto il giro del mondo dei media la notizia del drone/UAV scoperto nei pressi della residenza del premier giapponese, Shinzo Abe, a Tokyo.
Sono state rinvenute tracce di cesio - radioattivo? Ed una telecamera - una sorta di incursione che non si sa che catalogare tra l'attentato e/o una violazione della sicurezza e della privacy che non potrà che rinfocolare il rischio associato all'impiego non "sorvegliato" dei droni.
L'esigenza di identificare una normativa stringente quanto inequivocabile sull'impiego dei droni-UAS-UAV, APR è diventata, quindi, primaria. Intanto il prossimo mese all'aeroporto dell'URBE numerose industrie e scuole di volo APR certificate da ENAC presenteranno ai numerosissimi visitatori le produzioni italiane ed estere oltre alle loro proposte formative per piloti a pilotaggio remoto. 23 aprile 2015
Cosa accade nel Belpaese? ENAC e ANSV e le flotte "WI-FI" stanno provvedendo? Stavolta è il GAO - Government Accountability Office USA a segnalare il rischio per le flotte aeree più moderne e avanzate, meglio se di ultima generazione, possono essere sotto schiaffo degli haker.
Una incognita che riguarderebbe innanzi Boeing 787 Dreamliner e Airbus A350 e A380.
Lo sostiene uno degli autori del Report Gerald Dillingham.
I media del mondo intero hanno rilanciato la notizia della CNN. Le cabine di pilotaggio che dispongono di una rete WI-FI senza fili integrata con quelle fruibile dai passeggeri sono vulnerabili a cyberattacks.
Gli esperti del governo USA hanno concluso il Report e appare implicito un allarme che era paventato solo nei thriller supertecnologici. La safety dell'aviazione commerciale/civile internazionale potrebbe essere sottoposta a "computers hacked and remotely taken over by someone on the ground".
La minaccia ipotizzata potrebbe quindi arrivare sia da una postazione haker di terra quanto di bordo.
Le preoccupazioni per viaggiatori e naviganti stanno rapidamente crescendo anche per i rischi legati al terrorismo internazionale.
"Modern communications technologies, including IP connectivity, are increasingly used in aircraft systems, creating the possibility that unauthorized individuals might access and compromise aircraft avionics systems," according to the report, which is based on interviews with cybersecurity and aviation experts".
Gli scenari del cyberattacks ipotizzano i seguenti obiettivi:
- il controllo positivo della condotta e/o navigazione dell'aeromobile;
- l'inserimento di virus nel sistema di volo e/o controllo dell'autopilota
- prendere il controllo dei computers dell'aeromobile;
- bypassare i sistemi di allerta dei sistemi di bordo e della navigazione aerea.
I media USA hanno anche sostenuto:
"For example, the presence of personal smart phones and tablets in the cockpit increases the risk of a system's being compromised by trusted insiders, both malicious and non-malicious, if these devices have the capability to transmit information to aircraft avionics systems,".
Il Report della US Government Accountability Office (GAO) descrive quindi potenziali pericoli e il testo è stato trasmesso alla Federal Aviation Administration (FAA) ha, intanto, definito un rinnovato e stringente obiettivo:"FAA Needs a More Comprehensive Approach to Address Cybersecurity As Agency Transitions to NextGen".
Cosa accade in Italia? Quale posizione hanno assunto ENAC e ANSV? 17 aprile 2015
Le criticità erano emerse dopo i malfunzionamenti su alcuni Boeing 787! L'utilizzo delle batterie al litio bordo degli aeromobili, come il loro trasporto sottobordo e quello dei passeggeri imbarcati costituiscono una problematica che l'aviazione civile-comemrciale ha affrontato dopo alcuni incidenti. La conservazione delle batterie al litio, le conseguenze di un surriscaldamento, di un incendio - anche localizzato - e la loro esplosione possono rivelarsi in sequenza una opportunità,
Batterie al litio difettose, loro impiego non corretto, sistemi di sicurezza e di protezione non efficaci quali potrebbero essere potenziali rischi a bordo delle flotte aeree civii-commerciali?
I rischi stimati delle batterie e delle celle al litio rimandano anche al semplice trasporto (perciò non solo l'utilizzo nei sistemi-apparati di bordo). L'eventualità di corto circuiti potrebbe innescare sovra-correnti causa prima di un surriscaldamento con esiti pericolosi. Origine di corto circuiti potrebbe scaturire dalla presenza di particelle minuscole e/o polvere generate nella fase di produzione delle batterie.
Il trasporto aereo ha fronteggiato tali interrogativi con le documentazioni quali Lithium Battery Guidance Document della Iata (International Air Transport Association). Un aggiornamento indotto dalle disposizioni 2013-2014 dell'ICAO (International Civil Aviation Organization) per il trasporto sicuro di merci pericolose per via aerea e la 55ma edizione della normative Dgr (Dangerous Goods Regulations) di Iata.
Gli incendi e malfunzionamenti associati alle batterie al litio occorsi ad alcuni aeromobili Boeing 787 Dreamliner hanno obbligato l'adozione di ulteriori indagini tecniche.
L'analogia tra le problematiche alle batterie al litio riscontrate in volo e quelle con le auto elettriche - episodi trattati dai media - dovrebbero favorire le ricerche e la definizione delle migliori soluzioni.
In discussione anche la fabbricazione-composizione-sostanze impiegate nelle batterie al litio.
Quelle a celle all'ossido di cobalto (anche dei computer portatili e telefoni cellulari), celle all'ossido di manganese e litio ionico (incluse batterie al litio polimero e altro. Tecnologie chimiche differenziate determinano anche impiegate sono molto diverse caratteristiche funzionali ed operative - con prestazioni e temperature ed eventuali surriscaldamenti - e quindi manifestazioni più o meno efficienti e sicure?
Qualè lo stato dell'arte?
Le batterie (o pile) al litio - utilizzate e/o imbarcate/stivate a bordo - largamente impiegate in ogni dove, in cielo come in terra, devono essere ancora considerate - comunque - merci pericolose?
Possono ancora causare surriscaldamento e incendi in determinate condizioni.
Dopo alcuni incidenti accaduti durante il trasporto, ogni anno le regolamentazioni, soprattutto quelle aeree, sono sempre più restrittive, e, sembrerebbe che dal 1 gennaio 2015 siano state messe al bando le batterie al litio metallico (UN 3091) come cargo sugli aerei passeggeri.
Tutte le spedizioni nazionali ed internazionali che contengono batterie al litio sono soggette alle norme di trasporto sulle merci pericolose via aerea, terreste e marittima. Le batterie al litio sono inserite in Classe 9 "Miscellaneous Dangerous Goods". 17 marzo 2015
Sono state identificate anche le "Six-Point Safety Strategy" e le "Reduce Operational Risk"! Anche nel corso del 2014 il numero delle vittime del trasporto aereo civile/commerciale è risultato elevato - tre incidenti in una sola settimana a marzo ne hanno registrato 460 - ma per le statistiche del settore l'aviazione commerciale è il mezzo di trasporto più sicuro.
La IATA è una associazione che raggruppa 240 compagnie aeree nel mondo (84% del traffico aereo mondiale) e ricorda come ogni giorno, "circa 100.000 voli decollano e atterrano nel mondo senza incidenti".
La sintesi del Safety Performance 2014 della International Air Transport Association (IATA) è risultata la seguente:
"The 2014 global jet accident rate (measured in hull losses per 1 million flights) was 0.23, which was the lowest rate in history and the equivalent of one accident for every 4.4 million flights. This was an improvement over 2013 when the global hull loss rate stood at 0.41 (an average of one accident every 2.4 million flights) and also an improvement over the five-year rate (2009-2013) of 0.58 hull loss accidents per million flights jet. There were 12 fatal accidents involving all aircraft types in 2014 with 641 fatalities, compared with an average of 19 fatal accidents and 517 fatalities per year in the five-year period (2009-2013).
The 2014 jet hull loss rate for members of IATA was 0.12 (one accident for every 8.3 million flights), which outperformed the global average by 48% and which showed significant improvement over the five-year rate of 0.33. “Any accident is one too many and safety is always aviation’s top priority. While aviation safety was in the headlines in 2014, the data show that flying continues to improve its safety performance,” said Tony Tyler, IATA’s Director General and CEO."
Il rateo della perdita di aeromobili per area è risultata la seguente:
"All regions but one showed improvement in 2014 when compared to 2013. The exception is Europe which maintained the rate of 0.15 jet hull losses per 1 million sectors.
All regions saw their safety performance improve in 2014 compared to the respective five-year rate 2009-2013 as follows:
Africa (from 6.83 to 0.00) ;
Asia-Pacific (from 0.63 to 0.44);
CIS (from 2.74 to 0.83);
Europe (from 0.24 to 0.15);
Latin America and the Caribbean (from 0.87 to 0.41);
Middle East-North Africa (1.82 to 0.63);
North America (from 0.20 to 0.11)
North Asia (from 0.06 to 0.00).
CIS had the worst performance (0.83) among regions, but it showed strong improvement over three consecutive years: 6.34 (2011), 1.91 (2012), 1.79 (2013).
Perdita di aeromobili per area geografica - Loss rates by region of operator
"The world turboprop hull loss rate improved to 2.30 hull losses per million flights in 2014 compared to 2.78 in the five years 2009-2013. The following regions saw their turboprop safety performance improve in 2014 when compared to the respective five-year rate: Asia-Pacific (from 2.16 to 0.00); CIS (from 12.12 to 11.95); Europe (from 1.46 to 0.71); Latin America and the Caribbean (from 4.53 to 1.21); Middle East-North Africa (from 7.91 to 7.17).
Africa had the worst performance (14.13 hull losses per million flights) in 2014 for turboprop hull losses, which exceeded the region’s five-year rate of 9.62. There are relatively few turboprop operations in North Asia so the single turboprop hull loss experienced in the region in 2014 caused the turboprop hull loss rate to rise to 11.28 compared to the five-year rate of. 2.41. North America also saw a deterioration in 2014 compared to the preceding five years (1.19 vs. 1.02)".
Nel sito della IATA sono stati identificati i cosidetti "Six-Point Safety Strategy"
IATA’s Six Point Safety Strategy is a comprehensive data-driven approach to identify organizational, operational and emerging safety issues:
Reducing operational risk
Enhancing quality and compliance through audit programs
Advocating for improved aviation infrastructure such as implementation of performance-based navigation approaches
Supporting consistent implementation of Safety Management Systems
Supporting effective recruitment and training to enhance quality and compliance through programs such as the IATA Quality and Training Initiative and ICAO’s Multi-crew Pilot License
Identifying and addressing emerging safety issues, such as lithium batteries
Identify and Address Emerging Safety Issues
The Six-Point Safety Strategy comprises identifying and addressing safety issues related to:
Lithium Batteries
Safe Integration of Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS)
GNSS signal interference - GNSS jamming and Space weather
Laser attacks
Reduce Operational Risk
The area of reducing operational risks comprises safety issues related to:
Runway Safety
Loss of Control In-flight
Controlled Flight Into Terrain
Collisions
Fatigue. 13 marzo 2015
L'irrisolta convivenza con altri mezzi volanti e le problematiche di security complessiva! Se il 26 gennaio scorso un "minuscolo" drone è stato scoperto nella tenuta della Cada Bianca - la sua corsa sarebbe finita sopra un albero della residenza del Presidente USA - altri hanno volato a lungo sopra Parigi. Se negli USA la nuova normativa FAA prescrive che debbano essere a portata visiva - ottica da parte dell'operatore e ad una altezza massima di 150 metri delineando una regolamentazione che potrebbe diventare modello nel resto del mondo, ecco manifestarsi una realtà che pone immediate restrizioni nell'utilizzo della stessa fotta dei droni. I droni quindi devono ancora essere ritenuti in libertà vigilata. L'intreccio tra droni militari e civili, flotta deglli ultraeggeri, dei velivoli dell'aviazione leggera e civile commerciale - per non parlare di quella militare - rappresenta ancora un intreccio irrisolto. Forse non risolvibile in tempi brevi con gli adeguati livelli di sicurezza de volo prima ancora che trasparenti nella security. Che dire del videomaker che in Turchia ha sorvolato con un drone DJI Phantom 2 l’aeroporto Ataturk di Istanbul? Uno degli scali aerei a maggior traffico europeo: con oltre 50 milioni di passeggeri all’anno.
Niente pizze a domicilio con i droni quindi anche perché quelli avvistati nella zona di Place de la République a Parigi non sembrerebbe altrettanto innocente e innocua. La metropoli francese sarebbe stata sorvolata da una decina di inesplicabili droni sui quali sta indagando la polizia parigina. Anche negli scorsi 3 e 4 marzo 2015 altre testimonianze hanno segnalato la presenza di numerosi droni: in serata anche sulle rive della Senna, su Place de la Concorde, sul'ambasciata USA e persino sulla tomba di Napoleaone a Les Invalides. Sono stati un test di verifica? Gli autori sono burloni, giornalisti, fotografi e/o soggetti pericolosi e/o malintenzionati? Sono singoli o gruppi organizzati? Le infrazioni sarebbero di diverso tipo anche se quelle che riguardano le violazioni dello spazio aereo civile/commerciale non risultano quelle immediatamente perseguite. Che il divieto di sorvolo risulti una delle tante trasgressioni minori non solo preoccupa perché evidenzia i limiti della regolamentazione esistente, le urgenza di protezione civile ed il rischio dell'uso "liberalizzato" e non autorizzato/certificato e/o professionale dei droni.
Chi e come, inoltre, potrebbe monitorare e gestire la libera circolazione dei droni? Quale autorità, con quali mezzi e strumenti? Radar di bassa ed alta quota, sopra le città e nelle zone/aree sensibili (siti nucleari e altro e tante no fly zone) potrebbero scongiurare il rischio potenziale?
Quanti altri droni stanno volando in questo preciso istante? E su quali località e siti e con quali finalità? 6 marzo 2015
La FAA leader normativo internazionale? Se in taluni Paesi Europei la frenesia, l'impazienza e la fregola industriale avrebbero concesso la massima liberalità all'attività dei droni (non solo di quelli militari intrecciati con l'esercizio aereo civile-commerciale) ma anche di quelli ludico e commerciali negli USA la FAA solo ieri ha emanato una bozza di massima relativa all'ipotetica regolamentazione dei voli dei droni. Occorre interrogarsi innanzi tutto sul perché la FAA - USA è un sistema economico-industriale leader nel mondo - abbia presentato solo in data 15 febbraio 2015 una bozza di regolamento e non prima.
Le problematiche associate alla "liberalizzazione" dei voli degli UAS (Unmanned aerial systems - aerei senza pilota a controllo remoto) sono, in fondo, molteplici e di non semplice soluzione e normativa.
Le pressioni del mondo industriale, probabilmente, sono risultate pressanti, se non esagerate. Con attività di lobby - nel criterio USA - del tutto evidenti e impellenti.
Il dettaglio della bozza e delle proposte USA-FAA risultano assai particolareggiate. Probabilmente il risultato di un'analisi della cultura aeronautica, della certificazione, della professionalità indispensabile primaria, del rischio, spesso ignorata se non del tutto sottostimata altrove.
Quando la FAA dispone un'età minima di diciassette anni di età per il "pilota del controllo remoto" e un'altezza massima di 152 metri (500 piedi), con un peso massimo di 25 chilogrammi ed una velocità 160 km orari, inquadra una realtà operativa del tutto ignorata.
Certo non altrettanto è avvenuto per l'intreccio tra voli civili-commerciali e traffico dei droni militari, neanche negli USA, ma è una realtà che andrebbe sicuramente ri-verificata.
"This rule does not deal with beyond line of sight, but does allow for the use of a visual observer to augment line of sight by the operator of the unmanned aircraft," ha sostenuto Michael Huerta amministratore della FAA.
Nel memorandun - oltre alla bozza/direttive - il presidente USA Barack Obama - con una nota - ha comunque fatto appello a una regolamentazione maggiormente rigorosa.
La bozza, tuttavia, concerne i singoli soggetti privati, non riguarda ancora l'attività dell'industria allargata delle aziende che stanno sostenendo l'utilizzo allargato dei droni, ovvero Amazon, Google, Ups e altre.
Prima di capire l'orientamento e normativa USA dei privati, ai quali seguirà la regolamentazione più ampia e che interesserà ", la sperimentazione delle università, degli istituti scolastici più vari, fino all'industria dei produttori e la loro commercializzazione" dovranno quindi attendere la scadenza canonica dei 60 giorni di tempo. Al fine di valutare e verificare le nuove norme FAA, che saranno, probabilmente, le linee guida, nel bene e nel male (nelle approssimazioni!) della regolamentazione internazionale. 17 febbraio 2015
Airbus 321 rientra dal volo con sostanziali danni alla fusoliera. Volare nel bel tempo non è certamente come volare in condizioni avverse e i passeggeri che nel loro viaggio incappano nel maltempo atmosferico quali sono i fenomeni temporaleschi, quasi sempre, non lo scordano mai. Ghiaccio, turbolenze, grandine e fulmini sono elementi che si accompagnano ai piccoli e grandi temporali.
Eventi che hanno intensità e pericolosità variabili. Sono stagionali e associati alla latitudine terrestre. Sono fenomeni naturali, riscontri meteorologici che talvolta potrebbero rendere il volo pericoloso se non addirittura impraticabile. Dipende anche dall'altezza dal livello del volo. Il temporale ha un'intensità correlata alla fase del volo e ne determina il livello di pericolosità. Sopratutto se non può essere evitato e/o aggirato.
Potrebbe manifestarsi con fenomeni molto violenti, accompagnato da lampi e tuoni, forti raffiche di vento, rovesci di pioggia o di neve e spesso grandine. I radar meteo di bordo talvolta non sono in grado di determinare e/o stimare la consistenza effettiva, ovvero la pericolosità e il rischio dell'attraversamento in volo orizzontale, in salita e in discesa. Gli sbalzi di quota sono frequenti e repentini al punto che qualcuno li chiama vuoti d'aria.
Quello che è occorso all'Airbus 321-200 della TAM Linhas Aereas, immatricolato PT-XPB, operativo sul volo da Rio de Janeiro Galeao, a Fortaleza in Brasile è appunto uno dei casi che i passeggeri - probabilmente anche i piloti e/o gli assistenti di volo - ricorderanno a lungo.
La presenza di un temporale segnalato e noto ai piloti non ha impedito il decollo dalla pista 10 intorno alle 17.00 locali di domenica 8 febbraio ha costretto l'equipaggio al rientro a terra sullo stesso aeroporto di partenza circa 40 minuti dopo. Entrato nel ghiaccio, nella turbolenza e colpito da una violenta grandine danneggiando sostanzialmente il cockpit, il doppio windshield - i robusti finestrini anteriori - e il muso e le ali del velivolo. 10 febbraio 2015
Video e foto di scolari e studenti e docenti sono sceneggiate preoccupanti! Come convivere e sopravvivere all'invasione dei droni? Militari e civili. Commerciali e familiari e per attività sociali e ricreativi e altro? Dai soggetti e persone più varie, agli istituti tecnici scolastici privati e statali, alle università e ricercatori vari, tutti sembrerebbero perseguire, senza dubbi e tentennamenti, l'impiego sperimentale e "lavorativo" dei droni. I cosiddetti APR, UAV, UAS, in sostanza mezzi aerei a pilotaggio remoto.
Ma è un'attività che, nonostante il supporto dei media e dell'imprenditorialità costruttrice dei droni, al momento deve ritenersi "irregolare" se non "clandestina", comunque "abusiva".
Rappresenta un business industriale difficilmente stimabile (vale comune miliardi di euro) e del tutto agognato per l'impatto in termini di redditività e creazione di posti di lavoro in un periodo di crisi economica. Perciò un traguardo agognato e doverosamente perseguito. Ma altrettanto "problematico" e complicato.
Non bastava l'intreccio de gli interrogativi associati all'attività svolta dalle flotte militari dei droni (italiane e NATO) nelle zone dedicate di aerobasi autorizzate (?) e il traffico aereo civile/commerciale di aviazione leggere in genere e dell'universo degli ultraleggeri.
La problematica di un'ulteriore attività aerea, quella dei droni, in rapida espansione deve comunque misurarsi con la sicurezza di tali operazioni di volo. Una safety innanzi tutto relativa all'efficienza e affidabilità dei droni e in secondo luogo collegata alla concatenazione con le altre attività aerea: minore, civile, militare. Ma anche alla qualificazione professionali degli operatori dei droni: devono essere - ad esempio - dei piloti brevettati? Con quale qualificazione e con quale cultura delle regole del volo, della safety?
Anche se l'Italia ha enucleato/identificato i mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR) in genere e ENAC ha emanato un Regolamento che, in attuazione dall’articolo 743 del Codice della Navigazione, fornisce i requisiti per assicurare l’impiego di questi mezzi in condizioni di sicurezza la materia necessita di una normativa assai più esaustiva, esauriente ed allargata.
E' indispensabile, inoltre, anche una valutazione del rischio terzi di tale attività ed esercizio aereo. Rischio per i cittadini, la comunità e dei beni privati. Se la viabilità stradale è praticata e consentita dall'esistenza del Codice della Strada, l'attività aerea allargata all'universo dei droni (da quelli inferiori a 25 kg a quelli di centinaia di kg) abbisogna necessariamente di una revisione e/o aggiornamento del Codice della navigazione Aerea. Dove possono operare, a quale distanza dai centri cittadini, dei caseggiati, delle zone sensibili, delle piste di volo, degli aeroporti (minori, maggiori e militari), delle traiettorie e percorsi di volo delle procedure adottate e notificate da AIP Italia e dai NOTAM.
A quale altezza dal suolo possono volare i droni? Negli spazi aperti, sulle città e su agglomerati urbani periferici e in collina e/o montagna. E' una materia che deve essere preliminarmente analizzata, verificata e "normalizzata".
Come e in quanto tempo sarà possibile regolamentare e regolarizzare l'invasione dei droni?
Nel frattempo, a margine di conferenza sui Droni in Agricoltura - svoltasi all'Atahotel Villa Pamphili di Roma - l'Ing. Carmine Cifaldi, direttore Regolazione Navigabilità dell'ENAC, ha tra l'altro sostenuto:
"Gli APR trovano una collocazione nobile nel settore dell'agricoltura di precisione, è il settore dove troveranno la massima applicazione perché permettono di incrementare la qualità del prodotto con costi accettabili ".
Ha anche annunciato un aggiornamento della regolamentazione rilevando:
"Chi non vuole mettersi in regola è difficile da convincere, lo può convincere solo un azione di Polizia. Il Ministero dell'Interno si sta interessando cosi come le forze dell'ordine, ma si passa da un estremo all'altro, vorrebbero che ogni singola operazione venisse autorizzata. Insomma un' ipotesi estrema".
"Sono aspetti ancora in divenire che fanno parte di un quadro molto più complesso che tiene conto di aspetti oggi di attualità come quelli del terrorismo. Sono aspetti nati con questa tecnologia ma non dobbiamo farci spaventare dall'uso di questi mezzi " .
"Noi continuiamo a segnalare alla Polizia gli eventi che ci vengono comunicati sugli usi impropri di questi mezzi. Non è nostro compito perseguire chi non è in regola ma fin dall'inizio abbiamo sollecitato l'istituzione di un impianto legislativo per contrastare questi fenomeni di illegalità". 4 febbraio 2015
Non solo l'esposizione alle radiazioni cosmiche quindi, anche raggi abbronzanti! Non è una novità anche i media. ogni tanto, evidenziano il rischio del volo in alta quota. Un rischio che è routine per gli equipaggi dei voli alle quote superiori a 30mila piedi e, occasionalmente se non siete frequent-flyer, anche per i passeggeri.
Che piloti ed assistenti di volo siano regolarmente esposti alle radiazioni ionizzanti in quota non rappresenta quindi una sorpresa. La stessa EASA - Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea - ha emanato uno specifica normativa a riguardo. Il Regolamento U.E. n. 8/2008 dell’11 dicembre 2007 ha “stabilito requisiti specifici per gli operatori aerei in base ai quali questi hanno l’obbligo di valutare l’esposizione alle radiazioni cosmiche del personale navigante e, qualora l’esposizione superi il valore di 1 mSv/anno provvedere a mettere in atto una serie di azioni fra cui la misurazione dell’esposizione, la riduzione quanto più possibile dell’esposizione stessa, l’informazione al personale sui possibili rischi conseguenti all’esposizione nonché provvedere a limitare l’esposizione a radiazioni cosmiche del personale in caso di gravidanza”. Inoltre all’operatore “è vietato effettuare voli oltre i 49000 ft (15000 m) a meno che non sia installata a bordo una idonea apparecchiatura per la misurazione delle radiazioni”. E al pilota “è fatto obbligo di iniziare appena possibile la discesa qualora venga superato il rateo di dose indicato nel manuale di compagnia (Operation Manual)”.
Le problematiche e le patologie associate, infatti, rimandano a studi epidemiologici sugli equipaggi di volo, con ricerche che “evidenziano l’esistenza di una certa concordanza per quanto riguarda l’incremento dell’incidenza di tumori ormono-correlati ( quali tumori della mammella nelle assistenti di volo, cancro della prostata e tumore al testicolo nei piloti militari).
In questi giorni i media stanno invece rilanciando un ulteriore effetto collaterale del volare per lavoro e/o per diletto "Pilots Exposed to High Amounts of UVA Radiation in Flight", l'esposizione ai raggi ultravioletti UVA.
Il danno/rischio sarebbe causato dalla incompleta schermatura dei parabrezza/finestrini "windshields" finestrini dalle "UV-A radiation". La composizione di " polycarbonate plastic or multilayer composite glass" non protegge adeguatamente
Ricecatori della University of California hanno misurato l'ammontare e l'incidenza della UV radiation nella cabina di pilotaggio dei velivoli in volo.
L'indagine ha coinvolto anche il cockpit di velivoli di aviazione generale verificando i livelli di radiazione che raggiungono il sedile del pilota attraverso le schermature dell' acrylic plastic windshield sia a livello del terreno che a varie altezze di volo. Le misurazioni sono avvenute nella zona di San Jose, California, e a Las Vegas in aprile 2014.
I valori registrati in alta quota (sopra 30mila piedi) e quelli per la flotta di aviazione generale - ad altezze notevolmente inferiori - sono stati comparati con i livelli esistenti nei lettini abbronzanti.
Il riscontro segnalato rapporta ogni ora di volo a 30.000 piedi alla quantità di raggi ultravioletti UV di una seduta "pagata" su un lettino abbronzante.
I risultati stanno determinando contromisure più o meno efficaci e controversi.
I possibili danni alla pelle, melanomi vari vanno combattuti con pomate, filtri solari e check medici preventivi. E' comunque assodato che le radiazioni UVA possono causare danni al DNA, alle cellule e quindi al cancro della pelle.
Quali reali contromisure possono essere intraprese? Forse limitare le ore di volo dei piloti e degli equipaggi?
Perché EASA - Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea - non allarga almeno l'analisi all'esposizione ultravioletti UVA alle radiazioni cosmiche deliberando un capitolo specifico del regolamento in analogia a quello sottostante?
REGOLAMENTO (CE) N. 8/2008 DELLA COMMISSIONE
dell’11 dicembre 2007 recante modifica del regolamento (CEE) n. 3922/91 per quanto riguarda i requisiti tecnici comuni e le procedure amministrative applicabili al trasporto commerciale mediante aeromobili
"Radiazioni cosmiche
a) L’operatore tiene conto dell’esposizione in volo alle radiazioni cosmiche di tutti i membri dell’equipaggio in servizio (compreso il posizionamento) e prende le seguenti misure per i membri dell’equipaggio che potrebbero essere esposti a una dose annua superiore a 1 mSv;
1) valuta la loro esposizione;
2) nell’organizzare l’attività di impiego tiene conto dell’esposizione stimata, in modo da ridurre le dosi per i membri dell’equipaggio fortemente esposti;
3) informa i membri dell’equipaggio interessati dei rischi per la salute connessi con il loro lavoro;
12.1.2008 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 10/43
4) assicura che gli orari di lavoro dei membri dell’equipaggio di sesso femminile che hanno comunicato all’operatore di essere in stato di gravidanza garantiscano che la dose equivalente per il feto sia la minima ragionevolmente possibile e comunque che la dose non superi 1 mSv per tutto il resto della gravidanza;
5) assicura che vengano registrati i dati di ciascun membro dell’equipaggio che potrebbe essere sottoposto ad esposizioni elevate. I dati relativi alle esposizioni devono essere comunicati all’interessato su base annuale nonché quando questi cessa la propria attività presso l’operatore.
b) 1) L’operatore non impiega un velivolo ad altitudini superiori a 15 000 m (49 000 ft) a meno che gli equipaggiamenti specificati nella norma OPS 1 680, lettera a), punto 1, non siano efficienti o non sia rispettata la procedura prescritta dalla norma OPS 1 680, lettera a), punto 2.
2) Il comandante o il pilota al quale è stata delegata la condotta del volo inizia una discesa appena possibile quando vengono superati i valori limite per le dosi di radiazioni cosmiche specificati nel manuale delle operazioni. 16 gennaio 2015
Si accrescono i rischi di "aircraft crashes", di collisioni in volo: le società di assicurazione sono preoccupate! Le minacce e di rischi associati all'attività intrecciata di voli civili/commerciali ed il nuovo mondo dei droni sembrerebbero essere diventate di dominio pubblico. Anche la stampa ed i media generalistici stanno affrontando questa imprescindibile problematica: lo spazio aereo soprastante ai centri abitati, alle aree agricole come alle zone in prossimità delle piste di volo dei piccoli e grandi aeroporti sono diventate - era ora - una emergenza da fronteggiare e risolvere, in sostanza non è immune al rischuo crash.
E' un universo nel quale si sovrappongono le attività aeree di lavoro aereo, quelle ludiche, quelle di monitoraggio, di voli commerciali, di riprese video a bassa e/o alta quota per eventi famigliari e mondani
Quando da un lato il marketing dell'industria che promuove i droni sostiene come i cosiddetti mezzi a pilotaggio remoto risultino facili da impostare e facile da pilotare anche per un principiante, ecco che, invece in Germania "insurer Allianz published a review of aviation safety on Thursday, and expressed concerns it has discussed with other insurance companies in private. "Cyber terrorism may replace the hijacker and bomber and become the weapon of choice on attacks against the aviation community".
Quello che le agenzie e gli enti di vigilanza dell'aviazione civile e militare non ancora ancora - del tutto - manifestato è invece diventato oggetto e target per le società di assicurazione più avvedute e coinvolte nel "garantire" l'utenza aerea minore e maggiore.
Da un lato quindi le promozione dei droni minimizza l'impiego e l'utilizzo semplificato dei droni attraverso un telecomando e/o un controllo a distanza anche con uno smartphone, indipendentemente alla quota di volo, dall'altra nel corso del August Black Hat hacking conference in Las Vegas ha sostenuto "cyber security researcher Ruben Santamarta demonstrated how one could hack a plane's satellite communications equipment by exploiting their WiFi and inflight entertainment systems."
Lo stesso Santamarta inoltre ha sostenuto come " a hacker could, in theory, disrupt or modify satellite communications, which could interfere with the plane's navigation and safety systems", lo ha riferito la Reuters.
Ma Allianz Allianz SE, è una società di servizi finanziari con sede a Monaco, in Germania. E' la seconda Compagnia al mondo nel settore delle assicurazioni, dopo la francese AXA, e prima dell'italiana Generali) enfatizza un ulteriore rischio: "according to Allianz, comes from commercial drones crowding airspace. Usage has increased over recent years in the surveillance, farming, news and sporting industries, and regulations governing their commercial use have not yet been established by the Federal Aviation Authority (FAA). "The potential risks are obvious, namely collision or third-party damage or injury and resulting liability".
La FAA nello scorso novembre ha riportato come nel mese di ottobre 41 piloti hanno segnalato "incroci ravvicinati" con droni.
L'allerta è diventato, alla fine evidente e trasparente, ma lo ha sostenuto una società di assicurazioni:
"Cyber attacks and commercial drones pose a growing risk of commercial aircraft crashes, running counter to a long-term decline in fatal accidents."
Qualcuno delle recenti tragedie aeree, Cold Case aeronautici internazionali probabilmente senza riscontro, non potrebbe essere riconducibile a un qualche incrocio tra droni, e/o navette interorbitali ed aereo di linea? Problematiche di alta quota, di voli di crociera per aerei di linea che, tuttavia, registrano "new threats to air safety" a bassa quota? Sopra le città e agglomerati urbani? 6 dicembre 2014
In USA mancate collisioni in volo e "infrazioni di traffico", in Europa nessun riscontro! L'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile con una delibera del C.d.A. nr. 42/2013 in data 16/12/2013 aveva fissato un primo regolamento per l'impiego dei mezzi aerei a pilotaggio remoto, i cosiddetti Droni. Regola valide per i costruttori e per gli operatori anche con il testo completo del regolamento "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto" (APR), in vigore dal 30 aprile 2014. La flotta è stata suddivisa tra droni a pesi differenti. Per i velivoli inferiori a 25 chilogrammi, probabilmente, operativi con autocertificazione e, in genere, l'evoluzione tecnica dei droni, "sistemi aeromobili a pilotaggio remoto" (Sapr),tuttavia deve fronteggiare una realtà non immediatamente risolubile. Uno tra questi è rappresentato dall'intreccio dei voli compatibili nello spazio aereo: voli aeromodelli, vili ultraleggeri, voli aviazione generale in genere, voli militari e voli civili-commerciali.
Quali vincoli e quali normative potranno far coesistere le diverse attività di volo?
La flotta dei droni inoltre deve essere distinta tra attività dei droni militari, dei droni per security-polizia, per attività ludiche-ricreative, per la sorveglianza ed il monitoraggio industriale e in agricoltura e tantissimo altro.
La difficoltà nel legiferare in questa materia coordinando le esigenze del nordAmerica con quella Europea, ma anche nei singoli Paesi del vecchio Continente, è palese.
La scorsa settimana i media USA hanno rilanciato la "criticità" dell'intreccio dei voli della flotta droni con la restante massa dei voli segnalando quanto avvenuto nell'intorno dell'aeroporto John F Kennedy di New York (USA).
Tre piloti di linea hanno riportato la presenza di droni ad una quota superiore a 3000 piedi, in prossimità del sentiero di atterraggio alle piste. Le segnalazioni hanno obbligato non solo la FAA ma anche la FBI a verificare l'accaduto e le possibile conseguenze. L'ultimo caso è occorso al volo JetBlue B6842 proveniente da Savannah, Georgia: il drone sarebbe stato rilevato ad una distanza di 2 miglia dall'aeromobile.
Non solo il pilota ma anche due passeggeri avrebbero rilevato invece un drone ad una altezza tra 2-3000 piedi intorno alle 08.00 del mattino. Uno ulteriore avvistamento sarebbe avvenuto a circa 10 miglia dalla pista (segnalato dal volo Delta DL383 da San Diego ed uno dal pilota di un Virgin Atlantic (volo VS9 da Londra).
Episodi simili sarebbero avvenuti anche nel marzo 2014 segnalati da un pilota Us Airways in atterraggio all’aeroporto di Tallahassee in Florida ed anche un volo Alitalia in avvicinamento a New York (nel 2013) avrebbe riportato la presenza incongrua di una sorta di elicottero drone. Anche nel settembre 2011 FAA e FBI avevano aperto indagini specifiche su eventi simili. Negli USA l'attuale "regolamento", ritenuto sperimentale, consente attività di droni ad una distanza di almeno 8km dalle piste e dalle traiettorie dei voli, ma a quanto pare non rappresenta uno strumento adeguato ad assicurare "livelli di sicurezza" sostenibili per l'aviazione civile-commerciale. Quali disposizioni potranno garantire la sicurezza per i voli e il rischio terzi nel sorvolo dei centri abitati e delle città e, infine, nel sorvolo di edifici sensibili e/o a rischio rilevante? 24 novembre 2014
Per evitare altri casi Malaysia Airlines 17 (MH17/MAS17) meglio pianificare rerouting ed evitare sorvoli! La notizia è stata divulgata nelle scorse giornate dal quotidiano tedesco Bild am Sonntag. Secondo il BND (Bundesnachrichtendienst ) il Servizio Federale d'Informazioni tedesco - nel costo di una audizione - avrebbe rivelato ad alcuni parlamentari come ISIS (Stato Islamico dell'Iraq e della Grande Siria) abbia sottratto agli arsenali siriani un numero non precisato di missili Strela e IGLA.
Non si hanno, tuttavia, notizie circostanziate sulla tipologia degli Strela trafugati. Sono di fabbricazioni sovietica degli anni '70 e potrebbero essere missili Strela - 2 (Freccia 2), noti anche come SA-7 "Grail": un'arma portatile per la difesa a bassa quota di velivoli e, probabilmente, non adeguato per i voli a quota di crociera. L'informativa BND segnala come siano impiegati come lanciamissili a spalla o MANPAD. Pur risultando molto manovrabile, lo Strela 2 non dovrebbe costituire un pericolo diretto per i voli civili-commerciali in sorvolo sulle zone interessate dal conflitto in corso tra ISIS e altri eserciti.,
Altra questione invece qualora i missili sottratti risultassero Strela-3, noto come SA-14 "Gremlin", che potrebbe colpire obiettivi fino a circa 5 km di altezza. Anche il missile ZRK-BD Strela 10, per la NATO conosciuto come SA-13 "Gopher" è altrettanto versatile anche in quota.
Non sarebbero tuttavia - almeno secondo le notizie che Aerohabitat dispone - missili terra-aria in, grado di intercettare aeromobili in crociera e/o sorvolo ad altezze di 10-13km di quota.
Anche il 9K38 Igla una aggiornata versione aggiornata di 3 generazione di sistemi missilistici terra-aria di tipo MANPADS sovietici (SA-18 e/o "Grouse") non sarebbero in grado di colpire voli di linea ad alta quota.
L'ipotesi di analogie con quanto accaduto al aeromobile Boeing 777 della Malaysia Airlines 17 (MH17/MAS17) - il volo di linea passeggeri da Amsterdam a Kuala Lumpur precipitato il 17 luglio 2014, presumibilmente perché abbattuto, causando la morte di tutti i 283 passeggeri e dei 15 membri dell'equipaggio a bordo - non dovrebbero quindi riproporsi.
Appare tuttavia del tutto precauzionale ed appropriato che le aerolinee operative sullo spazio aereo minacciato dal conflitto in corso nella zona irakena- siriana - e nella area adiacente - ripianifichino i sorvoli aggirando la zona che dovrebbe essere identificata come off limits.
L'aumento dei tempi di volo ed il maggior consumo di carburante non possono certamente costituire un ostacolo alla sicurezza dei voli. 31 ottobre 2014
A quando una Commissione anche al Parlamento Italiano? Con l'intervento del comandante Andy Brown, presidente del RPAS Working Group (Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS)/Civil Drones) del sindacato British Airline Pilots Association (BALPA), sono stati posti anche alla Camera dei Lords gli interrogativi e la necessità di predisporre procedure per assicurare adeguati livelli di sicurezza delle flotte dei droni che operano nello spazio aereo dei voli civili e commerciali.
Le normative inglesi attuali, non dissimili a quelle in vigore anche in Italia, evidenziano un complesso di criticità che potrebbero essere aggiornate con un sistema che è stato definito “Geofencing”. Una sorta di reti/barriere/recinti/perimetri/spazi segregati virtuali in grado di impedire la compenetrazione tra un attività di volo (APR, UAS, UAV) e altre. Che impediscano agli APR di entrare in certe porzioni di spazio aereo. Separare gli spazi dell'attività dei voli di aviazione leggere, dei voli ultraleggeri e VDS in genere da quelli dei droni (siano questi militari, civili ed amatoriali) è divenuta una esigenza primaria nel trasporto aereo.
Nel corso dell'audizione del 27 ottobre al "Lords committee investigating the civilian use of drones will hear from drone operators and developers" il comandante Andy Brown ha sostenuto:
"Many small quadcopters weighing below 7kg are being operated properly but a small proportion are being operated irresponsibly. Geofencing, a way that restricts which geographic locations these systems can work in is one way to do this.
"The latest UAVs being produced in China are having controls put in that ensure that if the UAV flies into controlled airspace, it will bump into the barrier and then land on the ground, so you can't fly drones in Tiananmen Square. "With geofencing, you can put in whatever you like and it doesn't cost very much money. We believe a combination of awareness and regulation is needed to manage unmanned aerial systems (UAS)."
L'analisi dovrà ora qualificare il concetto, il significato di questa tecnica identificata come "Geofencing" che pur risultando un criterio condivisibile non è al momento praticabile.
Nelle prossime settimana il Committee discuterà con rappresentanti industriali e costruttori di droni e con responsabili dell'aerospazio eventuali procedure, proposte e soluzioni per aggiornare le normative affinché il "civil use of drones is working, how data protection laws might need to change, and finally whether large drones and small drones might need some form of licensing or registration".
Secondo il responsabile della BALPA il "Geofencing" sarebbe una combinazione di "awareness and regulation is needed to manage unmanned aerial systems (UAS)".
Se i large unmanned aircraft sono più commerciali degli small aircraft coesistono comunque per entrambe le tipologie un inadeguato livello di gestione di controllo positivo del mezzo. Una normativa non conforme, una carente formazione professionale degli addetti, un utilizzo talora improvvisato e sconsiderato, spesso in uno spazio aereo indefinito rendono quindi indispensabile un "legislation and more research funds needed".
Dinnanzi all'esplosione dell'impiego dei droni - è stato sostenuto - servono nuove regole nuove normative:"amateur hobbyist flying drones must be established now, before serious incidents occur". 30 ottobre 2014
Emerge la necessità di analizzare l'operatività della flotte dei droni e verificare la safety! L'intreccio operativo tra voli civili e militari, lo spazio aereo per voli civili e commerciali e quello militare ed infine, negli ultimi anni le operazioni di volo delle flotte aeree pilotate da quelle a pilotaggio remoto (droni militari e civili) sono di fronte all'ennesima questione relativa alla sicurezza del volo.
Quali sono gli odierni livelli di safety e/o sicurezza del volo quando i voli APR, UAS, UAV operano nello spazio aereo assegnato ai voli civili e commerciali? Se in altri paesi europei e nordamericani sono in corso analisi e procedure per circoscrivere le specifiche attività di volo in Italia la discussione non sembrerebbe ancora avviata. La materia, probabilmente, avrà presto sviluppi innovativi, anche nel Belpaese. Nel frattempo fa clamore l'interrogazione parlamentare proposta del deputato Mauro Pili (Unidos): sarebbe in costruzione una sorta di pista di volo dedicata esclusivamente per attività di droni militari nell'area del poligono militare di Teulada in Sardegna. In aggiunta alla base USA di Sigonella, polo operativo di droni militare, ecco quindi una seconda opzione mediterranea.
"Al ministro della Difesa per sapere, premesso che:
a bombardare il territorio di Teulada non saranno più solo i carri armati, le navi e gli elicotteri;
tra non molto nel poligono decolleranno i droni militari;
aerei sperimentali sofisticatissimi, senza pilota, capaci di guerre aeree efferate senza l'ausilio di piloti ma tutto attraverso lo schermo di un video game;
il ministero della Difesa mostra di non avere più nessun argine e non solo non chiude le basi militari ma incrementa senza pudore le loro funzioni;
dentro il poligono di Teulada è iniziata la costruzione di un vero e proprio aeroporto per il decollo dei droni militari di ultima generazione;
a quanto risulta all'interrogante decine di camion da giorni scaricano dentro la base migliaia di metri cubi di sterile, accumulati in prossimità dell'area individuata per realizzare una rampa per il decollo e l'atterraggio dei velivoli senza pilota, i droni;
vere e proprie montagne di sterili di cui non si conosce la provenienza, sono ormai dentro la base sempre a quanto risulta all'interrogante è iniziata la movimentazione del materiale che dovrà servire per realizzare la struttura portante della rampa;
la quantità così rilevante di materiale lascia comprendere che i vertici militari abbiano optato per l'utilizzo dell'area di atterraggio degli elicotteri per realizzare una grande rampa di lancio, cioè un sistema cosiddetto 'A catapulta' per questi velivoli ormai sempre più sperimentati per le attività militari;
una pista con oltre un ettaro di nuova superficie destinata a base operativa per i droni;
non è noto se tale progetto disponga dell'autorizzazione edilizia, urbanistica, paesaggistica, di sicurezza, tale progetto appare in totale dispregio di quanto sta avvenendo in Sardegna sulle basi militari;
sia il ministro della Difesa che i vertici militari hanno detto più volte che avrebbero voluto trattare una nuova intesa;
tutto ciò appare smentito dai fatti;
è di una gravità inaudita che nonostante la mancata firma dell'accordo la difesa decisa di realizzare a Teulada una struttura invasiva non solo l'impatto sull'area ma anche e soprattutto per il tipo di velivolo che si intende sperimentare proprio in Sardegna;
resta da comprendere per quale motivo non lo si sperimenta per esempio nelle colline toscane;
è evidente che si vuole ancora una volta pensare alla Sardegna in termini di una terra dove poter fare di tutto e di più senza alcun tipo di controllo;
questo ennesimo progetto deve essere bloccato;
accettare ulteriori pesantissimi aggravi nel territorio di Teulada significa mortificare ulteriormente quel territorio ignorando la grande mobilitazione dei sardi e il parere del CoMiPa che aveva più volte negato l'autorizzazione a nuovi insediamenti militari;
si tratta di un uso sempre più indiscriminato del territorio a questo punto alla mercé anche di mezzi senza ausilio di uomini;
non è dato sapersi quali saranno le Nazioni che utilizzeranno quella rampa ma sono diverse quelle che hanno messo a punto i micidiali droni a partire dal prototipo top-secret del drone inglese da guerra senza pilota 'Taranis', che ha recentemente completato la seconda serie di prove di volo in una località segreta;
si affaccia nello scenario anche un progetto anglo-francese noto come Future Combat Air System (Fcas) che potrebbe essere destinato a sperimentazioni in ambito Nato con l'obiettivo di sviluppare un nuovo drone da combattimento;
l'aereo drone ha dimostrato la sua capacità di rullare autonomamente verso la pista per il decollo, decollare e volare sino alla zona di destinazione, individuare un bersaglio e ritornare alla base;
tutto questo 'Sulla testa' dei sardi e della Sardegna senza che nessuno dica niente e con una regione che lascia fare il ministero della Difesa:
se intenda confermare l'esecuzione di lavori per la realizzazione di una pista da destinare ai droni;
se disponga di autorizzazioni per la realizzazione del progetto e di quali;
se le autorità locali si siano espresse formalmente sul progetto;
se non ritenga di dover definire con le autorità locali il piano di dismissione delle aree destinante ad esercitazioni militari a fuoco". 29 ottobre 2014
UAV, UAS, APR ed anche l'intreccio con l'universo civile: dagli ultraleggeri ai voli di linea! La vendita dei droni è libera. Il loro impiego, da quello degli aeromobili a pilotaggio remoto (Apr), anche noti come UAS e UAV non altrettanto. Anche se già si parla dell'attività del journualism drone per un miglior giornalismo: up-todate ed in diretta dalla cronaca dei fatti.
Negli USA la FAA ha ancora bandito l'utilizzo "commerciale" mentre autorizza i voli "amatoriali". Cos avviene in Italia ed in Europa non è del tutto trasparente e coerente. E' ancora un contesto nel quale l'industria costruttrice dei mezzi a pilotaggio remoto ha ormai dispiegato la fase di promozione e marketing: sono fruibili anche nei supermercati. nella disponibilità di chiunque sia interessato. Sono disponibili e recapitati direttamente a casa con acquisti on-line. La contraddizione non è solo evidente è anche operativa.
I voli "amatoriali" possono "commercializzare" i loro servizi. Dai monitoraggi investigativi, al controllo del territorio, ai video ludici e privati (matrimoni, feste, gare sportive e altro).
Negli USA la Faa (Federal Aviation Administration), è stata incaricata alle regolamentazione nell'ambito dell’aviazione civile negli Stati Uniti. Non altrettanto dichiarata ed esplicita sembrerebbe invece la regolamentazione, l'intreccio tra l'universo dei voli UAS, UAV, APR civile e militare. Tra l'aviazione commerciale, la flotta militare di trasporto e caccia, tra quella dei droni militari, l'aviazione leggera, la flotta VDS e ultraleggeri, e l'attività dei paracadutisti civili e militari. Per finire con la pur circoscritta attività degli aeromodelli.
Come gestire questo mondo che sembrerebbe rimandare ad una sorta spazio-cosmo alla "Blade Runner" ad oltre 30anni da un film rivoluzionario e futuribile.
La stessa Nasa - negli USA - è coinvolta in un progetto che non si presenza semplice: come far convivere questi "nuovi mondi"? La gestione del traffico aereo molteplice ed intrecciato presuppone un obiettivo ed una realizzazione di un sistema di coordinazione che assicuri l'operatività di ogni distintiva specialità aerea con adeguati livelli di sicurezza.
Safety per gli occupanti dei voli (civili e militari, commerciali e amatoriali), per i mezzi a pilotaggio remoto ed anche per i cittadini che vivono e si spostano a terra? La responsabilità di autorizzare, il rischio terzi rappresentano altrettanto questioni da fronteggiare e/o identificare e risolvere. Come garantire che mezzi aerei si potranno incrociare i volo causando incidenti.
Dalle norme del codice della strada a quelle che definiscono l'attività aerea nello spazio aereo civile militare alla formulazione di un intreccio più ampio: complessivo e comprensivo dei droni.
Una sorta di spazio aereo controllato attraverso biosistema di hardware e software compatibili, con sensori, videocamere ed ogni apparato indispensabile ad assicurare livelli di sicurezza e security adeguati.
Ma quanti anni ci vorranno per ottenere un risultato affidabile e tollerabile? Nel frattempo cosa potrà accadere? In Europa l'agenzia EASA è in grado di evitare che i singoli Paesi membri, magari investiti e sottoposti da ostinate politiche lobbystiche realizzino spazi aerei - laboratori di sperimentazione - ad elevato rischio per la popolazione? 7 ottobre 2014
La flottiglia dei droni cresce! E' accaduto nelle scorse giornate di agosto 2014. Da una parte ENAC che ha aggiornato due elenchi degli operatori riconosciuti. Uno "comprende gli operatori che, ai sensi del Regolamento Enac "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto", hanno ottenuto un'autorizzazione da parte dell'ENAC per operare gli APR per operazioni specializzate critiche, attività sperimentale propedeutica per operazioni specializzate critiche o attività sperimentale di ricerca e sviluppo, nonché operatori di APR con MTOM ≥ 25 kg per qualunque tipo di operazioni". L'altro invece" riguarda gli operatori per i quali l'ENAC provvede a dare informativa pubblica sulla base della dichiarazione sottoscritta dagli stessi operatori per operazioni specializzate non critiche o attività sperimentale propedeutica per operazioni specializzate non critiche".
Tali permessi di volo per attività sperimentale per Ricerca e Sviluppo hanno validità esclusivamente periodica. Una lista di operatori riconosciuti è avvenuto sulla base della dichiarazione, la seconda invece degli operatori riconosciuti sulla base dell’autorizzazione.
E' nota anche la lista delle organizzazioni che, ai sensi dell'articolo 8.17 del Regolamento ENAC "Mezzi Aerei a pilotaggio Remoto" sono state riconosciute idonee ad erogare l'addestramento teorico-pratico per i piloti APR. Attualmente sono tre le organizzazioni riconosciute per addestrare i piloti di APR.
Tra di queste l'Aeroclub di Varese presso l'aeroporto di Venegono Inferiore che eroga un corso teorico, la società FTO Padova presso l'aeroporto di Padova che eroga un corso teorico ed un corso pratico su SAPR Anteos Mini di Aermatica, l'Aeroclub Volere e Volare presso l'aviosuperficie ARMA di Nettuno ( Roma ) che eroga un corso teorico. Un elenco continuamente aggiornato delle scuole di volo per droni riconosciute dall' ENAC è disponibile sul web dell'Ente.
Nel frattempo ecco l'annuncio che dovrebbe rendere ancora più popolare ed estesa la passione "droni": la "la De Agostini ha lancia il drone a fascicoli firmato Pininfarina. L'operazione di marketing e pubblicitaria è scattata in questa settimana di fine agosto.
"Tutti gli abbonati riceveranno, oltre ai fascicoli e ai componenti per realizzare il loro Sky Rider Drone, anche regali esclusivi in corso d'opera: il cappellino personalizzato Sky Rider Drone, l'orologio da polso sportivo, la card reader multifunzione per scaricare e guardare filmati realizzati dal drone e il borsone per trasportare il drone senza paura di danneggiarlo".
Ciascun fascicolo sarà diviso in quattro macro aree:
-" Scuola di volo: i segreti per pilotare il drone sono raccolti in una serie di articoli approfonditi e chiaramente illustrati: il funzionamento e la preparazione del drone, l'uso del radiocomando, le esercitazioni di volo, gli schemi di funzionamento, i simulatori software e le operazioni di manutenzione, l'elenco e la descrizione dei campi volo. Questo, e molto altro, permetteranno al lettore di diventare un pilota esperto in tutta sicurezza e facilità.
-Droni in primo piano: quando è nato il primo drone? Come si è sviluppato il settore dei mezzi senza pilota? Quali sono le applicazioni civili e militari di questi portentosi apparecchi? Storia, curiosità e news sono raccolte in queste pagine, assieme a una serie di case study svolti in collaborazione con le più prestigiose società che operano nel settore dei mezzi a pilotaggio remoto.
-Immagini dal cielo: Le foto più suggestive provenienti da ogni parte del mondo, scattate da appassionati o da chi ha trasformato la sua passione in una professione. In questa sezione vengono mostrati tutti i campi di applicazione della fotografia aerea: artistico, commerciale, paesaggistico, tecnico. Una serie di eccellenti spunti da seguire e mettere nel bagaglio tecnico.
- Istruzioni di montaggio: Le istruzioni di montaggio per assemblare il drone. Tutte le fasi sono descritte nei minimi particolari, con chiare fotografie che mostrano il dettaglio delle varie operazioni di assemblaggio. Costruire il drone sarà facile e il risultato garantito". 29 agosto 2014
Un codice della strada anche per i droni privati!
Se in Italia l'Università di Bologna ha testato con successo un drone per il soccorso antivalanghe -
un prototipo di un mini quadricottero radiocomandato per la ricerca di persone portate via dalle valanghe -con un prototipo identificato come quadricottero (quattro motori) a Udine all'università è stato progettato
un drone-robot che a bassa quota sui campi stende speciali contenitori di cellulosa con all’interno uova di trichogramma brassicae: insetto capace di uccidere le uova di piralide. Una sorta di caccia al parassita piralide del mais che infesta le zone seminate a mais. Una intuizione ed una procedura del tutto innovativa e biologica rispetto alla disinfestazione chimica oppure il trichogramma. Due progetti, probabilmente, utilissimi e importanti per la società in genere. In entrambi gli ambiti. Anche perché i costi dei droni sono compatibili - nella fase di test, esecutiva ed operativa - e la loro progettazione/fabbricazione appare semplificata.
Ma è la loro gestione, il loro controllo positivo e continuativo a far sorgere problematiche: anche quando il loro utilizzo è a bassa quota, nel sorvolo delle città e degli agglomerati urbani e/o industriali.
Quale potrebbe essere il rischio?
Negli USA la FAA (Federal Aviation Administration) agenzia equivalente alla nostrana ENAC ha - preliminarmente - disposto precise restrizioni nell'utilizzo dei droni-aerei senza pilota- a controllo remoto (UAV, UAS unmanned aerial vehicle, APR). In sostanza, tra gli altri, le università e gli altri soggetti coinvolti in attività sperimentali, ludiche, sociali e altro non possono superare la quota di circa 100 metri sul terreno ed essere distanti dalle piste di volo.
Aeroporti, aerocampi, aviosuperfici e piste pubbliche e private sono pertanto zone off limits. Ma a quale distanza? L'attività dei droni inoltre presuppone un controllo continuo, costante quanto remoto del mezzo aereo. Quali sono le garanzie in caso di perdita di controllo del drone?
Quali normative, quali certificazioni e qualificazioni professionali potranno tutelare l'attività di volo dei droni civili, di quelli militari, degli ultraleggeri, alianti, deltaplani e della sconfinata flotta dell'aviazione generale?
La materia è complicata e la soluzione non è dietro l'angolo. 6 agosto 2014
Inquadra e analizza il ruolo della vigilanza e del controllo in questo campo. Interrogazione a risposta scritta 4 05371presentato da
Fabio RAMPELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
il 30 gennaio 2007 i funzionari dell'ENAC dell'aeroporto di «Roma Urbe», hanno ispezionato due società che facevano capo all'imprenditore Riccardo Marano, 63 anni, ex pilota di linea, la «Aviomar» e la «Atlantic AviatioN Supply»;
l'ispezione, iniziata per il sospetto di irregolarità tecniche, riuscì solo in parte vista l'assenza del proprietario, che proprio quel giorno venne convocato nella sede centrale di ENAC, ed il relativo diniego da parte del personale dipendente alla richiesta di esibizione di atti e documenti;
in seguito a questa ispezione il direttore generale dell'ENAC, aprì un'inchiesta interna sull'ufficio dello stesso ente che stava indagando sull'Aviomar, e denunciò i funzionari dell'ENAC che avevano messo in atto l'ispezione, denuncia poi archiviata dal tribunale di Roma nell'aprile 2008;
il 20 gennaio 2008, nel territorio di Bastia Umbra (Perugia), precipita un aeromobile di tipo «Cessa 177 B» della società Aviomar in volo d'addestramento, e nell'incidente periscono il pilota istruttore Antonino Sarica e la sua allieva Noemi Moscetta;
il 26 gennaio 2008 il pubblico ministero G. Petrazzini di Perugia, dà l'incarico al consulente tecnico maggiore Lorenzo Aiello, di esaminare i documenti ed effettuare il sopralluogo nell'hangar sito nell'Aeroporto di «Sant'Egidio» di Perugia dove erano conservati i resti dell'aeromobile, al fine di accertare «le cause della caduta dell'aeromobile»;
il 19 febbraio 2008 sono stati visionati, ma non acquisiti, i documenti di manutenzione del velivolo presso l'Aviomar (Roma Urbe);
il 5 giugno 2008, posto che l'Aviomar aveva inoltrato la domanda di certificazione come ditta di manutenzione secondo la normativa europea EASA Part M sub F, l'ENAC ha condotto un'ispezione presso l'officina di manutenzione della scuola Aviomar, anche al fine del rinnovo del «certificato di idoneità tecnica», (CIT 1078M in scadenza al 6 giugno 2008), rilasciato secondo regolamento nazionale, durante la quale vengono scoperte irregolarità tecniche evidenziate nel «verbale di Audit di Sistema» del 5 giugno 2008, ed il giorno successivo l'ENAC ha disposto la sospensione cautelativa e l'attivazione del processo di revoca della licenza di manutentore aeronautico del signor Gerardo Marziello, capo controllo;
le irregolarità tecniche riscontrate nel verbale erano la mancata revisione dei due unici estintori nell'hangar, scaduta da 16-18 anni, ed il parcheggio sul piazzale di aeromobili senza alcuna distinzione tra quelli efficienti, autorizzati alla «scuola di pilotaggio», ed altri inefficienti;
inoltre, i due ispettori dell'ENAC avevano rilevato che, dal 2 marzo 2008, trentuno manutenzioni su aerei della scuola erano state eseguite con strumenti non tarati o inesistenti, come la delicata verifica della compressione cilindri; «Effettuata da personale e con attrezzature non identificabili» ai motori del CESSNA 152 «I-BOYA» e del PIPER PA23 «I-KEIT»;
nel magazzino vengono trovate parti di ricambio scadute e prive di cartellino di efficienza;
risulta agli atti della relazione del consulente tecnico al pubblico ministero che i libretti dell'a/m (velivolo, motore ed elica) sono stati sequestrati solo cinque mesi dopo l'incidente, fatto che potrebbe aver consentito la manipolazione degli stessi con scritture postume, persino fuori dagli spazi previsti;
l'8 settembre 2008 gli ispettori dell'ENAC Massimo Montanari e Aldagisa Menolascino in un nuovo verbale chiedono che nonostante le carenze riscontrate alla scuola Aviomar, sia rinnovata la licenza di scuola FTO (Flying Training Organization). Si noti l'ambivalenza della relazione conclusiva dei due indicati ispettori inviata all'ENAC. Nella documentazione stampata si legge una annotazione manoscritta a penna, la preposizione «che» viene corretta in «se» –:
chi e cosa abbia causato il ritardo nel sequestro dei libretti dell'a/m (velivolo, motore e elica), chi ne fosse il custode e a chi sia stato dato il compito di custodire i resti dell'a/m incidentato;
per quali ragioni le irregolarità tecniche e manutentive della società Aviomar emerse a seguito dell'incidente in parola, alcune delle quali si protraevano da molti anni, non siano mai emerse durante precedenti controlli ed attività ispettive dell'Ente presso la società Aviomar;
a fronte di quali correttivi all'organizzazione sia stato possibile permettere la continuazione dell'attività scolastica e manutentiva alle stesse persone e se in seguito all'evento sia stata incrementata l'azione di sorveglianza dell'ENAC;
ricordando lo scandalo che coinvolse l'aviazione commerciale e che riguardò il riciclaggio di parti di ricambio (articoli dell'Espresso n. 42 del 23 ottobre 2008) e stante l'inequivocabile avaria dell'orizzonte artificiale accertato anche dalla registrazione in voce dei piloti Antonino Sarica e Noemi Moscetta periti nell'incidente del 20 gennaio 2008, come sia possibile che gli strumenti presenti sull'aeromobile precipitato siano privi di documentazioni amministrative e tecniche che assicurerebbero, qualora ci fossero, l'assenza di uso e commercio di parti usate illegali, avariate o non originali;
quali fossero i codici di identificazione degli strumenti giroscopici (orizzonte e direzionale) ed i loro numeri di serie e quando siano stati imbarcati, quando e chi abbia abilitato al volo strumentale IFR scuola l'aeromobile incidentato, e se gli strumenti minimi necessari per tale abilitazione risultino essere quelli originali (montati fin dalla costruzione) e se, nell'arco di 35 anni di vita dell'aeromobile, risulti che siano mai stati revisionati o controllati da un laboratorio per accertare la loro intrinseca efficienza e funzionalità e se tale ipotesi ricorresse, se sia paragonabile tale pratica con quella relativa ad altri strumenti, aeromobili e/o soggetti aeronautici;
considerato che gli ispettori dell'ENAC, oltre a sorvegliare l'organizzazione tecnica e operativa delle imprese aeronautiche firmano annualmente i certificati di aeronavigabilità che attestano le possibilità di impiego in sicurezza degli aeromobili civili italiani, se l'ENAC, soprattutto in occasione di eventi mortali, abbia mai avviato un'inchiesta interna per accertare fatti e circostanze collegate alle attività istituzionali svolta dal proprio personale e se per tali casi alcuno abbia subito provvedimenti disciplinari, e, nello specifico caso in parola, quale attività d'indagine tecnica ed ispettiva in proprio o in concerto con l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo abbia espletato l'ENAC per contribuire ad accertare le cause dell'incidente di cui in premessa, nonché ad apportare miglioramenti alla sicurezza del volo. 26 luglio 2014
ENAC deve regolamentare e certificare l'attività di volo e gli attestati degli operatori.
Dal Cacciatore di Androidi di Philip K. Dick a Bladerunner di Alan E. Nourse allo stesso film Bladerunner di Ridley Scott all'universo di una flotta liberalizzata di droni. In Italia ed all'estero.
Avveniristici mezzi volanti in uno spazio aereo aperto, Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto nelle due categorie con peso inferiore a 25 kg e uguale o maggiore a 25 kg in un mercato dove offerta e richiesta sembrerebbero stravolgere ogni intento di regolazione e di qualificare adeguati livelli di safety operativa e di tutela dei cittadini sorvolati e/o viventi in un contesto alla Blade Runner.
Intanto la cronaca locale segnala la vitalità dei droni amatoriali (nella fabbricazione e/o nella gestione) che - fuori controllo - precipitano e si perdono tra tavolini dei bar all'aperto o nelle terrazze degli appartamenti cittadini.
Nei prossimi giorni al ''Roma Drone Expo&Show'', l'attesa esposizione aeronautica di droni in Italia - il 24 e 25 maggio - presenterà un vasto panorama della produzione del Belpaese. Almeno 500 mezzi APR a pilotaggio remoto professionali saranno in vetrina allo ''Stadio Alfredo Berra''.
Velivoli ad ala fissa e rotante, con utilizzo militare e civili.
APR e UAV - Unmanned Aerial Vehicle tuttavia abbisognano di esperti, di professionisti certificati e abilitati a pilotare tali mezzi.
Non bastano infatti le autorizzazioni al volo rilasciate da ENAC occorre istruire, addestrare, certificare i soggetti qualificati a gestire APR, UAV o UAS. Flotte di droni che potranno operare, probabilmente, in determinati spazi aerei: consentiti. Nei quali una speciale regolamentazione dovrà prevenire un traffico aereo-droni rischioso. Un parametro quest'ultimo che riguarda il controllo positivo di ogni singolo APR e il volo a vista e, comunque, controllato di ciascuno di questi mezzi. Tale da scongiurare ricadute sui cittadini e sui beni privati. Come evitare che anche il traffico di droni a bassa quota riproduca quanto avviene sulle strade e sulla viabilità cittadina nelle ore di punta? Se l'urbanizzazione cittadina,la segnaletica stradale, i semafori e le rotonde - oltre alla costante sorveglianza dei vigili comunali - regolano il traffico viario quale prospettive esistono per i voli-droni di bassa quota?
L'autocertificazione nella gestione dei mezzi APR-UAS-UAS non è compatibile con gli standard si safety previsti e le scuole di volo-droni stanno sorgendo in ogni dove.
Sui Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), a riguardo, ENAC, tra l'altro, sostiene:
"L'elevato numero di richieste di informazioni che perviene quotidianamente via e-mail all’account dedicato apr@enac.gov.it non consente, nonostante il continuo impegno delle risorse attualmente a disposizione, di rispondere alle richieste stesse con l'attesa sollecitudine.Ce ne scusiamo assicurando al tempo stesso che tutte le esigenze informative saranno comunque esaminate, tenendo conto dell'ordine di arrivo e delle eventuali scadenze connesse.
Suggeriamo, prima dell’eventuale invio e-mail di consultare la Nota esplicativa ai fini dell'applicazione del Regolamento e la Dichiarazione di Rispondenza al Regolamento ENAC “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”.
Bozza della Circolare NAV "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto".
Come specificato nella bozza della Circolare NAV "Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto", l'ENAC sta sviluppando delle Linee Guida per fornire dei chiarimenti sull'applicazione del Regolamento e della Circolare.
Con la pubblicazione della bozza delle Linee Guida 2014/1 - "Qualificazione del personale di volo APR" si intende, oltremodo, dare risposta alle numerose e-mail sull'argomento, pervenute alla casella di posta elettronica dedicata apr@enac.gov.it.
L'interesse per l'impiego di questi aeromobili negli ultimi tempi sta crescendo esponenzialmente in diverse attività per le potenzialità di impiego che si intravvedono quali, ad esempio, sorveglianza del territorio, rilevamento delle condizioni ambientali, trasmissione dati, riprese aeree, impieghi agricoli, compiti di ordine pubblico.
I SAPR possono essere utilizzati anche per applicazioni in ambienti ostili come monitoraggio di incendi, ispezioni di infrastrutture e di impianti, sorveglianza del traffico stradale. In questo contesto rappresentano anche un'opportunità di sviluppo per l'industria nazionale dei costruttori di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto". 23 maggio 2014
Vanno intanto sospese le attività di promozione al volo degli Istituti Scolastici: in ogni Regione del Belpaese. E' imbarazzante! Passano gli anni e la situazione non sembrerebbe sbloccarsi. Aerohabitat ha da tempo segnalato una persistente condizione di Safety Alert nell'ambito della flotta degli ultraleggeri e/o attività aerea VDS (Volo Diporto e Sportivo).
Anche quest'anno il Rapporto ANSV 2013 sull' aviazione turistico sportiva rivela una situazione sconcertante.
Al 31 dicembre 2012 l'Aero Club d'Italia aveva rilasciato complessivamente 46.592 attestati di pilotaggio (di cui 1365 per il pilotaggio di apparecchi VDS avanzati) e identificato 11.507 apparecchi VDS, di cui 681 come "avanzati" Nel 2012 sono stati rilasciati 1476 attestati al volo, gli aeromobili identificati 346.
Occorre intervenire drasticamente con provvedimenti drastici.
Nella sezione 4.1 alla voce dell'Aviazione Turistico Sportiva del Rapporto informativo ASNV 2013 si legge:
"Gli eventi occorsi nel 2013 che hanno visto coinvolti aeromobili dell'aviazione turistico sportiva ...sono sostanzialmente riconducibili agli stessi fattori segnalati dall'ANSV nei precedenti Rapporti informativi, a riprova della difficoltà di svolgere una efficace azione di prevenzione in questo comparto, caratterizzato da una limitata diffusione di una generalizzata cultura della sicurezza del volo.
In particolare la difficoltà di poter svolgere una efficace azione di prevenzione deriva dal fatto che si è in presenza di un comparto caratterizzato da una realtà alquanto eterogenea sotto il profilo organizzativo ed operativo, peraltro non adeguatamente standardizzata in termini di professionalità delle operazioni di volo.
I fattori ricorrenti all'origine degli eventi occorsi agli aeromobili dell'aviazione turistico sportiva sono sostanzialmente i seguenti:
- inadeguata conoscenza delle prestazioni dell'aeromobile;
- inadeguata pianificazione del volo, in termini di verifica delle condizioni meteorologiche esistenti e previste, di definizione del peso e del centraggio dell'aeromobile, di approfondimento delle caratteristiche orografiche del territorio sorvolato , di conoscenza della tipologia di spazi aerei interessati dal volo e di relativi servizi forniti dai competenti enti ATS;
- criticità nella formazione dei piloti;
- sottovalutazione del fenomeno aerodinamico dello stallo;
-sopravalutazione delle proprie capacità di pilotaggio." 20 maggio 2014
Una ricompensa per l'eventuale ritrovamento.
E' accaduto a Treviso. Il drone è sparito mentre svolgeva riprese - nella zona di San Zenone degli Ezzelini - alla Fiera di San Marco. Poco dopo il decollo del "velivolo" dotato di una telecamera, sarebbe stato eseguito un tentativo per recuperarlo con l'adozione del pilota automatico associato al GPS. Tutto inutile - almeno momento - ed il proprietario del drone ha assicurato una ricompensa per il suo ritrovamento.
Gli UAV o APR (aeromobili a pilotaggio remoto) sono e - a quanto pare - saranno sempre più popolari e l'ENAC e la UE sono impegnati a regolamentarne l'impiego. L'utilizzo di questi mezzi si annuncia senza limiti e senza confini. Per il controllo del territorio, per la sicurezza stradale, per la consegna a domicilio di pacchi ed una infinità di altri utilizzi (anche per servizi filmati per eventi nuziali). Perciò una estensione senza limiti anche rispetto all'uso militare da tempo dispiegato.
La UE propone l'istituzione di nuove regole sul traffico di droni, a tutela della sicurezza dei cieli ma anche o della privacy dei cittadini. L'urgenza di approvare regole sovranazionale per gli UAV scaturisce dal fatto che le "norme nazionali di base in materia di sicurezza" non è ancora del tutto validabile.
Anche la FAA negli USA è impegnata a fronteggiare queste stesse problematiche.
Il prossimo 21 maggio a Milano si terrà il convegno “Mezzi aerei a pilotaggio remoto (MAPR): profili giuridici e sfide tecnologiche“. Il convegno è organizzato dal Dipartimento delle Scienze Giuridiche Nazionali e Internazionali dell’Università degli studi Milano-Bicocca in collaborazione con AIB Insurance Brokers, ASSORPAS e il CERIT.
"Ormai è chiaro a tutti che non sono dei robot volanti ma degli aeromobili" sostiene Paolo Marras, presidente dell’Assorpas, l’associazione che raccoglie le aziende operanti in questo settore.
Un ulteriore problema è ora associati a questo genere di attività aerea. Non è solo l'intreccio di traffico a bassa quota sopra i centri abitati e , magari, in prossimità di aeroporti minori e maggioro quanto di aviosuperfici ma è anche l'imposizione di una assicurazione obbligatoria.
Per ENAC tale vincolo entrerà in vigore dal prossimo 30 aprile, con l'adozione del nuovo regolamento di ENAC. Ma la polizza assicurativa risolverà l'immensità delle problematiche della flotta dei droni?
Chi certifica le competenza, la complacency, la professionalità di queste operazioni di volo? 28 aprile 2014
Quale riscontro stanno realizzando? Qualcuno ha predisposto o annunciato misure adeguate per ULM, VDS e AG? Nel dicembre 2013 presso l’ANSV si era svolto un incontro per analizzare le problematica associate alle UPA (Unauthorized Penetration of Airspace). Con la partecipazione di ENAC, Aeronautica Militare Italiana, Aero Club d’Italia e ENAV SpA, dopo aver valutato le oltre 270 segnalazioni (quale invece la realtà?) registrate nel corso del 2013, una casistica che sarebbe nel trend degli anni precedenti , è stata manifestata una criticità preoccupante.
La penetrazione non autorizzata dello spazio aereo in sostanza identifica un fenomeno d’intrusione di un aeromobile all’interno di uno spazio aereo notificato in assenza di specifica approvazione dell’Ente che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo (ATC) in quello specifico spazio aereo.
I voli che penetrano uno spazio aereo notificato sono definiti “sconosciuti” (intruders),a del tutto riconoscibili e identificabili. Sono eventi e circostanza assolutamente pericolosissime, situazioni operative complicatissime da gestire e talvolta riguardano più velivoli contemporaneamente più velivoli. Mezzi aerei con parametri di volo e fasi e sequenze di volo che possono innescare contesti di volo assai critici.
In data 19 dicembre ANSV - in una nota - ha segnalato:
"Alla luce delle evidenze raccolte l’ANSV ha ritenuto necessario emanare sette raccomandazioni di sicurezza (in allegato) inerenti la problematica delle penetrazioni non autorizzate negli spazi aerei controllati (UPA, Unauthorized Penetration of Airspace). Le citate raccomandazioni di sicurezza hanno per destinatari, in funzione delle rispettive competenze, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’ENAC, l’Aeronautica militare, l’Aero Club d’Italia e l’ENAV SpA."
Sono perciò state emanate a riguardo ben sette Raccomandazioni di Sicurezza (disponbili on line sul web della stessa ANSV) che rimandano ai motivi che causano questi episodi di UPA, Unauthorized Penetration of Airspace.
- Complessità e sovradimensionamento generalmente diffuso degli spazi aerei controllati;
- Esistenza, all'interno degli spazi aerei controllati, di aviosuperfici e di cosiddetti "campi di volo";
- Cartografia disponibile per il traffico VFR, di non chiara lettura e che non agevola l'identificazione dei confini e dello sviluppo verticale degli spazi aerei controllati
- Formazione dei piloti
- Mancanza di una puntuale capacità di gestione, da parte dei preposti enti ATS , delle situazioni conflittuali che si vengono a creare.
- Insufficiente copertura radio, a bassa quota, ragionevolmente imputabile ad una non ottimale distribuzione dei ripetitori radio.
In sintesi le sette Raccomandazioni ANSV UPA rilevano:
1 Riduzione Spazi
2 Campi volo
3 Carte VFR
4 Scuola VFR
5 Scuola ATS
6 Copertura Radio
7 DPR 133
1 - Raccomandazione ANSV-17/SA/1/13 (Riduzione spazi aerei) ENAC, Aeronautica Militare, ENAV Spa.
L'ANSV in linea con la propria precedente raccomandazione 6-SA/6/06 e pur nella consapevolezza che è in atto un processo di revisione raccomanda di accelerare il ridimensionamento al fine di evitare che la loro eccessiva estensione orizzontale e verticale penalizzi le operazioni di volo in VFR. Attualmente si impongono limitazioni di quota e complesse deviazioni di rotta che potrebbero anche non essere del tutto compatibili con la sicurezza del volo.
2 - Raccomandazione ANSV-18/SA/2/13 (Aviosuperfici e campi volo all'interno di spazi aerei) ENAC, Aeronautica Militare, ENAV Spa, AeCI,
L'ANSV raccomanda preliminarmente di effettuare puntuale ricognizione delle aviosuperfici e dei campi volo esistenti all'interno di spazi aerei controllati prendendo in considerazione le seguenti alternative:
a) istituzione di rotte e definizione delle modalità di volo
b) ridimensionamento dello spazio aereo al fine di portare tali aree fuori dallo spazio aereo controllato
c) nel caso di assoluta impraticabilità delle opzioni a) e b), valutazione della sospensione dell'attività di volo qualora incompatibili con lo scenario ATM circostante.
3 - Raccomandazione ANSV-19/SA/3/13 (carte VFR) ENAC, Aeronautica Militare, ENAV Spa.
L'ANSV raccomanda di procedere ad una estesa rivisitazione della cartografia ufficiale e di quella presente in AIP Italia, dei simboli e delle sigle al fine di consentire ai piloti VFR di effettuare un'adeguata pianificazione del volo per identificare in modo agevole ed immediato i confini degli spazi aerei controllati e la relativa tipologia così da non incorrere in penetrazioni non autorizzate. Inoltre raccomanda anche di valutare la possibilità di pubblicare, come in altri stati, un AIP VFR in modo da rendere più agevole le informazioni da parte di piloti che non esercitino professionalmente attività di volo.
4 - Raccomandazione ANSV-20/SA/4/13 (Programmi formativi VFR) ENAC, AeCI.
L'ANSV in linea con la propria precedente raccomandazione 11-SA/11/06 raccomanda che nell'ambito dei programmi formativi, PPL, Aliante, VDS, dedicata particolare attenzione alla classificazione degli spazi aerei e alla tipologia di servizi forniti sensibilizzando l'allievo sulle possibili conseguenze derivanti da impropria utilizzazione dello spazio aereo attraversato. Si raccomanda altresì di sensibilizzare attraverso i rispettivi web istituzionali di ENAC, AeCI o altri strumenti ritenuti idonei, i piloti già titolati sulla necessità di una puntuale pianificazione dei voli.
5 - Raccomandazione ANSV-21/SA/5/13 (Training personale ATS) Aeronautica Militare, ENAV Spa
L'ANSV raccomanda che nell'ambito dei programmi formativi del personale ATS sia dedicata particolare attenzione alle problematiche di gestione operativa derivanti dalla compresenza di traffici condotti con regole diverse all'interno degli spazi aerei controllati. Si raccomanda altresì di integrare la formazione con apposite simulazioni.
6 - Raccomandazione ANSV-22/SA/6/13 (Copertura radio) ENAC,Aeronautica Militare, ENAV Spa
L'ANSV raccomanda di effettuare una ricognizione sulla effettiva copertura radio in alcune aree privilegiando quelle in cui più frequentemente si registrino penetrazioni. Al fine di valutare la possibilità di installare ulteriori ripetitori radio per le frequenze maggiormente utilizzate dal traffico VFR
7 - Raccomandazione ANSV-23/SA/7/13 (DPR 133) Ministero dei trasporti
L'ANSV raccomanda di promuovere iniziative opportune per una revisione della vigente normativa regolamentare in materia di VDS al fine di rimuovere quelle criticità che possano contribuire al verificarsi di penetrazioni non autorizzate, In particolare si raccomanda:
a) di prevedere disposizione tese ad assicurare che l'attività VDS sia pienamente compatibile con l'attività di colo che si svolge all'interno dello spazio aereo controllato.
b)Di definire con precisione il soggetto istituzionalmente preposto alla vigilanza sulle aree idonee di cui all'art 6,comma 1, DPR 133/2010. 4 febbraio 2014
Avviene negli USA, cosa accade invece in Italia? La Federal Aviation Administration ha pianificato una serie di ispezioni - safety checks - per una flotta di oltre 400 esemplari Boeing 767 immatricolati negli USA.
La causa primaria rimanda a problematiche attinenti ai comandi di volo di coda - elevator flight control surfaces - al loro malfunzionamento e blocco - jam - con il rischio di perdita di controllo dell'aeromobile.
Le ispezioni e modifiche riguardano il meccanismo di comando delle superfici che permettono la discesa e la salita di un velivolo. Il primo non corretto funzionamento segnalato e riportato risale ancora al 2000. Allora furono ordinate specifiche ispezioni con successivi interventi di modifica e manutenzione che, tuttavia, non hanno risolto le problematiche emerse.
Gli interventi - ispezione e sostituzione delle parti interessati - predisposti dalla FAA dovranno essere adottati dal prossimo mese di marzo e dovranno essere completati entro sei anni.
L'incidente dal quale sarebbe scaturita la disposizione FAA riguarda al momento 400 esemplari della flotta USA anche se il numero dei velivoli consegnati dalla Boeing ha raggiunto la cifra di 1061 unità.
Il primo Boeing 767 ha volato ancora nel 1982. 30 gennaio 2014
Dove vola l'impatto volatili esplode anche il rischio oggetti svolazzanti sconosciuti. Il Com.te Renzo Dentesano è da anni che mette in guardia i legislatori sull'impiego dei droni nella spazio aereo del Belpaese. Ha anticipato questa breve analisi con le note - "Droni"...portapacchi-. Gli interessati possono trovare analisi, commenti e proposte nella sezione UAV/UAS della sua rubrica su http://www.aerohabitat.eu/dossier/aviation-topics/uav-uas/ e su www.aerohabitat.org.
APR, Aeromobili a pilotaggio remoto (UAV, UAS e droni in genere: Unmanned Aerial Vehicle), anche noti come quelli terrestri (UGV), marini (UMV),
Quante UPAS, quante sono o saranno le incursioni non autorizzate, avvengono in questo spazio aereo raso terra? Quello che si espande dal terreno, dal suolo fino a 150 metri di altezza? nello spazio aereo: chi sono?
Certo le UPAS segnalano nei primi undici mesi 2013 sono stati 270, quante mancate collisioni o near collision potranno verificarsi quando sarà liberalizzato (e regolamentato) il volo dei droni?
Con quale acronimo saranno etichettati le near miss tra droni civili, militari e ultraleggeri?
I media si sono impadroniti dell'esteso utilizzo dei droni a volo urbano. Per fini commerciali e postali e portapacchi, per attività meteo e sportive e attività di security. Anche per fotografare e filmare matrimoni e cerimonie private. Droni in attività di collaudo e sperimentazione. Attività professionali ed amatoriali.
Tra i droni, oggetti volanti a controllo remoto e ben identificati alla flotta degli ultraleggeri guidati, spesso, da possessori di attestati al volo. Anche per gestire i droni, probabilmente, saranno rilasciati appositi "patentini" al volo. Saranno assimilati agli "attestati al volo" ultraleggeri. Fantascienza o realtà prossima futura se non già uno scenario quotidiano?
E' l'ENAC, che è prossima a presentare una prima bozza di regolamento per questa nuova era, che dovrà districarsi tra mezzi volanti con peso inferiore a 150 chili e quelli sopra i 25 kili, a delineare procedure e autorizzazioni per una safety ottimale.
Se i droni rappresentano flotte estremamente adattabili e funzionali ad una serie di attività di servizio deve essere salvaguardata anche il volo degli ultraleggeri.
Come si intreccia l'attività dei droni e minidroni con i voli radenti della flotta degli ultraleggeri? Una selva di voli regolari, corsari e pirati dell'aria in scenari alla Blade Runner?
Dove, probabilmente, il volo a vista sarà l'unica risorsa per la sopravvivenza. 17 dicembre 2013
Le percentuali segnalano eventi in allarmante crescita: 270 eventi in Italia nel 2013. Ai meeting annuali di EUROCONTROL e nelle documentazione allegata (SRC’s 2010/2011/2012) sono presentati gli Annual Safety Report che trattano in maniera dettagliata le questioni spinose. Tra queste annotiamo anche la serie di raccomandazioni concernenti l'acquisizioni di migliori standard di safety. Tra le tante analisi e considerazioni assume in rilievo, solitamente marginalizzato, ecco delinearsi, finalmente, la problematica delle UPAS (Unauthorized Penetration of Airspace). Non poteva mancare! L'acronimo rimanda alle segnalazioni riguardanti le penetrazioni/incursioni negli spazi aerei controllati di " da parte di velivoli, aeromobili, oggetti volanti e mezzi" non autorizzati.
Chi sono? Ultraleggeri, Aviazione generale, militari, droni senza controllo o sotto controllo remoto? Ma le segnalazioni sono solo una percetuale di una realtà più vasta e pericolosa?
Perchè avvengono? Nell'Annual Safety Report 2012 la Safety Regulation Commission nel capitolo Unauthorised Penetration of Airspace/Airspace Infringements sostiene: “States to urgently implement, as a matter of priority, the provisions of the European Action Plan for Airspace Infringement Risk Reduction”.
L'anno precedente comunque nel SRC’s 2011 Intermediate Safety Report era stato già intesificata la stessa problematica UPAS: “Urge all remaining Member States to start the implementationof the agreed European Action Plan for Airspace Infringement Risk Reduction, before the end of 2011”. Erano stati attivati a riguardo sopratutto i seguenti Stati della UE: Estonia, Norway, Denmark, Switzerland, Slovakia, Hungary and Italy. EUROCONTROL ha predisposto meeting e workshop al fine di fronteggiare luna allarmante aumento di "penetrazioni" non autorizzate e nel corso del 20111 erano state riportate segnalazioni superiori al 32% sull'anno precedente.
Sono eventi assai preoccupanti e la stessa ANSV in una nota dello scorso 4 dicembre ha rilevato:
"Ieri si è tenuto presso l’ANSV un incontro istituzionale promosso da quest’ultima per approfondire la problematica delle UPAS (Unauthorized Penetration of Airspace). Nel corso dell’incontro - al quale hanno partecipato rappresentanti dell’ENAC, dell’Aeronautica militare, dell’Aero Club d’Italia e dell’ENAV SpA - l’ANSV ha presentato i dati in suo possesso e le relative analisi. In particolare, dall’inizio dell’anno ad oggi sono pervenute all’ANSV, grazie soprattutto ai fornitori ATS, oltre 270 segnalazioni di penetrazioni non autorizzate in spazi aerei; tale cifra è sostanzialmente in linea con quelle presenti nella banca dati dell’ANSV relativamente agli anni 2012 e 2011. Poiché le UPAS rappresentano una criticità che rileva in maniera sempre più significativa sotto il profilo della sicurezza del volo, non soltanto in Italia ma anche in altri Stati, l’ANSV ha ritenuto opportuno organizzare l’incontro per mettere a fattor comune le esperienze acquisite ed individuare le strategie di prevenzione più opportune per ridurre il numero delle penetrazioni non autorizzate in spazi aerei." 11 dicembre 2013
La pista cortissima, tuttavia, non ha impedito, il giorno dopo, il decollo. Non è la prima volta che accade, anche se non è frequente, anche tra i professionisti dell'aviazione commerciale e militare. La pista di destinazione avrebbe dovuto essere in una aerobase militare del Kansas
E' avvenuto mercoledì notte, intorno alle 21.38 locali. Un Boeing 747 Dreamlifter, Freighter, volo Atlas Air 4241, decollato dal Jfk di New York verso la McConnell Air Force Base di Wichita, nel Kansas.
La corsa di atterraggio è invece avvenuta sulla pista di Jabara, a circa 14 chilometri di distanza. Con un equipaggio di due persone il volo ha toccato terra senza conseguenze, con regolarità operativa.
Il Boeing 747 cargo Dreamlifter, un Boeing 747 passeggeri modificato, che misura 71,68 metri di lunghezza, 64,44 metri di apertura alare ed oltre 400 tonnellate al decollo, che meteo permettendo, abbisogna di almeno tre chilometri di lunghezza è atterrato su una pistina di milllenovecento metri.
La pista del Colonel James Jabara Airport di Wichita è diventata una sorta di trappola. Tale da impedire una immediata ripartenza dell'aeromobile. Il Boeing 747 per qualche ora è rimasto bloccato.
Il giorno dopo dal sedime di 243 ettari del Jabara Airport il Dreamlifter con un peso ridotto al decollo ha potuto ripartire intorno alle ore 01.15 di giovedì 21 novembre 2013: dopo un "bizzarro" transito di circa 16 ore. 23 novembre 2013
a cura del Com.te Dario Romagnoli - Investigatore incidenti aeronautici
L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo italiana, altrimenti nota come ANSV, ha, a mio parere, uno strano modo di procedere. In ciò, bisogna dire, è ben accompagnata da un’altra istituzione, anche questa dedicata alla salvaguardia e alla sicurezza dell’aviazione civile: l’ENAC Ente nazionale per l’aviazione civile.
Ma andiamo con ordine.
Il 29 agosto del 2007, con una breve nota pubblicata sul sito web dell’ANSV, si da conto della decisione di aprire una investigazione relativa ad un incidente avvenuto quattro giorni prima in cui era stato coinvolto un velivolo Procaer Picchio, uscito di pista a seguito di una interruzione di decollo dall’aviosuperficie di Castiadas (CA) che aveva comportato danni all’aereo ma da cui fortunatamente, il pilota ed il passeggero ne erano usciti illesi:
”L’Agenzia ha aperto un’inchiesta tecnica sull’incidente occorso il 25 agosto all’aeromobile Procaer F.15 Picchio marche I-PICC, finito fuori pista sull’aviosuperficie di Castiadas, a seguito di un decollo interrotto per dichiarata insufficiente accelerazione durante il decollo stesso. Illese le due persone a bordo. L’aeromobile riportava danni.”
Neanche a farlo apposta, solo il giorno dopo, 30 agosto 2007, sulla stessa avio superficie di Castiadas avveniva un incidente ben più grave del precedente in cui il pilota ed i due passeggeri del velivolo Rockwell Commander perivano:
“L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) informa di aver aperto un’inchiesta tecnica per accertare le cause e ricostruire la dinamica dell’incidente occorso questa mattina, poco dopo le 11.00 locali, all’aeromobile Rockwell Commander marche D-ESHB, precipitato nei pressi dell’aviosuperficie di Castiadas, in provincia di Cagliari, con tre persone a bordo, tutte decedute.”
Come è noto, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, avrebbe il compito istituzionale in termini di sicurezza, di fare prevenzione mediante “Raccomandazioni di sicurezza” che, dopo una appropriata identificazione delle cause dell’incidente, vengono indirizzate ai soggetti interessati per evitare che certi fatti possano ripetersi.
Per quanto riguarda l’incidente, per così dire “Lieve”, l’Ansv ha investigato e dopo circa due anni dall’incidente, ha indirizzato all’Enac questa raccomandazione:
(Raccomandazione ANSV-35/600-07/1/A/07)
“Nel caso in cui non sia stato fatto, si raccomanda di provvedere, così come disposto dall’art. 4, comma 6,del decreto ministeriale 1 febbraio 2006, alla pubblicazione delle caratteristiche dell’aviosuperficie di Castiadas nel sito web ufficiale dell’ENAC”.
Raccomandazione a cui Enac prontamente rispondeva: “(FACTOR n. 7/2008 Rev.0) L’ENAC recepisce la raccomandazione. Le procedure per la pubblicazione sono in corso .”
Per quanto riguarda il secondo incidente, quello che aveva causato tre vittime, dopo circa quattro anni dall’evento, l’Unione Sarda del 14 agosto 2011 in un articolo di cronaca informava i suoi lettori che:”Cinque indagati, tra cui l'ex direttore dell'aeroporto di Cagliari (…)e due ispettori aeroportuali dell'Enac. Pesanti le accuse: omicidio colposo plurimo e disastro aereo. Il pm Rita Cariello ha chiuso nei giorni scorsi l'inchiesta sulla tragedia del Rockwell Commander che alle 11.02 del 30 agosto 2007 si schiantò in fase di atterraggio nell'aviosuperficie in agro di Castiadas, finendo in pezzi nella scarpata che costeggia la 125. Un incidente in cui persero la vita tre persone - il comandante (…)e le amiche (…), decollati quella stessa mattina da Foligno - che, secondo l'accusa, fu causato dall'assenza dei minimi requisiti di sicurezza in pista.”
A distanza di cinque anni, avete letto bene, cinque anni dagli incidenti, proviamo a fare il punto della situazione.
-Relazione conclusiva dell’ANSV sulla investigazione svolta sull’incidente mortale: non pubblicata;
- Raccomandazioni di sicurezza dell’ANSV sull’incidente mortale: non emesse;
- Pubblicazione da parte di ENAC delle caratteristiche dell’avio superficie di Castiadas: non pubblicate;
- Aviosuperficie di Castiadas (secondo le informazioni disponibili): ancora aperta.
Insomma, in Italia nelle inchieste sugli incidenti aeronautici il ruolo della Magistratura è rilevante.
In ANSV, le investigazioni non concluse parrebbero essere numerose e, come sopra segnalato, in alcune di queste le evidenze critiche potrebbero determinare efficaci quanto indispensabili riscontri, col recepimento di indispensabili raccomandazioni e l'adozione di politiche proattive.
E l’ENAC? A distanza di anni: “Le procedure per la pubblicazione sono (ancora n.d.r.) in corso .” 31 ottobre 2013
Ma è una vicenda nota dagli anni '90! All'attenzione dei media ecco, di nuovo riproporsi il binomio elicotteri/amianto. Dopo che queste problematiche avevano investito le flotte aeree militari e dell'aviazione commerciale tocca alla flotta degli elicotteri in attività nel Belpaese. Sono in servizio nelle forse armate, i Carabinieri, l'Esercito, l'Aviazione e, probabilmente, coinvolge anche la flotta impiegata nella aviazione civile.
La presenza di amianto sarebbe stata comunicata dalla stessa società costruttrice degli elicotteri ancora nel 1996. In passato alcune procure avevano aperto specifiche inchieste (Torino, Napoli, Roma).
Stavolta riguarda sono coinvolti quattro Ab 212 della Marina Militare Italiana utilizzati nell'operazione Mare Nostrum e, nonostante siano stati bonificati nello scorso settembre, stanno manifestando criticità.
Dopo un servizio apparso sul quotidiano "la Repubblica" con la divulgazione di alcune fotografie degli elicotteri interessati e dei particolari sottoposti all'intervento di protezione con l'utilizzo una vernice incapsulante (Proseal 700) il rischio contaminazione per il personale di volo e dello staff di assistenza sembrerebbe ancora esistente.
Le misure adottate dalla Marina, utilizzando vernici specifiche, sembrerebbe non adeguato alla soluzione del rischio. Operazione che avrebbe invece realizzato l'Aeronautica e la Polizia che avrebbe sostituito integralmente le parti/componenti interessate.
La prima denuncia sull'amianto nei Ab 212 della Marina era stata del Partito per la tutela dei diritti dei militari. Nell'agosto scorso era stato evidenziato l'impiego di componenti all'amianto da parte della. Agusta Westland, società della Finmeccanica.
In questa occasione, tuttavia, il Ministro della Difesa Mario Mauro rispondendo all’interrogazione del deputato M5S Massimo Artini, ha sostenuto “non è realistica la prospettiva di una rimozione integrale (almeno da quelli delle Forze armate) della presenza di amianto”.
La discussione e le note stampa focalizzano nelle "pastiglie dei freni delle ruote del carrello di atterraggio e di quelle del freno rotore" il componente a maggior rischio. 26 ottobre 2013
Si stacca un’ala in volo, Incidente in Belgio ad un Pilatus PC 6: mettere a terra tutti i velivoli di questo tipo in attesa dei risultati delle investigazioni?
La cronaca impietosa dell’incidente aereo che ha causato la morte di 10 paracadutisti e del pilota, precipitati nei pressi di Namur in Belgio, non lascia alcuna speranza sulla possibilità che possano esservi dei sopravissuti. Il velivolo, un Pilatus porter PC 6 turbo,utilizzato per il lancio dei paracadutisti, è precipitato al suolo fuori controllo, dopo essere stato visto da testimoni oculari pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Temploux, in una posizione anomala con l’ala destra che si era staccata.
Questo, in ordine di tempo, è l’ultimo incidente che coinvolge il diffusissimo modello della svizzera Pilatus Aircraft Ltd., titolare del TCDS (Type certificate data sheets) Switzerland No. F 56-10 del PC 6, costruito in Europa dalla stessa Pilatus Aircraft Ltd. e negli Stati Uniti dalla Fairchild Republic Company, e che già in passato era stato coinvolto in incidenti analoghi.
Al riguardo si fa notare da più parti che l’EASA, European aviation safety agency, aveva diffuso il 31 agosto del 2010 l’AD No.:2007- 0241R4 (ma il problema era noto già almeno dal 2007 con l’emissione da parte dell’EASA e della FOCA di precedenti AD) in cui si faceva obbligo d’ effettuare frequenti ispezioni sull’ala del PC 6 per rilevare possibili segni di corrosione od addirittura sostituirla con una nuova con migliorate caratteristiche.
Secondo la stessa EASA la mancanza di ispezioni per rilevare crepe o corrosioni, o della sostituzione dell’ala del PC 6 avrebbe potuto causare “ failure of the upper attachment fitting, leading to failure of the wing structure and subsequent loss of control of the aircraft.”(rottura dell’ancoraggio superiore con conseguente rottura della struttura alare e conseguente perdita di controllo dell’aeromobile).
In attesa che in sede d’investigazione, siano confermate le cause dell’incidente, si impone dunque, alla luce della AD dell’EASA, l’immediata messa a terra di tutti i PC6 per chiarire, alla luce delle evidenze che emergeranno se il PC 6 belga era del tipo “Modificato” o solo “Ispezionato”. 23 ottobre 2013
Sono vicende quotidiane, recenti e meno. Ma servono professionalità e sindacati e controlli. Si registrano in tanti Paesi, in tanti Continenti. Nel Regno Unito la dichiarazione di un pilota di linea: entrambi i componenti di equipaggio si sarebbero addormentati ai comandi di volo: il pilota automatico invece ha continuato a lavorare. era il 13 agosto 2013.
La denuncia è stata fatta alla CAA inglese e riguarda un volo Airbus 330. Quale è il vettore? Non è difficile saperlo: in UK solo due aerolinee operano Airbus 330. La Virgin e la Cook Airlines.
Il pilota ha sostenuto d'aver dovuto sopportare turni di volo pesanti. Con minime interruzioni e riposo. Su un volo Norwegian Air Shuttle, aeromobile Boeing 737-800, immatricolato LN-DYE, volo DY-5596 da Aalborg (Denmark) a Alicante,SP (Spain), alla quota di FL370, sulla verticale di Paris Charles de Gaulle (France) il primo ufficiale ha avuto un malanno. Il comandante ha dichiarato emergenza eseguendo un atterraggio ad Amsterdam sulla pista 06 solo 34 minuti dopo.
A fine settembre un comandante della United Airlines dopo un infarto in volo, l'altro pilota ha eseguito un atterraggio di emergenza in sicurezza per i passeggeri, è tuttavia deceduto dopo il ricovero in un ospedale.
Il volo Boeing 737 United 1603 da Seattle con destinazione Houston e 161 passeggeri.
Le problematiche associate alla fatica operazionale ed ai turni di volo, allo stress è nota da tempo e rappresenta uno dei temi principali nel dibattito sulla sicurezza del volo. Anche la comissione trasporti europea sta valutando le nuove regole sui tempi di volo e di servizio per piloti ed assistenti di volo.
E' una questione che gli stessi piloti ed il personale di volo in genere devono e possono verificare e gestire direttamente e singolarmente. A fronte di pesanti turni di volo, infatti, un professionista è tenuto a considerare il suo operato e il suo stato di salute. Le stesse associazioni sindacali di categoria devono e/o dovrebbero verificare e valutare, negoziando con le aerolinee, turni di volo compatibili e sostenibili.
La crisi dell'aviazione commerciale, il deficit cronico di bilancio, i costi operativi, la pressione concorrenziale, il mantenimento del posto di lavoro, hanno forse determinato un contesto ed un clima poco propizio alla tutela della salute del personale di volo e perseguimento di adeguati livelli di sicurezza del volo?
Anche i sindacati non sono più quelli di una volta? Anche il ruolo delle associazioni, sindacati gialli, ma comunque cautelativi è venuto meno?
Di fronte ai sondaggi che rivelano come il 45% dei piloti avrebbe sofferto di un "affaticamento significativo", altro 20% sostiene come la performance professionale possa essere intaccata periodicamente (almeno una volta a settimana) possibile che nessun pilota e sopratutto nessun sindacato assuma una posizione risolutiva?
Possibile che timore di punizioni e/o di compromettere la carriera e/o il posto di lavoro prevalga?
Secondo il British Airline Pilots Association (BALPA) il 56% di 500 piloti di linea ha ammesso di addormentarsi in cockpit e uno su tre ha sostenuto che al risveglio ha trovato anche il collega appisolato. Ora l'EASA (European Aviation Safety Agency) sottoscrive l'adozione da parte del Parlamento europeo di un regolamento che armonizza le limitazioni dei tempi di volo e di servizio (Ftl, Flight and Duty Time Limitations) per il personale di bordo ed i piloti d'aereo in tutta la UE. Ma non basta.
Solo l'impegno e la piena consapevolezza da parte dei singoli piloti appare comunque decisivo. Così come deve essere riaffermato il ruolo dei sindacati. In attesa di una adeguata regolamentazione dei tempi di volo e di servizio degli equipaggi di volo, che deve prevedere una normativa similare anche negli altri continenti, uno standard ICAO, con un sistema di vigilanza e di controllo della loro effettiva esecuzione, senza deroghe. Sia da parte del personale di volo quanto delle agenzie governative e UE. 11 ottobre 2013
Cosa ne pensano i piloti e le associazioni di categoria? Le AD sono state adottate? Era successo anche al volo JetBlue - con 146 passeggeri - un atterraggio d'emergenza al Los Angeles International Airport, era il settembre 2005. Un atterraggio dopo aver consumato per tre ore il carburante dopo che dopo il decollo il carrello si era bloccato a 90°, impedendo la sua retrazione.
Ma non era, già allora la prima volta che accadeva. Era almeno il terzo caso negli USA.
All'epoca, Bob Ober, pilota di voli comerciali ebbe a dichiarare: "You could have a mechanical error or you could have a maintenance error hydraulic failure."
La sensazione che già allora la documentazione Airbus in materia fosse a conoscenza delle porblematiche ed avarie associate all'impianto carrelli della flotta Airbus.
La JetBlue era atterrata in emergenza al JFK nel 2002 ed alla United Airbus al Chicago's O'Hare.
Inconvenienti sui quali NTSB aveva autorevolmente indagato per far emergere eventuali cause e/o revisioni tecniche progettuali dell'impianto carrelli.
Howard Plagens, investigatore NTSB Investigator aveva sosten"We have six incidents but how many Airbus-320s are out there? You know, incidents happen every day".
Anche un volo Alitalia - lo scorso 16 agosto - stavolta un Airbus A330-200 dell'Alitalia, volo AZ 615, dopo il decollo da Boston con destinazione Roma era atterrato a New York per una qualche anomalia al sistema carrello.
Una nota tecnica della aerolinea aveva identificato l'anomalia derivato dal sistema di blocco del carello posteriore di destra.
La FAA avrebbe rilevato 19 incidenti - dal 2002 - al solo impianto anteriore del ruotino del carrello della flotta Airbus, principalmente negli esemplari 320.
Un volo Airbus 320 della Windjet dopo l'atterraggio il 23 marzo 2011 allo scalo Caselle di Torino aveva riportato perdite idrauliche all'impianto carrello.
L'EASA aveva tuttavia emanato una prima segnalazione sulle problematiche ai carrelli della flotta Airbus 320 già nel maggio 2006 (AD 2006-0112R1).
L'European Aviation Safety Agency ha quindi promulgato una AD Airworthiness directive d’emergenza, conosciute in Italia come prescrizione di aeronavigabilità urgente da applicarsi entro il 27 giugno 2013. Ma è una disposizione successiva all'emergenza al Wizzair con emergenza al semicarrello della 16 sinistra di Fiumicino.
Quanti operatori hanno adottato e reso esecutivo il provvedimento riguardante l'anomala sequenza di apertura e chiusura dei portelloni del carrello principale (MLG), una condizione che potrebbe innescare una incongrua sequenza di estensione o retrazione del carrello con la divulgazione un segnale/electronic centralised aircraft monitor Ecam, di allarme dal CFDS, Centralised fault display system.
L'Alitalia ha in flotta 90 airbus 319/320/321 e 12 Airbus 330.
Cosa dicono i piloti che volano su queste macchine modernissime? Quali analisi e quali provvedimenti a tutela degli equipaggi e dei passeggeri che volano sono state raccolte e trasmesse dalle associazioni di categoria dei piloti? 3 ottobre 2013
Sospensione dei voli, prove e test, di nuovo in linea, ma troppe incertezze. Dopo appena un biennio di voli dell'avveniristico Boeing 787 registra un insolito evento.
L'aerolinea Norwegian Air Shuttle, dopo aver tolto dall'operativo ha rispedito al mittente un esemplare Boeing 787 "repair the plane after it suffered repeated breakdowns". Ha nel frattempo preso in leasing un velivolo Airbus A340 dalla HiFly.
La Boeing ha subito replicato che sarà una questione di pochi giorni. Il portavoce della Norwegian Lasse Sandaker-Nielsen ha tuttavia dichiarato alla Reuters: "The aircraft's reliability is simply not acceptable, our passengers cannot live with this kind of performance". Ma la serie dei Dreamliner coinvolti da piccole e minori e ripetute avarie sembra non finire.
Alla Lot Polish Airlines, alla Japan Airlines, alla All Nippon Airlines, alla Ethiopian Airlines, alla United Airlines e altre.
Il 17 gennaio 2013 tutti i Boeing 787 Dreamliner vennero fermati a terra: occorreva trovare una soluzione ai problemi sorti (alle batterie ma anche altro).
Nella giornata dell'8 febbraio 2013 la Federal Aviation Administration esegue test in volo per un esemplare Boeing 787 Dreamliner. due ore di volo: nessun inconveniente. Il 27 aprile 2013 la flotta ha ripreso i voli regolari di linea.
La flotta operativa di Boeing 787 somma a 88 esemplari, sono gli aerei consegnati ai vettori, per un carnet di ordini di quasi mille velivoli.
Per il Vice President Randy Tinseth commercial planes Marketing della Boeing invece: "Today, the reliability of the 787 is better than 95 percent. It's not as good as we'd like to see it. It's not as good as our customers would like to see it. So we're looking at ways to improve that reliability over time." 2 ottobre 2013
Quali sono i parametri in grado di definirla compiutamente? Anche nel Belpaese si susseguono e/o a scadenza regolare si organizzano convegni sulla Sicurezza del Volo. L'intento è encomiabile: valutare e misurare il livello della safety. Da quella aeroportuale, a quella in volo, a quella degli equipaggi di volo, al bilancio dei voli estivi, al resoconto dei picchi dei voli in determinate occasioni e festività.
Trascurando per il momento la safety dell'Aviazione Generale, quella della flotta ULM - VDS e dell'incombente attività dei droni nell'intreccio dei cieli italiani, queste brevi note pretendono di circoscrivere la sola Aviazione Commerciale.
Per gli analisti ASN (Aviation Safety Network) ad esempio il riscontro dell'airliner accident statistics del 2012 ha registrato un totale di 475 vittime (airliner accident fatalities), con un complessivo di 23 fatal airliner accidents.
Il 2012 è stata una annata estremamente safe per l'aviazione commerciale mondiale. Il database Aviation Safety Network ha evidenziato 23 incidenti e 475 vittime delle quali 36 a terra. Questi ultimi tra la popolazione presente nel circondario e residenti esterni al sedime dello scalo.
Sono riscontri al di sotto della media di 34 incidenti e 773 vittime registrate negli ultimi 10 anni di casistica. Il 2012 è il miglior anno, come numero di incidenti, dal dopoguerra: dal 1945. In Italia? Perchè qualcuno non rappresenta quadri altrettanto efficaci?
Ma sono dati davvero rappresentativi dello stato della sicurezza del volo, delle operazioni di volo? Meno incidenti e meno vittime rappresentano indubbiamente un dato positivo, ma probabilmente, non basta.
Chi può stilare un bilancio annuale e/o periodico? Quali sono i parametri in grado di definire il livello di safety raggiunto e quello perseguito? Sono forse il numero casistico di incidenti, inconvenienti gravi e inconvenienti, oltre agli eventi minori alle segnalazioni di routine e/o obbligate?
Se i Cold Case aeronautici del Belpaese non sono identificati (numericamente e specificatamente) e non sono chiusi da relazioni finali con relative raccomandazioni di sicurezza quale analisi complessiva dobbiamo e possiamo svolgere?
Quale senso e quale responsabilità registra una dichiarazione generica che gli "incidenti", in un determinato arco temporale, sono calati e, come corrispettivo, il livello di sicurezza registrato è migliorato: elencando meriti e traguardi annunciati e realizzati.
Il parametro della casistica degli incidenti, il rapporto tra numero dei movimenti e passeggeri coinvolti in incidenti aerei, il milione di passeggeri/anno trasportati per evento fatale ha indubbiamente un riscontro ed un fascino equiparabile ad un marketing "aviation".
Quale ruolo assegnare al livello delle infrastrutture aeroportuali, alla PEA, alla PEE, al piano di rischio, ai birdstrike, all'analisi del fuel remaining after landing su ogni volo? Alle avarie motore, agli inconvenienti minori su altri apparati di volo e di bordo?
"Giudici e storici sono accomunati dalla preoccupazione di accertare i fatti, nel senso più ampio del termine, includendo quindi tutto ciò che s’iscrive in qualche modo nella realtà […] Giudici e storici sono perciò accomunati dalla ricerca di prove. A questa duplice convergenza corrisponde una divergenza di due punti fondamentali: i giudici emettono sentenze; gli storici no; i giudici si occupano soltanto di eventi che implicano responsabilità individuali, gli storici non conoscono questa limitazione. Carlo Ginsburg. “Rapporti di Forza. Storia, retorica, prova.” 27 settembre 2013
Rimanda al ruolo di ENAC nell'ambito delle ispezioni SAFA. L'interrogazione è stata presentata dai deputati Ivan Catalano e Maria Edera Spadoni.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
Per sapere – premesso che:
si apprende dalla stampa che il 12 agosto si è verificato un incidente presso l'aeroporto di Milano Malpensa;come risulta dalla ricostruzione operata dall'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), il veicolo (l'Airbus A320, marche G-EZTC della compagnia EasyJet), durante il decollo, ha subito il distacco di alcuni pannelli della cappottatura del motore sinistro. Dopo l'atterraggio, si è registrato il distacco di ulteriori parti della cappottatura, causa di ulteriori danni alla parte posteriore della fusoliera e al timone di profondità;il Codacons ha presentato un esposto alla procura, con contestuale diffida nei confronti di ENAC;tuttavia, come si legge in una nota di ENAC stesso, l'aeromobile è sottoposto alla vigilanza e alla responsabilità dell'autorità nazionale inglese, Civil Aviation Authority, ed i programmi di manutenzione sono affidati ad una società tedesca certificata secondo i regolamenti europei;
l'ENAC è tenuto ad effettuare, sugli aeromobili in transito negli aeroporti nazionali, solo le ispezioni di rampa, che rientrano nel programma Safety Assessment of Foreign Aircraft (SAFA);
va considerato che sarebbe auspicabile una maggiore chiarezza nella definizione dei ruoli, e conseguentemente delle responsabilità, in merito alla sicurezza ;
se non ritenga che il controllo SAFA, anche nella sua accezione più ampia, avrebbe potuto consentire il rilevamento dei difetti che hanno generato il primo distacco;
se ritenga che il SAFA, così come previsto attualmente, sia funzionale ai fini della sicurezza; quale sia lo stato dei SAFA realizzati in Italia dall'ENAC. 7 settembre 2013
La coda di cristallo dei Boeing 737, in fondo, non è ancora risolta. Un premio Pulitzer. La FAA (Federal Aviation Administration ha ordinato ispezioni e controlli su 1050 velivoli Boeing 737 immatricolati USA.Il target è perentorio: ispezionare ed esaminarei piani di coda per verificare potenziali anomalie all'apparato ed ai singoli componenti che potrebbero comportare la perdita di controllo del più diffuso aeromobile al mondo. L'airworthiness directive (AD) emanata dalla FAA impegna tutti gli operatori dal prossimo 20 maggio: "to replace fixing pins with improved pins following concerns over how their protective surface coating was applied".
L'integrità del sistema del timone di coda con la sostituzione di specifici perni di fissaggio delle superfici mobili con lo stabilizzatore orizzontale. Gli interventi stimati sulla sola flotta USA ammonterebbe fino a 10 milioni di dollari.
La flotta mondiale del Boeing 737, il primo volo è avvenuto nel 1967, ammonta ad oltre 7500 velivoli. Di questi almeno 6000 esemplari sono ancora in attività nei vari continenti del pianeta Terra.
Quali provvedimenti, quali ispezioni ed interventi di manutenzione saranno adottati nel resto del mondo?
Che il tallone d’Achille della flotta Boeing 737 sia la coda e/o il timone di direzione non è una novità. Storicamente un numero rilevante di malfunzionamenti, anomalie e grandi disastri aerei portato la stessa FAA (organismo USA dell’Aviazione Commerciale) ad emanare specifiche direttive per la modifica di una parte della coda.
Aerohabitat CentroStudi ha, in passato e recentemente, riferito e commentato sulla “coda di cristallo” del più affidabile degli aeromobili in circolazione nel mondo.
A riguardo segnaliamo uno stralcio di quanto riportato:
"Stupisce invece le ragioni che hanno portato i media a trascurare una notizia che avrebbe potuto orientare diversamente e con efficaci argomentazioni l’ultimo disastro aereo del Boeing 737. Assegnando un altro rilievo ed importanza all’artificioso e improponibile confronto sulla sicurezza del volo tra voli di linea, charter, low cost ed altro. Le carrette dei cielo sono facilmente identificabili, e non solo risalendo all’età anagrafica.
Ma è il silenzio intorno alla vulnerabilità della flotta Boeing 737 che sorprende, anche perché il Pulitzer Price del 1997 è stato assegnato ad un giornalista del “THE SEATTLE TIME”, tale BYRON ACOHIDO per una serie di articoli su questo tema: la vulnerabilità del timone di direzione della coda del 737". 17 aprile 2013
Dopo il caso TWA e Avianca 203 e Phillipine Airlines 143 le direttive sono state emanate, ma... E' stata una Raccomandazione della National Transportation Safety Board (NTSB) su cui Aerohabitat ha a lungo argomentato. E' conseguente all'investigazione relativa all'incidente del Boeing 747-131 del 17 luglio 1996 (Trans World Airlines Flight 800) dove è emersa la causa probabile: "an explosion of the centre wing fuel tank, resulting from ignition of the flammable air/fuel vapour mixture in the tank".
Le direttive FAA ed EASA sono stringenti e rigorose e riguardano le flotte Boeing come quelle Airbus. La loro applicabilità è efficace e funzionale, probabilmente, sugli esemplari aerei certificati nel periodo susseguente all'immatricolazione dei velivoli avvenuta dopo la promulgazione delle circolari/direttive specifiche. Quanto lo sono invece per le flotte immatricolate in epoca precedente a tali correttivi tecnici? Misure atte a prevenire e/o impedire l'esplosione dei vapori di carburante nei serbatoi dei velivoli?
Il rischio che una piccola quantità di carburante residua presente, ad esempio, nel serbatoi centrale, potrebbe determinare l'innesco di vapore di combustibile. Per sua natura altamente infiammabile.
L'esplosione di un serbatoio, centrale o alare porta all'inevitabile distruzione di un aeromobile. Sia esso civile/commerciale, militare ed executive.
Le circolari e direttive emanate da FAA ed EASA hanno indubbiamente efficacia nel nordAmerica, Australia ed in Europa ma si potrà dire altrettanto nei restanti Continenti? Nell'Africa dove volano flotte dismesse dall'occidente quali sono i livelli di intervento, di ispezione e manutenzione nei serbatoi carburante?
L'EASA Safety Information Bulletin, SIB No.: 2010-10, emesso in data 31 Marzo 2010 riguarda per l'appunto il Fuel Tank Safety – Flammability Reduction System (FRS) for High Flammability Exposure Fuel Tanks – Production Cut-in dev'essere applicata sulle flotte di nuova produzione quali Airbus A318, A319, A320, A321, A330-200 and A340 e Boeing 737, 767 and 777, velivoli progettati con serbatoi centrali (Centre Wing Tank).
Questo Service Information Bulletin "provides information pertaining to the introduction in production of Flammability Reduction Systems (FRS) preventing the development of flammable air/fuel vapour mixtures within specific fuel tanks for new production aeroplanes".
Cosa accade in Italia?
A che punto sono le ispezioni, i controlli, le revisioni strutturali sui serbatoi delle flotte immatricolate in Italia? Altrettanto importante, ovviamente sono i controlli sulle flotte in leasing che operano per le aerolinee del Belpaese e conseguentemente anche gli aeromobili dei Paesi extraEuropei non occidentali che volano sugli scali della Penisola? 10 aprile 2013
Sono i droni, una categoria di velivoli senza pilota che opera nello spazio aereo dei voli civili e commerciali. Identificano una flotta imprecisata di mezzi militari e aeromodelli. Anche, quest'ultimi, quasi giocattoli di ridotte dimensioni. Nel Belpaese oltre alla piattaforma aerobase NATO di Sigonella, probabilmente esistono altre piattaforme UAV. Autorizzate e private, per applicazioni geomatiche (studio del territorio e dell'ambiente) perciò telerilevamento e altro.
Esiste un catasto dei centri militari e privati attrezzati per voli APR; UAV e UAS?
A quanto ammonta questa flotta? E' possibile identificare, anche all'ingrosso, il genere, la classificazione (per peso, per dimensione, per prestazioni) di questa flottiglia e della loro attività tipica di volo? Certo la questione riguarda il Belpaese ma anche altri paesi.
Il caso dell'APR/UAV/UAS segnalato dal pilota di un volo Alitalia nei pressi dell'aeroporto Jfk di New York illustra una realtà che solo incidentalmente ha riscontro in cronaca giornalistica. Il report ha registrato l'avvistamento ad una distanza ravvicinata: 60 metri. Mentre il volo Alitalia Az60, Boeing 777, decollato da Roma Fiumicino e in atterraggio a New York (alle 13.11 locale), a circa cinque miglia dalla pista, sorvolando Long Island, avrebbe incrociato un APR di circa un metro di lunghezza. "Un drone nero, di circa un metro quadro, con dei rotori da elicottero agli angoli".
La FAA ha aperto la rituale inchiesta. Negli USA la flottiglia UAV è autorizzata al volo fino ad una altezza di 400 piedi (circa 120 metri), ed i piloti sono allertati. Occhio a destra e sinistra, sotto e sopra, non solo alla navigazione civile/commerciale.
Altro è il caso che ha riguardato la perdita di controllo di un APR avvenuto a Bologna la scorsa settimana.
Un drone è finito su un terrazzo privato. E' stata la Polizia postale a riscontrare il fatto. Il proprietario del terrazzo aveva messo in vendita on line il drone. Era stato smarrito. L'azienda proprietaria lo aveva perso in volo. Aveva perso il controllo durante una operazione di telerilevamento. Aveva cercato di recuperarlo. Aveva denunciato alla Polizia il fatto.
Il quadro degli eventi UAV, UAS, APR dei voli, dell'attività svolta, sia essa militare quanto civile/privata è statisticamente e dettagliatamente controllata da ENAC?
Cosa bisognerebbe fare per capire quello che sta succedendo?
Quali normative predisporre per regolamentare efficacemente il mix di traffico APR, civile, commerciale e militare? Quali sono i livelli di sicurezza e di prevenzione, al momento, adottati? A quando l'incontro ravvicinato tra APR e un ultraleggero? 9 marzo 2013
Sono state davvero respinte? Ma sul Piano di Emergenza Aeroportuale, anche a seguito delle vicende dell'ATR72 di Fiumicino, non si dovrebbe invece intervenire, e con urgenza? Il PEA (Piano di Emergenza Aeroportuale) si preavvisa o si improvvisa? L'azione di follow up di ENAC quando è chiusa significa che va tutto bene? In attesa della Relazione finale dell’incidente Airbus 320 Windjet del 2010, il 3 ottobre 2012 ANSV ha divulgato, a quasi due anni dall'evento, un "Interim report-rapporto intermedio", accompagnato da alcune "Raccomandazioni" con destinazione ENAC. Il soggetto chiamato ad intervenire, su sollecitazione della stessa ANSV a sviluppare tecniche, procedure ed altro per adeguare, completare un qualche aspetto negativo e/o controverso" evidenziato nel corso dell'investigazione.
Atto, in sostanza, a migliorare il livello di sicurezza acquisito e/o deficitario. Evitare che un qualche inconveniente e incidente, e disservizio e tanto altro possa riproporsi e ripetersi.
Forse tra le funzioni attribuite all'Enac dal Decreto Legislativo n. 250 del 25 luglio 1997 la Safety, non c'è anche questa? La sicurezza nell'ambito della progettazione, della manutenzione, dell'esercizio degli aeromobili, della funzionalità e delle competenze, delle procedure adottate in ambito di infrastrutture aeroportuali?
Tra di queste perciò anche l'efficienza, la funzionalità, l'ottemperanza agli standard della PEA. Del Piano di emergenza aeroportuale.
Quando la singola Raccomandazione di sicurezza ANSV è chiusa dalla nota "status ENAC chiuso" significa che la replica contenuta nel modello Follow-up Action on Occurrence Report (FACTOR) non avrà altre risposte? .
Il modello FACTOR viene emesso per ogni evento per il quale siano state prodotte raccomandazioni di sicurezza e le repliche dovrebbe ottemperare e/o risolvere gli interrogativi che sono tuttora aperti e le evidenze potrebbero riproporsi con gli effetti negativi.
Questo è infatti un punto chiave della relazione tra una Raccomandazione ANSV riguardante il PEA la risposta dell'ENAC. Nel caso di cui parliamo, l’Agenzia ha rivolto ben quattro Raccomandazioni ad ANSV, rispettivamente la 11-1836 - 10/3/A/12, la 10/4/A/12, la 10/5/A/12, la 10/6/A/12 all’Enac: ecco le risposte.
Raccomandazione n.: ANSV-11/1836-10/3/A/12
L’ANSV, prendendo spunto dalle evidenze raccolte in relazione all’incidente oggetto di inchiesta, raccomanda di far effettuare, quanto prima possibile, delle esercitazioni su scala totale, senza preavviso, su tutti gli aeroporti italiani aperti al traffico dell’aviazione commerciale, al fine di verificare l’efficiente attuazione dei piani di emergenza aeroportuale, anche alla luce delle criticità evidenziate nella presente relazione intermedia d’inchiesta.
Posizione ENAC:
Le vigenti normative internazionali [ICAO Annex 14 Vol I Chapter 9 e Airport Service Manual (Doc. 9137) Part 7], europee [EASA NPA 2011-20 Subpart ADR.OPS.B e relativa AMC] e nazionali [ENAC Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti] non prevedono l’effettuazioni di esercitazioni a sorpresa, anzi proprio il Doc. 9137 ICAO prevede una accurata pianificazione dell’esercitazione a partire da 120 giorni prima.
Alla luce di ciò, l’ENAC ritiene che la raccomandazione non possa essere recepita in quanto non è fattibile chiudere senza preavviso gli aeroporti italiani aperti al traffico dell’aviazione commerciale, ivi incluso quelli militari, allo scopo di effettuare esercitazioni di emergenza non programmate dai Piani di Emergenza Aeroportuali (PEA) approvati.
Il piano delle esercitazioni è già previsto dalla predetta normativa; inoltre a seguito di ogni esercitazione è previsto un debriefing con tutti i soggetti interessati al fine di individuare eventuali criticità riscontate, identificare le relative azioni correttive ed i soggetti incaricati della loro implementazione.
Tuttavia, per tenere in debito conto le difficoltà attuative del PEA emerse durante l’evento del 24/09/2010, l’ENAC intende sensibilizzare tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti sulla necessità di strutturare un programma di addestramento ricorrente che tenga conto delle “lesson learned” dagli eventi pregressi.
Status ENAC: CHIUSO
AZIONI DI FOLLOW-UP
Raccomandazione n.: ANSV-12/1836-10/4/A/12
L’ANSV raccomanda di disporre con urgenza una revisione dei PEA di tutti gli aeroporti italiani al fine di verificare la correttezza dei richiami alle fonti normative ivi contenute oltre che di accertare che i suddetti PEA siano effettivamente in linea con le fonti normative vigenti. In tale contesto si invita l’ENAC a far sì che i PEA siano aggiornati anche alla luce di quanto previsto dal regolamento UE n. 996/2010, in particolare per quanto concerne l’osservanza degli obblighi di cui ai seguenti articoli: art. 9, comma 1 (obbligo di immediata comunicazione all’ANSV dell’accadimento di un incidente/inconveniente grave); art. 13 (protezione delle prove).
Posizione ENAC:
L’ENAC concorda con quanto raccomandato da ANSV e comunica che sono in fase di approvazione sia il nuovo emendamento del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti [RCEA] sia la Circolare attuativa APT 18B «Piano di Emergenza Aeroportuale – Incidente Aereo».
A seguito di ciò, i PEA dovranno essere rivisti per attestare la conformità alla normativa ENAC e con l’occasione verrà verificata la rispondenza a quanto previsto dal Reg. 996/2010 relativamente soprattutto agli artt. 9 c.1 e 13.
Status ENAC: APERTO
AZIONI DI FOLLOW-UP
Raccomandazione n.: ANSV-14/1836-10/6/A/12
L’ANSV raccomanda, in generale, che i soggetti coinvolti nell’attuazione del PEA utilizzino apparati radio la cui affidabilità sia testata anche in condizioni ambientali molto precarie, analoghe a quelle presenti sull’aeroporto di Palermo Punta Raisi al momento dell’incidente indagato.
Raccomanda, altresì, di sensibilizzare i soggetti utilizzatori dei citati apparati radio sulla necessità che gli stessi siano oggetto di accurate manutenzioni periodiche.
Posizione ENAC:
L’ENAC concorda con quanto raccomandato da ANSV e ha pertanto inviato opportuna comunicazione [cfr.prot. 2013-CCA-0013823] a tutte le Direzioni Aeroportuali affinché sensibilizzino i gestori aeroportuali affinché tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione del PEA verifichino periodicamente lo stato di efficienza degli apparati radio utilizzati e ne testino l’affidabilità anche in condizioni ambientali precarie.
Status ENAC: CHIUSO - 28 febbraio 2013
L'indagine ECA rivela come uno su tre piloti si è addormentato ai comandi dell'aereo e le 900/1000 ore di volo/anno. Lo studio dell'European Cockpit Association (Eca) presentato dal periodico Bild am Sonntag ha rappresentato un quadro, una realtà ben nota tra i piloti ed il personale di volo in genere.
Se il dato ECA emerge nella casistica riguardante circa 6 mila piloti emerge tra l'altro anche come ben nove piloti su dieci avrebbero operato in volo in situazioni di stress e stanchezza in relazione alla quantità e pesantezza dei turni di volo. L'indagine ECA è stata svolta in Austria, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Svezia e Regno Unito tra il 2010 e il 2012.
I vettori aerei hanno un obiettivo, tenere in volo equipaggi per 900/1000 volo/anno. Altro sono le ore di servizio del personale navigante che inizia almeno 60 minuti prima della partenza del primo volo e termina dopo mezzora dall'atterraggio finale. Con impieghi giornalieri che possono raggiungere anche le 12-16-20 ore.
Dallo studio ECA emerge anche come nella sola Germania quattro su cinque piloti avrebbe registrato errori operativi per il prolungamento dell'attività di volo. La casistica registrata, in realtà, differenzia il comportamento nei diversi Paesi. Nove tedeschi su dieci (il 92%) hanno lavorato quando erano troppo stanchi per farlo. Stessi dati per i piloti danesi (93%). Migliorano le risposte tra i piloti svedesi (89%), austriaci (85%), norvegesi (78%) e olandesi (67%).
I piloti maggiormente "professionali" sono risultati invece gli inglesi (45%) e i francesi (67%). Non si hanno dati sui piloti italiani. In quest'ultimo caso, ma anche negli altri, sarebbe interessante conoscere dati disaggregati. Ad esempio tra piloti executive, regional e/o piloti di breve e medio raggio. Tra impiegati presso compagnie low cost e tradizionali.
L’Agenzia europea per la sicurezza aerea EASA ha presentato la proposta finale per l'aggiornamento delle regole sui limiti dei tempi di volo e di servizio per piloti ed assistenti di volo. In discussione sono i carichi di lavoro dei piloti e degli assistenti di volo in relazione alle richieste "infinite" delle compagnie aeree e le esigenze della sicurezza del volo.
Se Nico Voorbach pilota e presidente di ECA sostiene come le aerolinee perseguano target che rischiano di avere in volo personale “pericolosamente stanco”, anche la totalità delle associazioni dei piloti hanno preso posizione contro la proposta dell’EASA.
Il traffico aereo europeo stima il suo raddoppio al 2020 (secondo ECA), le compagnie aeree perseguono la riduzione dei costi operativi, anche con l'aumento dei tempi di volo e sostiene che le statistiche sulla sicurezza del volo (rateo incidenti e parametri equivalenti) danno ragione alle politiche aziendali.
La safety è migliorata e le stime/proiezioni non farebbero che confermare tali target. Le rinnovate formule addestrative del personale di volo, le macchine, l'automazione e le tecnologie di nuova generazione assicurano risultati eccellenti. Anch nel human factor. Sara vero? Ma quanto pesano i carichi di lavoro nelle cabine di pilotaggio? 4 dicembre 2012
Come prevenirla? Le risposte sono complicate Seduti e allacciati alla propria poltrona è sinonimo di sicurezza. Di prevenzione per eventuali improvvise turbolenze. Anche di quelle in aria chiara. Quando in crociera il segnale di "cinture allacciate" è stato disinserito.
L'immobilità, tuttavia, in volo sopratutto per le persone frequent flyer, di chi viaggia spesso e sta seduto a lungo, potrebbe rivelarsi come una delle cause scatenanti della trombosi venosa profonda.
Talora conosciuta anche come “sindrome della classe economica” Economy Class Syndrome.
E' una patologia che interessa un pò tutti. Potrebbe riguardare anche un passeggero che viaggia su altri mezzi di trasporto e comunicazione.
La “trombosi del viaggiatore” in realtà è qualificata come Trombosi Venosa Profonda (TVP) ed è una condizione nella quale coaguli ematici (trombi) possono formarsi nelle vene del circolo profondo delle gambe e della zona pelvica.
Dal sito della British Airways proponiamo uno stralcio informativo destinato ai passeggeri:
"Il coagulo del sangue, che normalmente si verifica negli arti inferiori, è conosciuto con il nome di trombosi venosa profonda (TVP). Questo tipo di trombosi potrebbe colpire chiunque in qualsiasi momento, anche se alcuni soggetti sono più a rischio di altri. Studi recenti hanno confermato che anche rimanere seduti per oltre quattro ore in aereo, auto, autobus o treno espone ad un rischio maggiore.
I fattori che aumentano il rischio di TVP comprendono:
- età superiore ai 40 anni
- anamnesi di TVP o embolia polmonare
- anamnesi di TVP o embolia polmonare in un parente stretto
- terapia a base di estrogeni, uso di contraccettivi orali (la pillola) o terapia di sostituzione ormonale (HRT)
- gravidanza
- recenti interventi chirurgici o traumi, in particolare a carico dell'addome, della regione pelvica o degli arti inferiori
- cancro
- alcune anomalie genetiche relative alla coagulazione o altre anomalie ematiche.
Può ridurre il rischio di TVP seguendo i nostri consigli:
- bere una quantità sufficiente di liquidi
- evitare il fumo
- evitare l'assunzione di bevande contenenti alcol e caffeina sia prima che durante il volo
- evitare di accavallare le gambe in posizione seduta
- camminare lungo la cabina ogni qual volta sia possibile
- alzarsi nella propria zona di seduta e distendere braccia e gambe
- eseguire gli esercizi per piedi e gambe consigliati nella sezione 'Benessere' della rivista British Airways Highlife e tramite il sistema di intrattenimento a bordo
- indossare abiti larghi e comodi durante il viaggio.
Se è affetto da uno dei fattori a rischio aggiuntivi precedentemente elencati, consulti un medico prima di viaggiare. In particolare, si informi se le calze a compressione graduata potrebbero essere idonee e se ha bisogno di farmaci anti-coagulanti." 10 settembre 2012
Ma, così fan tutte. Fuel Policy, imbarco di carburante, con procedure sempre più esasperate. Stavolta la cronaca è impietosa perché è successo per ben tre volte in una giornata ed alla stessa aerolinea: la Ryanair. Ha riguardato tre voli diretti a Madrid e dirottati per emergenza carburante a Valencia dopo aver lanciato il rituale mayday al controllo aereo. Secondo la ricostruzione del Indipendent il triplice evento è avvenuto lo scorso 26 aprile è sarebbe stato determinato dalla presenza di forti temporali sulla capitale spagnola, con ritardi e attese dei voli e conseguente consumo di carburante. Tale da intaccare le riserve minime imbarcate dagli equipaggi.
La nota ufficiale Ryanair di Stephen McNamara a riguardo rileva: "Due to thunderstorms over Madrid on Thursday (July 26), Spanish ATC (air traffic control) instructed Ryanair aircraft to divert to Valencia where they were placed in a hold pattern. Sometime later the aircraft advised ATC that they would not have sufficient fuel reserves to return to Madrid and were permitted to land in Valencia. All aircraft landed normally. Ryanair sincerely apologises to the passengers affected by these diversions, which were due to adverse weather."
La fuel policy della Ryanair è sintetizzabile nelle parole di Shane McKeon, Capopilota Ryanair di base a Stansted, il 19 dicembre 2011: i piloti dovrebbero imbarcare carburante minimo per il volo "planning log/flight plan".
"All of you are aware of our ongoing efficiency drive, particularly regarding fuel. The 'plog+300kgs' issue in particular has highlighted how further efficiencies are achievable and the number of 'excess fuel carried with no explanation' letters issued has fallen. There remain a small number of commanders who appear to have difficulty with operating with 'plog+300' or less".
Con regolarità e frequenza Aerohabitat ha argomentato sugli infausti e contradditori esiti delle cosiddette fuel policy esasperate. Il contenimento delle spese di carburante imbarcato e trasportato in volo è un target operativo avviato nella commercial aviation ancora nei primi anni'90 dello scorso secolo.
Ha trovato nuove frontiere in questi anni di extracosto del carburante e di agguerrita concorrenza tra le aerolinee. Ha trovato spazio sopratutto dinnanzi al venir meno delle tutele sindacali. All'assenza di sindacati di categoria presso numerose compagnie aeree che spesso escludono la loro presenza e rappresentanza. Trovando peraltro una fragile contrapposizione nelle scelte professionali ed operative dei piloti comandanti: responsabili diretti del carburante imbarcato prima di ogni volo.
L'ANSV, ad esempio, "ha aperto un’inchiesta di sicurezza sull’inconveniente grave occorso all’aeromobile MD-83 marche YR-HBE in data 7 marzo 2012. Il velivolo, proveniente da Bucarest con destinazione Catania, dirottava, a seguito della chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa per avverse condizioni meteorologiche, sull’aeroporto di Palermo, dove atterrava dopo aver dichiarato di essere in emergenza carburante".
Aerohabitat tuttavia inquadra scenari operativi nei quali non sempre velivoli dichiarano il mayday - ottengono comunque priorità all'atterraggio, anche senza esplicitare formalmente emergenza carburante, ottenendo atterraggi immediati.
La fuel policy dovrebbe rappresentare una equilibrata pianificazione della quantità di carburante minimo da imbarcare per intraprendere - in sicurezza un volo commerciale - è comunque un target operativo in continua evoluzione. Si imbarca sempre meno carburante, anche grazie alle politiche ATC dei voli.
Sono procedure operative peraltro in perenne discussione.
Cosa accade, infatti, quando una o più compagnie aree adottano nuovi Flight Plan?
Quando sono introdotte variazioni con la riduzione del Contingency fuel dal 5% del trip, come è oggi, al 3% del trip utilizzando un ERA (En Route Alternate) quali conseguenze possono accadere? 15 agosto 2012
La notizia è di lunedi 23 luglio, ancora problemi sul Dremliner. Le anomalie e inconvenienti riguardano i propulsori, i motori Rolls Royce, i mitici Trent 1000 che equipaggiano i Dreamliner.
La flotta ANA coinvolta nell'operazionedi messa a terra riguarda cinque degli undici velivoli della flotta Boeing 787. La spinosa questione sarebbe collegata a inconvenienti e deterioramneto della scatola di trasmissione (engine gearbox). Una problematica che tra ispezioni di verifica e riparazione con l'intervento di manutenzione potrebbe estendersi anche per due settimane.
L'ennesimo problema alla flotta Boeing 787 avviene solo dopo una settimana dal lancio del primo Dreamliner della Qatar Airways al salone aeronautico di Farnborough, in Gran Bretagna.
La durata del blocco a terra dell'ANA è anche collegato all'attesa dei pezzi di ricambio dalla sede inglese della Rolls Royce: "We have identified that a component on Trent 1000 engines fitted to Boeing 787 Dreamliners has a reduced service life. As a proactive measure, this component is being replaced in a number of engines," ha sostenuto un esponente della Rolls-Royce.
Il particolare del gearbox è fabbricato dalla United Technologies, una società esterna alla Hamilton Sundstrand e sarebbe legato ad un processo di inatesa corrosione del materiale. 24 luglio2012
Sarebbe di 13.574.400 dollari per il mancato aggiornamento sul rischio esplosione dei serbatoi carburante su 380 aeromobili. Come siamo in Italia? La FAA inputa alla maggior ditta produttrice di aeromobili USA ritardi nell'adeguamento nelle progettualità e miglioramento operativo. Nelle diverse scadenze. Il traguardo è fornire tecniche e direttive al fine di ridurre il rischio esplosione dei serbatori. Un must con una precisa roadmap.
In breve l'installazione e l'utilizzo di un gas non infiammabile come l'azoto in sostituzione dell'ossigeno, riducendo in tal modo il rischio di esplosioni.
La Boeing avrebbe accumulato 301 giornate di ritardo per la flotta Boeing 747 e 406 giornate per la flotta Boeing 757. Le nuove direttive avrebbero dovuto riguardare, negli USA, 383 aeromobili.
La problematica delle esplosioni dei serbatoi di carburante sugli aeromobili rappresenta una incidentalità che risale ancora al 1959. Da quella data sono avvenute 18 esplosioni dei serbatoi nella fase di rifornimento del combustibile, nello stazionamento e parcheggio a terra ed anche in volo.
Quella che ha avuto maggior risalto giornalistico risale al 17 luglio 1996. L'esplosione del Boeing 747-100 della TWA, il volo 800 che dopo il decollo dall'aeroporto Kennedy International Airport in New York è precipitato, causando 230 morti. NTSB ha determinato la probabile causa dell'incidente TWA 800 fu un'esplosione del center wing fuel tank (CWT) due to ignition of the flammable fuel vapor and air mixture in the centro ala serbatoio (CWT) per accensione del vapore di combustibile infiammabile e miscela aria nella tank. serbatoio. The source of ignition energy for the explosion could not be determined conclusively, La fonte di energia di innesco per l'esplosione non è stato possibile determinare in modo conclusivo.
La progettualeità e la certificazione che si basa unicamente sulla eliminazione di tutte le fonti di accensione, mentre accepting the existence of fuel tank flammability, is fundamentally flawed because experience accettare l'esistenza di infiammabilità serbatoio carburante, è fondamentalmente errata, perché l'esperienza has demonstrated that all possible ignition sources cannot be predicted and reliably eliminated.
On July 21, 2008 the Federal Aviation Administration (FAA) ha pubblicato la circolare che contemplava la riduzione del rischio carburante:Flammability Reduction (FTFR) rule. Infiammabilità Reduction (FTFR). Una normativa che ha modificato il titolo 14 del Code of Federal Regulations (14 CFR) parts 25, 26, 121, 125, and 129, § 129.14, US registered airplanes.Regolamento (14 CFR) le parti 25, 26, 121, 125, 129, 129,14, per aerei registrati negli Stati Uniti.
La regolamentazione FTFR (Fuel Tank Flammability Rule) impone ai fabbricanti e gli operatori di alcuni aerei di categoria dei trasporti di adottare le misure per rendere il trasporto di carburante nei serbatoi del sistema affidabile. Con la riduzione del rischio di infiammabilità anche nella fase di manutenzione e ispezione - Fuel Tank System Fault Tolerance Evaluation RequirementsAviation Regulation (SFAR) 88 - serbatoio carburante del sistema di tolleranza di errore di valutazione. Sono requisiti che ridurranno le possibilità di una catastrofica esplosione del serbatoio del carburante. Lo scopo di queste regole è quello di contribuire a garantirne la sicurezza permanente di categoria dei trasporti aerei, riducendo nei serbatoi del carburante le fonti di ignizione e l'esposizione di infiammabilità in serbatoi di carburante che sono più a rischio. Il FTFR - requires either a flammability reduction means (FRM) such as nitrogen inerting, or an ignition - richiede sia un mezzo di riduzione di infiammabilità (FRM) come inertizzazione azoto, o uno di accensione, mezzi di mitigazione (IMM), come schiuma di poliuretano essere incorporati in aerei ad alta infiammabilità serbatoi di carburante per prevenire esplosioni serbatoio del carburante.
Una domanda per ENAC: a che punto siamo con la flotta immatricolata e che vola per le aerolinee del Belpaese? Quali misure sono state adottate negli aeroporti Italiani nella fase di rifornimento carburante, nello stazionamento degli aeromobili al suolo, davanti ai Terminal passeggeri? 17 luglio 2012
Tre Voluntary Safety Report, denuncerebbero fatti gravissimi: tante domande senza risposta. Possibile? Il contesto operativo appare del tutto anomalo. Aeromobili senza APU (Auxiliarv Power Unit), aeroporti senza al disponibilità di gruppi elettrici ed adeguato supporto per la messa in moto e la necessità di rifornire di carburante il volo.
Secondo l'articolo di Daniele Martini apparso il 19 maggio sul Fatto Quotidiano, dopo l'inoltro di tre Voluntary Safety Report, la stessa ENAC avrebbe avviato una o più inchieste. Coinvolti sarebbero tre voli Boeing 767 Air Italy impegnati in collegamenti charter in centroAmerica ed Africa nel mese di febbraio e marzo 2012, con un Boeing 767-300 ed un 767-200 e tre scali remoti, quali Cayo Largo a Cuba, Nosybe nel Madagascar e Roatan in Honduras.
Le tre segnalazioni "sospette" sarebbero state coordinate dall’Unione sindacale di base (Usb) e nel dettaglio avrebbero eseguito il rifornimento carburante con almeno un motore in moto. In una circostanza, inoltre, anche con gli ignari passeggeri a bordo.
E' davvero possibile che tutto questo sia avvenuto? E per quale ragione? La responsabilità è attribuibile solo al comandante del volo? I voli erano stati pianificati senza la disponibilità dell'APU? L'avaria dell'apparato era stata, invece, sola successiva?
L'ipotetico scenario operativo appare davvero ingarbugliato ed i risvolti verosimili appaiono altrettanto confuso.
E' possibile che un comportamento del genere possa essere stato assunto da un equipaggio italiano? Quale cultura del volo, della sicurezza del volo, tutela dei passeggeri denota questa pericolosissima opzione operativa? Possibile che una supposta esigenza aziendale - evitare ritardi e non bloccare il volo su uno scalo periferico - possa condizionare e/o fuorviare la professionalità di un pilota?
Di un equipaggio? Il management della aerolinea, qualora fosse ne venuto a conoscenza, non avrebbe dovuto intervenire? E infine, sono forse comportamenti diffusi tra i piloti delle aerolinee del Belpaese?
Quale incidenza hanno le pressioni aziendali, l'estrema competizione tra vettori, la crisi, i costi operativi e tanto altro, nella pianificazione dei voli (carburante minimo imbarcato, il fuel residuo a fine volo, la registrazione delle avarie, il superamento dei tempi di volo e servizio, l'efficienza degli apparati di bordo, le condizioni meteo, la scelta degli aeroporti alternati e...) nelle odierne "guerre aeree commerciali"?
Sarebbe interessante saperne di più, per questo caso e per tanto altro.
All'inchiesta dell'ENAC se ne aggiungerà anche una dell'ANSV e magari della EASA? Avremo risposte che non siano il solo licenziamento del comandante del volo? 21 maggio 2012
Il più grande aereo commerciale e il Dreamliner ancora sotto i riflettori.
Ancora anomalie, inconvenienti sulle flotte widebody più tecnologiche e avanzate progettate dall'industria Aerospaziale. Airbus e Boeing devono fronteggiare le inusuali microcricche, delaminazione dei materiali e malfunzionamento ai propulsori. Il risultato diretto è sintetizzabile in disservizi operativi, interventi di extramanutenzione ordinaria e straordinaria e, in sostanza, in extracosti nella gestione di queste costosissime flotte di velivoli long-range.
Dopo le evidenze del 2010, un "uncontained failure" di Rolls Royce Trent 900 di un Airbus A380 Qantas era stato obbligato ad un atterraggio di emergenza a Singapore, con altri riscontri problematici nel corso delle ispezioni, la scorsa settimana un altro Airbus A380 della Singapore Airlines è rientrato dal volo per malfunzionamento alla stessa tipologia di motore.
Inconveniente sotto controllo ed in corso di monitoraggio e soluzione, sostiene un portavoce della Rolls Royce.
Ancora sotto ispezione, anche dopo le prescrizioni emanate dalla Commissione UE, il problema delle lesioni, microcricche, che stanno interessando la quasi totalità della flotta.
Almeno i velivoli con un certo numero dei cicli operativi, evidenziando una vulnerabilità specifica nella struttura fusoliera/alare.
I costi degli interventi di manutenzione straordinaria e gestione delle microfessure, probabilmente, si prolungheranno anche nel 2013 con un costo globale di oltre 200 milioni di euro.
Riguarderà l'intera flotta operativa di 67 esemplari A 380.
Non troppo lusinghiere anche le notizie che riguardano il Dreamliner della Boeing.
Dopo la prolungata gestazione - tre anni di ritardo - per arrivare al primo volo di linea la Boeing ha segnalato come 55 dei propri 787 Dreamliner potrebbero essere interessati dal processo di delaminazione nella struttura di fibra di carbonio dei velivoli.
L'area interessata, riguarderebbe comunque solo una serie della produzione 787, relativamente precisamente alla parte terminale della fusoliera ed agli impennaggi della coda.
Questa flotta rappresenta la più avanzata progettualità in fibra di carbonio.
La fusoliera, infatti, è fabbricata interamente in questa sostanza, oltre che in titanio, ed ha consentito una riduzione del peso complessivo del velivolo di circa il 20% rispetto all'utilizzo tradizionale di derivati in leghe composite e di alluminio.
L'avveniristico modello dl Boeing 787 è stato ordinato da numerose compagnie aeree, e l'attuale carnet di ordini ha raggiunto il numero di 835 esemplari al costo unitario di 114-145 milioni di euro. 30 marzo 2012
Una interrogazione alla UE ed una al Parlamento Italiano ripropongono interventi immediati, fondamentali nel caso di incendio e incidente aereo.
Mentre con un'interrogazione parlamentare alla UE l'eurodeputato Salvatore Tatarella che ha reso noto di aver agito in seguito al recente scandalo amianto relativo ai MD80 abbandonati nell'aeroporto di Fiumicino ecco, sempre a seguito della denuncia giornalistica dell'Espresso e del Corriera della Sera, anche l'on. Farina Coscioni ed altri, hanno presentato il sottostante intervento lo scorso 14 marzo.
Al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Per sapere - premesso che:
risulterebbe che quel che resta di nove aerei MD80 della flotta Alitalia, oggi Linee aeree italiane, società commissariata, risultano essere abbandonati su uno dei piazzali della manutenzione dell'aeroporto romano di Fiumicino; detti aerei dovevano essere in parte smembrati per una eventuale vendita o rottamazione;
durante le fasi di smontaggio, i tecnici hanno rilevato la presenza, a bordo degli aerei, negli arredi, in alcune componenti meccaniche e strutturali, di una quantità di amianto tale da richiedere il fermo delle operazioni in attesa di una bonifica, come previsto dalla legge, per procedere in sicurezza alla rimozione delle componenti d'amianto, fino al loro completo smaltimento in discarica, come rifiuti tossici e pericolosi;
sugli MD80 in questione, risulterebbero presenti numerosi pezzi visibilmente danneggiati, esposti al contatto con l'aria, sia nelle parti meccaniche che negli arredi di bordo;
di conseguenza, le pericolosissime particelle e polveri d'amianto, estremamente sottili e volatili simili a spore, facilmente inalabili e assorbibili dall'organismo umano, con conseguenze micidiali per lo stesso, rischiano di essere disperse nell'area aeroportuale, nei piazzali e nelle piste, luoghi frequentati da migliaia di lavoratori del settore e da milioni di passeggeri -:
quanti siano gli aerei MD80 della ex Alitalia, che oggi si chiama CAI, e che contengono parti in amianto; se gli enti preposti al controllo della navigazione abbiano mai effettuato analisi o bonifiche delle piste o dei piazzali aeroportuali;
quali iniziative si intendano promuovere o adottare, per quanto di competenza, per evitare presenze di amianto superiori agli standard consentiti per la sicurezza e la difesa della salute, e garantire la salubrità dell'aria e di un ambiente in cui operano migliaia di lavoratori e transitano milioni di passeggeri;
in considerazione del fatto che le leggi italiane sull'obbligo di dismissione e smaltimento dell'amianto ne vietano da anni l'utilizzo nella costruzione, ad esempio, dei sistemi frenanti, quali iniziative si siano adottate, o si intendano adottare per garantire che le leggi in questione siano pienamente applicate e rispettate da tutte le compagnie aeree internazionali che volano e transitano nel nostro Paese;
quali urgenti iniziative si intendano promuovere, o adottare, per quanto di competenza, in ordine a quanto sopra esposto, e in particolare in relazione ai numerosi pezzi e componenti di MD80 visibilmente danneggiati, esposti al contatto con l'aria sia nelle parti meccaniche che negli arredi di bordo, e giacenti nell'aeroporto romano di Fiumicino. 23 marzo 2012
Le proposte EASA allungano ancora l'impiego di piloti e assistenti di volo.
Agenzia europea per la sicurezza aerea , come mission aziendale - è la protagonista principale della strategia dell'Unione europea nel campo della sicurezza aerea. La nostra missione è quella di promuovere i massimi livelli comuni di sicurezza e di protezione ambientale nel settore dell'aviazione civile.
La proposta del 18 gennaio riguarda il nuovo regolamento sui tempi di impiego del personale di volo: piloti e assistenti. In sostanza si allungano i tempi di volo, ovvero il riferimento è a nuovi flight time limitations.
Ulteriori due ore di servizio.
L'estensione da 14 a 16 ore del limite giornaliero.
Studi, inchieste, raccomandazioni di soggetti tecnico scientifici autorevoli, che indicano in 12ore il limite massimo, sono stati considerati a livello di carta straccia.
L'imperativo categorico è l'efficienza, la massimizzando anche l'impiego del personale di volo. La proposta sembra tuttavia una richiesta extrema. Off limits.
Un trincea da sfondare che riporta l'orario del lavoro all'800.
I tagli dei costi partono e, probabilmente, perseguono criteri e misure tradizionali. Scontate.
Nella più drammatica delle tradizioni rivendicative padronali del secolo scorso. Lavorare di più!
Le considerazioni sulle prestazione delle mansioni del personale oltre le 12ore, l'andamento dell'efficienza, del livello di attenzione e conseguenza sicurezza delle operazioni di volo - oltremodo documentate e dimostrate da statistiche e casistica comportamentale - scompaiono nei fatti.
Le curve statistiche del rendimento dello staff nell'arco dell'impiego sono evidenze inequivocabili (vedi anche gli effetti derivati dal bioritmo umano, cicli circadiani e altro).
In modo particolari nelle fasi e nell'evenienze dell'esecuzione di procedure di emergenza in volo ed a terra.
Anche se altri studi sostengono che l'attuale limite di volo di 11.45 ore sia troppo lungo, soprattutto durante la notte quando non dovrebbero superarsi le 10 ore. Sembrano parole vane.
L'EASA che sostiene la promozione ed il conseguimento dei massimi livelli comuni di sicurezza e di protezione ambientale nel settore dell'aviazione civile sembrerebbe contraddirsi.
I limiti cumulativi rimandano a 180 ore in 21giorni consecutivi,. Nel dettaglio si potrebbero effettuare 3 settimane consecutive con 60 ore di impiego ciascuna.
La materia è ancora oggetto di discussione e alcune associazioni professionali (non tutte) hanno varato una raccolta firme, una petizione per contrastare la proposta EASA. 3 marzo 2012
Le nuove flotte heavy con problematiche derivate dall'impiego delle tecnologie avanzate.
E' notizia di questi giorni, l'EASA ha, infine, emanato una seconda specifica direttiva per ispezionare l'intera flotta di Airbus 380. Tutti 67 velivoli quindi, a seguito della scoperta di 36 micro-fratture lunghe circa 2 cm sulle ali di un Quantas, confermati da una analisi campione su altri esemplari.
L'Agenzia European Aviation Safety Agency con la prescrizione di aeronavigabilità del 8 febbraio numero 2012-0026, dopo l'individuzione delle crepe ha, in sostanza, richiesto una verifica dell'integrità strutturale del velivolo. I velivoli interessati, al momento, riguardano gli esemplari con almeno 1.300 voli o cicli e dovrebbe poter concludersi in qualche settimana.
I guai manifestatisi sembrerebbero rimandare ad inadeguatezze progettuali strutturali del più grande wide body civile commerciale costruito ed evidenziamo problematiche che solitamente venivano riscontrati su flotte aeree arzille.
Quelle con almeno 20-30 anni di attività di volo alle spalle. Pensiamo alle lesioni e microcricche che la storia dell'aviazione ha registrato sulle flotte obsolete (vedi Boeing 707, 720, 737, serie DC 8 - 9 - 10 e similari).
Singapore Airlines ha segnalato l'esistenza di microcricche su otto esemplari Airbus 380 della sua flotta.
Poco buone anche le notizie che riguardano il concorrente Boeing 787 Dreamliner bimotore extra wide-body di ultimissima generazione.
Dopo anni di ritardi nella certificazione era imminente il primo volo regolare di linea con la All Nippon Airways.
L'improvvisa scoperta di un fenomeno identificato come delaminazione, che riguarderebbe i velivoli di prossima consegna e che, per precauzione, sono state disposte ispezioni specifiche anche su cinque esemplari già consegnati. L'ipotesi di lavoro prevede una serie di controlli e conseguenti riparazioni.
Il fenomeno identificato come delaminazione rimanda ad una sorta di irrigidimento/indurimento strutturale di parti della struttura fabbricata in fibra di carbonio.
Dopo la scoperta dell'anomalo riscontro evidenziato dalla All Nippon Airways, il vettore Flightglobal ne avrebbe segnalata altre tre, due altre cellule critiche sono state registrate alla Qatar Airways.
L'area interessata della struttura è quella del cono di coda, dello stabilizzatore orizzontale che collega i longheroni. 11 febbraio 2012
A cura del Com.te Renzo Dentesano
Eurocontrol riconosce nelle interferenze dei raggi LASER diretti su Piloti e Controllori un problema di sicurezza del volo.
ECAC annunciato che il problema verrà ufficializzato in una prossima pubblicazione.
Si è tenuto il 10 ed 11 Ottobre, presso Eurocontrol, un Seminario per esaminare le conseguenze delle crescenti interferenze nelle operazioni volo e di terra causate da potenti raggi LASER, puntati dolosamente contro gli occhi di Piloti e dei Controllori di Torre del Traffico Aereo, per causarne quanto meno l’abbagliamento durante le loro delicate funzioni !
Per comprendere appieno l’importanza di questa crescente minaccia per la sicurezza dei voli (che documenteremo in termini statistici), basti considerare che al Seminario, ospitato da Eurocontrol a Brussels ed organizzato congiuntamente assieme alla Commissione Europea, all’ICAO, all’IFALPA, alla IATA, all’ERA ed all’European Cockpit Association, hanno partecipato ben 160 Rappresentanti appartenenti al settore dell’aviazione commerciale, a quello delle Autorità di normazione, di istituti di ricerca e perfino di Forze dell’Ordine di diversi Stati. Stranamente assente qualsiasi rappresentante dell’italiana ENAC !
L’acronimo LASER – “Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation” ovvero “Amplificazione della luce attraverso l’emissione stimolata di radiazioni”, si realizza in uno strumento che emette luce (radiazione elettromagnetica) altamente direzionale attraverso un processo di amplificazione ottica basata sull’emissione stimolata di fotoni. Il fotone (simbolo y) è una particella elementare, “quanto” della radiazione elettromagnetica e pure “mediatore” dell’interazione elettromagnetica (terminologia scientifica).
La “luce” emessa dal raggio LASER è notevole per l’elevato grado di coerenza spaziale e temporale e pertanto risulta anche abrasiva e pericolosa a seconda della potenza di emissione.
Sotto il commento <Le interferenze LASER stanno crescendo e rappresentano un attentato globale sia alla safety che alla security> Eurocontrol conclude:- «NON è soltanto un problema dell’aviazione».
Questi i dati statistici disponibili:-
Sulla base di tali precedenti l’ICAO aveva già sviluppato degli standard da applicare da parte degli Stati membri per regolamentare la materia, ma le tattiche utilizzate nelle interferenze a mezzo LASER sono profondamente cambiate ed aumentate e pertanto risulta sempre più evidente che ormai serve urgentemente un nuovo, più armonico sforzo multidisciplinare e proattivo da parte degli Stati per contrastare questa pericolosa minaccia.
I partecipanti al Seminari pertanto hanno convenuto che sono urgentemente necessarie tempestive ed efficaci procedure pre- e post-volo per trattare i casi di interferenze elettromagnetiche di questo tipo, come pure l’addestramento di Piloti e Controllori in merito a tali procedure. Inoltre serve definire un sistema efficace di allerta per le Autorità.
Infine dai partecipanti è stato ritenuto che il progresso tecnico nel campo dei filtri basati sulle nanotecnologie emergenti possa essere utile nel prossimo futuro per proteggere la vista di coloro che lavorano esposti a questo tipo di grave rischio.
Conclusione finale del Seminario è stata quella di richiamare l’Unione Europea a sviluppare urgentemente una normativa più severa su produzione, distribuzione, acquisto/vendita, trasporto ed uso dei dispositivi LASER.
L’unico commento sensato che mi sento di fare a questa penosa situazione, nota ormai da tempo, di diffusa inciviltà (contro innocenti lavoratori ed altrettanto innocenti passeggeri) nell’uso di tali apparati facilmente trasportabili ed occultabili è che purtroppo non siamo scevri neppure in Italia.
Pertanto, sarebbe ora che ENAC proponesse l’istituzione di un “Italian Laser Strike Committee” dedito a raccogliere funzionalmente i casi di interferenze sul nostro territorio, onde poterle quantificare e combattere appropriatamente, soprattutto con la prevenzione e la repressione esercitata dalle Forze dell’Ordine e dalla Giustizia nazionale.
Addendum.
Avevo appena concluso in stampa il mio pensiero, quando ho avuto modo di leggere nella “Sezione Incidenti” del sito web aeronautico ed ambientale Aerohabitat.eu – sotto il titolo “LASER verdi” - che proprio Aerohabitat s’era fatto nuovamente parte diligente nel denunciare con apposita notizia che «il pericoloso ed “incivile” [licenza dello scrivente – ndr]» fenomeno dell’uso senza precauzioni dei raggi LASER non sembra affatto arrestarsi e che purtroppo questo brutto ed ormai diffuso «attentato alla sicurezza dei voli» risulta in aumento in quasi tutto il mondo, ormai popolato da gente irresponsabile.
È utile che io qui riproduca quanto ha scritto l’editor di Aerohabitat:-
Laser verdi, quei raggi sparati sui piloti
Il pericoloso e popolare fenomeno non sembrerebbe fermarsi.
Sarebbero stati ben 264 casi. Solo tra giugno e settembre 2010. Ma sarebbe solo il numero degli eventi denunciati nell'arco di sei mesi. La notizia apparsa sui media nazionali sarebbe stata segnalata da ANSV - Agenzia nazionale per la sicurezza del volo - in una lettera inviata al PM di Torino, Raffaele Guariniello.
I piloti di aereo interessati dai puntatori laser a luce verde erano impegnati nelle fasi dell'atterraggio.
Distraggono, danneggiano, disturbano la cabina di pilotaggio e potrebbero provocare incidenti. Nelle fasi più critiche del volo: atterraggio e decollo.
Ma nonostante l'allerta su queste minacce costanti, i casi proseguono. Nel giugno del 2011 continuano i casi di laser verdi. Anche ad agosto la Polaria di Torino Caselle ha registrato cinque eventi. Il reato ipotizzato è quello di "attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici", articolo 432 del codice penale, e prevede l’arresto fino a 5 anni. 10 ottobre 2011.
Leggendo quanto sopra pubblicato, mi vien da chiedere (sperando di ottenere attenzione responsabile):- Ma è mai possibile che oltre a ciò le Autorità nazionali di prevenzione degli incidenti, di normazione delle regole e delle leggi e quella di investigazione, nell’apprendere le gravi notizie in tema di attentati alla sicurezza dei voli, non abbiano avuto neppure la sensibilità (oltre che il dovere) di almeno tentare di … fare educazione civile e civica a mezzo dei potenti media e disponibili invece a raccogliere ogni tipo di “stupidaggine” di altro genere !
È pur vero che … mala tempora currunt, ma almeno un po’ di responsabilità verso i pericoli di “attentati ai trasporti” dovrebbero sensibilizzare tutti, al pari del terrorismo e del malaffare ! 22 ottobre 2011
Il pericoloso e popolare fenomeno non sembrerebbe fermarsi.
Sarebbero stati ben 264 casi. Solo tra giugno e settembre 2010. Ma sarebbe solo il numero degli eventi denunciati nell'arco di sei mesi. La notizia apparsa sui media nazionali sarebbe stata segnalata da ANSV - Agenzia nazionale per la sicurezza del volo - in una lettera inviata al PM di Torino, Raffaele Guariniello.
I piloti di aereo interessati dai puntatori laser a luce verde erano impegnati nelle fasi dell'atterraggio.
Distraggono, danneggiano, disturbano la cabina di pilotaggio e potrebbero provocare incidenti. Nelle fasi più critiche del volo: atterraggio e decollo.
Ma nonostante l'allerta su queste minacce costanti, i casi proseguono. Nel giugno del 2011 continuano i casi di laser verdi. Anche ad agosto la Polaria di Torino Caselle ha registrato cinque eventi. Il reato ipotizzato è quello di "attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici", articolo 432 del codice penale, e prevede l’arresto fino a 5 anni. 10 ottobre 2011
Infine anche ANSV ha aperto una rituale inchiesta, stavolta, per "inconveniente grave".
Tutto era avvenuto lo scorso 5 luglio quando su Roma si era scaricato uno dei tanti temporali e/o nubifragio che costellano il periodo estivo. Niente di straordinario ne di imprevisto, un semplice acquazzone. Ma è bastato poco: l'aeroporto di Fiumicino era stato temporaneamente chiuso al traffico e/o il flusso dei voli in arrivo era risultato prima rallentato, poi, in parte bloccato.
Il volo decollato da Linate con destinazione Fiumicino, causa carburante ha dovuto dirottare a Pisa.
Anche l'aeroporto di Ciampino era impraticabile ed l'Airbus 320 immatricolato EI-DTL in una condizione di "emergenza carburante, ovvero una quantità inferiore ai minimi per l'atterraggio non ha avuto altra scelta.
La notizia è stata immediatamente divulgata per la presenza a bordo di un Ministro Italiano e l'impossibilità di raggiungere in tempo debito la Capitale per una conferenza stampa.
Ma non è il rinvio della conferenza stampa ad essere focalizzato ma la ragione del dirottamento in "emergenza" a Pisa.
Possibile che il volo per Fiumicino, con previsione di rovesci e temporali, non abbia determinato l'imbarco di una quantità carburante sufficiente ad assorbire un eventuale ritardo in arrivo a Fiumicino?
Possibile, in alternativa, che l'equipaggio non abbia decisa di dirottare all'alternato prima di trovarsi in una condizione di "emergenza".
La questione non è insolita e riguarda le nuove politiche sull'imbarco minimo di carburate per intraprendere un volo, sulle politiche di "fuel economy" adottate dai vettori aerei, sulle opzioni relative alla scelta dell'aeroporto alternato e sulla priorità e fruibilità di tale scalo.
In definitiva sulla politica dei costi operativi di un vettore aereo e sulle implicazioni, e sulle pressioni inevitabili, che si scaricano sui piloti. Ma anche su eventuali bonus per coloro che - nelle medie annue per tipologia di velivoli - imbarcano quantità complessive di carburante inferiori.
Come avviene presso alcuni vettori internazionali.
A chi spetta - in Italia - il monitoraggio ed il controllo casistico della quantità di carburante residuo a bordo dopo un volo? Esistono statistiche a riguardo? Quanti voli hanno registrato atterraggi con carburante al di sotto del minimo consentito senza dichiarazioni di "emergenza" per low fuel in atterraggio? 15 luglio 2011
Che succede in ANSV? Aerohabitat solitamente analizza e commenta l'ambito delle investigazioni, il Rapporto Informativo annuale e poco altro. L'interrogazione che proponiamo investe anche le opzioni amministrative ed operative del massimo organismo investigativo nazionale sugli incidenti aerei civili/commerciali. Come replicheranno il Presidente del Consiglio e il Ministro delle Infrastrutture?
CATANOSO GENOESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) è sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri ed ha compiti in materia di inchieste su incidenti e inconvenienti nel settore del l'aviazione civile; essa è dotata di personalità giuridica e autonomia amministrativa, regolamentare, patrimoniale, contabile e finanziaria, ed è stata istituita con decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, in attuazione della direttiva 94/56/CE del Consiglio del 21 novembre 1994;i sindacati FPGCGIL, FITCISL e UILTRASPORTI, in rappresentanza unitaria dei lavoratori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, hanno denunciato con forza serie criticità del modello organizzativo e delle procedure gestionali dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, che se non sollecitamente modificate, porteranno, ad avviso dell'interrogante, inevitabilmente la stessa alla paralisi ed il personale all'impossibilità di operare efficacemente;l'Agenzia ha registrato un recente riordino con decreto del Presidente della Repubblica del 5 ottobre 2010, n. 189, a norma dell'articolo 26, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;il riordino, che ha investito tutti gli enti pubblici, è finalizzato alla razionalizzazione degli organi deputati alle attività di indirizzo, amministrazione, gestione e controllo al fine di conseguire generali economie d'impiego, nonché di incrementare l'efficienza e migliorare la qualità dei servizi istituzionali;il riordino di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 189 del 2010, è stato completato poco prima che venisse approvato il regolamento (UE) n. 996/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio (20 ottobre 2010), sulle inchieste di incidenti e inconvenienti nel settore dell'aviazione civile e che abroga la direttiva 94/56/CE;tale riordino, però, non ha apportato alcun beneficio operativo né di risparmio di costi di gestione all'attività istituzionale dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo;a giudizio dell'interrogante l'unica conseguenza visibile e percepita dai dipendenti dell'Agenzia è stata di assicurare di fatto all'attuale commissario straordinario, che per dieci anni è stato il presidente dell'Agenzia, la possibilità di permanere al suo vertice per altri dieci anni;per vincoli connessi alla finanza pubblica, l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, non ha mai raggiunto il previsto organico, soprattutto nelle professionalità qualificate, abilitate a svolgere le inchieste sugli incidenti ed inconvenienti gravi nel settore aeronautico;per gestire otto tecnici investigatori, l'attuale organico dell'Agenzia per la sicurezza nazionale del volo prevede otto componenti dei cosiddetti «organi» (presidente, componenti del collegio e revisori dei conti), in aggiunta a un direttore generale e sedici impiegati amministrativi in un classico contesto di burocrazia auto-generativa;l'attività di sicurezza aeronautica pro-attiva, che dovrebbe essere prioritaria fra le attività istituzionale dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, è secondo l'interrogante sistematicamente disattesa, poiché consta che le investigazioni e le connesse raccomandazioni di sicurezza, vengono rese note a distanza di anni dagli eventi;nonostante il regolamento (UE) 996/2010 e la convenzione relativa all'aviazione civile internazionale, stipulata a Chicago il 7 dicembre 1944, approvata e resa esecutiva con decreto legislativo 6 marzo 1948, n. 616, ratificato con la legge 17 aprile 1956, n. 561, obblighino le Agenzie d'investigazione europee a svolgere le proprie inchieste sugli incidenti ed inconvenienti aeronautici senza che vengano attribuite colpe o responsabilità, in modo completamente separato ed autonomo rispetto alle indagini disposte dall'autorità giudiziaria, le inchieste tecniche dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo vengono sistematicamente chiuse e deliberate dopo anni e prevalentemente alla conclusione dell'iter giudiziario. Ciò in evidente contrasto, con l'autonomia dell'inchiesta tecnica e della necessaria celerità dell'accertamento dei fatti ed alla susseguente prevenzione, scopo ultimo ed unico dell'esistenza dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo;anche nel recente e gravissimo fatto che ha coinvolto un velivolo da trasporto di un operatore italiano sull'aeroporto di Palermo, l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha ritenuto opportuno assegnare allo svolgimento della delicatissima indagine che implica il vaglio di multiformi ed interdisciplinari aspetti relativi all'operatore, agli equipaggi di volo, al controllo del traffico aereo, alla meteorologia, alla configurazione delle piste e degli aiuti tecnologici alla condotta del volo e alla società di gestione aeroportuale un solo tecnico investigatore, che sicuramente non sarà in grado di appurare le cause di quanto è accaduto se non a distanza di anni, ciò mentre lo stesso operatore, con il medesimo modello di aereo, sullo stesso aeroporto, continua a trasportare passeggeri;è stata di recente istituita l'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, ANSF, i cui compiti istituzionali nell'ambito del trasporto su rotaia, per molti versi, sono assimilabili a quelli che in campo aeronautico dovrebbe svolgere l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Strutture unificate si occupano della sicurezza dei trasporti, con sotto sezioni specialistiche, in numerosi Paesi europei, o grandi Paesi aeronauticamente avanzati, quali gli U.S.A., il Canada e l'Australia -:se il Governo non ritenga utile, in questa grave situazione in cui versa la finanza pubblica, realizzare delle effettive economie di scala promuovendo l'abolizione delle specifiche Agenzie e privilegiando la soddisfazione dei requisiti richiesti attraverso l'esercizio delle attività investigative istituzionali, in modo funzionalmente indipendente nell'ambito del dipartimento della protezione civile e, in subordine, assumendo iniziative per la razionalizzazione e l'unificazione della sede, degli apparati amministrativi e dei laboratori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria con quelli dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo;se il Governo sia a conoscenza del fatto che all'interno dell'ENCASIA, il consesso che riunisce tutte le Agenzie investigative dell'Unione europea, l'Italia, oltre che non presiedere alcuno dei numerosi e strategici gruppi di lavoro, ivi istituiti non sia nemmeno rappresentata. 9 luglio 2011
Sono in vendita, anche a basso prezzo, classificati in base al livello di emissione del laser. Sono raggruppati in cinque classi come previsto dalla normativa Cei En 60825. I più potenti superano 500 mW.
Sono strumenti che costano poco, alcune decine di euro e possono essere diretti a soggetti (velivoli e cabine di pilotaggio nel caso) anche a 1 - 2 chilometri di distanza.
Possono causare danni agli occhi e alla pelle, ma la moda, lo sfizio dello sparare fascio laser contro i piloti/aerei impegnati nelle fasi di atterraggio e decollo ripropone rischi sulla sicurezza delle operazioni di volo.
Dopo numerosi casi e minori denunce negli USA il segretario dei Trasporti Ray LaHood ed il responsabile della Federal Aviation Administration (Faa) Randy Babbitt hanno proposto stringenti sanzioni nei riguardi di coloro che indirizzano raggi laser nella cabina di pilotaggio di un aereo.
L'effetto del laser sul pilota, inevitabilmente, genera una temporanea abbagliamento e cecità nel pilota. Con tutti i rischi che questo potrebbe comportare. Un potenziale pericolo, in sostanza che comunque potrebbe innescare una distrazione momentanea del pilota e quindi generare effetti collaterali a rischio: possibili incidenti.
La sanzione dovrebbe, inizialmente, prevedere una multa di 11.000 dollari per ogni infrazione.
Nel corso dell'ultimo periodo del 2011 la FAA USA ha registrato 1100 segnalazioni da parte degli stessi piloti.
Erano stati 300 nel 2005, 1527 nel 2009 e 2836 nel 2010. Particolarmente coinvolti sono risultati alcuni specifici aeroporti.
Negli scali italiani nel corso del 2010 le segnalazioni sarebbero state 479. Ma si stima siano anch'esse solo una parte di realtà-
Queste, infatti, sarebbero solo quelle rilevate e denunciate dai piloti. Rappresentano quelle percepite? Sicuramente è un dato parziale, almeno rispetto a quelle tentate.
La distribuzione aeroportuale sarebbe stata, comunque, la seguente: nove casi a Orio al Serio, 20 rispettivamente a Linate e Malpensa, ben 50 casi a Torino Caselle, 22 a Bologna, 31 a Roma Fiumicino, 175 a Napoli.
Un caso isolato a Crotone, due a Parma, tre a Padova e sei a Venezia.
Il quadro evidenzia un numero che potrebbe identificare anche un indice di rischio e vulnerabilità per singolo aeroporto. Rapportato ai movimenti aerei di ogni specifica pista e suddiviso per decolli ed atterraggi.
E adesso? Non ci resta altro che aspettare una normativa e sanzioni ENAC equivalenti anche per il BelPaese. 16 giugno 2011
Stavolta tocca all'executive trigetto della Dassault, all'esemplare utilizzato per i suoi voli anche dal Presidente Sarkosy quando vola con la Premie're Dame Carla Bruni.
La European Aviation Safety Agency (EASA) con una AD (vedi) ha messo a terra l'intera flotta di 112 Falcon 7X dopo una malfunzionamento in volo - durante la fase di discesa con pitch trim a cabrare - del sistema del trim. Secondo quanto riportato su uno di questi esemplari il sistema di trimmaggio sarebbe andato a fondo corsa. Determinando la momentanea perdita di controllo del velivolo stesso.
Il velivolo utilizzato anche su voli oceanici ha una fusoliera lunga, ala bassa con winglet, due propulsori accoppiati turbofan Pratt & Whitney Canada PW307 nella sezione di coda ed uno sottostante alla deriva verticale.
Dopo l'incidente avvenuto il 25 maggio, il giorno successivo EASA ha emanato il provvedimento che sospende temporaneamente tutti i voli. Sarebbe il primo serio evento incidentale riportato da un velivolo che ha iniziato i voli solo nel 2007, ha una autonomia di volo superiore a 6000 miglia ed ha accumulando oltre 75.000 voli.
EASA sostiene che "analysis of the digital flight data recorder and the fault history database confirmed the event, it did not explain the origin of the pitch trim runaway. If this situation occurs again it could lead to loss of control of the aeroplane". "Dassault is investigating the cause of the incident". Il provvedimento, si sostiene, sarebbe una misura del tutto precauzionale.
Il Falcon 7X ha un costo unitario complessivo di oltre 50 milioni di dollari USA. 30 maggio 2011
Ma di questa flotta parliamo solo degli ultraleggeri. Sono a tutti gli effetti aeromobili. Ma non sono ancora sottoposti alle inchieste di sicurezza per incidenti ed inconvenienti aeronautici.
Le statistiche incidentali sono perciò difficilmente ricostruibili. L'obbligo di segnalazione dell'evento incidentale non sarebbe ancora obbligatorio.
Nell'attività VDS senza motore gli interrogativi sulla percentuale delle segnalazioni incidentali disponibili sarebbero, probabilmente, ancora minori. Sono sicuramente noti gli eventi che ha determinato vittime, molto meno qualora le conseguenze sul "pilota" e sulla macchina sono minori o non significative.
Un quadro degli eventi incidentali della flotta VDS a motore viene comunque fornita dalla FIVU (Federazione Italiana Volo Libero).
Al 31 dicembre 2010 secondo AeroClub Italia sono stati rilasciati 45.515 attestati di pilotaggio mentre risultano immatricolati 10.595 aeromobili muniti di motore. Quanti sono quelli senza motore?
Nel corso del 2010, secondo dati FIVU, aeromobile a motore hanno registrato 25 eventi incidentali contro i 17 del 2009. Con 19 vittime contro il 17 registrati nel corso del 2009.
Il 67% degli eventi è stata catalogata nelle cause derivate dal fattore umano, il 23% alla macchina ed il restante 10% a fattori non precisati.
I dati soprariportati sono stati stralciati da una sintetica analisi disponibile sul Rapporto Informativo 2010 di ANSV. Un documento, comunque, indispensabile e disponibile on line sul sito dell'Agenzia ANSV. 4 maggio 2011
Ma funziona? I passeggeri europei la consultano quando comparano biglietti aerei? Sono le stesse agenzie a filtrare il pacchetto dei voli, delle coincidenze e cambio aerei, nei Paesi a rischio, ad evitare l’imbarco dei propri clienti sulle aerolinee identificate dalla lista UE?
E che succede se un vettore aereo entra last minute nell’elenco dei “vietati” dopo aver già acquisito il volo? Ecco il punto. Servirebbe verificarne gli esiti. Le aerolinee della lista sono realmente esclude dai voli dei passeggeri europei e non o invece ha effetto solo sui voli europei?
Le compagnie in questione benché escluse dai cieli del continente offrono comunque le loro disponibilità ai naviganti provenienti e/o residenti nella UE.
Anche perché spesso, questi vettori,sono gli unici fruibili per volare e spostarsi in quei Paesi.
Ecco il comunicato UE che segnala il 17mo aggiornamento della lista nera.
La Commissione europea ha adottato oggi il diciassettesimo aggiornamento dell’elenco delle compagnie aeree sottoposte a divieto operativo all’interno dell’Unione europea. Alcune compagnie aeree – inclusi quattro vettori aerei indonesiani destinati al trasporto merci e un vettore aereo ucraino – sono stati rimossi dall’elenco dato che le criticità sotto il profilo della sicurezza sono state risolte adeguatamente. Per contro, tutti i vettori aerei certificati in Mozambico sono stati soggetti a divieto operativo nell’Unione europea, così come le attività di Air Madagascar per due aeromobili specifici a causa di importanti carenze in materia di sicurezza che necessitano interventi decisivi in entrambi i casi. Tutte le decisioni sono state prese con il supporto unanime del comitato di sicurezza aerea, composto da esperti degli Stati membri.
Il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile per i trasporti, ha dichiarato: “La Commissione è pronta a lavorare con le autorità di quei paesi che hanno problemi di sicurezza, al fine di risolverli il più presto possibile e nella maniera più efficiente. Nel frattempo, la sicurezza viene prima di tutto. Non possiamo permetterci di accettare compromessi in quest’area. Quando disponiamo di prove che alcuni vettori aerei non operano in modo sicuro all’interno o all’esterno dell’Unione europea, dobbiamo intervenire per essere certi che sia escluso ogni tipo di rischio in questo senso.”
La Commissione ha adottato oggi, seguendo l’opinione unanime del comitato di sicurezza aerea, il diciassettesimo aggiornamento dell’elenco delle compagnie aeree sottoposte a divieto operativo all’interno dell’Unione europea. Il nuovo elenco sostituisce il precedente stabilito nel novembre 2010 e può essere già consultato sul sito della Commissione 1.
Il comitato di sicurezza aerea, riunitosi dal 5 al 7 aprile, ha anche esaminato vari casi di vettori aerei europei. La Commissione invita urgentemente le autorità in diversi Stati membri a migliorare ulteriormente la supervisione di tali vettori aerei al fine di assicurare che tutte le compagnie aeree stabilite in Europa operino al più alto livello di sicurezza.
Il presente aggiornamento annulla il precedente divieto operativo di quattro vettori aerei indonesiani per il trasporto merci – Cardig Air, Republic Express, Asia Link e Air Maleo. Ciò è dovuto alla corretta applicazione delle norme di esecuzione da parte delle autorità indonesiane per garantire che gli aeromobili operino in condizioni di sicurezza. Le restrizioni alla linea ucraina UMAir sono state rimosse dopo che prove concrete hanno dimostrato il miglioramento delle sue prestazioni.
Le autorità di Angola, Cambogia, Kazakistan e Kirghizistan hanno intensificato i loro sforzi per applicare gli standard internazionali di sicurezza. Su tale base alcune compagnie che non sono più impegnate nel trasporto aereo commerciale sono state cancellate dall’elenco.
Al fine di escludere tutti i rischi per la sicurezza nell’operatività di alcuni vettori aerei, la Commissione, con il supporto unanime del comitato di sicurezza aerea, ha deciso di imporre restrizioni operative in due casi. In primo luogo ha imposto un divieto operativo a tutti i vettori aerei certificati in Mozambico a causa delle importanti carenze riscontrate dalle autorità dell’aviazione civile di questo paese, come riportato dall’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO) nell’ambito del programma di verifiche Universal Safety Oversight Audit. La Commissione ha inoltre imposto restrizioni sui due aeromobili di tipo Boeing 767 operati da Air Madagascar, a causa delle persistenti carenze nel loro funzionamento e nella supervisione.
La Commissione e i membri del comitato di sicurezza aerea hanno riconosciuto gli sforzi delle autorità dei suddetti paesi per riformare i loro sistemi di aviazione civile e per migliorare la sicurezza al fine di garantire che gli standard internazionali di sicurezza siano effettivamente applicati. La Commissione è pronta a offrire un sostegno attivo a tali riforme, intervenendo in cooperazione con l’ICAO, gli Stati membri dell’Unione europea e l’Agenzia europea per la sicurezza aerea.
Tutte le compagnie aeree della Repubblica democratica del Congo di recente costituzione sono state inserite nell’elenco perché tutti i vettori di questo Stato sono soggetti a restrizioni operative a causa dell’inadeguatezza delle loro autorità competenti nello svolgere le rispettive attività di supervisione in materia di sicurezza in questa fase.
Infine, dopo una lunga discussione, il comitato di sicurezza aerea ha invitato la Commissione a intensificare il dialogo relativo a problemi di sicurezza aerea con la Federazione russa al fine di assicurare che tutti gli aeromobili che volano nell’UE si conformino agli standard internazionali.
La Commissione mira ad una più stretta osservanza delle norme di sicurezza internazionali e, in questa prospettiva, ha chiesto all’Agenzia europea per la sicurezza aerea di effettuare una serie di missioni di assistenza tecnica per sostenere le autorità competenti di alcuni Stati, allo scopo di migliorare gli aspetti relativi alla sicurezza e affrontare le criticità riscontrate a questo riguardo.
L’elenco UE aggiornato comprende tutti i vettori certificati in 21 Stati, corrispondenti a 269 vettori aerei noti, le cui operazioni sono totalmente vietate nell’Unione europea: Afghanistan, Angola, Benin, Repubblica del Congo, Repubblica democratica del Congo, Gibuti, Guinea equatoriale, Gabon, (con l’eccezione di tre vettori che operano sotto determinate restrizioni e condizioni), Indonesia, (con l’eccezione di sei vettori), Kazakistan (con l’eccezione di un vettore che opera sotto determinate restrizioni e condizioni), Repubblica kirghisa, Liberia, Mauritania, Mozambico, Filippine, Sierra Leone, São Tomé e Principe, Sudan, Swaziland e Zambia.
L’elenco comprende anche tre vettori individuali: Blue Wing Airlines del Suriname, Meridian Airways del Ghana e Silverback Cargo Freighters del Ruanda.
Inoltre, l’elenco comprende dieci vettori aerei che sono autorizzati ad operare nell’UE con rigide restrizioni e soggetti a determinate condizioni: Air Astana del Kazakistan, come indicato in precedenza; Air Koryo della Repubblica democratica popolare di Corea; Airlift International del Ghana; Air Service Comores, Afrijet, Gabon Airlines e SN2AG del Gabon; Iran Air; TAAG Angola Airlines; E Air Madagascar certificato in Madascar. 22 aprile 2011
La gestione della flotta Canadair è all'ordine del giorno. Va sbloccata. Dipartimento della Protezione Civile ed i rappresentanti dei 300 piloti e tecnici premono per una svolta. Una decisione. La questione viene posta anche da queste due interrogazioni:
Interrogazione a risposta orale 3-01331 - presentata da ETTORE ROSATO mercoledì 17 novembre 2010, seduta n.396
ROSATO, LOVELLI e PEDOTO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri
- Per sapere - premesso che:
con comunicato stampa pubblicato il 29 ottobre 2010 sul sito del Dipartimento della Protezione civile www.protezionecivile.it si fa sapere che: «A seguito della comunicazione con cui la società Sorem, che gestisce la flotta dei Canadair della Protezione civile nazionale, dichiara di non essere più in grado di garantire il rispetto delle norme contrattuali che prevedono il quotidiano schieramento di un determinato numero di mezzi aerei a seconda delle situazioni e della pericolosità collegata al rischio incendi boschivi, sarà risolto il contratto che lega il Dipartimento della Protezione civile alla stessa società Sorem. L'attività amministrativa in corso non pregiudica comunque la copertura dell'intero territorio nazionale da adeguate risorse aeree dello Stato specifiche per la lotta agli incendi boschivi. Viene inoltre assicurato dal Dipartimento della Protezione civile tutto l'impegno per fornire le tutele necessarie al personale di volo e a quello tecnico addetto alla manutenzione della Sorem e della San, che il Dipartimento ringrazia per il senso di responsabilità che anche in questi frangenti sta dimostrando»;
secondo notizie riportate dalla stampa (Il Sole24 Ore del 16 novembre 2010), il consigliere giuridico della Protezione civile Giacomo Aiello avrebbe dichiarato che si tratta di «una revoca necessaria, come peraltro prevedeva lo stesso contratto, perché la società ci ha comunicato di non essere più in grado di assicurare il servizio e di continuare con la gestione dei mezzi» a causa della «scoperta di un importante buco di bilancio»;
il proprietario della Sorem, Giuseppe Spadaccini, è in stato di arresto da circa un mese con l'accusa di avere evaso il fisco per una somma di circa 90 milioni di euro;
il personale della Sorem, 90 dipendenti di cui 70 con contratto a tempo indeterminato e i rimanenti con contratti stagionali, non percepiscono lo stipendio da circa due mesi e mezzo;
nonostante la grave situazione, come dichiarato in una nota UGL Trasporti e Ipa (Italian Pilots Association), «dimostrando un alto senso di responsabilità, piloti e tecnici hanno fino a questo momento garantito la disponibilità ad effettuare le operazioni antincendio. Tuttavia, anche se i piloti appartenenti alle due sigle confermano la disponibilità ad andare in volo, le operazioni antincendio non possono essere effettuate per l'assenza del presupposto di aeronavigabilità e del titolo sull'operatore. Alla data odierna, dal Dipartimento della Protezione Civile sono pervenute solo vaghe promesse, mentre permane l'assenza di un impegno che offra concretamente garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali del personale Sorem e San»; la conseguenza di questa situazione è che i 19 canadair, la cui proprietà è della Protezione Civile e che rappresentano l'ossatura del servizio antincendio dello Stato italiano, sono in questo momento fermi all'aeroporto di Ciampino e nel caso in cui fosse necessario un loro intervento non potrebbero volare -:
quali urgenti iniziative intenda assumere per assicurare la piena funzionalità e operatività del servizio aereo antincendio;
se non ritenga opportuno affidare, salvaguardando le professionalità esistenti, la gestione del servizio aereo antincendio ad un unico soggetto statale, ovvero al Ministero dell'interno e, in particolare, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, unica struttura, a parere degli interroganti, in grado di garantire gli interventi operativi e il coordinamento necessario con gli altri soggetti istituzionali coinvolti, sia nella fase di avvistamento che di spegnimento, essendo i «professionisti» indiscussi dell'antincendio. (3-01331)
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 17/11/2010
Atto Camera
Interpellanza 2-00891 presentata da PIERFELICE ZAZZERA
mercoledì 17 novembre 2010, seduta n.396
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
l'imprenditore abruzzese Giuseppe Spadaccini, affidatario dell'appalto per la gestione della flotta dei Canadair della Protezione civile, è stato arrestato il 21 ottobre 2010, dalla Guardia di Finanza di Pescara per evasione fiscale internazionale da oltre 90 milioni di euro;
secondo i finanzieri, Spadaccini avrebbe costituito all'estero, ed in particolare a Madeira, in Portogallo, fittizie compagini societarie, e attraverso un complesso meccanismo amministrativo e finanziario, avrebbe fatturato oltre 30 milioni di euro per operazioni inesistenti;
Spadaccini, dunque, secondo la procura di Pescara, sarebbe al vertice dell'associazione a delinquere basata sul metodo della «estero vestizione» delle società evadendo così le tasse italiane e creando ingenti fondi neri;
dell'impero societario di Spadaccini fa parte la società Italia Airlines, che vedrebbe tra i propri soci il deputato Sabatino Aracu del PDL. L'operazione di compravendita delle quote sarebbe avvenuta attraverso la Bytols Sa di Madeira;
da un memoriale pubblicato su «L'Espresso» si parla «di versamenti di Aracu a Cicchitto e di somme per sostenere la candidatura di Filippo Piccone intorno all'ordine di 500 mila euro. Nel memoriale si parla degli appartamenti comprati nel residence Smeralda Village di Porto Rotondo, lo stesso dove aveva decine di appartamenti Spadaccini, sequestrati contestualmente agli arresti, la signora Maria Maurizio, ex moglie di Aracu, riferì alla procura di regali di Angelini, i famosi Rolex comprati alla gioielleria Cazzaniga di Pescara, per una serie di personaggi politici dell'epoca e le loro consorti tra i quali spiccano la signora Domenici (moglie di Vito, assessore regionale) e la signora Paolini (moglie di Enrico allora vice presidente della Regione con Del Turco)» (PrimaDaNoi.it del 25 ottobre 2010);
l'ex vice presidente Enrico Paolini, già amministratore unico di Air Columbia, anch'essa facente parte dell'impero societario di Spadaccini, è entrato nei consigli di amministrazione della Sorem e della San, società che hanno subito il provvedimento di sequestro da parte della procura di Pescara; per la Guardia di finanza, che indaga sin dal 2007 sul caso, la «vera cassaforte del gruppo Spadaccini» è la Sorem, società che da 11 ami si occupa della gestione operativa e logistica dei Canadair della protezione civile, per il soccorso aereo in caso di incendi boschivi;
la Sorem si aggiudicò infatti il bando indetto il 30 luglio 1997 dalla Protezione Civile per la gestione della flotta Canadair, nonostante la Commissione di esperti incaricata di valutare l'idoneità delle ditte partecipanti, avesse giudicato la domanda della Sorem carente nella parte relativa alla documentazione atta ad accertare la competenza tecnica e la capacità economica-finanziaria; in seguito, anche la Corte dei conti, nel 2002 accertò l'assenza dei requisiti della Sorem per la partecipazione alla gara, e chiese ai dirigenti della Protezione civile di risarcire il danno causato alle casse dello Stato, circa 21 miliardi di lire, spesi per supplire alle carenze della Sorem nella fase iniziale del contratto (Corriere della Sera del 12 agosto 2003);
la stessa Sorem avrebbe inoltre dichiarato nel 1995 zero dipendenti, e una produzione annua di 220 milioni di lire, ovvero cinquanta volte inferiore al prezzo annuo del servizio che ha inspiegabilmente preso in gestione;
nel dicembre '97, mediante trattativa privata, il dipartimento di protezione Civile aggiudicò comunque il servizio alla Sorem, sebbene la società avesse presentato addirittura l'offerta a bando già scaduto;
quindi nel '98 sei Canadair furono consegnati alla Sorem, che ne affidò la manutenzione in subappalto alla Leat srl, società priva del certificato di idoneità tecnica rilasciato dal Registro aeronautico italiano;
risulta che la Sorem non sia mai riuscita a garantire né la manutenzione dei Canadair né il servizio richiesto. «Per mesi i Canadair della Protezione Civile rimasero a terra, anche perché la Sorem al momento dell'aggiudicazione non aveva piloti, né esperienza, né strutture per la manutenzione degli aerei» (Corriere della Sera del 12 agosto 2003);
per questo consta all'interrogante che sarebbero stati utilizzati personale e mezzi esterni alla Sorem, come aerei dell'Aeronautica militare, elicotteri dell'esercito e piloti dell'Alitalia;
ciononostante, l'appalto per lo spegnimento degli incendi, per gli anni 2005-2014, è stato nuovamente affidato tramite trattativa privata alla Sorem dell'imprenditore Giuseppe Spadaccini, per 40 milioni all'anno. La Protezione civile continua ad acquistare i Canadair, il cui costo è esorbitante, e ad affidarli alla Sorem, società di fatto inadeguata allo svolgimento del servizio;
la Protezione civile non ha peraltro tenuto conto delle offerte della ditta Avianord dalla lista delle società partecipanti al bando, nonostante l'offerta più vantaggiosa sul piano economico. In particolare l'Avianord aveva proposto l'uso degli aerei Domader, che possono trasportare sino a 2300 litri di liquido, possono volare in ricognizione con l'acqua e decollare anche su piccole piste; invece la Protezione civile avrebbe speso oltre 700 miliardi di lire per acquistare i Canadair, poi gestiti da una ditta priva dei requisiti e con cui il 29 ottobre 2010 a seguito dell'inchiesta è stato risolto il contratto;
ad oggi dunque la Sorem di Spadaccini è sotto inchiesta e il suo vertice è agli arresti. La Procura starebbe indagando anche sulla possibilità che fondi neri sarebbero stati utilizzati per finanziare politici; la Protezione civile deve affrontare però un'emergenza, ovvero, avendo affidato la gestione alla Sorem e avendo oggi risolto il contratto, di fatto si trova nelle condizioni di avere i Canadair fermi a terra perché mancherebbe personale e manutenzione;
conseguentemente non ci sono piloti né tecnici che possano gestire i Canadair della Protezione civile; allo scrivente risulta inoltre che i dipendenti della Sorem sarebbero a rischio licenziamento e da mesi non riceverebbero lo stipendio -:
alla luce di quanto riportato, come la Protezione civile intenda affrontare l'eventuale emergenza di incendi boschivi sul territorio nazionale e garantire la sicurezza, avendo affidato la gestione del servizio antincendio ad una società inadeguata sin dal 1998 e con cui è stato risolto il contratto il 29 ottobre 2010;
se il Ministro intenda chiarire anche sulla base degli atti depositati su quali basi la Protezione civile abbia potuto rinnovare l'affidamento alla Sorem per gli anni 2005-2014, nonostante gli scarsi servizi sino ad oggi forniti, anche verificando la regolarità della procedura del concorso relativo e dei requisiti della società vincitrice;
cosa il Ministro intenda fare al fine di evitare che i dipendenti della Sorem, che attualmente si troverebbero senza stipendio, restino anche senza lavoro;
se la Protezione civile sia a conoscenza dell'esistenza dei Domader, aerei molto più economici rispetto ai Canadair;
se la Protezione civile abbia effettivamente risarcito il danno causato all'erario, così come accertato dalla Corte dei conti nel 2002.
(2-00891) - «Zazzera, Di Pietro, Donadi, Barbato, Di Stanislao». 26 novembre 2010
Gli operatori aerei devono porre dei limiti temporali all'impiego dei velivoli commerciali.
Sono limiti in ore di volo e/o cicli di utilizzo degli aeromobili e, in un documento di 178 pagine della FAA, sono rivelate e segnalate specifici target operativi.
L'iniziativa è conseguente alle evidenze ormai storica del "widespread fatigue damage" manifestatesi ancora nel 1988, quando un Boeing 737 della Aloha Airlines ha subito il distacco di una sezione (18-foot-long section) nella parte superiore della fusoliera, mentre era in volo a 24.000 piedi di altezza.
Da allora, in tanti anni, attraverso mirate ispezioni, sono state scoperte lesioni per fatica sui materiali - widespread fatigue damage - su undici aerolinee.
Su aeromobili Boeing 727, 737 e 767.
Ma anche su Boeing 747 e Airbus A300. Nel corso di questo periodo la FAA ha emanato circa un centinaio di direttive (airworthiness directives addressing the issue) per fronteggiare una rilevante problematica. Che incide direttamente sulla sicurezza del volo e sulla regolarità delle operazioni di volo.
Difficoltà specifiche sono emerse e persistono comunque relativamente alla scoperta di queste lesioni - are initially so small that they cannot be reliably detected with existing inspection methods - , lo sostiene la stessa FAA.
"Widespread fatigue damage is especially hazardous because these small, undetectable cracks in metallic structure can "link up" and grow very rapidly to bring about catastrophic failure of the structure. Although operators perform routine structural inspections to detect fatigue damage, fatigue cracks related to WFD grow so rapidly that operators cannot inspect susceptible structures often enough to detect the cracks before they cause structural failure".
Le misure emanate da FAA sollecitano le aziende costruttrici degli aeromobili a fissare "limit of validity" indispensabili a cadenzare le verifiche alla "structural fatigue" su ogni specifico aeromobile.
La FAA ha previsto, per i costruttori, un periodo di 18 - 60 mesi di tempo per ottemperare a tali norme, in relazione alla tipologia di aeromobile. Per le aerolinee il periodo di messa in sicurezza e manutenzione dei velivoli dovrà essere espletata in un periodo di 30 - 72 mesi.
Il regolamento FAA dovrà essere applicata su aeromobili con un peso al decollo superiore a 75,000 pounds e per la produzione futura di aeromobili.
Saranno interessati 4.198 immatricolati negli USA, attualmente in servizio attivo.
Anche la europea EASA (European Aviation Safety Agency) starebbe elaborando la stesura di una direttiva equivalente: riguarderebbe le flotte aeree operate dalle aerolinee del vecchio continente. 17 novembre 2010
Prosegue la disputa sull'installazione della rete wind shear sullo scalo di Palermo Punta Raisi.
Da un lato ENAC ed ENAV con un comunicato stampa dello scorso 26 ottobre manifestano la necessità di "avviare immediatamente la sperimentazione in materia di rilevazione e mitigazione del fenomeno del wind shear per l’Aeroporto di Palermo – Punta Raisi. Enac ed Enav hanno preso atto dell’ultimo parere espresso dall’ARPA Sicilia in tema di impatto sulla salute pubblica rilevando una sostanziale contraddittorietà rispetto al precedente parere espresso sul tema dalla stessa ARPA e rispetto ai dati in possesso dell’Amministrazione".
Anche L’Istituto superiore della sanità si sarebbe espresso con un parere positivo..
La localizzazione dell’antenna radar del diametro di 30 metri sull'Isola delle Femmine, secondo l'Istituto, non danneggerebbe la salute dei residenti.
Questi ultimi non sono d'accordo e il braccio di ferro continua.
Ma quali potrebbero essere gli aeroporti italiani soggetti ai temibili cambi repentini di venti collegati al wind shear? Uno degli aeroporti afflitti, com'è ben noto è Genova Sestri (rete disattivata) ma una lunga serie sarebbe comunque, anche se non sistematicamente interessata. Sarebbero i seguenti: Albenga, Milano Malpensa, Roma Fiumicino, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Catania, Palermo, Pantelleria, Olbia, Alghero e Ronchi dei Legionari.
In realtà sarebbero interessate tutte le piste del Bel Paese.
La stessa semplice presenza di un temporale locale potrebbe, infatti, innescare violenti fenomeni wind shear.
Che fare quindi?
Tra i fattori ambientali il wind shear ha una rilevanza evidente.
La sua genesi ed il fenomeno caratteristico sono note ma quali sono gli strumenti validi per fronteggiarlo. Uno di questi, installato a bordo, è uno strumento di rilevazione del wind shear come il WAGS (Wind shear Alert Guidance System).
Un apparato che identifica la situazione wind shear in atto (tail w/s e head w/s) e segnala all'equipaggio delle indicazioni sull’assetto e spinta del motore da adottare. Una indicazione da incrociare/valutare con una analisi complessiva del contesto operativo, rapportato anche:
- alle segnalazioni degli altri aeromobili;
- agli avvisi emessi dalle stazioni meteo;
- ad un’analisi preventiva della situazione ambientale.
Ma la complessità del fenomeno wind shear esige sicuramente un approccio tecnico (rete di wind shear e indicatori on board Wags) e soprattutto organizzativo e culturale.
In sostanza alla consapevolezza del pilota sul fenomeno e sui rischi associati al wind shear, è indispensabile che l'organizzazione operativa procedurale del vettore aereo e degli organi di controllo e vigilanza assicurino allo stesso pilota effettivi strumenti (meteo) per l'identificazione delle micidiali raffiche repentine.
L'installazione di una rete wind shear e la sua sperimentazione, probabilmente, non risolve e risolverà questa insidiosa problematica. Assume sicuramente un rilievo decisivo, invece, la possibilità di evitare il rischio, magari dirottando su uno scalo aereo alternato.
Anche quando questo potrebbe comportare un ritardo dei volo, la protesta dei passeggeri e, magari, una qualche contrarietà/disappunto da parte del management della compagnia aerea. 16 novmbre 2010
Dopo che lo scorso luglio era stato emanato il Decreto del Presidente della Repubblica 9 luglio 2010 n. 133, ovvero il nuovo regolamento di attuazione della legge 25 marzo 1985, n. 106, concernente la disciplina del volo da diporto o sportivo, l'Aeroclub d'Italia sta organizzando incontri per illustrare la nuova normativa che entrerà in vigore il 17 novembre 2010.
Dopo la presentazione di Piacenza, l’Aero Club d’Italia ha organizzato un secondo convegno, avvenuto il 23 ottobre a Roma, al salone d’onore del Coni, al Foro Italico.
Hanno partecipato il presidente, sen. Giuseppe Leoni, del direttore generale, gen. Fabio Del Meglio, e dell’avv. Luca Biagi (vedi documento AeCI).
Il tema concerne le sostanziali modifiche al Regolamento Sportivo Nazionale, riguarda tutte le associazioni coinvolte, per precludere comportamenti poco professionali.
Aerohabitat ha da tempo denunciato la criticità in cui versa l'attività di aviazione generale VDS ULM, più intesa nel corso dei weekend . Dopo le news identificate come "weekend di paura" e le annotazioni nei "briefing" che hanno riaffermata la criticità del settore ultraleggeri con gli “effetti collaterali” dell’attività su piccoli aeroporti, sulle aviosuperfici.
Anche i rilievi ANSV sulla attività della stessa flottiglia aerea vanno sottolineati.
Dopo l’emanazione di 4 Raccomandazioni di Sicurezza con l’AeroClub Italia è intervenuta.
Con la Circolare n° 20 dell'Aero Club d'Italia aveva emanato un comunicato, eccone uno stralcio:
L’Ansv (Agenzia nazionale sicurezza volo), nell’ambito delle proprie attività, ha emanato specifiche raccomandazioni tese a migliorare la sicurezza del volo. In particolare, per quanto d’interesse dell’Aero Club d’Italia:
• ha rilevato che “Di frequente i piloti operanti secondo le regole del volo a vista (Vfr) non conoscono
con precisione le suddette regole in relazione alle diverse classi di spazi aerei esistenti”;
• suggerisce “Di sensibilizzare le strutture addestrative autorizzate all’organizzazione di corsi per il conseguimento delle licenze di pilota privato e di pilota di aliante in ordine alla necessità che gli allievi acquisiscano la piena familiarità con le regole del volo a vista (Vfr) in relazione alle diverse classi di spazi aerei esistenti. Di sensibilizzare altresì, attraverso gli strumenti ritenuti più idonei, i piloti operanti secondo le regole del volo a vista sulla necessità di rispettare puntualmente tali regole, anche al fine di consentire l’espletamento di un miglior servizio da parte dei competenti enti di controllo del traffico aereo”.
2. Per quanto sopra, si invitano i presidenti degli Aero Club interessati ed i direttori delle scuole di volo per il conseguimento del Ppl a voler seguire con particolare attenzione la preparazione degli allievi per quanto riguarda le regole del volo a vista (Vfr), nonché a voler sensibilizzare tutti i piloti del proprio Ente al puntuale rispetto delle regole Vfr in vigore. Si ritiene opportuno, infine, di sensibilizzare anche tutti i piloti Vds (da diporto o sportivo) sul preciso rispetto delle disposizioni che regolano la circolazione degli apparecchi per il volo da diporto o sportivo e delle limitazioni riguardanti l’altezza di volo e gli spazi aerei.
Dopo un lungo periodo, quindi, gli alert di Aerohabitat come gli interventi di ENAC, ANSV e AeCI sembrerebbero aver ottenuto un primo risultato.
Quanto tempo occorrerà per "acculturare" le migliaia di possessori degli attestati al volo. 28 ottobre 2010
Lo scenario del trasporto aereo nazionale ed internazionale evidenzia da oltre un ventennio tra deregulation (USA), liberalizzazione europea, avvento delle low cost, una accesa concorrenza tra vettori aerei.
Una competizione talvolta anche estrema, talora anche corsara, ha portato (sta portando) ad una estesa ristrutturazione dei costi operativi.
Dai costi del personale e dei tempi di lavoro (di volo) per gli equipaggi di volo. Di cabina passeggeri e di condotta del velivolo.
L'avvento dell'automazione nel pilotaggio dei velivoli e l'aumento delle ore di volo procapite ha inciso anche sulla tipologia e formazione ab initio del personale pilota.
La proliferazione delle aerolinee ha comportato una vasta circolazione dei piloti. Alle generazioni che via via si pensionavano o che ritenevano conclusa l'attività di volo presso le ex compagnie convenzionali e di bandiera sono subentrate nuove leve professionali. Il bagaglio e le competenze professionali dei giovani piloti sono il risultato di rinnovate tecniche formative, che ha portato alla cessazione delle tradizionali scuole di volo delle compagnie di bandiera.
Se i comandanti provengono spesso dall'universo militare (aeronautica, marina, esercito), dalle aerolinee che ridisegnano network e flotte e/o che rinunciano al personale anziano per contenere i costi i copiloti sono spesso nella prima fase della loro formazione "in linea" dopo aver acquisito l'abilitazione sulla macchina.
Ma qual'é il bagaglio "professionale" minimale per diventare copilota di volo regolare di linea, charter o low cost? Ebbene questa sembrerebbe essere diventata una sorta di frontiera a garanzia della "safety" dei voli.
Con quale esperienza professionale un "copilota" può gestire in sicurezza un aeromobile regional e un wide body? Quale manualità è in grado di assicurare qualora gli automatismi di bordo debbano essere "staccati" e il volo debba essere condotto a mano?
In un'epoca nella quale il training on job è diventato un criterio addestrativo in linea con la riduzione dei costi operativi e del personale e quando i simulatori di volo sono la pratica della formazione del pilota e dei passaggi macchina, qual'é il bagaglio minimo?
Negli USA la FAA sta valutando una proposta che identifica in 500 il numero minimo di ore di volo per acquisire l'abilitazione per un jet di linea. Oltre il doppio dell'odierno numero minimo che è di sole 190 ore, ma assai distante dalle 1500 ore proposte dalle nuove norme in discussione al Congresso di Washington.
Qual'é quindi l'esperienza minima? Qual'é il livello minimo di ore di volo previsto in Italia da ENAC?
In Australia in Senato, dopo una sequenza di incidenti nei quali sono stati evidenziati la precarietà operativa associata alle competenze dei piloti, è stata insediata una commissione d'inchiesta.
Il target investigativo degli esperti australiani prevede anche uno screnning sulle modalità e tipologie di assunzione del personale, sul sistema retributivo, l'esperienza reale dei singoli piloti, type rating e ogni altro risvolto che potrebbe generare ricadute dirette ed indirette sui livelli della sicurezza del volo (safety). 14 ottobre 2010
Lo scorso 15 giugno è stata data notizia che il volo Alitalia 615 decollato da Boston con destinazione Roma è rientrato in emergenza subito dopo la partenza. Il volo Alitalia Airbus A330-200, immatricolato EI-DIP con 244 passeggeri e 14 membri di equipaggio, dopo il decollo dalla pista 15R, ha, infatti, dichiarato "may day" (emergenza) segnalando la piantata (failure) del motore di sinistra (un propulsore CF6). Dopo aver livellato a 2000 piedi di quota, avrebbe - sostengono alcuni media USA - spento (shutdown) lo stesso motore rientrando all'atterraggio sulla stessa pista 15 destra dopo circa 20 minuti.
Dopo aver bloccato l'aeromobile all'intersezione tra le piste 15R/09 e l'intervento dei vigili del fuoco, che avrebbero spento il motore dal quale fuoriusciva ancora del fumo, i passeggeri sarebbero stati fatti sbarcare, ma solo dopo all'arrivo delle scale mobili.
Alcune testimonianze dei passeggeri avrebbero segnalato una serie di multipli "bang" in decollo e che il comandante avrebbe comunicato l'ingestione di volatili.
Testimoni oculari da terra avrebbero invece riportato l'uscita di fiamme dal motore.
Il dato oggettivo e indubitabile - che Aerohabitat rileva - riguarda come il velivolo abbia eseguito un atterraggio senza alcuna procedura di dumping, ovvero di scarico rapido di carburante per un toccata entro il peso massimo di atterraggio.
Alitalia ha riportato invece come non ci sia stato alcun incendio al motore dell'aereo e come l'assenza di incendio sia stata evidenziata dall'assenza di alcun intervento specifico di vigili del fuoco in pista.
Il propulsore avrebbe registrato un "surriscaldamento" e conseguente selezione al minimo della potenza/spinta. La procedura avrebbe generato un fumo bianco retrostante al motore.
La manovra conseguente di atterraggio non avrebbe perciò necessitato una evacuazione rapida dei passeggeri attraverso gli scivoli di bordo.
Sulla vicenda l'Ipa (Italian pilots association) ha manifestato "viva soddisfazione per la positiva risoluzione della seria avaria al motore dell' A330 Alitalia che ha comportato il rientro in emergenza del velivolo presso l'aeroporto di Boston".
"L'indiscussa professionalità dei piloti e di tutto l'equipaggio ha garantito la tutela e la salvaguardia di tutti i passeggeri a bordo è però importante sottolineare che l'evento segue solo di pochi giorni un evento di analoga gravità, lo spegnimento di un motore in volo, sul medesimo velivolo in partenza da Newark con destinazione Roma".
Sulla stessa vicenda, tra gli interrogativi intorno alla causa dell'avaria del motore e sulla reale successione degli eventi che hanno accompagnato il rientro del velivolo e lo sbarco dei passeggeri, un ultima notizia - di domenica 20 giugno - riporta la possibile sospensione dell'autorizzazione ETOPS per i bimotori Airbus A330 di Alitalia.
La conferma dello stop per i collegamenti "oceanici" ETOPS (Extended-range Twin-engine Opertional Performance Standard Extended) impedirebbe l'ottimizzazione delle rotte dei voli transoceanici della flotta Airbus 330 Alitalia. Con possibile cancellazione dei voli Airbus 330 - 200 Alitalia sulle rotte di lungo raggio. 21 giugno 2010
Lo scorso 9 giugno ANSV ha divulgato on line il Rapporto informativo sull'attività svolta dall'Agenzia - anno 2009.
Con questa nota Aerohabitat ritiene indispensabile enfatizzare, ancora una volta, la questione, ovvero le criticità associate all'aviazione turistico sportiva, ovvero su due numeri: 42.453 e 10.125.
"L'aviazione turistico-sportiva - ritiene ANSV a pagina 36 come - continui a caratterizzarsi per una elevata criticità sotto il profilo della sicurezza del volo".
Stavolta, tuttavia, appare essenziale inquadrare non tanto il livello della safety spesso affrontato e sempre rilevante, è utile innanzi tutto riferirsi al ruolo svolto da ANSV per il volo da diporto o sportivo (VDS).
Il decreto legislativo 66/1999 assegna, infatti, all'ANSV solo di "monitorare gli incidenti occorsi al VDS", ovvero ai deltaplani, ultraleggeri, parapendio, ecc.
L'ANSV non svolge alcuna inchiesta di incidente - riporta il decreto - non rientra tra le sue competenze.
Anche la sola segnalazione degli eventuali incidente di un VDS non è imposta per legge e/o decreto. Il quadro completo, statistico, degli incidenti italiani VDS non è pertanto esaustivo.
Il quadro dell'incidentalità VDS fornito da ANSV è quindi del tutto indicativo.
Anche i dati incidentali trasmessi dalla FIVU (Federazione Italiana Volo Ultraleggero) e dalla FIVL (Federazione Italiana Volo Libero) non rispecchierebbero la realtà degli eventi incidentali occorsi.
Anche i dati raccolti da FIVU e FIVL, sostiene ancora ANSV nel Rapporto Informativo 2009, "non sono completi". Cosa dire? Cosa fare?
Qualcuno dovrebbe porsi una qualche soluzione, da un lato per interpretare la corretta ed effettiva criticità ed alerta di questa tipologia di voli e porvi rimedio, dall'altro per contrassegnare gli effetti collaterali derivati dalla passione al volo che anima i 42.453 attestati di pilotaggio ed 10.125 mezzi immatricolati - secondo AeroClub Italia - al 31 dicembre 2009. 16 giugno 2010
Lo scorso 18 maggio la rete televisiva CBS USA ha ufficialmente cancellato la serie "Cold Case", dopo ben sette anni di successi di pubblico e critica. La serie televisiva dei "delitti irrisolti" ha trattato le vicende di una divisione di polizia di Filadelfia impegnata nella ricerca, nelle investigazione e indagini utili a svelare "casi irrisolti".
Cold case, letteralmente dal termine USA "casi freddi" .
Aerohabitat, traendo spunto dalla fortunata trasmissione televisiva propone ora, on line, una rubrica specializzata denominata per l'appunto "Cold Case" degli incidenti aerei italiani.
Inizialmente presenterà una prima lista degli incidenti aerei sui quali permangono dubbi, interrogativi e sospetti. In seguito saranno proposti approfondimenti e approcci diversificati - specialmente sui determinati incidenti - alle inchieste condotte e/o alle relazioni d'indagine conclusive ufficiali. La materia è vasta. In aggiunta ai "misteri" che hanno costellato i maggiori incidenti aerei del dopoguerra (Ustica, Palermo '72 e '78), saranno svolte considerazioni parallele sulla massa di incidenti che hanno riguardato e concernono la flotta degli ultraleggeri (e l'aviazione generale in genere).
Una particolare analisi. infine, riguarderà la vastità e problematicità incidentale associata all'universo degli elicotteri.
Quali sono le dinamiche prevalenti degli incidenti degli elicotteri. Quali sono le cause prevalenti degli incidenti nell'ala rotante? Esistono parametri comuni?
Possibile che non siano ancora disponibili elenchi storici degli incidenti elicotteri?
Casistiche e statistiche che permettano di verificare il peso del human factor, quello dell'inadeguatezza progettuale dell'elicottero (cedimento strutturale) come si combinano all'eventuale "anomalia - avaria - del propulsore?
E qual è il peso assegnato dalle inchieste giudiziarie e tecniche sugli elicotteri alla complacency operativa di una attività aereo di soccorso, spesso in zone "estreme" e magari anche in condizioni atmosferiche al limite? Sono aspetti che le consulenze tecniche riescono ad adeguare e circostanziare agli studi legali ed all'accusa?
Quale peso esercitano nella contesa investigativa, sia quella giudiziaria quanto di quella tecnica, le società di assicurazione che spesso sono chiamate a "risarcire i danni"?
Le responsabilità dei vettori, quella degli esercenti più vari del sistema aviation, quella dei costruttori degli aeromobili e degli elicotteri, così come quelli delle società che producono i motori/propulsori potrebbero incidere sull'esito del dibattito investigativo?
La scommessa e la sfida che Aerohabitat pone é che taluni di questi “casi freddi”, piccoli e grandi incidenti, alcuni lasciati nel dimenticatoio, altri nei quali sentenze giudiziarie e Final Report o Relazioni conclusive tecniche, che avrebbero da tempo risolto il confronto tra consulenze incrociate e di parte, confronti tra studi legali, possano in sostanza permettere e trovare nuovi spunti investigativi e favorendo uno spazio ed una nuova vetrina di confronto.
Un altro capitolo rimanda invece alla investigazioni tecniche ed alle inchieste giudiziarie ancora aperte. Perciò incidenti aerei che non sarebbero ancora classificabili nella lista dei "Cold Case" o casi irrisolti.
Tra di questi, ad esempio, i ritardi nella conclusione dell'inchiesta associati all'incidente dell'impatto volatili del Learjet del 1 giugno 2003 a Linate o al Cessna 650 esploso dopo il decollo da Ciampino nel febbraio 2009, rappresentano due vicende in attesa di essere analizzate nei "Cold Case" per una ragione scontata. Perché questo ritardo? Cosa c'è dietro?
Quante e quali sono, inoltre, le investigazioni tecniche ANSV ancora da completare?
Ecco, l'intento di Aerohabitat è quello di sottoporre ad un'altro sguardo, aprire una nuova luce, consentire un ulteriore tentativo, magari l'ultimo, nella convinzione di poter scrivere un "Closed" sul caso riaperto. 03 giugno 2010
L'agenda dei media italiani generalisti (ma spesso anche degli altri) è davvero bizzarra.
Il caso del brevetto falso del comandante Thomas Salme, pilota svedese che aveva volato anche per Air One è tornata con prepotenza in prima pagina, dopo oltre un mese e mezzo dall'accertamento dei fatti.
Aerohabitat ne aveva parlato e la nota informativa, nei dettagli, è ancora nell'homepage di www.aerohabitat.eu con richiami interni. Ma solo ora la vicenda del pilota svedese residente nell'hinterland milanese è diventato cronaca. Solo dopo che lo stesso Thomas Salme ha rilasciato una intervista sul settimanale tedesco Focus.
Possibile che alcune tematiche, sicuramente specialistiche ed investigative come quelle aviation, trovino spazio ed un ampio commento solo a seguito di eventi occasionali e prevalentemente di matrice gossiparia? Possibile che eventi incidentali aeronautici, minori e maggiori (quelli riguardanti ultraleggeri ed anche le catastrofi aeree) o gli approfondimenti sulla security e safety e sui piani di rischio aeroportuali debbano essere ripresi dai media generalisti solo in circostanze tragiche (ma prevalentemente focalizzando emozioni e commozioni individuali) e/o di cronaca rosa o semiseria?
Le vicende investigative e di cronaca correlate alla tragedia di Trigoria del febbraio 2009 (esplosione in volo del Cessna 650), gli interrogativi sull'incidente di Linate 2001, la politica italiana sui voli UAV/UAS, i ritardi del piano nazionale aeroporti, le operazioni di volo con allerta volatili in prossimità di numerose piste di volo, tra le altre, quando troveranno uno spazio adeguato alle criticità evidenziate da Aerohabitat e da altri validi esperti e commentatori?
Aerohabitat, nella convinzione che anche in Italia possa affermarsi una informazione corretta e puntuale sul settore aviation, ripropone quanto già descritto sul caso Thomas Salme.
Thomas Salme come Frank W. Abbagnale. Esistono altri casi? In passato non si era forse parlato di brevetti falsi anche in Italia? Non è avvenuto circa venti anni addietro?
"Catch me if you can", in italiano tradotto in "Prova a prendermi" è il titolo del film USA - 2002 di Steven Spielberg con Leonardo di Caprio come protagonista.
Frank W. Abagnale è un uomo dalle mille identità aveva trovato il modo di passare per un pilota di linea senza possedere alcuna certificazione specifica. Realtà e fiction si rincorrono al punto che il 41enne bloccato all'aeroporto di Amsterdam mentre si imbarcava per pilotare un Boeing 737, destinazione Ankara e 101 passeggeri a bordo, aveva una esperienza di ben 13 anni di voli di linea. Il falso pilota è di origine svedese benché domiciliato a Milano e volava per una low cost, la Corendon Airlines. In passato sarebbe stato titolare di una licenza per aerei di aviazione generale.
Al suo attivo avrebbe ben 10mila ore di volo per aerolinee con COA in Belgio, Gran Bretagna e Italia. Leonardo di Caprio nel film "prova a prendermi" non era stato capace di tanto.
In Italia, come ricorda il Com.te Renzo Dentesano nell'articolo "Conferenza ICAO sulla sicurezza del volo e altro" del 19 marzo 2010 - on line su www.aerohabitat.eu e www.aerohabitat.org - avrebbe volato per Air One:
"Thomas Salme", l'uomo è stato fermato dalla Polizia olandese dopo una segnalazione delle Autorità svedesi. Al suo attivo aveva più di 10.000 ore di volo ed aveva pilotato aerei anche per l’italiana AirOne, poi fusasi con Alitalia [e quindi sotto sorveglianza tecnico-disciplinare dell’ENAC – ndr]. Ora lavorava per i turchi della Corendon Airlines. Comprensibile l’imbarazzo dei vertici della Compagnia turca che si sono limitati a spiegare che il pilota era con loro da due anni e che “è stato abile ad ingannare la Società, producendo documenti falsi”. Il pilota “senza patente”, stando ai media olandesi, tra l’altro si mostrava sempre sicuro di sé. Ad amici e “colleghi” raccontava le sue imprese da playboy (ho una ragazza in ogni città) ed amava descriversi su internet come un “fotografo volante”. “Vivo a Milano, ma il mio posto di lavoro è il mondo”, scriveva!». E tanto basti, anche se mi scuso per queste stupidaggini riportate ad abundantiam. Comunque la morale di questa storia è che con tutti i sistemi di sorveglianza e di sicurezza messi in atto dall’aviazione civile internazionale, succede che in certi Paesi, l’eccessiva burocrazia, non riesca a stanare le mele marce che vivono di queste attività truffaldine. 4 maggio 2010
Anche in Italia i piloti invecchiano tardi. Se fino al 22 febbraio potevano volare e sorvolare, aeroporti e aerovie, solo i piloti di altri Paesi, Europei ed extra, ora lo potranno fare anche i piloti con brevetti di voli e certificazioni rilasciate da ENAC. Con un comunicato stampa dello scorso 22 febbraio 21010 ENAC annuncia che:
"nella seduta odierna del Consiglio di Amministrazione dell’ENAC, è stata approvata la revisione della Regolamentazione Tecnica in materia di rilascio e rinnovo delle licenze di pilotaggio con l’armonizzazione della posizione dell’Italia alla normativa europea, in particolare con il recepimento degli emendamenti 7 alla JAR FCL 1 e 6 alla JAR FCL 2 (requisiti tecnici per il mantenimento ed il rilascio in esercizio delle licenze del personale navigante – Flight Crew Licensing) e tenuto conto anche dell’Allegato III al Regolamento Europeo n. 216 del 2008".
La nuova normativa si cala in un contesto Italiano con numerosi piloti in cassa integrazione ex Alitalia e con un'attività discontinua. Spesso derivata da sospensione, turbolenze, da criticità operativa e/o dal fallimento di alcune compagnie aeree (Airbee, Alpi Eagles, Myair, Minerva, ecc.), e probabilmente non sarà ben accolta dalle rappresentanze sindacali della categoria dei piloti. L'estensione di cinque anni riguarda l'attività di volo commerciale. Ovvero quella svolta dalle linee aeree. Perciò dei voli low cost, quelli di linea regolare, dei charter, dei cargo. Aerohabitat propone la restante parte del comunicato ENAC.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA REVISIONE DEL REGOLAMENTO PER IL RILASCIO E IL RINNOVO DELLE LICENZE DI PILOTAGGIO: ARMONIZZATA LA NORMATIVA NAZIONALE CON QUELLA DEI PAESI ICAO
La normativa europea in materia, infatti, riprende in gran parte i requisiti tecnici previsti proprio negli Emendamenti più recenti delle JAR FCL e, di conseguenza, il nuovo regolamento nazionale renderà più graduale il passaggio verso quello europeo, facilitando la fase transitoria dell’applicazione iniziale, sia per l’ENAC stesso che per i Centri di addestramento al volo. La revisione del Regolamento prevede anche, in linea con quanto stabilito dall’ICAO nel novembre del 2006, e già applicato nella quasi totalità dei 190 Paesi aderenti all’ICAO stesso, l’innalzamento a 65 anni del limite di età per i piloti impiegati da operatori nazionali che svolgono attività di trasporto aereo commerciale con aeromobili a equipaggio composto da due piloti (equipaggio plurimo).
Nelle nuove previsioni regolamentari è stabilito che uno dei due piloti a bordo dovrà comunque avere meno di 60 anni. Si evidenzia, inoltre, che il possesso dei requisiti medici del pilota che ha superato 60 anni, dovrà essere verificato con intervalli più frequenti, ogni 6 mesi anziché ogni 12 mesi, intervallo che l’Italia è già adottato da diversi anni. 24 febbraio 2010
Il raggio verde non è solo il titolo del famoso film di Eric Rohmer (Il raggio verde del 1986), ma da qualche tempo anche un fascio di luce verde - laser che viene puntato verso gli aeromobili in atterraggio su numerose piste.
L'ennesima "incidente" ha colpito un velivolo della Ryanair in atterraggio a Bari nella serata del 1 febbraio 2010 (erano le 23.28). Il volo è atterrato regolarmente ed è scattata una immediata denuncia presso la Polizia di frontiera. Episodi analoghi sono già avvenuti all’aeroporto di Bari ma anche a Napoli, Pescara, Linate, Malpensa e probabilmente su altre piste della Penisola.
Quanti sono i piloti accecati dal raggio verde? Succede anche in altri Paesi della UE. Ne da conto il Com. Dentesano con "scherzetti laser in atterraggio", un articolo del 21 gennaio 2010, on line nella sua rubrica su www.aerohabitat.eu , che proponiamo.
Questione di cultura aeronautica
Note del Com.te Renzo Dentesano
La Gran Bretagna ha adottato una legge che rende perseguibili penalmente coloro i quali, utilizzando criminalmente gli effetti abbacinanti, talvolta purtroppo permanenti, del puntamento di raggi laser contro la vista dei piloti degli aeromobili, mettendone in pericolo la vita o l’integrità fisica ovvero, ancora più genericamente, soltanto contro aeroplani in volo o a terra, ma comunque con persone a bordo.
Le statistiche dell’Autorità dell’Aviazione Civile (CAA) britannica, indicano che vi sono stati oltre 700 casi del genere all’anno.
La nuova legge, inserita nell’Articolo 222 dell’Air Navigation Order [equivalente al nostro Codice della Navigazione – Parte Aerea –, che purtroppo è difficile aggiornare al fine di poter rispondere alle esigenze della moderna aviazione], stabilisce che un individuo non debba mai «puntare qualsiasi fascio di luce ad alto potenziale [com’è il laser] o comunque irraggiare di luce qualsiasi aeromobile in volo, in modo tale da abbagliare, accecare o soltanto distrarre il pilota».
Qualsiasi trasgressore sarà prima accusato, secondo un altro articolo, del reato d’aver messo in pericolo un aeromobile ed i suoi occupanti e poi anche del reato contemplato dalla nuova legge. <personname productid="La CAA" w:st="on">La CAA</personname> è convinta che la nuova norma, che è entrata in vigore il 1° Gennaio c. a., aumenterà la percentuale delle condanne, in quanto è avvenuta in reazione all’incremento delle segnalazioni dei piloti, riguardanti l’intenzionale indirizzamento di fasci di raggi laser contro i loro aeroplani in volo in prossimità di certi grandi aeroporti.
La probabilità, in Gran Bretagna, d’esser ora colti sul fatto d’abbacinare aeroplani, sono rapidamente aumentate ed una volta individuati i trasgressori, questi vengono inevitabilmente accusati di due gravi reati penali, dato che le Autorità hanno deciso di perseguire inflessibilmente qualsiasi episodio di puntamento laser contro gli aeromobili.
Infine è stato specificato che la sorveglianza sarà particolarmente attenta in vicinanza di quegli aeroporti che lo scorso anno hanno totalizzato ben 737 rapporti obbligatori compilati da parte dei piloti. Di tal numero di eventi oltre 50 sono stati registrati nei pressi dell’aeroporto di Manchester, circa 40 ciascuno presso gli aeroporti di Glasgow, di Birmingham e di Leeds ed infine circa 30 presso London-Heathrow.
Inutile dire che una tale barbara e pericolosa moda non potesse essere più tollerata in Inghilterra ed ora, questa nuova forma di teppismo, verrà strenuamente combattuta e perseguita, così com’è avvenuto per gli hooligans negli stadi.
Da noi, fortunatamente, il criminale fenomeno pare poco diffuso, ma purtroppo non conosciamo i dati statistici di rapporti obbligatori all’ENAC riguardanti tali eventi contro aeroplani.
Ricordo solamente che qualche anno fa c’erano state diverse segnalazioni alla Polizia di Stato per episodi avvenuti nei dintorni dell’aeroporto di Ciampino, ma il pronto intervento delle Forze dell’ordine, riuscirono in breve tempo a sgominare la teppistica, insensata moda. 04 febbraio 2010
Dopo il fallito attentato sul volo Delta 253 Amsterdam-Detroit del 25 dicembre il sistema aviation è dinnanzi all'ennesimo rafforzamento delle misure di prevenzione della secucrity.
Le autorità aviation hanno immediatamente intensificato il livello di allerta.
L'Olanda, invece è andata oltre, è il primo paese a predisporre ed adottare l'utilizzo del body scanner. Per ora sui solo voli transatlantici per il nordamerica, prossimamente per tutte le destinazioni.
Queste strumentazioni erano state proposte anche in passato, ma nonostante le esigenze di sicurezza del sistema aviation, la UE nel 2008, ne aveva bocciato l'impiego per ragioni esclusivamente di "privacy" dei cittadini.
La scelta dell'innovativo sistema tecnologico, che mette a nudo i singoli passeggeri sui monitor dei controlli, pur imponendosi come un dispositivo efficace nella lotta al terrorismo, non garantirebbe, infatti, il rispetto della privacy dei passeggeri.
Con 361 voti contro, 181 a favore e 16 astenuti, la proposta del ''body scanner'' era stata bocciata nell'autunno del 2008. Ora, dopo questo attentato, accrescere la sicurezza per i viaggiatori in aereo si sta imponendo come un target inderogabile.
Immediatamente adottabile, anche in contrasto con i diritti alla privacy di chi viaggia.
La misura non sarebbe facoltativa, l'introduzione dei sofisticati strumenti che al metal detector consentono di visualizzare una persona praticamente nuda, diventerebbe obbligatoria .
Ogni qualsivoglia perplessità sull'impiego dello scanner total body, nonostante persistano le polemiche, potrebbe essere superata.
Negli USA lo scanner total body, pur tra le polemiche, è già da tempo in funzione (Salt Lake City e altri scali). Secondo l'azienda Transportation Security Administration (Tsa) lo scanner, inoltre, è non solo un sistema efficiente e sicuro, l'apparecchio, identifica non solo plastica, ceramica e metalli nascosti sul corpo, ma, in aggiunta, ha livelli di rischio minimo.
L'energia emanata sarebbe 10mila volte inferiore alle onde emesse da un telefonino. Con rischio minimo per la salute. Per tornare alla privacy, l'anonimato sarebbe anche garantito. Lo screening del soggetto sottoposto allo scanner sarebbe espletato da un addetto separato da una paratia. L'immagine del corpo nudo non può essere vista dal funzionario della sicurezza vicino al passeggero. Ad analizzare l'immagine sarebbe, infatti, l'addetto al controllo seduto dietro un pannello, incapace quindi di vedere il passeggero in carne ed ossa. 31 dicembre 2009
Analisi di ATC Batter
Non passa giorno che il termine Single Sky rimbalzi nella memoria di molti osservatori, specializzati e non. E spesso sono sollecitati dai “media” che intravedono rosee prospettive future per un trasporto aereo “funzionale” sotto ogni aspetto quali: puntualità, flessibilità utilizzo spazio aereo e strutture aeroportuali, certezza diritti degli utenti, doveri delle imprese coinvolte e, anche, sicurezza del “servizio” in genere. E l’ordine proposto non è affatto casuale.
Non è il caso di richiamare l’attenzione sulla persistente e diffusa afasia che si incontra ogni qual volta venga proposto, da soggetti qualificati, un argomento legato al trasporto aereo, alle sue normative, alle sue applicazioni, alle primarie valutazioni di “economicità” di un servizio che non può essere tale se disgiunto da una sana e corretta “cultura di sicurezza” che non è mai retorica. (vedi AirPress n° 49 del 14 dicembre 2009 “Lettere al Direttore”).
E la sicurezza non va mai subordinata. E tanto meno sottaciuta. E non può essere, di certo, elemento di contrattazione. E purtroppo quando parli di “sicurezza” sei tacciato, molto spesso e in prima battuta, di “subcultura” che boicotta l’economia. Che tradisce le aspettative dell’utente. Utente che “vuole arrivare”. Ma “deve arrivare in vita e sano”. Equipaggio compreso. Senza provocare danni a “terzi”.
Si prospettano architetture automatizzate da fantascienza in cabina di pilotaggio. Altrettanto viene prospettato per le sale di Controllo del Traffico Aereo.
Ma è bene ricordare, una volta, almeno una volta, che l’utilizzatore finale di tutte le “informazioni” è si l’aeroplano ma che la catena “informativa”, nella maggioranza dei casi, si avvale di una interruzione “necessaria e fondamentale” per passare dalla elaborazione tipica di una rappresentazione automatizzata ad una assunzione di “funzione umana” responsabile per dovere giuridico e non scevra di una coscienza professionale.
Coscienza fondante e spesso sottovalutata quando si presentano “automatismi e automazioni” in funzione della loro capacità di ridurre “tempi morti” e comprimere il traffico in sequenze sempre più strette per soddisfare riduzione di tempi e di consumi.
E, forse, nelle simulazioni a volte si esagera. Si valuta con eccessiva benevolenza la pur sempre complessa dinamicità del mezzo aereo e l’altrettanto complessa “funzione decisionale” e del Controllore del Traffico Aereo e del Pilota.
E il tutto per “sistemare” più aeroplani nello stesso spazio definito. E ogni programma innovativo nella gestione operativa del Controllo del Traffico Aereo si propone una “riduzione del carico di lavoro del controllore con un associato incremento della capacità del sistema” (Air Press n° 49 pag.1803 )….come se l’incremento della Capacità rappresentasse una valenza neutra ed insignificante sul “carico di lavoro”. E questo non è un semplice ossimoro. E’ perversa precarietà.
E la precarietà non porta mai frutti buoni. Ed è precarietà in nome e a conto di un fornitore di Servizi. E questo è, forse, il massimo della efficienza legata alla redditività del servizio fornito in esclusiva? 30 dicembre 2009
Il mancato attentato è avvenuto sul volo Northwest 253 in volo da Amsterdam a Detroit il giorno di Natale. Responsabile sarebbe del giovane passeggero nigeriano di 23 anni Umar Farouk Abdulmutallab, bloccato da passeggeri ed equipaggio mentre cercava di innescare una miscela esplosiva di polvere e liquidi. Una situazione che ripropone l'incubo di un nuovi esplosivi, indenni ai pur stringenti e sistematici controlli ancora in vigore. Uno di questi - rivelano i media - la stampa - sarebbe il tetranitrato di pentaeritrite ovvero il PETN.
Uno dei più potenti. E' una polvere solido cristallina, bianca, inodore non rilevabile dai raggi x, nè dalle varianti di metal detector solitamente installati negli aeroporti..
Il giovane arrestato sarebbe stato nella blacklist dei soggetti a rischio terrorismo.
Il tentativo di esplosione a bordo del velivolo Airbus 330 è avvenuto poco primo della fase di avvicinamento, a circa 20 minuti dall'atterraggio, ed è stato scoperto a seguito di un odore di fumo che ha fatto scattare alcuni passeggeri, prontamente intervenuti.
Tra i 278 passeggeri per qualche attimo, c'è stato il panico, subito rientrato , con l'atterraggio avvenuto regolarmente alle 11.51 locali.
Come primo provvedimento, negli USA e nel mondo sono state rafforzate le misure di security e prevenzione, sia negli aeroporti quanto a bordo degli aerei. La miscela esplosiva, infatti, potrebbe risultare una sostanza non identificabile dagli odierni sistemi di screening e security.
Anche anni addietro, esplosivi di liquidi/polvere, erano stati utilizzati per tali scopi, ma di recente non sono stati riscontrati eventi. Nei mesi scorsi le autorità di security mondiale avevano ridotto le limitazioni e le misure restrittive per l'imbarco di liquidi a bordo. 28 dicembre 2009
Fronteggiare il ghiaccio che si forma sugli aerei è ancora una battaglia in corso, da vincere. Dopo l'incidente occorso all'Airbus 330 Air France sull'Atlantico, la FAA ha emanato direttive specifiche, come, in fondo ne aveva emesse anche dopo l'incidente ATR 42 di Conca di Trezzo nel 1988, allora per la precarietà nel volo con formazioni di ghiaccio, della flotta turboelica di quel tempo.
Gli interventi sui sistemi di protezione e prevenzione del ghiaccio sulle flotte aeree commerciali e private sono state spesso oggetto delle iniziative della FAA - vedi supercooled Large Droplet (SLD) Icing - e degli organismi omologhi nazionali ed internazionali.
Sulla questione "ghiaccio" solo la FAA dal 1994 ad oggi avrebbe emanato oltre cento raccomandazioni.
Assicurare maggior sicurezza sui voli, evitando che la formazione di brina e ghiaccio delle ali, sugli stabilizzatori e sulle superfici di controllo è l'obiettivo della direttiva che dal prossimo 30 gennaio 2010 riguarderà ben 57 operatori che hanno in flotta 188 aeromobili interessati dalle modifiche.
Nei prossimi due anni con una spesa di 5.5 milioni di dollari gli operatori dovrebbero garantire maggior sicurezza.
Le nuove misure prevedono l'installazione di impianti antighiaccio e/o il miglioramento delle procedure di protezione attualmente in vigore.
Agli equipaggi dovranno essere inoltre fornite informazioni dettagliate, saranno attivate procedure e standard maggiormente efficaci, sia nella fase del decollo, quanto nelle fasi della crociera, della discesa e dell'avvicinamento.
Numerosi dei velivoli in circolazione, non adeguatamente equipaggiati di appositi impianti antighiaccio, probabilmente, dopo il 2012, saranno messi a terra.
La notizia, come le direttive-raccomandazioni della FAA sono sicuramente importanti e auspicate, migliorare il livello della safety, ovvero della sicurezza del volo è sicuramente decisivo, anche per il più sicuro dei mezzi di trasporto.
Adesso, tuttavia, occorre sapere quali flotte sono maggiormente interessate e quali saranno le scadenze operative e di adeguamento degli impianti e delle procedure prevolo. Aerohabitat lo documenterà in prossimi documenti. 03 dicembre 2009
Due eventi allarmanti? Uno specchio, uno spaccato dell’attuale modalità operativa dei voli della “commercial aviation” contemporanea? I due casi che elenchiamo, fra l’altro, riguardano gli USA. L’area geografica che identifica indici di operatività e sicurezza del volo tra i più evoluti. I migliori al mondo. Che ne sarà delle aree geografiche a maggior rischio incidenti aerei? In quali condizioni operative si svolgono i voli in taluni Paesi Africani e Asiatici?
Il quadro appare immediatamente allarmante, spaventosa, da scongiurare.
Pur dinnanzi ad evidenze incontrovertibili.
Il trasporto aereo rappresenta - lo sostengono i dati statistici storici - il sistema di comunicazione più sicuro. Trasporto, ferroviario, stradale, marino e altro ha indici di sicurezza inferiori.
Il primo caso è del 19 ottobre scorso, il volo Delta Airlines 60 con un velivolo Boeing 767, decollato da Rio de Janeiro con destinazione Atlanta negli USA è atterrato su un raccordo.Ha confuso la pista con una bretella parallela del più trafficato aeroporto al mondo: Atlanta Hartsfield Airport.
Il secondo caso è avvenuto il 21 ottobre. Il volo Northwest Airlines - Airbus A320, Flight 188 da San Diego a Minneapolis/St. Paul con 147 passeggeri mentre era in volo a 37.000 piedi si è dimenticato di atterrare. Ha proseguito la crociera per altre 180 miglia prima di ricordarsi che doveva atterrare a Minneapolis/St. Paul airport.
In questo secondo caso si discute se la dimenticanza va ricondotta ai piloti addormentati o impegnati in un’estenuante e avvolgente discussione con gli assistenti di volo.
La vicenda, in seguito, descrive i due piloti occupati sul rispettivo laptop (computer portatile) a questionare sui turni di lavoro. Sicuramente turni stressanti e assai più pesanti di quelli in vigore anni addietro. E’ il risultato della strenua competizione, della concorrenza. E’ la liberalizzazione (deregulation) bellezza! Direbbe qualcuno.
Ma sono eventi davvero dell’epoca moderna? In passato, negli anni ’60, ’70, ’80 non succedevano? Ricordiamo ancora alcuni sfortunati colleghi atterrati su raccordi paralleli e su piste sbagliate (anche militari). Talvolta anche su altri aeroporti.
Sono sicuramente situazioni che non devono avvenire, non devono ripetersi. Occorre strutturale l’attività di volo degli equipaggi (tempi di impiego, composizione equipaggi, sistemi di verifiche e controlli) affinché non si ripetano e, qualora avvengano, debbano essere sanzionate. Ma nella "commercial aviation” non sono una novità.
L’atterraggio sulla bretella parallela, sul raccordo e rullaggio, è avvenuta negli anni ’70 e ’80 anche in Italia. Anche quest’anno, a Cagliari, un Boeing 737 è atterrato sulla bretella parallela alla pista. Ancora un Boeing 737 a Lusaka in aprile 2009. Qualche anno addietro un volo DC 10 proveniente dagli USA è atterrato a Brusssels invece che a Francoforte. In Belgio invece che in Germania. 29 ottobre 2009
La notizia non è isolata, non è un fulmine a ciel sereno. Negli USA accade, in Europa e in altre aeree geografiche invece è difficile reperire tali informative.
L’interrogativo da porre è il seguente: non avvengono o viceversa non trapelano?
In fondo gli indici di sicurezza aerea degli USA e del nord America sono tra i più elevati al mondo e un osservatore potrebbe pensare che eventuali inefficienze e carenze nella manutenzione e violazioni alle procedure standard possano avvenire nei Paesi a maggior rischio incidenti aerei. Ma ecco la notizia.
La FAA (Federal Aviation Administration) USA lo scorso 15 ottobre ha proposto di multare due importanti compagnie aeree del nord America. Sono la US Airways e la United Airlines e sono state oggetto di una indagine/ispezioni relative a supposte inadempienze in ambito della manutenzione dei velivoli ed il loro impiego in voli regolari di linea.
The Federal Aviation Authority (FAA) è intenzionata ad infliggere sanzioni per un ammontare di 5.4 milioni di dollari nei riguardi della US Airways. Avrebbe operato voli in violazione alle norme Airworthiness Directives (AD) e di manutenzione.
La seconda sanzione concerne invece per 3.8 milioni di dollari la United Airlines per aver violato procedure di manutenzione su velivoli Boeing 737.
Le inadempienze hanno riguardato una serie di velivoli, tra i quali Embraer ERJ-190, Airbus A320, Boeing 757 e Boeing 767. Secondo le notizie apparse sui media USA i voli incriminati dalla lunga sequenza di violazioni sarebbero stati ben 1647. 21 ottobre 2009
Aerohabitat pubblicata la nota sottostante di ANACNA.
E’ anche online sul sito www.anacna.it ed è stata trasmessa per conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che vigila sull’operato di ANSV.
Il tema trattato riguarda da un lato l’operato dell’organismo investigativo ANSV, da un’altro i tempi di intervento e conclusione delle Relazioni di inchiesta dei singoli incidenti aerei, ed infine argomenta sull’annoso e irrisolto rapporto tra investigazione tecnica e giudiziaria.
Aerohabitat lamenta da tempo i ritardi nella conclusione della relazione che riguarda l’incidente occorso a Linate il 1 giugno 2003, quando un Learjet in decollo, dopo un impatto con volatili, è precipitato su un capannone diPeschiera Borromeo.
Recentemente Aerohabitat registra la mancanza di informative specifiche relative all’esplosione in volo, occorsa a Trigoria il 7 febbraio 2009, ad un Cessna 650.
Su quest’ultimo caso Aerohabitat ha reso fruibile una indagine specifica.
A riguardo vedi su www.aerohabitat.eu “Cessna 650 - L’esplosione di Trigoria”.
Pubblicata da ANSV, solo pochi giorni fa, la perizia tecnica d'inchiesta sull'incidente aereo di Cagliari del 2004. Quasi in contemporanea il bureau d'investigazione francese rilascia la relazione tecnica sull'incidente aereo di giugno 2009. Alcune considerazioni Anacna, sull'utilità di tale materiale e sulla sua capacità di prevenzione degli incidenti in Italia
Ad un mese ed un giorno dal disastro dell'Airbus AirFrance, al largo delle coste brasiliane, gli investigatori della nota Agenzia Investigativa francese hanno pubblicato i loro findings.
Pressappoco alla stessa data l’omologa agenzia italiana ANSV, a 5 anni e 4 mesi dall’incidente di Cagliari, che tante polemiche ha suscitato, ha reso finalmente pubblica la relazione sulle cause.
Non entriamo doverosamente nel merito dell’elaborato, essendo imminente la celebrazione del processo di appello che – siamo certi – non potrà che rendere giustizia ai due controllori ingiustamente condannati, a nostro avviso, per aver applicato in modo ineccepibile le norme che disciplinano la condotta degli avvicinamenti a vista in Italia.
Non sappiamo quanto possa servire per il seguito di questa inverosimile vicenda giudiziaria il fatto che ANSV abbia ribadito oggi che presunte condizioni aggiuntive a tale condotta del volo - il cui mancato rispetto è stato considerato dal giudice una delle violazioni fondamentali su cui basare la condanna - non erano contenute nella regolamentazione tecnica che disciplina la resa del servizio del controllo del traffico aereo in ambito nazionale ed internazionale, in quanto di esclusiva spettanza degli equipaggi di volo e delle Società di Navigazione Aerea Italiane (cosa peraltro sostenuta con forza dagli stessi consulenti del PM) .
Attese le finalità di prevenzione, oltreché di accertamento oggettivo, perseguite da A.N.S.V., tempistiche di così impressionante durata, sconcertano: quale utilità può avere, relativamente alla tempestiva soluzione delle problematiche emerse con riferimento alla sicurezza del volo, un accertamento che interviene ad oltre cinque anni dal fatto? Evidentemente nessuna: un’inutile sequenza di costi aggiuntivi.
ANACNA ha per anni sollecitato - in Convegni e comunicati stampa prima, durante e dopo il processo di I° grado – l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo affinché concludesse l’inchiesta e ne pubblicasse le risultanze (anche se in ritardo rispetto al termine di un anno imposto dalla legge) per fornire la sua analisi tecnica sulle cause dell’incidente ed in particolare chiarisse definitivamente quali norme in Italia sia chiamato ad applicare il controllore del traffico aereo in presenza di una richiesta del pilota di autorizzazione di avvicinamento a vista.
Una risposta in tempi brevi, non tanto quanto quelli della BEA, evidentemente in grado di operatività di ben altro livello, avrebbe potuto fornire preziose ed autonome indicazioni, utili anche all’autorità giudiziaria: l’individuazione dei corretti criteri interpretativi applicabili ad una materia tanto complessa, avrebbe certamente evitato soluzioni assolutamente non compatibili con la concretezza della professione di controllore di volo.
Le insistenze dell’Associazione sono cadute nel vuoto.
Ed allora ci si chiede:
1. Quale intrinseca valenza può avere una relazione “partorita con sofferenza” dopo più di un lustro dall’incidente quando il principale obiettivo assegnato all’Agenzia dall’art.3 del DLgs 66/99 è quello di prevenire incidenti ?
2. Non è forse l’immediatezza della individuazione delle cause - come più volte lamentato da ANSV stessa allorquando l’A.G. le precludeva l’immediato accesso ai reperti (vedi per tutte il recente incidente di Trigoria) – quella che consente di svolgere un’efficace opera di prevenzione?
3. Come può assolvere in modo adeguato e con terzietà il suo autorevole ruolo tecnico e non politico, un Ente preposto alla Sicurezza del Volo se prima di pronunciarsi sulle cause di un incidente ha avuto occasioni per anni di visionare atti processuali, verbali d’udienze, consulenze tecniche dei CTU, sentenza e copiosa motivazione della stessa? E’ evidente il rischio di condizionamento, più o meno consapevole. Con il ché la prima e più importante delle funzioni di A.N.S.V., la sicurezza del volo, viene fatalmente compromessa.
Questi sono solo alcuni dei numerosi interrogativi che la nostra Associazione si pone.
In merito vorremmo ricevere risposte non tanto dall’Agenzia, che riteniamo inadempiente ai suoi compiti istituzionali, ma dalle Autorità Vigilanti. Roma 20 luglio 2009 Il Presidente ANACNA Bruno Barra - 28 luglio 2009
Ancora martedì scorso un ultraleggero a Gonnesa (Sardegna) in pochi istanti, un biposto stava completando l’atterraggio, si però rialzato precipitando con gravi conseguenze al pilota. Solo ieri a margine di una cerimonia nuziale da bordo di un ultraleggero il lancio di un boquet di fiori è finito tra le pale del motore, precipitando.
Due incidenti minori. Due incidenti ULM in un quadro troppo frequente..
Lo scorso 23 aprile nel briefing “Alert ultraleggeri e aviosuperfici” Aerohabitat riaffermava la criticità del settore ultraleggeri focalizzando gli “effetti collaterali” dell’attività del weekend della flotta degli ultraleggeri su piccoli aeroporti, sulle aviosuperfici.
Dopo circa tre mesi e dopo l’ennesimo rilievo ANSV sulla attività della stessa flottiglia con l’emanazione di ben cinque Raccomandazioni di Sicurezza ecco l’intervento dell’AeroClub Italia.
• ha rilevato che “Di frequente i piloti operanti secondo le regole del volo a vista (Vfr) non conoscono con precisione le suddette regole in relazione alle diverse classi di spazi aerei esistenti”;
• suggerisce “Di sensibilizzare le strutture addestrative autorizzate all’organizzazione di corsi per il conseguimento delle licenze di pilota privato e di pilota di aliante in ordine alla necessità che gli allievi acquisiscano la piena familiarità con le regole del volo a vista (Vfr) in relazione alle diverse classi di spazi aerei esistenti. Di sensibilizzare altresì, attraverso gli strumenti ritenuti più idonei, i piloti operanti secondo le regole del volo a vista sulla necessità di rispettare puntualmente tali regole, anche al fine di consentire l’espletamento di un miglior servizio da parte dei competenti enti di controllo del traffico aereo”.
Aerohabitat pur apprezzando l’iniziativa di AeCI, pertanto, la ritiene del tutto inadeguata.
Manca del tutto l’attivazione di una task force per monitorare l’attività, registrare in maniera efficace l’incidentalità del settore e, infine, appare determinate predisporre “recurrent training” periodici e specifici per piloti abilitati da un lato, corsi di aggiornamento per gli “attestati” ULM in corso dall’altro.
13 luglio 2009
La scorsa settimana ANSV ha divulgato il Rapporto Informativo sull’attività svolta dall’Agenzia nel corso del 2008.
Per una analisi più ampia Aerohabitat rimanda da un lato alla nota sintesi per la sola stampa della stessa Agenzia e al Rapporto integrale annuale e segnala ancora la presenza di alcune questioni e problematicità irrisolte.
Sono tematiche che Aerohabitat ha compreso nella “Safety Alert List” Italiana e nei “briefing Alert ULM aviosuperfici e Alert birstrike – impatto volatili”.
I comparti “i particolarmente critici, sui quali deve essere esercitata una più incisiva azione di presidio, al fine di migliorarne gli standard di sicurezza” sono per ANSV:
- i settori dell’aviazione turistico-sportiva e del lavoro aereo (sia con elicotteri che con aeromobili ad ala fissa);
- il fenomeno wind- shear;
- la certificazione degli aeroporti;
- il fenomeno birdstrike o impatto volatili
Per quanto riguarda il wind shear, “anche nel 2008 l’aeroporto di Palermo-Punta Raisi – sostiene ANSV - si è confermato, a livello italiano, lo scalo più critico in termini di frequenza e di intensità del fenomeno in questione. Nel 2008, sull’aeroporto di Palermo-Punta Raisi ci sono stati, infatti, 214 riporti di wind-shear, rispetto ai 54 di Napoli-Capodichino, ai 31 di Milano-Malpensa, ai 30 di Bari-Palese, ai 29 di Olbia-Costa Smeralda, ai 25 di Firenze, su un totale complessivo di 520 riporti di wind-shear”.
Per quanto concerne la flotta ultraleggeri ecco quanto sostiene ancora ANSV nel suo ultimo Rapporto: “In tali settori - e specialmente in quello dell’aviazione turistico-sportiva - non è adeguatamente diffusa a tutti i livelli una cultura della sicurezza del volo e non vengono esercitati più puntuali controlli”. 15 giugno 2009
Lo scorso 9 maggio un motoaliante (Stemme S10 immatricolato D-KMUE, in atterraggio sull’aviosuperficie di Caiolo è finito contro “una recinzione perimetrale. Nessuna conseguenza per gli occupanti” , ma è solo uno degli incidenti di aviazione generale del 2009.
Per poter avere un quadro degli incidenti del 2009 dovremo ovviamente attendere il 2010. Sono disponibili invece quelli 2008 che alla voce “Aviazione Generale” registrano 64 incidenti e 14 inconvenienti gravi.
Tra gli incidenti occorre rilevare come 29 di questi riguardino attività volo turistico sportivo con 22 vittime tra l’aviazione generale e 17 nel solo Volo Sportivo o da diporto.
Sono stati invece ben 1742 gli inconvenienti registrati nel 2008.
Quanti di questi rimandano all’attività del cosiddetto “volo sportivo”? Aerohabitat – al momento – non è in grado di dirlo. Nel 2007 il numero degli inconvenienti era risultato pari a 1006. Il numero degli eventi aeronautici appare davvero in rialzo.
Quale motivo? Maggior consapevolezza e cultura “safety” o siamo dinanzi ad un drastico incremento dell’incidentalità?
Aerohabitat ha da tempo posto sotto osservazione il settore ULM. Alcuni “briefing” di Aerohabitat sono stati focalizzati su quest’attività aerea – ritenuta a torto minore - molto diffusa. Sta diventando di massa. Specialmente nel week end.
Lo scorso 23 aprile (vedi) Aerohabitat focalizzando sugli “effetti collaterali” dell’attività del weekend della flotta degli ultraleggeri su piccoli aeroporti, sulle aviosuperfici, aveva elencato le precauzioni/prescrizioni obbligatorie, tra queste ricordiamo solo due:
1) Obbligo del casco. Durante il volo su tutti gli ultraleggeri è obbligatorio indossare il casco protettivo di tipo rigido adeguato all'attività;
2) Biposto. È consentito l'uso del biposto a: istruttori, piloti con brevetto di pilota privato valido, piloti con almeno 30 ore di volo come responsabile ai comandi e superamento di apposito esame.
Aerohabitat nel corso di una propria analisi ha registrato una sorta di “insofferenza” da parte dei fruitori degli ULM nell’indossare il fatidico “caschetto” previsto dal DPR 207, ovvero:
- "Art. 2 (Obbligo del casco protettivo). - Durante il volo è obbligatorio indossare un casco protettivo di tipo rigido adeguato all’attività.
Quanti lo fanno? Quanti infortuni e vittime sono state evitati dall’uso del casco?
Gli investigatori ASNV, ENAC e AeCI annotano queste evidenze incidentali?
Chi controlla la sistematica utilizzazione del casco? In un Paese che impone un esteso uso del casco, dai motorini alle bike, perché non interviene con puntiglio anche nel Volo Sportivo? 19 maggio 2009
Nessuna conseguenza per aeromobile passeggeri ma i tre recenti inconvenienti/inconveniente grave accaduti hanno una cosa insolita in comune: le gomme dell’aereo.
Il caso più recente è avvenuto a Fiumicino – lo ricorda l’ANSV – che ha aperto un’inchiesta tecnica sull’inconveniente grave occorso sull’aeroporto di Fiumicino all’aeromobile MD-80 marche I-DACY il 9 maggio scorso. L’aeromobile è rientrato in emergenza sullo scalo romano, da dove era appena decollato con destinazione Napoli, per avaria al motore sinistro.
Dalle prime evidenze è emerso che il motore in questione ha ingerito resti del pneumatico del carrello sinistro danneggiatosi durante la manovra di decollo; altri resti di pneumatico sono stati rinvenuti sulla pista. Nessuna conseguenza per le persone a bordo.
Il secondo caso è stato registrato il giorno prima, l’8 maggio a Catania e le notizie appaiono contraddittorie.
L’aeroporto di Fontanarossa, infatti, è stato chiuso al traffico fino alle sette del mattino, dopo che un aeromobile della compagnia Meridiana, in fase di decollo – si sostiene - ha registrato un qualche inconveniente a due gomme del carrello principale.
L’aereo è stato rimosso per consentire l’apertura della pista.
Notizie più dettagliate hanno riferito invece che il copertone di una delle ruote del carrello di atterraggio di un aereo MD-80 Meridiana sia scoppiato all’impatto con la pista.
L’aereo sarebbe decollato da Roma – Fiumicino intorno alle 21.30 della serata prima.
Il terzo caso riguarda invece lo scalo di Genova. Un aereo con le gomme lisce. Addetti dell’Ente Nazionale Aviazione Civile – nel corso di alcune ispezioni, forse SAFA – avrebbero annotato “riscontrato che la tela interna, in corda, fuoriusciva dal copertone… durante l´atterraggio si sarebbe rischiato l´esplosione dei pneumatici”. L’aeromobile interessato sarebbe stato un Airbus 320 Air One.
Il volo delle 15.20 per Fiumicino del 7 maggio era stato cancellato.
La stessa compagnia ha sostenuto “l´aereo non era in condizioni di atterrare”, aggiungendo come “la sicurezza viene prima di ogni altra cosa e che si è deciso, in comune accordo con l´ENAC, di sostituire entrambe le ruote”.
I 62 passeggeri sono stati riprotetti sul primo volo disponibile. 15 maggio 2009
Nel 2005 l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile si vantava di aver “raggiunto e superato con un mese di anticipo l’obiettivo di realizzare, nel corso del 2005, 800 ispezioni secondo il Programma SAFA (Safety Assessment of Foreign Aircraft), programma che consente che si effettuino controlli sugli aeromobili stranieri in transito sul territorio nazionale”.
Nel 2009 si legge invece “Italia nel mirino dell'Unione europea sulla sicurezza degli aerei di Paesi terzi” e tempo 60 giorni senza un’adeguata risposta, il Paese sarà deferito alla Corte di giustizia europea per inadempienza alle norma comunitarie.
Gli accertamenti e delle azioni intraprese dall’ENAC, incentrata in particolare sul sistema dei controlli sia sui vettori nazionali che sugli aeromobili stranieri; sul ruolo dei tour operator e sulle proposte non sarebbero del tutto rispettose degli indirizzi UE.
La Commissione europea lo scorso 14 aprile ha trasmesso un parere motivato all'Italia per la mancata notifica a Bruxelles delle misure di attuazione della direttiva sulla sicurezza degli aerei di paesi terzi che utilizzano aeroporti comunitari.
La norma comunitaria di riferimento al fine di assicurare adeguati livelli di sicurezza è la direttiva 2008/49/CE concerne le ispezioni a terra degli aeromobili dei paesi terzi che atterranno negli aeroporti degli Stati membri.
L’infrazione italiana – che consente agli Stati membri di prendere misure nei confronti degli aeromobili e/o dei loro vettori qualora, all'esito delle ispezioni, gli apparecchi non risultino soddisfare le prescrizioni di sicurezza – riguarderebbe la “formazione e la qualificazione del personale addetto alle ispezioni”. Cosa significa tutto questo?
Forse che le migliaia di ispezioni attuate in questi anni dai team di ENAC non sono risultate conformi agli standard UE – EASA? Qualcuno lo dovrebbe chiarire e tempestivamente risolvere, rendendo conformi agli standard EASA, le quotidiane ispezioni che ENAC –probabilmente - attua sugli scali aerei della Penisola. 22 aprile 2009
Perché non adottare anche per il sistema aviation il termine “effetti collaterali”?
Una terminologia che spesso viene associata esclusivamente per operazioni “bellico - militari” e al lessico giuridico/legale. Quando si valutano le conseguenze che il sistema infrastrutturale aeroportuale genera sul territorio, sull’ambiente e sulla popolazione dell’intorno non si parla forse di conseguenze programmabili e di quelle imprevedibili?
Certo la varietà delle ricadute e degli effetti, siano essi statistici quanto di quelli imprevisti e/o incidentali, di quelli derivati da un’inadeguata politica del territorio, delle misure e delle opere per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente perché non possono essere inquadrate nelle responsabilità etica, in quella legale, in quella procedurale, in quell’operativa e altro? Qualcuno potrebbe sostenere che sono conseguenze impreviste, ma talvolta anche giustificate perché non direttamente intenzionali.
Nell’ambito degli “effetti collaterali” del sistema aviation non dovremmo forse collocare anche le vittime degli incidenti aerei? Perciò di quelli a bordo dei velivoli – personale di volo e passeggeri - incidentati ma anche delle persone che vengono coinvolte nelle sciagure aeree pur occasionalmente. I residenti dell’intorno aeroportuale, dei cittadini che transitano in auto, colpiti da qualcosa che precipita dall’alto o che lavorano nei pressi delle piste di volo.
E’ questione opinabile?
Non essendo “intenzionale” l’effetto collaterale non sarebbe computabile. Calcolabile. Ma cosa si potrebbe sostenere quando “l’effetto collaterale” risultasse diretta o concatenata conseguenza di “indifferenza, insensibilità” o, peggio, fosse derivata da (i) negligenza, imprudenza, (ii) ritardata adozione di determinati standard internazionali?
Ebbene, qualora non siano adottate misure di tutela e salvaguardia dell’intorno aeroportuale, quanto non sono adeguate le operazioni di sorveglianza, di ispezione, di monitoraggio complessivo delle attività, quando le investigazioni e le analisi proactive scarseggiano e ritardano, si deve parlare ancora di “effetti collaterali” giustificati dalla politica dei grandi numeri, dalle necessità del sistema del trasporto aereo nella civiltà di questo millennio? Cosa significa parlare di “danni non attesi”?
Le tipologie, la varietà, l’ampiezza, la magnitudo degli effetti collaterali talora appaiono come la diretta conseguenza delle capacità progettuale, di pianificazione, di vigilanza e controllo del sistema aviation nel suo complesso.
Qualora lo scenario fosse davvero questo non occorrerebbe valutare l’ipotesi di una classificazione degli effetti collaterali, talora eufemisticamente identificate come “ricadute”.
Perché non quantificare e stimare “effetti collaterali” e anche i possibili “danni non attesi” come ad esempio il semplice fastidio, il danno fisico ed esistenziale individuale generato dalle emissioni sonore, quello derivato dalla contaminazione prodotta da quantità – talvolta incontrollata? - delle emissioni in atmosfera dei propulsori, fino alle vittime degli incidenti aerei.
Perché non è possibile monitorarli, classificarli? Gli strumenti ci sono.
Perché non pianificare un target, una sorta di tolleranza zero, o minima negli “effetti collaterali” calcolabili e dei “danni non attesi” da un rischio comunque circostanziabile attraversale strumenti identificati. Sono tra gli altri la matrice del risk assessment, del ground & flight Safety Management System.
Verificare gli “effetti collaterali” per i sistemi aeroportuali significa portare efficacemente a completamento il Piano di Rischio, le Public Safety Zone, le RESA (Runway End safety Area) ed i lavori delle Commissioni Aeroportuali insediate da tanti anni.07 aprile 2009
“L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile reso che è stato raggiunto e superato con un mese di anticipo l’obiettivo di realizzare, nel corso del 2005, 800 ispezioni secondo il Programma SAFA (Safety Assessment of Foreign Aircraft), programma che consente che si effettuino controlli sugli aeromobili stranieri in transito sul territorio nazionale”.
E’ uno stralcio di un comunicato stampa dell’ENAC del 30 novembre 2005.
Ora scopriamo che la Commissione Europea avrebbe “messo in mora” l’Italia per la mancata attuazione della direttiva 2008/49/CE della Commissione del 16 aprile 2008.
Al centro della discussione sono le modalità i criteri delle ispezioni a terra degli aeromobili che utilizzano aeroporti comunitari.
L’intento di adeguare norme comuni per le operazioni delle ispezioni a terra – una sorta di manuale SAFA – sarebbe ancora all’esame della commissione Politiche dell’Unione europea del Senato. L’analisi è in corso dallo scorso ottobre ma è ancora alla prima lettura di uno specifico disegno di legge.
Un precedente comunicato ENAC dell’agosto 2005 riferiva:
“Ad oggi, invece, l’Italia è al secondo posto, solo dopo la Francia per numero di ispezioni condotte quest’anno, con l’obiettivo di raggiungere quota 800 entro la fine di dicembre. Si ricorda che il Presidente del Comitato Direttivo SAFA, che è realizzato con criteri omogenei nei Paesi dell’ECAC, European Civil Aviation Conference, organismo europeo che riunisce le autorità per l’aviazione civile di 42 Paesi membri, è l’Ing. Benedetto Marasà, Direttore Centrali Operazioni dell’ENAC”. 04 marzo 2009
La crisi dell’Aviazione Commerciale, la concorrenza, i costi delle aerolinee, l’incidenza del costo del personale di volo, quello degli assistenti di volo e dei piloti, ecco lo scenario nel quale collocare queste brevi note.
Quindi i tempi di volo e di servizio degli equipaggi di volo con dispute contrattuali senza fine. Ora uno studio medico/scientifico, dopo aver verificato la regolamentazione europea che disciplina i limiti massimi ammissibili sui limiti di impiego del personale di volo – al fine di assicurare livelli adeguati per la sicurezza del volo – rischia di far saltare l’organizzazione operativa delle aerolinee europee.
Lo studio si è posto il traguardo di inquadrare e regolare la normativa dell’impiego del personale navigante al fine di evitare il rischio di incidenti aerei generati dal fattore umano.
L’European Aviation Safety Agency, (EASA) l’Agenzia Europea per la sicurezza dell’aviazione, ha divulgato l’analisi sollecitata all’organismo “EU-OPS”che proponiamo agli interessati. La Commissione Europea, infatti, è intervenuta per “elaborare e presentare senza indugio proposte di modifica delle relative disposizioni tecniche” per disciplinare la regolamentazione sui limiti di impiego del personale navigante: un riferimento obbligato nell’esercizio dell’attività aerea dei vettori Comunitari.
Questo studio avrebbe determinato il legame fra la fatica operativa di piloti e assistenti di volo e casistica incidentale. La fatica operativa, lo stress, i lunghi periodi di volo, le numerose tratte/voli giornalieri e periodiche (a 30 giorni, 90 e nei 12 mesi) possono rappresentare e incidere (15-20%) degli incidenti aerei causati e derivati dal human factor.
Questo studio si impone con “prepotenza” nel confronto tra le associazioni sindacali del personale di volo e le urgenze di bilancio e competitive delle aerolinee nell’aviazione commerciale di questo inizio secolo.
La liberalizzazione e la de-regulation in questi ultimi 15-20 anni di Aviazione Commerciale (registrata sia nelle aerolinee tradizionali, nei voli charter e low cost), un processo di ristrutturazione/evoluzione industriale, spesso non adeguatamente sorvegliata e vigilata dali organismi nazionali e sopranazionali preposti, potrebbe inevitabilmente portare ad aggiornare i target di massimizzazione dell’impiego del personale di volo – ancora in corso - odierni.
Che spesso cozzano con la studio appena completato.
Lo studio EASA impone questa urgenza: aggiornare le norme di impiego del personale navigante attualmente in vigore. 29 gennaio 2009
Aerohabitat ha spesso argomentato sugli standard infrastrutturali delle piste di volo Italiane. Lo ha fatto ben prima dell’emanazione del Regolamento per la “Costruzione e l’esercizio delle infrastrutture aeroportuali” il testo chiave che – finalmente - recepiva materialmente l’Annesso 14 ICAO – Aerodrome. Era il 2003. Due anni dopo l’incidente di Linate 2001.
Aerohabitat non ha solo posto in primo piano le compatibilità e sostenibilità degli insediamenti aeroportuali ma si è impegnata da tempo nell’inquadrare le esigenze fondamentali nelle quali possono realizzare adeguati livelli di sicurezza delle operazioni di volo.
L’esigenza della sicurezza del volo, delle iniziative e pianificazione proactive è da sempre un assetto qualificante per assicurare livelli di sicurezza del volo attesi dagli utenti e dal personale di volo.
Ha anticipato l’improrogabilità delle R.E.S.A. (zone di sicurezza ad inizio e fine pista entro il sedime aeroportuale), delle Public Safety Zone (zone di sicurezza esterne al sedime), in altre parole del Piano di Rischio e valutazione del rischio per le popolazione insediate nell’intorno aeroportuale.
Oltre ai tanti acronimi che rimandano alla sicurezza quali, Strip Area, Graded Area, SMS, Risk Matrix, ecc.. Traguardi in agenda anche in Italia ma ancora lontani dalla loro effettiva e concreta realizzazione.
Il fattore A come Aeroporti e l’esigenza di una sorta di blacklist degli aeroporti o delle piste di volo è tuttavia anch’esso un traguardo da perseguire. Del tutto equivalente alla blacklist delle aerolinee che operano in Europa. Ma del quale nessuno ne parla ancora.
I fattori di rischio associati alle singole piste, la valutazione del rischio è necessariamente commisurato agli standard ICAO da ciascuna pista e da ogni specifica localizzazione aeroportuale.
In mezzo al deserto, lontano nelle periferie deserte delle città e quelli inghiottiti nelle metropoli, confinanti con un’intensa edificazione residenziale e popolare, quando non sono limitrofi a viabilità cittadina ed autostradale. Spesso anche con piste prossime a discariche e prospicienti laghi e marine, fonti d’attrazione per volatili di ogni specie e ad elevato allerta birdstrike. Ebbene quante piste di volo Italiane corrispondono alla salvaguardia decisa dalla CAA Inglese - vedi - una informazione siglata 2008/14 del dicembre 2008 e trasmessa agli esercenti aeroportuali della gran Bretagna, ovvero ai titolari – per l’Italia - delle società di gestione aeroportuali.
Quante piste Italiane sono a norma?
06 gennaio 2009
Radiazioni ionizzanti ed equipaggi di volo è un tema sul quale Aerohabitat ha spesso argomentato. Fornendo anche numerosi studi USA ed Europei in materia (che sono disponibili nelle varie annate della sezione "archivio").
La deregulation prima e la liberalizzazione del trasporto aereo ha avviato un processo industriale che ha accresciuto e decuplicato in pochi anni l’attività aerea mondiale.
L’esplosione del sistema tariffario, l’avvento delle low cost e crescenti volumi di traffico passeggeri sembrerebbero aver tenuto in secondo piano se non del tutto trascurato l’emergenza radiazioni ionizzanti ed i suoi riflessi sull’attività di volo.
Proponendo l’articolo del Corriere della Sera firmato da Emanuela Di Pasqua del 29 dicembre 2008 Aerohabitat vuole ribadire il rischio al quale sono sottoposti i “naviganti” – con turni di volo estenuanti ed a quote di volo elevate, oltre che con cumuli di voli/annue prossime alle 1000 ore/anno - ma occasionalmente ed incidentalmente anche l’incognita incombente per passeggeri e “frequent flyer” che stesi comodamente sulle poltrone high tech ergonomiche di una fusoliera ultramoderna attraversassero zone di navigazione investite da esplosioni solari.
Il Dna dei piloti «messo alla prova» dalle radiazioni cosmiche
Il Dna dei piloti «messo alla prova» dalle radiazioni cosmiche Uno studio riscontra una relazione fra anomalie cromosomiche e numero di ore di volo
Le radiazioni cosmiche ionizzanti potrebbero rappresentare un fattore di rischio per la salute dei piloti d'aereo: uno studio ha riscontrato un maggior numero di anomalie cromosomiche nei piloti con un maggior numero di ore di volo alle spalle Stretti tra la crisi delle compagnie aeree e la minaccia terroristica, i piloti potrebbero avere un nuovo motivo di preoccupazione. Le radiazioni cosmiche ionizzanti, emanate dal Sole e dalle altre stelle, potrebbero causare danni alla loro salute. L'allarme viene lanciato da uno studio americano condotto dai ricercatori del National Institute for Occupational Safety and Health e del National Cancer Institute.
LO STUDIO – La ricerca, pubblicata sul giornale Occupational and Environmental Medicine e rilanciata dalla Bbc, riferisce dell'esperimento degli studiosi dell'Ohio e del Maryland, i quali hanno raccolto e analizzato i campioni di sangue di 83 piloti di linea, confrontandoli con quelli di 50 volontari residenti nella stessa città (tenendo presente il fattore età e il fattore fumo) e rilevando nel primo caso una maggior percentuale di anomalie cromosomiche. In particolare, il campione preso in esame, osservato tra il 2001 e il 2002, rivela una presenza di mutazioni di 2,6 volte superiore nei piloti con un maggior numero di ore di volo.
ORE DI VOLO – Insomma il Dna dei piloti, proprio a causa di questo tipo di radiazioni, potrebbe essere esposto a maggiori minacce e a un elevato rischio di cancro, anche se lo studio non traccia alcuna relazione certa tra tumori e le traslocazioni cromosomiche riscontrate, che sono di per sé solo un segnale di danni genetici. Inoltre, la ricerca non rileva sostanziali differenze tra piloti e «terrestri», ma piuttosto tra pilota e pilota, a seconda del numero di ore trascorse in volo.
NESSUNA CERTEZZA – Il dato in sé non dimostra alcuna verità indiscutibile e occorre sempre precisare che chi vola è esposto anche ad altre condizioni delicate (il jet-lag continuo per esempio nel lungo periodo può essere nocivo per L' orologio biologico umano). Al tempo stesso, come ha sottolineato il portavoce della British Airline Pilots Association, altri studi in passato hanno dimostrato che i danni da eccesso di ore di volo tendono nel tempo (e soprattutto una volta smesso di volare) a ridursi. Al momento rimangono ancora molti interrogativi aperti sulle radiazioni del cosmo, che normalmente vengono filtrate dall'atmosfera, che ne attenua gli effetti nocivi.
30 dicembre 2008
La UE con il programma SAFA (Safety Assessment of Foreign Aircraft) ha – da fine anni ’90 – disposto l’esecuzione di ispezioni sistematiche (a terra) degli aeromobili che operano sugli aeroporti comunitari.
Una prima direttiva comunitaria aveva adottato misure standardizzate per garantire un sistema norme comuni per l’esecuzione di queste ispezioni.
Avvengono regolarmente nel corso del transito degli aeromobili sugli scali Europei.
La UE ha ora aggiornato queste disposizioni varando la Direttiva 49/2008 CE che ha modificato l’allegato II della direttiva 2004/36/CE ed il Governo deve – si spera in tempi brevi - recepirlo.
La sistematica e corretta esecuzione di queste ispezioni appare – almeno al momento – lo strumento e primario per tutelare la sicurezza dei voli nella Comunità Europea.
Gli organismi di vigilanza e controllo dei singoli Paesi UE e lo staff impegnato in questi controlli rappresentano l’unico mezzo di verifica dell’appropriata certificazione dei livelli di safety operativa delle singole compagnie aeree.
Siano esse nazionali, comunitarie ed extra comunitarie e che comunque atterrano sulle piste Italiane.
29 ottobre 2008
Lo scorso 14 ottobre un velivolo Falcon 900 è finito fuori pista in atterraggio a Ciampino. Nessun danno per i viaggiatori del velivolo del 31esimo Stormo partito da Varsavia e in fase di atterraggio intorno alle 16.30, mentre non si hanno notizie su eventuali conseguente tecniche all’executive.
Non si hanno notizie sulle possibili cause dell’inconveniente. Le investigazioni sull’evento saranno condotte dai tecnici dall’Aeronautica Militare Italiana.
Nelle prime due settimane di ottobre sono avvenuti altri fuoripista di velivoli commerciali, in prevalenza, senza conseguenze per i passeggeri. Ne elenchiamo alcuni.
- 15 ottobre un Boeing 737 Tarom allo scalo di Instabul International è finito fuoripista di qualche metro in atterraggio;
- 14 ottobre a Chennai – India un A 330 della Sri Lankan Airlines ancora fuoripista dopo un atterraggio pesante e la distruzione di cinesini laterali della pista;
- 12 ottobre a Matei Taveuni Airport nelle Isole Fiji un aereo Harbin AVIC Y-12 della Air Fiji, senza freni è finito nel terminal;
- 08 ottobre a Lukla nel Nepal un volo della Yeti Airlines -DHC-6-300 Twin si è schiantato 100 metri prima della pista causando 18 vittime.
Il più spettacolare fuoripista, senza vittime, stavolta in decollo, è quello avvenuto (vedi video) nell’aeroporto di Cabinda, in North of Angola – Africa ed ha coinvolto un Ilyushin 18.
16 ottobre 2008
Si è schiantato mentre era nella fase di atterraggio sulla pista di Perm (negli Urali) a circa 1.200 km ad est di Mosca da cui era partito.
Il Boeing 737 – 500 dell'Aeroflot – Nord nella giornata del 14 settembre alle ore 03.00 UTC volava ad una quota di circa 1200 metri (3600 piedi) e stava in finale per l’atterraggio.
Tutti gli 88 occupanti (82 passeggeri e 6 membri di equipaggio) sono periti nell’impatto nei pressi di una linea ferroviaria.Dopo un’esplosione l’aereo si è incendiato.
"Sono morti tutti. Non si sono registrate vittime al suolo" ha sostenuto un esponente dell’aerolinea Russa. Il velivolo era in servizio da circa 16 anni, il volo 5N 821, immatricolato VP-BKO, C/N: 25792.
Al momento non si hanno notizie sulla cause dell’incidente. E’ utile tuttavia segnalare come quest’incidente rappresenti il quarto della serie Boeing 737 – 500 ma anche quello con maggiori vittime. Aerohabitat inoltre ricorda come questa tipologia di velivoli sia è ancora sottoposta al programma di manutenzione straordinaria per evitare gli inconvenienti che hanno generato l’incontrollabilità di alcuni 737 (Airworthiness Directives; Boeing Model 737 Series Airplanes replacing the main rudder power control unit (PCU) and PCU vernier control rod bolts; testing the main rudder PCU to detect certain discrepancies and to verify proper operation of the PCU). Aerohabitat ha descritto tali “inconvenienti” nel documento “Boeing 737 e una coda di cristallo”.
Statisticamente, quest’incidente, occorso nella fase d’atterraggio, in una zona esterna al sedime aeroportuale, s’inquadra secondo dati Boeing, nel 13% degli eventi fatali e che determina il 28% delle vittime totali degli incidenti aerei dell’aviazione commerciale mondiale. 15 settembre 2008
Al momento l’esito catastrofico della sciagura di Madrid è di 153 morti e 19 feriti.
Il bilancio ufficiale della tragedia all'aeroporto di Barajas rimanda alla dinamica dell’incidente MD82 Spanair ed alla perdita (o distacco del motore) e successivo fuoripista con l’incendio del velivolo spezzato in almeno due tronconi, analisi che Aerohabitat svilupperà in seguito, ma quello che occorre inquadrare sono due aspetti non accessori. E precisamente:
- evidenze tecnico - operativo del velivolo MD 82
- spazio laterale nel quale l’aeromobile ha finito la sua corsa tragica.
Occorre, infatti, rilevare come la flotta MD 80 – 81-82, quasi 1200 velivoli fabbricati ed in attività dal 1980, sia considerata obsoleta, tecnologicamente superata e con numerosi cicli di volo. A riguardo ricordiamo i due comunicati Aerohabitat d’aprile e luglio 2008 che davano conto del blocco a terra delle flotte USA MD 80 collegate alla vetustà operativa di questa tipologia di velivoli. Il MD 82 era tornato inizialmente al parcheggio evidenziando qualche malfunzionamento ad un motore e successivamente abilitato al volo. La flotta MD 80 italiana assicura livelli operativi migliori della flotta spagnola?
Una seconda problematica rimanda invece agli spazi di sicurezza laterali e di fine pista.
Il velivolo della Spanair, infatti, è uscito fuoripista sulla destra in una situazione che, fosse decollato dalla pista reciproca (dalla testata 36 invece che dalla pista 18) avrebbe finito la sua corsa tragica contro il nuovissimo Terminal 4 di Barajas.
Con inevitabili, catastrofiche conseguenze.
Ebbene cosa sarebbe successo se quest’evento incidentale si fosse verificato su una pista italiana? Mentre rimandiamo per gli spazi di sicurezza laterali e di fine pista italiane alle tante news e documenti prodotti da Aerohabitat, con riscontri non troppo lusinghieri e congruenti con gli standard ICAO, presentiamo il comunicato di http://vivicaselle.blogspot.com/2008/08/i-decolli-verso-verona-sono-pericolosi.html che ha proposto una similitudine tra l’incidente avvenuto a Madrid e il caso Verona Catullo.
A quest’analisi Aerohabitat aggiunge come gli scali italiani che in un fuoripista laterale – ma anche di fine pista - avrebbero potuto riflettere risultati catastrofici per un incidente similare non sono pochi. Oltre al citato caso di Verona - Catullo si devono aggiungere Linate, Bergamo, Ciampino, Peretola, Malpensa, Capodichino, ecc. . 21 agosto2008
Lo scorso 4 agosto ANSV ha presentato il Rapporto annuale 2007 dell’ANSV.
Aerohabitat - in relazione all’importanza della materia ed aelle considerazioni svolte, in attesa di commentare direttamente alcuni dei passaggi svolti dallo stesso Rapporto 2007, riporta integralmente il testo del comunicato stampa on line sul sito www.ansv.it .
“L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) ha presentato alla stampa specializzata il proprio Rapporto informativo sull’attività svolta nel corso del 2007, nel quale viene fatto il punto sullo stato della sicurezza del volo in Italia, alla luce delle evidenze acquisite dall’ANSV nell’assolvimento dei compiti di istituto.
Il numero di segnalazioni di eventi aeronautici pervenute all’ANSV nel 2007 è aumentato (+7,33%) rispetto all’anno precedente, confermando la crescita tendenziale costante fatta registrare a partire dal 2002. Nel 2007 l’ANSV ha infatti ricevuto 1128 segnalazioni di eventi afferenti la sicurezza del volo. Tale incremento di segnalazioni - va tuttavia precisato al fine di evitare erronee interpretazioni - è riconducibile al miglioramento del sistema relativo alla segnalazione degli eventi stessi. Per contro, è sensibilmente diminuito (-30,28%) il numero (99) delle inchieste tecniche aperte per incidenti ed inconvenienti gravi. Tale diminuzione è dipesa, soprattutto, dalla forte contrazione registrata dall’attività di volo nel comparto dell’aviazione turistico sportiva.
L’ANSV ha inoltre accreditato propri investigatori in 23 inchieste condotte da Autorità investigative straniere a seguito di incidenti o inconvenienti gravi occorsi all’estero, che hanno coinvolto aeromobili di immatricolazione o costruzione nazionale o eserciti da operatori aerei italiani.
L’ANSV ritiene che i dati pubblicati nel Rapporto informativo 2007 possano rappresentare un significativo punto di riferimento per migliorare, in un’ottica di prevenzione degli incidenti, la conoscenza delle problematiche relative alla sicurezza del volo nel comparto dell’aviazione civile, fornendo utili elementi di riflessione e di analisi non soltanto agli addetti ai lavori (istituzioni ed operatori aeronautici), ma anche al legislatore, al mondo politico, al mondo economico, al mondo accademico, nonché agli stessi utenti del trasporto aereo.
Nel corso del 2007, l’ANSV ha emanato – a fini di prevenzione – 39 raccomandazioni di sicurezza , indirizzate ad istituzioni nazionali, comunitarie e di Stati terzi.
In tale contesto va registrato che, per la prima volta da quando è stata istituita, l’ANSV ha emanato tre raccomandazioni di sicurezza indirizzate al Ministero della giustizia, al fine di garantire la piena conformità dell’ordinamento italiano con quello internazionale in materia di inchieste aeronautiche. Sempre nello stesso anno, l’ANSV ha deliberato 29 relazioni d’inchiesta per incidente (tra cui quella relativa all’incidente occorso il 6 agosto 2005, al largo di Palermo, all’ATR 72 della compagnia aerea Tuninter), 5 rapporti d’inchiesta per inconveniente grave e 5 relazioni preliminari d’inchiesta.
A livello di aviazione civile italiana rimangono - secondo l’ANSV - alcuni comparti suscettibili di miglioramento e di adeguamento agli standard presenti in campo internazionale. Quanto sopra va riferito, principalmente, come già rilevato nei precedenti Rapporti informativi, al settore dell’aviazione turistico-sportiva e del lavoro aereo con elicotteri. Tali settori continuano ad essere a più elevata criticità nel contesto dell’intero comparto dell’aviazione civile italiana.
In sostanza, si tratta di settori dove - specialmente per quanto concerne l’aviazione turistico-sportiva - non è adeguatamente diffusa a tutti i livelli una cultura della sicurezza del volo e dove sarebbero necessari più puntuali controlli. Per quanto concerne gli aeroporti nazionali, la situazione è sostanzialmente migliorata rispetto agli anni passati, in termini di conformità rispetto ai requisiti minimi previsti dalle normative internazionali in materia.
In tale contesto, tuttavia, va registrato un incremento nel 2007 delle segnalazioni pervenute all’ANSV relative ad inconvenienti ed incidenti occorsi durante alcune operazioni “di rampa”, ovvero durante le operazioni di carico/scarico bagagli, posizionamento di mezzi speciali o scale per l’imbarco/sbarco dei passeggeri, assistenza tecnica agli aeromobili.
Tali eventi mostrano la criticità di quest’area, in particolare su alcuni aeroporti. Su alcuni di questi eventi l’ANSV ha aperto l’inchiesta tecnica di competenza, sussistendo i presupposti previsti dal decreto legislativo n. 66/1999. Le segnalazioni pervenute all’ANSV riguardano, principalmente, l’urto di mezzi di rampa (soprattutto trattori e nastri portabagagli) contro aeromobili fermi al suolo in via di approntamento. Tali urti, oltre a provocare danni talvolta anche strutturali all’aeromobile, hanno sovente comportato la cancellazione o il ritardo significativo del volo pianificato, con conseguenti disagi per i passeggeri imbarcati o in procinto di imbarcarsi. Gli eventi di rampa sono ascrivibili, nella pressoché totalità dei casi, al solo fattore umano.
Dalle indagini condotte dall’ANSV è emerso che spesso il personale di rampa riceve una regolare informativa dal proprio datore di lavoro in ordine alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma non viene sufficientemente addestrato per quanto concerne le caratteristiche tecniche degli aeromobili sui quali è chiamato ad operare, né viene adeguatamente sensibilizzato sulle conseguenze che possono derivare da un danno arrecato ad un aeromobile per fretta o disattenzione. Tale situazione risulta più evidente in quegli aeroporti che negli ultimi anni hanno registrato un notevole incremento di traffico, che ha imposto l’assunzione di personale da poter impiegare in tempi ristretti, senza una preparazione adeguata ai compiti da svolgere.
L’ANSV nel proprio Rapporto informativo ha anche auspicato un potenziamento del dispositivo del Corpo delle Capitanerie di Porto, istituzionalmente competente per quanto concerne le operazioni di soccorso in mare in caso di incidente aereo. Nel corso del 2007 al Corpo delle Capitanerie di Porto sono pervenute 152 segnalazioni (la maggior parte delle quali relative ad aeromobili civili) di emergenza aeronautica/aeroportuale, che hanno visto l’allertamento e l’impiego di 74 unità navali e di due aeromobili dello stesso Corpo. In particolare, per quanto concerne la componente navale, l’ANSV rappresenta la necessità che in ciascuno dei 22 porti situati in prossimità degli aeroporti costieri sia disponibile almeno una unità navale specificatamente progettata ed equipaggiata per il soccorso ad aeromobile incidentato in mare. Allo stato attuale, infatti, il Corpo delle Capitanerie di Porto dispone di unità navali specializzate nel soccorso ad aeromobile incidentato in mare soltanto nei porti di Fiumicino, Genova, Terrasini (Palermo), Napoli e Bari.
L’auspicato potenziamento in termini di unità navali specializzate richiederebbe, tuttavia, anche un potenziamento del personale, al fine di disporre degli equipaggi necessari ad assicurare il servizio di allarme nelle 24 ore. Nello stesso Rapporto informativo viene evidenziato, per quanto concerne la problematica del wind shear (significativo fattore di rischio per la sicurezza del volo), che alla fine del 2007 il “Palermo Wind Shear Detection System (PWDS)” non era ancora pienamente operativo, a causa di alcune problematiche autorizzative relative all’installazione, nell’ambito di un comune siciliano, di una delle sue componenti principali,il radar meteorologico, che costituisce un sensore di importanza cruciale per una efficace rilevazione del wind shear lungo i sentieri di avvicinamento e di partenza.
L’aeroporto di Palermo Punta Raisi rappresenta infatti, a livello italiano, lo scalo più critico in termini di frequenza e di intensità del fenomeno in questione. Nel 2007, sull’aeroporto di Palermo Punta Raisi, sono stati infatti registrati 209 riporti di wind shear (160 nel 2006), rispetto ai 41 di Milano Malpensa, ai 21 di Napoli Capodichino, ai 17 di Firenze Peretola, ai 32 di Milano Linate, ai 21 di Bari, su un totale complessivo di 470 riporti di wind shear acquisiti dall’ENAV SpA . Il testo integrale del Rapporto informativo sull’attività svolta nel corso del 2007 è integralmente disponibile nella Sezione documenti del sito web dell’ANSV (www.ansv.it)”. 06 agosto 2008
Nella giornata di ieri 21 luglio la NTSB ha diramato una raccomandazione inequivocabile: “Urges Bombardier To Revise Challenger Handbook”.
L’iniziativa avviene alla conclusione dell’indagine relativa all’incidente occorso a Teterboro nel New Jersey, dove un Challenger CL-600, proveniente da Midway Airport in Chicago è finito fuoripista, dopo aver abbattuto la recinzione, attraversato una autostrada a sei corsie finendo su un magazzino ferramenta e ricambi.
Provocando 20 feriti, undici dei quali tra i residenti e passanti.
NTSB ha rilevato che l’incidente è stato causato da un errato bilanciamento del carico trasportato (passeggeri e merci), con un centro di gravità oltre i limiti consentiti.
Tale condizione ha impedito all’aeromobile di decollare, di sollevare il muso alla “rotation speed”, e test al simulatore ed in volo hanno certificato l’incorretto bilanciamento del velivolo.
L’organismo indipendente USA ha perciò raccomandato una maggior informativa per le aerolinee ed i piloti che operano con modelli 600 e 601, predisponendo modifiche sostanziali ai manuali di volo. I responsabili della casa costruttrice canadese (con il portavove Danielle Bordeau) hanno tuttavia subito replicato:
- "Our aircraft flight manual already has the information required from the recommendation, so from a Bombardier perspective, it's done already”.
NTSB ha anche raccomandato alla FAA (US Federal Aviation Administration) di sollecitare i vettori Challenger 600 e 601 ad addestrare e familiarizzare i piloti sulla caratteristiche di decollo degli aeromobili in questione. 22 luglio
Sono passati 12 anni e anche per questo incidente aereo, pur con qualche ritardo, si ha notizia di provvedimenti cautelativi per prevenire questa tipologia di rischio.
Il governo USA sta per varare una technical operation dopo che la NTSB (National Transportation Safety Board) ha concluso l’inchiesta relativa all’esplosione in volo del luglio 1996 (volo TWA 800 – Boeing 747 e 230 vittime): “electrical short likely ignited vapors inside the jet's center fuel tank shortly after takeoff from John F. Kennedy airport”.
L’esplosione di un serbatoio di carburante in volo si è rivelato – statisticamente – un caso estremamente raro anche se alcuni di questi eventi disastrosi hanno costellato l’aviazione commerciale e militare.
Incidenti che nella maggior parte sono verificati al suolo piuttosto che in volo.
La Federal Aviation Administration (FAA) - ancora nel 2005 – aveva proposto l’adeguamento tecno strutturale di una flotta oltre 3.000 aeromobili con un numero minimo di ore/cicli di volo.
Jim Hall, presidente del NTSB – lo rivelano le prime indiscrezioni apparse sui media USA - sostiene:
- "The good news is that the issue of explosive vapors is being addressed."
- "I'm pleased it's finally happening but I'm disappointed that it took so long".
Il costo della messa in sicurezza dei serbatoi – ridisegno del sistema cavi elettrici e alimentazione serbatoi e carburante - sarà elevata (si stima centinaia di milioni di dollari USA) e le reazioni da parte delle compagnie aeree interessate saranno inevitabili.
Maggiori dettagli sulla più costosa e ritardata operazione di riprogettazione e periodica manutenzione dei velivoli saranno forniti nel breve periodo. 17 luglio 2008
Non è una novità. Mettere a terra una tipologia d’aerei per un’improvvisa emergenza è già avvenuto e la tabella di fianco permette di verificarne la storia recente e la portata. L’ultimo blocco a terra della flotta MD 80 è avvenuto lo scorso mese d’aprile 2008, causando migliaia di cancellazione di voli.
Spesso tuttavia il provvedimento, pur avendo una ricaduta sulla flotta mondiale del velivolo in questione, riguarda uno o un limitato numero di Paesi. Anche in questa circostanza l’iniziativa di bloccare a terra la flotta MD 80 è circoscritta agli USA: zona di competenze dell’organismo FAA che ha emanato le ispezioni per lesioni/crepe/crack alari.
La “safety inspection” è stata trasmessa anche alle autorità dei Paesi nei quali operano e sono immatricolati velivoli MD 80. Aerohabitat tuttavia non ha ancora notizia dell’estensione della “prescrizione” airworthiness directive FAA che il 9 luglio ha investito 670 MD-81, MD-82, MD-83, MD-87 and MD-88 immatricolati negli USA.
Le principali aerolinee interessate sono American Airlines con 212 MD-82 e 86 MD-83, Delta Air Lines con una flotta 117 MD-88. Il costo dell’operazione è di 214.400 dollari e partirà il prossimo 12 agosto. Le verifiche con le azioni correttive dovranno essere completate entro 24 mesi o entro 20.000 cicli di volo complessivi (la più restrittiva). E ripetute periodicamente.
Centinaia di questi aerei hanno da tempo superato 20mila cicli di volo, in modo particolare la flotta immatricolata in Italia, quasi un centinaio di arzilli MD 80, che al momento non sembrerebbe coinvolta dal provvedimento cautelativo. 12 luglio 2008
“To survive a fire in a plane, sit near emergency exits have the best chance of escaping in a fire”. Ovvero per sopravvivere in un aeromobile in fiamme, per scappare o defluire rapidamente, meglio essere seduti nei pressi di un’uscita di emergenza. E’ un’evidenza che in altri tempi sarebbe stata definita una “catalanata”.
Sui media italiani lo studio condotto dalla “Greenwich University” per conto della CAA inglese diventa “i posti più sicuri sono quelli in corridoio e lontano dai finestrini, meglio se vicini alle uscite di emergenza”. Lo studio ha analizzato 105 incidenti aerei con due mila sopravvissuti ed ha valutato l’indice di sicurezza delle poltrone.
E’ da decenni che si sa che i posti posteriori e lungo il corridoio preservano maggiormente dal rischio, e i passeggeri avveduti richiedono da anni questo posizionamento al check in, ma questo studio consente ulteriori verifiche.
Ma solo nel caso di velivoli in fiamme mentre il pilota sta cercando di atterrare in emergenza.
Il miglior tasso di sopravvivenza è perciò associato alla scelta del posto, del sedile. Spesso è collegato ai sedili più scomodi.
I sedili lungo il corridoio registrano un indice di sopravvivenza del 64% contro il 58% dei restanti, mentre i passeggeri seduti nella parte anteriore del velivolo avrebbero il 65% di fuga alle fiamme rispetto al 53% di chi sta in fondo.
Lo studio, è bene ricordarlo deriva dall’analisi dell’incidente di Manchester del 1985 con l’aereo in fiamme dopo l’incendio di un motore di un Boeing 737, avrebbe sconfessato un must delle progettualità antincendio dei velivoli: le prove di evacuazione dell’aeromobile entro 90 secondi sono test non affidabili. Non considerano il comportamento dei viaggiatori in emergenza e con alcune uscite di emergenza non praticabili.
Un primo effetto dello studio – ma sembrerebbe una procedura già adottata in alcune compagnie – risulterà quello di aumentare il costo dei biglietti per i posti localizzati in prossimità delle uscite di emergenza.
“The majority of those who died were sitting well away from a usable Exit” negli incidenti esaminati dallo studio contraddice le statistiche storiche che negli incidenti aerei, comunque, i passeggeri che si salvano sono seduti nella parte posteriore dei velivoli e, prevalentemente, soprattutto quelli lungo il corridoio.
Posti dal costo ridotto, di economy class, che nessuno vuole (il passeggero si deve alzare spesso per far passare gli altri) e forse in prossimità delle toilettes. 27 giugno 2008
L’organismo USA National Transportation Safety Board (NTSB) è uno dei più autorevoli istituti mondiali per la sicurezza del volo e periodicamente emana una lista di Safety Alert e di Most Wanted List sulle questioni/tematiche dell’aviazione al fine di perseguire con una politica “proactive”:
“… a program to increase the public’s awareness of, and support for, action to adopt safety steps that can help prevent accidents and save lives.”
Aerohabitat, in attesa che anche l’Europa possa disporre iniziative e programmi safety immediati, a tutela e protezione delle operazioni di volo e salvaguardia delle popolazioni residenti nell’intorno aeroportuale, presenta una lista iniziale di Safety Alert e Most Wanted List riguardanti le conformità e l’operabilità ICAO – ENAC delle infrastrutture aeroportuali Italiane:
- R.E.S.A.: estensione a 240 metri su ogni pista di volo con oltre 10.000 movimenti/anno
- Strip Area, verifica dell’area laterale della pista di volo
- Safety Management System: immediata adozione su ogni scalo con oltre 10.000 movimenti/anno
- Impatto volatili: screening urgente sugli scali aerei prospicienti lagune, oasi naturalistiche, discariche e tratti di mare con predisposizione di misure per fronteggiare il quotidiano
- Piano del rischio terzi, adozione del risk assesment e definizione delle zone del rischio lungo le rotte di atterraggio e di decollo. 17 giugno 2008
Il programma sulla sicurezza della IATA è denominato Six-point Safety Programme e rappresenta un approccio multicomprensivo per fronteggiare la safety nell’aviazione commerciale mondiale. E’un progetto sviluppato e coordinato con le compagnie aere nel mondo: quasi tutte, ben 240 aerolinee. L’approccio integrato si estende sui seguenti campi operativi:
- flight and cabin operations, ground handling, air traffic management and cargo handling.
Nel 2007 tuttavia, lo rivela la stessa IATA sono stati registrate meno vittime mentre sono aumentati gli incidenti aerei. L’Associazione Internazionale delle Aerolinee comunica, infatti, come la percentuale degli incidenti sia cresciuto a 0,75/milione di voli, il tasso 2006 era 0,68/milione voli. Per la IATA nel 2007 si contano 692 vittime con una riduzione del 19% sul 2006 (855 vittime) mentre la percentuale dei passeggeri è incrementato del 6% raggiungendo 2.2 miliardi del 2007.
Gli eventi incidentali (accident) hanno raggiunto il numero di 100 (57 jet + 43 turboelica) contro i 77 del 2006 (46 jet e 31 turboelica). Le statistiche rivelano come il trasporto in aereo rappresenti, comunque, il sistema di comunicazione più e affidabile al mondo. Negli ultimi dieci anni, il tasso incidenti è quasi dimezzato. L’obiettivo strategico è zero decessi e zero incidenti, lo sostiene Giovanni Bisignani, direttore generale e Ceo della IATA.
L’incidentalità tuttavia è variamente distribuita nei vari continenti. Nel 2007 in Russia-Cis non ci sarebbero stati incidenti – lo sostiene ancora la IATA - mentre al secondo posto ci sarebbe il nordamerica con 0,09 incidenti/milione di voli, quindi l'Europa con 0,29. Meno bene la zona Asia-Pacifico (2,76), America latina (1,61), l'Africa (4,09). Un dato consueto invece è quello che assegna la maggior incidentalità (48%) alla fase d’atterraggio che, sommandosi alle fasi di decollo - salita rappresentano ancora oltre l’80% dei “frangenti” del rischio. Un’area localizzata – lo ribadiamo – nel circondario delle piste di volo, entro un raggio di circa 10 km dal momento del decollo e dell’atterraggio. La zona che abbisogna, sopratutto in Italia e Aerohabitat continua a sostenerlo, delle urgenti verifiche del risk assessment e dell’adozione dei piani di rischio terzi. 9 maggio 2008